27
Lug
2012

Germania 2012. Il mito dell’organizzazione e quello del caos — di Angelo Spena

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Angelo Spena.

Tornando da un breve viaggio, in cui non ho notato niente di particolare, mi sono domandato cos’abbia di speciale la Germania contemporanea che la renda un modello per molti.

Di speciale, non sono riuscito a trovare nulla. Anzi alcuni aspetti del carattere tedesco, l’introversione, l’attenzione maniacale ai dettagli, il culto del gruppo paiono stemperati nell’almeno apparente multiculturalità della vita quotidiana, soprattutto fra i giovani e negli eterogenei ambiti urbani.

Semplicemente, oggi i tedeschi fanno quello che devono fare, nel posto giusto e nel momento giusto.

Si alzano al mattino e vanno al lavoro, o a cercarselo. Nel posto di lavoro, lavorano. Nel traffico, attraversano quando tocca a loro, parcheggiano dove è consentito. Pagano il biglietto, fanno la fila in fila. Risparmiano, in tutto; ma non manca mai l’essenziale. Fanno un solo lavoro (il che aiuta a far lavorare quasi tutti) e guadagnano bene, ma la sanità se la pagano a parte. Vanno in vacanza quando sono stanchi, e in bicicletta appena possono. Ridono quando c’è da ridere, si impegnano quando c’è da impegnarsi, si corrucciano quando c’è da preoccuparsi. La sera, quando c’è da bere e da stare insieme, bevono, alzano la voce, il gomito anche. Poi l’indomani, pronti per ricominciare.

Non sono marziani. E neanche i teutoni dello stereotipo. Rispettano le regole, ma spesso le criticano. Sono normali. Si assumono le loro responsabilità, e non solo all’interno di una struttura collettiva. Lo fanno per sé (e questa forse è la silenziosa grande evoluzione della cultura germanica, una sorta di lenta ma profonda transizione verso un individualismo etico). Il mito dell’organizzazione non è più immanente, ma ha lasciato la marcata consapevolezza che senza reciproco e comune rispetto c’è un danno per tutti.

Ci vuol tanto a comportarsi così? Una lezione per molti di noi, per i quali individualismo vuol dire sparigliare le carte, eccentricità ed effetti speciali, il mito mediterraneo della opportunità figlia del caos – di fatto, disordine fine a se stesso, le cose giuste fatte nel posto o nel momento sbagliati, o viceversa.

Se ora che i tedeschi sono speciali per essere normali, e non siamo neanche adesso capaci di comportarci in qualche modo simile, beh cominciamo a pensare che quelli … strani siamo noi.

You may also like

Politicamente corretto 4.0: motivi storici e contromosse culturali
Per una cultura del rispetto
Consigli di lettura per il 2024 (seconda parte)
Consigli di lettura per il 2024 (prima parte)

42 Responses

  1. Mike

    Sono le stesse riflessioni che faccio ogniqualvolta ritorno da un viaggio in Germania e dintorni. Subito dopo prevale la rassegnazione e mi viene in mente la battuta del Marchese del Grillo, liberamente riveduta, corretta e adattata al caso (“Loro sono loro e noi non siamo un c……o!”).

  2. alberto rusalen

    Buongiorno,

    è molto semplice come detto nell’articolo:

    LE REGOLE, RISPETTANO LE REGOLE!
    Anche da noi dopo tre multe salate per divieto di sosta uno si adegua!

    Cordialità

  3. Alessandro Guerani

    Il mito (o miot) del luogo comune colpisce ancora, vediamo cosa dicono loro (articoli presi dalla stampa tedesca, non da mio cuggino che lavora alla forskvaggen e guaddagna bbene)

    “Fanno un solo lavoro (il che aiuta a far lavorare quasi tutti)” tanti sono costretti a fare diversi “minijob” per poter campare: http://vocidallagermania.blogspot.it/2012/06/quando-un-lavoro-non-basta.html (ci sono i link all’articolo originale nel titolo)

    “guadagnano bene”, c’è un mercato del lavoro duale molto più forte che da noi:
    http://vocidallagermania.blogspot.it/2012/03/il-paese-dei-bassi-stipendi.html

    Per il resto vero, sono come noi, infatti, in alcune cose meglio, in altre peggio.

  4. Fra

    Motivo in più per cambiare sistema economico e snellire un certo Stato, quello erogatore di beni e servizi. E senza dimenticarsi delle responsabilità passate.

  5. Luca

    sono le medesime considerazioni, ma di segno opposto, che faccio osservando il costume nostrano.

  6. Nemo

    Tutto giusto, corretto…ma vorrei vedere i tedeschi con la classe politica italiana dove sarebbero…..La considerazione che invece faccio io quotidianamente è …nonostante tutto, nonostante i nostri politici, gli impiegati statali, i furbetti, gli evasori, gli sprechi, le tangenti, le vacanze pagate da altri, il meridione, le regioni autonome, gli stipendi degli inservienti in parlamento..e molto altro….non siamo ancora morti…La colpa è sicuramente ANCHE nostra (cittadini comuni)….ma ci stanno sfruttando da 70 anni….e poi parliamo di Germania…

  7. Ma anche l’Italia è così. Per il 95%. E’ quel 5% che inquina la limpidezza del nostro popolo. L’errore è aver scelto, negli ultimi 18/20 anni, con la pancia chi ci doveva governare. Dopo mani pulite speravamo in una classe politica nuova, in un imprenditore che avrebbe dovuto renderci grandi, in un parlamento che finalmente avrebbe guardato verso il basso ma che invece ha guardato solo se stesso e i propri elettori; e non è una casta è solo un insieme di interessi, personali e familiari o amicali. L’altro dato fondamentale è che non abbiamo una classe di dirigenti preparati ed in assenza di dirigenti di qualità anche il risultato del lavoro è scadente. I dirigenti di oggi sono degli impiegati cresciuti per carriera e non competenti e qualificati. Il dirigente non può essere titolare di un contratto a tempo indeterminato. Se vali rimani altrimenti si cambia. Non si può essere forti solo perché ci si siede sui contributi miliardari dello stato degli ultimi 70 anni e poi sentenziare e selezionare e licenziare e pretendere … e pensare solo alla gestione finanziaria dell’azienda … chi vuol essere manager … sia anche un vero industriale … fiat insegna … bravi nella finanza .. deludenti industrialmente … povero Valletta … povera Italia

