2
Dic
2009

Sarkozy contro la City, lo Stato dà alla testa

Nessuna eco in Italia per le incredibili parole pronunciate ieri dal capo dello Stato francese. A Londra, è insorto il governo, i banchieri, l’opinione pubblica. Ma non è affatto la rivincita di Waterloo. Riguarda tutti noi. Sarkozy pensa che la crisi significhi la vittoria dello Stato. Se l’Europa lo segue, si preparano tempi di ferro.

Che cosa ha detto il Capo dello Stato francese? “Non so se capite che cosa voglia dire per me vedere un francese per la prima volta in 50 anni come commissario europeo al mercato interno, responsabile anche dei servizi finanziari e della City londinese. Voglio che il mondo assista alla vittoria del modello europeo, che non ha niente a che fare con gli eccessi del capitalismo finanziario”. Qui la dura replica dei banchieri britannici, qui quella del Cancelliere dello Scacchiere, Alastair Darling.

Ma il problema non è quello di uno sciocco e antistorico revanscismo antibritannico. Se le banche britanniche insieme a quelle americane avevano la palma e la primazia della securitization a palate su cui si sono realizzati utili stellari credendo di cancellare i rischi con un tratto di penna e senza capitale di garanzia adeguato, anche Francia, BeNeLux e Germania hanno dovuto salvare le proprie, Deutsche Bank resta a tutt’oggi quella a più alta leva, tra le Landesbanken pubbliche germaniche abbondano ancor oggi vergogne che gridano vendetta, e tutte le grandi banche europee fanno utili da trading e carta carta carta, esattamente come prima della crisi e come quelle americane. Qual è mai, la superiorità del modello francese ed europeo? Quella della vergognosa vicenda Areva che si consuma in queste ore? Con lo Stato azionista dell’impresa leader nelle tecnologie nucleari che nega l’aumento di capitale necessario a rafforzarlo – ora che è sotto i colpi delle sue mancate promesse in Finlanda – e per questo lo obbliga per far cassa a cedere la divisione trasmissioni elettriche e  riduttori a due imprese private francesi, a trattativa privata ed escludendo quelle di tutto il mondo per non mettersi stranieri in casa? È la superiorità di chi non ha dato solo incentivi pubblici all’acquisto di auto come in mezzo contiene, ma ci ha aggiunto graziosamente anche 4 miliardi di euro pubblici ai due maggiori gruppi privati francesi? È la superiorità che ancora una volta ha visto i funzionari pubblici e non le imprese, decidere a tavolino a quali settori produttivi destinare i 15 miliardi di euro della Grand Emprunt?

Ci aspettano tempi duri. L’ubriacatura statalista francese è purtroppo più efficiente di quella media europea. Ma entrambe sono pazze, se credono di guadagnare insegnando ai cinesi a diffidare di mercato e finanza, preferendo Stato e partito. Che lo dica Sarkò mettendosi sotto i piedi autonomia e credibilità del neocommissario Michel Barnier, che per trattato NON rappresenta la Francia, oppure un ministro dell’Economia italiano alla scuola del PCC cinese a Pechino, la differenza non cambia: il nostro compito, utile a noi e alle generazioni a venire, è dimostrare tenacemente che sbagliano.

You may also like

Punto e a capo n. 50
Aiuti di stato Alitalia, meglio tardi che mai?
Un nuovo ruolo per la CdP? Modelli di mercato o “catoblepismo” di ritorno – di Stefano Simonelli
L’acqua in bottiglia fa male?

6 Responses

  1. luigi zoppoli

    Purtroppo accade che neppure i contribuenti si incazzano abbastanza da dire basta.
    Intanto possiamo dormire su sete guanciali. Nella trattativa per Termini Imerese ne vedremo delle belle per non essere da meno della Francia di Sarkozy.

