27
Gen
2013

Cornuti e tassati

Qual è la tassa più odiata dagli italiani? Forse l’IMU, che – secondo un’illustre opinione – aggredisce, con la casa, «il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di costruire la sicurezza del suo futuro»? Sbagliato. Per caso l’IRAP, congegno machiavellico che tiene in ostaggio le nostre imprese? Tentate di nuovo. Allora l’IRPEF, che più efficacemente ci ricorda come la condizione del suddito non sia poi così lontana da quella dello schiavo? Nope. Magari l’IVA, che non ci abbandona nemmeno dal fruttarolo o dal salumiere? Acqua.

Facciamo un passo indietro. Molti tra i lettori di Chicago-blog saranno incappati in un recente spot televisivo. A chi lo seguisse distrattamente potrebbe sembrare la réclame di una rivista di bricolage. Un televisore viene usato come secchiello per il vino, un altro come acquario, un terzo accoglie le evoluzioni dei burattini con cui un nonno incanta i nipoti. Ma non è sui modi più estrosi per rivitalizzare un apparecchio esausto che gli autori c’invitano a riflettere: al contrario, la voce narrante ci ricorda che «qualunque cosa tu faccia con il tuo televisore, il canone è un’imposta obbligatoria legata al suo possesso».

La tassa più odiata dagli italiani, come avrete a questo punto capito, è il canone televisivo. Un tributo detestato a tal punto da convincere ogni anno i creativi di Viale Mazzini a esibirsi in un’improbabile operazione simpatia. Del resto, si è mai sentito di un’altra amministrazione che, per incentivare il pagamento di un’imposta (“obbligatoria”: dal che deduciamo che a Saxa Rubra abbiano coniato la categoria delle imposte volontarie), ricorra alla pubblicità? A una pubblicità, tra l’altro, che – sia pure iperbolicamente – afferma il falso: perché è chiaro che lo scheletro di un televisore, trasformato in giaciglio per il cane, non autorizza alcun prelievo.

Ma l’aspetto più problematico della questione è la filosofia che lo spot incarna. In punto di diritto, al canone si riconosce – nella ricostruzione della Corte Costituzionale – natura d’imposta e non di tassa: in altre parole, l’adempimento dell’obbligazione tributaria è slegato dalla fruizione – o persino dall’astratta fruibilità – di un servizio; e, in tale configurazione, il possesso del televisore rappresenta un mero indice di capacità contributiva. Il dato politico è, però, ben diverso: in un senso più profondo, la legittimazione di ogni tributo – tanto più di un’imposta di scopo – dovrebbe dipendere da un beneficio per il contribuente: e invero, nel nostro caso, il presupposto del canone viene meno non solo laddove non si riscontri il possesso del televisore, ma anche a fronte del suggellamento di quest’ultimo – pratica che sulla capacità contributiva pare esercitare un’influenza trascurabile.

Certo, la Rai proclama – bontà sua – l’impegno a garantire una televisione di qualità: ma rifiuta ogni relazione tra fedeltà fiscale e livello dell’offerta, ignorando che l’alto tasso di evasione e, più generalmente, la scarsa reputazione dell’azienda si giustificano precisamente con la mediocrità di approfondimenti monodirezionali, telecronache infauste e baracconate all’ombra del Vesuvio. Intanto pagate, pare dire: poi si vedrà. A ciò si aggiunge il retrogusto della beffa, ove si consideri che il canone finanzia anche queste richieste: paghiamo la Rai perché essa possa estorcerci risorse sempre maggiori. Lo spot per il canone non è un appello alla coscienza tributaria: è un’ipoteca sui nostri portafogli.

È qui facile cogliere quel che spesso ci sfugge quando i nostri quattrini vengono versati nel calderone della fiscalità generale: che essi sono destinati a un preciso gruppo di individui: vasto, mutevole, ma in ogni caso chiaramente individuabile. L’illusione finanziaria è un po’ meno insidiosa quando chi esige i tuoi soldi non fa nulla per nascondersi, e anzi ti propina i suoi spettacoli senza soluzione di continuità. Come ha ben dimostrato Serena Sileoni, lo spot per il canone non è il peggiore tra i sortilegi posti in essere dalla Rai per intascare i nostri soldi. Ma si tratta, senza dubbio, del più sfacciato.