  8. ramoverde

    @Nemo : non siamo ancora morti ? No ? E come lo chiameresti un futuro oberato dal debito che abbiamo noi ? dall’inefficienza tipicamente italiana ? dal menefreghismo per la cosa pubblica ?
    Abbiamo una regione italiana che ha più dipendenti del governo inglese. Questo non depone per un futuro vitale, limpido e sereno.
    Noi non siamo ancora morti, ma siamo zombie.
    Saranno le prossime generazioni a capire cosa significa essere italiani, a non avere futuro, speranza e benessere.

    Io conosco poco la Germania, ma conosco bene la svizzera, e le conclusioni sono le stesse: lavorano, non sprecano, fanno le cose giuste, rispettano le regole (che si tratti dei limiti di velocità, del divieto di schiamazzi o di quant’altro: ad esempio non conoscono, non hanno mai conosciuto e mai conosceranno il fenomeno dell’abusivismo edilizio).
    E sono felici, normalissimamente felici.
    Tutto è a posto, niente fuori posto. Ogni singolo cittadino mantiene il proprio “orticello” in maniera dignitosa, il disordine è percepito come una vergogna: nessuno lascia fuori di casa l’immondizia sparpagliata, tanto qualcuno pulirà: ognuno, nel proprio contribuisce a quel senso di ordine ed efficienza e di armonia che noi non sappiamo neppure cosa sia.

  9. stefano

    Guardate che qui a nord-est (ovvio parlo per la realtà che conosco) è da sempre che ci comportaimo da tedeschi.
    E’ anche pur vero che proprio dal Nord-est si sente da parecchio tempo a sta parte di aziende che emigrano; e ci credo ormai il parassita è diventato così invasivo da farci sentire stranieri in patria.

  10. claudio p

    Secondo me il nostro caotico individualismo, la nostra allergia al rispetto delle regole, è anche la nostra marcia in più. Non so da dove nasce, forse dal fatto che noi italiani non siamo mai stati ben governati, specie al Sud. Ma noi siamo noi. Ci facciamo in quattro per soddisfare il cliente, accettiamo di lavorare nell’emergenza, ci accontentiamo di poco se si tratta di fare esperienza o di entrare in nuovo mercato, siamo flessibili nell’accettare le esigenze degli altri, sappiamo pensare e agire fuori dagli schemi.
    Il cancro sta nell’ideologia collettivista, nello statalismo, nel corporativismo. Non nell’individuo!
    Avete mai avuto a che fare con un idraulico tedesco alle 17 e 5 minuti del venerdì?

  11. stefano cicchiello

    @Alessandro Guerani
    sì be’ , oltre alle “lievi imprecisioni” dette , che Alessandro fa giustamente notare , io mi soffermerei un attimo sul senso di questa frase
    “Fanno un solo lavoro (il che aiuta a far lavorare quasi tutti) e guadagnano bene, ma la sanità se la pagano a parte.”
    Non notate nulla di strano ?
    Se la confrontate con le 5 frasi precedenti , che compongono il capoverso , notere un certo “balzello” per così dire nel filo logico di questa ultima frase .
    Non c’è alcun nesso logico fra “fare un solo lavoro , guadagnare bene” e “pagare la sanità a parte” .Sopratutto in virtù dell’avversativo ma : se guadagnano bene , sarebbe , e sottolineo sarebbe , in un mondo ottuso e scevro di pragmatismo come è l’universo liberista, del tutto normale che una persona ben remunerata si “pagasse la sanità a parte” ; è una stonatura , ben nascosta , quasi un messaggio subliminale .

    Ma analizziamolo ancora più nel dettaglio , questo messaggio subliminale . L’autore ci comunica che i tedeschi “pagano la sanità” a parte . Sarà per la stonatura , ma non mi convince , ed allora mi sono fatto una ricerca e scopro che no , i tedeschi la sanità non se la pagano a parte . Pagano un assicurazione pubblica , che essa garantisce loro di coprire le spese sanitarie . Ebbene sì , la sanità è un servizio ad altissimo valore aggiunto , che richiede altissime specializzazioni e strutture costosissime , e pensare di sobbarcarsi la spesa sanitaria , con ciò che comporta (non si lavora ne si guadagna quando si ha bisogno della sanità) è molto difficile da credere . Ma sappiamo che i liberisti credono in cose ancora più fantasiose , come il libero mercato meritocratico e la mano morta invisibile .
    La sanità , per sua natura , non può essere gestita con efficienza ed efficacia se non a partire da solide basi mutualistiche e solidali . In poche parole , come funzionano i migliori servizi sanitari del mondo .
    Tutti pagano per garantire a quei pochi che sfortuna loro dovranno usufruirne , garantendo loro standard qualitativi e competenze molto al di là di quello che le proprie finanze potrebbero permettergli .
    Come fa l’autore ad ignorare dei concetti così basilari ?
    Non credo che li ignori , ma che tenda a farli ignorare a chi legge


