28
Set
2011

La Consob a Milano? Basta farse, grazie

Ieri la presidenza della Camera ha annunciato la discussione a fine ottobre del progetto di legge che  dispone il trasferimento a Milano della sede della Consob, l’autorità che vigila sui mercati finanziari italiani. La richiesta è della Lega. Non per pregiudizio antileghista – che personalmente non nutro – e tanto meno per avversione al Nord – sono di Torino e vivo a Milano, figuriamoci – ma per amor di verità, penso sia giusto esprimere con chiarezza il giudizio che tale proposta merita. A mio parere è sbagliata. Inappropriata nei tempi, infondata nell’oggetto, inutilmente costosa per gli effetti.

Che sia inappropriata per i tempi in  cui ci tocca vivere, lo attesta inequivocabilmente la condizione economica del Paese. Siamo divenuti da due mesi il banco di prova della tenuta dell’euro perché abbiamo un elevato debito pubblico, perché cresciamo poco da 15 anni, perché abbiamo una spesa pubblica troppo elevata, e una pressione fiscale record e che crescerà ancora. In un quadro come questo, son o decisamente altre le priorità economiche di cui discutere, dalla bassa crescita all’abbattimento dello stock di debito. Non si avverte minimamente il bisogno, di inscenare altre commedie analoghe al cosiddetto “spostamento” dei ministeri da Roma a Monza. Una farsa il cui epilogo sono tre stanze alla Villa Reale monzese che restano chiuse dopo la loro enfatica inaugurazione da parte dei leader leghisti e del ministro dell’Economia. Basta farse, grazie.

Ma se questo è colore, poi viene la sostanza, che pesa di più.

La Consob vene istituita nel 1974, e allora la sua sede venne deliberata a Roma per una ragione precisa. Non era affatto un’autorità indipendente, e venne ospitata infatti al Tesoro con personale comandato da altre pubbliche amministrazioni. La scelta di Roma derivava dalla stretta esigenza di coordinare funzioni e ruolo dei dieci diversi commissari di Borsa che erano operativi nelle Borse nazionali. Che allora aerano appunto ancora dieci di numero, da Milano a Bologna, da Firenze a Genova e Trieste e giù giù a scendere fino a Roma, Napoli e Palermo. Le Borse italiane erano mutualistiche e pubblicistiche, venivano dal Codice napoleonico confermato dalla legge del 1913.  Per capirci, fino al 1985 la trattazione dei prezzi degli stessi titoli era diversa piazza per piazza, perché il mercato allora era un vero e proprio recinto fisico, non quello telematico e immateriale di oggi.

La cosiddetta “seconda sede operativa a Milano” venne deliberata solo nel 1985, e stentò a lungo a decollare. In realtà, i poteri veri di autorità indipendente la Consob li ha ottenuto solo nel 1998 con il Testo Unico Finanziario – la “legge Draghi” – e li ha visti molto potenziati con il recepimento della Direttiva sugli abusi finanziari nel 2005, e infine con la Mifid nel 2007. Il più di questi poteri di vigilanza e ispettivi si svolgono in cooperazione stretta con la Banca d’Italia, Tesoro e Isvap. Stanno tutti a Roma. E la conferma della centralità della sede a Roma viene anche dalla creazione, dopo il crac Lehman, per integrazione delle Autorità nazionali di una rete europea di Autorità di mercato, le cui competenze si decidono a Bruxelles e la cui sede operativa sta a Parigi.

Dal 1998 , presidente Tommaso Padoa Schioppa, la relazione annuale si svolge a Milano in considerazione di quella che allora era la sede di Borsa Italiana, che dal 2007 però ha sede a Londra, dopo la fusione con il London Stock Exchange.

In più, se proprio vogliamo dirlo, i leghisti dovrebbero riflettere sul fatto che oggi sullo striminzito listino italiano il peso prevalente è quello dei grandi gruppi a controllo pubblico: che stanno a Roma. Non mi ace per niente, ma è così. Se anche consideriamo la sede legale della maggioranza relativa delle quotate – e non è un criterio –  è Roma e non Milano a vincere.

