7
Gen
2016

Contro lo Stato tiranno: occupy Oregon—di Gemma Mantovani

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gemma Mantovani.

Sul Corriere della Sera di due giorni fa è comparsa la breve cronistoria di una vicenda rimbalzata dalla stampa americana, molto preoccupata, Washington Post in testa, e che lancia accuse pesantissime: terroristi. I terroristi sarebbero i fratelli Bundy (Ammon e Ryan), che hanno occupato un edificio in una zona remota dell’Oregon, una baita a Burns, centro operativo della forestale. L’iniziativa è stata lanciata per protestare contro la prossima detenzione di due agricoltori, i fratelli Hammond, che sono stati denunciati perché hanno bruciato erbe e sterpaglie senza permesso su un terreno federale. Un giudice ha deciso che la pena di tre anni che avevano già scontato era stata troppo breve e dunque devono tornare in cella per altri due anni. 

Potremmo dipingere i Bundy brothers come la copia autentica ma molto meno vitaminica dei Bo e Luke sempre in cerca di guai di Hazzard, serie tv di culto dell’America reganiana anni ‘80, oppure come l’incarnazione degli eroi della grande conquista, delle meravigliose epopee western dei capolavori di John Ford. 

In ogni caso, i fratelli Bundy si sono asserragliati in segno di solidarietà e protesta per una pena inflitta agli amici agricoltori che si difendono dicendo che hanno bruciato per prevenire l’invasione di erbe ed arbusti nocivi, mentre la pubblica accusa sostiene che lo hanno fatto per cancellare le prove della caccia illegale ai cervi sul territorio federale. Il territorio dell’Oregon è infatti per la metà gestito e nelle mani dello Stato federale. Ed è questo il vero oggetto del contendere. Ma la pena inflitta appare severissima, smodata, ingiusta, un attentato ai diritti umani: cinque lunghi anni di carcere (e negli Stati Uniti si scontano tutti dal primo all’ultimo)  per aver bruciato sterpaglie sul suolo del “federale oppressor”. I movimenti per i diritti civili americani dovrebbero intervenire se non fosse che i circa 300 “miliziani” accorsi in sostegno ai fratelli Bundy non sono proprio “politically correct”: sono tutti quanti legalmente armati e lontanissimi dai “posh&cool” occupanti newyorkesi di Wall Street.

La partita è complessa ed intrigante, anche vista da un osservatorio come il nostro Paese nel quale alcuni attivisti/indipendentisti sono stati incarcerati per anni e, a non molti anni di distanza da un certo radicamento ideale e politico delle loro ragioni di fondo, ci viene oggi detto che era un abbaglio, tutto sbagliato, tutto da rifare e si deve ritornare al centralismo statale. Come i nostri veneti vennero considerati pericolosi eversivi per essersi opposti allo Stato ed al mito della nostra unità nazionale, così i fratelli dell’Oregon hanno ricevuto accuse di vero e proprio terrorismo: davvero una bestemmia se si pensa all’entità ed alle radici dei recenti fatti che hanno sconvolto il mondo. Ma quando lo Stato si arrabbia gioca pesante e la belva diventa ferocissima, purtroppo molto meno a tutela dei suoi figli, di quanto lo sia, invece, quando i figli rivendicano la loro libertà. Per quanto gli occupanti dell’Oregon siano brutti sporchi e cattivi, non esistono ragioni che legittimino uno Stato ad imprigionare per ben cinque anni di vita per reati del genere: nessun pascolo, nessun arbusto vale la libertà degli uomini. Tanto più nella Land of the free.

You may also like

La correttezza sbagliata
Consigli di lettura per il 2024 (seconda parte)
Consigli di lettura per il 2024 (prima parte)
Punto e a capo

6 Responses

  1. Ambra

    Magari in Italia i reati contro l’ ambiente venissero puniti cosi’ !!!! Se e’ vera l’ accusa della caccia ai cervi e dell’ incendio di un tratto di zona protetta (arbusti e sterpaglie sono un habitat prezioso per la biodiversita’ !!! Si pensi solo agli uccelli che nidificano al suolo ) bene ha fatto la Corte a condannare .
    Qui da noi tutto e’ considerato res nullius e le pene per reati connessi con la natura fanno ridere i polli

  2. Michele

    Perché dovrebbe essere lo stato a darmi il permesso di cacciare per m angiare? Che reati ambientali avrebbero commesso? A che titolo, il governo federale si è impossessato del 50% del territorio dell’oregon e il 28% dei territori dell’ovest, usando soldi pubblici per comperare, o espropriare o minacciare gli agricoltori togliendo loro l’acqua per irrigare o portando avanti comportamenti da latifondista di altri tempi?

    Fanno bene a resistere e a combattere spero che diventino migliaia e che sia l’inizio di una secessione di cui ormai gli stati uniti hanno sinceramente bisogno.

  3. FR Roberto

    Articolo carente di molti dettagli importanti, quindi mi chiedo come sia possibile trarre conclusioni ed esprimere giudizi. Se i campagnoli americani sono bracconieri, che hanno occultato prove, che hanno rischiato di distruggere un ambiente naturale, che c’è di male se stanno in gabbia per un po’? Forse meglio l’Italietta dove chi è condannato soggiorna in prigione per periodi ridicoli rispetto ai reati commessi?

  4. Giulio

    Ma certo Ambra , cinque anni di galera sembrano una pena perfettamente commisurata all’aver bruciato delle sterpaglie o alla caccia di frodo.
    Il giiorno in cui misure simili verranno introdotte in Italia e la condanneranno per aver butato uno scontrino per terra, le prometto che verro a portarle le arance.

  5. Giorgio

    Agli albori dell’ aviazione-molti proprietari USA, i nome del principio del “ab infera, ad astra”-alzarono alte reti perimetrali, nel tentativo di impedire ai goffi biplani di allora di “violare” il “loro” spazio aereo.Poi, lo Stato ha persino imposto il principio,secondo cui eventuali miniere e giacimenti sotto le terre private sono avocate dal Leviatano…Lo Stato lì non vuole capire, che the people lo vuole solo armato contro i nemici interni ed esterni : quelle, sono le sole spese e le uniche ingerenze statali approvate e benedette dai liberali USA.

  6. andrea 61

    Mi pare una riucostruzione un pèo’ carente. Non è vero che hanno semplicemente bruciato delle sterpaglie; da anni pretendono di pascolare il proprio bestiame su terreni federali senza pagare per i regolari permessi il tutto condito con minacce anche violente nei confronti delle autorità.
    A me ricordano molto più gli allevatori patani che splafonavano bellamente le quote latte alla faccia degli allevatori onesti e dei contribuenti italiani che poi dovevano pagare le loro multe.

Leave a Reply