  12. Io conosco poco la Germania, ma conosco bene la svizzera, e le conclusioni sono le stesse: lavorano, non sprecano, fanno le cose giuste, rispettano le regole (che si tratti dei limiti di velocità, del divieto di schiamazzi o di quant’altro: ad esempio non conoscono, non hanno mai conosciuto e mai conosceranno il fenomeno dell’abusivismo edilizio).
    E sono felici, normalissimamente felici.
    Tutto è a posto, niente fuori posto. Ogni singolo cittadino mantiene il proprio “orticello” in maniera dignitosa, il disordine è percepito come una vergogna: nessuno lascia fuori di casa l’immondizia sparpagliata, tanto qualcuno pulirà: ognuno, nel proprio contribuisce a quel senso di ordine ed efficienza e di armonia che noi non sappiamo neppure cosa sia.
    I tedeschi son bravi a casa loro veri cittadini,ma quando vogliono fanno i napoletani.Loro rispettao le regole ,perche le regole Vengon fatte rispettare dalla legge e dalla polizia che e’ il braccio fermo della legge.Hanno 6.000 leggi e no 134.000 come in Italia,sono teutonici e quindi organizzati,hanno uno stato sociale molto forte,Vi ricordo che nel ’89 un OPERAIO guadagnava netti 3.300.00 LIT.con tutte le protezioni del caso e se era disoccupato prendeva il sussidio (nn quello da Italiano cioccapiatti” in piu se faceva lavoro in nero passava i 4.000.000 LIT.Niente da fare sono organizzati,leggi poche e chiare ,chi sbaglia paga,la magistratura funziona ede e’ veloce,e le aziende PAGANO bene operai,designer ,impeigati ecc.Ho un amico che e’ stato tanti anni in Formula 1 con Ferrari preso dal Politecnico (110 e lode ingegneria meccanica) appena arrivato prendeva si e’ no 1.500.000 LIT.Il caro LCDM ne elargiva 350 Miliardi a Schumacher ed anche a TODT.Dopo anni che il caro LCDM pagava un ingegnere sotto i 2 milioni di LIT ,la TOyota a questa persona fece un’offerta :vieni a lavorare con noi a Koeln=Colonia ti diamo 12.000.000 Lit (dodici milioni), puo andare bene? MEglio la gloria o la propria soddisfazione personale.Appunto in Germania pagano,i vari De Meo marketing e W.Da Silva stilista Volkswagen,Sacco Mercedes vengono rubati alla concorrenza (leggi FIAT) perche vengono pagati profumatamente.Sorry ma in che paese siamo?.Stipendi aumentati in 10 anni di 29 Euro! Gli imprenditori avranno i loro problemi ma l’Italiano e’ sottopagato,gli stipendi dovrebbero esssre perlomeno il doppio se non il triplo.
    Gli apparati burocratici in Germania funzionano perche c’e’ responsabilità chi sbaglia paga,se qualcosa nn va alle poste il cittadino chiama il direttore che e’ direttamente responsabile.e se sbagli paghi in maniera salata.La LEgge e chi la applica non ammette errore.Da noi il lassismo piu totale,la magistratura rossa da’ sempre ragione ai delinquenti.
    Quello che parla degli ultimi 20 anni di un regime berlusconiano beh nn sa in che mondo vive,tutto inizia dai tempi della DC e PCI e del compromesso storico,vabbe’ ma questa e’ un ‘altra storia.
    Da noi esiste una magistratura che non paga mai,che ‘un contropotere dello stato,contro le industrie ed il capitale,va cambiata totalmente eppoi apparati burocratici pletorici,gente che timbra il cartellino e va a fare la spesa.Altroche Brunetta dopo due volte che ti becco licenziamento in tronco punto e basta.
    sono due mentalità profondamente diverse,ma se vogliamo dirci cittadni europei o occidentali moderni dobbiamo sottostare volenti o nolenti a queste regole della civiltà e del buon vivere rispettando gli altri.
    non c’e’ via d’uscita.
    Le potenzialità l’Italia ne ha tante ma e’ superdisorganizzata.Lavoro in una media azienda (produzione piastrelle) da 20 anni con i nordeuropei (germania,austria,svizzera,Scandinavia ecc) mi sono adattato a loro portando la mia esperienza e la mia fantasia Italiana e sono tutti gli anni vincente con numeri a due cifre alla faccia della crisi che non sento;e in 20 anni non ho mai avuto il segno meno nei fatturati e nei prezzi medi:significa che l’organizzazione mixata a cortesia servizio al cliente e cosi via e’ vincente.
    ed i nord europei quando sbagliano PAGANO,perche hanno davanti un lavoratore italiano che non gliene fa passare una,diremmo quasi un ….Tedesco!
    Un caro saluto Mad Max

  13. Lorenzo

    In un paese di pazzi, è bene che mi comporti da pazzo, se no gli altri potrebbero pensare che sia pazzo!

  14. Martin Pescatore

    Ma che razza di articolo è questo: Tornando da un breve viaggio, in cui non ho notato niente di particolare…..e beh…..se non ha notato niente di particolare che scrive a fare? “I tedeschi vanno in bicicletta quando possono…” e allora? Non ho ben capito cosa vuole dire? E quindi?

  15. Lorenzo

    @Spena “Rispettano le regole, ma spesso le criticano”.

    E le par poco? Metà italiani se ne frega delle regole, l’altra metà le idolatra anche se quelle italiane contengono al 90% emerite (biiip…)…ate.
    E la critica è sempre vissuta in Italia come lesa maestà. Anzi è stata inventata la “concertazione” per far sembrare che tutti vanno d’accordo anche dove è naturale, fisiologico e salutare che ci siano opinioni ed interessi diversi.

    Far diventare tedeschi gli italiani non è possibile. Rimuovere la cappa di ipocrisia e far ragionare a medio lungo termine invece che a breve “pro bono pacis” sarebbe già tanto.

  16. Stefano

    Io ho vissuto un anno in germania e vi racconto un dettaglio particolare…al di la che pagano tutte le tasse e puntano su aziende ad alto valore aggiunto, ovvero il contrario di quello che i nostri geni imprenditori hanno sempre fatto , mal guidati da uno stato che qui si avrebbero dovuto fare da traino e non da deposito… da cui pescare a mani piene.