@masstrovato

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26 Responses

  1. giuseppe 1

    Naturalmente! Anche per l’auto c’è la tassa di possesso, che non esiste da nessuna parte. Anzi, quasi da nessuna parte non esiste nemmeno il bollo auto.
    Come per il fucile da caccia e qualsiasi altra stronzata che mi sono comperato coi soldi miei.
    Non ci libereremo di queste tasse se non ci liberiamo da questi dittatori.

  2. Guido61

    @giuseppe 1

    Veramente in molti stati USA esiste la vehicle registration fee che si paga ogni anno. In California finanzia la polizia stradale e la motorizzazione.

  3. claudio di croce

    La casta politico-burocratica che ci comanda, ci ruba i soldi dalle tasche , entra nella nostra vita privata ,ci controlla come spendiamo i nostri soldi, ci vuole impedire di usare i contanti, ci impone i balzelli più schifosi , lo può fare perchè una parte dei sudditi è convinta per stupidità , per invidia , per rancore sociale ,che sia giusto derubare i “ricchi ” che a loro volta se non sono poveri è perchè in un modo o nell’altro hanno rubato anche loro . Inoltre i politici sono bravissimi a dirgli che una parte di quei soldi rubati ai ” ricchi ” finiranno a loro. D’altra parte la politica è quella attività che con la violenza della legge , ruba soldi a coloro che presumibilmente non vota per loro per darli a coloro che votano per loro. Naturalmente la politica trattiene da questi soldi per sè una commissione che è molto , ma molto cospicua , come sappiamo. Fino a chè non ci ribelleremo non cambierà nulla.

  4. Mauro

    Si è proposto di incassare il canone tramite le bollette delle utenze domestiche, sancendo così definitivamente lo scollamento tra prodotto e costo, e garantendo la vita (di lusso) ad un baraccone in balia dei potentati politici. Per non parlare della pubblicità

  5. giuseppe 1

    Mentre la gente arrancava,non solo non hanno ridotto le spese di un centesimo, ma hanno avuto la faccia tosta di aumentare il canone di un paio di euro. Il liberale Monti non ha fatto una piega.Non ha avuto niente da ridire.Verso la fine degli anni ’80 mi capitò di essere fermato dalla Stradale all’uscita di un casello autostradale. Accostai, e subito si avvicinarono dei ragazzi per compilare un questionario della Rai. Alle mie proteste (pensare se potevo rispondere a loro mentre mi fermava la Polizia) mi risposero candidamente che gli agenti stavano fermando altrimenti nessuno avrebbe risposto al questionario! Questi sono i sistemi dello Stato e i rapporti fra le sue emanazioni!

  6. ALESSIO DI MICHELE

    Pie illusioni ! Quanto fin qui scritto si attaglia quasi perfettamente ai contributi previdenziali: con la squallida aggravante che ci sono addirittura i contributi a carico del datore, cioè il canone sul televisore di un altro. E gli italiani che ne dicono ? Non pervcenuti.

  7. Bo-Rai.
    Fare partire una campagna di boicottaggio di tutti i prodotti che fanno pubblicità tramite la Sipra, finchè non verrà abrogato il “regio decreto” e la Rai non dividerà i canali gratuiti broadcast e quelli a pagamento su abbonamento come fa Sky, che tra l’altro mi pare non sia in perdita!

  8. Papero

    Il canone TV è una arrogante buffonata esatta a norma di legge. Decenni fa la RAI era l’unica emittente, poi le emittenti private, quelle estere con il satellite che trasmettono programmi migliori di quelle RAI. Nonostante la mediocrità del palinsesto, gli stipendi del corpo dirigente è aumentato e la pubblicità irrompe nei i programmi con la medesima snervante frequenza delle tv commerciali.

    Se vedi un programma RAI è giusto che si paghi il canone come è giusto pagare il biglietto se usi il tram o l’autobus, ma esigere il canone solo perché si possiede la TV è un abominio giuridico. Allora per lo stesso principio, potrebbero far pagare il gas per il riscaldamento per il solo fatto di possedere i radiatori a prescindere dal consumo, l’abbonamento ad un quotidiano o ad rivista a prescindere dall’invio quotidiano o settimanale di questo.

