21
Nov
2012

Ricongiunzioni onerose, troppo “facile” tagliare così la spesa!

I giornali sono tornati, la scorsa settimana, a dedicare la giusta attenzione al tema delle ricongiunzioni onerose. Si tratta dell’articolo 12 del decreto 78, la manovra estiva di Tremonti (poi diventata legge 122), che dal luglio 2010 ha reso onerosa la possibilità, per chi abbia posizioni assicurative in gestioni previdenziali diverse, di riunire tutti i periodi contributivi presso un’unica gestione per ottenere una sola pensione.

I numeri della vicenda si trovano negli articoli segnalati. Numeri che corrispondono ad altrettante persone che si trovano nella situazione critica di chi si vede cambiare all’improvviso una promessa pensionistica e dissestare le scelte connesse di vita, lavoro e risparmio. La scelta che si pone loro è quella tra pagare cifre enormi (che raggiungono centinaia di migliaia di euro) per ottenere la pensione attesa, oppure “totalizzare” i contributi. La totalizzazione consente di non perdere nessuno dei contributi versati, ma avere una pensione calcolata attraverso il metodo contributivo anche per chi aveva diritto al più generoso metodo retributivo (anche solo pro-quota); questo passaggio può comportare, oltre al posticipo del pensionamento per alcuni, a pensioni decurtate fino al 30-40%.

Sul passaggio da metodo retributivo a contributivo per il calcolo delle pensioni si sono fondate le riforme pensionistiche dal 1992 ad oggi. Questa transizione è stata introdotta per affrontare i problemi delle pensioni italiane, in particolare l’insostenibile peso della Previdenza sul bilancio pubblico, ridurre le distorsioni nelle scelte individuali di risparmio e lavoro e ottenere una maggiore equità, inter- e intra- generazionale. Questi risultati sono stati inseguiti decidendo di definire l’ammontare delle pensioni non più sulla media delle retribuzioni negli ultimi anni di carriera, bensì su quanto si è versato in contributi dal giorno in cui si è iniziato a lavorare fino a quello in cui si è andati in pensione.

Se è vero che la possibilità per i ricongiungendi di “totalizzare” i contributi aderirebbe al nuovo (presumibilmente “migliore”) criterio contributivo, è però anche vero che rendere improvvisamente onerose le ricongiunzioni genera una forte iniquità tra persone. E questa forte differenza nell’importo delle pensioni dipende esclusivamente dalla scelta di un lavoratore di cambiare lavoro (spesso da pubblico a privato e viceversa); talvolta, peggio, non dipende neppure da una scelta del lavoratore ma da quella del datore di lavoro che abbia cambiato gestione previdenziale. Oltre a creare questa iniquità intra-generazionale,  viene negato un principio che aveva in passato ispirato la transizione da retributivo a contributivo, ovvero il gradualismo. Implementare una riforma pensionistica in maniera graduale è una condizione essenziale per assicurarsi che tutti abbiano il tempo per adeguare le proprie scelte (vita, lavoro e risparmio soprattutto). Nella cornice introdotta dalla legge 122/2010, al contrario, non c’è propriamente una transizione, ma c’è un cambio di regole improvviso.

Dalla lettura dei giornali sembrerebbe che questa iniquità non verrà risolta, fondamentalmente per un motivo di “cassa”.  “Libero” riporta che, secondo la Ragioneria (PDF), per ripristinare le ricongiunzioni gratuite lo Stato dovrebbe trovare 2,5 miliardi tra il 2013 e il 2022.

Il punto è che per ottenere dei risparmi per le casse dello Stato sarebbe stato più giusto operare altrimenti, senza ledere i principi che stavano alla base della riforma previdenziale – colpendo cioè gli sprechi nella spesa pubblica non previdenziale. Questo discorso dovrebbe essere fatto più spesso, tenendo in considerazione di come, in passato e a causa del sistema a ripartizione, i contributi previdenziali siano spesso finiti nel calderone della spesa pubblica generale.

Eppure, se in passato i contributi previdenziali sono confluiti anche nel finanziamento della spesa pubblica non previdenziale, è improbabile che oggi la spesa pubblica non previdenziale possa essere “usata” per finanziare le pensioni dei ricongiungendi.  E non perché non esistano dei buoni motivi per non tagliare la spesa non previdenziale. Il Governo potrebbe tagliare quelle voci di spesa – come servizi generali (burocrazia e interessi sul debito pubblico), difesa, ordine pubblico, sanità e istruzione – per le quali l’Italia, come ha documentato Pietro Monsurrò, spende più della Germania offrendo servizi con diffusione e qualità inferiore.

