Bloomberg batte Fornero due a zero
Sono testuali parole pronunciate dal sindaco di New York Michael Bloomberg, il 24 aprile scorso. Per annunciare il veto alle due delibere assunte dal City Council di New York, in materia di salari minimi e aumenti contributivi per migliorar e il mercato del lavoro. Quando le ho lette, ho pensato immediatamente di dedicarle a Elsa Fornero, il ministro del Lavoro. Perché la batteria di pesantissimi aggravi disposti dalla sua riforma per praticamente tutti i canali di ingresso nel mercato del lavoro diversi dall’assunzione a tempo indeterminato, quegli aggravi sono esattamente la stessa cosa e hanno gli stessi effetti di quelli disposti dal Comune di New York a cui giustamente il sindaco Bloomberg si è opposto. Nascono dalla fervida fantasia di politici che pensano di affermare miglior vita e più generosi diritti per i lavoratori, obbligando le imprese ad aggravare il costo e le condizioni d’impiego del lavoro. Per di più, i fervidi idealisti dello statalismo occupazionale di solito si scatenano nei loro interventi aggrava costi esattamente quando le crisi alzano il numero di disoccupati. Con il bell’effetto di accrescerne ulteriormente il numero, distogliendo le imprese a impiegare coloro il cui costo si è alzato per volontà della politica e dello Stato. Ma abbeveriamoci di Bloomberg, per consolarci.











