22
Mag
2011

Un’emergenza fiscale che nasce dalla Costituzione

L’emergenza fiscale di cui da anni l’Italia soffre non è solo una questione di aliquote, ma deriva anche da un rapporto completamente sbilanciato tra amministrazione fiscale e contribuente, a danno del quale il fisco si comporta come un monarca assoluto, esercitando un diritto di vita o morte (economica) in spregio dei basilari principi di uno Stato di diritto.

Questo problema spesso non è avvertito in tutta la sua gravità, o perché il buon cittadino è portato ad aver fiducia nello Stato, o perché è pressato da impegni quotidiani che non tollerano distrazioni e pertanto è poco disposto a pensare criticamente al diritto tributario e ad attrezzarsi adeguatamente per fronteggiare la macchina del fisco, la quale avanza in un labirinto di regole complicate e difficilmente abbordabili “a mani nude”. La difficoltà di comprensione di queste regole non può che ostacolarne l’approccio lasciando così ampio spazio al radicamento di una condotta fiscale pervasiva ed oppressiva.Questi giorni, tra proteste sarde e richiami di moral suasion del direttore dell’Agenzia delle entrate, i quali ultimi appaiono meno energetici di uno zuccherino a un cavallo stremato, inizia a fare capolino il tema del rapporto tra fisco e contribuente, prima ancora che quello dell’ammontare del gettito fiscale.

Non si tratta solo di una questione di bon ton, come si sente dire in questi giorni. La vessazione fiscale non dipende tanto dall’abuso della propria posizione a carico degli agenti fiscali e della riscossione, quanto piuttosto, e più gravemente, da norme, prassi amministrative e interpretazioni giurisprudenziali che giustificano un’insostenibile compressione dei diritti civili ed economici del contribuente ritenuto a priori un evasore, fino a portarlo a cercare disperatamente qualche via di salvezza, come fa la selvaggina con il bracconiere.

Come si è potuto arrivare a tale ferita allo Stato di diritto, secondo cui un cittadino può, ad esempio, subire senza alcun preavviso un’ipoteca giudiziale per un cumulo di multe non pagate, magari perché erroneamente notificate?

I problemi nascono dalla scarsa incisività della lettera costituzionale. Essa, in uno Stato di diritto, dovrebbe essere il primo scudo di difesa del cittadino dalle prevaricazioni dei governi. Vi dovrebbe chiaramente essere espressa la garanzia ineludibile per il contribuente di non subire tormenti dal legislatore e dall’amministrazione, a meno che non si sia in presenza di illeciti o non si sia definitivamente accertata la frode fiscale. Ed è da qui che vorrei partire, per proseguire poi, in altri post, con lo scandagliare l’asimmetria sostanziali tra fisco e contribuente, asimmetria che urta con il concetto stesso di Stato di diritto.

Nella nostra Repubblica, quelle garanzie costituzionali sono nate, o sono nel tempo state lette, così deboli da renderle piuttosto vane, se non controproducenti.

Penso, ad esempio, alla inanità della riserva di legge, peraltro relativa, cosicché le modalità dell’accertamento, delle riscossioni e delle esecuzioni possono essere previste da semplici circolari e istruzioni interne che, per non essere ascrivibili a fonti del diritto, sembrano meglio riflettere più uno Stato di polizia tributaria, piuttosto che uno Stato democratico, tanto che dette norme non possono essere utilizzate come parametro di giudizio nel caso in cui il fisco le violi, né possono essere impugnate nel caso in cui siano esse a violare la legge.

Penso poi al principio costituzionale secondo cui “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Si tratta di un principio apparentemente esemplare, con il quale si voleva dire che ai contribuenti non possono essere richieste prestazioni patrimoniali tali da minacciare la loro capacità di spesa, risparmio e investimento privato. Tuttavia, esso è stato via via interpretato (a proposito dell’importanza dell’interpretazione!) non come limite massimo al sacrificio economico da chiedere al contribuente, ma invece come fredda risposta alle esigenze  di cassa reali o strumentali dell’erario stabilite prima e non dopo, a monte e non a valle, di una corretta  verifica della capacità contributiva del cittadino. È così che un’imposta calcolata sul valore lordo della produzione (l’IRAP) è stata ritenuta dalla Corte costituzionale coerente con tale principio.

Penso ancora al criterio della progressività, secondo il quale all’aumentare della ricchezza la capacità contributiva aumenta in modo più che proporzionale. È piuttosto arduo criticare, anche tra i teorici, tale criterio e difendere, invece, quello matematicamente più rigido, della proporzionalità. Il “dogma” della solidarietà impedisce di ammettere che il criterio della progressività, magari coerente sotto il profilo della generosità, rischia di tradursi in arbitrio del potere politico, che può calcolare il sacrificio contributivo senza criteri certi di proporzionalità e, quindi, di razionalità. Le “buone” argomentazioni per la progressività sono così lacunose, in punto di diritto, che spesso si utilizzano un discorso “per intimidazione” per tacciare di egoismo quanti in realtà intendono battersi contro l’arbitrarietà della  determinazione dei livelli tributari.

Ancora, penso al divieto di prevedere nuove spese o entrate nelle leggi senza indicare i “mezzi” per farvi fronte. Si tratta dell’unico limite sostanziale previsto dalla Costituzione economica, voluto da Einaudi nella consapevolezza di non poter pretendere un voto sul pareggio di bilancio. Ma anche questo comma, piuttosto innovativo nel ’48, si è dimostrato un mero esercizio linguistico. È piuttosto imbarazzante la verifica sulle modalità escogitate dal legislatore per dare copertura a nuove o a maggiori spese. La fantasia legislativa si è esercitata ripetutamente in acrobazie contabili per dare copertura finanziaria a nuovi interventi, senza alcun vero ancoraggio alla certezza di corrispondenti maggiori entrate o riduzioni di altre spese. Il rispetto del dettato costituzionale imporrebbe la previsione della inviolabilità del principio del pareggio di bilancio con l’espressa esclusione del ricorso all’indebitamento; quindi pareggio reale e non virtuale, se si vuole davvero  correggere il carico fiscale con una maggiore attenzione alla spesa pubblica.

Abbiamo avuto, infine, una copiosa giurisprudenza che ha dilatato il costo dei diritti prendendo come esclusivo parametro l’art. 3 sull’uguaglianza. In sostanza, quando il legislatore approvava un beneficio economico o fiscale a favore di una categoria di destinatari, tale vantaggio veniva esteso per via pretoria, in barba al principio sopra detto derivante dall’art. 81 Cost., per cui ogni nuova o maggiore spesa deve indicare i mezzi per farvi fronte. La giustificazione di una simile estensione era quella di evitare  discriminazioni tra chi poteva beneficiare della misura e chi no.

Negli anni, complici anche i vincoli di stabilità europei, questa costosa giurisprudenza sui diritti è stata in parte smorzata, comprendendo finalmente che anche l’art. 81 è una regola costituzionale al pari dell’art. 3, e che dunque occorresse un più corretto bilanciamento tra i due.

Questo livello costituzionale così debole in materia fiscale è stato, volente o nolente, all’origine di un sistema tributario in deroga ai più basilari principi dello Stato di diritto, dalla presunzione di non colpevolezza al principio di non aggressione, passando per l’incertezza del diritto e l’elusione del corretto bilanciamento dell’interesse fiscale con i diritti dei contribuenti.

Gli esempi sono tanti e piuttosto complessi.

Ne vedremo alcuni nei prossimi articoli su questo blog.