Ma c’è un’altra ragione ancora, per considerare il no alla proposta di trasferimento della Consob non espressione della difesa della famigerata “Roma ladrona” tanto cara alla propaganda leghista, ma un a risposta seria e motivata. E’ la ragione a mio giudizio decisiva. E’ già agli Atti del Parlamento, nell’audizione dell’allora presidente vicario della Consob, Vittorio Conti, resa il 26 ottobre 2010 proprio sulla proposta di legge che andrà al voto a Montecitorio. Si tratta delle spese aggiuntive che il trasferimento inevitabilmente comporterebbe. Oggi il personale della sede centrale romana è circa tre volte superiore a quello della seconda sede milanese (quello addetto alla vigilanza ispettiva, uno dei compiti principali dell’Autorità, è già nella proporzione uno a uno). Ebbene una nuova sede milanese costerebbe circa 280-290 milioni di euro, mentre dalla vendita eventuale di quella romana si ricaverebbe non oltre 60 milioni. I costi di trasloco sono già stati stimati dalla Consob stessa in almeno 10 milioni. Altri 8 milioni costerebbe la gestione transitoria delle due sedi nell’interim. A questi 250 milioni circa occorrerebbe sommare i costi da esodo del personale che rifiutasse il trasferimento forzato. E le maggiori difficoltà da sempre incontrate nella sede milanese al reclutamento di personale qualificato. Visto che a Milano la concorrenza di banche e finanziarie che offrono remunerazioni ben più elevate è maggiore che a Roma.

Dateci retta, cari deputati e anche cari amici leghisti. Trasferire la Consob a Milano è una colossale stupidata. Fatene a meno. Più che mai ora, quando ogni euro del contribuente va speso con parsimonia. Se invece è pura propaganda, allora auguri. Io ne farei a meno lo stesso.

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22 Responses

  1. Paolo

    Con il trasferimento della Consob a Milano la prima a rallegrarsene sarà probabilmente la Bocconi, che avrà un’occasione in più per piazzare qualcuno dei suoi!

  2. G.R.A.

    Gent.mo Giannino
    condivido pienamente, iniziativa inopportuna.
    ma una vera road map delle priorità mai ……….
    Cordiali saluti

  3. Claudio L.

    Con la permanenza della consob a Roma se ne rallegrerà la Luiss Guido Carli. Ma si sa, lo stato al sud deve fare da ammortizzatore sociale di ultima istanza, questa volta in versione LUSSO!!!!

    Aprirei qualche sede distaccata a Barletta, Benevento e Avellino!

  4. Piero

    la borsa italiana e la consob NON esistono più..
    siamo una filiale di londra…
    queste finte istituzioni andrebbero abolite x risparmiare come si fa x i costi della politica.

    ci attaccano come e quando vogliono nelle borse parallele non regolamentate (OTC)..

    queste ciancie sono le ultime propagande prima del 2012..

    se gli piace che si divertano pure così..

  5. giampiero

    giannino perche non ci aiuti un po
    entra in politica e diventa ministro dell’economia
    sicuramente andremo alla grande
    grazie per quello che fai e dici

  6. Naka

    La disamina ha una grossa lacuna: non si dice se sia efficiente questa Consob oppure se respiri l’aria viziata di Roma – Ho provato due volte a rivolgermi a loro per avere un parere non vincolante in merito ad una interpretazione di un prospetto informativo ed entrambe le volte mi hanno risposto ‘aria fritta’ – secondo me così come è non serve a nulla e invece costa molto per cui un viaggetto a Milano a tutti gli impiegati non farà male…. appena scenderanno alla stazione dei treni saranno obbligati a correre come fanno tutti a Mi se non vogliono essere travolti e poi gli farà bene respirare un pò di smog chissà che non smettano di parlare di ferie e di aumenti di stipendio

  7. marco

    condivido pienamente l’analisi e mi chiedo, possibile che un tale concentrato di cretini sia finito nelle stanze del potere? Addirittura sfidiamo la legge delle probabilità! Sono veramente perplesso ed ultimamente comincio ad essere incazzato nel vedermi rappresentato da persone che sembra giochino.Il nostro paese a mio avviso ha scollinato oltrepassando la mezza-via del recupero.

