14
Dic
2012

La vistosa mano della politica (1/2) — di Nicola Saporiti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Nicola Saporiti.

La puntata di Report di domenica 2 dicembre 2012[1] ha presentato ai telespettatori due esempi lampanti di come la vistosa mano della politica nelle attività economiche del nostro paese, con le dita tozze e l’orologio d’oro, persegua egoisticamente i propri interessi, danneggiando i contribuenti.

Il primo caso presentato è quello dell’acquisizione nel 2009 da parte di A2A, multiutility a maggioranza pubblica[2] dei comuni di Milano e Brescia, della quota di controllo della società elettrica del Montenegro (EPCG). La decisione di acquisire EPCG sarebbe dovuta a forti pressioni da parte del Governo Berlusconi sulle amministrazioni di Milano e Brescia, che all’epoca avevano consigli comunali dello stesso colore politico. A causa di problemi regolatori (le tariffe elettriche sono state ridotte dopo l’acquisizione), economici (il principale cliente non paga l’elettricità) e anche metereologici (non ha piovuto e quindi le centrali idroelettriche sono rimaste a secco), questa acquisizione avrebbe causato ad A2A svalutazioni e perdite per 100 milioni di euro.

E’ un peccato che gli autori del servizio abbiano politicizzato un caso estremamente interessante, puntando i riflettori e criticando l’operato del Governo Berlusconi, invece che trarre le vere conclusioni che emergono da questo caso. Infatti, i recenti problemi di governance[3] e finanziari,[4] della multiutility IREN, nata da una serie di fusioni tra ex-municipalizzate con la singolare caratteristica di essere controllate da comuni della stessa area politica (Torino, Genova, Reggio Emilia, Parma e Piacenza), dimostrano che non occorre andare oltremare, o far parte della sfera d’influenza del centro destra, per provare l’ebrezza di acquisizioni o fusioni societarie le cui uniche sinergie sono quelle politiche.

Il vero problema non sono gli errori di strategia industriale commessi da alcuni uomini politici di destra o di sinistra, ma il fatto che le società ex-municipalizzate siano di proprietà pubblica, e che quindi siano dei politici a determinarne le strategie industriali, mentre i contribuenti ne subiscono le conseguenze economiche.

A2A non è certamente la sola ad aver effettuato un investimento (per ora) infruttuoso nella sua prima operazione oltre i confini. Negli anni Novanta, tutte le neo-privatizzate utilities britanniche si sono lanciate in ambiziose operazioni internazionali, dal Cile all’Indonesia, per poi tornare più o meno mestamente a operare entro i propri confini. Nel decennio successivo si è assistito a grandi investimenti internazionali delle società dell’Europa continentale (le società elettriche tedesche RWE ed EON hanno acquistato Thames Water e società di distribuzione dell’energia elettrica in Bulgaria, per citare qualche esempio), e anche queste sono poi ritornate a concentrarsi sui mercati domestici. Secondo un’analisi pubblicata sul blog del professor Damoradan,[5] attualmente sono le imprese dei paesi emergenti a essere impegnate in aggressive politiche di espansione tramite acquisizioni, e a pagarne il prezzo.

Anche nel caso di imprese private dunque, le strategie di crescita tramite acquisizioni hanno più probabilità di fallimento che di successo:[6] prendendo in esame tre decenni di fusioni e acquisizioni, la società di consulenza McKinsey ha scoperto che la maggior parte di queste operazioni non riesce a generare un ritorno sull’investimento superiore al costo del capitale, e raramente le imprese che effettuano acquisizioni riescono ad avere prestazioni migliori dei propri concorrenti. Le 12.000 acquisizioni eseguite da imprese pubbliche tra il 1980 e il 2001 avrebbero causato una perdita netta di valore per gli azionisti stimata[7] in 218 miliardi di dollari.

