16
Giu
2012

Manovra per la crescita con handicap

Era stato già a suo tempo denunciato l’effetto recessivo che avrebbero prodotto le prime misure adottate dal Governo Monti (http://www.chicago-blog.it/2011/12/18/una-manovra-ragionieristica-per-sviluppare-poverta-e-sudditanza/), ma secondo i più il “Salvatore” nazionale doveva essere lasciato lavorare prima di protestare. Dopo sei mesi finalmente è arrivata la tanto annunciata “manovra per la crescita” che contiene, per la verità, anche

misure interessanti: fra di esse va accolto con favore l’intervento migliorativo della disciplina agevolata riguardante le opere di ristrutturazione degli edifici; è indubbio infatti che l’edilizia è un settore trainante della nostra economia e che la sua rivitalizzazione può avere effetti importanti per la ripresa del lavoro, dell’occupazione e della circolazione della ricchezza.
Non è un caso infatti che, dopo le misure penalizzanti che furono adottate dal duo Visco-Bersani nell’estate-autunno del 2006 e l’azione devastante subito dopo intrapresa dall’Agenzia delle Entrate nei confronti delle imprese edili e dei loro clienti, è iniziata una caduta inarrestabile del mercato immobiliare e di tutto il relativo indotto (subappalti per le varie opere edili; servizi professionali; forniture di materie prime, semilavorati, materiali vari, attrezzature e relativi accessori; lavorazioni di movimento terra, di impiantistica, di imbiancatura, di piastrellatura, di pavimentazione, di lastricatura; interventi di finitura, di messa a norma, di adattamento, …; cessione di prodotti finiti per gli arredi, gli allestimenti, …; ecc. ecc.) che ha di fatto paralizzato l’economia, provocato una progressiva perdita di occupazione (sia del lavoro dipendente che di quello indipendente) ed alimentato una recessione che ha poi coinvolto tutti gli altri settori e che è tuttora preoccupantemente in atto (http://www.chicago-blog.it/2011/10/08/la-%E2%80%9Crepubblica-degli-struzzi%E2%80%9D-malata-di-ipertensione-fiscale/). Ben vengano dunque interventi di sostegno alla ripresa del lavoro nel comparto delle opere edili destinate alle ristrutturazioni degli edifici dalle quali il Governo Monti si attende un giro di affari di almeno € 179.Milioni per ciascucno dei prossimi due semestri (oltre agli altri € 500.Milioni semestrali stimati per le opere di riqualificazione energetica).
E’ mancato però un atto di coraggio, ormai divenuto essenziale e doveroso, che avesse anche liberato il settore dagli incredibili ostacoli che di fatto impediranno comunque di ottenere gli effetti molto ottimisticamente preventivati:
1) finché la Gente sarà sottoposta al rischio “spesometro” (art. 38 c. 4 del D.P.R. 600/1973), in base al quale i costi sostenuti nell’anno si presumono sostenuti (fino a prova contraria) con redditi prodotti nello stesso anno, senza considerare la storia fiscale pluriennale del Contribuente e la Sua obiettiva capacità di risparmio, saranno molto pochi quelli che approfitteranno degli incentivi; proprio nei giorni scorsi infatti l’Agenzia delle Entrate ha inviato ben 300.000 lettere contenenti la comunicazione di anomalia da spese e la larvata minaccia di accertamento sintetico sottoforma di cortese invito a controllare e, se del caso, procedere con ravvedimento operoso (http://www.chicago-blog.it/2012/05/31/lettere-di-cortesia-dal-fisco/); nell’attuale sistema accertativo per i Contrubuenti spendere i propri risparmi per opere di ristrutturazione edilizia o di riqualificazione energetica comunicate all’Anagrafe Tributaria significa mettersi alla mercé del Fisco con tutto quello che ne consegue (onere di provare documentalmente la propria lealtà fiscale davanti ad un Ufficio finanziario generalmente sordo ed indisponibile perché condizionato dal budget annuale e dai trattamenti incentivanti collegati con l’accertato e con il riscosso), compresa la prospettiva di dover alla fine pagare le tasse su quello che non hanno guadagnato solo perché hanno speso ciò che avevano risparmiato negli anni;
2) le limitazioni all’utilizzo del danaro contante per evitare fenomeni evasivi, diffusi specie nel settore dei lavori edili o comunque interessanti gli edifici, hanno determinato un ulteriore grave freno alla circolazione delle risorse finanziarie interne, parte significativa delle quali già espatriate sin dallo scorso autunno 2011 (ad Ottobre le banche svizzere avevano già esaurito le cassette di sicurezza disponibili ed avevano iniziato perfino ad affittarle dagli alberghi); quelle ancora giacenti in Italia sono destinate ad essere sciupate in consumi non segnalati né segnalabili all’Anagrafe Tributaria e perciò non saranno mai impiegate nel settore delle ristrutturazioni immobiliari e delle riqualificazioni energetiche; di conseguenza, insieme alle agevolazioni tributarie, se non si vuole ripristinare una soglia convenientemente più elevata dell’impiego di danaro contante, le misure per la crescita avrebbero dovuto prevedere almeno uno “scudo fiscale” (con imposta sostitutiva) per liberare le risorse finanziarie esistenti in Italia con effetti tombali su tutti i tributi diretti ed indiretti e sui reati tributari (fatti salvi naturalmente gli effetti anche penali riguardanti altre ipotesi di illecito extra-tributario);
3) i Contribuenti che in passato hanno usufruito delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie e per le riqualificazioni energetiche degli edifici hanno incontrato così tante difficoltà ed insidie operative da doversi quasi sempre confrontare con gli Uffici finanziari che trovavano sempre il motivo per disconoscere in tutto o in parte le relative detrazioni, forti di norme equivoche, interpretazioni ufficiali pro-Fisco o altri pretesti dai quali alla fine scaturiva l’obbigo di pagare sgradite pretese tributarie e sanzionatoria e il costo di una inevitabile assistenza professionale con conseguente vanificazione di ogni beneficio; le misure per la crescita avrebbero dovuto pertanto prevedere anche una vera e radicale semplificazione della relativa normativa per favorire il più tranquillo e sicuro accesso alle agevolazioni in questione.
In conclusione, le pur apprezzabili disposizioni per favorire la ripresa e lo sviluppo del lavoro nel settore delle ristrutturazioni edilizie e della riqualificazione energetica degli edifici ed in tutti gli altri settori connessi e collegati degli edifici sono destinate a naufragare clamorosamente senza poter produrre gli effetti sperati se il Governo Monti non avrà il coraggio di intervenire adeguatamente per liberare i Contribuenti dalla pirateria fiscale, per liberare le risorse finanziarie ancora giacenti in contanti sul territorio Italiano e per liberare la normativa dai rischi dipendenti dalla equivocità, complessità e farraginosità delle relative disposizioni.
A buon intenditor …