You may also like

Punto e a capo n. 48
Punto e a capo n. 47
Punto e capo n. 46
Punto e a capo n. 45

62 Responses

  1. M.

    Bellissimo intervento Serena, complimenti.
    Questo intervento non fa’ altro che amplificare due domande che negli ultimi anni martellano continuamente i miei pensieri “fiscali” e “di diritto”:
    1)In che direzione stiamo andando?
    2)Cosa possiamo fare per opporci?
    La seconda domanda lascia intendere il mio pensiero sulla prima risposta, la sensazione nell’aria, direi tangibile, è quella di vivere in uno stato di polizia, in direzione di una “democrazia” di tipo Putiniano, a prescindere che i governanti auto proclamatisi siano di destra, sinistra o centro.
    Per quanto riguarda la risposta alla seconda domanda, mi piacerebbe sbagliarmi ma ho la sensazione che con il voto non si possa più cambiare niente, e forse valgono più le proteste tipo quelle che abbiamo portato in piazza in Sardegna(io c’ero) sino a ribellarsi fisicamente a questi soprusi, come quando ci si oppone presidiando una casa o un’azienda nel momento dell’arrivo di un ufficiale giudiziario che ti mette in strada.
    Certo, si va’ contro la legge, ma quando vengono promulgate leggi che violano qualsiasi diritto civile e la costituzione stessa, come le leggi di polizia fiscale che gli Italiani subiscono, penso sia dovere civico e morale opporsi con tutte le proprie forze.
    Sarebbe bello sentire altri pareri dei frequentatori del blog.
    Ancora complimenti per il bell’intervento.
    Marcello

  2. Giovanni Bravin

    Il Governo Prodi aveva imposto che tutti i pagamenti sopra i 100 Euro, fossero tracciabili (Bancomat, carta credito, assegno, bonifico etc.) Forse questo limite era basso, ma Berlusconi provvide subito ad innalzarlo a 5000 Euro.
    Così si possono pagare dipendenti in nero, e fare un mucchio di altre operazioni senza correre il rischio di essere rintracciati. Forse il titolo di questo articolo dovrebbe avere la parola “Costituzione” sostituita da Governo…

  3. DPzn

    Solo di fronte alla disfatta al primo turno nelle elezioni comunali a Milano, il nostro Tremonti ha ammesso che il contribuente italiano è stretto in “ganasce fiscali”. Berlusconi ha solo detto che la sinistra è peggio di loro e che quindi conviene votare ancora centro-destra. A questo punto, mi auguro che vinca Pisapia, in modo che dalle vaghe promesse di Tremonti si passi finalmente ad una riforma tributaria che renda il fisco umano. La mia è solo una speranza, ci credo poco anch’io.

  4. Andrea

    Quando si viene “a contatto” con il Fisco si è dinanzi ad un soggetto che ha un unico obiettivo, che ben difficilmente si può fare rientrare nel “bon ton” di cui al testo della Dott.ssa Sileoni. E’ un fatto che le conseguenze delle interpretazioni regolamentari, succedutesi – non senza palesi contraddizioni – negli anni, sono state devastanti per lo stato di diritto che si ispiri al criterio di giustizia sociale.
    Complimenti per la chiarezza.

  5. Caro Giovanni Bravin io credo proprio che il prode Prodi si limitasse, con la scusa della tracciabilità, a fare un favore alle banche che ricavano cifre enormi da uso bancomat ecc..senza poi subire in realtà chi sa che spese. I 100 euro per le spese correnti verrebbero decurtati ulteriormente ed obbligatoriamente, dimenticando che non tutti si chiamano Prodi, che ci sono persone di mezzi modesti che non hanno avuto la bella idea di fare studiare da un team di specialisti come funzinano gli accoppiamenti dei somari in africa guadagnandoci un botto. Non dovrebbe sfuggire a nessuno che abbia responsabilità di governo e non abbia la testa di latta, che in questo Paese di insensibili faccioicavolimiei, gli stipendi per i più sono sul tipo dei 1200 euro, dei precari fortunati incassano anche 1000 euro, il famoso lavoro in affitto , per esempio. Trattieni qua, trattieni là, gli togliete altri soldi e poi vi meravigliate se lasciano sta melma di Paese, o se qualcuno non paga le bollette, perchè non ce la fa e viene tacciato da evasore, invece di vedere se va aiutato, magari facendo avviare uno studio, che so, sull’italiano somaro da soma per vedere come e se riesce ad accoppiarsi quando è oberato da tariffe , tasse , e bollette inique e quanto questi accoppiamenti del somaro da soma Italiano siano fertili, pagandolo quanto basta per onorare bollette, tariffe, e quanto altro occorra gonfiare o peggio, in onore del libero mercato e delle spa degli amici degli amici..sempre gli stessi tanto da apparire una specie di costosa rapace ed inutile aristocrazia senza nobiltà, manco prestigiosa o elegante da esibire a dire il vero, almeno gli antichi Re ed Imperatori si mascheravano convenientemente!

  6. Cari amici, che la nostra Italia stia diventando una democrazia popolare ed una dittatura fiscale ormai è evidente!
    Lo stesso Befera, a radio 24, ha ammesso che il pareggio dell’Agenzia Entrate 2010 è merito di pensionati e lavoratori dipendenti; questi, con un più 5,8 percento hanno compensato le minori entrate delle piccole imprese “in crisi”!!
    Siamo proprio messi bene, in un paese dove si fanno pagare le tasse ai pensionati che superano i 510 euro/mese!

  7. Estremamente interessante, discorso che merita approfondimento adeguato cosicché, chi pensa di risolvere tutto tracciando i nostri pagamenti (quindi fotografando la nostra vita) apra gli occhi e provi a riflettere in quale Stato vive e se la colpa è sempre e solo degli evasori (ricordo che è considerato evasore anche chi non pretende lo scontrino)

  8. Mauro

    Ottimo articolo. Va però tenuto conto di tutta una normativa (quella sulla riscossione) che attribuisce all’erario privilegi enormi e produce una sostanziale abrogazione dell’ habeas corpus del cittadino. Basti pensare che la riscossione avviene sulla base di un titolo privo di controllo giurisdizionale a monte (il titolo esecutivo è formato a discrezione dell’amministrazione) e con controllo solo eventuale a valle (su ricorso del cittadino, spesso a riscossione avvenuta). Un esempio per tutti: la facoltà del concessionario di procedere a pignoramento presso terzi non, come per ogni soggetto dell’ordinamento, attraverso il preventivo ricorso al giudice, ma per mezzo di una semplice intimazione al terzo di versare tutto quanto detenuto per conto del contribuente. A completare l’opera, interviene poi il favore della giurisprudenza per ogni tipo di interpretazione, pur aberrante, favorevole all’amministrazione e il frequente deficit di consapevolezza del difensore del cittadino, anch’egli prigioniero di interpretazioni che postulano la supremazia della parte pubblica.