  8. marco

    Giannino io sono addirittura valdostano, oltre a pochi agnostici come me ha anche un branco di lettori sovente ben poco meritocratici che spartiscono preferenze tra universita’ dimostrando uno strenuo radicamento clientelare di stampo mafio-padano tipo Bossi che appoggia i candidati governatori consultando il certificato di nascita. D’altra parte attivita’ di pubbliche relazioni hanno connotato questo esecutivo che negli anni non ha mai ascoltato con attenzione il PHD Draghi portandocci negli anni ad un bel tuffo nel guano fino ad ubbidire alle richieste della BCE per ottenerne il sostegno per contenere gli spread grazie a massicci acquisti del nostro debito da parte dei risparmiatori che votano politici che sanno risolvere problemi (preferibilmente interni) anziche’ imbonitori da strada.
    Personalmente vorrei che la politica si concentrasse sulla riduzione delle amministrazioni locali (comuni e dipartimenti/contee) ad un migliaio (> a 60mila abitanti) per ottimizzarne costi, efficienza ed efficacia; oltre a rendere piu’ semplice la privatizzazione dei loro servizi e la realizzazione delle infrastrutture locali (riduzione burocratica e di conflitti).
    Se continuiamo a giuggiolarci con banalita’ verremo ulteriormente puniti da coloro che scelgono di investire i loro denari in organizzazioni AFFIDABILI.

  9. in Piazza

    concordo.
    Ennesima dimostrazione di chi non sa che dire e del niente si mette a parlare.
    Basta chiacchiere.
    A calci fuori dal parlamento.
    Farne soffrire un paio per fargli vedere che l’italiano non è così bue credono.

    LA VITA DI UN PAIO DI QUESTE PERSONE NON VALE L’IMPOVERIMENTO DELLA NAZIONE.

    Vogliamo parlare del caso Romano di ieri? Ormai è più il tempo che passano ad autoreferenziarsi!
    E le riforme?
    E le proposte per la crescita?
    Neanche la forza di fare qualche comunicato populista. Navigano a vista mentre le barca affonda.
    Non fatevi abbindolare dagli aumenti di borsa di questi giorni. Questa si che è speculazione. L’onda sta arrivando e l’orchestra continua a suonare…
    Questa è guerra. Non si fa più con i soldati ma a colpi di debito. Tanto valeva mandare i greci fuori dall’euro ma i germanici non volevano perderci neanche un euro e ci stanno affondando tutti.

    Inflazione, disoccupazione, povertà e questi giocano a salvarsi a vicenda e ad andare a mignotte. Un grazie sentito a tutti gli elettori di centrodestra.
    Spero abbiano capito anche se ho dei forti dubbi.
    Non voglio fare la Cassandra ma ricordatevi le mie parole..

  10. adriano

    Tatticismi di fine stagione che non incantano piu’ nemmeno le affezionate clientele.Speriamo almeno che qualcuno non la ritenga una riforma strutturale.

  11. carlo grezio

    caro giannino
    mi meraviglio della meraviglia.
    come sarebbe “basta con le farse ?? ”
    se un popolo elegge una banda di commedianti di infimo livello a posizioni di potere poi può meravigliarsi di vedere solo cialtronate e farse mal recitate quotidianamente?
    No.io credo che non possa e si debba sorbire le buffonate propinate da questi signori fino a quando non vi sia nel paese un sussulto di saggezza, buonsenso e lo si trasmetta in modo perentorio ed inequivocabile ad una classe politica talmente screditata e ridicola da corrispondere esattamente ad un popolo di screditati e ridicoli cialtroni, artisti del chiagni e fotti nazionale.
    sembrerebbe che quelle anime candide degli italiani soi-disant di destra liberale non avessero alcuna informazione aggiornata su chi fossero,da dove venissero e con quale pedigree i vari :
    berlusconi, bertolaso, bossi, previti, calderoli, gelmini, tremonti, brunetta, minetti, romano, sacconi, brambilla, letta, cicchitto, capezzzone, vito, alfano, giovanardi, cota, milanese, bondi,larussa,verdini,formigoni,lupi,santanchè,ronchi, scaiola, lavitola, speroni, zanicchi,carlucci, carfagna,cosentino, galan…. no ma dico sono solo all’inizio e la lista è già da brivido, da festival del circo, da assalto alla diligenza.
    Come fa ora la marcegaglia , che non poteva non sapere chi fossero quei tristi figuri a riposizionarsi su posizioni critiche ( ben venga, meglio tardi che mai, ma che faccia di bronzo !!) confindustria è stata vergognosamente silente e consenziente e ora non saranno i costruttori a ridargli una verginità e credibilità…
    Ma come mai i ns liberisti alle vongole si sono così fidati ed immedesimati in :
    ciellini, socialisti craxiani, democristiani cislini, mafiosi e camorristi vari, nullafacenti e parassiti…per tralasciare poi il caravanserraglio al seguito
    Come si fa a dire adesso basta farse ?