    Una sciocchezza è una sciocchezza anche se la propini con dotte sentente e colte argomentazioni. Se la RAI vuol far pagare le sue trasmissioni, criptino i canali come SKAY; la vuoi vedere : paghi.

  9. Emilo

    Non credo che il canone sia la tassa più odiata, di certo è la più evasa. Per qualche ragione ci si sente autorizzati a non pagarla, forse perchè non si è assidui telespettatori della Rai. Personalmente contesterei le modalità con cui questa svolge il ruolo di servizio pubblico. Un esempio per tutti: il confronto tra i candidati per le primarie del PD trasmesso su SKY, un’occasione persa anche dal punto di vista delgli ascolti e quindi dell’autorevolezza e dei guadagni. Non ci si può improvvisare liberali tutte le volte che si ha una tassa da pagare. Suvvia.. il biglietto di tram e autobus non coprono le spese di esercizio, si attinge dalla fiscalità generale. E comunque che valore, anche economico, diamo al fatto che quel tram passerà sempre, indipendentemente da quanto lo utilizziamo?
    Da liberarle mi interrogherei su questa situazione: com’è possibile che il debito aggregato sia in linea con gli altri paesi avanzati mentre il debito pubblico drammaticamente elevato? Verrebbe da pensare che gli italiani (o quantomeno alcuni) si siano arricchiti anche a spese dello Stato, ecco perchè l’Italia non è ancora un paese liberale, a molti conviene che non lo sia…

  10. Papero

    Cit. “Non credo che il canone sia la tassa più odiata,”
    la ritrosia o meno è soggettiva. Io vedo la RAI e pertanto la pago.

    Cit. “Per qualche ragione ci si sente autorizzati a non pagarla, forse perché non si è assidui telespettatori della Rai.”
    Chiariamo : chi vede i programmi RAI e se questa chiede il pagamento, deve pagare e non ci si sente autorizzati a non pagarla. Se usi la TV per un’infinità di fini alternativi (la usi come monitor per proiettare un PPT in un negozio, la usi per vedere DVD in un circolo, se sei di madre lingua araba la usi per vedere i programmi stranieri satellitari ma non conoscendo l’italiano della rai non ti interessa…) richiedere il canone è un abuso che se non fosse lo stato ad imporla ci sarebbero gli estremi per l’art. 2041 cod.civ. e qualche art. da cod.pen.

    Poi non interessa che svolga servizio pubblico (cosa significa servizio pubblico ? Le altre emittenti trasmettono programmi di altrettanto contenuto “servizio pubblico”, meteo, telegiornali, servizi teletex…). Se la RAI esige un canone, allora si sentirebbero in diritto di richiederlo tutte le altre emittenti televisive.

    Cit. “Suvvia il biglietto di tram e autobus non coprono le spese di esercizio,”, cosa c’entra ? Per il tram, per la linea dell’autobus, per l’autostrada pago per un servizio offerto ma di cui USUFRUISCO.

    Che c’azzecca il debito aggregato e il debito pubblico con la correttezza o meno e quindi la legittimità o meno del richiedere il pagamento di un canone per il possesso di un bene che può servire a scopi diversi ?
    E’ il principio che è sbagliato : imporre una tassa sulla TV a prescindere dal motivo. Il pagamento della tassa sui cani era incostituzionale perchè allora si doveva far pagare il gatto, il pesce rosso, il criceto, il coniglio… perchè la TV sì e la lavatrice, il frigo, la lavastoviglie, il freezer … no!

    C’è gente che non vede programmi RAI per diversi motivi ma possiede un TV: perchè non arriva il segnale RAI ma quello di altre emittenti o satellitari, per scelta personale o usa la TV per scopi diversi (leggi sopra) ma deve comunque pagare il canone RAI !

  11. Giorgio Andretta

    @Emilo
    non si è obbligati a commentare, se lo si fa ce se ne deve assumere la responsabilità, qui invece ci sono persone che se obietti alle loro asserzioni ammutoliscono.
    Lei sostiene:” Non ci si può improvvisare liberali tutte le volte che si ha una tassa da pagare. Suvvia.. il biglietto di tram e autobus non coprono le spese di esercizio, si attinge dalla fiscalità generale. E comunque che valore, anche economico, diamo al fatto che quel tram passerà sempre, indipendentemente da quanto lo utilizziamo?”
    Sono anarchico e propongo l’antropocrazia e vivendo in campagna non sono servito da tram od autobus, ne da metropolitana e nemmeno da treni ad alta velocità o capacità, tantomeno da aereoporti e da autostrade, quindi se uno vuole usufruire degli agi e dei lussi dovrebbe possedere il buon senso e la dignità di pagarseli, o lei pensa, e potrebbe capitare, che noi villani dovremmo anche contribuire ad una ristorazione d’elite per coloro che vivono in citta?

