24
Lug
2013

Perché essere grati a Dolce e Gabbana

Si deve gratitudine, a Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Non solo per quello che fanno genialmente da tanti anni, nella moda. Si deve loro gratitudine proprio per l’eclatante durezza con cui hanno protestato, quando l’assessore milanese D’Alfonso ha affermato che Milano non doveva dar loro spazio, perché evasori. Le due pagine che Dolce e Gabbana hanno pagato sui giornali per esporre le loro ragioni rappresentato non solo la loro personale protesta, ma un atto d’accusa pubblico contro errori, orrori e scempio che purtroppo caratterizzano sempre più ordinamento e contenzioso tributario italiani.

Sono tanti, i paradossi del caso Dolce e Gabbana. Continua a valere per loro la maxi multa di 400 milioni stabilita a marzo dalla Commissione tributaria di primo grado. Eppure a giugno, in Tribunale – da noi vige il doppio rito, penale e tributario, viva il giustizialismo – il giudice ha dovuto riconoscere che l’accusa di dichiarazione infedele nei loro personali confronti era infondata, li ha assolti perché il fatto non sussiste. Il Tribunale ha inoltre dovuto riconoscere che era infondato che lo Stato chiedesse come imposta il doppio dei redditi conseguiti e dichiarati per la cessione dei marchi,eppure lo Stato lo aveva chiesto. Mentre il Tribunale nulla può sul fatto che le leggi applicate siano retroattive rispetto agli anni d’imposta contestati, perché la retroattività è prassi ordinaria fiscale italiana anche se proibita dal calpestatissimo Statuto del contribuente.

Ecco, tutto questo naturalmente lo hanno ignorato, i giustizialisti che hanno solidarizzato con D’Alfonso. Compreso il sindaco Pisapia, che ci ha messo giorni prima di capire la malaparata e tendere una mano. La lotta contro un fisco che attribuisce a sé poteri illegali in ogni altro ordinamento liberale ha bisogno di proteste esplicite. E di eroi, tanto meglio se noti e conosciuti come Dolce e Gabbana. Non hanno fatto come tanti altri vip, che pagano e tacciono. Hanno dato voce alla libertà. Per questo chi è libero sta con loro, non con l’oppressore.

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24 Responses

  1. Guglielmo De Sanctis

    Chicco, lo sai vero che l’80% del gettito italiano arriva da dipendenti e pensionati e che si evadono 200 mld di euro l’anno? Si, lo sai. Quindi, in generale, il tormentone del diabolico stato contro il santo contribuente fa un po’ ridere. Quanto meno diabolici tutti e due. Inoltre forse andrebbe riportata un pochino meglio la tesi dell’accusa, invece che limitarsi ad un acritico copia e incolla della lettera degli avvocati dei due stilisti. Il giornalismo, come l’eleganza, stanno altrove.

  2. Piero

    A quando una protesta seria fatta dagli imprenditori, liberi professionisti e dipendenti privati e pubblici per liberarci da questo giogo fiscale che non garantisce un servizio pubblico all’altezza ma solo una rendita di posizione clientelare da parte di alcuni.
    Siamo arrivati al dunque o ci muoviamo o non potremo in futuro dire di non essere stati conniventi.

  3. ario

    se avessero avuto le palle, avrebbero dovuto dire perchè le tasse non si devono pagare, es. non mantenere il poliziotto da 600000 euro all’anno, non mantenere la rai con il canone, 100 miliardi all’anno per la sanità, e via aggiungendo, altrimenti sembra ingiusto non pagare le tasse. Saluti

  4. giuseppe

    Sulla falsa riga di Tabacci, questo assessore sembra essere molto più interessato a piantare una bandierina, piuttosto che ad espletare il suo mandato tecnico.

  5. Massimo74

    @Guglielmo De Sanctis

    E tu lo sai che dici un sacco di fesserie?Tanto per cominciare l’80% è riferito al solo gettito IRPEF(quindi non sono incluse altre imposte cpagate dagli autonomi come IRAP e IRES)e in ogni caso è ridicolo parlare di tasse pagate dai pensionati o dai dipendenti pubblici visto che questi ultimi le tasse non le pagano proprio(chiamasi “partita di giro”)e semmai essi vivono delle tasse pagate dai privati.Studia di più se vuoi evitare di renderti ridicolo con questi post demagogici e qualunquisti.