    Ho affittato una casa, pagavo 600 euro mese tutto compreso, ma tutti i we tornavo a roma.
    Ogni mese mi preparavano la ricevuta e non capivo perché fosse sempre più bassa e poi mi hanno spiegato che siccome non c’ ero nel week end non mi conteggiavano il costo del Sabato e e Domenica…questi sono i tedeschi !!!!

  17. Crux

    Io ho vissuto un anno in germania e vi racconto un dettaglio particolare…al di la che pagano tutte le tasse e puntano su aziende ad alto valore aggiunto, ovvero il contrario di quello che i nostri geni imprenditori hanno sempre fatto , mal guidati da uno stato che qui si avrebbero dovuto fare da traino e non da deposito… da cui pescare a mani piene.

    Ho affittato una casa, pagavo 600 euro mese tutto compreso, ma tutti i we tornavo a roma.
    Ogni mese mi preparavano la ricevuta e non capivo perché fosse sempre più bassa e poi mi hanno spiegato che siccome non c’ ero nel week end non mi conteggiavano il costo del Sabato e e Domenica…questi sono i tedeschi !!!!

  18. Germania – Italia
    Bisogna evidenziare alcuni punti che mi sembrano assolutamente fondamentali per capire le varie differenze esistenti tra i due paesi.
    In Italia il governo e i partiti presenti in parlamento non si sono ancora resi conto che il momento è veramente difficile.
    Non si può non vedere che tutto l’apparato politico è ormai superato da molti anni.
    Con l’entrata in Europa, ormai da molti anni, le decisioni importanti a livello economico, sociale e politico, vengono prese dal parlamento europeo (altra casta molto ma molto costosa).
    Nei paesi che ne fanno parte, l’attività parlamentare è diventata quasi formale.
    Allora che bisogno c’è di tenere in piedi la stessa struttura politica e amministrativa di quando le decisioni venivano prese in casa propria?????
    I parlamentari come numero sono sempre uguali anche se la qualità è peggiorata.
    Una volta c’era la Staller (una pornodiva), ma si poteva almeno ammirare per le sue belle tette, poi abbiamo avuto i vari Bossi, Calderoli, Rutelli, Fini, ItaloBOCCHINO (che almeno nel cognome potrebbe essere assimilato alla Staller), Casini (degno rappresentante dell’atmosfera che regna nel parlamento) che urla sempre per convincere se stesso delle sue idee ma che siede nel palazzo da troppi anni per essere credibile e gli esempi potrebbero continuare all’infinito.
    Abbiamo i partiti che sono diventati delle potenze economiche di tutto rispetto con le loro proprietà immobiliari e finanziarie, ma che sono esentati dal pagare l’IMU e le loro sedi sono protette dalla polizia, quando, con i soldi che ricevono, dovrebbero provvedere in proprio.
    Pensate a Fini, indegno rappresentante della camera dei deputati, che si permette il lusso di regalare al proprio cognato un appartamento a sua volta ricevuto in regalo da una signora, con la clausola che doveva essere utilizzato nell’interesse del partito di Almirante.
    Adesso si spiega perchè si è messo con l’attuale compagna, lei si è impossessata (da quello che afferma Gaucci) dei beni che le erano stati intestati dallo stesso Gaucci per evadere il fisco e lui è diventato proprietario dei beni che, delle persone sprovvedute e in buona fede, avevano donato al partito di Almirante.
    Pessima figura di parlamentare che promette di dimettersi all’indomani delle dimissioni di Berlusconi e poi ……..è ancora lì seduto a fare il bel damerino con le sue cravatte sgargianti e la sua faccia tosta piena di botulino (per essere sempre più vicino, anche fisicamente, alla sua diletta consorte) illuso di rappresentare chi ??………….. l’”onorevole” ItaloB O C C H I N O O O O O!!!!!!!!!!!
    Vogliamo parlare della Corte dei Conti che non conta più un beneamato c…o????
    Serve solo a far spendere tanti ma tanti soldi agli italiani, pensate che negli ultimi mesi è stata aperta un’altra sede di fianco alla precedente, ancora più sontuosa della prima in viale Mazzini a Roma, rilevando una caserma e ristrutturandola totalmente per farci andare persone che non hanno un ………….. da fare tutto il giorno ma costano tanto.
    Sarebbe interessante che si facesse un’indagine su come operano i consiglieri e i dipendenti della corte e quante ore effettive di lavoro svolgono e quanto guadagnano ogni mese e quanto potere hanno nella gestione e nelle decisioni, a volte molto discutibili, che vanno ad avallare con i loro “visto”.
    E la Banca d’Italia?????????? Stipendi faraoinici, organico alle stelle e il lavoro ??????????
    Ormai, se non si stampa più moneta, se tutte le decisioni vengono prese altrove, se le banche che operano in Italia fanno quello che vogliono (tanto i controlli non ci sono e se ci sono non servono a niente), a cosa servono tutti quei funzionari con stipendi altissimi, con la puzza sotto al naso e con tanto tempo a disposizione per programmare i loro viaggi??????? Tantissime sedi sparse in tutta Italia assolutamente inutili che si potrebbero utilizzare per altro?????
    Ci sarebbe tantissimo altro da dire, per esempio anche sul Quirinale e su chi lo abita ora. Il re di Spagna, in presenza della crisi devastante che ha colpito il suo paese, ha optato per la riduzione del suo stipendi portandolo a 145.000,00 €, il nostro inquilino del Quirinale, con tutta la sua retorica e prosopopea (parla sempre di tutto e va sempre dappertutto facendo spendere tanto ai cittadini italiani), ha per caso pensato di ridursi l’appannaggio??????? (di gran lunga superiore agli altri capi di stato??????