  12. in piazzp

    @Carlo
    concordo.
    Il problema è che la base, lo zoccolo euro degli elettori del centrodestra non sa, non ha capito o non vuole sapere.
    Pensa che S. Sia un perseguitato dalla magistratura comunista, che Bossi abbia ragione ecc.
    Non ci si può aspettare una svolta dalla democrazia. Non c’è più tempo. Hanno fatto troppi danni non facendo nulla per anni. Cercando solo di autoreferenziarsi con leggi ad uso personale. E il popolo beota intanto lo piglia sempre in quel posto…

  13. la Lega cerca solo di costituire organi di governo paralleli a milano solo per essere pronta alla secessione, delle spese indicate da Giannino non gli importa nulla, anzi secondo loro maggior deficit significa fare accellerare la separazione. Sono così tonti che non sanno che le banche principali del paese Unicredit, Intesa, Mediobanca stanno a Milano e in caso di default Italia sono le prime ad andare gambe all’aria… al Sud il fallimento costerà molto meno!

  14. Caro Giannino,
    certo basta farse! Come vedi, però, a Roma hanno paurosamente e definitivamente sfondato il bilancio nazionale. Ora siamo alla resa dei conti e il mondo finanziario del globo ci sta guardando, quasi certo che non riusciremo a farcela. Tu sei tra i pochi ad avere le idee chiare su questo prossimo colossale default italiano.
    Non stancarti di fornire i tuoi giusti e saggi consigli a questi dirigenti politici, veri “disgraziati e ciechi statisti” capaci di ogni nefandezza.
    A da Parma

  15. Fausto Scaldaferri

    Ma cosa vuole, caro Gianino, I nostri politici si sanno solo occupare di aria fritta. Per quantoriguarda, per esempio, aiuti alle piccole imprese (di cui faccio parte), sentiamo proclami da anni, ci fanno preparare un mare di scartocìffie per accedere ad agevolazioni e, alla fine se ne vengono con il solito ritornello: non ci sono soldi. Quelli da sperperare si trovano sempre. Che delusione! dal PDL e dai “duri e puri” della Lega che hanno presto imparato la lezione e con alcune loro strampalate richieste perdono velocemente terreno nella considerazione degli elettori.