11 Responses

  1. BitaGmr

    Sono perfettamente d accordo… Sono tutti spaventati a spendere … E così di certo l economia non gira.
    Ma possibile che i nostri cervelloni al governo non riescono a capire!!!

  2. Alessandro Guerani

    “quando un governo assiste a crescita immobuliare fino al 25% del Pil se non è irresponsabile sa che è bolla, dunque lui può tassare per dincentivare e sgonfiare, e banca centrale può indurre banche a rallentare impieghi nel settore tramitre riserva obbligatoria dufferenziata per unità di caopitale allocata negli impieghi, se non lo fanno perché massimizzano crescita a breve, sono irresponsabili perché fanno azzardo morale, gli spagnoli non c’entrano, ma i regolatori publici eccome se hanno colpe;”

    – Oscar Giannino, risposta a mio commento il 30/5/2012

    “le misure penalizzanti che furono adottate dal duo Visco-Bersani nell’estate-autunno del 2006 e l’azione devastante subito dopo intrapresa dall’Agenzia delle Entrate nei confronti delle imprese edili e dei loro clienti, è iniziata una caduta inarrestabile del mercato immobiliare e di tutto il relativo indotto”

    – lei in questo post

    Non le sembra il caso che vi mettiate d’accordo?
    Preferiva una bolla immobiliare in stile spagnolo?

    Già gli impieghi italiani sono in parte finanziati dal debito verso l’estero (basta vedere del resto il calo del nostro risparmio e il conseguente nostro saldo negativo Target2) ed è il debito veramente pericoloso perché gli oneri relativi è ricchezza netta che esce dall’Italia.

  3. Marco Tizzi

    Piccola questione: un intervento di miglioramento del consumo energetico degli edifici non sono certo che porti ad una crescita.
    Se faccio una ristrutturazione la faccio per risparmiare: in x anni risparmierò più di quanto ho speso. Quindi avrò un + in edilizia ed un – in energia.