  19. Dimenticavo: la Merkel, il capo di governo del paese più forte d’Europa, abita in un mini appartamento di 40 mq. nel palazzo del governo tedesco e paga l’affitto !!!!!!! Avete capito la differenza ?????????
    Il vostro presidente della camera, il bugiardo Fini, abita in un appartamento sontuoso con tanto di servitù e cuoco personale !!!!!!!!!!!
    CHE VE NE PARE ???????????
    DALLA FINE DELLA PROSSIMA LEGISLATURA IL BUGIARDO FINI AVRA’ DIRITTO A TUTTI I BENEFIT CHE HA ADESSO PER ALTRI DIECI ANNI (MACCHIA DI SERVIZIO, AUTISTI, SCORTA, UFFICIO ECC. ECC. – CHE VE NE PARE ???????????
    E I DISOCCUPATI AUMENTANO, GLI IMPRENDITORI SI AMMAZZANO PERCHE’ IMPOSSIBILITATI A CONTINUARE LA LORO ATTIVITA’ ECC. ECC. CHE VE NE PARE ????

  20. Alberto

    Caro Angelo, a fine settembre andrò a Baden Baden e potrò riosservare un po’ la Germania, ciò premesso:

    Voglio soltanto riferirti, per averne tratto impressionanti emozioni, di un mio viaggio di qualche settimana fa, in una terra che avevo visto molto diversa una decina di anni fa, qui in Italia, parlo della costa Domizia, da Mondragone a Capua. Ho visto fabbriche storiche in demolizione, capannoni e ristoranti dove avevo mangiato, sventrati, strade ridotte a livello di carrettiere, pochissimi bianchi e maggioranza schiacciante di gente di colore nelle strade, auto che si reggevano con il fil di ferro, una generale percezione di abbandono; una situazione degradata e ben sotto un sufficinte limite di vivibilità per come la intendo io. Man mano che procedevo con l’ auto, tenevo ben presenti i riferimenti per un rapido turn back ed ero continuamente tentato da due opposte emozioni, l’ angoscia e la voglia di vedere di capire meglio quello che mi trovavo davanti.
    Questo è il nostro Paese, ci sono da Roma in giù terre degradate che a mio avviso, non potranno mai essere ricondotte ad un sufficiente livello di gradevole agibilità e di sani rapporti di convivenza, che rendano picevole la vita su questa terra con un minimo di speranza nel futuro; la sera credo sia pericoloso tornare a casa vivi e soprattutto viverci tranquillamente. Il tutto ovviamente descritto anche dai livelli economici pro capite e dai livelli occupazionali che caratterizzano tali realtà.

    Come si può parlare di Italia, come si può confrontare l’ Italia con la Germania, come possiamo minimamente sperare di poterci battere alla pari in questa Europa? Eppure fino al 2001 ce la siamo sempre cavata bene, anche verso la Germania (+ 2% nelle partite correnti, oggi -7%); il paradosso del calabrone.
    Purtroppo se è forse ancora possibile restare uniti come paese, applicando la solidarietà interna ancora per anni, onestamente mi pare difficile applicare lo stesso principio tra noi e la Germania e con i mercati che premono.
    Noi siamo fatti così e difficilmente diventeremo come i tedeschi, ma solo fuori dall’ euro potremo sperare, applicando le giuste e complicate ricette, di salvarci!

  21. Pietro Barabaschi

    Alcuni fatti veri, impressioni soggettive altre, ma, orribile….. “Fanno un solo lavoro…..(il che aiuta a far lavorare quasi tutti)”.
    Per fortuna non è così, altrimenti dove la andrebbe a finire la libertà individuale naturale di lavorare quanto si vuole per soddisfare le proprie necessità ed i propri desideri?
    Pietro Barabaschi

  22. Sandro

    Si è vero hanno un maggior senso dello Stato/società. Come ad esempio i controlli in ambito di sanità pubblica e igiene degli alimenti nel loro caso la verifica dell’ispettorato è effettiva. Non si lamentano se vengono sanzionati.

  23. Roberto 51

    Bravo Angelo, condivido al 100%.
    Più che di riforme noi Italiani abbiamo bisogno di un periodo di rieducazione forzata, che cominci dalle piccole cose tipo rispettare le striscie pedonali e raccogliere i bisogni dei propri cani. Voterò la forza politica che avrà in programma il rispetto di queste due regole, anche se mi rendo conto che si tratta di un programma veramente ambizioso, rispetto al quale l’azzeramento del debito è una bazzeccola.
    I nostri amici tedeschi lavorano meno di noi, guadagnano di più e sono meno stressati proprio per questo: ognuno fa quello che deve, non fa quello che non deve e chi è beccato con le dita nella marmellata si vergogna come un ladro e sparisce dalla circolazione.
    A noi piace essere spiriti liberi mettendo noi singoli e la nostra furbizia sopra tutto, il prezzo da pagare ce l’abbiamo sotto gli occhi.

  24. Francesco_P

    La Germania un è Paese super o è l’Italia che è fuori dal mondo?

    Dove troviamo un altra nazione in cui prima si costruiscono case nei quartieri a ridosso di un impianto siderurgico, poi un magistrato chiude di fatto il più grande impianto siderurgico ponendolo sotto sequestro? Dove troviamo un’altra nazione dove un’impresa che ha ottenuto un permesso da un Ente rischia di vedersi revocare il permesso da un diverso Ente ad investimento già compiuto? Dove si trova un’altra nazione dove si preferiscono le discariche (meglio se a cielo aperto) ai termovalorizzatori in nome dell’ecologia? ecc. ecc.

    Credo che siamo proprio noi il Paese fuori dal mondo. Anche gli altri sono zoppi, ma il record mondiale della follia appartiene al nostro sistema partitico-corporativo-clientelare.

  25. Renata d'Agostino

    Accipicchia. Da dove cominciare, educazione civica? Penso a Mastrapasqua, il suo stipendio, i suoi 25 incarichi nei consigli di amministrazione, eccetera, eccetera, eccetera…Uno su quanti?

