11
Feb
2010

L’America su Obama. Che grande Paese

Desidero solo segnalare questo nuovo sondaggio fresco fresco dell’ABC. Gli americani che si dichiarano insoddisfatti dell’operato dell’Amministrazione Obama sono arrivati al record del 67%, e il 19% si dichiarano addirittura “infuriati”. L’opinione degli americani oggi è che per ogni dollaro in tasse dato al governo, 53 centesimi rappresentino “sprechi” allo stato puro. Sarah Palin non catalizza affatto i dissensi di massa verso Obama. La Palin non regge alla prova-qualità: è passata dal 52% di favore popolare e 37% contrari, al 55% di sfavorevoli contro il 37% a favore oggi. Il movimento degli autoconvocati antitasse – il Tea Party che tra noi miete simpatie, anche se parlo a titolo personale e senza impegnare nessuno – stenta a farsi conoscere, visto che un americano su quattro ignora che cosa sia, e per il resto i favorevoli salgono al 35% ma contro un 40% che resta contrario. In sintesi: America grande Paese, gli americani mostrano di saper usare la testa.

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14 Responses

  1. Piero

    i Bush furono eletti con i soldi dei petrolieri e degli armaroli che si autovendettero le armi andando in guerra pure in Iraq… Obama è stato eletto con i soldi di Goldman Sachs ha usato i soldi dei tax payers x coprirgli i buchi * 2 … ora prova a far na legge un pochino restrittiva… gli fan crollare le brose.. ed il Ceo di GS dichiara che si aspetta che la Fed non penalizzi con nuovi regolamenti le banche… cambiano i presidenti… ruotano le lobby.. pagano sempre gli stessi… America che Grande Paese ah ah ah
    x fortuna che noi Europei gli abbiamo eliminato il problema dell’Euro autoeliminandoci da soli.. Ah Ah Ah … di là fallisce il mercato.. di qua lo stato.. ci facciamo preder x i Piigs dal Ducetto di turno… ma in fondo in fondo… che differenza c’è ? ah ah ah…

  2. eonia

    Bisognava essere stupidi ma tanto stupidi per criminalizzare ad alta voce le grandi banche del proprio paese (delle 140 piccole fallite in un anno neppure si sarà accorto).
    Bisognava essere molto stupidi e molto amanti del proprio ego e del proprio carisma per spenderlo per una riforma sanitaria che nessuno voleva.
    Bisognava essere irresponsabili per chinare la testa platealmente e fare l’apologia degli errori di una nazione, la nazione di cui è Presidente, per compiacere.
    Bisognava illudersi che il solo cambiamento partitico era l’assicurazione al successo presidenziale e allo staff democratico.
    Al WSJ sono bastati pochi articoli per mettere in discussione il suo operato. E’ molto che non l’ha stigmatizzato come inadeguato per la carica che ricopre. I leaders delle altre nazioni hanno presso le distanze dai suoi progetti di cucinare WS in versione spezzatino.
    Mai che si sia fermato a riflettere quali fossero le priorità della nazione.
    La gente sarà pure disoccupata e più povera di ieri ma sicuramente ancora non si è bevuta il cervello.
    Ha perso più di anno arringando dalle TV per dire quali erano i suoi sogni. Non lavorando sulle priorità che tormentano l’uomo del marciapiede.
    Peccato.

  3. Matteo Gianola

    Non so, leggendo l’opposizione a obama sulla stampa estera (che qui in Italia è ancora molto amato, in verità) mi viene la tentazione di parafrasare un titolo dell’Economist sostenendo che “Obama is unfit” per governare gli USA.
    La cosa incredibile è che mia cugina, attivista universitaria pro democrats all’università del Colorado cominci a rimpiangere Bush jr… Credo che la solita ricetta della “sinistra” mondiale, anche se il termine è riduttivo, del più stato e più tasse sia sempre più palesemente inadatta a gestire le situazioni di oggi… vero è che il Tea Party non sia molto popolare, soprattutto in questa terra dove si teme che un taglio delle imposte comporti aumento della disoccupazione e riduzioni delle prestazioni (già misere) da parte dello Stato. Troppe volte mi sono sentito apostrofare da colleghi pseudo economisti che il vero spelling dells curva di Laffer sarebbe curva di Laugher… che tristezza, ma si sa, per qualcuno “le tasse sono bellissime”!

