27
Mar
2012

Stagione delle riforme: già finita?

Da Tempi

Se nel suo tour in Asia il premier Monti ha dovuto iniziare ad affermare “nel caso in cui il Paese non fosse pronto, possiamo anche andarcene”, se Pierferdinando Casini sin da domenica scorsa ha lanciato l’allarme crisi di governo possibile, è il segno che sulla riforma del mercato del lavoro qualcosa di rilevante si è inceppato, nel meccanismo sin qui quasi perfetto che rendeva il governo di emergenza padrone dell’agenda nazionale. Dico “quasi” perfetto perché una prima avvisaglia c’era stata sul decreto liberalizzazioni, di molto modificato in parlamento. Ma, si sa, le liberalizzazioni fanno molto parlare noi tifosi del mercato, purtroppo non colpiscono molto l’immaginario popolare. Cosa tutt’affatto diversa è la questione dell’articolo 18 e della minor rigidità in uscita dal mercato del lavoro, dopo 40 e più anni di immobilismo conservativo.

Sull’articolo 18, sin qui Susanna Camusso è stata un’ottima tattica, e una stratega sopraffina. Ha incassato all’inizio senza spendere una sola parola di troppo il drastico giro di vite nella flessibilità all’ingresso, sostenuto da Elsa Fornero e dai suoi giovani ricercatori torinesi che hanno lavorato sui testi. Mi è capitato più volte di dire che non credo alcun governo politico “di sinistra”  se la sarebbe sentita, di imprimere al tempo detrminato, alle partite Iva, ai co.co.pro, e al tempo parziale, una simile botta di aumenti contributivi, accrescimenti dell’intervallo temporale per poterne usufruire,  indicazioni presuntive di mero travestimento di tali finti contratti in veri rapporti a tempo indeterminato e dunque tali da poter essere imperativamente trasformati in assunzioni a pieno titolo, appesantimento di criteri autorizzativi ex ante e di controlli ex post. La mia convinzione è che in recessione ne deriverà un abbattimento dell’occupazione. Ma, ripeto, fa parte del mantra “lotta alla precarietà”: anche se dovunque in Europa per combatterla si è assunto il criterio opposto, cioè quello di abbassare pretese contributive e fiscali sul reddito di questa fascia di lavoratori, nel mentre si abbassavano i contributi anche sul lavoro a tempo determinato, per incentivarlo. Da noi, lo Stato assetato segue la strada opposta. Anche Stefano Fassina, il responsabile economico del Pd  che sin dall’inizio ha seguito la Camusso nel no al resto delle formulazioni proposte da Fornero, ha convenuto a radio24 che la strada scelta è sbagliata, e che occorreva tagliare spesa pubblica per abbassare i contributi sul lavoro e sull’impresa.

In ogni caso, alla Cgil la maggior rigidità in entrata va bene. A questo primo obiettivo, la leader Cgil ne ha aggiunto un secondo, puntando vigorosamente i piedi e annunciando scioperi a valanga contro  l’articolo 18 riscritto da Fornero. Ha indotto in pochi giorni anche Cisl e Uil a unirsi nel richiesta che anche per i licenziamenti economici il giudice possa disporre la reintegra oltre all’indennizzo, come per i disciplinari. Col che, la riforma è svuotata. Anche pezzi rilevanti del Pdl la  pensano così. Per esempio Giuliano Cazzola, che sostiene sia difficile immaginare che al lavoratore venuto meno ai propri doveri, ma a opinione del giudice non così tanto da giustificare il licenziamento, possa scattare la reintegra giudiziale, e invece no a quello espulso per ragioni economiche sostenute dall’impresa. Io penso sia invece più che logico, visto che le ragioni economiche identificano  logiche di efficienza, che non possono essere avvicinate alle contestazioni disciplinari. Ma la mia opinione conta zero.

La terza vittoria di Susanna è stato l’allineamento in un paio di giorni del Pd alla sua posizione, divenuta nel frattempo quella di tutti i confederali. La quarta, quella di aver fatto emergere per la prima volta nel governo, nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso, una frattura politica   manifesta. Con il ministro Fabrizio Barca alla testa della componente “di sinistra”, questa volta esplicitamente critico nei confronti della riforma come proposta da Fornero, e difesa da Monti come “intoccabile” sull’articolo 18.

