4
Apr
2017

Innovazione e servizi: tre esperienze a confronto—di Luca Bazzana

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Luca Bazzana.

Da anni si parla di come lo sviluppo tecnologico sia un elemento di svolta in diversi campi di applicazione. Per quanto riguarda il mondo imprenditoriale, la tecnologia ha reso disponibili numerosi strumenti che possono essere sfruttati per poter creare nuove modalità di fruizione di servizi e prodotti. Tuttavia è chiaro come l’innovazione ponga diversi interrogativi. Alcuni settori sono stati del tutto rivoluzionati grazie alla nascita di nuove imprese capaci di sfruttare le opportunità dettate dalla tecnologia e dalla graduale liberalizzazione dei mercati (nonostante negli ultimi anni sembrano svilupparsi ondate di protezionismo). L’intervento pubblico è di conseguenza diventato un ostacolo proprio perché spesso incapace di adattare la regolazione al nuovo contesto. Per discutere di queste tematiche, lunedì 27 Marzo si è svolto nella sede milanese dell’Istituto Bruno Leoni l’incontro “Innovazione e servizi: tre esperienze a confronto”. L’obiettivo era quello di poter dialogare con alcune realtà imprenditoriali legate tra loro dal filo conduttore dell’innovazione tecnologica. Moderati da Serena Sileoni, Andrea Incondi (Country Manager di FlixBus IT), Marco Piana (Presidente di Soundreef) e Alessandro Renna (Amministratore Delegato di 4cLegal) hanno potuto raccontare il loro modo di fare business nonché le difficoltà che in molti casi si incontrano nello svolgere attività imprenditoriale in Italia.

Ma di cosa si occupano le tre imprese? 4cLegal, in un contesto culturalmente restio all’apertura del mercato e all’innovazione dove, secondo Renna, spesso sono gli stessi professionisti a richiedere (e a ottenere) protezione sia all’Ordine che allo Stato, ha creato una piattaforma capace di aumentare la concorrenza tra i professionisti dell’area legale. Attraverso una gara (denominata beauty contest) un cliente che necessita di una consulenza legale o tributaria può stabilire in modo semplice quale Studio offra il servizio a lui più vantaggioso (sia in termini economici che qualitativi). Un’attività per ora unica in Europa. FlixBus, società nata nel 2011 in Germania, offre un servizio di trasporto sfruttando flotte di autobus di aziende terze che vogliono inserirsi in questo tipo di mercato. È FlixBus a definire i parametri che vanno dalla frequenza della percorrenza delle tratte, al marketing e individua quelli che possono essere i potenziali partner. Incondi spiega come, nonostante una regolazione particolarmente complicata, l’azienda decise di puntare sul nostro Paese già dal 2014, sfruttando la fine del periodo di transizione iniziata nel 2005, fatto che poneva l’Italia all’avanguardia su questo fronte. Adeguandosi alla normativa, FlixBus ottiene le autorizzazioni dal Ministero dei Trasporti e non incontra ostacoli fino alla ormai tristemente famosa “norma anti FlixBus”. Su questo punto, ci dice Incondi, l’azienda è convinta che il Governo rispetterà l’impegno preso nel voler cancellare l’emendamento. Infine Soundreef è una società fondata nel 2011 a Londra da Davide D’Atri, la quale opera in un settore molto particolare, quello dei diritti d’autore, un mercato molto sostanzioso dal punto di vista economico ma di fatto preda di monopoli più o meno legali nati anche oltre un secolo fa. Sfruttando una tecnologia disponibile da qualche anno in grado di poter monitorare in automatico quali opere vengono effettivamente fruite sui diversi canali, Soundreef, unica società privata nel settore in UE, inizia ad operare puntando sia su artisti italiani che internazionali. Concentrandosi sul caso italiano, Piana segnala come la SIAE goda di una tutela legale parziale basata su una legge del 1941 e proprio su questa base essa abbia costruito il suo monopolio di fatto. Fortunatamente però, sia a livello statale che comunitario esistono leggi che permettono a Soundreef di operare, tuttavia in un clima non particolarmente conciliante.

Ad accomunare le tre realtà sono purtroppo la poca trasparenza, un contesto culturale che spesso spinge per tutelare le rendite di posizione e una grande incertezza nella regolazione. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, grazie a tecnologie all’avanguardia sono riusciti in pochi anni a sviluppare nuovi modelli di business capaci di intercettare una domanda spesso del tutto sopita in settori che possono definirsi tradizionali. In generale, nonostante la capacità di rispondere ai diversi tipi di domanda, pesa la poca chiarezza della regolazione. È Renna a denunciare la difficoltà di predisporre un progetto imprenditoriale di lungo termine in un contesto dove la normativa cambia in modo frequente e spesso senza seguire un filo logico. Anche Incondi sostiene che una regolazione poco chiara ha molteplici ricadute sui potenziali investimenti (italiani ed esteri):

innovazione, tecnologia e libero mercato sono qualcosa che si può provare a bloccare, ma sono come una cascata impossibile da fermare proprio perché fanno parte di un’esigenza richiesta dalla gente.

Sono quindi emblematiche le parole di Piana che interrogato sul Piano Industria 4.0 conclude chiedendo che vengano in primis rispettati alcuni strumenti di Industria 1.0:

rispetto delle leggi (anche da parte del Governo), una normativa che abbia come base l’interesse pubblico e uno Stato che non crei ostacoli normativi perché un ostacolo rimosso vale più di mille incentivi. Le persone sono in grado di fare impresa senza l’aiuto dello Stato.

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