  6. Francesco_P

    E se Dolce & Gabbana si trasferissero in Carinzia? E se le giornate della moda si trasferissero a Vienna o Salisburgo? ecc. ecc. Non sono poi scenari da fantascienza. Al fisco bulimico starebbe bene, a noi che non possiamo emigrare no. Se tanti imprenditori vendono oppure trasferiscono la produzione o tutta l’impresa all’estero ci sarà pure qualche buona ragione. Purtroppo il buon è totalmente assente fra le fila dei burocrati e dei politici.

  7. Mario45

    @Massimo74 dove ti eri cacciato in tutto questo tempo?
    @Francesco P. Spesso, purtroppo, il buon senso manca anche a pensionati e dipendenti.

  8. gabriele

    Intanto mi piacerebbe sapere come viene calcolato il nero o le tasse non pagate e se queste sono vere come i crediti di 550 mdi che Equitalia deve incassare e che ha a bilancio (anche se poi mediamente incassa meno del 10%). Ho il dubbio che non sia solo lavoro autonomo (doppi lavori di chi lavora mezza giornata come statali o simili, ex pensionati baby, ecc.).

  9. Lettore

    Se lei, Sig. Giannino, avesse preso una laurea in giurisprudenza, saprebbe che giustizialismo è anche avere due processi con due riti diversi. L’onere della prova nel processo penale è più elevato che nel processo tributario. Il che giustificherebbe in linea teorica un diverso giudizio definitivo.
    Per quel poco che ho letto, ritengo comunque che D&G abbiano ragione, e che l’Agenzia delle Entrate, come spesso accade, sia stata superficiale. Ciò non toglie che lei, Sig. Giannino, usa con superficialità argomenti che non conosce.
    Cordialmente.

  10. GPS001

    @massimo74
    Grazie per la risposta al De Sanctis.
    É incredibile come milioni di italiani si lascino abbindolare dalla scusa dell’evasione fiscale i cui numeri cambiano in continuazione. De Sanctis dice 200 mld, ma io sul CdS ho letto 120 e 150, come se fossero noccioline. Il fatto è che sono dati difficili da dimostrare ma belli da sparare sui giornali. Nessuno pensa che se anche venissero recuperati 50mld l’anno, cifra impossibile, ci vorrebbero 40 anni per chiudere e recuperare il debito pubblico che ci ritroviamo. L’evasione è il frutto di un fiscalismo assassino a favore di una oligarchia statale autoreferenziale che si paga stipendi che noi privati ci sogniamo.
    Ma c’è chi da tutta la colpa ai privati….

  11. claudio p

    @Guglielmo De Sanctis
    dipendenti e pensionati non pagano materialmente le tasse: se potessero evadere, lo farebbero… e non credo che si possa dimostrare il contrario.
    la banda bassotti resta al potere finché nel sacco c’è qualcosa da rubare, ma se tutti gli italiani evadessero, il sacco resterebbe vuoto e i ladroni sarebbero costretti a cercarsi un lavoro

  12. Pietro Barabaschi

    Caro Giannino,
    finalmente la risento con la sua verve! Da imprenditore, ancorché non più operativo, sono stragrato a Dolce e Gabbana e, da semplicemente liberale sto con loro e non con l’oppressore!
    I più cordiali saluti.
    Pietro Barabaschi

  13. Pietro Barabaschi

    e, da semplicemente liberale, cha ha sempre pagato un fiume di imposte tutte tracciate e dimostrabili, sto con loro e non con l’oppressore.
    I più cordiali saluti.
    Pietro Barabaschi

  14. giuseppe

    @ De Sanctis

    Intanto questa paranoia ha come effetto sicuro e garantito che dobbiamo mantenere la burocrazia fiscale più pletorica e costosa del mondo. Centoventimila uomini tra civili e militari, molti dei quali pagati in modo principesco per complicarci la vita. Negli Usa sono la metà a fronte di una popolazione cinque volte superiore. C’è da domandarsi se la spesa valga l’impresa. Il profitto più sicuro per le casse dello Stato consisterebbe nel ridurli ad un numero raginevole.