Scusate se è poco. Quando si è trattato di scegliere il veicolo parlamentare per la riforma, a Monti   non è restato che ripiegare sul disegno di legge. Aperto a tutte le modifiche. E in nessun caso approvato prima che i partiti si contino, alle amministrative.

Se le cose dovessero prendere questa piega, e attualmente ci scommetterei, ne potrebbe derivare un forte e anche fortissimo alleggerimento della capacità riformatrice del governo. Con un enorme anticipo, rispetto a 14 mesi ancora di vita piena davanti a sé. E con un riservato ma logico imbarazzo del Quirinale, che ha provato all’inizio a difendere l’impostazione della riforma, ma si è trovato a fare i conti con la capacità Cgil di far leva su quel 60% abbondante di italiani che  di licenziabilità non ne vogliono proprio sentir parlare. Vedremo che cosa s’inventa, Monti, quando  torna dall’Asia, per evitare che la malaparata si tramuti in un pessimo segnale ai mercati mondiali. La stagione delle riforme – vere: pensioni; abborracciate: liberalizzazioni; ircocerve: il lavoro – è già finita?

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42 Responses

  1. A parer mio la stagione delle riforme non è nemmeno iniziata. Le liberalizzazioni, ad esempio, sono state un flop clamoroso e per il resto abbiamo visto solo aumenti delle tasse. Questo governo è in totale continuità con quelli passati e l’occasione di poter cambiare il paese ormai è sfumata.

  2. adriano

    Non so se il 60% degli italiani non vuole sentir parlare di licenziabilità ma se così fosse non se ne deve parlare.Le questioni che ci riguardano vogliamo gestirle in proprio.L’unica delega avviene col voto.Con questo governo mi sento espropriato dell’illusione di poter decidere.Tutto quello che fa mi vede per questo contrario a priori perchè viziato dalla grave colpa dell’irrisione degli elettori.Cosa vuol dire “se il paese non fosse pronto”?Chi crede di essere costui?Il paese è sempre pronto a scegliere,se ne viene data la possibilità.Sono curioso di vedere l’impostazione della campagna elettorale dei partiti fantasma,quando e se ci sarà.Con quale credibilità dichiareranno gli obiettivi e come potranno pretendere che qualcuno ,clientele a parte,li ascolti?Hanno creato un deserto di cui non si vedono sbocchi,altro che riforma vera delle pensioni.Il punto da cui si doveva partire,il taglio della spesa,non è stato neppure considerato.Si torni al principio di rappresentanza e si smetta di giocherellare con i principi della democrazia.

  3. Ecate

    Da quello che raccontano gli imprenditori stranieri le ragioni per la mancanza di investimenti sono tutt’altre : la mancanza della certezza del diritto (le norme di ieri non sai se valgono anche oggi e i tempi e i costi per della giustizia sono dissuasivi), l’elevata tassazione (e non solo del cuneo fiscale), in molte regioni la criminalità detta proprie condizioni a cui si deve chinare la testa (chiedetevi perché nel sud Italia sono totalmente assenti aziende con centinaia di punti vendita al nord), infrastrutture poco efficienti e costose (linee autostradali poco ramificate con costi di pedaggi superiori a quelli di altri paesi europei con costi di carburante alle stelle), burocrazia farraginosa che facilmente si presta a rallentare un procedimento che deve essere “sveltito”, costi materia prima elevati (energia elettrica in primis).

    Qualsiasi imprenditore sa che se un lavoratore è importante per l’azienda non c’è motivo di licenziarlo.

