21
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni: Autorità reti, troppo grande per riuscire

Il decreto liberalizzazione pone le premesse per la creazione di un’autorità indipendente per i trasporti (art. 36) ma, nell’attesa, tale competenza viene affidata all’Autorità per l’Energia Elettrica e il gas.

Sebbene l’intenzione di convergere verso una regolazione indipendente di trasporti e infrastrutture non possa che essere considerata positiva, dal punto di vista attuativo la scelta transitoria crea non pochi problemi. Se, infatti, affidare all’Aeeg la competenza in materia idrica aveva un senso dal momento che c’è una sorta di contiguità tra i due settori – se non altro perché l’acqua è il “terzo contatore” nelle nostre case – assegnarle anche la competenza sui trasporti è più complicato: innanzitutto, perché di fatto i due settori sono molto diversi e, quindi, richiedono professionalità ed esperienze differenti, sia a livello di staff che di consiglio. Così facendo, inoltre, si andrebbero ad annacquare le competenze dei commissari che, nel momento in cui le decisioni sono prese dal collegio, dovrebbero sapere un po’ di energia, un po’ di trasporti, andando a disperdere conoscenze settoriali peculiari alla materia di riferimento e necessarie. Il rischio è che, dovendo sapere un po’ di tutto, arrivino a prendere decisioni poco informate, poco specifiche e, quindi, poco adatte ed efficaci (e che, a monte di ciò, sia meno forte la pressione a selezionare componenti che siano anche competenti – PDF). Tale pericolo, poi, crescerebbe con l’aumentare delle dimensioni dell’autorità: mettere insieme ambiti così grandi, infatti, significa creare un mostro burocratico poco snello nelle procedure e, quindi, poco incisivo nelle decisioni. Il tutto, considerando che essa sarebbe operativa (almeno teoricamente) solo per pochi mesi: la consapevolezza di uno sforzo a tempo determinato non è certo un incentivo a metterci l’attenzione, le risorse e il tempo che sarebbero necessari.

La decisione, poi, è ulteriormente indebolita dal fatto che la regolazione delle infrastrutture parrebbe rimanere all’agenzia competente in materia, ossia l’Anas, mentre si parla di creare  un’autorità per gli aeroporti, con compiti di regolazione economica e di vigilanza. Di fatto, però, avrebbe molto più senso unire sotto un’unica agenzia tutte le infrastrutture e i trasporti, che spesso sono interconnessi e dipendenti l’uno dall’altro, piuttosto che creare tanti diversi soggetti, spesso competenti su materie collegate, creando una frammentazione decisionale e una moltiplicazione dei costi di gestione di tali strutture poco sensati. Questa scelta sarebbe stata più saggia anche in via transitoria, piuttosto che coinvolgere l’Autorità per l’energia, che a poco a che fare con questa materia.

Ancora più incomprensibile è la scelta di dare a al regolatore trasportistico anche la competenza sui taxi che, invece, per ovvie ragioni, necessitano di una regolazione a livello comunale più che nazionale.
Ciò che serve in materia, quindi, è la creazione di un’autorità snella, competente e  indipendente. Bisogna evitare di creare sia un colosso che legifera su troppe materie con troppe poche conoscenze, sia, all’opposto, creare troppo autorità in settori collegati, facendo lievitare i costi di gestione e disperdendo informazioni e competenze importanti. Peggio del peggio è costruire un mostro a tempo a determinato, quale sarebbe l’Aeeg “potenziata” in ambito trasportistico. Quindi, l’intenzione è promossa, ma l’attuazione almeno rimandata.

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