  16. carlo grezio

    Propongo un commento al PROGETTO PER L’ITALIA di confindustria e altre associazioni.
    E’ largamente condivisibile, anzi è un lungo elenco di ottimi propositi e utili indicazioni.
    Ritengo però che quando si intende suggerire di ridurre in modo consistente la Spesa Pubblica, in modo da evitare il deficit annuale e quindi nel lungo periodo ottenere un rientro in dimensioni accettabili del debito pubblico, non si possa non dedicare ampio spazio alla struttura organizzativa dello stato che quella “spesa pubblica” spende e che in gran parte serve per mantenere in vita la struttura stessa.
    Non basta suggerire riduzioine di sprechi e maggiore attenzione alla spesa : sappiamo da un secolo che di questi giusti suggerimenti la politica non sa che farsene.
    L’unico modo per ottenere un effettivo taglio di spesa è l’eliminazione di un livello amministrativo dello stato : questo paese non può permettersi 4 livelli (stato centrale, regione, provincia e comune).Deve tagliare il più inutile, inefficiente , costoso, fonte di corruzione crescente e destabilizzante dell’unità dello stato : ABOLIRE SUBITO LE REGIONI.Significherebbe 100 miliardi di minori costi ogni anno e per sempre e soprattutto almeno 500-600.000 persone tra amministratori , politici e pubblici dipendenti che dovrebbero attrezzarsi a tornare a fare un lavoro produttivo e non assolutamente inutile come quello che fanno abitualmente, ad alto costo ed a nessun risultato.Le deleghe regionali possono essere trasferite senza alcun aggravio di costi dove erano prima : allo stato centrale ed alle province.Si può proporre una patrimoniale e si può anche accettarla, quando l’amministrazione dello stato si è ridotta consistentemente e strutturalmente nei suoi costi : questo non lo si ottiene con il taglio delle province, che costano poco e , quelle piccole e periferiche, sono molto utili e funzionano, nè con il taglio (doveroso, simbolico ma insignificante economicamente) della casta parlamentare.
    Se non si aboliscono le INUTILI REGIONI , i cui costi crescenti hanno reso inutili 20 anni di tagli e di manovre finanziarie recessive, non si otterrà mai nulla.
    Le associazioni di imprese dovrebbero concentrare le loro richieste su questo punto prima di ogni altra cosa: senza questo taglio – impopolare ma doveroso – le altre cure sono solo palliative.Tutti sappiamo che le regioni non sono per nulla indispensabili : prima non c’erano, l’amministrazione pubblica costava meno, i servizi erano pessimi come ora.Le regioni non hanno portato alcun miglioramento , solo incremento di costi.
    Non possiamo più permetterci tasse a livello scandinavo (dove le regioni non ci sono) e prestazioni a livello sudamericano, con tutto il rispetto per i sudamericani che forse nel frattempo ci hanno raggiunto e superato.

  17. Antipdl

    E’ solo una delle tante studidate che sono in grado di pensare, NON SANNO andare oltre………..

  18. Vito Cialdella

    Sulla base di quanto chiaramente esposto mi permetto di fare una osservazione politica.
    Nella crisi Internazionale, molto pesante per l’Italia, stiamo soffrendo le conseguenze di un governo debole non solo per i numeri, ma per la composizione dello stesso. Il peso che ha la Lega con le sue assurde idee sta condizionando un Berlusconi già provato per le sue “colpe” e la necessità di difendersi dagli attacchi che gli provengono a 360°. Sono un italiano del sud e sono assolutamente contrario a qualsiasi idea di secessione che sia del nord, del sud o delle isole. I 150 anni di unità dell’Italia, conquistata con il sangue dei nostri avi, vanno difesi non perchè è la costituzione a sancirlo ma, in un mondo sempre più globalizzato dove i grandi impongono il volere, piccoli staterelli, anche economicamente floridi (vorrei vedere senza l’apporto di roma ladrona se la padania riesce ad essere ricca!!) non riuscirebbero a sopportare il peso dei Paesi emergenti (Cina in testa).
    L’unità è l’unica speranza per tutti noi di restare liberi.
    L’Uomo dello Stato oggi se ha davvero a cuore le sorti della Nazione deve abbandonare le zavorre di chi pensa solo al bene(forse) proprio o di una piccola parte del Paese e, anche a costo del personale sacrificio, creare le condizione per la nascita di un Governo forte, rappresentativo di tutta L’italia scevro da qualsiasi idea secessionista, che superi anche obsoleti ed inutili scontri ideologici e favorisca lo sviluppo non solo economico della Nazione.

  19. In Piazza

    Pensavo che i lettori attivi di questo blog saranno un migliaio. Con una semplice considerazione statistica, direi che tra i lettori gli elettori di questi parassiti al governo saranno qualche centinaio.
    Mi piacerebbe che qualcuno avesse il coraggio di ammettere:’Si, ho votato S. Berlusconi e ho sbagliato’.
    Non che la sinistra sia meglio ma solo la presa di coscienza dei propri errori elettorali dà un senso alla parola democrazia. Se continuassimo a votare con i paraocchi non ne usciremo mai. Tanto vale spingere per una rivoluzione con bastoni e forconi per cacciare i mercanti dal tempio.

  20. ivano

    depennare, attraverso un processo di negoziazione, parte delle pendenze delle famiglie. Banche ed investitori in questi titoli subiranno le perdite. ” Default pilotato x privati e poi degli stati,dobbiamo azzerare il debito,

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