11
Dic
2009

A400M, il bidone evitato da Martino: grazie Antonio!

Oggi primo volo dell’A400M, il velivolo da trasporto militare del consorzio pubblico Airbus-EADS. Nel 2001-02, l’allora ministro della Difesa Antonio Martino tenne fuori l’Italia dal megacontratto europeo, che accomuna Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Spagna, Regno Unito e Turchia. All’epoca, l’opposizione levò fuoco e  fiamme, accusandolo di antieuropeismo. Fui tra i pochi a difendere la bontà della scelta. Oggi più che mai penso sia giusto – lo faremo in pochi – tributare il giusto omaggio a Martino. Aveva visto lontano. Il contratto fu firmato nel 2003, le consegne dovevano cominciare nel 2010. Invece il programma è in ritardo di anni, e forse – forse – le prime vere consegne arriveranno nel 2014. Perché prima bisogna risolvere il problema degli extra costi, passati da 20 a 25 miliardi di euro. Con EADS, il gruppo franco-tedesco più strapuntino spagnolo di fatto pubblico, che rifiuta di addossarseli per la sua inefficienza come da contratto, e chiede invece li paghino i governi. Avremmo dovuto sobbarcarci a spese pazze, mentre tagliamo i bilanci della Difesa. Senza per altro avere gli aerei. È esattamente questa l’Europa statalista e sprecona dalla quale stare sempre lontano, tutte le volte che ci si riesce. Grazie Antonio!

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20 Responses

  1. andrea lucangeli

    Da trent’anni seguo (per diletto non per lavoro) il settore difesa (segnalo l’ottima rivista italiana RID) e posso dire che quella decisione dell’allora Ministro della Difesa Martino fu lungimirante.- L’A.M.I. preferiva una linea da trasporto tattico standardizzata su G222 e C130 e al 400M fu preferito il C130J americano.- Però gli aerei NON sono di classe paragonabile: il C130J è prettamente un velivolo da trasporto tattico con autonomia e payload limitati mentre il 400M si avvicina certamente come caratteristiche al C17 Globemaster III americano, cioè un velivolo da trasporto tattico/strategico.- La 46° Brigata Aerea (che adesso ha in linea i C27J Spartan ed i C130J Hercules) gradirebbe molto poter contare (viste le continue operazioni fuori area) su un vero velivolo da trasporto strategico (classe 400M o C17) ma per il magro bilancio dell’A.M.I. tale opzione non è nemmeno ipotizzabile.- Amen.-

  2. Giannino,
    la invito un giorno a postare su un aspetto poco valutato dai media tradizionali.
    Com’è la vera situazione dei colossi statali francesi e quindi dello Stato?
    Siamo sicuri che ALSTOM, AREVA, AIRBUS, EDF, SOCIETE GENERALE…..non rappresentino una bomba ad orologeria?
    Sa…siamo confinanti e secondo me dovremmo monitorare di più.
    Che ne dice?
    azimut72

  3. Tra i francesi e gli americani non bisogna mai esitare, neanche un attimo, e non solo in campo militare. È pur vero che i 130 non arrivano in Afghanistan e bisogna fermarsi nel golfo, ma pur di non comprare quella roba ne vale la pena. Peccato per la fornitura di elicotteri di finmeccanica, che Obama ha cancellato. Ci rifaremo.

  4. liberal

    Salve Giannino! Mi scusi se esulo dal tema ma leggendo il nome di Martino, mi sono sovvenute idee diverse dagli…aerei. 🙂
    Lei sicuramente lo conosce personalmente ed io no. E questo conta molto ovviamente.
    Ho un pessimo ricordo di Martino come Ministro dei precedenti Governi di centrodestra.
    La cosa che non gli perdono è quella di non aver fatto sentire, in modo aperto, all’interno del suo Partito e nel Governo,la voce del liberalismo, che pur diceva di sostenere.

    La deriva populista e antiliberale di Berlusconi, era già evidente allora ed oggi
    ne abbiamo, purtroppo, la conferma.

