10
Dic
2009

Il Nobel a Obama, bilancio di un anno

Oggi Obama ha presenziato alla consegna del suo Nobel per la Pace. È la prima volta nella storia che si vince un premio di quella importanza prima di aver dimostrato nei fatti di meritarlo. Naturalmente, ha “dovuto” parlare da comandante in capo del più grande Paese del mondo attualmente impegnato in ben due guerre. E il succo a questo proposito sta in questa citazione dal discorso che ha pronunciato:

I face the world as it is, and cannot stand idle in the face of threats to the American people. For make no mistake: evil does exist in the world. A non-violent movement could not have halted Hitler’s armies. Negotiations cannot convince al Qaeda’s leaders to lay down their arms. To say that force is sometimes necessary is not a call to cynicism – it is a recognition of history; the imperfections of man and the limits of reason.

Non so quanto i pacifisti possano dirsene soddisfatti. In ogni caso, a un anno dalla trionfale elezione alla Casa Bianca, il realismo ha preso le sue belle vendette sull’idealismo della campagna elettorale. Per gli interessati, ecco un mio personale bilancio di un anno di Obama in politica estera. Avviso: vista la materia, è un po’ lungo.

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10
Dic
2009

Meno treni tra Milano e Parigi: la lotta tra due monopolisti

La notizia riportata da molti giornali, tra i quali anche il Corriere della Sera, che è stata dimezzata l’offerta di treni ad alta velocità tra Milano e Parigi ha destato molto scalpore. A partire dal 13 dicembre non vi saranno più due treni al giorno che collegheranno le due città, ma ve ne sarà solo uno in ogni direzione, con una conseguente diminuzione dell’offerta diurna del 50 per cento.

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10
Dic
2009

Ostacoli fiscali alla concorrenza dei privati nei servizi pubblici: il caso degli interessi passivi

Antica questione intra-liberismo quella dei loophole, i “buchi” del sistema fiscale che permettono ad un settore o ad una categoria di contribuenti di pagare meno tasse grazie a deduzioni, detrazioni e sconti vari: c’è chi li vede come una legittima forma di difesa dal fisco e chi li considera una sorta di “spesa pubblica fiscale” e di distorsione della concorrenza. Nel mondo reale (e nella realissima Italia, per quanto ci riguarda) la questione è spesso di lana caprina: la difesa dell’attività economica dalla rapacità del fisco e la tutela dell’ambiente competitivo passano a volte dall’eliminazione di un loophole, altre volte dall’inserimento o dall’ampliamento di una di queste eccezioni. Read More

10
Dic
2009

I bonus dei finanzieri

I bonus pagati ai finanzieri saranno tassati con una aliquota speciale in Gran Bretagna e ora sembra anche in Francia. Gli avidi finanzieri sono di nuovo in prima pagina. Un cinico potrebbe fare questo ragionamento: 1) I bonus sono il frutto delle politiche monetarie e fiscali lasche – politiche che hanno fatto guadagnare con poco sforzo molti denari all’industria finanziaria; 2) La tassazione dei bonus è un modo di finanziare una parte della spesa pubblica che li ha – insieme alla politica monetaria – prodotti; 3) Alla fine, si ha una “partita di giro”, che presenta il vantaggio di mostrare che si stanno punendo gli avidi. I contribuenti saranno contenti, perché si sono puniti i cattivi, mentre si continua, perché non si hanno ancora le idee chiare, a lasciare le cose così come sono. Brown potrà mostrare che “il carico fiscale è sulle spalle di chi può reggerlo”, e Sarkozy sottolineare che porta avanti la campagna contro il “capitalismo anglosassone”.

10
Dic
2009

Il cul de sac: Chicago-blog anticipa l’accordo di Copenhagen

Parlare tra sordi è uno sport poco esaltante, ma ciascuno è libero di farlo, se crede. A spese sue. A Copenhagen, invece, i sordi stanno discutendo animosamente, tra una portata e l’altra, al ritmo di un tassametro che, dopo 11 giorni di battibecchi, segnerà 143 milioni di euro. Per decidere cosa? Chicago-blog è in grado di anticipare i contenuti dell’accordo politicamente vincolante che uscirà dal vertice.