  4. riccardo

    Caro Giannino,
    spero proprio si sbagli perchè sarebbe davvero l’inizio della fine, per quanto il Governo Monti non possa e/o voglia fare troppo, il ritorno ai Calderoli, D’Alema, Sacconi and company sarebbe davvero una tragedia (che i mercati punirebbero immediatamente immagino).
    Incrociamo le dita

  5. Mi chiedo se sia mai iniziata. E se la riforma delle pensioni sia stata più un incidente di percorso. In fondo, è stata approvata con cotanta convinzione solo per fare gli “anti-leghisti”…

  6. Forse sarà stata una “buona” strategia della Camusso per cercar di portare a casa il più possibile, fino ad oggi sta andando bene. Quello che non torna è il comportamento del PD evidentemente ancora troppo legato a logiche del passato; infatti ne viene fuori che solo la minoranza del pd è riformista (se il responsabile economico del PD continuerà ad essere Fassina dubito sulle politiche economiche di un futuro governo di sinistra). Ciò forse sta a significare che la parte riformista dell’elettorato italiano risiede tra “non votanti”, altrimenti non si giustifica un sostegno ancora elevato per il governo Monti.
    D’altra parte lo stesso governo punta a portare a casa riforme serie, altrimenti ne va a discapito la loro credibilità e quindi in sostanza non varrebbe la pena “tirare a campare”. Non fare riforme serie equivale a BARARE e quindi la compagine internazionale ritornerebbe a “bollarci” come dei buoni a nulla. Chiaramente lo spread farà il resto.

  7. John Galt

    Boh … dire che Camusso è una stratega mi pare esagerato. Camusso è una demagoga e chi fa demagogia riesce sempre a mettere in difficoltà l’avversario, quando quest’ultimo si muove nel terreno in salita delle riforme impopolari. In realtà, Monti si è messo nei guai da solo, seguendo una linea strategica solo all’apparenza coerente. Le liberalizzazioni hanno fatto ridere, le tasse hanno fatto piangere, di tagli alla spesa pubblica neppure si è parlato e l’impiego pubblico è stato escluso dalla flessibilità in uscita. Il messaggio, in pratica, è stato: tutti i problemi creati dalla politica e dal sindacato negli ultimi 40 anni li scarichiamo sulle spalle dei dipendenti privati. Già, perché le imprese hanno da sempre la valvola dell’evasione fiscale e dell’espatrio ed adesso potrebbero pure essere messe in condizione di licenziare (nonostante l’evidente stato confusionale di chi dichiara di liberalizzare ed in realtà non fa altro che creare nuove regole), gli impiegati dello stato possono mantenere per legge il loro dolce far niente ed i politici, i boiardi di stato e le corporazioni varie continuano a godere dei soliti privilegi. Come pensare, in questo modo, di non dare il destro alla prima Camusso che passa, dopo averle messo a disposizione gratis una gigantesca cornucopia di gente incavolata? Monti avrebbe dovuto cominciare con tagli pazzeschi alla spesa pubblica che gli avrebbero impedito di aumentare le tasse e che avrebbero creato le condizioni per le imprese di assumere. Adesso come adesso, in piena recessione, le aziende, se messe in condizione, potrebbero solo licenziare (basta pensare che esse sono pure costrette a pagare una tassa sul lavoro). Ovvio che la gente insorge. Pur di strappare un sorrisino alla Merkel, Monti ha sbagliato tutto.

  8. Gianluca

    Tutti sono arrabbiati, tutti criticano, è un buon segnale.

    Significa che per la prima volta si sta facendo qualcosa che rompe gli equilibri di 30 anni di nulla, che rompe il classico va bene tutto ma non nel mio giardino.

    Certo c’è da fare moltissimo, quanto fatto e quanto si farà sarà solo un primo piccolo passo. Riguardo le tante critiche al governo Monti ritengo che si stia giocando al gioco dei ruoli, ognuno sta facendo quello che deve fare istituzionalmente, il sindacato quello che da 50 anni fa, pensare agli occupati fregandosene del resto d’Italia, i partiti nonostante si siano dimostrati vigliacchi (tutti scappati quando il paese crollava) e primi responsabili di 20 anni di nulla, vogliono raccogliere i consensi dei più smemorati in vista delle prossime amministrative.

    Sotto sotto tutti gli attori del gioco dei ruoli sanno perfettamente dove stavamo a novembre e cosa ci riserva il futuro se cade il governo Monti, Monti farà due rimbrotti e tutti torneranno docili docili all’ovile.

    Sarebbero folli a rompere e nessuno è realmente in grado di farlo. Per mancanza di visione, di uomini all’altezza del momento, preferiscono attendere senza fare troppo casino sapendo che in molti saranno spazzati via nelle prossime elezioni. Meglio restare a bagnomaria per più di un anno.