  26. marco

    forse loro la Minetti l’avrebbero messa a gestire uno stabilimento balneare, e la Carfagna, invece di assegnarla a Brunetta per un veloce training da ministro l’avrebbero mandata a gestire una trasmissione televisiva trasgressiva dopo la mezzanotte. Il presidente di un lander tipo Formigoni avrebbe dovuto dimettersi dopo l’arresto di Daccò per amicizie pericolose (loro solo per la copiatura di un pezzo di tesi , da noi la Santachè si fregia di un master per 2 settimane di corso). Su questi individui ai margini della società noi ci compiaciamo di essere aperti , loro di essere severi: per questo le loro richieste hanno un senso di condivisione almeno sul piano etico, da noi sono uno scherzo verso quegli imbecilli che se lo beccano sempre nel fondo schiena dai “furbi”.
    La cifra dell’italianità è “acca nisciuno è fesso”.
    Forse non è un dettaglio.

  27. Alberto

    Le stesse cose capitano, forse in misura minore, anche nel campo opposto e riguardano entrambi i sessi; glielo dico non per polemica ma perchè se non ne siamo consapevoli, e quindi se non c’ è un comune senso del merito e del’onestà, è difficile che se ne venga fuori. @marco

  28. Macs

    Viaggio spesso in Germania per motivi di lavoro.
    Ogni volta che torno a casa mi sembra di essere in Tanzania.

  29. Penso che noi italiani siamo menefreghisti e tolleriamo tutto, ed è proprio quello il problema, non cambierà mai niente in questo paese perché sembra non interessare a nessuno…ci lamentiamo e basta, così non si raggiungono dei risultati.

  30. Andrea

    Questa sfilza di messaggi, ed il loro contenuto, sono l’esempio più lampante di perchè le cose non funzionano bene come potrebbero e dovrebbero da noi.
    Una lista infinita di lamentazioni inutili, tutti a dire come sono bravi e belli loro e brutti e cattivi noi, nessuna proposta, nessuna idea per cambiare, nessuna dichiarazione di impegno civile.
    Beh, io lavoro, pago le tasse, mi fermo con il rosso e non lascio la spazzatura per strada. Quindi potrei essere un ottimo tedesco.
    Eppure non lo sono, nemmeno lontanamente, e nemmeno vorrei esserlo. Sono Italiano, fiero di essere tale, ed invece di lamentarmi faccio quello che posso per essere un “buon cittadino”. E sapete una cosa? Non mi sento solo, perchè intorno a me vedo un sacco di gente positiva, lavoratrice, onesta. E se qualcuno butta una carta in terra o paga la colf in nero glielo dico, non vado a riempire di fiele un blog.

  31. Fabio

    Andrea :Questa sfilza di messaggi, ed il loro contenuto, sono l’esempio più lampante di perchè le cose non funzionano bene come potrebbero e dovrebbero da noi.Una lista infinita di lamentazioni inutili, tutti a dire come sono bravi e belli loro e brutti e cattivi noi, nessuna proposta, nessuna idea per cambiare, nessuna dichiarazione di impegno civile.Beh, io lavoro, pago le tasse, mi fermo con il rosso e non lascio la spazzatura per strada. Quindi potrei essere un ottimo tedesco.Eppure non lo sono, nemmeno lontanamente, e nemmeno vorrei esserlo. Sono Italiano, fiero di essere tale, ed invece di lamentarmi faccio quello che posso per essere un “buon cittadino”. E sapete una cosa? Non mi sento solo, perchè intorno a me vedo un sacco di gente positiva, lavoratrice, onesta. E se qualcuno butta una carta in terra o paga la colf in nero glielo dico, non vado a riempire di fiele un blog.

    Concordo. Anche io sono fiero di essere italiano: lavoro nella ricerca e non mi sento affatto lasciato solo da questo paese.
    Anche a me questa sembra la sagra del piagnisteo.

  32. elegantissimo

    Ho partecipato qualche settimana fà alla 1^ conferenza di servizi per il “programma territoriale di copianificazione provinciale” acronimo di “PTCP” della nuova provincia BAT(Puglia) ho avuto contezza di cos’è la burocrazia: 174(centosettantaquattro) delegati tra amm.ni, enti ed organismi vari, che sono tenuti per legge a dare il loro parere!!! Campa cavallo che l’erba cresca. Una riflessione, atteso che oramai le leggi nazionali. regionali, provinciali e locali nella parte introduttiva delle norme premettono”in attuazione della direttiva CE.., ecc, ecc”. Bè, se le norme vengono indicate e raccomandate da Bruxelles perchè mantenere i carozzoni nazionali, regionali, provinciali ma salvo solo quelli locali (rapporto cittadino-sindaco) più immediati.Quando la libertà è minacciata, ogni disubbidienza è legittima.

  33. Riccardo

    C’è una differenza sostanziale tra Germania e Italia: un operaio della Wolkswagen guadagna 2700€ netti al mese. Quest’anno siccome le cose sono andate bene per la fabbrica tedesca, gli operai hanno avuto un premio di produzione di 7500€ netti. Da noi, un operaio nello stesso settore, guadagna 1400€ e i premi di produzione che riceve sono ridicoli. A questo si aggiunga che la rapina mensile effettuata ai danni del popolo italiano, eufemisticamente chiamata tassazione, riduce parecchie famiglie allo stato di povertà. Le tasse non servono a fare ponti, strade, acquedotti e ospedali e a far funzionare le università, ma a mantenere una pletora di parassiti che vivono sulle spalle di chi produce. Questa è la principale differenza tra i tedeschi e gli italiani. Il resto sono dettagli.

  34. GianlucaC

    Cari Tutti, come mi riconosco in quasi tutto ciò che è stato scritto. Molti post avrei potuti scriverli io stesso con le stesse parole. Allora che fare? Oltre a pagare le tasse e rispettare la legge, ho iniziato a sforzarmi di dare l’esempio e di farmi notare mentre rendo la precedenza ai pedoni, anche quando non se la aspettano (ma ne hanno diritto), raccolgo un pezzo di plastica per terra e lo vado a riporre nell’apposito raccoglitore (maledicendo chi getta rifiuti a terra) ecc. Passerò per pazzo, ma credo che ognuno debba fare la propria parte. Inoltre ripongo la speranza che questa sia la volta buona che manderemo in Parlamento gente come noi che scriviamo qui.