    Il suo silenzio lo ha reso complice di un inganno, a danno degli elettori di destra di sentimenti liberali, delusi e preoccupati per il comportamento del signore sunnominato.
    (ma ci sono ancora i liberali nel PDL? E se ci sono, chi sono? )

    Un caro saluto e grazie dell’ospitalità.

  5. Pier

    Signor Giannino.
    Quale elettore, liberalcentrico , critico del PdL e sostenitore anche del ex Ministro Martino che non credo meriti che si possa dire di Lui “complice di un inganno a danno ….” come dice qui sopra “liberal” mi piacerebbe sapere il Suo punto di vista circa la possibilià in Italia, per un governo eletto di effettuare delle vere riforme liberali, stante, mi pare, l’impossibilità pratica di rimuovere tutti i vertici burocratici, ministerial-sindacali e Romano centrici che dall’unità d’Italia in poi tengono in mano,silenziosi,il paese ! Veri poteri forti.
    Credo tra l’altro che Martino in proposito potrebbe spiegare davvero molte cose.
    Quante migliaia di persone Lei pensa possano essere ? Aiuterebbe il vero “spoil system” made in US ?
    (per “liberal”, DellaVedova – http://www.libertiamo.it è uno di questi).
    Pier

  6. Paveway3

    Sbaglio o in quell’occasione fece fuoco e fiamme non solo l’opposizione, ma anche il Ministro degli esteri Renato Ruggiero? Ricordo dihiarazioni europeiste di maniera, forse più volte a difendere il work share di Fiat Avio (il riduttore) che a soddisfare le reali esigenze di trasporto dell’AMI.

  7. oscar giannino

    Confermo pienamente Paveway e ringrazio andrea lucangeli (siamo entrambi sostenitori di nativi e di RID, dove ho una rubrica). L’AMi è già iperstressata per F35 e Typhoon, in ogni caso RAF ha dovuto prendere C17 oltre a pagare gli A400M che arriveranno chissà quando, quindi Londra è la dimostrazione vivente che sarebbe stata una scelta sbagliata.
    per liberal: sì, conosco bene Martino, e conoscendolo penso che il suo carattere – schivo e dimesso, troppo per bene – poco gli abbia giovato per tentare di compensare le derive tax and spend presenti nell’ala più “sociale” del centrodestra; ma ad onore di martino va riconosciuto che ha SEMPRE contonuato a scrivere sui giornali che ne pubblicavano articoli contor le scelte sbagliate dei governi di cui faceva parte in passato, soprattutto in materia di mancata realizzazione della legge delega di riforma fiscale che fissava l’aliquota marginale al 33%, dieci punti inferiore a quella attuale; tanto è bastato, come si è visto, a far decidere “in alto” che era il caso di metterlo da parte… ha un’opinione bassissima di tremonti, ed è ricambiata con gli interessi
    quanto a Pier: un governo degli “ameritalians” chi lo formerebbe mai? chi vince le elezioni vuole comandare e decidere in proprio, non delegare a intellettuali ed esperti…
    azimut72: buona l’idea di andare a guardar meglio nei geruppi pubblici francesi. non sono una bomba a orologeria, quel che sarebbe utile è fare il conto di quanto hanno “succhiato” in termini di risorse a Fr e Ue..

  8. andrea lucangeli

    @ Oscar: RID è ottima anche perchè….ci scrive Giannino.- Non ho (in generale) una grandissima stima dei giornalisti italiani (anche se mio nonno è stato pubblicista) che trovo spesso superficiali: Andrea Nativi , invece, è il prototipo del “bravo giornalista”, sempre preciso e documentato, mai sopra le righe, sempre sul pezzo, una rarità!
    Per quanto riguarda l’A.M.I. ho un vecchio amore per l’Arma Azzurra (ci ho fatto negli anni ’80 il servizio militare da S.Ten.) perciò vorrei vedere in linea di volo sempre aerei al top (F22 Raptor, C17 Globemaster, P8 Poseidon) ma, per il momento, “accontentiamoci” del pochi Typhoon che “passa il convento” e dei prossimi F35.-

  9. tonino segau

    @ andrea lucangeli
    per la sua versatilità il C17, sarebbe l’ideale, ma appunto costa parecchio e viste le regole d’ingaggio del nostro esercito sarebbe un po’ uno spreco, che poi è il tema del post.
    Giannino ha il merito di richiamare, implicitamente, l’attenzione su una questione, quella della difesa, quasi sempre trascurata o fraintesa sul nostro fronte (parlo di quello “ideologico” liberale, libertario, o come preferite definirlo).
    Si fa troppo presto a parlare di “isolazionismo” da una parte, così come, per dirla tutta, ad abbracciare senza troppo riflettere il filoamericanismo.

