Cornuti e tassati
Qual è la tassa più odiata dagli italiani? Forse l’IMU, che – secondo un’illustre opinione – aggredisce, con la casa, «il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di costruire la sicurezza del suo futuro»? Sbagliato. Per caso l’IRAP, congegno machiavellico che tiene in ostaggio le nostre imprese? Tentate di nuovo. Allora l’IRPEF, che più efficacemente ci ricorda come la condizione del suddito non sia poi così lontana da quella dello schiavo? Nope. Magari l’IVA, che non ci abbandona nemmeno dal fruttarolo o dal salumiere? Acqua.
Facciamo un passo indietro. Molti tra i lettori di Chicago-blog saranno incappati in un recente spot televisivo. A chi lo seguisse distrattamente potrebbe sembrare la réclame di una rivista di bricolage. Un televisore viene usato come secchiello per il vino, un altro come acquario, un terzo accoglie le evoluzioni dei burattini con cui un nonno incanta i nipoti. Ma non è sui modi più estrosi per rivitalizzare un apparecchio esausto che gli autori c’invitano a riflettere: al contrario, la voce narrante ci ricorda che «qualunque cosa tu faccia con il tuo televisore, il canone è un’imposta obbligatoria legata al suo possesso».