    Credo, per le ragioni appena esposte, che le riforme continueranno, speriamo solo che si abbia la forza di fare tre cose nei mesi rimanenti;

    1- dismissioni con soldi da investire per crescita e sviluppo e per ridurre il debito pubblico, come chiede giustamente Giannino,

    2- riforma giustizia penale e civile con annessa amnistia se veramente vogliamo rifar partire un paese con 9 milioni di cause pendenti e che senza amnistia ha decine di migliaia di prescrizioni l’anno,

    3- riduzione del cuneo fiscale ad inizio 2013 con il pil che ricomincia a crescere, elemento indispensabile per poter fare anche quest’ultima operazione che dovrà dare il la alla futura riduzione delle tasse per tutti.

    Solo dopo questi tre indispensabili riforme il paese potrà dirsi normale ed al passo con i tempi.

    Gianluca

  9. Marco Tizzi

    60%? Ma davvero? Io non ci credo, sinceramente, penso siano molti meno.

    Comunque la “stagione delle riforme” non è mai iniziata.

  10. carlo

    Condivido la sua analisi dr Oscar, la Camusso è stata bravissima per far cascare Fornero &c nella trappola. Questa è la conferma che la politica è un mestiere?
    Credo, comunque, che ancillare alla riforma di questo maledetto art. 18 sia un taglio della spesa e una riduzzione del carico fiscale (imposte e contributi) con cui rendere tutti più competitivi. Se entra nella testa la necessità di competere forse si accetta la nuova impostazione dell’art.18 che vuole la nostra Fornero.
    Il competere sano è l’unico modo per rendere il paese moderno ed in gara con Germani &c.

  11. Marco

    quanto sarebbe bello se LA ministra Fornero, il presidente Monti, il ministro Passera e, in generale, i segretari di partito ma, anche, i vertici di Confindustria e chi più ne ha più ne metta, rispoverassero un poo’ di francese (o se lo imparassero) e dedicassero qualche decina di minuti a leggere questo interessantissimo rapporto McKinsey, pubblicato sul sito del governo francese, in cui, tra l’altro, si afferma che, dal 2000 al 2011, in Francia, l’economia digitale ha creato 2,6 posti di lavoro per ogni lavoro venuto meno nell’economia tradizionale.
    Altro che articolo 18, altro che posto fisso, altro che irrigidimento dei lavori “non posto fisso”!
    Così si fa!
    Prude un po’ dirlo, ma la Francia è la Francia e noi no…. 😉

  12. adriano

    Non è vero che questo Governo non è altro che la “continuazione” dei preedenti. Ha facce pulite …molte persone per bene ma anche molti mestieranti del “potere” (guardare i curricula!). E’ però vero che probabilmente è caduto in una imboscata : si è fatto ammaliare dal totem , ridivenuto tabù e tale comunque di stordire la “coscienza” di taluno trasportandolo sull’ onda lunga del proprio passato. Già il passato : chi ricorda l’ opposizione al c.d. “Patto di San Valentino” (1984!); chi si oppose alla sterilizzazione della scala mobile ?? Chi si oppose , ..attenzione …negli anni 70 allo Statuto dei Lavoratori di Giugni e Brodolini? Le risposte sono eguali : PCI e CGIL … e la storia ri ripete evidentemente. Il che nn vuol dire che la proposta di Fornero sia chissà che cosa, così come le liberalizzazioni. Questa gente , tutta rischia di parlare di nulla ! Non parla di mafie. di spesa pubblica (corrente in deficit) , di riduzione del patromonio dello stato. Non parla di trasparenza : leggi patrimonio e redditi dei sindacati. Monti si è fatto accecare …. da un lampo artificiale ! emesso dai flashes della CGIL/FIOM. mA è di certo meglio assai di quasi tutti l’ hanno preceduto e che probabilmente lo seguiranno (o almeo ci proveranno) Riflettete gente …riflettete …
    adriano

  13. bruno

    @John Galt
    Concordo in pieno, in particolare sul fatto che dalla spesa pubblica si doveva partire e che sarebbe stata una storia ben diversa. Monti su questo punto ha seguito l’impostazione Tremonti che davanti allla lettera della BCE che tra le altre cose esplicitamente citava la riduzione delle retribuzioni dei pubblici dipendenti si affrettò a precisare che quello non sarebbe stato fatto. La evidente constatazione è che questo blocco costituito da politica – sindacato – pubblico impiego in tutte le sue accezioni comprese le istituzioni è ben lontano da cedere qualunque privilegio e vantaggio.
    Tutto scontato quindi meno che l’atteggiamento del resto del Paese che subisce inebetito e confuso. Monti segue e seguirà l’andazzo.. che altro se no?