Ci troviamo invece nella situazione in cui lo Stato non riuscirebbe ad eliminare degli evidenti sprechi di spesa pubblica non previdenziale per onorare un principio di equità intra-generazionale e di gradualismo sul quale ha basato il suo intervento sulle pensioni negli ultimi venti anni.

Le cronache di queste ultime settimane offrono un esempio di come i tagli alla spesa non previdenziale siano politicamente quasi impossibili: le Province hanno minacciato di lasciare gli studenti al freddo  per “protestare” contro i tagli decisi a Roma. Vicende simili si ripetono ogni volta che si parli di tagliare sprechi o abolire privilegi di cui godono gruppi che sanno far sentire la propria voce minacciando disagi alla popolazione. Ma il caso delle Province è particolarmente emblematico perché, come ha stimato Andrea Giuricin, una loro abolizione permetterebbero di risparmiare proprio 2 miliardi di euro – cifra vicina a quella necessaria a ripristinare il ricongiungimento gratuito.

Questi episodi ci ricordano che delegare allo Stato le nostre economie, la gestione dei nostri risparmi e delle nostre pensioni, significa esporre le nostre proprietà (i contributi previdenziali) a delle decisioni che hanno ben poco a che fare con principi dai quali si vorrebbe che fossero ispirate come la già citata equità inter- e intra- generazionale. Le decisioni dello Stato, quelle dalle quali dipendono quali categorie verranno sommerse e quali salvate, chi – negli anni di vacche magre – vedrà intatte le proprie rendite e chi non si vedrà riconosciuti quei diritti pensionistici che gli erano stati “venduti” al prezzo di decenni di contributi, ebbene queste decisioni seguono percorsi strani. Oggi, dopo decenni di big government, è evidente dove dimori il potere di influenzare queste scelte: nelle mani di quei gruppi di persone che possono ricattare meglio tutte le altre.

Si veda anche http://www.inps.it/portale/default.aspx?lastMenu=5670&iMenu=1&iNodo=5670&p1=2

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24 Responses

  1. TERZO STATO

    Bisogna combattere e cacciare i disturbatori della nostra armonia. TJ.

    Ormai è evidente che questa palude si rimuove solo con la guerra civile. Ogni persona di buona volontà deve organizzarsi con coloro che condividano mezzi culturali e volontà, per volere interpretare e cambiare la nostra misera condizione.
    Ne più ne meno dei carbonari, dei movimenti intellettuali, dei comitati di salute pubblica, dovranno creare i presupposti per un coinvolgimento generale verso la rivoluzione. Non vi illudete senza lo scontro non cammbierà mai una virgola, non in questo secolo.

    Oggi Befera da Giannino a r24, a ripetuto la litania del potere costituito: Il debito pubblico è causato dall’evasione.
    Anche se banale vogliamo ricordare: Che il debito pubblico è causato dalla politica clientelare che assegna posti e dirigenze a milioni di clientes dell’amministrazione pubblica ed enti affini. Dalle migliaia di opere incompleta sparse per la nazione. Dalle migliaia di appalti truccati assegnati agli amici. Dalle ruberie e la corruzione di tutta la macchina dello stato, e che questo boom della spesa publica da Craxi in poi ha causato:
    Un aumento delle tasse che ha raggiunto, senza fermarsi, da 20 anni livelli da dittatura cambogiana e che questo porta una costante crescita dell’evasione.
    Quindi semplificando possiamo affermare che l’evasione è causata principalmente, dalla spesa pubblica.
    Un popolo che non si ribelli merita di essere schiavo.

  2. Fulvio

    Il Gatto e la Volpe dissero a Pinocchio che se avesse seminato le sue monete d’oro nel Campo dei Miracoli ne avrebbe poi raccolte a migliaia…

    Penalizzare la ricongiunzione “retributiva” e consentire invece la totalizzazione “contributiva” gratuita non m pare una nefandezza.
    Se un “diritto quesito” economico è ingiusto non è intoccabile.
    Lo stesso Giannino propone il ricalcolo “contributivo” delle pensioni “retributive” sopra i 4.00 euro (al mese…).
    È giusto così. Si deve ricevere in base a quanto effettivamente versato (ovviamente rivalutato degli interessi). I privilegi di leggi fantasiose non ce li possiamo più permettere.