  9. Pietro Barabaschi

    Cara Serena,
    eccellente articolo, incipit di una guerra santa da condurre senza quartiere contro la tirannide fiscale del nostro Stato. Nei prossimi articoli, ove tratterai tanti e complessi esempi, cerca di indicare anche il “come” difendersi, magari attaccando. Complimenti e cari saluti.
    Pietro Barabaschi

  10. Franco Sensi

    Sono proprio i tipi alla Giovanni Bravin, quelli di cui i governi di tutti i colori hanno bsogno per imporre questo stato di polizia tributaria …

  11. Francesco

    @Giovanni Bravin
    Pensa davvero che tracciare tutti i pagamenti equivalga ad eliminare il nero? Chi lavora in nero, paga in nero e fa tutto in nero non traccia un bel nulla e lo stato manco se ne accorge; oppure può tracciare un a percentuale es.70% ed il resto farlo girare in nero. L’unico vantaggio dei pagamenti elettronici va alle banche ed alle società delle carte di credito. La libertà dei cittadini di usare i LORO SOLDI non dimentichiamocelo che sono SOLDI LORO viene compromessa peggio che ai tempi di Robin Hood e lo sceriffo di Nottingham. Non mi stupirei se rifiorissero i depositi nei materassi o sotto le mattonelle, specialmente con i rendimenti attuali dei depositi bancari, questo perchè creando un inferno fiscale persino il materasso diventa “paradiso”.

  12. Alberto Poloni

    Complimenti per il magnifico articolo. Sapere che lo sgomento che ci colpisce ogni giorno di piu’ non ci fa venir meno lucidità ed intelligenza, è di grandissimo conforto. Brava, bravissima Signora Sileoni.
    In che direzione stiamo andando ? Bella domanda, Marcello. Certamente ci troviamo di già in una società strutturalmente illiberale. che, attraverso lo stato di polizia tributaria, si sta dotando degli strumenti tipici dei regimi totalitari. Il processo ha subito una fortissima accelerazione (non sono giovane e non ho mai visto, in vita mia, un ministro, un politico, esprimersi con la stessa iattanza ed arroganza di un Tremonti) e, con il prossimo, possibile crollo della destra ed il conseguente avanzare di una coalizione raccogliticcia e priva di un qualsivoglia progetto, di una qualsivoglia cultura e di una qualsivoglia capacità riformatrice, ma dotata in grande misura di pensiero nichilista e di odio di classe, ci troveremo al crollo dell’intera nostra società. Averne coscienza noi è un buon punto di partenza e non resta che organizzarci; per intanto, come dici tu, per difenderci.

  13. Giovanni Bravin

    @Marista
    In 17 giorni, il contatore del debito pubblico è aumentato di Euro 80!
    Nel 2011, assegnano NOVE poltrone a sottosegretari.
    Alla faccia delle promesse di effettuare tagli alla spesa pubblica.
    Tremonti, si lancia in dissertazioni sulla necessità di applicare “Ganasce fiscali” dall’Agenzia dell’Entrate/Equitalia! Mi sorge il sospetto che Tremonti lavori per qualche altra Nazione, anche se pagato con soldi pubblici italiani…

  14. Complimenti per contenuti e la chiarezza dell’esposizione! Non sopporto gli evasori ma le leggi che sono state fatte per “eludere” le tasse hanno tenuto conto solo dei furbi e dei grandi! le Pmi sono soffocate, impaurite dai metodi di riscossione (vedi la reazione degli allevatori con il funzionario dell’ Equitalia!!!!) ma è mai possibile!? Ci sono troppe cose che non vanno nel sistema tributario che è vessatorio per alcuni e amico per altri. Bisogna fare presto, ristabilire un fisco “equo” che tenga conto di famiglie e Pmi! il male comunque arriva da lontano..non è questo o quel Governo! è stata una prassi che ha visto complici i 50 governi della prima Repubblica e anche della seconda! Ahimè!

  15. Marco Marchionni

    Complimenti per l’articolo. Purtroppo la reazione del Sig. Giovanni Bravin dimostra che abbiamo ancora molta strada da fare per far capire che non è l’elegia dell’evasione ma, anzi, il modo migliore per combattere gli sprechi.
    Cito: “…del contribuente ritenuto a priori un evasore, fino a portarlo a cercare disperatamente qualche via di salvezza, come fa la selvaggina con il bracconiere.”
    Infatti il Sig. Bravin ritiene, sostanzialmente, mio padre di 80 anni un evasore perchè non sa usare il bancomat.
    Nel paese il cui art.1 dovrebbe citare, più correttamente, che “L’Italia è una Repubblica socialista fondata sul lavoro altrui” questo non è accettabile.

  16. giobbe covatta

    @Giovanni Bravin
    ma tu’ pensi veramente che mettere la tracciabiliata’ a 100 euro serva a sconfiggere i
    pagamenti in nero ??
    Sei un povero illuso , le evasioni ed ipagamenti in nero non sono i 100 , 500 , 1000 ,
    piuttosto che 5000 o 10000 euro , ma le centinaia di migliaia o milioni di euro che giornalmente valicano i nostri confini di Stato .
    Io come libero cittadino devo poter decidere LIBERAMENTE come pagare i miei debiti ,
    o col contante o con la carta o con gli assegni , non deve essere lo Stato ad impormi
    il mezzo di pagamento .
    Questi d te’ proposti sono metodi da Stato di polizia TRIBUTARIA da ” GESTAPO ” piuttosto che da ” STASI ” tributaria .
    La gente non ne puo’ piu’ di governanti di DESTRA o SINISTRA che con la scusa della loro ” EVASIONE FISCALE ” , perche’ questi evadono e se evadono , ci stanno massacrando di TASSE ed ADEMPIMENTI senza senso .
    Sara’ meglio che guardino a cio’ che sta’ accadendo in SPAGNA perche’ il prossimo Paese a vedere le rivolte , se tutto rimarra cosi’ come sta’ ora , sara’ il nostro e certamente sara’ un bene , perche’ mandera’ a casa una classe polita INETTA e LADRA .
    E finalmente gli ipocriti come te’ , che pensano che l’evasione ALBERGHI nell’ impresa avranno di che dimostrarlo ma , con i fatti e non con le chiacchiere o i sentito dire .
    Ciao COMUNISTACCIO DEL C…O !!!!

  17. giobbe covatta

    @Giovanni Bravin
    e quindi ???
    cosa vorresti dire , non vedi che ti contraddici , prima dici che e’ stato giusto quello che hanno fatto PRODI – VISCO poi te laprendi con TREMONTI che non ha fatto altro che continuare e migliorare la politica ad POLIZIA TRIBUTARIA iniziata dal precedente esecutivo di centro-sinistra .
    Devi decidere da che parte vuoi stare e di che cavolo voui parlare .
    Non hai ancora capito che questi sono tutti uguali ci stanno mettendo uno contro l’altro per fare i loro PORCI COMODI !!!!!!!
    Ma svegliati che la campana e’ gia’ suonata da tempo !!!!!

  18. Giovanni Bravin

    @Francesco
    Nel 1982, in Belgio, potevo pagare il giornalaio col bancomat. (29 anni fa, ed anche solo per un solo quotidiano). Al giorno d’oggi, in Corea del Sud, si può pagare il biglietto del metrò col proprio telefono cellulare. In Italia, si vuole ignorare che siamo costantemente visti e controllati da telecamere, bancomats, telepass, tessere varie, trasporto del telefono cellulare (anche spento).
    Perciò la tracciabilità di un pagamento può essere attuata in molti modi, che non elenco per brevità. Comunque è un dato di fatto che il nero esiste, ed a fronte dei tanti DIS-servizi che riceviamo, a fronte dei soldi versati, lo giustifico!