    @ giannino
    Possiamo contare su un futuro post su politica estera e liberalismo, che dice?

  10. Paolo Mariani

    Le scelte politiche hanno la valenza delle scelte politiche, l’apetto economico commerciale è in secondo piano. Occorre essere sicuri di ciò che si vule e della propria collocazione politica.. ogni scelta ha un costo.. l’italiuccia espressa da Martino con quella scelta ci colloca con precisione tra quelli che sanno impeganrsi con grandi discorsi ma si gurdano bene dal farlo veramente.. l’A400M non è affatto un bidone, è espressione del know how europeo in grado di competere egregiamente con quello USA, certo che ha un costo… il bidone l’ha tirato l’Italia all’Europa.. Con immutata stima verso Martino.

  11. andrea lucangeli

    @ Paolo Mariani: certo che l’A400M non è un bidone (e vorrei ben vedere con quello che è costato il suo sviluppo) ma – piccolo particolare – ha avuto un mare di problemi,
    non è ancora in linea di volo e per i primi esemplari effettivamente “combar ready” si parla del 2014.- Viceversa il C17 Globemaster III è un aereo già sperimenato da anni, affidabile, più performante del 400M, “combat-proven” e – con le ampie compensazioni industriali che sempre gli USA concedono ai loro alleati/clienti – tutto sommato sarebbe costato meno (al contribuente europeo) rispetto allo sviluppo da zero dell’A400M….
    L’industria aerospaziale europea funziona se è in grado di reggere da sola i ritmi di sviluppo di quella USA altrimenti diventa l’ennesimo baraccone mangiasoldi.- E se fossi un pilota da caccia preferirei affrontare il nemico su un F22 Raptor piuttosto che su un Eurofighter Typhoon…..

  12. Paveway3

    Purtroppo, l’A400M è il tipico frutto dei programmi militari multinazionali europei. Quote di lavoro calcolate col bilancino, burocrazia asfissiante nella gestione e specifiche condizionato dalle esigenze dei singoli paesi. Il tutto per costruire un aereo simile all’Antonov 70 che già volava all’epoca del lancio del programma. Al momento il 400M è ben lontano dal raggiungere i target di progetto, anzi si parla di un sovrappeso di 7-8 tonnellate, con parti quali il cargo floor che sono tuttora in fase di redesign. Alcune fonti parlano anche di possibile flutter delle pale in caso di approcci molto ripidi. Inoltre, mia opinione, è troppo piccolo per soddisfare le esigenze di trasporto europee. Il massimo carico previsto è la blindo Centauro dell’esercito spagnolo, circa 27 ton. Quindi, se ci sarà la necessità di muovere mezzi più pesanti, bisognerà continuare a noleggiare gli Antonov.