  4. andrea lucangeli

    Quando Obama è stato eletto il terrore dei democratici era quello che – da grande Presidente – venisse ammazzato da qualche fanatico della destra estrema.
    Ora il terrore è che venga sputazzato per strada da suoi stessi elettori…bella parabola Mr.Obama….

  5. Attilio Sacco

    Adesso non voglio sembrare come uno che punta il dito.
    Durante le elezioni americane ,io avevo un presentimento ; mentre tutti si accapigliavano nel sostenere il grande “change”,l’arrivo del Messìa che avrebbe risolto tutto come fa un postino a mettere la posta nella bucalettere ovvero come se fosse un gioco da ragazzi ; io dicevo “mha ”
    “a me sembra un’operazione di marketing “”sarà” ,ero molto dubbioso del SuperUomo Afro venuto dalle lontane Hawaii perchè vedevo grande oratoria e promesse da marinaio(un pò come il PD che crede nel sussidio di disccupazione…e i soldi???)certo trasmette grande onestà ,però Mc Cain era un’altra cosa…un Padre ,un eroe di guerra vivo e vegeto,un grande ,dovete leggere la sua storia personale,una persona di grande esperienza istituzionale,insomma uno che avrebbe messo tutto il suo spirito combattivo nel far sentire sicuri i confini americani e protetti i suoi figli da tasse e Stato invasivo.Attenzione credo sempre nel “vox populi vox dei”!!Però oggi mi chiedo “forse che i milioni e milioni e milioni di votanti stiano capendo che Obama oggi non è poi così eccezionale??????????????”

  6. Il punto è che la sinistra democrats (liberal e radicals) preferiva Bush Jr in quanto puntava più alla demagogia della mera critica che a vere alternative di programma.
    Non a caso quando è salita al potere in un anno ha fatto le identiche cose, peggiorandole.
    Questo perchè il sistema bipartitico americano da troppo tempo è in crisi, i due partiti sono molto spesso uguali e tendono a fornire meri slogan orwelliani che si rivelano dolci illusioni sino all’insediamento allo studio ovale.
    Le persone di buona volontà sono in minoranza in ambedue gli schieramenti, e gli statalisti esattamente come in Italia sono egemoni per un proseguio di fallimentari istanze e idealità fuori e dentro the Nation in ambedue.
    Sui Tea party, a parte le scemenze proferite dagli inviati italiani del tg1 a TV7 (evidentemente dei liberal “benpensanti”!) che li additano a gruppuscoli di bianchi populisti guidati da estremisti; c’è da notare come in questi ultimi mesi i Tea party vengano strumentalizzati dai neocon e dagli statalisti del GOP per ottenere voti verso i propri candidati (made in Karl Rove!) per proseguire in vista del 2012 la continuità delle medesime disastrose politiche economiche ed estere a danno dei libertari e conservatori fiscali.
    Praticamente non si usa più il fenomeno dei teocon ma quello della Old Right antiStato per puntare al pieno nelle urne, per poi fregarli un’altra volta una volta a Washington D.C.
    Il fenomeno Palin è evidente, la candidata è una neocon che vuole giacobinamente trasformare i Tea party in una piattaforma di sanculotti pseudoreaganiani con tanta retorica di meno Stato interno e di amore per la bandiera, non nasconde la necessità di aumentare ulteriormente le spese militari (warfarismo keynesiano) oltre confine (che provocheranno deficit e aumenti anche di spese interne).
    I neocon non puntano più sulla religione ma sugli slogan dei tagli retorici delle tasse come nuovo “cavallo di Troia”, temo che gli americani rischiano di cascare nella trappola e se voteranno nelle primarie di mid term e per il 2012 tali personaggi vedranno comunque pochi miracoli in economia (proprio come noi italiani in casa nostra!).
    Mi pare ovvio allora sottolineare come i veri Tea Party siano quelli a sostegno di Ron Paul e dei candidati veramente attenti alla costituzione americana e al meno Stato fuori e dentro la Nazione (coerentemente).
    Quindi dovremo abituarci sempre più in futuro a parlare e distinguere i Tea Party Usa come di un duplice fenomeno: libertario- conservatore fiscale (Old Right) e un altro emulativo neocon e populista paliniano.
    I due fenomeni sebbene in apparenza similari in politica interna, nascondono in realtà due profonde differenze (come è evidente la storia della New Right rispetto alla Old Right dal 1950 ad oggi).
    Concordo quindi con la puntuale, giusta e sottile analisi di Oscar.
    Saluti a tutti.