  35. Lorenzo62

    Il tema affrontato, sia nell’articolo che nei vari interventi, suscita in me una miriade di riflessioni che se fossi capace di esprimerle tutte ne verrebbe fuori un libro. In effetti, a stesura ultimata, mi rendo conto di aver prodotto qualcosa di piuttosto pesante, da leggere; non ne avevo l’intenzione e me ne scuso, ma non ho potuto fare diversamente. Naturalmente si tratta solo della mia limitatissima visione delle cose, sicuramente perfettibile. Non voglio quindi dilungarmi sulle differenze tra l’Italia e i paesi civili, quasi tutte a favore di questi ultimi. Mi riferisco ai “paesi civili”, perché quanto riguarda la Germania, vale anche per Francia, Gran Bretagna, Australia, USA e per ciascuno di questi si potrebbero fare molti esempi. Piuttosto, preferisco soffermarmi su alcuni aspetti particolari.

    1) Differenza Germania-altri
    Ciò che ha consentito alla Germania di risollevarsi dopo la sconfitta dell’ultimo conflitto mondiale e di conquistare e mantenere un ruolo leader, al punto che faceva il bello e il cattivo tempo sui mercati d’Europa molto prima che si parlasse di moneta unica, non è solo l’indole disciplinata della popolazione, ma anche il fatto che la nazione fu divisa territorialmente, tra area capitalista (Germania Occidentale) e area comunista (Germania dell’Est). La lacerazione fisica del paese ha prodotto una consapevolezza nel vissuto diretto della popolazione sulla natura terribile del regime sovietico e sulle conseguenze nefaste dell’economia pianificata. Questo ha consentito alla parte occidentale di sviluppare una economia capitalista che era al tempo stesso libera dalla paura (del “demoniaco” denaro), ma anche senza pregiudizio ideologico di segno opposto (basti ricordare l'”economia sociale di mercato” degli anni ’70).

    3) Italiani: chi siamo?
    Io direi, piuttosto, chi eravamo e cosa stiamo diventando, perché ricordo benissimo di come eravamo, per esempio, negli anni’60: ricordo gente umile, pudica, composta, onesta; ricordo strade pulite, osservanza delle regole, comprese quelle, non scritte, del “buon vivere civile”. Insomma, come oggi descriverei uno dei paesi civili. Con ciò non voglio idealizzare, raffigurando un popolo di santi: ovviamente c’erano anche delinquenti di ogni genere, ma nei limiti in cui fisiologicamente sono presenti in ogni altro angolo del Mondo. Ma alla fine quello che contava erano ancora i valori umani e si aveva ancora la capacità di distinguere il bene dal male. Non c’era l’arroganza di oggi, con cui si pretende di porre il torto sullo stesso piano della ragione, elevando il vizio a virtù ed arrivando addirittura a rivendicare il “diritto” all’ignoranza.

    Cosa ci è successo? La situazione politica che ho descritto sopra, ha avuto anche, naturalmente, il suo risvolto umano. Una propaganda martellante per la “lotta di classe”, una denigrazione costante dei valori tradizionali, un modo fuorviante di condurre battaglie su questioni, pur legittime, di progresso sociale, ma non già attraverso un dialogo civile e costruttivo, bensì cercando lo scontro, per poi gloriarsi della “vittoria” sul NEMICO sconfitto, non potevano non produrre una progressiva disgregazione del tessuto sociale: deterioramento dei rapporti personali, diffidenza tra diverse categorie, rivalità tra differenti opinioni, conflittualità famigliare e tra generazioni (’68 e seguenti). Tutto questo, insieme alla paralisi politica che di fatto ha impedito qualunque innovazione, ha prodotto, infine, sfiducia, disfattismo, disaffezione al proprio lavoro, demotivazione e scetticismo verso la progettualità per il futuro.

  36. Lorenzo62

    4) Italia: che fare?
    Veniamo al sodo: giustamente, qualcuno ha osservato che mancano proposte concrete sul da farsi. Ok, ma per capire cosa fare e come farlo, bisogna prima sapere perché: ecco il motivo di tutto il mio sproloquio. Basandomi quindi sulla mia “ricostruzione storica” e nei limiti in cui essa risulti effettivamente valida, io credo che si possa far molto, con poche azioni fondamentali, che passo ad illustrare:

    #1

    COSA
    Sbloccare e rilanciare l’economia.

    COME
    Promuovendo soluzioni che vanno nella direzione proposta in “Fermare il declino”.

    PERCHÉ
    Può sembrare strano, ma l’Italia NON è un paese ad economia di mercato: il regime di fatto in vigore è quello del clientelismo, del baronaggio, della corruzione, del mansionismo e del protezionismo. Qui una vera economia di mercato è ancora tutta da fare, quindi anche se le proposte di “Fermare il declino” fossero (e secondo me non lo sono) ispirate al “liberismo” più estremista, sarebbe comunque quello che ci vuole: prima bisogna costruire una sana economia, poi si potrà discutere sulle sue varie scuole di pensiero.

    ——————————

    #2

    COSA
    Ripristinare la fiducia e promuovere la coesione sociale.

    COME
    Mi sembra indispensabile un duplice impegno: privato e pubblico. A livello privato, ciascuno dovrebbe responsabilizzarsi, impegnandosi a privilegiare, nei rapporti personali, oltre alla correttezza, la concordia anziché la litigiosità. A livello pubblico, sarebbe bello vedere in un futuro partito o movimento che sia, dei leaders carismatici che, promuovendo anche l’aspetto umano della loro presenza, riscattino la dignità del loro ruolo andando controcorrente rispetto alle cagnette abbaianti che quotidianamente ci deprimono coi loro chiassosi capricci. Leaders che sappiano parlare al cuore della gente, come riuscivano a fare, ad esempio, un J.F. Kennedy o un M.L. King. Non si tema che siano esempi inadatti: il cuore ce l’abbiamo tutti uguale.