È inutile negare che la maggior parte delle acquisizioni viene decisa prima di fare le eventuali analisi che la giustificano, e che spesso si tratta di decisioni prese direttamente da Amministratori Delegati[8] intraprendenti quanto il nostro ex-Presidente del Consiglio. Spetta ai consigli di amministrazione nominati dagli azionisti il ruolo di frenare Amministratori Delegati troppo ottimisti. Infatti, una delle caratteristiche delle società che effettuano acquisizioni che distruggono valore per gli azionisti, è proprio quella di avere consigli di amministrazione che “lasciano fare”.

Sembra essere questo il caso di A2A,[9] il cui consiglio di sorveglianza approva gli orientamenti strategici. Secondo Renzo Capra, manager formatosi alla “scuola” di Enrico Mattei negli anni ruggenti dell’Eni e presidente del consiglio di sorveglianza di A2A all’epoca dei fatti, nonostante l’operazione Montenegro fosse priva di un vero business plan, fu avallata poichè “derivava da un’insufflata del governo”. Paradossalmente, risulta difficile criticare l’operato dei consiglieri di una società a proprietà pubblica nel dare via libera a un’operazione di palese natura politica: essi non hanno fatto altro che rappresentare a pieno la volontà dei propri azionisti!

Impossibile esprimere meglio questo punto di vista della candida dichiarazione di Fausto di Mezza, attuale vice-presidente del consiglio di sorveglianza di A2A: “alla politica spetta il controllo e l’indirizzo”[10] … in barba a qualsiasi considerazione di conflitto di interesse o di tutela degli azionisti minoritari.

La responsabilità per aver permesso la (per ora) sfortunata acquisizione all’estero, è dunque da attribuire all’inossidabile accordo politico trasversale che mantiene la proprietà e il controllo delle società ex-municipalizzate in mani pubbliche.

Il problema fondamentale è che per gestire efficacemente il rischio d’impresa occorre, per dirla come gli americani, avere “some skin in the game” (propri capitali investiti). È necessario che negli organi di controllo siedano i rappresentanti di coloro che subiscono direttamente le perdite economiche di operazioni azzardate, di coloro che con frequenza trimestrale devono incorporare nel valore del proprio portafoglio di investimenti il risultato dell’azienda, e non i rappresentanti di chi viene valutato indirettamente ogni quattro anni in base all’opaco resultato elettorale.

È valida l’analogia con le grandi banche d’affari americane: molto oculate nel gestire i rischi nel secolo scorso, quando erano di proprietà dei partner; assolutamente spregiudicate nel decennio che ha portato all’attuale crisi finanziaria, da quando sono diventate società per azioni il cui capitale a rischio non è quello dei partner, ma di ignavi azionisti e obbligazionisti.

Togliamo la vistosa mano della politica dalle municipalizzate, altrimenti é pura speculazione con i soldi dei contribuenti.

Note

  1. http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-4bbfdc78-c99f-4341-a233-3723e00c78a0.html?refresh_ce.
  2. Comune di Milano (27,456%), Comune di Brescia – 27,456%.
  3. http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/idITL6E8IB70G20120711
  4. http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-08-14/holding-iren-ristruttura-debiti-064043.shtml?uuid=Ab9cDDOG 
  5. Aswath Damoradan, Professore di Finanza alla Stern School of Business dell’universita’ di New York, autore di uno dei testi di riferimento su come valutare le imprese.
  6. http://aswathdamodaran.blogspot.com/2012/12/acquisition-archives-winners-and-losers.html
  7. “Do Shareholders of Acquiring Firms Gain from Acquisitions?”; Moeller, Schlingemann, Stulz (2003); http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=385023
  8. Leo Apotheker, allora amministratore delegato di HP, nell’acquisizione disastrosa di Autonomia), di Eisner nell’acquisizione Disney di Capital Cities nel 1995, ed il ruolo di Zuckerberg nell’acquisto da parte di Facebook di Instagram all’inizio di quest’anno
  9. http://www.a2a.eu/gruppo/cms/a2a/it/governance/
  10. Si tratta di una citazione “anti-liberale” veramente memorabile (detta da un politico del PDL, ovviamente): ascoltatela al minuto 13:33 dello stesso servizio di Report (http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-4bbfdc78-c99f-4341-a233-3723e00c78a0.html?refresh_ce).

