1
Mag
2010

Ambientalisti, leghisti, squadristi e sei semini di mais Ogm

La prossimità ideologica tra ambientalisti e Lega Nord sugli Ogm deve aver creato più di un imbarazzo di stomaco, se il leader dei Verdi Angelo Bonelli, commentando la semina dimostrativa di sei (6) semi di mais geneticamente modificati a Vivaro, dichiara:

E’ ormai evidente che l’opposizione dell’ex ministro dell’Agricoltura Luca Zaia agli Ogm era solo una trovata elettorale e che l’attuale governo non fa nulla per evitare che il made in Italy agroalimentare non sia messo in ginocchio dalle semine illegali biotech.

Può anche dispiacere a Bonelli, ma le pretese del fondamentalismo ambientalista e le velleità autarchiche della Lega si abbeverano alla stessa fonte. Quella che pretende che il ruolo della politica sia quello di mortificare le opportunità e la libertà delle persone, di proteggere gli individui da loro stessi perché gli individui non sono in grado di badare a loro stessi. E anche se nel linguaggio usano sfumature diverse (biodiversità/protezionismo, ecosostenibilità/autosufficienza, tipicità/tradizioni) il modello a cui fanno riferimento è sovrapponibile. Bonelli, Zaia e i loro sodali sanno benissimo che gli Ogm (come ogni novità che la tecnologia ha messo a disposizione dell’umanità) hanno successo, sia tra gli agricoltori che tra i consumatori, ovunque riescano a venire incontro alle esigenze del mercato. Ma non essendo in grado di capire il perché, non accettando che le persone possano seguire strade che si discostino dai loro modelli, non resta loro che appellarsi alle paure irrazionali, soffiare sul fuoco delle psicosi, invocare l’intervento dei gendarmi, o peggio ancora delle ronde.

E l’aggressione che Giorgio Fidenato e gli agricoltori di Vivaro hanno subito ieri da parte di un gruppetto di squadristi no-global dimostra soltanto che quando gli idioti fanno l’appello trovano sempre truppe disposte a seguirli.

You may also like

Il green deal europeo non è politica ambientale ma (dannosa) politica economica (soprattutto in agricoltura)
siccità
Oltre la siccità. Abbandonare il dirigismo in agricoltura
Crisi ucraina e sicurezza alimentare
L’agricoltura biologica e il disegno di legge 988

8 Responses

  1. helen

    Avete scritto delle facilonerie su un’argomento MOLTO complesso, dimostrando di non capirci niente. Vi rimando al libro:
    QUEL GENE DI TROPPO di Mariano Bizzarri, Editori Riuniti
    esauriente sull’argomento, e spero che vi informate invece di scrivere sciocchezze.

  2. Helen, guarda che la pubblicistica anti-ogm (come il libro che citi) è piena di stupidaggini galattiche, purtroppo credute ciecamente da chi ha una predisposizione ideologica.
    Per anni e anni si sono ripetute delle ca##ate (semi sterili, fragole pesci, fallimenti economici etc..) che ormai anche molti politici li ripetono in continuazione credendo DAVVERO che siano vere.

  3. gio

    Cara Helen, si informi lei su cosa abitualmente passa anche sulla sua tavola, a partire dall’alimento base d’ogni italiano, la pasta, prima di dare del facilone al prossimo. E legga anche altro che non un singolo libro su un argomento, che magari è attendibile, ma magari coi tempi che corrono anche no – ha presente la fola del riscaldamento antropico smascherato? No, non ne ho titoli da consigliarle, a me è bastata una giusta istruzione scientifica ad informare. Ma mi raccomando: forza coi picchetti anti ogm, sempre e comunque; si sa che le azioni di forza sono le più indicate, quando in ballo ci sono imbecilli che la testa evidentemente sul collo ce l’hanno per caso. Hai visto mai che improvvisamente si sistemano le cose discutendo, o meglio con forza, si, ma di polizia, a tutelare i giusti contro gli incivili in peccato legale (perchè forse non lo sa, ma quello che è avvenuto si chiama reato, almeno in uno stato di diritto)?
    E mi scusi della pedanteria didattica, ma visto che dice d’informarsi ad altrui: “che vi informiate”. Il che vuole il congiuntivo.
    Così magari la prossima volta la forma almeno del suo dire è esatta.
    Un saluto.

  4. helen

    Cari Dario e Gio,
    non so con chi mi volete aggregare. Sono scienziata e l’autore che ho consigliato al blog e’ biochimico e oncologo della Sapienza di Roma (prova a cercarlo con google). Le vostre risposte, ahime, dimostrano che siete voi gli ideologi a partita presa. L’argomento non e’ per niente banale, e se leggete il libro sarete in grado di decidere pro o contro. Studiate ragazzi!

