14
Ott
2010

Quale futuro per Tirrenia?

La privatizzazione di Tirrenia è all’epilogo? Il 20 ottobre è la data ultima per fare arrivare le proposte di acquisto a Fintecna, società pubblica, controllante di Tirrenia. Manca dunque meno di una settimana al termine per la presentazione delle offerte da parte dei pretendenti dell’ex compagnia di navigazione di Stato e i primi interessamenti si stanno esplicitando. Non è facile prevedere l’esito della gara e la numerosità delle offerte, ma è certo che la suddivisione tra Tirrenia e Siremar è stato un passo essenziale per permettere di trovare una soluzione alla privatizzazione.

Tirrenia, infatti, pur avendo enormi difficoltà, è una società che con l’arrivo di capitali privati potrebbe continuare a stare sul mercato. Siremar, al contrario, sembra essere destinata a non avere futuro, perché la situazione della società che opere tratte regionali è davvero critica. Quest’ultima società dovrebbe essere lasciata al suo destino e il Governo dovrebbe fare delle gare per assegnare i sussidi per quelle tratte che davvero sono di carattere di servizio universale. Troppo spesso i contributi pubblici si sono trasformati in semplici sussidi per mantenere in vita la compagnia di navigazione pubblica.

Ma perché Tirrenia potrebbe avere un futuro mentre Siremar è destinata a fallire, o piú probabilmente e malauguratamente essere salvata da qualche Ente Locale?

Analizzando i ricavi delle due società è facile osservare una profonda differenza. I contributi pubblici incidono per circa il 25 per cento dei ricavi per Tirrenia, mentre per Siremar tale percentuale sale fino al 72 per cento. Quest’ultima compagnia è totalmente dipendente dai sussidi che riceve dallo Stato.

Tirrenia
Dati: in milioni di Euro
Anno Noli +CSP Corrispettivi Servizio Pubblico % CSP/Tot
2007 373 46 12,3%
2008 403 102 25,3%
2009 335 80 23,9%
2009/2008 -16,9%
Siremar
Dati: in milioni di Euro
Anno Noli +CSP Corrispettivi Servizio Pubblico % CSP/Tot
2007 99 70 70,7%
2008 103 75 72,8%
2009 92 67 72,8%
2009/2008 -10,7%

Non è dunque un caso che intorno a Tirrenia si stanno muovendo interessi privati, anche allettati dai contributi pubblici. E tutto il mondo degli armatori è in fermento.

È notizia di pochi giorni fa dell’acquisto da parte dell’armatore Gianluigi Aponte, proprietario di MSC Crociere, del 50 per cento di Grandi Navi Veloci, creando cosi uno dei più grandi gruppi anche a livello di traghetti in Italia.

GNV si unirà a SNAV, già di proprietà di Marinvest, la holding della famiglia dell’armatore svizzero, e questa nuova società si è detta interessata a Tirrenia.

Sulla società controllata da Fintecna c’è anche l’interesse della cordata greco-americana, di Mediterranea Holding e probabilmente di Moby. Per quanto riguarda Siremar, attualmente nessun armatore ha mostrato un interesse esplicito.

La privatizzazione Tirrenia è andata molto per le lunghe, ma potrebbe vedere a breve una soluzione.

Non si sa come finirà la privatizzazione, ma l’unica cosa certa che lascia la compagnia pubblica è un debito superiore a 600 milioni di euro, nonostante i miliardi di euro di contributi pubblici che ha ricevuto negli ultimi anni.

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