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18 Responses

  1. Gianfranco

    Non c’e’ niente da commentare perche’ quel sottobosco per noi elettori e’ intoccabile.
    Prima di tutto perche’ non e’ cosi’ visibile.
    Secondo perche’ nessun partito ne parla, ed a ragione (cioe’ a torto).

    Cordialmente.

  2. salvatore vario

    Praticamente è uno schifo, chi ha le redini in mano della Nazione, spesso si adopera per il bene di pochi che certamente non coincide affatto con quello dell’intera comunità Nazionale.
    Chi ci amministra sovente, indipendentemente dal colore politico è un ladro
    Povera Italia

  3. paperino

    Le redini della nazione le ha SEMPRE in mano il rappresentante di pochi, per definizione, la democrazia al tiranno persona fisica sostituisce il tiranno maggioranza relativa, che e’ sempre piccola, se non infima minoranza nella globalita’ di un paese.
    Finche’ ci si continua ad ostinare a dare carta bianca, al “tiranno”, non resta che piangere se stessi.
    Non so se avete notato come funziona, ma le multiutilities comunali forniscono il servizi (anche grazie all’ultimo stoltissimo referendum) non solo in regime di monopolio, ma pure obbligando il cittadino al loro acquisto, al prezzo che decide lo Stato.
    Prendete la rimozione rifiuti: la contribuzione e’ obbligatoria, salatissima, e del tutto indipendente dall’uso del servizio (nella “finanziaria” Monti di fine anno scorso, detta orwellianamente “legge di stabilita’” – stabilita’ loro, non nostra, non illudetevi, e’ deciso definitivamente che il contributo alla rimozione rifiuti si paga non sul rifiuto prodotto, ma sui metri quadri posseduti, non importa se usati o occupati da qualcuno).
    Milionesima legge di esproprio patrimoniale fatta su misura per tentare di derubare in qualche altro modo anche le zone d’italia ben note e sempre le stesse che neanche si sognano di pagare per piu’ che dubbi servizi obbligatoriamente ricevuti.
    E cosi’ il principio di pagare in funzione del rifiuto conferito al servizio di asporto (non prodotto attenzione perche’ uno il rifiuto se lo puo’ anche trattare in proprio se cosi’ vuole risparmiare) va a puttane come tutto in questo paese: si paga la salata patrimoniale e basta, e poi, finiti i soldi per pagare, esproprio.
    ITALIA FAFFANCULO, PAESE DI MERDA.
    Altro che declino, siamo in volo libero in fondo al precipizio e fra poco c’e’ lo schianto. Sara’ una bella sveglia, ma durera’ solo la frazione di secondo che precede la morte.

  4. paperino

    Comunque, per l’autore e per tutti i probabilmente gli “utili idioti” (in senso leniniano) di “fermare il declino”, se pensate di uscire da questa situazione con le vostre cavillosita’ da studentelli di facolta’ di economia vi sbagliate di grosso. Le vostre cavillosita’ in realta’ continuano a fornire i mezzi, potenziati, allo Stato, per metterlo nel culo al cittadino senza che se ne possa rendere intellettualmente conto, dopo averlo anestetizzato con l’ipnosi dei cavilli suddetti. Ma il cittadino, ala fine, se ne rende conto fisicamente, eccome.

  5. claudio di croce

    Io non credo che questo schifo sia solo colpa della classe politica . Io credo che i sudditi siano i veri responsabili perchè sono loro – siamo noi – che li eleggiamo e guarda caso scegliamo non quelli che riteniamo facciano al meglio gli interessi collettivi ma quelli che speriamo facciano i nostri particolari interessi . Sia si tratti di raccomandazioni, assunzioni nella PA , favori per avere una corsia preferenziale per qualche premesso ecc.. I Fiorito sono stati scelti dagli elettori sudditi , non sono calati dal cielo . Il mercato delle preferenze esiste in Italia da decenni e la nuova legge elettorale adesso schifata da tutti era stata scelta anche per eliminare questo turpe mercato , criticatissimo dai cosidetti ” intellettuali ” sinistrorsi che adesso lo rivogliono. Finchè i politici distribuivano soldi non solo non erano criticati , ma erano omaggiati . Adesso che devono chiedere soldi indietro i sudditi si ribellano . Il finanziamento ai partiti che era stato abolito dal referendum e poi ripristinato alla chetichella esiste da trentanni ma nessuno lo criticava ; perchè ? Come mai i giornalisti – una casta nella maggior parte dei casi schierata e mai obbiettiva – se ne sono accorti da così poco tempo ? E noi sudditi non lo sapevamo ? Ci si scandalizza dei rimborsi spese , che tutti sapevano , solo adesso, come mai ?

