7
Mag
2012

Dove vuole andare l’Euro?

Cade la Grecia, cade la Borsa di Atene e l’Europa non sta molto meglio. Le elezioni di ieri hanno mostrato l’estremizzazione del voto e delle sorprese arriveranno anche dall’Italia.

In poche ore la Borsa ellenica ha registrato una caduta del 10 per cento, causata dall’incertezza politica e dall’impossibilità dei partiti denominati “pro-euro” di formare una coalizione. La situazione è difficile da sgarbugliare, perché Nuova Democrazia, il partito di centro-destra (che tra le altre cose è stato al potere fino al 2009 ed ha affondato la Grecia) ha ottenuto meno del 19 per cento, con poco più di 100 deputati. L’altro grande sconfitto è Papandreou, leader storico del PASOK, il partito socialista greco, che ha ottenuto meno del 14 per cento, quasi 30 punti percentuali in meno rispetto alle ultime elezioni. Proprio Papandreou ha chiesto di fare a Samaras, leader di Nuova Democrazia, di creare una grande alleanza per salvare la Grecia.

Gli estremisti sono i veri vincitori di questa tornata elettorale. Poco importa se di destra o di sinistra, ma tutti questi schieramenti hanno trovato l’appoggio degli elettori contro l’intervento della Trojka FMI – Commissione Europea.
In primo luogo la sinistra estrema di Syriza, che è il secondo partito e che rischia di formare il Governo. Se infatti Samaras non riuscirà a trovare un appoggio entro tre giorni da un altro partito oltre al Pasok, il presidente della Repubblica darà il compito di formare il nuovo Governo all’estrema sinistra anti-europeista.
Anche i neo-nazisti di Alba Dorata hanno registrato un successo elettorale, anche loro con due cavalli di battaglia: l’anti-immigrazione e l’anti-trojka.

Le forze contro il salvataggio hanno la maggioranza, ma difficilmente potranno trovare un accordo. Non è chiaro quale sia il futuro della Grecia, ma le possibilità che il paese ellenico esca dall’Euro sono aumentate esponenzialmente dopo queste elezioni.

E il rischio che salti l’Euro è sempre più forte, perché se François Hollande, il nuovo presidente della Repubblica Francese dovesse attuare il suo piano economico, lo spread francese andrebbe alle stelle. Incrementare la spesa pubblica con ritocchi delle tasse ai ricchi non è sostenibile dal punto di vista di deficit, che vedrebbe mantenersi sui valori molto elevati.
La crisi economica infatti, sta rendendo sempre più difficile il risanamento delle finanze pubbliche, che prima o poi dovrà essere effettuato.
Per quanti anni credono i politici europei di poter sostenere deficit superiori al 5 o anche al 10 per cento?

Si capisce l’importanza della crescita, ma questa non deve avvenire tramite politiche di eccessiva spesa pubblica come è avvenuto nel triennio 2008-2010, ma tramite liberalizzazioni e politiche fiscali espansive. Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, con l’immissione di 1000 miliardi di euro, ha regalato tempo ai leader europei che tuttavia sembrano non avere ancora capito la gravità della situazione.

Il debito francese si avvicina al 100 per cento e Hollande promette più spesa pubblica. La Grecia ha ricevuto quasi 250 miliardi di euro di prestiti e ha visto tagliato il suo debito per più del 70 per cento (più di quanto fece l’Argentina) e ora vincono le elezioni i partiti che vogliono un fallimento incontrollato.

La Spagna registra una disoccupazione vicina al 25 per cento, mentre il Governo pensa di creare una bad bank con gli attivi tossici che peserà anche 10/15 punti percentuali del PIL (situazione sempre più simile a quella irlandese).

In Italia il risanamento dei conti pubblici avviene per l’80 per cento con aumento delle tasse, rendendo sempre più grave la crisi economica, con il PIL in discesa di 2 punti percentuali nel 2012.

Certo è che se questa è la politica economica comune europea, l’unica e ultima domanda da porsi è: dove vuole andare l’Euro?

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19 Responses

  1. P. Tisbo

    La domanda che bisognerebbe porsi è: cosa è successo all’Europa?
    La riposta putroppo è che i cittadini europei, a forza di sentirsi dire bugie, hanno cominciato, tra tante menzogne, a credere a quelle che piu sembrano rosee e a votare di conseguenza. Questo in Grecia come in Francia e prossimamente vedremo lo stesso in Italia.