    Per il resto mi allineo ad Alessandro: l’unica vera manovra che si poteva fare per il settore edile era bloccare tutti i piani regolatori vietando di trasformare terreni agricoli in edificabili e consentendo solo il passaggio da commerciale/industriale a residenziale. In questo modo si poteva mantenere valore in tutto (ed è tantissimo) il già costruito invenduto.
    In tutto questo se si resta in credit crunch parliamo del nulla cosmico a meno che non crediamo davvero alla Merkel che dice che non dobbiamo più fare debiti.

    Il vero, grande “decreto sviluppo” che si poteva fare a costo zero è quello che ha proposto Luttwak qualche giorno fa: cancellare leggi inutili.
    Se il sig. Passerotto avesse cancellato 5 leggi al giorno da quando è entrato in carica adesso avremmo quasi 1000 leggi in meno.
    E un po’ di voglia di fare impresa magari a qualcuno veniva.
    Con tutti quei soldi che nascondiamo nei bauli sotterrati in giardino, ovviamente, perché i debiti non si fanno!!!

  4. massimo

    Marco Tizzi :Piccola questione: un intervento di miglioramento del consumo energetico degli edifici non sono certo che porti ad una crescita.Se faccio una ristrutturazione la faccio per risparmiare: in x anni risparmierò più di quanto ho speso. Quindi avrò un + in edilizia ed un – in energia.P

    È vero, ma l’edilizia è un’attività prevalentemente locale, mentre l’energia in massima parte la importiamo.

  5. Marco Tizzi

    @massimo
    è vero, ma stai tranquillo che i nostri “gestori” di energia ci attaccano molto del loro. Quindi non sarà negativo, ma comunque non pesa quanto il nominale.

  6. Marco Tizzi

    @massimo
    Per inciso: non che sia contrario, sia chiaro. Anzi, l’efficienza energetica è fondamentale.
    Ho solo dubbi sui risvolti in termini di sviluppo economico, tutto qui.

  7. paperino

    Ma per piacere e’ una manovra nella piu’ squallida tradizione a somma sotto-zero del “tolgo a uno per dare all’altro trattenendo la commissione”, e del genere “prometto incentivi a termine per anticipare consumi sul principio del vince il piu’ svelto e piu’ furbo che sa approfittarne arrivando prima o al momento giusto, gli altri si attaccano”.
    La solita manovra fatta per eccezioni e favoritismi.
    Se la piu’ grande risorsa e’ la mente, un paese da lotteria con cervelli distorti e bacati cosi’ e’ irreparabilmente condannato.
    Ed e’ giusto che lo sia, se esiste una giustizia distributiva.

  8. LuigiVis

    Si fa presto a dire crescita.
    Sostituiamo la fantasmagorica parola crescita con rallentamento della caduta e saremmo già un poco più aderenti alla realtà.
    Benzina scontata, ristrutturazioni incentivate.
    Boh … mi sembra tutto molto panem et circenses.

  9. radici piero

    Quando un governo è incapace di operare concretamente inizia la caccia agli untori (alias: evasori ) sapendo benissimo che la evasione fiscale non è assolutamente rilevante per la economia, ma solo per l’ etica ( e non serve la Bocconi per questo, basta un corso di ragioneria ).
    Questo governo non sa fare sviluppo perchè è incapace di prendersi dei rischi, ovvero di dirottare massicciamente le risorse sottraendole a chi consuma ricchezza a favore di chi la produce, esattamente quello che era stato chiamato a fare svincolandolo dall’ obbligo del “consensus” elettorale.
    La seconda ragione per cui non sa fare sviluppo è perchè non basta un pacchetto di volonterosi benpensanti per fare un governo efficace, ci vuole gente con le palle ma sopratutto che sa quello che fa, per esempio la Fornero sarà anche una bravissima persona, ma non si immagina nemmeno lontanamente che disastro ( peraltro annunciato ) stia combinando: dopo la sua riforma ci saranno un mare di disoccupati in più, ma più felici e più dignitosi ( forse bisognerebbe chiederlo a loro invece che stabilirlo per legge). Purtroppo il lavoro è una cosa seria e la sua riforma non può essere data in mano a dilettanti allo sbaraglio, per dirla alla Squinzi .

  10. Marco Tizzi

    @radici piero
    Ciao Piero,
    giusto quel che dici, ma l’incapacità delle persone di questo governo si manifestano proprio nel problema che tu dici alla fine: questa gente non ha mai lavorato nel settore privato, non si è mai messa in gioco nella competizione del mercato.
    Per questo non sa cosa si deve fare.
    Pensi che Passera sappia, per dirne una tra le migliaia, che in Italia esiste l’obbligo della “scheda di trasporto”?
    Cancellare leggi è gratis. Ma bisogna sapere quali si devono cancellare.

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