  19. @ Bravin , leggo che le hanno risposto, e sono stati buoni, non merita risposta chi in un momento come questo per gli Italiani gettati in miseria non solo da una congiuntura internazionale, ma soprattutto io credo dai tanti errori commessi nel passato, invece di cercare di ragionare e per capire il passato che vide per esempio Prodi, Ciampi ed Amato in prima persona e una certa operazione di Ciampi che ci gettò nel lastrico, e per capire se e cosa si potrà fare enl futuro per risollevare un Paese debilitato, leggendo un sì corposo e illuminante articolo, non trova di meglio che ciangottare contro il governo che non le piace; sapesse come è piaciuto a vecchi pensionati e bambini svegliarsi un mattino e trovare che, come i ladri, nottempo i suoi amici li avevano alleggeriti dei soldini sul libretto di risparmio, una viltà, non mi stancherò mai di evidenziarlo, fu una vilta’ in assoluto e lo fu di più metter le mani sui libretti postali, di gente così non ci si deve fidare se non si è della stessa pasta. Anche io sono stata troppo buona a risponderle, stia bene e in buona compagnia.

  20. Lo Stato pesa troppo per stipendi ed immobili a volte presi a canoni più alti di una rata di mutuo. Il bene pubblico non deve essere svenduto per fare azione politica, ma può essere utilizzato per creare benessere collettivo. Servirebbe un sostegno intellettuale al Ministro Brunetta per completare la riforma della PA.

  21. Stefano Tagliavini

    Sul tema del fisco credo che le riflessioni fatte in questo post siano emblematiche del modo con il quale i cittadini italiani vivono il loro rapporto con il fisco italiano. Ci dividiamo su una materia che dovrebbe unire tutti quanti, tolto gli evasori ovviamente.
    In uno Stato moderno il sistema fiscale dovrebbe essere effettivamente basato sulla capacità contributiva dei suoi cittadini e il rapporto che lo Stato instaura con i cittadini non dovrebbe essere basato sulla vessazione ma su regole certe che presuppongono stessi diritti e stessi doveri per i privati e il pubblico. Lo Stato non potrebbe permettersi di pagare quando vuole, mentre questa possibilità non è riconosciuta ai cittadini. L’accertamentoe dell’ evasione dovrebbe essere dimostrata da prove certe e inconfutabili rimanendo esclusi quei sistiemi di tipo inquisitorio incompatibili con un ostato di diritto, in pratica sarebbe buona cosa applicare il principio dell’onere della prova così come avviene in tribunale e non rovesciarlo come purtroppo ci insegna la realtà di tutti i giorni. Anche gli studi di settore mi lasciano perplesso anche in ragione della vessazione che possono creare a carico di contribuenti che hanno percepito un reddito inferiore a quello presunto. Lo Stato dovrebbe fare la sua parte senza sconti per nessuno ma nel rispetto di regole e di principi di legalità, dare servizi all’altezza del prelievo fiscale, ma anche i cittadini devono farsi carico di un principio sacrosanto che si chiama fedeltà fiscale. Chi non paga le tasse perchè vuole pagare poco, rimanendo esclusi quelli che non hanno i soldi, non può essere considerato un furbo, tutt’altro. Ognuno dovrebbe sentirsi parte di una comunità e fare il suo dovere. Se il sistema non funziona o dimostra delle falle spetterebbe anche a noi fare sentire la nostra voce e cercare di cambiare le cose, civilmente se possibile.

  22. Giovanni Bravin

    @giobbe covatta Innanzitutto complimenti per la Sua firma. Da quando c’è l’attuale legge elettorale, voto solo per il mio comune. Non ho dimenticato che questa legge fu varata da Berlusconi, nel precedente governo. Poi, il governo Prodi, non mosse un dito per modificarla e ipotizzare che sia modificata ora, è pura illusione. Non mi va di votare qualcuno che conosce i problemi dei miei concittadini, il nostro territorio, ma automaticamente do un beneficio al suo capolista che nemmeno conosco. Pago le tasse che mi dicono, ma vorrei servizi adeguati, TUTTI.
    Dai trasporti, segnaletica, sanità, Pubblica Amministrazione. In Gran Bretagna, nel 1975 ad aprile, feci la mia dichiarazione dei redditi. A luglio dello stesso anno, 4 mesi dopo, mi restituirono la somma versata in eccedenza l’anno precedente. Non c’erano computers all’epoca! Qui, nel 2010 fecero un modello Mini, per dichiarare le tasse, 6 paginette, e DICIOTTO di istruzioni. Il Ministro Tremonti si accorge che siamo oppressi da “Ganasce Fiscali” dopo TRE anni del Suo mandato??? In Gran Bretagna, ed altrove, si è inquisiti per pochi Euro, se questi vengono addebitati come spese di rappresentanza anziché spese private. In Italia capita l’esatto contrario (non si viene mai indagati). Ne ho per tutti, destra o sinistra. Comunque complimenti per la Sua firma, anche se ammetto che non ho capito C..O

  23. Andrea 73

    Trovo Serena Silleoni la più brillante articolista del blog ed in questo supera anche il dott. Giannino: chapeau!
    Trovo disdicevole – e per nulla liberale – il linciaggio cui è sottoposto Giovanni Bravin: si possono condividere o meno le sue idee, ma è la polifonia dei commenti a dare vivacità e un doveroso controcanto (ed ogni tanto un sano richiamo al principio di realtà) a quello che altrimenti sarebbe una monodia di liberali, che sovente sconfinano nell’anarchia.
    Da parte mia rilancio una domanda, che tutti (destri, sinistri, centristi, “oltristi”) eludono: dove si taglia per ridurre la spesa, qui e ora?

  24. Giovanni Bravin

    @Andrea 73
    Ho apprezzato le Sue parole in mia difesa. Purtroppo molti non guardano il contatore che c’è in alto, con il debito pubblico per persona. Come si taglia la spesa pubblica? Non certo nominando NOVE (nuovi) sottosegretari la scorsa settimana, e poi si promette a Bossi, di portare due distaccamenti ministeriali a Milano! Ribadisco, perché in Gran Bretagna, nel 1975, ottenevo un rimborso delle tasse, dopo 4 mesi dalla mia dichiarazione? Il loro modulo era intuitivo e di facile comprensione anche per uno straniero come me. In Italia, pagare le tasse è molto difficile, le probabilità di errore sono molto alte, così si è esposti a sanzioni da Equitalia, se va male, e se abbiamo compilato bene, ed abbiamo un rimborso, lo vedremo tra qualche anno, oppure comunicare l’importo ad un sostituto d’imposta per il conguaglio. I soldi pubblici, sono derivati dalle nostre tasse, (quindi dal nostro lavoro). I politici che li sperperano o scialacquano, dimostrano di disprezzare implicitamente il nostro lavoro. Questo non lo tollero né giustifico, quindi scrivo e segnalo al mio Comune, Provincia, Regione se c’è qualcosa che non và. Non sempre ottengo una risposta alla mia prima segnalazione, ma incurante dei costi, proseguo la mia lotta. Se solo il 10% dei cittadini facessero sentire la propria voce al politico di turno, la “solfa” cambierebbe rapidamente!

  25. giobbe covatta

    @Andrea 73
    si taglia dal sovrappiu’ ( i dipendenti statali , comunali , provinciali , reginali ) ne abbiamo 10 volte di piu’ di qualsiaisi Paese CIVILE , e non mi si venga a dire me cosa andranno a fare ???
    Andranno a fare quello che fanno tutti gli altri , gli operai , i fornai , i giardinieri , fabbri ,
    i benzinai , i baristi , i cuochi , i gommisti , gli assicuratori , i bancari e chi piu’ ne ha piu’ ne metta !!!!!
    Il paese non e’ piu’ in grado di mantenere tutti questi fannulloni che sono solo un peso
    per la societa’ , che allungano i tempi delle pratiche , che ti danno informazioni sbagliate o non ti rispondono proprio , che sono incompetenti ( non sanno parlare l’italiano !!!!!!!!!!!!!!!! ) , che non stanno allo sportello anche quando c’e’ la fila etc.
    Non abbiamo piu’ bisogno di questo tipo di impiegati , come non abbiamo piu’ bisogno di pliti di siffatta specie .
    Messaggio a BRAVIN !!!! non sai quello che dici !!!!!!!!! e parli per sentito dire , le tue informazioni sono false , non so’ se lo fai in mala fede o perche’ vuoi attizzare il contraddittorio .
    Comunque non ti rispondero’ piu’ , non lo meriti !!!!!!