  5. Giordano Masini

    Helen, anche Dario Bressanini, che ringrazio per essere venuto a commentare il mio post, è uno scienziato, e sugli Ogm di libri ne ha scritti un paio… Ma qui il problema non è di sbatterci in faccia titoli accademici. Se il mio post è un po’ superficiale dal punto di vista scientifico, è semplicemente perché commentava una vicenda per i suoi aspetti politici. In altre occasioni, qui e altrove, ho avuto modo di affrontare la questione Ogm in maniera più approfondita. Quanto al libro di cui parli, non l’ho letto (presumo che Dario l’habia letto, invece). Se posso permettermi, mi sembra che già dal titolo (“quel gene di troppo”) affronti il problema partendo da un’equivoco: che ci sia una differenza sostanziale tra ciò che è naturale e ciò che è manipolato. In realtà tutto ciò che di vivo esiste attorno a noi è frutto di mutazioni genetiche, casuali, come quelle che avvengono in natura, o indotte dall’uomo attraverso varie tecniche, come quasi tutte le specie animali e vegetali di cui ci nutriamo, tra cui quella più moderna è la tecnica del DNA ricombinante, i cosiddetti Ogm. L’uomo interviene sul DNA delle piante da sempre, come dimostra il fatto che le varietà che noi usiamo in agricoltura hano bisogno dell’uomo per sopravvivere, e sparirebbero allo stato selvatico. Incrociare due varietà di cereali per ottenerne uno più produttivo e resistente comporta il cambiamento di metà del suo patrimonio genetico. Così come sottoporre una varietà di grano duro ad un bombardamento di radiazioni (è questa la tecnica grazie alla quale è stato ottenuto il grano duro più difuso in Italia) per indurre mutazioni al suo codice genetico sperando di ottenere, per approssimazioni, un risultato soddisfacente. Una differenza sostanziale tra queste tecniche (alcune delle quali le usiamo da millenni) e quella del DNA ricombinante non c’è. C’è invece una differenza formale, quella del metodo attraverso il quale si è indotta una modifica al patrimonio genetico di una pianta. Ed è solo sulla base di questa differenza formale che si fonda tutta la legislazione europea sugli Ogm, ed è un presupposto scorretto sia dal punto di vista scientifico che da quello del diritto. Poi, di libri, volendo, se ne potrebbero leggere più di uno sullo stesso argomento, prima di dare lezioni agli altri.

  6. gio

    Cara Helen, io titoli accademici non ne ho, almeno non quello di scienziato quindi eviterò serenamente senz’altro di gloriarmene. Però è vero: Bressanini lo è, e ho idea, a memoria, sul suo sito ci sia più di un articolo al riguardo, se vuole dargli il credito della lettura. Lo legga, è molto chiaro nell’esporre.
    Volevo aggiungere di mio, ma vedo che l’estensore dell’articolo ha già commentato in modo esauriente, non facendolo evidentemente prima perchè lo scopo era stare sulla notizia dei soliti quattro beoti violenti – ripeto: in fragranza di reato – piuttosto che fare una disamina sul ‘problema’ ogm. Dirò solo che in atto qui è il principio di precauzione che tanto va ormai di moda invocare, quello che tante decisioni in male parata dei tempi recenti ha determinato, quello che su basi ipotetiche mai empiricamente verificate impone alla comunità le scelte dei pochi del ‘… si potrebbe anche fare, certo, non abbiamo vere prove di nocività, certo, ma nel dubbio è meglio di no’. Così per le fantomatiche radiazioni em killer, così per il nucleare cattivo (cui s’aggiunga il luogo comune che i furbini tengono alto dell’identificare nucleare civile a nucleare militare, unito naturalmente alla cattiva nomea del dopo Chernobyl, senza dire che allora di errore umano si trattò, su imposizione politica, che quella era l’ex Unione Sovietica che tutti conosciamo, e che le centrali d’adesso con quella non hanno nulla a che fare), così per gli ogm. La pasta è ogm, ma di quella non parla nessuno naturalmente, sarebbe oltremodo controproducente dire che il male è già tra noi e tutti se lo pappano tranquillamente da lunga data.
    Mai stato ideologo di nulla, soprattutto quando le vulgate sono popolane. Mi tengo sulle mie, leggo, mi informo, e se vedo che l’unica modalità di risposta di certi è impedire con la forza, mancando evidentemente di risposte pensate reali, qualche dubbio che ideologia e ignoranza stiano invece dalla loro parte, beh, mi viene.
    Forse la cosa risulta aberrante solo a me, ma con quale diritto questi imbecilli si permettono di opporsi alle lecite scelte in fatto di coltivazioni di altri? E se allora questi che piantano ogm andassero nei campi dei primi? Ci rendiamo conto che gli scemi – tali sono, mi si scusi – manifestano violentemente sempre, sempre, sempre in una direzione predefinita? Ma scherziamo?
    E se io vengo in casa sua, Helen, con cinquanta scapigliati perché lei ha poltrone in pelle e questo pensiero manda me e loro in bestia? Ci pensi.
    E’ vero: il problema non è affatto banale. Il punto è che forse come detto da Giordano sarebbe caso di farsi una cultura su più che non un singolo libro che esalta convincimenti che già coltiviamo, senza magari bollare d’ideologia persone solo perché si permettono di dissentire in materia.
    Ciò detto, se vuole poi discutiamo anche in maniera più tecnica sull’oggetto del dibattere, ma son certo Masini e Bressanini nel caso sapranno rispondere più compiutamente del sottoscritto.

Leave a Reply