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9
Dic
2009

La lezione di Ryanair sulla crisi

Intervistato oggi dal Wall Street Journal, Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair impartisce una lezione su come funzionano i mercati a colleghi, politici ed economisti “di professione”. Le recessioni sono occasioni d’oro, dice, quando le si sa affrontare con strumenti di mercato. È vero, il WSJ non gli chiede se anche la sua Ryanair goda di sussidi da parte di governi locali e società portuali per attirare traffico negli scali, come ringhiano i vettori nazionali tradizionali. Però la sua filosofia è da manuale.

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8
Dic
2009

La zampata di Draghi: ha ragione, basta TBTF

Il presidente del Financial Stability Forum ha tirato fuori gli artigli. Draghi ha giustamente ammonito su alcune scomode verità. Abbiamo dunque ragione a puntare il dito contro le banche troppo grandi per fallire, la cui disciplina patrimoniale e di capitale di vigilanza non è ancora mutata dopo l’inizio della crisi, e per le quali le Autorità delle tre macroaree mondiali non hanno ancora procedure ordinarie e straordinarie di vigilanza, sicurezza e salvataggio condivise. Col bel risultato che loro ne approfittano e continuano a fare più che mai utili da trading book e con finanza ad alta leva e alto rischio. Devono darsi una regolata, anzi sono i regolatori a doverlo fare, e per questo il FSB che Draghi presiede non si limiterà alle proposte di ratios di capitale più elevati, ma avanzerà proposte che bisogna sperare – dal tono con cui oggi ha parlato – stringenti. Si era già capito che oggi Draghi avrebbe tirato di fioretto e talora anche di sciabola, dalle parole inusualmente fuori dai denti anticipate ieri dalla baronessa lady Shriti Vadera,consulente del G20 e del FSB medesimo. “Le grandi banche europee devono ancora fare pulizia, aveva detto, più di quelle britanniche salvate dallo Stato”, aveva detto. Non è detto che tale franchezza giovi a Draghi per la sua candidatura a guidare la BCE, visto che ai franco tedeschi non piace sentirsi dire queste verità. Ma bisogna a maggior ragione ringraziare Draghi, per aver finalmente levato una voce severa che richiama tutti al molto d’infetto che occorre ancora rimuovere, nei libri e nelle procedure delle grandi banche internazionali. Read More

8
Dic
2009

Obama: siamo al piano bis, Tremonti bonds per le PMI

Il presidente Obama si è dovuto arrendere due ore fa davanti alla Brookings, e dare ragione a chi come Paul Krugman chiede da tempo un nuovo piano pubblico a sostegno dell’economia reale. Il primo, di ben 787 bn$, non ha evitato la disoccupazione al 10% e la distruzione di oltre 7 milioni di posti di lavoro rispetto al precrisi. Anzi nell’aggregato statistico più ampio, quello relativo agli “scoraggiati e respinti” dal mercato del lavoro USA, in gergo tecnico l’U6, siamo ben al 17% della forza lavoro, cioè a oltre 20 milioni di americani che o non lavorano più, o a ritmi e durate di gran lunga inferiori alla loro domanda. La grande novità è che ci si concentrerà sulle piccole imprese, quelle che anche negli USA rappresentano pur sempre i due terzi del mercato del lavoro. A loro, ha detto il presidente, andranno almeno parte dei 200 bn$ sin qui non utilizzati del TARP, e degli altri strumenti straordinari varati per sostenere e ricapitalizzare banche  e intermediari finanziari in crisi (mentre oltre 200 istituti, statali e interstatali, hanno invece chiuso i battenti fallendo, da inizio anno, con garanzie dei depositanti a carico del FDIC, che ha il bilancio per la prima volta in rosso profondo e andrà anch’esso ricapitalizzato dai contribuenti).  Read More