10
Apr
2012

Tagliare la spesa per tagliare le tasse

In un’intervista pubblicata oggi sulla Stampa e già commentata in questo blog da Giannino, il ministro Giarda ha distinto, ai fini della revisione della spesa pubblica, l’obiettivo di rendere efficiente l’apparato pubblico da quello di ridurne i compiti e le funzioni, per assegnarli al mercato. Esplicitando e motivando l’intenzione del governo a mantenersi fermo, almeno per ora, sul primo scopo, ha conseguentemente dichiarato che la riduzione della spesa non potrà accompagnarsi a una riduzione delle tasse, almeno finché non siano individuabili servizi che possono essere destinati al privato senza conseguenze “negative”. Accogliendo quindi l’invito che il ministro ha rivolto a chi invoca tagli immediati a dire “quali servizi pubblici vorrebbero smontare e trasferire al mercato”, vengono in mente, tra gli altri, i servizi pubblici locali, una delle voci di maggior spesa degli enti locali.

L’attuale governo è già intervenuto a correggere gli obiettivi “politici” del referendum sui servizi pubblici locali, ribadendo che la regola per l’assegnazione di tali servizi è la gara ad evidenza pubblica e che la gestione in house, oltre a ricadere nei calcoli per il rispetto del patto di stabilità, nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti va sottoposta a parere dell’Antitrust.

Gli enti locali sono ora impegnati in un’operazione di ricognizione dell’assetto dei SPL, con possibilità di intervento sostitutivo dello Stato, che li metta in linea con l’obiettivo del governo di rendere efficiente, in primo luogo aprendola alla concorrenza, la gestione di tali servizi, salvo che gli enti medesimi, a seguito di un procedimento di istruttoria, non dimostrino l’impossibilità di rispondere ai bisogni della comunità tramite il ricorso al mercato.

Queste previsioni, che rappresentano indubbiamente una risposta chiara negli obiettivi all’esito referendario, sono tuttavia insoddisfacenti, come Lucia Quaglino ha spiegato in questo blog, a contribuire a quella significativa riduzione della spesa pubblica che potrebbe portare a una riduzione della pressione fiscale, alterando il confine attuale tra servizi pubblici e privati, e non semplicemente cercando di razionalizzare e ottimizzare il servizio pubblico, come questo governo pare si stia limitando a fare, secondo le dichiarazioni di Giarda. Occorrerebbe piuttosto un intervento più energico a favore delle procedure ad evidenza pubblica di affidamento dei SPL, a partire da una semplice correzione legislativa che renda vincolante, e non meramente obbligatorio, il parere dell’Antitrust sul conferimento in house del servizio.

 

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12 Responses

  1. Alessandro

    la strada maestra per rientrare dal debito senza prima aver ucciso il malato porta prima ad una rivisitazione della spesa tagliando le migliaia e migliaia di inutili spese, poi occorre immediatamente vendere il patrimonio pubblico improduttivo (ho detto vendere non svendere) passando, nel frattempo, per la progettazione di una politica industriale veramente attraente agli investitori.

  2. Stefano

    Il problema dell’Italia non è quello principale, il problema principale è quella teutonica volontà di rimettere a posto i conti nel momento peggiore della crisi, il problema è europeo e là deve essere risolto.
    Mesi e mesi di dimostrazioni non scalfiscono la cocciutaggine di Merkel & Co: bond europei per finanziare lo sviluppo dell’area Euro.
    Dopo aver affrontato il core della crisi ogni singolo Stato dovrà operare per eliminare i problemi interni, ma è del tutto inutile deprimere l’economia italiana se l’Europa si limita a fornire alle banche credito a basso costo pretendendo che ogni Stato azzeri il suo deficit e tenti di ridurre il suo debito con un ritmo sensato solo in un momento di espansione.

  3. andrea dolci

    @Stefano: cerchiamo di essere realisti. Per la nostra classe politica e per buona parte della opinione pubblica quando l’economia va male non si possono fare tagli perché recessivi e quando le cose vanno bene bisogna allargare la spesa pubblica per creare lavoro. Cosí il debito aumenta sempre e con lui la pressione fiscale. Gli unici che stanno bene sono i politici che cosí aumentano il proprio perimetro di intermediazione economica che in soldoni vuol dire tangenti e clientele.

  4. Davide Gionco

    Ce la raccontano sbagliata.

    Va bene tagliare gli sprechi, ma non va bene tagliare le spese utili dello Stato.

    In realtà è impossibile pagare il debito pubblico.
    Non per motivi pratici, ma per motivi logici, in quanto il debito pubblico è il meccanismo che consente di creare nuovo denaro per accompagnare lo sviluppo dell’economia:

    http://felicitaannozero.altervista.org/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=41&Itemid=68

    Il vero problema non è il valore numerico del debito, ma come il denaro che è stato emesso viene utilizzato per valorizzare l’economia reale.
    Fino a che viene usato per uccidere le imprese e tagliare i servizi utili, l’economia reale procederà verso la distruzione.

  5. giuseppe

    I tagli alla spesa pubblica improduttiva sarebbero recessivi, mentre l’aumento di imposizione, specialmente sull’auto e sulla casa no.
    Bene. Ne prendo attto.