  26. Giovanni Bravin

    @giobbe covatta
    1°. So quello che scrivo. L’ho vissuto personalmente all’estero, oppure ho la documentazione cartacea. Quindi non ho bisogno di usare il “sentito dire”.
    2° Uso informazioni reali e vere, se vuole controllare di persona, si accomodi pure…
    3° Non sono un “troll”, e quindi non ho bisogno di “attizzare il contraddittorio”.
    La ringrazio comunque, anche se si firma “stranamente”….(17)

  27. MAssimo74

    @Andrea 73
    Solo per fare qualche esempio:

    1)ricalcolo di tutte le pensioni retributive secondo il sistema contributivo.
    2)privatizzazione del sistema sanitario nazionale con passaggio ad un sistema basato su assicurazioni private.
    3)privatizzazione di eni,enel,finmeccanica,rai,fincantieri e di tutte le municipalizzate.
    4)abolizione province,comunità montane e accorpamento comuni sotto i 5.000 abitanti.
    5)abolizioni di ministeri(totalmente inutili) come il ministero per le pari oppurtunità,della gioventù,per l’attuazione del programma di governo e per i rapporti col parlamento.
    6)abolizione dei contributi alle imprese,sussidi ai giornali e al cinema e finaziamento pubblico ai partiti.
    7)alienazione del’enorme patrimonio pubblico stimato in circa 400 miliardi di euro.
    8)ritiro dei militari da tutte le missioni all’estero.
    9)accorpamento dei vari corpi di polizia.
    10)dimezzamento parlamentari,consiglieri regionali e taglio del 30% dei relativi stipendi.

    Ecco questi sono solo alcuni obiettivi che si possono realizzare se si vuole veramente tagliare la spesa pubblica in maniera strutturale e ridurre di conseguenza l’indebitamento dello stato,per poter così avere le risorse necessarie per un robusto taglio delle imposte in grado di far ripartire l’economia di un paese fermo da dieci anni(come gli ultimi dati istat testimoniano).

  28. Andrea 73

    @MAssimo74
    Grazie per le concrete indicazioni. Proviamo a vederle un po’ nello specifico.
    sub 1: Serena Silleoni, meglio di me, ti potrà spiegare la vischiosità del concetto dei diritti quesiti, per cui rebus sic stantibus appare aspirazione velleitaria;
    sub 2: qui personalmente ho qualche dubbio, perché ritengo che il servizio sanitario universale sia un valore comunque da conservare, per quanto bisognoso di riforme, fors’anche con l’ingresso di assicurazioni private;
    sub 3: più che un taglio alla spesa pubblica, sembra un provvedimento per fare cassa. In ogni caso credo che debba essere preceduto da un sistema regolatorio adeguato. Altrove, e forse anche su questo blog, ho letto che prima della privatizzazione occorre procedere ad una robusta liberalizzazione: ciò vale soprattutto per l’ampio apparato di municipalizzate e la materia intercetta il gran dibattito sui referendum sull’acqua;
    sub 4-5-6: concordo in pieno.
    sub 7: credo che prima di tutto occorra un censimento serio sull’effettiva consistenza e sul valore di mercato del patrimonio pubblico;
    sub 8: la partecipazione alle missioni internazionali è il prezzo da pagare per far parte di alleanze militari (NATO) e/o di organismi internazionali (ONU) che, pur con tutte le loro manchevolezze, conservano – bene o male – una loro ragion d’essere. Non credo sia saggio e lungimirante un ritiro generalizzato;
    sub 9: concordo.
    sub 10: concordo, alla faccia di chi sostiene che sia una posizione populistica. Fondamentale diventa comunque il ripristino di una legge elettorale che consenta l’indicazione del voto di preferenza: sono convinto – anche se non dispongo di evidenze empiriche – che il rivolgimento annesso alle recenti amministrative non sarebbe avvenuto con la “porcata” di calderoliana memoria.

  29. Stefano Tagliavini

    @MAssimo74
    Ho lavorato dieci anni nel settore assicurativo, mi creda, sono società brave a prendere i soldi e a non pagare quando ci sono i sinistri. Trovano mille cavilli per rifiutare quello che è dovuto. Pensare di rinunciare a una conquista sociale come la sanità a favore delle società di assicurazioni è un crimine sociale e non aggiungo altro. Penso sia più intelligente avere una sanità che funziona e con persone capaci. Quelli che sono favorevoli a privatizzare la sanità sono quelli che si possono permettere di pagare i premi dell’assicurazione sanitaria privata. Chi non se lo può permettere cosa deve fare, cucirsi le ferite con l’ago e il filo come fà Rambo?

  30. Bene Andrea73, evviva anche Massimo74, Bravin e Giobbe Covatta!
    Concordo anch’io su tutti i punti, mettendo il punto 10 entro i primi tre.
    Amici miei, qui occorre davvero fare qcosa perchè questa fila di sciagurati è capace di spostare a Milano il Ministero dell’Inutilità dichiarando così di avere “accontentato” il Nord!
    Abbattere la spesa pubblica, subito, THAT THE QUESTION !

  31. RC

    come dice giobbe: si taglia dal sovrappiu’ ( i dipendenti statali , comunali , provinciali , reginali ) ne abbiamo 10 volte di piu’ di qualsiaisi Paese CIVILE , e non mi si venga a dire me cosa andranno a fare ???
    del resto come ci dicono sempre nelle interviste “nel pubblico impiego c’è una professionalità incredibile!!!:)” ergo non sarà difficile per questa gente trovare un nuovo lavoro

  32. Massimo74

    @Andrea 73
    Percepire una pensione senza aver mai versato contributi non può essere definito un diritto acquisito,si tratta semplicemente di un privilegio a tutti gli effetti e siccome i soldi per pagare le attuali pensioni non piovono dal cielo ma vengono dalle tasse di chi lavora,parlare di diritti acquisiti è un insulto proprio nei confronti di chi è obbligato a lavorare per oltre sette mesi all’anno per mantenere gente che in molti casi percepisce pensioni d’oro(il recente libro di Mario Giordano spiega molto bene queste situazioni)semplicemente perchè le leggi folli approvate nella prima repubblica consentivano questo scempio.No,mi dispiace,ma queste cose per me sono solo un furto e una rapina legalizzata ai danni di una parte della popolazione e con i diritti acquisiti non hanno nulla a che vedere.