  12. Emilo

    @Papero
    Capisco benissimo la sua posizione, che personalmente considero legittima, altri (legittimamente) sono orientati su approcci diversi. Rimarcavo semplicemente il fatto che tanti non pagano il canone ma usufruiscono del servizio, come del resto alcuni sottoscrivevano contratti “home” con con TV a pagamento per trasmettere partite di calcio in locali aperti al pubblico.
    Per quel che mi riguarda o la Rai “insegue”, per modalità e tipo di offerta, le emittenti commerciale ed allora viva di vita propria, senza attingere da un canone imposto. Oppure svolga il ruolo di servizio pubblico, come contrattualmente previsto dallla concessione, ma lo faccia nel migliore dei modi e con efficienza, proprio perchè si avvale di una contribuzione imposta. Possiamo, con spirito liberale, ridurre l’azione dello Stato, oppure il costo dell’esercizio ricadrà sulla fiscalità; che si attinga dalla fiscalità generale o da tassa specifica, dal mio punto di vista è un dettaglio, su cui è anche interessante discutere, ma pur sempre un dettaglio.
    Sottolineo ancora: non siamo un paese lberale perchè a molti (nell’intero arco politico)conviene che non lo sia.

  13. Johann G.

    Il Canone RAI è la stigmatizzazione dell’approccio alla tassazione di tipo autoritario vigente in Italia. E’ lo Stato, LA MANO CHE PRENDE E CHE SPENDE, a determinare il livello della tassazione e non CHI PAGA, LA MANO CHE DA’.
    Tasse e Imposte sono determinate in maniera autoritaria, CHI VERSA E’ SOLO SOGGETTO PASSIVO, senza alcuna facoltà di controllo nè sulla Spesa Pubblica nè tantomeno sul livello di Tassazione. Il cittadino è il BANCOMAT di Stato e Enti Locali Vari. E’ un CODICE FISCALE o una PARTITA IVA a cui attingere in continuazione.
    Mile e poi mille sono le giustificazioni a tutela della legittimità del prelievo, sia esso il possesso, la capacità contributiva, la produzione di reddito, di valore aggiunto, la redistribuzione, la tutela della equità sociale, il welfare, ecc.
    L’esercizio di sottomissione fiscale praticato dallo Stato è continuo e abilmente motivato con formule filosofiche e giuridiche di ogni tipo.
    Il contribuente è ormai conscio della tendenza dittatoriale di questo sistema di dittatura fiscale che stà stroncando, ancor prima della economia, la vitalità e l’entusiamo di un popolo.

  14. Gianfranco

    Il punto e’ un altro. Il canone RAI e’ una tassa sul possesso di un apparecchio radiotelevisivo.
    Quindi non e’ “guardo la RAI”, quanto “posseggo un apparecchio tv”. O un monitor, o un citofono, o quel che e’.

  15. Papero

    Cit. “Il punto e’ un altro. Il canone RAI e’ una tassa sul possesso di un apparecchio radiotelevisivo.
    Quindi non e’ “guardo la RAI”, quanto “posseggo un apparecchio tv”. O un monitor, o un citofono, o quel che e’.”

    1. non capisco il punto dell’intervento. In base a cosa si leggittima il pagamento annuale di un canone (che significa abbonamento) per il solo possesso di un bene ?

    2. l’etimologia della parola tassa implica la corrispondenza di un servizio ( http://it.wikipedia.org/wiki/Tassa ).

  16. paperino

    @Papero

    “In base a cosa si legittima il pagamento”

    la forza: loro sono loro (per il tuo bene) e tu non sei un cazzo

    “l’etimologia della parola tassa”

    sai cosa gliene frega dell’etimologia al gabelliere, lui con tutta la forza dello stato dietro, tu con nulla?