  2. Paolo Bandini

    Purtroppo penso che non solo l’Euro ma anche l’utopia di un Europa unita stiano per crollare, questo non perché i fini per cui nacquero fossero sbagliati ma perché costruiti da politici miopi ed egoisti e burocrati incapaci. Sono al tramonto anche le società occidentali intese come quell’élite di popoli che avevano l’esclusiva del benessere diffusi, di accesso alle risorse e di influenza sui destini del mondo. Ora si prospetta per noi un nuovo medioevo sociale dopo la caduta del ns impero e si necessita di trovare nuove soluzioni socio economiche che traguardino la Eu ma anche i tradizionali schemi nazionali. Ritengo che il cuore economico dell’europa debba coalizzarsi in una nuova entità più snella che gli permetta di ripartire e di saper vincere le future sfide di affermazione sui mercati. La soluzione ideale sarebbe che i 2 land meridionali tedeschi, con l’Austria, le regioni francesi sud orientali e le regioni del nord italia si confederassero con la svizzera e ne adottassero moneta, modello politico, fiscale e sociale, pur mantenendo le proprie identità linguistiche e culturali. Questo permetterebbe di salvare la parte economicamente buona e sana del continente dal default occidentale prossimo venturo, liberando le energie produttive anche dai fardelli burocratici e clientelari dei centri di potere nazionali (Roma, Parigi e Berlino). Ripartire da una Confederazione Europea permetterebbe di innescare un circolo virtuoso centrifugo che permetterebbe dapprima di andare a demandare produzioni e servizi alle regioni europee confinanti con la confederazione e poi, portate queste a livelli di eccellenza economica e sociale simili a quelle di questa core Europe, di poter permettere a queste di farvi parte senza disequilibri, allargando ad altre regioni periferiche l’esternalizzazione di produzioni e servizi. Il giocattolo Europa è rotto: bisogna smontarlo per ripararlo e solo dopo rimontarlo.

  3. Marco Tizzi

    Attenzione che scende solo Atene.
    Che ai “”mercati”” piaccia il deficit? 😉

  4. Davide

    Intanto prendiamo atto che anche in Italia monta il voto di protesta e che il cdx è praticamente sparito.
    Giannino, è ora di sporcarsi le mani, perchè un vuoto così grosso da riempire, e con un così disperato bisogno di essere riempito di idee buone – invece che delle solite scemenze stataliste – è un’occasione unica.
    O la va o la spacca, caro Oscar, ma se non interviene qualcosa di nuovo (come lei) finiamo come l’Argentina prima ancora di accorgecene.

  5. Ecate

    “La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”

    Forse c’è da chiedersi come si stava in Italia prima dell’euro. Cosa si sono ripromessi di fare i politici con l’occasione della moneta unica e cosa non hanno fatto per finire come siamo adesso.

    Tutte occasioni perdute.

  6. L’euro continuera’ in una dimensione sempre piu vicina al dollaro, ovvero sempre piu moneta continentale inflattiva e legata ai mostri che lo hanno creato: gli stati-nazione

  7. Davide Gionco

    Secondo me il grosso problemma dell’euro sono gli sbilanciamenti commerciali fra i paesi europei.
    Ogni anno l’Italia e la Spagna hanno un debito estero in euro verso la Germania di oltre 60 miliardi di euro, 4,5% del PIL perduto ogni anno.

    Non è un meccanismo sostenibile!
    La Germania guadagna sulle esportazioni e noi perdiamo sulle importazioni.
    E se noi divenissimo esportatori verso la Germania, sarebbero loro ad impoverirsi.

    Ai bei tempi della lira (trattenete la risata…) esisteva lo stesso fenomeno Nord-Sud.
    Il Nord esportava verso il Sud e le lire fluivano da Sud a Nord.
    Ma c’era un meccanismo fiscale che redistribuiva le lire, dando la possibilità agli abitanti del Sud di avere ancora denaro per acquistare i prodotti del Nord.
    Non stiam a discutere se fosse giusto e meno, ma in questo modo tutti mangiavano.

    In Europa, purtroppo, questi meccanismi non esistono.
    Gli euro viaggiano dall’Italia alla Germania e non ritornano più indietro in quanto non esistono meccanismi di redistribuzione fiscale in Europa.
    Per cui il Sud Europa diventa sempre più povero.
    Presto morirà la nostra economia, a causa di questo meccanismo. Dopo un paio d’anni morirà anche la Germania, perché non avrà più nessuno che acquista i suoi prodotti.

  8. Bartolo da Sassoferrato

    @Davide Gionco
    Esatto…è brutto da dirsi ma paradossalmente il sud assistito ha permesso di continuare a vendergli prodotti che il nord produceva….praticamente una famiglia del nord con le tasse si faceva carico di una famiglia del sud (più o meno).Per questo non capisco il continuo discutere se serva più o meno stato…per me è ininfluente in un sistema dove in Italia al sud le mafie la fanno da padrone e, proietato in Europa,il mediterraneo brucia di corruzione….l’europa è la fotocopia ridotta in 10 anni dell’unità d’Italia.

