29
Lug
2009

Impieghi bancari, tre giornali per tre verità

Oggi è uscita la Bank Lending Survey trimestrale della BCE. Sono 41 pagine abbastanza per addetti ai lavori ma non troppo, non tali cioè da non essere comprensibili anche se non siete banchieri. Il rapporto rileva ed elabora le risposte di 118 banche dell’euroarea, dunque i dato sono solo di estrazione bancaria ed autoasseverati, rispondendo ai questionari inviati dalla BCE. In sintesi: la stretta al credito c’è ancora. Le banche rilevano che la stanno attenuando in termini generali, poiché dal 43% di esse che dichiaravano di stringere i cordoni della borsa ai loro clienti si passa al 21%. Ma per gli impieghi alle famiglie la restrizione passa solo dal 28% al 22, e dal 26% al 22 per i crediti al consumo. Quanto alle imprese, basta dare un’occhiata alla chart n.4 di pagina 7 per constatare che la domanda è passata da un -40 e più per cento a malapena a un meno 30 e rotti, rispetto alle attese di chi immaginava che risalisse fino a un meno 15%, mentre quanto all’accordato le banche che dichiarano di essere in netta restrizione passano dal 42 al 21% per la piccola  e media impresa, e dal 48 al 25% per la grande.  Il sito del Sole 24 ore titola: “Area euro, banche più liquide, si allenta la stretta al credito”. Al contrario il sito del WSJ: “Euro-zone Banks Tighten Credit Standards”, con un lead ancor più pessimistico, “European banks continued to lend only reluctantly at the mid-year point, frustrating policies attempting to reverse the economic downturn by providing banks with new liquidity to facilitate more lending. Banks in the 16-country euro zone further tightened their credit standards in the second quarter, and companies and households may even face slightly tougher requirements in the current quarter, the European Central Bank said in a report on bank lending released Wednesday”. Il FT: “ECB sees ‘turning point’ in lending conditions”. Conclusione: le due testate anglosassoni sono sicuramente meno filobancarie della nostra, e il più corretto di tutti è FT che riporta come della BCE e a sua responsabilità, il giudizio sul fatto che davvero si debba considerare tali dati una “svolta”. Restano infatti terribili, a mio modesto giudizio.

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3 Responses

  1. Giorgiob75

    Questa mattina ho letto anche io il report in questione e leggendo poi il titolo de “Il sole 24 ore” ho avuto un sussulto.

    Dalla lettura del report, a mio avviso, non emerge affatto un allentamento delle condizioni del credito. Semmai emerge che le condizioni del credito hanno subito una stretta ulteriore in percentuale inferiore rispetto al mese precedente, il che é ben diverso, ma di questi tempi l’imperativo é seminare ottimismo ed evidenziare solo gli aspetti positivi delle notizie…pena essere etichettati come comunisti, disfattisti o catastrofisti.

    Non vedo poi perché la restrizione delle condizioni di accesso al credito debba essere considerato un indicatore negativo. Ci troviamo in questa crisi grazie al credito allegro, concesso a fronte di garanzie dubbie. Un restringimento dei parametri, a mio avviso, non puó che essere salutare.

  2. Gianni

    Le banche non prestano per ovvie ragioni: sono state loro stesse cittime di rush agli sportelli e in un ambiente estremamente rischjioso le BCE ha tagliato i tassi al minimo storico

    Siamo poi in questa situazione grazie ai tassi di interesse esttremamente bassi e alla spaventosa crescita degli aggregati monetari orchestrati dalla BCE negli anni scorsi. Quindi non si capisce come l’ulteriore crescita del credito possa produrre sollievo se non inducendo un’altra bolla ancora piu’ esplosiva

    Mi domando perchè Chicago-Blog non avvia un dibattito sill’eliminazione delle banche centrali e il ristorno a un sano e stabile gold standard

  3. Oscar Giannino

    la domanda è ottima, e caro Gianni davvero non devi convincermi e convincerci della tesi. La mia risposta è: perché dobbiamo parlare a chi non la pensa come noi, dobbiamo entrare nella testa e nel cuore insinuando dubbi in nome del realismo.

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