    Storicamente, il canone e’ diventato tassa di possesso da quando esistono le tv private, e la ggente ha cominciato a chiedersi perche’ avrebbe dovuto pagare la Rai per avere lo stesso servizio che gli altri danno gratis. (visto inoltre che la rai, pur godendo dell’introito del canone, mette un sacco di pubblicita’).
    Storia simile vale per il bollo auto: fino a un certo punto, era una tassa di circolazione: venivi multato solo se ti trovavano per strada senza averlo pagato, il mero possesso dell’automobile ferma in garage non era di per se sottoposto a tassazione. Poi si sono accorti che al sud, perlomeno in certe zone, il bollo non lo pagava nessuno neanche quando circolava, e l’hanno trasformato in tassa di possesso, cioe’ patrimoniale, che e’ piu’ difficile da evadere. Una crisi finanziaria da usare come pretesto si trova sempre, negli svariati decenni della mia vita pochissimi sono stati gli anni (se ce ne sono stati) in cui non c’e’ stato bisogno di qualche manovra finanziaria straordinaria per tenere in equilibrio, per quanto precario, il bilancio dello stato, OGNI ANNO funestato da eccesso di spesa, fuori controllo.
    Stessa cosa vale per gli immobili: il mero possesso, specialmente se non prima casa (cioe’ tutte le case di abitazione non abitate dal residente e tutti i fabbricati in cui si lavora) e’ sottoposto a pesantissima tassazione patrimoniale. Unico reale motivo: lo stato e’ SEMPRE in deficit, spende SEMPRE piu’ soldi di quelli che riesce a prelevare nell’anno precedente, e gli immobili non possono scappare all’estero e non si possono occultare, per cui giu’ con imposte e tasse.

    Oops, a luglio arriva la Tares, la nuova tassa per pagare i servizi comunali fra cui la spazzatura (ma l’Imu, IMPOSTA MUNICIPALE IUNICA, allora cosa ci sta a fare?): si paga a mq di immobile posseduto, quindi ennesima patrimoniale. Perche’? Come sopra, gli immobili non possono scapparsene all’estero, e tassando il mero possesso invece del reddito lo stato si GARANTISCE il gettito, a prescindere dal reddito che con l’impoverimento generale si fa sempre piu’ risicato per sempre piu’ persone.

    Morale? Lo Stato vuole i tuoi soldi e se li prende.

    L’unico principio che mette in atto lo Stato nella tassazione e’ il massimo incasso con il minimo impatto elettorale per il partito al governo in quel momento. Tutta la storia della repubblica, dal 1946 in poi, e’ informata da questo assunto. Fino ad arrivare ad una pressione fiscale reale che ormai, in media, sfiora i due terzi del reddito, con punte che tendono all’infinito (qualsiasi imposta o tassa divisa per zero-reddito da’ infinito) per chi si trova in possesso di beni senza avere alcun reddito, o avendone uno molto basso.

    Lo Stato vuole TUTTO. Questo e’ l’unico principio, tutto cio’ che ti raccontano sono pretesti sempre piu’ risibili, per fotterti meglio.

    Hanno distrutto lo Stato erodendone alle radici la credibilita’, e poi ti dicono che il nemico dello Stato e’ chi cerca, come puo’, maldestramente e sempre con la spada di damocle, della rovina, sul capo, di difendersene.

    Finisce male, anzi, e’ gia’ finita male.

    Occhio che se sanno che leggi questo commento di mandano la guardia di finanza per un “accertamento”, e qualcosa si trova sempre, minchia…

    Guarda in che miserabile stato e’ stata ridotta questa repubblica per cui i nostri avi hanno, pentendosene amaramente poi (riporto fedelmente voci ormai mute), versato sudore e sangue.

    Ma il conto delle proprie colpe prima o poi arriva a tutti…

  17. paperino

    @Papero
    “allora per lo stesso principio, potrebbero far pagare il gas per il riscaldamento per il solo fatto di possedere i radiatori a prescindere dal consumo”

    Lo fanno, lo fanno… l’IMU e’ una tassa patrimoniale sugli immobili il cui gravame aumenta proporzionalmente alla qualita’ dell’immobile. Se hai i radiatori, l’IMU e’ piu’ alta. Se fai dei lavori di miglioramento, la tassa e’ piu’ alta…
    Del resto, sembra normale a tutti, di che ci lamentiamo.
    Siamo nel il paese di Machiavelli, no? Il fine giustifica i mezzi.