  9. Salvatore lauro

    Dopo la sbornia delle amministrative un po’ di relax leggendo l’articolo di Andrea

  10. Marco P.

    “Non c’è modo per evitare il collasso finale di un boom iniziato dall’espansione creditizia. L’alternativa è solo se la crisi debba arrivare presto, come risultato del volontario abbandono di ulteriore espansione creditizia, o tardi, come catastrofe totale e finale del sistema di valuta coinvolto.” Ludwig von Mies, Human Action, 1949.

    E non scordate la petizione per Giannino! http://www.petizionionline.it/petizione/vogliamo-l-oscar-in-parlamento/6872

  11. Ma l’Europa del dopoguerra vi faceva cosi schifo ?
    Ogni nazione la sua moneta, la sua lingua, la sua identità, in un contesto di pace e di buoni rapporti fra vicini.
    Le industrie erano in italia, perchè non potevano delocalizzare in Romania e in Cina: la gente aveva il lavoro ! L’economia girava.
    Poi tutto questo è svanito, perchè la globalizzazione, l’Europa Unita…..
    Una classe politica europea di incapaci ha distrutto in dieci anni il più bel cinquantennio della storia europea: pace, lavoro, crescita, benessere.
    io spero vivamente che l’Euro salti per aria, e si ritorni a quello che c’era prima.
    Oppure che l’Europa cambi: che diventi un sistema chiuso, rifiuti qualunque importazione da paesi esteri, se non in piccoli contingenti programmati. Totale chiusura agli immigarti, se non in mancanza effettiva di forza lavoro.
    Il vostro liberismo è interessante, moralmente auspicabile, ma drammaticamente utopico: quel poco che hanno fatto è bastato a rovinarci.

  12. pinco1

    per quale motivo avete cancellato il mio commento ?
    Non conteneva nulla di censurabile o sleale. Era solo una mia opinione espressa in maniera del tutto rispettosa.
    Perchè ?

  13. Deck

    Per quel che mi riguarda spero che l’Euro vada a schiantarsi contro un muro. E’ tanto bello il sogno di una moneta forte insieme ad una forte competitività ma, per favore cerchiamo di emanciparci dall’utopia per favore: non siamo Tedeschi. Abbiamo la burocrazia, la corruzione, statali fannulloni, la questione meridionale, l’assistenzialismo, un parlamento di 1000 persone, Mario Monti massone che vive sulla luna, l’evasione, uno stato grasso e ingordo, amministratori comunali mangia-territorio incompetenti, tasse che divorano il 50% dei redditi, lobbies, amici di amici, amici di amici di amici. Credo proprio che i problemi italiani non siano risolvibili nei prossimi 60-70 anni, credo sia molto più probabile che, allo stato attuale il mio paese scivoli ancora di più nella disperazione. L’unica soluzione che vedo è perciò quella di uscire dall’euro in modo che finalmente si riesca a crescere. Un leghista direbbe, a ragione, o Euro con secessione o Lira senza. In tal senso vedo come molto più probabile la second ipotesi.
    Antonio

  14. Andrea Giuricin

    Gentile Pinco,
    non mi permetterei mai di cancellare un post.
    Forse il sistema ci mette un po’ ad inserirlo, ma mi sembra che ci sia il suo commento.

  15. Dario Durando

    @Davide Gionco.
    A me sembra che quella da lei esposta sia l’unica spiegazione plausibile in termini economici del dramma che stiamo vivendo, e in effetti sono parecchi gli economisti che la pensano cosi’. Ma qual e’ la via d’uscita? La spaccatura dell’Eurozona in “area dell’Euro A” e “area dell’Euro B” (ipotesi per nulla fantascientifica)? Sarebbe interessante leggere qualche commento tecnico al riguardo.

  16. Baldassarre Oliva

    Adesso la nuova moda Italiana e di andare tutti contro l’Europa e L’Euro. Mai una volta si e cercato di capire i veri motivi per cui l’Italia si trova nella merda come nel 92 quando la moneta unica non c’era. Che bella la politica quando si trovano sempre i caproni che credono alle Cazzate, e in Italia c’è ne sono milioni di milioni 🙂