  15. ROBERTO G

    Caro Oscar, Commentatori,

    questo paese ha perso completamente di credibilità, basta solo il fatto che lo stato causa la chiusura di aziende perchè non le paga …per non parlare dell’ipocrisia costante e diffusa; il well fare tanto esaltato con diseguaglianze di trattamento sociale inaccettabili, l’osannato regime previdenziale con disparità nei trattamenti enormi, e poi i tagli alla spesa che dopo 5 anni di crisi sono ancora ai proclami ! Non per ultimo la mancata trasparenza dei bilanci di camera , senato, quirinale etc. Ancora a pensare a chi paga le tasse e chi no ? Ancora disquisizioni sui lavoratori dipendenti, i pensionati , gli imprenditori cattivi ed evasori ? Quando i soldi girano in modo equilibrato , girano per tutti, ribadisco ancora la mia teoria: l’attuale classe politica si autoalimenta fino a che potrà a scapito del paese , in attesa di un’ arrivo della ripresa. Questa è la grande strategia dei ben pensanti. Vi prego smentitemi, ve ne sarei grato.
    Cordialmente
    RG

  16. Carlo

    Caro Oscar

    i mantra che continuano a descrivere l’evasione fiscale come l’unica o principale causa della rovina economica del Paese od i liberi professionisti e lavoratori autonomi come dei vampiri che prosperano sulle tasse pagate ( leggi estorte ) ai dipendenti pubblici e privati ha un nuovo illustre adepto : Enrico Letta . Non più tardi di ieri ha promesso con fiero cipiglio che ” lotta dura lotta ” contro gli evasori , causa a suo dire della mancata ripresa economica nazionale. Ennesima conferma quindi della vigliaccheria e della demagogia di questa classe politica che non vuole assolutamente affrontare , assieme ovviamente alla lotta all’evasione , tutte le altre ragioni reali che a causa sua hanno ridotto la nazione alla miseria . Ma si sà e meglio lo sanno questi mascalzoni che prenderle seriamente di petto vorrebbe dire comperarsi la corda con la quale impiccarsi .
    D’altronde perchè dovrebbero ? Ci sono milioni di nostri connazionali che continuano a votare ” per tradizione ” e confermano questi mariuoli nella stanza dei bottoni . Insomma , come afferma la regola : ogni paese ha le istituzioni che si merita.

  17. gianni ravaglia

    quando i dolci & gabbana si saranno trasferiti altrove, quando la Fiat si sarà trasferita altrove, quando gran parte della migliore industria italiana si sarà trasferita altrove, la sinistra e i giustizialisti saranno finalmente felici. Avranno risolto il problema dell’evasione in quanto non ci sarà più nessuno cui fare pagare le tasse. Così tutto il popolo sarà più povero e i pisapia e i de angelis con gli stipendi da superburocrati potranno organizzare feste per l’obiettivo raggiunto. Oscar , invece, tu sei un mito, con o senza laurea. gianni

  18. Raffaele13

    Oggi ho letto su Libero del DURT – Documento Unico di Regolarità Tributaria – pensato, forse, per non pagare i creditori della PA.
    In prima pagina dello stesso giornale il titolo: “La vera casta – Giudici già in vacanza fino al 15 settembre”.
    Le agenzie di rating, S&P e compagnia, ritengono probabilmente i Bond italiani junk.
    Altro che luce alla fine del tunnel, siamo all’abisso. La classe dirigente, tutta, non è in grado di fare nulla. Non vogliono fare perché non vogliono perdere i loro privilegi. Che sanno fare oltre che vivere alle spalle della gente che lavora.