    PERCHÉ
    Troppo spesso l’economia e la finanza sono state teatro di scandalo, ostaggi dell’affarismo di viscidi profittatori senza scrupoli. Nell’immaginario popolare si è ormai radicata un’identità: finanza e mercato = ladri e truffatori. E’ indispensabile ripristinare un clima di FONDATA fiducia da parte della popolazione. Ma fondata e meritata, non estorta con un’ingannevole apparenza, come è successo fino ad ora: dopo l’esperienza negativa dell’era “Berlusconi”, un’altra delusione del genere sarebbe catastrofica.

    ——————————

    #3

    COSA
    Creare un “Sogno Italiano”.

    COME
    Elaborando, attraverso opportuni studi e ricerche, un modello organico che rappresenti l’Italia come potrebbe essere, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista pratico. Deve essere, però, un modello realizzabile, non utopistico, ma che, proponendo una qualità della vita più soddisfacente e meno complicata, una organizzazione del territorio e degli insediamenti urbani più rispettosa dell’ambiente e al tempo stesso più comoda per le persone, un funzionamento più efficiente delle Istituzioni e delle strutture produttive, si renda appetibile, DESIDERABILE, ma anche POSSIBILE, per tutti gli italiani.

    PERCHÉ
    Non dimentichiamo che l’Italia, in passato, è stata una piccola “superpotenza mondiale”: il primo paese al mondo (e per un certo tempo anche l’unico) ad avere una scuola di volo; avevamo tutti i record aeronautici per velocità, quota, distanza; il primo aereo che i cittadini di New York hanno visto sfrecciare sulle loro teste, non era un “Wright”, ma un Caproni: aereo italiano, pilotato da un italiano; durante l’ultima guerra, gli americani si portarono via alcuni esemplari di un nostro locomotore elettrico da 4000 cavalli (era l’E-428: 120 tonnellate di ignoranza e forza bruta – congedato negli anni ’90, dopo 60 anni di onorato servizio) per capire come era fatto: loro non ci riuscivano (ci sono riusciti 20 anni dopo di noi). Avevamo anche l’università e l’ospedale più grandi d’Europa (Roma: “La Sapienza” e “Policlinico Umberto I”). Per non parlare delle nostre altre conquiste legate ai già noti nomi di Marconi, Fermi, e via dicendo. La disgrazia è che tutto questo è avvenuto durante il fascismo, motivo per il quale ha ricevuto (comprensibilmente) una connotazione negativa: siamo apparsi “pericolosi”. Ma adesso possiamo riscattarci, ora che le conquiste “imperiali” sono diventate idee ridicole e che la ricerca scientifica procede in un clima di cooperazione mondiale, possiamo ancora dare molto all’Umanità e sarebbe un peccato lasciare solo ai dittatori l’arguzia di saper suscitare e convogliare le risorse delle nazioni e la capacità di realizzare cose mirabili, che poi loro stessi avviliscono, però, con i loro ignobili piani, con i quali trasformano ogni sogno in un incubo.

    ——————————

    In conclusione: ribadisco che tutto questo è solo una mia opinione personale. Mi auguro solo di non aver annoiato inutilmente, ma di aver fornito materiale utile per sviluppare nuove idee. Il mio voleva essere solo un esempio.

  37. Lorenzo62

    Nel primo post ho saltato un pezzo: sorry.

    2) Differenza Italia-altri
    “L’Italia è una portaerei protesa sul Mediterraneo”: così la definiva Benito Mussolini. E aveva tragicamente ragione. Tragicamente, non solo perché il regime fascista è stato la più grande sciagura della nostra storia, ma anche perché la nostra penisola occupa geograficamente uno spazio ritenuto di grande importanza strategica, sia in ambito politico, che militare (insomma, un bel bocconcino), e questo l’ha resa oggetto di un certo interesse da parte delle grandi potenze, USA e URSS. Ma il nostro destino ha imboccato una via differente da quello dei tedeschi; per certi versi siamo stati più fortunati, ma non per tutto. Anche l’Italia, infatti, è stata divisa in due, ma a differenza della Germania, qui la spaccatura è stata culturale. Anche noi abbiamo avuto, senza accorgercene, due Italie: l’Italia occidentale, che faceva riferimento al mondo cattolico e liberale e che ha avuto la meglio in seno all’elettorato e quindi al governo, e poi l’Italia dell’Est, capitanata dal partito comunista più massificato di tutti i paesi occidentali (al punto che venivamo definiti “il più occidentale… dei paesi dell’Est”!) e che di contro ha preso il sopravvento nel settore artistico e culturale.

    La conseguenza fu che l’opinione pubblica risultò polarizzata e, anche a livello istituzionale, orientare le scelte non fu più una mera questione pratica, ma l’espressione del futuro destino dell’intero paese, perennemente in bilico tra capitalismo e comunismo, democrazia e dittatura. Ogni cosa veniva considerata “decisiva” e, data la posta in gioco, nessuna delle due parti era disposta a mollare l’osso. La contrapposizione era dura, ma non era possibile spezzare l’equilibrio senza rischiare di scatenare una crisi diplomatica tra USA e URSS (che su tale equilibrio basavano i rapporti reciproci), per cui si finiva sempre per adottare soluzioni di compromesso. L’alto livello di litigiosità inconcludente che contraddistingue a tutt’oggi la nostra dialettica politica, è, a mio modesto parere, un retaggio di questo passato, di cui i nostri politici hanno ancora nostalgia, avendo ormai trovato una sistemazione comoda nell’amministrare un paese praticamente progettato per NON funzionare.

Leave a Reply