  18. paperino

    @Emilo

    “Per quel che mi riguarda o la Rai “insegue”, per modalità e tipo di offerta, le emittenti commerciale ed allora viva di vita propria, senza attingere da un canone imposto.”

    La Rai E’ lo Stato, per cui fa, con l’irresponsabilita’ tipica del potere assoluto, tutto cio’ che vuole.
    Lo Stato Italiano e’ una bestia con l’assoluto monopolio della forza: se lo si lascia libero, e lo e’, libero, fa di noi tutto cio’ che vuole.

    “Sottolineo ancora: non siamo un paese liberale perchè a molti …”

    Il liberalismo, il liberismo, in Italia, c’e’, ed e’ assoluto: e’ quello dello Stato.

  19. Signor Rossi

    Perché il canone RAI è la tassa più odiata?

    È presto detto: qualsiasi altra tassa o imposta che dir si voglia è legata ad un, seppur teorico, beneficio per il cittadino.

    Prendiamo l’IMU, ad esempio. Si tratta di una gabella spropositata, è vero.
    Però non si sa con precisione dove finiranno quei soldi. Si sa solo che finiranno nel borraccione dello Stato.
    E così uno si mette, in certo senso, l’animo in pace, perchè gli rimane sempre la vaga speranza (o la fede….) che magari, proprio quei soldi da lui pagati, serviranno per finanziare qualche opera utile.

    Non è così, invece, per il canone RAI. Perché in questo caso si sa benissimo, purtroppo, a che cosa i nostri soldi serviranno! Basta accendere la TV e lo vediamo……

    È per questo che siamo “cornuti e tassati”, perché è come se ci obbligassero a pagare una tassa per vedere nostra moglie che……con Balotelli.

    E mica è sufficiente dire che non la guardi perché ti fa schifo o perché non ti è possibile. Nostra moglie che……con Balotelli, secondo loro, è un servizio (pubblico) che ci stanno facendo!
    Perciò che ci piaccia o no, dobbiamo non solo tenercelo, ma anche…..pagarcelo!!

  20. Papero

    Ciascuno può asserire o affermare ciò che desidera. Puoi dire che esiste un Dio blu con 6 braccia oppure che credi in Zeus, puoi asserire che è giusta la schiavitù, che ci sono razze superiori e altre inferiori, che esistono differenza sociali (aristocrazia e plebei) e via discorrendo, ma se dal tuo pensiero che posso o meno condividere scaturisce una azione a cui devo sottostare e se hai il potere per farmelo fare e lo chiami dovere allora non ci siamo.

    Paperino hai, purtroppo, ragione. L’insieme di persone che vivono in una società dovrebbero darsi delle regole eticamente e quindi moralmente giuste, poi possiamo discutere sul cosa sia etico e giusto. Ciò che un tempo era giusto con la schiavitù o il matrimonio con una dodicenne ora è una nefandezza, la legge diceva che la terra era al centro dell’universo e se dubitavi finivi al rogo.

    Per cui ha ragione @paperino cit. “la forza: loro sono loro (per il tuo bene) e tu non sei un cazzo”
    nel deserto quando serve l’acqua la si porta via a chi ne ha; puoi condividere l’atto o considerarlo un furto (opss. esproprio se serve alla collettività) ma poi subentra l’aspetto di dove va a finire l’acqua sottratta e quale uso ne fanno. Puoi espropriare 100 mc d’acqua, distribuirne 10 agli assetati e degli altri 90 farti una piscina e nuotare che nella mente delle persone l’azione è corretta perchè hanno soddisfatto la sete degli assetati.

    Non rubare, fattelo dare secondo un principio di legge.