  14. Filippo

    la crisi morde,le aziende chiudono e la gente va a spasso.Aumentano le tasse,da quelle “nazionali” a quelle locali,i carburanti arriveranno probabilmente per Pasqua a toccare i 2 eur/litro e potrei continuare ancora un pò con questo triste elenco.Non riesco a capire a che cosa Monti e colleghi stanno mirando,che traguardo hanno in mente,va bene che il Paese ha bisogno di una cura da cavallo per rimettere in ordine tante (forse troppe?) cose,va bene che tocca a loro fare velocemente il lavoro sporco che nessuno di SX o di centro o di DX si sarebbe mai sognato di fare,ma non vedo niente che mi faccia pensare/sperare in un miglioramento della situazione.A quanto pare la parola d’ordine è :SPREMERE SPREMERE SPREMERE.Spremere il cittadino con tasse e tributi,spremere le aziende con imposte balzelli burocrazia bizantina corruzione etc etc,spremere i lavoratori rendendo sempre più inconsistente la possibilità di riuscire a costruirsi una speranza di futuro stabile.Se la situazione economica fosse migliore la modifica di questo famigerato art.18 e del mercato del lavoro in generale avrebbe un impatto tutto sommato diverso. Sembra che tutto debba passare da qui e onestamente faccio fatica ad accettarlo,avendo sotto gli occhi le enormi storture di cui questo Paese (al primo posto metterei uno Stato eccessivamente dimensionato e con enormi sacche di sprechi e inefficienze che gravano sulle tasche di noi tutti)è pieno e che in parte sono già state ricordate da alcuni autori di altri commenti.Hanno completamente sbagliato strategia,non so se il Paese avesse bisogno proprio di questo adesso,credo che siano altre le cose più urgenti da fare per cercare di rimettere in moto le cose.L’unica cosa che per ora hanno realizzato completamente è stato mettere le mani (più di una)nelle tasche degli italiani.Inizio ad aver paura che le possibilità di saltarci fuori o comunque di poter sperare in un futuro migliore stiano sempre più diventando rarefatte…

  15. marco

    Carissimo Oscar, ma dove riesci a prendere lo humor per parlare di diminuite capacità riformatrici di questo governo, non abbiamo ancora scoperto la teoria della relatività, siamo solo alla piramide di Cheope, anzichè sedere sulla sabbia guardando i disegni degli architetti e favoleggiando di come potrebbe essere bello realizzarlo (ponte di Messina, pareggio di bilancio, un pò di fumo per impressionare i pesci piccoli e farli pagare un po’ più di tasse) abbiamo scoperto il piano inclinato e cominciamo a frustare le torme di schiavi per realizzare i blocchi di pietra e farli salire di quota. Tutto qua, il taglio delle province, un numero di politici del 70% inferiore all’attuale per avere i più qualificati, e non soltanto lo zoo con tutte le bestie possibili,una spending revue credibile, una dismissione massiva dei cespiti che i depredati contribuenti han regalato allo stato, ecco questo colla mia mentalità montanara mi avrebbe fatto intravedere una riforma Luterana o Calvinista non so ma comunque una riforma. Siamo al tracheggio montiano ora con meno veli