  7. Perplesso66

    Mi pare più che altro che confermi il grande qualunquismo di un paese dove ciascuno individualmente pensa di contare qualcosa, ma il 99% non conta un “bip”…. (mica solo da loro eh, pure un certo Belpaese è pieno di gente buona solo a chiacchiere, meglio se davanti a un televisore e meglio ancora se con birra in mano, partita e rutto libero). Viva la libertà… di dire tutto e il contrario di tutto ed essere convinti che “piove, governo ladro!” è l’unica regola del mondo. Son perplesso, questa grande prova d’intelligenza non la riesco a cogliere, forse sarò io che non capisco… (soprattutto non capisco al di là della retorica e delle prese di posizione bancarie “pro domo propria” quali proposte alternative a quelle di Obama siano state portate avanti, come e da chi).

  8. John Reid

    Peraltro in queste ore si sta combattendo in Afghanistan una battaglia quasi decisiva per la coalizione occidentale, con discreto successo nei confronti dei tiranni taleban, e l’unica cosa che il corriere della sera evidenzia sono le vittime civili. Chiariamo che per me sono un orrore. tutte le testate internazionali evidenziano si le perdite civili ma anche il successo (per il momento) dell’azione della NATO e la sua strategicita’. Possibile che solo il corriere della sera non se ne accorga? menomale che sono inglese in parte e in parte calabrese – conosco tre lingue.

  9. John Reid

    io comunque sono Tory pero’ devo dire che mi piace Obama e che sicuramente e’ migliore di quel Mc Cain che e’ uno incazzoso che a quest’ora ci avrebbe fatto trovare davanti ad una guerra anche con l’IRAN. Vi sfido a diventare presidenti degli stati uniti e a fronteggiare il vuoto pneumatico delle politiche di bush. si certo si puo criticare Obama per la sua agenda verde, ma noi Tory in UK non cambieremmo una virgola di quello che sta facendo Gordon Brown, forse piu’ nuke per climate change.

  10. andrea lucangeli

    @ john reid: l’Iran è senza dubbio un problema che – prima o poi – bisognerà risolvere. Più si aspetta peggio è.
    Se l’occidente non farà sentire la voce grossa sul nucleare militare iraniano allora ci penserà Israele ad autodifendersi con un air-strike preventivo (come fece ai tempi di Saddam contro la sua centrale nucleare)

  11. Attilio Sacco

    Io sull’Iran sarei più accorto,le nostre informazioni possono essere modificate dalla nostra visione Occidentale e filo-americana.Non credo sinceramente all’imperialismo iraniano.Forse che l’Iran si sente minacciato costantemente dagli USA?RAGIONATE SE LA FRANCIA E LA GERMANIA FOSSERO OCCUPATE MILITARMENTE DAGLI USA E SE QUESTI PRESSASSERO COSTANTEMENTE IL GOVERNO A PIEGARSI AL PADRONE DELL’EUROPA VOI COSA PENSERETE? E SE L’OPPOSIZIONE INTERNA FOSSE FILO-AMIRICANA??? CON CHI STARESTE VOI…BHE IO SAREI ULTRA-ANTI-AMERICANO.RAGAZZI PENSIAMO DA IRANIANI PER CAPIRE LA POLITICA ESTERA DEGLI USA….SAREI ANTIDEMOCRATICO?? FINIAMOLA QUI SI TRATTA DI PRECISE STRATEGIE ECONOMICHE FIDATEVI SE NON AVESSERO IL PETROLIO NON SUSCITEREBBERO GRANDE ATTENZIONE…

  12. Pera

    È troppo chiedere di non scrivere tutto in maiuscolo? Uno le scempiaggini e le puerilità scritte in cattivo italiano le può anche sopportare, ma urlate, proprio no
    grazie e ad maiora!

  13. andrea lucangeli

    Concordo con Pera, cerchiamo di mantenere il dibattito su toni accettabili. Urlare non serve a nulla.

    PS povera lingua italiana, ogni santo giorno viene così bistrattata. Mi domando: ma i temi di italiano alle scuole medie non li fanno più, non insegnano più l’uso della punteggiatura?

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