  13. Luigi

    allora intendiamoci subito: EADS, essendo espressione primaria degli interessi politico industriali franco-tedeschi ne e’ da questi condizionata pesantemente, specialmente dai primi con la loro smisurata ambizione di controllarne e dirigerne l’evoluzione. Non mi metto qui a discutere sulla bonta’ o meno dell’A400 che comunque do’ per scontata visto che dal punto di vista delle costruzioni aeronautiche ne’ Francia ne’ Regno Unito hanno smobilitato le loro industrie dalla seconda guerra mondiale in poi e si sono sempre ben distinte in campo internazionale sia civile che militare a differenza di Italia, Spagna e Germania, quello che mi fa girare le scatole oltremodo e’ l’insistenza nazionalista, sciovinista e presuntuosa dei francesi di controbattere gli statunitensi in qualsiasi campo a prescindere, mettendo in campo tutte le notevoli risorse del loro bravo complesso politico-finanziario-industriale. Ha detto bene Giannino nella sua risposta, i grandi gruppi transalpini come EDF, Suez, AXA, BNP-Paribas, EADS, efficienti e vincenti che siano devono gran parte del loro successo al fatto di essere sostenuti e protetti con risorse pubbliche, prima del loro stato (e sin qui poco male, ognuno a casa propria e’ libero di fare quel che vuole, come noi siamo altrettanto liberi di mettere condizioni e divieti quando uno di questi megagruppi cerca di entrare in altri mercati per conquistare posizioni di rilievo) e adesso dell’Europa intiera. Prendiamo il caso dell’A380, progettato e sviluppato per servire il concetto degli hub aeroportuali, di cui l’Europa e’ ben dotata e sui cui basa il suo modello di trasporto aereo, in un momento in cui sta emergendo la tendenza a decentrare per quanto possibile i voli su piu’ destinazioni (il cosidetto collegamento punto a punto), per la quale Boeing ha intelligentemente progettato il 787. Risultato? 800 ordini ed oltre per il 787, mentre per l’A380 se ne sono venduti a tutt’oggi meno di 200, una ventina circa volano anche se ogni tanto sono costretti a terra per guasti vari, ed il punto di pareggio del programma, inizialmente previsto per 420 esemplari, ora ufficialmente e’ diventato un segreto ben custodito dai vertici di EADS, anche se non c’e’ dubbio che saranno i contribuenti europei a pagare. Ah e dimenticavo, il maggior ordine per questi aerei (53) viene dalla Emirates che e’ del Dubai, e non mi pare che il piccolo emirato sia in buone condizioni finanziarie da un po’ di tempo.
    Sempre per restare nel campo della difesa, vorrei far notare come la Francia, inizialmente membro del consorzio Eurofighter (il Typhoon), se ne e’ uscita quando le e’ stato rifiutato il ruolo di guida del progetto, insistentemente preteso, per costruire da sola il proprio Rafale. Il risultato e’ stato, oltre ad un aumento esponenziale delle spese di sviluppo, necessarie per riempire la greppia dove mangeranno generazioni di enarques e altra fauna statale assortita, che il Rafale verra’ venduto per la prima volta ai brasiliani, mentre il Typhoon e’ gia’ stato aqcuistato dai sauditi ed e’ in lizza con prodotti statunitensi con buone prospettive per l’acquisto da Singapore, Giappone, Australia e Malesia (e nelle prove svoltesi in queste situazioni e’ risultato sempre superiore al velivolo transalpino). La stessa sezione difesa della EADS e’ sotto il controllo diretto francese e i suoi dirigenti rispondono direttamente al ministero della difesa e ai servizi segreti, quindi nessuno dei partner europei ufficialmente puo’ mettere il naso negli affari della compagnia. Non meraviglia il fatto che i francesi da sempre vogliano una industria bellica europea asservita ai loro interessi nazionali, quello che stupisce e’ la continua acquiescenza dei governi europei alle pretese transalpine di controllo e decisione, di cui l’A400 e’ solo un capitolo. Bene ha fatto Martino a tenere fuori l’Italia da un pasticcio in cui avevamo poco da guadagnare (i riduttori dei turboelica? e teniamo presente che l’europa ha una eccellenza nel campo dei motori aeronautici grazie a Rolls Royce e in minor misura a SNECMA, quindi non riesco a capire le difficolta’ nel progetto di un turboelica, a meno che come al solito i veri motivi non stiano da una altra parte, ossia dare lavoro e fondi a perdere ad imprese ben ammanicate col potere statale come Fiat in Italia e Dassault/Lagardere in Francia) e in cui saremmo stati subalterni alle decisioni dei francucci e dei tedescucci, al contrario di come certi vorrebbero far credere.

  14. paolo

    Sul bidone eurofighter (programma ridotto da tutti gli Stati del consorzio tranne l’Italia), i suoi ritardi, le obsolescenze che lo compongono, i costi da mentecatti e le cattive gestioni, ovviamente neanche due righe di pura, sana e semplice verita’.Tanto per non disturbare il manovratore e le relative cordate di comitati d’affare.
    Una visione un po’ strabica del libero mercato…
    E se non ci fosse mamma stato a pagare?