  17. Claudio Di Croce

    I problemi italiani sono colpa nostra non degli altri e meno che mai della Germania . L’ attitudine a scaricare le nostre responsabilità sui terzi , è uno dei peggiori vizi nazionali. Abbiamo vissuto per trentanni al di sopra delle nostre possibilità e il mostruoso debito pubblico è lì a testimoniarlo . Prodi, Ciampi ci hanno portato nell’euro truccando i conti e dicendo a tutti che con l’euro avremmo suoerato i nostri problemi , altro che svalutazioni !! E la classe politica lo ha ritenuto un mezzo per continuare a spendere proseguendo a comprare così il consenso elettorale .
    La stragrande maggioranza degli italiani , sopratutto i “professori” e gli “esperti” , erano d’accordo, ben contenti di farsi comprare .
    D’altra parte la stragrande maggioranza degli italiani aveva aderito al fascismo e più di un terzo al comunismo. L’euro è nato per volontà della Francia che aveva paura della riunificazione tedesca e gli altri paesi europei hanno accettato volentieri ; l’unica che non voleva l’euro era la Germania, ha dovuto subirlo e adesso viene considerata la responsabile dei problemi che ne sono derivati.
    Pazzesco !!!!!.

  18. oscar

    finalmente qualcuno che non vaneggia contro la politica economica tedesca! purtroppo si sa che in tempo di crisi le masse sono pronte a correre dietro a profittatori che dicono baggianate alla televisione. quando si verifica un evento catastrofico la maggior parte delle persone corre in preda al panico dalla parte sbagliata, l’assurdo di vedere i paesi più indebitati pestare i piedi per indebitarsi di più è pari al vedere i greci sputare sull’euro.
    la crescita, la crescita…. ora si vuole la crescita ma dove erano queste persone fino a ieri quando le loro industrie perdevano efficienza? si da colpa ai tedeschi se la germania ha un surplus commerciale, chiaro è colpa loro se le loro industrie lavorano bene e vendono sul libero mercato. non è colpa della politica italiana, spagnola, greca, portoghese che non è stata in grado di modernizzare il sistema economico.
    e si da la colpa ai tedeschi se vogliono abbassare l’inflazione, salvo poi arrabbiarsi quando la benzina arriva a 2€.
    le elezioni francesi, per assurdo, potrebbero portare ossigeno alla dirigenza europea. ricordiamoci che la francia è per tradizione un paese ad alta tassazione e alta spesa, aspettiamo cosa succederà nei prossimi mesi senza trarre conclusioni dalla campagna elettorale.
    inoltre non si può negare che, almeno apparentemente, il nuovo presidente sembra un bel passo avanti dal pdv istituzionale. se pensiamo a i vari kohl, schmidt, mitterand… bè non si può dire che fossero esattamente allineati.

  19. Davide Gionco

    @oscar
    Caro Giannino, se per un qualche miracolo l’Italia diventasse più efficiente della Germania, saremmmo noi a stare meno peggio e la Germania a vedere 2 imprenditori suicidi al giorno.

    Se qualcuno ha un attivo commerciale estero, altri avranno un deficit.
    Se chi ha il deficit può svalutare la moneta, potrà difendersi.
    Il suo paese resterà inefficiente (perchè la ricchezza che conta è quella realmente prodotta, non la cartamoneta che viene stampata), ma non sarà messo alla fame.
    Invece oggi le regole europee e l’euro non fanno che aumentare in modo esponenziale gli effetti nefasti dell’inefficienza relativa fra i vari stati dell’area euro.
    Il tutto è congegnato per aumentare la ricchezza finanziaria di alcuni (pezzi di carta colorati con cui possono comperare tutto) in cambio della diminuzione della ricchhezza reale di molti.
    Che senso ha che la Germania metta alla fame i suoi clienti esteri?
    Entro 6 mesi l’Italia sarà al tracollo come la Grecia. La Germania ci arriverà dopo 1-2 anni.

    C’è tutta una architettura finanziaria sbagliata dietro a questi meccanismi.

    Da che mondo è mondo, la ricchezza è data dai beni e servizi che produciamo,
    Che senso ha aumentare le tasse, avere dei deficit commerciali in nome dell’euro, avere un debito pubblico che originato per oltre l’80% dai soli interessi sui titoli di stato se questo fa fallire le nostre aziende?

    Abbiamo moltissimo lavoro da fare, abbiamo i lavoratori disoccupati e le imprese senza commesse.
    Quello che manca è solo il mezzo per i pagamenti, che non è disponibile perchè è stato monopolizzato dal sistema finanziario internazionale, il quale ha deciso che per questi anni guadagnerà sulla scarsità di denaro in circolazione, esattamente come alcuni fa guadagnava speculando sui cereali, facendo morire di fame milioni di persone nel mondo.

    Giannino, non ha senso limitarsi a chiedere il taglio delle spese pubbliche improduttive.
    Sarebbe come versare un bicchier d’acqua su una casa in preda ad un incendio.

    Urge una riforma radicale del sistema finanziario, economico e politico.
    Non esistono soluzioni all’acqua di rose.

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