  2. Luigi

    io continuo a ripetere da anni che Francia e Germania devono togliersi dalla testa l’idea di essere il motore esclusivo della EU e quindi di potersi comportare a loro piacimento altrimenti finiranno per creare in tutta Europa tensioni e risentimenti che rischiano di minimizzare quelli storici tra le due nazioni. Non aggiungo nulla all’analisi di Giannino,lucida come sempre, mi limito a sottolineare che innanzitutto ad uscirne a pezzi e’ la credibilita’ del commissario transalpino che da adesso in poi verra’ sospettato di fare gli interessi del proprio paese a prescindere, e oltretutto rendera’ piu’ difficile in futuro ai francesi piazzare propri uomini in posti di alto prestigio e responsabilita’ (si e’ molto parlato negli ultimi tempi di una forte candidatura della ministra dell’economia Lagardere a capo dell’antitrust, e spero sinceramente che la sparata di Sarkozy abbia definitivamente affossato questa possibilita’).

  3. bill

    In questi giorni, a causa delle polemiche politico-partitiche originate dalle prese di posizione di Fini, si fa un gran parlare della cosiddetta “Nuova Destra”.
    Ora, se ben ricordo, Fini ha scritto le note di introduzione alla versione italiana del libro (e chi non scrive un libro al giorno d’oggi?) di Sarkozy.
    E sempre in questi giorni, diversi commentatori sostengono che Fini cerca di modernizzare la destra, rendendola più europea.
    Ecco, il timore è che questa europeizzazione della destra, e mica solo di quella finiana, sia in realtà un bel passo indietro: tanto ci aveva messo per cercare di avere una visione dell’economia un pò più liberale e meno statalista, e in quattro e quattr’otto sta tornando ai predicozzi sul primato della politica, all’assunzione di politiche stataliste e alla demonizzazione, che novità, del mercato e del capitalismo.
    Una bella delusione, non c’è che dire. E fa un certo effetto vedere la destra che scimmiotta la sinistra, e viceversa. Con una certezza: i governi di sinistra fanno i governi di sinistra (tasse, burocrazia, spesa pubblica a gogo etc etc), e i governi di destra non fanno i governi di destra (taglio delle tasse, taglio della spesa pubblica, snellimento burocratico, privatizzazioni etc etc).
    Un bel guaio…

  4. Scarthorse

    Considerati i danni fatti dagli iperliberisti signori della finanza mondiale (compresi quelli che si sono indignati alle parole di Monsiuer le President) direi che non solo gli statalisti francesi ma anche i cannibali della Nuova Guinea sarebbero più onesti, corretti ed affidabili.
    P.S. : non so è più dannoso per il portafoglio del comune cittadino uno statalista o un iperliberista finanziario di scuola anglosassone o fac-simile che prima si gonfia le sue privatissime tasche con giochetti vari e poi si fa ripianare le perdite con tonnellate di soldi (e posti di lavoro) altrui.

  5. LucaF.

    Le sue argomentazioni Scarthorse sono prive di senso in quanto gramscianamente, lei, non è in grado di concepire la differenza che intercorre tra libero capitalismo di mercato e capitalismo di Stato (corporativismo).
    E’ ovvio che i capitalisti di Stato delle banche e della finanza salvati dal suo Dio-Stato in termini keynesiani sono quelli stessi che stanno pompando e propagando la crisi economica anche nel Dubai e che stanno permettendo al marciume presente nella City (non alla City stessa) di continuare a creare tossicità nel mercato e debito pubblico nei bilanci pubblici nazionali.
    Dato che lo Stato in Francia come in Uk ha salvato le banche e le finanze permettendo il mantenimento alle spalle dei contribuenti di quei personaggi da lei tanto bistrattati.
    Forse prima di parlare provi a riflettere su chi finanzia le campagne elettorali dei politicanti oggi al potere in Europa, scoprirà un nuovo mondo, dove i liberisti contano all’opposto di come lei presuppone.

    In campo economico le due destre italiane contano poco sono ambedue stataliste e sociali sul piano interno come sul piano europeo (dato che Berlusconi sta seguendo il socialismo di Brown, Sarkozy e Zapatero).
    Forse è meglio attendere la terza…

Leave a Reply