  16. Salvatore

    Basterebbe individuare i casi più ovvi di discriminazione (lavoratori over 50, donne in cinta, lavoratori con malattie croniche, sindacalisti, etc…) e presumere per questi il licenziamento discriminatorio invertendo l’onere della prova per rendere la rifirma molto più sensata e capace di mantenere un livello elevato di protezione sociale.
    Inoltre, avendo vissuto sia a Chicago che a Londra ricordo molti miei amici che preferivano contratti a progetto perchè remunerati meglio, molto meglio del contratto a tempo indeterminato. In Italia la flessibilità non solo è un costo sociale ma è anche più economica per le aziende il chè è un paradosso. Inoltre non vedo nessuno che metta in relazione il crollo della produttività del lavoro italiano col precariato. E’ facile scaricare le inefficienze organizzative e produttive sul costo del lavoro assumendo stagisti che ruotano.Eppure così facendo si evita che si formi leadership proprio nei processi aziendali meno efficienti

  17. Stefano

    vedo tanti brutti segnali: intanto stiamo rendendo “domestica” una crisi che è europea se non addirittura mondiale (e così invece che cercare una vera risposta globale … la globalizzazione si proclama quando da comodo e si dimentica quando non serve ai mercati ed all’oligarchia finanziaria che velatamente governa il mondo).
    In Italia è stato cambiato un governo con dei personaggi discutibilissimi, che stava realizzando una politica di aumento della fiscalità su pressione dell’Europa e da qualche anno aveva contribuito a congelare il deficit pubblico, ottenendo un saldo positivo sul debito pubblico, al netto degli interessi, pagato con la mancanza di qualunque politica di sostegno allo sviluppo. Questo, la pressoché nulla credibilità residua del presidente del consiglio ed una intollerabile polemica interna continua della opposizione contro i personaggi del governo più che contro la politica del governo rappresentano credo una oggettiva descrizione dello stato delle cose. Quando gli spread sono cresciuti (causa o effetto chi lo sa ?) la già critica situazione è diventata insostenibile, Berlusconi si è (finalmente) dimesso, Monti è stato nominato primo ministro, opposizione e stampa hanno smesso di polemizzare contro il governo (e quindi, volenti o nolenti, in un momento di assalto allo Stato italiano, contro il Paese) il nuovo governo ha portato allo stremo le politiche già iniziate dal precedente governo relative all’aumento della fiscalità (salva-Italia = paga-Italia) … e chi, se non i soliti ? Dipendenti, pensionati, possessori di prime case, …..
    Abbiamo pensato: c’è una emergenza, intanto “anticipiamo” noi, ma poi si farà giustizia e di faranno pagare quelli che non hanno pagato finora e quelli che hanno beneficiato di questa spesa pubblica in eccesso ….. sbagliavamo 🙁
    Le liberalizzazioni si sono dimostrate un bluff, il cresci Italia si è ridotto ad una riforma che riduce le tutele sempre di quelli che ne avevano senza migliorare sostanzialmente la situazione per quelli che non l’avevano: la cattiva tutela scaccia quella buona. I problemi che generava una magistratura che tendeva a tutelare sempre e comunque i dipendenti anche quando esistevano effettivamente giuste ragioni per il licenziamento sono stati “risolti” buttando il bambino con l’acqua sporca.
    Invece che ridurre le spese inutili, invece che tagliare stipendi da favola di dirigenti pubblici (non per i prossimi

  18. Robespierre

    VERA RIFORMA IN ARRIVO!
    Semplificazione del modello unico. Finalmente i cittadini almeno liberi dal sostituto d’imposta, potranno fare a meno del commercialista e potranno compilare da soli e velocemente la dichiarazione dei redditi.
    Il nuovo modello elaborato dai geniali dirigenti del ministero, che da anni ci deliziano che le loro trovate dello stesso colore della materia di cui sono fatti (..e non sono i sogni..), ovvero marrone maleodorante, consta di solo, udite udite, 3 dicasi tre, riquadri:
    1) Indicare Nome e Cognome
    2) Indicare Ricavi Anno Fiscale
    3) DACCE TUTTO!