  15. zeno

    buongiorno Giannino,
    aver lasciato al suo destino l’A400 è stata cosa buona e giusta a prescindere dalla bontà della soluzione tecnologica della quale si potrà parlare una volta conclusa la fase di affinamento che segue la messa in servizio dei primi esemplari (e siamo solo ai primi voli del primo esemplare).

    volendo acquisire capacità di trasporto strategico era ben aperta la partecipazione al programma SAC (Strategic Airlift Capability) con l’acquisto di nuovi C-17, ma i cordoni della borsa non permettono di scialare anche per le promesse già spese su fronti che hanno un ben più importante ritorno industriale ovvero

    A)
    il programma F35A/B con la elevata spesa per la “fabbrica” Final Assembly and Check Out presso Cameri NO. per ottenere la FACO pare siano stati ordinati più aerei di quanti fossero i reali requisiti delle ff.aa.
    62 esemplari per la versione B a decollo corto ed atterraggio verticale in sostituzione dei 17 venerandi Harrier della marina, ad esempio, è un numero che necessiterebbe quantomeno di una seconda e non prevedibile portaerei gemella al Cavour.

    B)
    il programma ef-2000 che oltre ai noti costi sin qui sostenuti rischia di vedere pregiudicate il programma di sviluppo e maturazione del prodotto vanificando ogni velleità di esportazione. i membri del consorzio pressati dalla crisi finanziaria mondiale paiono defilarsi alla spicciolata chi su un aspetto, chi su un altro, nel portare a compimento tutte le previste migliorie ed integrazioni di capacità della “piattaforma”. comportamento miope che rischia di regalare un vantaggio competitivo al prodotto concorrente rafale.

    vedasi gara brasiliana, leggasi Libération http://tinyurl.com/yhlsvmz

    non potendosi perseguire tutti gli obiettivi ed essendo già a rischio quelli irrinunciabili bene è stato scelto di non procedere all’acquisizione di trasporti strategici anche perché cosa dovrebbero mai trasportare per risultare necessari? la nostra politica estera, salvo mutazioni genetiche repentine, non credo prevederà nel futuro prossimo lo spostamento di ingenti quantità di mezzi e materiali di peso. mezzi pesanti sono brutti, cattivi, possono far male e non sono coerenti con l’immagine del soldato italiano “brava gente ponti, scuole, penne e caramelle”
    mezzi pesanti, in grandi quantità soprattutto significa un impegno finanziario che ad oggi non mi pare ci potremmo permettere nemmeno se ce ne fosse la volontà politica.
    per le nostre quantità realmente disponibili la flotta di C130, C27 è sufficiente al minimo sindacale ed il nolo degli antonov da trasporto è quella che in termini di costi/benefici meglio si adatta al nostro portafoglio ed al nostro arsenale.

  16. Rick

    Gentile sig Giannino,

    è vero, quella di Martino fu una scelta lungimirante, ma fu anche l’unica scelta corretta fatta da quello che (purtroppo) possiamo considerare uno dei peggiori Ministri della Difesa della storia italiana.

    Il motivo fu di stretta politica industriale: EADS offriva briciole a Finmeccanica, mentre dagli USA arrivava la proposta di comprare il C-130J, far sviluppare da Alenia l’eccellente trasporto tattico leggero C-27J (ad oggi il migliore al mondo nella sua classe) che poi sarebbe stato venduto a sua volta agli USA: era uno scambio molto più vantaggioso per l’industria e il paese, anche per la dimensione dell’ordine americano, e la scelta fu presa.

    Quanto Martino, le risorse per il bilancio della Difesa raggiunsero il minimo storico nel 2006, sotto la sua guida. Mi rendo conto che è ingiusto addossare a lui tutte le responsabilità, ma se veramente era contrario ai tagli doveva dimettersi e spiegarne le ragioni in una conferenza stampa: non l’ha fatto e le FFAA hanno rischiato il tracollo.
    I suoi errori poi non furono solo economici, ma anche strettamente dottrinali: Martino era affascinato dalla teoria della guerra leggera di Rumsfeld (rivelatasi poi totalmente sbagliata) e credeva che all’Italia servissero solo unità di fanteria leggera. Lui o il suo primo ministro (non ricordo chi dei due) definirono la Cavour (l’unico assetto strategico del paese) “inutile portaerei dell’ulivo costata 13 miliardi” (costò 1,4mld) e riguardo all’EF-2000 il Ministro Martino avrebbe preferito “10 F-16”.