  33. Stefano Tagliavini

    @Massimo74
    Ha ragione, eccome se ha ragione! Pagare le pensioni d’oro a chi magari ha fatto fallire aziende pubbliche è davvero una rapina, così come è una rapina pagare le tasse anche per chi evade. Pare che tutto sia imputabile alla prima Repubblica come se quelli della seconda fino al 1994 non fossero nati o fossero stati altrove, magari su Marte. La pseudo Seconda Repubblica è nata solo nel 1994, se lo ricordi. Molti dei suoi affiliati hanno avuto legami con gli uomini politici della prima e in alcuni casi ne hanno addirittura fatto parte. Sarei molto grato a tutti quelli che decidessero di non parlare più di prima o seconda Repubblica perchè è una presa in giro per le persone oneste. In tutto questo tempo ho sentito parlare di riforme, abolizione delle province e quant’altro solo per il piacere di ottenere voti e nulla di più. Destra e sinistra non hanno fatto nulla per il lavoro, per la disoccupazione e qualcuno si diverte a proprorre la privatizzazione della sanità a favore delle assicurazioni, mi spieghino questi valenti signori come potrebbero fare un giovane senza lavoro o un cinquantenne disoccupato perchè la sua azienda ha delocalizzato, a trovare i soldi per pagarsi la polizza assicurativa o a versare i contributi per la pensione. Queste soluzioni sono i soliti rimedi che fotocopiano quanto stà avvenendo in questo paese: i poveri aumentono i ricchi diventono sempre più ricchi. Un paese civile è in gardo di far pagare le tasse alla sua maggiornaza, combatte la piaga del lavoro nero ed è in grado di offrire una rete di solidiarietà per chi non riesce a camminare con le sue gambe dando calci nel sedere a chi fà il furbo. Questa sarebbe la seconda Repubblica, ma per il momento c’è solo il prolungamento dell’agonia della prima.

  34. Massimo74

    @Stefano Tagliavini
    “Destra e sinistra non hanno fatto nulla per il lavoro, per la disoccupazione e qualcuno si diverte a proprorre la privatizzazione della sanità a favore delle assicurazioni, mi spieghino questi valenti signori come potrebbero fare un giovane senza lavoro o un cinquantenne disoccupato perchè la sua azienda ha delocalizzato.”

    Se le aziende delocalizzano non crede che ciò dipenda anche dal fatto che con una tassazione reale sugli utili d’impresa che sfiora il 70%, diventi realmente difficile essere competitivi sul mercato sopratutto in un sistema globalizzato come quello odierno?

  35. Stefano Tagliavini

    @Massimo74
    Assolutamente d’accordo con lei, per le aziende che hanno pagato il 70% delle tasse sugli utili la delocalizzazione potrebbe essere una risposta. Io aggiungerei anche i costi per la sicurezza dei lavoratori. Meglio qualche invalido in più – quando va bene -a carico della società che sostenere i costi della sicurezza. Mi permetto di fare una distinzione perchè non tutte le aziende italiane hanno investito e alcune ha delocalizzato solo per risparmiare sui costi del lavoro. In Germania si fanno pochi scioperi, in periodi di crisi i lavoratori accettano i sacrifici, ma quando le cose vanno bene i lavoratori percepiscono salari di tutto rispetto. L’esatto contrario di quanto accade in Italia. I casi e di Parmalat e di Mariella Burani Fashion Group non sono certo casi ricollegabili alla pressione fiscale sugli investimenti. Potremmo parlare di chi ha fatto fallire le aziende per pagare i giocatori della squadra di calcio, vedi il caso del Mantova calcio e potrei proseguire. Io torno al discorso precedente, molti hanno avuto connivenze con un sistema che ha premiato i furbi impoverendo il paese. Pensare di mantenere livelli di vita elevati e diminuire tasse e stipendi senza controllare se vengono fatti per davvero gli investimenti, produce un solo un risultato: arricchire i ricchi impoverire i poveri. Se qualcuno vuole una società divisa e ingiusta senza protezione per le persone deboli lo dica, senza nascondersi dietro il trucco delle ricette buone solo a gettare del fumo negli occhi delle persone ingenue. O si creano i presupposti per una società che condivide sforzi, sacrifici e diritti trai suoi membri oppure si perde solo del tempo.

  36. davide

    @Marista
    con tutto il rispetto possibile, ma come può dire che Ciampi ci getto nel lastrico? Nel 92 senza ciampi e la sua concertazione sociale, con gli attacchi speculativi che subiva la lira, saremmo finiti davvero nel lastrico.

  37. giobbe covatta

    @davide
    Ne sei davvero sicuro ?
    Allora come mai la Gran Bretagna non e’ nell’euro e non e’ sul lastrico , mentre Grecia , Irlanda , Portogallo , Spagna lo sono !
    Nonostante la manovra di Ciampi , l’Italia e’ ancora a rischio default .
    Come lo spieghi mago della FINANZA ??

  38. Mario

    @Davide
    siamo certi che non sarebbe stato meglio fallire allora ? In questi 17 anni avremmo fatto pulizia invece che continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto e probabilmente ora saremmo in grado di crescere come e quanto cresce la Germania.

    Mario

  39. Stefano Tagliavini

    @giobbe covatta
    La Gran Bretagna non è sul lastrico perchè ha fatto dei sacrifici, ragion per cui non volle entrare nell’euro, i paesi cosiddetti PIGS sono entrati nell’euro sperando di farla franca, erano in difficoltà prima lo sarebbero stati molto di più restando fuori dall’euro. Quello che non è tollerabile è stata la mancanza di controlli nei confronti di chi ha barato come la Grecia. L’Italia è a rischio default perchè il debito non è stato ridotto, l’economia negli ultimi anni è cresciuta meno degli altri paesi. Se uno guadagna quanto basta per campare i debiti come li paga? Inoltre non abbiamo fatto le riforme che da secoli ci vengono richiesti dai principali organismi internazionali. Però possiamo sempre fare la prova: andiamo sul lastrico e vediamo quello che succede. Una cosa sia ben chiara, chi in questi anni si èarricchito grazie anche all’evasione fiscale, in caso di default dell’Italia non resterà per amor di patria, scordatevelo. Resteranno solo quelli senza soldi, ricordatevi dell’Argentina e per chi non se lo ricorda consiglio di guardarsi i diari del saccheggio.

  40. STEFANO MELLONI

    Egregia dottoressa ,
    a quando un nuovo articolo sul tema .
    Non vedo l’ora di leggerlo !!!!!!!
    e’ straordinaria la lucidita’ con cui ha descritto la situazione in cui , nostro malgrado , ci troviamo .

  41. fede

    come difendersi da uno stato che vessa ad ogni pie’ sospinto i cittadini,cittadini contribuenti e piccole aziende sono perseguitate da un fisco talebano che preticamente ti prende in ostaggio togliendoti l’auto,il conto corrente e la casa e in italia ci sono migliaia di cittadini incappati nella macchina infernale del fisco ma non possono essere trattati come se fossero camorristi o mafiosi ed evasori,a fare la fila ad EQUITALIA in piedi e per ore ci sono solo dei disperati che resistono per non licenziare i dipendenti e per non chiudere le loro piccole attivita,se non si pone un serio rimedio a questi metodi di riscossione vessatoria qualche milione di famiglie per mangiare dovra’ recarsi alla CARITAS.basta con questo stato che deruba in tutti modi i suoi cittadini anche con multe a gogo’,ganasce a gogo’ e pignoramenti a gogo’,autovelox truccati e quanto altro.tutto e’ teso a alimentare gli sperperi della casta politica etc..etc…..e c’e chi presnde 500 euro al mese e badate sono parecchie migliaia di persone,contro gli stipendi e le liquidazioni da sceicchi dei maneger o le 3-4 pensioni al mese di tanti politici,alla facciaccia del popolo italiano.