  3. Fulvio

    A completamento del mio post precedente:
    Ovviamente deve valere anche per i vitalizi dei Parlamentari, per la pensione di Giuliano Amato e così via… Sennò crolla il discorso del “momento eccezionale nel quale chi può deve dare di più”.

  4. giorgio

    @TERZO STATO
    abbiamo lo stato che ci meritiamo. Anni si sonno profondo hanno permesso ciò; ora BASTA. Concordo in pieno sulla ribellione, pacifica ma presente, dal basso a salire. Tutti a casa sta banda di ladri e dittatori.

  5. Paolo 54

    la violenza non risolve gran chè.
    Il concetto comunque è giusto ma basterebbe rispondere a male parole a Monti e Befera che continuano con questa litania truffaldina dell’evasione come causa.
    Una sola domanda: chi vi ha autorizzato a spendere i soldi di tasse che non avevate ?
    Come se un imprenditore spendesse già oggi i soldi che non prevede di incassare ma che immagina di poter incassare se cambiassero le situazioni economiche.
    Ed è casomai vero il contrario cioè che la tassazione criminale crea l’evasione e la fuga dei capitali. Che è fuga solo perchè una legge ha deciso così.
    Qualcuno infatti dovrebbe spiegarmi in base a quale diritto non potrei disporre come voglio dei miei soldi una volta che ci abbia pagato le tasse sul reddito

  6. Francesco

    Bisogna anche pensare al problema, non di poco conto, del ricongiungimento di contributi previdenziali versati in tutta Europa. La libera circolazione delle persone e dei lavoratori implica infatti che sempre piu’ persone abbiano periodi lavorativi all’estero, anche di lunga durata. Il ricongiungimento – a quanto mi risulta – avviene per ora non nell’ultimo paese in cui si è lavorato ma in quello in cui si è lavorato piu’ a lungo. E non dovrebbe essere penalizzante per il lavoratore. Pare che questo aspetto sia totalmente assente dalla scena politica.

  7. Fulvio

    Il Gatto e la Volpe dissero a Pinocchio che se avesse seminato le sue monete d’oro nel Campo dei Miracoli ne avrebbe poi raccolte a migliaia…

    Penalizzare la ricongiunzione “retributiva” e consentire invece la totalizzazione “contributiva” gratuita non m pare una nefandezza.
    Se un “diritto quesito” economico è ingiusto non è intoccabile.
    Lo stesso Giannino propone il ricalcolo “contributivo” delle pensioni “retributive” sopra i 4.00 euro (al mese…).
    È giusto così. Si deve ricevere in base a quanto effettivamente versato (ovviamente rivalutato degli interessi). I privilegi di leggi fantasiose non ce li possiamo più permettere.
    Ovviamente deve valere anche per i vitalizi dei parlamentari, per la pensione di Giuliano Amato e così via… Sennò crolla il discorso del “momento eccezionale nel quale chi può deve dare di più”

  8. Agostino

    @Fulvio
    sono d’accordo! cosa dovrebbero dire quelli della mia generazione che il metodo retributivo non lo vedranno (giustamente) mai applicato?

  9. Fabiola

    Cari Fulvio e Agostino, allora, per equità, chiedete il retributivo per TUTTI DA SUBITO, MA PROPRIO TUTTI, anche quelli che non hanno cambiato Fondo, non solo per quelli che hanno cambiato fondo! Troppo da furbetti lasciare il retributivo a tutti gli italiani che ancora devono andare in pensione e toglierlo solo a qualcuno così, random!

  10. Tonino

    Scusate, ma non sarebbe meglio se ciascuno di noi avesse un conto assicurativo – garantito dallo stato – ma intestato al nome del contribuente singolo in modo che tutti i versamenti andassero a finire li’? Questi fondi potrebbero essere gestiti da societa’ finanziarie che potrebbero investire parte in buoni del tesoro e parte in titoli finanziari stabili. In questo modo si eviterebbe il pericolo che interessi politici di parte possano fare man bassa sui contributi dei cittadini, cosa che, purtroppo, il sistema di versare tutti i soldi in un unico calderone non riesca ad impedire.

