5
Apr
2013

È morto Natale Molari. La cultura della libertà è più povera

Nella notte tra mercoledì e giovedì se n’è andato Natale Molari, instancabile protagonista della cultura liberale a Torino e caro amico di quanti animano l’Istituto Bruno Leoni. Da ragazzo aveva giocato a rugby e di quello sport aveva preservato quel sentimento tutto britannico del “fare squadra”, insieme a un certo gusto ruvido per la lotta. Ma già all’inizio degli anni Settanta aveva compreso – e purtroppo non è esperienza tanto comune – che la prima battaglia da condurre è quella delle idee, perché solo se certi principi si radicano nel cuore e nella mente è possibile sperare anche in un vita pubblica migliore.

Da quella consapevolezza è nato il Cidas (Centro Italiano Documentazione Azione Studi), che per oltre quarant’anni egli ha animato con grande entusiasmo e con una ben chiara comprensione degli obiettivi da perseguire. Non a caso, nelle proprie iniziative egli coinvolse alcune tra le migliori personalità del liberalismo e in particolare volle sempre al suo fianco Sergio Ricossa, che del Cidas continua ad essere il principale riferimento intellettuale.

Visceralmente anticomunista e certo ostile a tutto quanto fosse riconducibile alla sinistra, Natale seppe però evitare quelle trappole che spingono taluni ad abbracciare tutto quanto si trovi da un lato della barricata. Al contrario, il Cidas interpretò una chiara difesa della proprietà privata e del libero mercato, rigettando lo statalismo in ogni sua forma: dal fiscalismo oppressivo al giustizialismo. La sua “partigianeria” fu insomma tutta schierata contro quello Stato massimo – per riprendere il titolo di uno dei suoi migliori convegni – che ha progressivamente eroso le fondamenta della nostra società.

Quando debuttò con un convegno internazionale “in difesa della libertà”, nel gennaio del 1973, il Cidas portò nel capoluogo piemontese alcuni dei migliori nomi della cultura irregolare del tempo: da Eugène Ionesco a Thomas Molnar, da Giuseppe Berto a Gabriel Marcel (che sarebbe scomparso pochi mesi dopo). Non mancava neppure il pittore Sigfrido Bartolini, a testimonianza di un’altra passione di Natale e del gruppo del Cidas, a partire da Ricossa stesso: quella per l’arte.

Quell’avvio scatenò molte polemiche di carattere giornalistico, che in qualche modo marchieranno il Cidas in modo indelebile. Ma negli anni successivi l’intrapresa culturale di Natale non avrà la stessa veemenza e, soprattutto, finirà per privilegiare la riflessione e l’approfondimento. Se quella prima uscita era stata quasi un appello alla militanza culturale entro un mondo che stava smarrendo – sotto l’egemonia del marxismo – le ragioni stesse della civiltà, negli anni successivi gli amici del Cidas s’impegneranno soprattutto nella promozione di tesi e autori che un certo conformismo avrebbe, in troppi casi, lasciato ai margini del dibattito pubblico.

E così tra i molti grandi studiosi che Natale portò a Torino troviamo Jean-François Revel, Alain Besançon, James Buchanan, Pascal Salin, Ralph Harris, Gerard Radnitzky, Kenneth Minogue, Peter Bernholz, Anthony Flew, Ernst Nolte, Hans-Hermann Hoppe, Gérard Bramoullé, e poi gli italiani Vittorio Mathieu, Francesco Perfetti, Giuseppe Bedeschi, ma ovviamente un elenco completo sarebbe troppo lungo. In più, attorno a Natale si costituì un bel nucleo di accademici torinesi – oltre al già citato Ricossa, basti pensare a Enrico di Robilant e Vincenzo Caramelli – che diverranno sempre più co-artefici di questa iniziativa tanto legata all’estro di chi l’aveva inventata, ma al tempo stesso aperta a ogni genere di contributi.

Alla guida del Cidas, Natale organizzò convegni e predispose un gran numero di conferenze, di solito al centro congresso dell’Unione Industriali. E ogni volta si preoccupò di ottenere dai relatori il testo, per poter predisporne la pubblicazione. Sapeva bene che oltre all’insegnamento della serata, riservato ai presenti, la conferenza o il convegno potevano produrre frutti ben più duraturi se diventavano occasione per una riflessione maggiormente meditata, come solo un’attenta lettura può generare.

Uomo generoso e affettuoso, Natale sarà ricordato a lungo da quanti hanno avuto l’onore della sua amicizia e ora sono vicini al dolore della moglie Anna e di tutta la famiglia.

5 Responses

  1. Giorgio Andretta

    Egr. Carlo Lottieri,
    la invito a recapitare alla sig.ra Anna e famiglia la raccomandazione di spogliarsi del dolore che provano per la “perdita” del loro caro, perché così facendo frenano l’evoluzione dell’estinto nell’altra dimensione.
    Faccio mia la vulgata che recita: “passato a miglior vita” qualora pensasse che l’assunto fosse privo di fondamento può sempre lasciar perdere, ma mi offrirebbe il destro di considerarla un mero nicolaita.
    Tanto mi era d’obbligo.

  2. mario giordano

    Caro Natale, ho saputo leggendo qui della tua scomparsa. Sono senza parole. Grazie di tutto quello che mi hai insegnato, grazie di tutte le occasioni che mi hai regalato. Mario Giordano

  3. Nicola Fiorini

    Grazie Carlo per aver affettuosamente ricordato un uomo e un’istituzione che, specie negli anni ’70 e ’80, hanno svolto un lavoro prezioso.
    Tra le tante iniziative cui il CIDAS ha contribuito in modo decisivo desidero ricordare il Convegno della Mont Pelerin Society del 1986, a Saint Vincent.

  4. Giancarlo Tagini

    Caro Natale, abbiamo vissuto da ragazzi le gioie delle vittorie ed i dolori delle sconfitte correndo con un pallone ovale in mano sui campi da rugby ed ora, tu sei andato a giocare un’altra partita. Così io ho perso un altro amico, ma nel tuo caso direi: un fratello, e non importa se i casi della vita ci hanno portato a vivere in latitudini diverse e se non abbiamo avuto occasione di contatti materiali poichè l’amicizia che ci ha legato allora era della massima purezza, senza sotterfugi, senza scopi nascosti. Fu vera amicizia.
    Quando ci lascia un amico questi si porta via anche un poco di noi ma sappiamo che quel poco glielo abbiamo dato solo in custodia temporanea .
    Ciao Natale
    Giancarlo Tagini

  5. Angelo Castagno

    Apprendo qui la notizia della scomparsa di Natale Molari. Conosciuto ed apprezzato al Cidas. Un pensiero che si unisca al suo spirito e condoglianze alla famiglia.

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