  19. giuseppe

    @ Lettore

    Per quel che si vede in giro, Laurea o no, (non è detto che degli affari che riguardano tutti possano parlarne solo gli addetti ai lavori) l’onere della prova è un optional da tanto tempo. Anche nel processo penale vige il Teorema.

  20. Francesco_P

    @Raffaele13, 25 luglio 2013,

    Anch’io ho letto di parto M5S+Stefano Fassina che va complicare ulteriormente le complicazioni burocratiche ed introdotto con emendamento. La complessità è notevole come riportato da Il Sole 24 Ore. La normativa penalizza le imprese che operano in subappalto con un inutile aggravio dei costi.
    Cito specificamente questo passo dell’articolo:
    Il problema è che l’agenzia delle Entrate non ha mai a disposizione dati “in tempo reale” sulle violazioni nei versamenti, per cui viene prevista l’istituzione di un portale in cui «i soggetti interessati» avranno l’obbligo di trasmettere, in via digitale, «i dati contabili e i documenti primari relativi alle retribuzioni erogate, ai contributi versati e alle imposte dovute».
    Giorgio Gavelli – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/JbIYp
    Peccato che il portale sia da realizzare e collaudare, che il personale debba essere addestrato e che le norme operative debbano essere divulgate; con i tempi degli appalti pubblici non sarà questione di settimane. Oltre agli oneri, il caos operativo per penalizzare le imprese.
    Questa nuova follia burocratica s’inquadra nella politica di bloccare il Paese a tutti i costi che viene portata avanti dagli iperconservatori del M5S e della sinistra, esattamente come il ricorso all’ostruzionismo parlamentare del M5S che altro non è che un tentativo di bloccare il già malconcio Parlamento.
    L’Italia può cadere in default in pochissimi mesi nel caso in cui prosegua la moria delle imprese a causa della burocrazia e della mancanza di liquidità. I ritardi nei pagamenti alle imprese di importi già deliberati sono già un segnale di un profondo stato di crisi di liquidità che si trascina da troppo tempo.

  21. Dino Caliman

    Non conviene far in modo che sia tutto trasparente? Questa è una ricerca, pagata e poco seguita. http://www.magellanopa.it/kms/files/Proposte.pdf Anzichè aprire un nuovo DB non fanno prima ad integrare i SI dall’Inps al fisco? Potrebbero rivitalizzare le PMI come :https://secure.avaaz.org/it/petition/Eliminare_gli_abusi_di_potere_nelle_PMI/ Quando… A sentire le lamentele sarà sempre più dura. cosa si aspetta a modrnizzare il sistema cartaceo attualmente ancora in uso, con tutte le problematiche che esso ha comportato? Buon lavoro a chi non è preso dallo sconforto.

  22. Fabrizio de Paoli

    Io credo che l’evasione si possa e si debba incrementare.
    Ci sono due ragioni indiscutibili per andare in quella direzione, la prima è per un principio di giustizia: una consistente parte di qualsiasi tassa, imposta o gabella che viene versata allo stato viene rubata, sprecata o girata al sistema bancario il quale a sua volta ruba tramite la riserva frazionaria e la moneta fiat, ruba indistintamente a stati e privati.
    La seconda ragione è pratica: lo stato dittatoriale socialista nella sua presunzione di voler dirigere e controllare il mercato lo sta letteralmente uccidendo, le aziende e i capitali che fuggono altrove ne sono solo la conferma più evidente.
    Però non dobbiamo mai dimenticarci una cosa: se noi mangiamo, compriamo i beni che servono per la nostra esistenza, lavoriamo e viviamo, lo dobbiamo esclusivamente al mercato.
    Cercare quindi di tenere in vita il mercato, l’economia reale, è un atto di grandissima responsabilità che riguarda tutti noi indistintamente.
    Nel momento in cui ci schieriamo dalla parte dello stato stiamo consapevolmente decidendo di partecipare alla distruzione del mercato e dell’economia reale, stiamo quindi consapevolmente decidendo di suicidarci in nome dello stato.
    Ma non c’è stato al mondo che valga la vita di un uomo. Di sicuro non la mia.

    EMBARGO!

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