  11. @Fabiola
    Esatto, è proprio questo il mio punto: il passaggio da retributivo a contributivo è stato fatto cercando di essere graduale (per permettere alle persone di adeguarsi) e cercando di essere equo a livello intra-generazionale (“chi abbia simile età e carriera ottenga trattamento simile”).
    Nel quadro creato dalle ricongiunzioni onerose questi principi vengono negati e si crea una forte disparità di trattamento tra persone che abbiano stessa età e carriera – esclusivamente sulla base del fatto che i loro contributi siano stati gestiti da casse diverse.
    E’ giusto mantenere questa iniquità per un motivo di cassa che sarebbe risolvibile tagliando gli sprechi della spesa pubblica?
    Non è giusto, ma corrisponde invece a ciò che a livello “politico” è meno difficile realizzare.

  12. Mario Protagoras

    Abolizione dei diritti acquisiti!
    La madre di tutte le riforme pensionistiche è l’abolizione dei cosidetti diritti acquisiti ma non solo per il futuro, anche per il passato.
    Molti di questi non sono diritti ma privilegi acquisiti.
    Azzerare tutto e subito, e ricalcolare tutte le pensioni di tutti, anche quelle in essere, con gli stessi criteri di contribuzione e anzianità. E se si dovranno tagliare delle baby pensioni, a partire da quelle della casta, sarà cosa buona e giusta.
    E che ogni nuova stretta sulle pensioni a venire, se ci sarà, sia retroattiva su tutte le pensioni in essere.Tutti uguali per una volta.

  13. B&B

    Qui si fantastica, si pensa di vivere in un mondo Escheriano dove ogni prospettiva è possibile e dove ciascuno imbocca la scala che più gli aggrada per arrivare comunque in cima alla torre. Sveglia! sulla prospettiva si è costruita la civiltà rinascimentale e la tecnologia fino ad anni recenti e comunque non esistono infinite scale che tutte portano sulla torre. Ciò premesso non resta che prendere atto che le pensioni sono queste, che la gradualità in ogni modifica è sacrosanto diritto di coloro che in pensione ci sono e di coloro che ancora devono arrivarci, che la suddivisone degli oneri è alla base della costituzione e del “diritto naturale” dalla rivoluzione Francese in avanti e che di qui si deve partire con qualsiasi cosa sia un ragionamento e non una boutade tra un bicchiere e l’altro. E il ragionamento è sempre lo stesso: non c’è riforma accettabile se prima non si sanano sprechi, disorganizzazione e costi eccesivi della P.A. e dell’apparato Stato, Enti e società collegate, se subito dopo non si sana un’evasione anomala, se non si dice chiaramente a chi prioritariamente andranno le risorse che ne derivano e che a mio parere dovranno sostenere tutto ciò che è produttivo, non per regalare lì le risorse ma per ottenerne di lì altre da destinare ai settori del bisogno e della salute e dello sviluppo. Solo un disegno prospettico di tale natura supportato da una credibilità difficile da trovare oggi può essere credibile, il resto son chiacchere che nella migliore delle ipotesi si configurano come sfoghi e nella peggiore come illusorie furbizie.

  14. Fulvio

    @Fabiola

    Il “retributivo” è semplicemente insostenibile.
    Inutile girarci intorno.
    Contributivo per tutti, con una soglia minima garantita di 1.500 euro netti/mese, nel caso dal ricalcolo dovesse spettare una pensione inferiore a tale soglia minima.
    Tutto il resto, pur essendo legittimo, è profondamente iniquo verso le giovani generazioni, che stanno già pagando un conto troppo duro per i sistemi allegri adottati fino ad ora da politici irresponsabili.

  15. Fulvio

    @B&B
    Dare degli ubriaconi a chi la pensa diversamente non è prudente.
    Se si pensa che la Carta sia un totem immodificabile si parte con un limite evidente di visione.
    Condivido invece la seconda parte del tuo intervento: qualunque ricerca di nuove risorse dovrebbe identificare con precisione gli impieghi previsti.

  16. Giorgio Azzalin

    @TERZO STATO
    AMEN.

    Non c’e’ altra soluzione se non l’azzeramanto del sistema.Befera da Giannino ha detto che lo sa benissimo che i soldi da lui crudelmente incassati vengono buttati dalla finestra .Penso che la discussione dovrebbe finire li. parlare di contributivo , o piccoli aggiustamenti e come discutere che alla mensa del lagher , manchino le proteine…..

  17. B&B

    @Fulvio la questione non è la modificabilità/immodificabilità della Carta, ma la obiettività nell’analisi e la equità nell’applicazione dei provvedimenti, cose entrambe che non trovo in molti dei discorsi fatti qui. Non è evidentemente indifferente iniziare da un punto piuttosto che da un altro e mi domando perchè non iniziare da ciò che è più evidente e macroscopico ovvero il peso della spesa pubblica inutile ed improduttiva per esempio. Ben sintetizza la mia opinione l’intervento che mi precede quando dice che parlare di contributivo è come discutere che alla mensa del lagher mancano le proteine… Tutto qui. E non intendevo dare dell’ubriacone a nessuno ma solo dire che il ragionamento mi appariva fragile e superficiale.