  19. Stefano

    ..invece che tagliare stipendi da favola di dirigenti pubblici (non quelli dei prossimi dirigenti, ma di quelli in carica), invece che colpire chi le evade le tasse (cosa succede dopo le sceneggiate tanto spettacolari quanto inutili a Cortina, Napoli, Genova ecc…) invece che eliminare gli sprechi ad esempio nella sanità, invece che eliminare le istituzioni inutili e ridondanti, invece che eliminare quelle entità pseudo-neutrali che altro non sono che sostanzialmente doppioni non controllati degli organi istituzionali classici e che sono però soggetti almeno al controllo pubblico dato dalle elezioni, invece che tutto questo si pensa di aumentare anche l’IVA senza alcuna corrispondente riduzione dell’IRPEF.
    Basta spremere quelli che già pagavano: siamo già al 55%, non ne possiamo più.
    Quando vado all’estero (e non in Grecia o Portogallo, ma in Inghilterra, Francia o Germania) vedo persone che lavorano meno di noi, guadagnano più di noi ed hanno migliori servizi ?!?!
    Come può accadere tutto questo, dove sparisce questa ricchezza che noi produciamo ma di cui poi si perdono le tracce ???
    Resta in mano degli imprenditori o invece anche questi ultimi (e/o i professionisti) ne passano una gran parte allo Stato.
    Se è lì che arriva e se poi, a parte la sanità – che mediamente è di qualità e sufficientemente distribuita (ma che potrebbe cmq costare un po’ meno), i servizi che ci vengono forniti sono così scadenti ==> tendenzialmente è nel pubblico impiego, nella politica, in tutti quegli imprenditori e professionisti che lavorano con la Pubblica Amministrazione ed in quelle persone che hanno finora ricevuto contributi in eccesso rispetto a quanto sostenibile (ed ora lecito) pensionati pubblici che ricevono la pensione da quando avevano i famosi 14 anni, 6 mesi ed 1 giorno o maxi pensionati con pensione (o spesso pensioni) da nababbi.
    Andiamo lì a recuperare quanto speso troppo e male dalla Pubblica Amministrazione, e non pretendiamo la restituzione del maltolto (non facciamo come quei Comuni che hanno addirittura il coraggio di pretendere impunemente che la nuova aliquota IMU deliberata a marzo si paghi a partire da gennaio !!!)
    ma solo impediamo che si vada oltre con queste spese insostenibili e non motivate da precedenti versamenti.
    Basta, gli Italiani vogliono essere trattati da cittadini e non da sudditi neppure da un governo di tecnici !
    Andiamo

  20. Alberto

    Premesso che la assoluta rigidità di Monti sul testo che non va stravolto, sottende, come detto in un precedente intervento semplicemente motivi economici, oltre che in secondo luogo, ragioni di reputazione personale, avendo impegnato se e la sua compagine in una battaglia all’ ultimo sangue, ma stupida, con tanto di corredo di promesse alla troika europea. Ma relativamente alla produttività del lavoro nel Ns. Paese che ci vede in continuo regresso, i motivi non sono né legati alle ore lavorate per addetto, né ai salari, che sono come vedemmo qualche settimana fa ai minimi in Europa, né al prodotto pro capite, che invece è ai massimi in Europa; allora perchè la nostra produttività è bassa? Sotto i motivi:

    La performance di un’economia non dipende infatti solo dall’elettronica, dai master all’estero dei suoi manager e dalla scolarità media dei suoi dipendenti; dipende anche in modo determinante dall’ambiente competitivo (che spinge o ostacola l’innovazione); dalla flessibilità dei mercati di riferimento; dalle infrastrutture (ad es. i trasporti); dall’efficienza dei servizi pubblici e dalla semplicità degli adempimenti amministrativi; dall’esosità del sistema fiscale ed anche dalla la certezza dei diritto (che riduce le inadempienze contrattuali ed i rischi di illegalità). Che in Italia ci sia molto da fare su questi terreni non c’è più alcun dubbio. Secondo la Banca Mondiale, su 183 paesi l’Italia è 80ma dietro a tutti paesi dell’Unione Europea per “facilità di fare impresa” (davanti solo alla Grecia) e dietro a Vietnam, Mongolia e Bielorussia; 157ma nella capacità di rispettare i contratti (dietro a Kossovo e subito prima del Congo) e così via.

    Allora fatemi capire, questa riforma porterà da sola ad investire, ad avere soldi freschi dall’ estero? Io credo proprio di no e quindi Monti e Fornero dicono cose false sapendo di dirle e dovrebbero applicarsi ad altro.