  6. paperino

    @claudio di croce
    Claudio, parla per te. Io per restare libero ho rinunciato a tutto, vivo con 100 euro al mese di spesa al lidl, non vado in ferie, non vado in pizzeria, non vado al cinema, non ho la macchina, mi muovo solo in bici non uso nemmeno mezzi pubblici (costerebbero troppo, e io sono di quelli che ha l’orgoglio, misero, di pagare il biglietto o andare a piedi), mi scaldo, poco, ho 6 gradi in bagno, con la legna che raccolgo a casa mia, eppure per mantenere questo stato cialtrone e questa classe politica e di “esperti” chiaccheroni e bizantini da nodo scorsoio devo pagare 1000 euro al mese di affitto allo stato tirandoli fuori dai miei residui risparmi. Quando li avro’ finiti saro’ buttato fuori DA CASA MIA. Questo e’ il paese di merda in cui purtroppo sono nato e in cui purtroppo mi tocca vivere, spero per meno tempo residuo possibile.
    Non credo nella possibilita’ di alcun miglioramento, nella mia vita insopportabilmente lunga ho visto solo comportamenti e chiacchere collettivi da idioti, nonostante siano innumerevoli le singole persone che credono di sapere tutto, e avere la ricetta giusta per tutto. Ma, mi dispiace, la colpa del mio malessere e’ di chi ha avuto l’arroganza e la presunzione di decidere per tutti, io non ho deciso un bel nulla, non ho potuto decidere un bel nulla neanche per me stesso se non nella rinuncia quasi totale proprio per non essere connivente, abbi pazienza, e darmi la colpa del disastro e’ davvero troppo.
    ‘Sto discorso che e’ colpa di tutti gli italiani e’ un discorso inutile e idiota che serve solo a coprire le responsabilita’ di chi ne ha, e tante. La responsabilita’ e’ di chi ha non solo la testa ma soprattutto il potere per poter decidere. Gli idioti e gli inermi non hanno e non possono avere colpe.
    Quindi, parla per te, per favore.

  7. Marco

    quoto Paperino ” io non ho deciso un bel nulla, non ho potuto decidere un bel nulla”
    E’ esattamente quello di cui mi sono reso conto io e per questo non sono più andato a votare le 2 scorse elezioni politiche, perché tanto la democrazia è la faccia migliore con cui l’oligarchia autarchica italiana riesce a prenderci per il sedere. La democrazia è solo il metodo di governo migliore per evitare rivoluzioni, cambiando più volte la propria faccia, in sostanza in italia, destra e sinistra e governo tecnico non cambia assolutamente niente. Siamo governati da gente che crede di vivere su Marte e che non si sente per niente di essere della stessa nostra razza e ogni volta a parole lo dimostra con una distanza e un distacco che neanche i nobili francesi dei tempi del re Sole riuscivano così bene a dimostrare. In Italia, con la caduta di Monti, la festa continua come e più di prima, con lo spettacolo della politica dei pagliacci, a noi tocca subire per l’ennesima volta i loro deliri onnipotenti, far finta di dimenticarci che il governo Monti lo appoggiavano tutti e serviva solo a ridarsi una certa aura di verginità e avere un margine di critica più ampio per le prossime campagne elettorali (con il solito ragionamento, noi saremo meglio di questo governo; quando in realtà loro erano anche questo governo). Non credo più a nessuno e non voto più, perché so che è solo una perdita di tempo e perché l’unica cosa in cui credo ora è la Rivoluzione. E’ vero il ragionamento secondo il quale dopo una rivoluzione non è detto che le cose migliorino, ma è anche vero, che è moralmente giusto dare una bella legnata nei denti a tutti questi arroganti sfruttatori del nostro lavoro, delle nostre ricchezze, delle nostre capacità e del nostro diritto naturale di vivere liberi. Gli italiani sono notoriamente un popolo di vigliacchi, è vero, ma non importa, io non credo che senza una rivoluzione vera le cose possono cambiare. Le cause della rivoluzione americana furono tutte di roigine economiche, loro hanno fatto una rivoluzione per delle bustine del te.