  18. Giorgio Azzalin

    Cari Italiani vi dovete dimenticare la parola “riforme” e imparare quella “cancellare”.Siamo onesti, pensate che il sistema si possa riformare? da dove si comincia? .Vi racconto brevemente la mia esperienza americana .Quando venni qui in Florida 15 anni fa andai all’ufficio della contea per avere la patente.Nessuna agenzia specializzata , mi presentai all’uffico ,mi misi in fila e in 5 minuti ero davanti ad un impegato che mi disse cosa vuoi? La patente,la voltura dell’auto ,pagare l’ici ,hai preso una multa e cosi via … Io dissi la patente e lui mi chiese dove abiti .Io imbarazzato dissi il mio indirizzo e aggiunsi ,ma non ho nessun certificato per provarlo . Lui con un sorrisetto mi disse se non sai tu dove abiti chi lo dovrebbe sapere?Mise i dati sul computer ,mi fece la foto li sul posto ,mi chiese di leggere alcune lettere sul muro e incasso 25 dollari. Ecco qui come funziona il vero sportello unico.Quando stampo’ i documenti ne firmai uno che diceva sul fondo “per dichiarazioni false la pena e’ da 6 mesi a 5 anni di carcere”. Mi venne in mente quanti miei amici in Italia residevano in un posto diverso da quello del certificato ,circa il 50%.
    Mi resi conto che in Italia si dovrebbero abolire gli uffici anagrafici ,l medici delle patenti ,il PRA l’ACI la motorizzzione e tutto funzionerebbe benissimo.Ci siamo cosi incasinati che addirittura pensiamo che senza i nostri torturatori non possimo vivere.Sono stati bravi a inculcarci questo sistema a cui non riusciamo nemmeno a pensare di rinunciare.

  19. Jack Monnezza

    @Giorgio Azzalin
    Purtroppo negli ultimi 15 le cose sono un po’ cambiate. Sono loro che si sono incamminati sulla nostra strada europea della iperegolamentazione piuttosto che noi cancellare qualche ufficio.

  20. Mario45

    @Fabiola, Tonino ecc
    Scusate, a questo punto che vi importa del retributivo e/o contributivo e/ o di qualsiasi altro schema Ponzi messo in atto per fot…vi soldi senza pagar dazio ? Non è meglio che ciascuno si intaschi i suoi soldi e provveda da se alla sua pensione ?

  21. mr_kost

    In un primo momento mi sembrava che questa storia fosse una vessazione per i pensionandi. Ora, leggendo l’articolo, mi sono convinto che il ricongiungimento dei contributi sia una boccata di giustizia nel campo delle pensioni. E’ fondamentale avere un bilanciamento delle pensioni tra generazioni. C’è la generazione dei pensionati attuali (nati tra gli anni 40 e 50) che sta vivendo alle spalle della generazione successiva. Probabilmente ci sarà anche qualcuno che con la sua pensione sta aiutando il proprio figlio, che non ha un posto di lavoro e che non avrà la pensione, ma lo sta facendo utilizzando le risorse destinate a quest’ultimo. La generazione dei pensionati, privatamente aiuta i propri figli ma pubblicamente (e con arroganza) richiede che gli venga pagata una pensione che non gli spetta. Bene così, ci sarà qualcuno che strepiterà ma è giusto che le cose cambino per il verso giusto. Sono state sistemate le pensioni future, cerchiamo di fare qualcosa per le pensioni in essere…

  22. Quello che sarebbe molto interessante sapere e non si riesce con certezza è cosa accade ai ricongiungimenti di chi ex INPDAP è divenuto INPS ope legis.
    Alla fine la gestione è cambiata e teoricamente sarebbe onerosa… ma senza alcuna scelta.
    A Roma nessuno mi ha saputo dar risposte certe, sebbene si sentano sicuri che in tal caso si escluda il meccanismo a pagamento (si tratterebbe di tutti i dipendenti della scuola, praticamente).
    Però se ci pensate sarebbe un’inquietante possibilità di introdurre il contributivo per tutti e da subito…
    Qualcuno sa darmi ragguagli?

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