31
Gen
2023

Punto e a capo

5 news di tecnologia – Rubrica di Claudia Giulia Ferrauto

La democrazia è una cosa fragile

Meta ha confermato i rumors che si sono susseguiti nelle ultime settimane e, a seguito delle richieste formali presentate anche in vista delle prossime elezioni, ha riattivato gli account di Donald Trump su FaceBook e InstaGram. A questo punto l’ex Potus – che venne bannato anche da Twitter  – è potenzialmente di nuovo attivo su tutte le principali piattaforme, ma questo riapre una questione tuttora irrisolta: è giusto lasciare che siano i social network a stabilire chi ha diritto di parola?

L’AI non è intelligente (ogni tanto va ricordato) 

È chiaro che l’intelligenza artificiale ha poco a che spartire con l’intelligenza per come ognuno di noi la intende. D’altronde tutti siamo capaci di riconoscere la stupidità, viceversa quando parliamo di intelligenza ognuno ha la sua idea. Qualcuno ha detto che solo quando l’IA sarà in grado di piangere, si potrà dire realmente intelligente. In ogni caso, almeno per il momento, nemmeno ChatGPT – acclamata come una delle innovazioni tecnologiche più impressionanti di questi ultimi mesi – sembra brillare per intelligenza.

I paradossi dell’etica nel campo dell’Intelligenza Artificiale 

OpenAI, società fondata con l’obiettivo di costruire macchine superintelligenti, è oggi una delle aziende leader nel campo dell’intelligenza artificiale generativa – tecnologia in grado di generare testo, immagini, suoni e altri media in risposta a brevi suggerimenti. La storia del suo successo però non è solo quella del genio della Silicon Valley. Da una recente indagine del TIME emerge infatti una storia dove l’etica assume contorni paradossali.Il lavoro che ha reso possibile questo successo è stato svolto da ghost worker kenioti  – pagati meno di 2 dollari l’ora – per analizzare ed etichettare dettagliatamente alcune tra le peggiori immagini disponibili, allo scopo rendere meno tossico e più etico il lavoro di ChatGTP.  

Il futuro non è equamente distribuito

Tra le rivoluzioni epocali dell’ultimo secolo una posizione di spicco è certamente occupata da Internet. Come avremmo vissuto l’isolamento durante i vari lockdown della pandemia, senza internet? Con che velocità la ricerca scientifica si muoverebbe se non ci fossero banche dati e partnership di team internazionali che si confrontano da un capo all’altro del mondo? Come potremmo fare gli auguri ad amici che vivono dall’altra parte del mondo? Sarebbe un mondo impensabile. Eppure esiste una vasta fetta della popolazione mondiale – quasi il 40 percento, secondo la ricerca condotta da ITU – che ad oggi non ha mai avuto accesso a internet. Un mondo in cui la capacità di connettersi rimane profondamente diseguale è un mondo in cui il futuro non è equamente distribuito.

Intelligenza artificiale & l’arte (degli altri)

“Cara chatGPT, tu che sei la migliore invenzione di questi mesi, esaudisci un mio grande desiderio: fammi diventare un artista acclamato rielaborando il lavoro di artisti veri richiedendo zero sbatti da parte mia, ché come sai ho judo.” –  “Ma certo bambino mio, sarai un grande artista dell’AI Art”, disse la nuova Chatbot. Le organizzazioni di artisti in Europa però non stanno ferme a guardare e si stanno muovendo a tutela della categoria presentando una richiesta a protezione delle loro opere.

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