  8. Valerio Lucchinetti

    @Marco
    Guarda Marco, chissà se nel futuro qualche sociologo scriverà che la democrazia parlamentare era l’oppio dei popoli (l’avranno già scritto di sicuro, ma magari la frase avrà diritto di cittadinanza).
    Luigi XV disse “Aprés moi le deluge” eppure passarono altri 15 anni prima della Rivoluzione Francese. Oggi sia Renzi che Grillo hanno lanciato un messaggio vagamente forcaiolo e hanno riscosso grande successo, per quello, non per altro. Se l’Italia non scompare prima nell’ URSE quando arriverà una persona di spessore importante con un messaggio seriamente forcaiolo riscuoterà un grande successo. Il problema è ovviamente che non esistono rivoluzioni senza violenza e la situazione attuale è ancora lontana da giustificare la violenza (o l’appello al cielo).

  9. claudio di croce

    @paperino
    Mi dispiace che ti sia così risentito come se le mie frasi fossero rivolte a persone come te, cosa ovviamente non vera. Ma in Italia siamo cinquanta milioni di aventi diritto al voto e sono sicuro che la maggioranza di questi corrisponde al tipo di italiano a cui la casta politica fino a quando distribuiva soldi e privilegi – o diritti come si chiamano adesso – andava benissimo, anche se rubava . Non si può dire che gli elettori non sapessero dei finanziamenti ai partiti ritornati alla grande senza che nessuno dicesse nulla , procuratori della Repubblica, giudici in testa ., che solo adesso si muovono , come mai ? . Io credo che ogni popolo ha il governo che si merita e noi ci siamo meritati quelli che abbiamo da quarantanni , cioè da quando indebitandoci enormemente abbiamo avuto un tenore di vita al disopra delle nostre possibilità , incoraggiati dai politici e con il plauso degli elettori . Le rivoluzioni dovrebbero essere delle scorciatoie , con tanta violenza e tanti morti ammazzati che magari non hanno nessuna responsabilità come è sempre successo nelle rivoluzioni ,per raddrizzare la situazione ,sempre che ci riesca e non invece il sistema per scaricare il rancore e l’invidia sociale . In Italia non abbiamo mai avuto rivoluzioni ma tanti Masanielli . Non mi sembra il caso di rischiare , anche se il processo graduale è lungo ,doloroso e faticoso . Ripeto la frase di Churchill : la democrazia è il peggior sistema di governo , ad eccezione di tutti gli altri.
    La mia vicinanza a coloro che soffrono veramente questa situazione.

  10. paperino

    @claudio di croce
    In proposito c’e’ una frase di Churchill meno famosa in quanto piu’ saggia, e amara: “il migliore argomento contro la democrazia e’ un colloquio di un quarto d’ora con l’elettore medio”, frase che coincide esattamente con la mia esperienza.
    In quanto scrivi sopra, secondo me, ti avvicini al cuore del problema: la enorme produttivita’ seguita al progredire esponenziale e ancora in corso della rivoluzione industriale, ha anche prodotto, come scarto, una pletora di cittadini oggettivamente inutili se non come consumatori, burocrati, percettori di tasse, esattori, controllori e regolatori. Questa pletora e’ ormai maggioranza assoluta in tutti i paesi industriali, trattandosi di democrazie ha le leve del comando, e trattandosi di gente presuntuosa che risponde alla lettera alla definizione citata in alto di Churchill, sta segando il ramo su cui e’ seduta. La fuga, o spostandosi fisicamente altrove, o smettendo di lavorare, o suicidandosi come fanno in diversi ultimamente, dei produttori, sta mettendo finalmente quella gente di fronte allo specchio. Pare che gli ultimi a guardarsi in faccia saranno quei figuri che stanno al governo, dopo aver portato a termine il compito di distruzione assegnato dai loro suddetti padroni. L’italia e’ messa peggio degli altri paesi solo perche’ ha una storia piu’ antica ed e’ piu’ avanti in questo processo.