  42. Antonello

    è fresca di stamattina che mi suona un impiegato della RAI e mi dice o paghi questi 76,48 € con bollettino e ti sistemi per il passato o riceverai una visita della finanza che se scopre che hai la TV o un computer ti dà una multa di 650,00 € – cosaaaa?!!!! dico io , certo che ho un computer ci lavoro qui !!! “appunto allora le conviene pagare”, dice lui . Notare che tempo fa ho inviato alla rai notifica di rottamazione timbrata da centro di raccolta per un televisore , in seguito a esplicita mia raccomandata in cui chiedevo come disdire appunto il canone. Quel che è peggio è che il tipo mi ha fatto firmare una dichiarazione e io stupidamente la ho firmata confesso perchè accecato dallo sgomento e dalla rabbia, in cui ho dichiarato il possesso appunto di un computer. Ho inseguito poi il simpaticone e gli ho chiesto di meglio documentare la cosa : mi ha lasciato un depliant in cui sotto la voce “COS’E’ E CHI DEVE PAGARE” come risposta abbiamo la bella trovata devo dire dell’ultimo minuto ” Chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni televisive, per legge” (R.D.L: 21/2/1938 n. 246 (conv. L. 4/6/1938 n. 880); L. 6/8/1990 n. 223, art. 27) – a questo punto penso che debbano pagare il canone chiunque che da una propria finestra di casa sua riesca a vedere dentro un’altra finestra dove c’è un televisore o perchè no anche chi detiene uno smartphone o chi attraverso qualsiasi strumento , dalla lavastoviglie dotata di monitor alla radiosveglia di tipo evoluto riuscirebbe e non è detto che lo faccia, grazie alla sua abilità tecnica , a mettere assieme un apparecchio televisivo !! mi sono domandato anche se, essendo in campagna elettorale , ci gioca di fare incazzare il maggior numero di cittadini possibili per sovvertire le tendenze di voto…… ma poi mi son detto che gli effetti sarebbero alla fine a somma zero ! in questo momento non riesco a pensare ad altro che rottamare anche il computer e mi dò dell’imbecille perchè perdo tempo prezioso della mia vita ad approfondire argomenti con gente che è forse meglio driblare, sfuggire e perchè no contrastare con i loro stessi mezzi !!!!!! Come si fa a imporre il pagamento di una somma di denaro attribuendo la cosa ad un utilizzo di un servizio che uno non vuole avere ….. è il massimo della diseducazione al rispetto e alla fiducia reciproca che dovrebbe invece essere portato al massimo livello da parte dello stato ….. è l’aperta e lapalissiana pubblica indicazione che per difendersi bisogna imbrogliare …… devo aggiungere inoltre che a cospetto di una giustizia ideale i singoli cittadini che imbrogliano hanno una responsabilità infinitamente inferiore a quella di uno stato che imbroglia …… va bè anche oggi abbiamo imparato qualche cosa………

  43. Diego

    Trovo questo articolo giusto, equilibrato e totalmente condivisibile. Questi stessi concetti per decenni ho tentato di diffonderli inutilmente. Siamo “sudditi” da tanto, troppo tempo. Lei ha la mia stima anche perchè ha usato i modi ed i termini giusti.
    Il problema però alla radice è che finchè l’elettorato sarà moralmente di bassa lega, lo sarà anche la classe dirigente. Perchè possono farsi favori vicendevolmente.

  44. A noi è sucesso che l’agenzia delle entrate ha preteso l’iva che il ns. fornitore non aveva versato. Obbligati a transare al 50% ben1.500.000,00 altrimenti si serebbe scatenato l’aparato con pignoramenti ipoteche e sequestri anche di beni personali.Questo è uno stato di polizia tributaria, bisogna ricordarsi che tutte le rivoluzioni sono iniziate per ragioni fiscali.

  45. Pelle

    Ho letto il valido articolo della sig.ra Sileoni ed anche molti, non tutti dico la verità, dei commenti inseriti, ma prima di discutere dei massimi sistemi credo che ci si debba porre una domanda: perchè il nostro sistema fiscale non consente la detraibilità delle spese che effettivamente una famiglia o una persone deve sostenere?
    Ditemi, per modo di dire: ma se chiamate l’idraulico per riparare il rubinetto, quando vi chiede 50 euro, gli fate emettere la fattura? In genere no perchè altrimenti sarebbero 60 gli euro da sborsare per il 20% di IVA, piuttosto gli direte in nero facciamo 40! L’esempio vale per tutto e per tutti, elettricista, falegname, avvocato, ingegnere, geometra, meccanico ecc.: perchè solo la fattura del dentista si può dedurre? Una persona non può aver bisogno di un professionista, di un artigiano, di un traslocatore, di un giardiniere ecc. e perchè la stessa persona non deve poter esporre la propria spesa e dedurla? O perchè può farlo solo l’impresa o il professionista che tanto può chiamare l’idraulico per casa e far risultare che è per lo studio?

    In altre parole, il nero si combatte se effettivamente c’è una volontà di farlo, da parte di tutti e partendo dalla, base dalle piccole cose e dalla previsione di detraibilità dall’imponibile di ciò che rappresenta la spesa del contribuente.

    Avete forse mai sentito qualcuno dei grandi ragionatori di imposte e fisco proporre questo?

    Io no, ma non faccio testo.

  46. giobbe covatta

    @Diego
    anche questa e’ una scusa , ma purtroppo non e’ come dice lei che la gente del parlamento rispecchia il popolo .
    non e’ assolutamente cosi’ e la guistificazione e’ la legge elettorale dove i mediocri possono indicare una lista di MEDIOCRI , lista bloccata , cosi’ da poter perpetrare in eterno il loro potere .
    Noi siamo molto piu’ intelligenti e capaci della media dei nostri governanti ma , purtroppo ci siamo sempre piu’ concentrati nelle nostre attivita’ trascurando il bene comune , cioe’ l’attivita’ politica .

  47. MASSIMO

    BELL’ARTICOLO .TUTTO QUESTO GRAZIE ALLA FAMIGERATA RIFORMA RIFORMA FISCALE DEL 1972 .PRIMA GRAN PARTE DEI SOLDI RIMANEVANO NELLE TASHE DEI CITTADINI CHE CERTO NON LI SPRECAVANO COME E’ INVECE AVVENUTO IN DEGUITO GRAZIE A GOVENANTI INCAPACI.UN’OSSERVAZIONE:NON C’E’ NIENTE DI MEGLIO PER FAR SCOMPARIRE CERTE ATTIVITA’ ECNOMICHE DI NORME ASSURDE FISCALI E DI CERTE INIZIATIVE SINDACALI FUORI DI TESTA.

  48. marco

    Tutto questo e’ possibile per la modestia della nostra classe politica;
    anzitutto poco propensa a lavorare (legiferare)
    insensibile alle ragionevoli esigenze dei contribuenti che pagano i loro stipendi ed anche i loro privilegi
    incompetenti ad interpretare le esigenze di uno stato moderno (quindi immobilisti e conservatori)
    SAREBBE L’ ORA CHE UNA CLASSE DI GIORNAQLISTI PREPARATI DICHIARASSE GUERRA A QUESTI PARASSITI INCOMPETENTI CON BENCHMARK INESORABILI CON LE STRUTTURE AMMINISTRATIVE DEI PAESI NOSTRI CONCORRENTI
    ma noi ci beiamo di ovvieta’ e polemicuccie da talk show come al bar sulla piazza della borgata

  49. Mario

    Giornalisti preparati !? Non editori liberi ? In realtà c’e bisogno di cittadini, di gente cioè che si e’ battuta e si batte per la salvaguardia della propria libertà e dei propri diritti contro uno stato che da sempre questa libertà erode ed attenta. Noi questo non l’abbiamo mai fatto ed abbiamo quindi quanto ci meritiamo: siamo sudditi da spremere. Ci si divide ancora su questioni in realtà non sostanziali, tipo ” io pago tutte le tasse, gli evasori sono da galera ” ecc. : non mi risulta proprio che il recupero dell’evasione degli ultimi anni sia andato a ridurre il carico dei cosiddetti tartassati. Oppure ecco magnificare lo stato sociale e la sua sanità, senza interrogarsi sui costi relativi e su chi li paga. Quello che tutti non dovrebbero mai dimenticare e’ che la ricchezza e’ prodotta da privati e da chi lavora nel privato; lo stato massimo dovrebbe garantire le condizioni favorevoli a che la ricchezza venga prodotta, che si possono riassumere in 1) certezza del diritto; 2) facilita’ di accesso al credito; 3) salvaguardia del risparmio; 4) controllo del territorio. Se queste precondizioni non sussistono – e mi pare il ns caso – non si e’ appetibili dagli investitori esteri e i nazionali, quando possono, delocalizzano. Senza produzione di ricchezza lascio a voi riflettere sullo sviluppo probabile dello stato sociale. Auguri.

