7
Dic
2009

I numeri di Copenhagen: i delegati emettono 2 tonnellate di CO2 a testa in 11 giorni, come un cinese in sei mesi

1200 auto con autista, 140 jet privati, un carcere temporaneo per ospitare, all’occorrenza, 4.000 detenuti. Si mette in moto la macchina per salvare il mondo e, di certo, qui non si risparmia. Nè sulle spese, né sull’ambiente. Lo racconta, con dovizia di particolari e pettegolezzi, Andrew Gilligan sul Times, che insiste – giustamente – sui lussi e gli sprechi che si concederanno i 15.000 delegati, 5.000 giornalisti e 98 leader politici, a cui si aggiunge un imprecisato numero di curiosi, ong, manifestanti, fancazzisti e casinari. Secondo gli organizzatori, lo svolgimento dei lavori determinerà il rilascio in atmosfera di 41.000 tonnellate equivalenti di CO2. Tanto quanto ne consuma in un anno una città di 150 mila abitanti.

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6
Dic
2009

Al Presidente macchinista piace vincere facile

Con il Presidente macchinista alla guida della “Frecciarossa” da Torino a Milano si è ripetuto, per l’ennesima volta, il teatrino dell’inaugurazione di una grande opera. Nessun risparmio di superlativi per lo straordinario “successo” raggiunto. Ma possiamo davvero esprimerci in questi termini? La conclusione della realizzazione di un’infrastruttura e la sua apertura al traffico possono essere paragonate al completamento di un impianto industriale ed all’inizio della produzione. Di per sé, portare a termine un intervento non può in alcun modo essere considerato un successo. Read More

5
Dic
2009

Poco ma subito

Poco ma subito. Questo è il senso che sembrano connotare le disposizioni sui tagli agli enti locali contenute nel maxiemendamento alla finanziaria presentato ieri in tarda serata dal relatore, l’on. Corsaro, in Commissione Bilancio.

Un primo tentativo era stato effettuato dal Governo, proponendo una riforma degli enti locali che prevedeva la riduzione dei componenti di giunte e consigli e la soppressione di alcune figure e soggetti (consorzi di funzioni, difensore civico comunale, circoscrizioni di decentramento amministrativo..). L’effetto finanziario dell’intervento, in termini di economie di spesa, era incontestabile, ma l’emendamento appariva nella sua formulazione di carattere prevalentemente ordinamentale e pertanto, non ammissibile all’esame della legge finanziaria.

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4
Dic
2009

Fondo unico autorità. Quando la pezza è (quasi) peggio del buco

Da due giorni c’è subbuglio tra le autorità indipendenti, minacciate da un emendamento alla finanziaria che ne metterebbe seriamente a rischio l’indipendenza riconducendone le redini finanziarie in mano al Tesoro. Di questo ci siamo già occupati. Dopo un lungo tira e molla con la presidenza del Consiglio (ieri Gianni Letta ha ricevuto i segretari generali degli enti coinvolti), il governo avrebbe avanzato una controproposta, di cui Chicago-blog è in grado di anticipare i contenuti. Anche questa controproposta, però, suscita delle perplessità.

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4
Dic
2009

Ancora sul Cip6. 4.100 megawatt a gennaio, quanti a fine 2010?

Non sono ancora chiare tutte le conseguenze del decreto Mse sulla risoluzione anticipata volontaria delle concessioni Cip6. Sul Sole 24 Ore di oggi, Jacopo Giliberto parla efficacemente di “uno scivolo agevolato, un prepensionamento incentivato, un’offerta cui non si può dire di no”. Non è ancora chiaro, però, chi ci guadagna e chi ci perde, e dunque chi si adeguerà e chi, invece, proverà a opporsi al caloroso suggerimento che arriva da Via Veneto. Per mettere qualche punto fermo, è utile leggere questo informato e notizioso articolo, pubblicato ieri sulla Staffetta Quotidiana (che ringrazio per l’autorizzazione, qui in originale per abbonati): secondo il decreto, potrebbero chiudersi un massimo di 3.300 megawatt, su un monte complessivo dipotenza assegnabile pari a 4.100 megawatt a inizio anno prossimo. Quanti faranno ricorso alla risoluzione volontaria? E con quali conseguenze per il sistema?

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4
Dic
2009

Senza manovra sul debito pubblico, crisi peggiore

Stephen Cecchetti è uno dei più meticolosi e affidabili economisti dell’intermediazione finanziaria che io conosca, cresciuto alla grande scuola dell’Ufficio Studi della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, l’istituzione alla quale ho spesso reso omaggio come una delle pochissime che abbia cercato – inascoltata – di mettere sull’avviso dal 2002 in avanti dei rischi d’instabilità enormi “accesi” dai bassi tassi praticati da Greenspan. Nel suo più recente paper, Cecchetti e due junior della BRI approfondiscono che cosa oggi rischiamo. Paradossalmente, il costo della crisi è peggiore se non si realizzano crisi dei debiti sovrani. Può sembrare un controsenso, da parte di un’istituzione  che presiede alla stabilità. Al contrario, dà l’idea dei tempi pazzi che viviamo: grazie ai governi al potere, che aggiungono in proprio errori a quelli dei regolatori precrisi. Read More

3
Dic
2009

Fondo unico authority. Chi vince, chi perde, chi viene messo al guinzaglio

Puntuale come la morte e le tasse, anche questo mese è arrivato il consueto emendamento anti-autorità indipendenti. A differenza del passato, quando oggetto degli interventi (finora scampati) era questo o quel collegio, o le relative modalità di nomina, questa volta la strategia è del tutto diversa. Nel mirino entrano, infatti, le modalità di finanziamento delle authorities. Un emendamento alla finanziaria firmato dai deputati del Pdl Antonio Pepe, Maurizio Leo, Silvano Moffa e Donato Lamorte propone di creare, presso il Tesoro, un “fondo unico perequativo” dove dovrebbero confluire tutte le entrate proprie di Consob, Antitrust, Agcom, Autorità per l’Energia, Covip, Garante della Privacy, Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, Isvap e Commissione di garanzia per gli scioperi.

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