    In un certo senso della pletora descritta sopra fanno parte probabilmente anche gli animatori di questo sito e probabilmente la maggior parte dei commentatori, con la sola differenza, che e’ fondamentale, che se ne rendono conto, e il ramo su cui stanno seduti cercano almeno di preservarlo.

  11. claudio di croce

    @paperino
    non sono ovviamente Churchill , ma mi pare che la descrizione che ho fatto di noi italiani non faccia a pugni con quanto detto dal vecchio premier britannico.

  12. marziano

    vedo un eccesso di pessimismo cosmico e una tendenza alla rimozione o negazione del proprio limite ed del proprio errore.
    Ognuno faccia quello che può per migliorare la propria condizione e magari affronti la realtà per quello che è: c’è molto di più di quello che qui alcuni comprensibilmente amareggiati affermano.

  13. Marco

    Bell’articolo, che individua perfettamente uno dei punti cardine degli interessi dei partiti. Alle ex-municipalizzate vanno aggiunte le aziende di stato (Eni, Enel, FS, Rai, Finmeccanica, Poste…) che alimentano un sottobosco che se fosse illuminato a giorno renderebbe impresentabili molti uomini politici.
    A mio parere vanno però tolte quelle aziende (ad esempio lo spazzamento stradale) e quelle fondazioni (ad esempio fieristiche) che sono veri e propri bracci operativi di sindaci e amministratori locali, e pertanto funzionali alla politica “giusta”.
    Il resto è funzionale agli interessi oscuri (e spesso illegittimi o addirittura illegali) di una partitocrazia che si ostina a non cambiare.

  14. claudio di croce

    @marziano
    Onestamente non ho capito molto il commento . Io non credo di essere pessimista sul futuro , stavo descrivendo il nostro passato economico degli ultimi quarantanni ed è difficile contestarlo. Ovviamente non tutti gli italiani sono come quelli , largamente maggioritari però, che hanno ripetutamente votato per i partiti – tutti- favorevoli alla crescita mostruosa della spesa pubblica perchè sostanzialmente speravano di trarne dei vantaggi , piccoli o grandi . La rivolta attuale contro la politica secondo me nasce non da virtù ritrovate ma solo perchè il flusso di denaro – tranne rare eccezioni , politici e burocrati in testa – si è interrotto e anzi sta tornando indietro.

  15. paperino

    @claudio di croce
    Chiamale rare eccezioni, politici e burocrati e loro collaterali sono ormai mezza italia, e sono elettoralmente maggioritari, cioe’ sono l’italia che comanda ed espropria per mantenere il SUO livello di vita. Qui mi tocca dare ragione al tuo post che sopra avevo criticato considerando me come eccezione che vuole essere lasciata in pace almeno dal punto di vista della responsabilita’ personale sull’andazzo.

  16. paperino

    @marziano
    che in italia l’unico modo per vivere bene sia farsi i cazzi propri in tutti i modi legali e ragionevolmente illegali non avevamo dubbi, ma e’ proprio questo che ci amareggia, e che porta alla sconfitta quei pochi che non si piegano.

  17. claudio di croce

    MM oggi ha detto che gli evasori fiscali mettono le mani nelle tasche degli altri sudditi . Si è ben guardato dal dire cosa fanno gli appartenenti alla casta politico burocratica di cui lui è un esponente dalla nascita , cosa fanno dei soldi rubati con la forza delle leggi ai sudditi . Un solo esempio : Napolitano costa ventimila euro ogni ora ; qualcuno mi sa dire come mai costa molte volte di più della Casa Bianca, di Buckingham Palace, dell’Eliseo e di qualunque altra istituzione similare al mondo ?

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