  50. Adriano

    Non è solo in materia fiscale che la costituzione nega dei diritti e delle tutele. La costituzione è stata scritta al termine di una dittatura, seguita da una guerra civile, dal Partito Comunista Italiano e dalla sinistra della Democrazia Cristiana. Non si tratta di una costituzione che fissa dei principi che il legislatore declina in funzione dei mutamenti sociali, si tratta di una costituzione programmatica, che stabilisce cioè ciò che c’è da fare per superare quella particolare situazione socio-economica. In sostanza, abbiamo una costituzione che non rappresenta più il mondo attuale, scritta per di più da ideologie fallimentari che non esistono più. Vogliamo buttare la costituzione nel cestino e riscriverla? Sarebbe ora!

  51. Giovanni Bravin

    Edizione 2011: la Agenzia delle Entrate ha pubblicato il Modulo Unico-Mini, si compone di 4 paginette. Le istruzioni relative alla sua compliazione sono 24 pagine, fitte-fitte.
    Chiaramente si vuole indurre il contribuente a commettere errori.
    Anche i CAF, ne commettono, e poi dobbiamo vedercela con Equitalia per riparare.
    (Circonvezione d’incapace?)
    Sono sicuro che la tracciabilità degli importi pagati, è solo uno dei modi per frenare il nero, somme più importanti sono distolte proprio dai partiti stessi e parlamentari. Il caso dei vari “portaborse” alle dipendenze dei politici, e non messi in regola con i contributi e col fisco ne è solo un esempio.

  52. giobbe covatta

    @Giovanni Bravin
    TUTTI A ROMA IL 16/06/2011 !!!!!!!!
    DOBBIAMO FARGLI IL CULO A QUESTI CAZZONI , TREMONTI COMPRESO .
    E’ TROPPO FACILE TENERE I CONTI IN ORDINE CON I SOLDI DEGLI ALTRI ( CITTADINI ) ,
    MA NOI IN CAMBIO DI CIO’ CHE DIAMO CHE COSA ABBIAMO IN CONTROPARTITA ???
    DEI SERVIZI MIGLIORI E PIU’ EFFICIENTI ?????
    MA SE E’ TUTTO ALLA SFASCIO !!!!!!!!!!!!!
    QUESTO MINISTRO DELLE FINANZE CHE FA’ SOLAMENTE I GIOCHI DELLA FINANZA INTERNAZIONALE E, NON GLI INTERESSI DEI CITTADINI , VA’ CACCIATO !!!
    AVETE ROTTO , VOI E LE PANZANE SULL’EVASIONE FISCALE ( SIETE VOI POLITICI ED I VOSTRI ACCOLITI I PIU’ GRANDI EVASORI D’ITALIA ) , MA CHI CREDETE DI PRENDERE PER IL CULO ???
    NON SIAMO DEFICIENTE , E SAPPIAMO BENISSIMO CAPIRE QUANDO CE AL VOLETE RACCONTARE .
    GLI ITALIANI ONESTI ( CHE SONO LA STRAGRANDE MAGGIORANZA ) PAGANO IL 70 % E OLTRE DI TASSE !!!!!
    E’ AL MERIDIONE DOVE C’E’ LA MAGGIOR PARTE DELL’EVASIONE ; LA’ NESSUNO PAGA IL CANONE RAI , PER NON PARLARE DEL BOLLO AUTO ( TI PRENDONO PER I FONDELLI SE LO PAGHI , COME UN ” POVERINO ” ) , TUTTI LAVORANO , MA IN NERO , NON PAGANO LA TASSA DEI RIFIUTI , NON SANNO NEMMENO COSA SIANO I BOLLI , TUTTI , DICO TUTTI GLI ESERCIZI COMMERCIALI ” NON EMETTONO SCONTRINO FISCALE ETC.
    E VOLETE FARCI CREDERE CHE L’EVASIONE SIA AL NORD ?????
    MA BASTA , CON LE CAZZATE , NE VA’ DELLA VOSTRA ONESTA’ INTELLETTUALE , ABBAITE UN PO’ DI AMOR PROPRIO .
    MINISTRO TREMONTI , VISTO CHE NON E’ IN GRADO DI ELIMINARE L’EVASIONE FISCALE ( CHE ANZICHE’ DIMINUIRE AUMENTA , SECONDO I DATI ISTAT !?!? ) , NE PRENDA ATTO E, SI DIMETTA PER MANIFESTA INCAPACITA’ , ALMENO LA SMETTERA’ DI PRENDERCI PER IL CULO !!!!!!!!

  53. giobbe covatta

    purtroppo il governo non ha ancora capito qual’e’ la vera emergenza , LA RIFORMA FISCALE prima di tutto !!!!
    Senza questa importantissima riforma , che contempli anche la riduzione immediata delle tasse , questo Governo e la sua maggioranza sono destinati alla sconfitta .
    Non si puo’ uccidere il malato assieme alla malattia .
    O Berlusconi capisce questo ARGOMENTO o e’ destinato ad una disfatta tremenda !

  54. STEFANO MELLONI

    QUESTO GOVERNO NON RISOLVERA’ MAI L’EMERGENZA FISCALE , HA TROPPI INTERESSI LEGATI ALLO STATUS QUO , NON LO CAPITE !!!!!!!!!

  55. giobbe covatta

    ma come si fa’ a mettere un TRIBUTARISTA ( leggasi TREMONTI ) a capo del ministero delle finanze !!!!
    cacciate TREMONTI !!!!!

  56. STEFANO MELLONI

    @giobbe covatta
    E’ A CAPO DELL’ECONOMIA , MA NON CAPISCE UN CAZZO DI ECONOMIA IL NOSTRO “BENEAMATO ” TREMONTI .
    QUESTO VUOLE DISTRUGGERE L’ECONOMIA ITALIANA PER COMPIACERE I BUROCRATI EUROPEI !!!!
    TREMONTI PRIMA CACCIA I TUOI SOLDI , DELINQUENTE !!!!!!!

  57. desirèe

    Salve dottoressa.. sulla rivista diritto.it ho trovato una sua tesi sulla libertà di manifestazione del pensiero dalla cinematografia ad internet.. mi interessa molto ma purtroppo quando lo scarico mancano alcune pagine e anche delle note.. potrebbe spedirmela lei completa????? la prego mi sarebbe molto utile per poter finire la mia tesi di laurea!!!! alla mia mail: desiree.imola@studio.unibo.it

Leave a Reply