  6. Il Ministro Giarda vuole qualche suggerimento per sapere quali servizi dovrebbero essere trasferiti al mercato. In attesa che la pubblica amministrazione diventi piu’ efficiente !!!!! proviamo a dargli qualche suggerimento. Servizi che potrebbero essere trasferiti al mercato:
    Rai, costa 1.200 milioni (www.impresaefficace.it/archives/896) al contribuente
    Finmeccanica
    Fincantieri
    Enel
    Eni
    Ferrovie
    Fintecna
    Italia lavoro Spa
    Cinecitta’
    Poste Italiane
    Sogei
    ST Microelectonics (partecipazione al 13%)
    solo per citare le piu’ conosciute; se prendiamo l’elenco delle amministrazioni pubbliche c’è da divertirsi, prendo a caso:
    Anas
    ente nazionali Risi
    Agenzia nazionale per i giovani
    Agenzia per lo sviluppo del settore ittico
    Agenzia per lo svolgimento dei giochi invernali di Torino 2006 (non li hanno gia fatti?)
    Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della poverta’
    Istituto incremento ippico per la Sicilia
    Opera nazionale per l’assistenza agli orfani dei sanitari italiani
    Studiare Sviluppo S.r.l.
    Società per lo sviluppo del Mercato dei fondi pensione S.p.A
    l’elenco completo lo trovate qua http://www.istat.it/it/archivio/6729
    oltre a queste ci sono cira 6.000 aziende partecipate da enti locali
    qualche idea per migliorare l’efficienza potrebbe essere:
    abolizione delle provincie
    sostituzione del finanziamento ai partiti con il 5 per mille
    accorpamento di polizia, carabinieri, guardia di finanza
    trasferimento delle funzioni della protezione civile all’esercito
    eliminazione delle missioni internazionali
    Vista la poca fantasia del Ministro Giarda, invito tutti quanti a dare qualche suggerimento per diminuire la spesa pubblica.
    Naturalmente senza incidere sulla qualità dei servizi forniti…

  7. dami

    un solo suggerimento: quando Monti e i suoi decidono di sopprimere gli enti, dovrebbero evitare che questi coninuino ad operare sperperando i soldi pubblici e in barba alla tutela della concorrenza dei mercati.
    mi riferisco all’INPDAP che continua ad aggiudicare gare d’appalto per milioni di euro, sebbene soppresso come ente, per servizi ritenuti inutili dall’INPS che l’ha assorbita. e, tra l’altro, aggiudicando cinque gare su cinque, ed aggiudicherà le prossime due entro aprile, alla stessa ditta che furbescamente partecipa sempre come mandante di un raggruppamento, e assegnando (la commissione di gara è sempre la stessa composta da soli dirigenti dell’InPDAP soppressa) un punteggio tecnico tale da non essere colmabile dal punteggio economico.
    E poi dicono che noi dovremmo pagare questi servizi e gli stipendi a questi funzionari quantomeno spregiudicati.
    Invito tutti a riflettere

  8. Piero

    copio&incollo commento x altro post che va ok pure qui

    ……………………………………………….

    12 aprile 2012 a 18:27 | #13 Rispondi | Cita ciao Oscar&Carlo Padron di Casa :

    SE Prodi&Ciampi di Centro Sinistra NON tagliano

    SE Silvio di Mediaset NON taglia

    SE Monti/Giarda della Bce NON taglia (almeno x quest’anno)

    DI CHI E’ LA COLPA ?
    E’ SOLO DEI GOVERNI ?

    OPPURE IL 70% DELLA POPOLAZIONE NON VUOLE ?
    (politici, sindacati, stipendi pa, pensionati… ma anche … privati che prendono appalti, privati che forniscono quei privati che prendono appalti.. ed imprese private sussidiate a pioggia.. e dipendenti privati delle suddette imprese… ecc….)

    PER ME LA RISPOSTA E’ LAPALISSIANA !!!

    E PER VOI DELLA SCUOLA CHICAGHIANA

  9. Massimo

    Questa politica del rigore teutonico ci sta affossando… ma nessuno se ne rende conto? -10% i consumi di carburante a Marzo… ma siamo matti??? O troviamo al piu’ presto risorse per far ripartire la crescita (abbassare le tasse e dare fiato alle imprese) o sara’ solo una lenta agonia verso una recessione di lunga (e dolorosa) durata

  10. Davide Gionco

    @umberto fossali
    Io ho una proposta molto alternativa per ridurre le spese dello Stato.

    Lo Stato inizia ad emettere dei crediti fiscali e li usa per pagare i propri fornitori ed eventualmente anche gli stipendi dei propri dipendenti.
    verrà stabilità quale quota di pagamenti fare in euro e quale quota fare in crediti fiscali, secondo convenienza.
    Lo Stato istituisce un conto corrente fiscale per ogni contribuente e concede la possibilità di cedere a terzi tali crediti, i quali potranno essere utilizzati in ultima istanza per il pagamento delle proprie imposte al posto degli euro.

    In questo modo lo Stato può finanziare molte opere pubbliche senza indbitarsi.
    In pratica i crediti fiscali diventerebbero una moneta-di-fatto parallela all’euro che consentirebbe di aumentare la liquidità in circolazione rimettendo in moto l’economia, ma senza aumentare il debito pubblico.

    Perché no?

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