    E’ interessante guardare come, nel campo della Difesa, destra e sinistra si invertano i ruoli in Italia. Con Parisi il bilancio della Difesa ritornò a livelli accettabili, furono esponenti del centrosinistra a decidere tutti i maggiori programmi aerei (l’EF-2000 risale alla notte dei tempi, ma la prima firma per l’F-35 venne dal primo governo dell’Ulivo) e navali italiani (la portaerei Cavour, i DDG Doria e, grazie alle fortissime pressioni dell’allora senatore dell’opposizione Forcieri, le fregate FREMM, che costituiranno la spina dorsale della Marina del futuro).
    Tendenzialmente i bilanci per la difesa italiani sono cresciuti durante i governi di centrosinistra, e calati (anche drasticamente come sta avvenendo ora) con i governi di centrodestra, mentre entrambi gli schieramenti politici non hanno problemi ad usare le FFAA per la politica estera italiana (Kosovo, Libano e un primo surge in A-stan per il centro sinistra – A-stan, Irak e un ulteriore surge in A-stan per il centrodestra).

    Cordialmente

    Rick

  17. Soldato

    Gent.mo Giannino,
    Martino sino ad un certo punto! Fu l’allora Vice Presidente del Consiglio a porsi seri dubbi sull’A400 in seguito ai no avuti per le risorse da destinare al personale, alla professionalizzazione delle Forze Armate, alla sicurezza ecc.ecc.!
    Durante un’incontro suscitò molta ilarità sarcastica l’affermazione fatta da un Generale in Commissione Difesa sulla possibilità di acquisto di mongolfiere da parte della politica se richieste in modo giusto. Martino non lo rimosse e quel generale è tutt’ora in carica! Un’altro Ammiraglio sempre in questa occasione disse che la marina possedeva circa una settantina di navi (rispondeva a Zanone – altro ex ministro della Difesa) e si obiettò “..ina le navi? Un’Ammiraglio dovrebbe sapere se ne ha 69 o 71, l’approsimazione era inopportuna”. Martino non lo rimosse è vale il discorso di prima.

    Come Martino è stato per Parisi (ex allievo nunziatello) da una parte riceveva soldi per l’industria (FREMM, JSF) impegnado il bilancio per decenni e dall’altra si diceva preoccupato di non avere risorse a sufficienza per gli uomini!

    Gli uomini, soprattutto quelli in divisa, non esultano per l’A400 perchè anche in quel caso non videro un’euro dal duo Tremonti-Schioppa però rimangono oggi ancora le navi (FREMM) e gli aerei (JSF).

    Dica, allora caro Giannino – Ella che può, a La Russa di eliminare la cintura di galloni che lo attornia oggi e che gli nasconde la possibile soluzione ai suoi problemi di bilancio e di sicurezza del suo personale, ossia di rivedere a cosa e a che serva una nave o un’aereo in più! Già senza dimenticare che La Russa non è Fini. Purtroppo.

  18. Giorgio

    Gentile sig Giannino,
    Probabilmente irealizzabile ma cosa succederebbe se l’Italia si accorda con l’Ucraina per comperare il progetto AN-70, poi svilupparlo, insieme, chi sa magari ai Russi ed Ucraini. Spartendosi la commercializzazione. Nota bene che gli USA, fra non poco dovranno guardarsi in giro per comperare qualcosa di simile. E non credo che sono cosi entusiasti nel comperare un prodotto franco-tedesco. Inoltre il AN-70 cadrebbe benissimo in un programma di prodotti che non esistono al di fuoi del A400m. Costa meno, porta di più, e sarebbe un ottimo prodotto per tutti quie stati che non vogliono o non possono comperare il A400m a partire dal prezzo. USA in primis. Inoltre gli USA non potrebbero mai e poi mai comperare un prodotto Russo – ma Italiano si.

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