    La legge sul canone sono del 1938 (un regio decreto). In quel periodo la TV non esisteva (le prime trasmissioni risalgono agli inizi del anni ’50) e si parlava di apparecchi atti o adattabili per la ricezione di programmi radiofonici; quindi udire. Il canone RAI era un abbonamento, la RAI trasmette, ha dei costi e l’utente (come ritengo sia giusto) paghi. In ogni situazione c’è chi si approfitta e non paga (salgo sul tram e scrocco un passaggio gratis), idem per il canone RAI. Quando sono iniziate le trasmissioni delle emittenti private molti abbonati potevano scegliere se guardare queste o la RAI. Se vedevi entrambe il canone RAI continuavi a pagarlo ma potevi – attenzione – optare e decidere di guardare solo quelle private. Da questa richiesta di “piombare” il sintonizzatore sulle frequenze in cui trasmette la RAI implicava per lo stato : (1) accogliere la richiesta (2) inviare funzionario AdE + tecnico + agente FF.OO. presso domicilio abbonato (3) se abbonato non era a casa torna al punto 2 (3) sigillare e quindi di fatto impedire la ricezione dei SOLI programmi RAI e mantenere la possibilità di visione degli altri.

    Niente si strano per chiunque deve procedere per legge ad un pignoramento tra privati, ma lo stato, visto le centinaia di migliaia di richieste di utenti che optavano per le emittenti private, può soddisfare le sue “esigenze” in modo diverso “crea la legge”. E’ da qui che è nato il principio che si deve pagare per il mero possesso della TV e non perchè si riceve, quindi il principio di legge è che la RAI potrebbe anche chiudere, non trasmettere più tu non ricevi e non la guardi ma devi pagare lo stesso.
    Ed è quello che accade se io non la ricevo perchè tecnicamente non posso per me è come se non trasmettesse ma sono tenuto lo stesso al pagamento del canone.

    Come poi ricordava @paperino la tassa di circolazione dell’automobile era cosa similare. Se possedevi l’auto, ma non circolavi con questa non usufruivi del servizio strade e relativa manutenzione, segnali, sicurezza ecc.. chi sostava nelle aree blu a pagamento aveva anche il “diritto di custodia”, ossia si pagava perchè lo stato ti guardava l’auto tramite un suo incaricato da cui se paghi ma poi ti rubano la radio avevi diritto al risarcimento. Oggi il principio è diventato : non paghi più la tassa di circolazione ma l’imposta di possesso dell’auto, da cui se vuoi sostare nelle aree a pagamento (quelle con strisce blu e anche bianche)
    che prima era compresa nella tassa di circolazione oggi è diventata un’imposta per l’occupazione di suolo pubblico e se ti rubano la radio nessuno ne risponde più.

    Se non puoi cambiare la realtà degli altri, puoi sempre cambiare il modo che hanno di percepirla.

  21. Papero

    cit. @paperino “Oops, a luglio arriva la Tares, la nuova tassa per pagare i servizi comunali fra cui la spazzatura (ma l’Imu, IMPOSTA MUNICIPALE UNICA, allora cosa ci sta a fare?)”
    IMPOSTA MUNICIPALE UNICA allora cosa ci sta a fare? Infatti l’etimologia della parola UNICA contraddice l’esistenza della TARES che è un’altra imposta sempre municipale ma ti sei già risposto con :
    cit. “sai cosa gliene frega dell’etimologia al gabelliere, lui con tutta la forza dello stato dietro, tu con nulla?”

  22. Marco O.

    peraltro il canone è la tassa più amata da Silvio che ci fa mantenere qualche migliaio di mediocri se non corrotti a garanzia di una modesta concorrenza nei confronti di Mediaset

  23. armando

    Bell’articolo, costruito bene. Complimenti.
    Però le chiedo:
    come si può non pagare il canone? Ovvero, cosa succede se uno non lo paga?
    Come ci si deve muovere in caso di accertamento?
    Credo che sarebbero informazioni utili, venendo da un sito con un’ottima reputazione di attendibilità.
    E credo che il suo articolo, diverrebbe, da una lamentela sterile e fine a se stessa un punto di riferimento per molti di noi.
    Io non conosco avvocati o esperti che mi potrebbero indicare le strade e i rischi che incontrerei, quindi dovrei sborsare belle cifre per le informazioni che renderebbero vano il mio non pagare il canone.
    Vorrei aggiungere una considerazione generale (dopo aver letto i commenti delle persone intervenute prima di me): il prossimo presidente del consiglio sarà scelto tra un demente, un deficiente ed un idiota totale.
    Cosa diavolo ci dovremo aspettare, cose sensate?
    Speriamo nel comico.
    Saluti a tutti, Armando.

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