  21. Renato

    Metto qui una cosa che ho postato venerdì scorso su altro blog, l’ ennesimo mio sfogo di piccolo artigiano. Come spesso, mi è venuta una lenzuolata : quindi capisco se non verrà nè inserito nè letto, ma mi pare attinente. Ci provo.

    Articolo 18, articolo 18 Isolabello.
    Bello non è, ma da isolare sì : invece è amaro come l’ amaro, cioè piace. Ai suoi produttori se non altro.
    E’ pur vero che i nostri industriali non vanno ad investire al sud, perché mediamente c’ è malavita e mafia che ti vogliono fagocitare, e quelli che ci andavano ci andavano sapendo dove andavano e ci andavano solo per beccarsi incentivi vari per poi lasciare il deserto ( uguale alle cattedrali che fa lo Stato ) ; al sud la gente, forse anche rassegnata, ma anche no, preferisce il posto comunale, provinciale, regionale, statale, forestale, perché c’ è non da lavorare, ma da occupare sostanzialmente un posto che poi molte volte rimane scoperto per tutta la giornata, ma mai vacante ( vedi su Piazza Pulita i soliti forestali ) ; il meridionale che lavora poi, se lavora, lavora in nero come il suo datore.
    Insomma lì ci ritroviamo un’ economia produttiva che, essa stessa, non si deve licenziare perché viene considerata una sorta di ammortizzatore sociale ( che ci costa quanto se non più di un ammortizzatore in quanto tutto quello che dal lavoro tassato dovrebbe tradursi in servizi e socialità, lì non si paga ma lo si utilizza lo stesso, e glielo pagano i soliti che le tasse le pagano … debito pubblico a parte ) e, per compensazione a ciò, in tutto il Paese non si vorrebbe concedere neanche il licenziamento del soggetto economico, chiamiamolo di secondo livello, cioè il dipendente, quando il lavoro non c’ è e che tu imprenditore ti devi mettere a tuo carico perché anche lui ha famiglia mentre la tua può andare a prostituirsi. Il soggetto economico di primo livello invece, chiamiamolo anche lui così, cioè l’ impresa, il padrone maledetto, può invece … andare a fan culo pure lui.
    Se poi invece riesce lui a mandare tutti a quel paese e scappa all’ estero, è un maledetto che pensa solo ai soldi, sia per farne che per farne di più. Al che non s’ è mai visto, o meglio, solo in Italia, uno che venga spellato vivo, e rimanga qua per il bene della Fiom, dei nati garantiti a vita e dei fuori di testa.
    Alla fine per l’ investitore straniero è la stessa cosa con il Paese Italia : verrebbe qui come se il nostrano imprenditore andasse nel meridione mafioso. Peggio : perché che caz.. ci viene a fare dovendo pagare tasse da pizzo all’ ennesima potenza, ad affrontare una giustizia che gli darebbe torto a prescindere o un’ amministrazione che l’ ha fatto impazzire nel non ottenere le autorizzazioni per fare ( un rigassificatore come ) qualsiasi cosa.
    L’ unica fabbrica che in Italia tira da dio, con brevetti depositati di continuo e che fa ricerca avanzata senza avere i fondi per sostenerla sempre o sostenere sempre le proprie scoperte, è quella dei diritti : in un momento, poi, in cui è come se fosse una fabbrica che vende sul mercato globale cappelli di paglia che la gente non porta più se non oramai in qualche enclave del nostro ideologicamente devastato Paese.
    La nostra politica di potere a me è sempre sembrato che si comportasse verso l’ esterno come la mafia economica si comporta col e nel suo territorio. Non lo vuole, l’ esterno, perché il territorio non è della società civile, di tutti i cittadini, è suo : della mafia. Gli è sufficiente e se lo gestisce.
    Cosa rappresentano, almeno secondo me, le Coop se non un potere economico fuori concorrenza creato e sostenuto da un potere politico che poi se l’ è usato per bene ?
    Che cosa rappresentano quelle regioni rosse dove questo potere ha valenza pervasiva e che sostanzialmente mi sembrano zone quasi mafiose dove il partito è una Chiesa a cui devi essere fedele e che solo attraverso il suo tramite puoi ottenere un appalto, una licenza, un qualsiasi favore ( vedi “ Falce e Carrello “ ) : Lei, chiesa, che sa come creare i canali di finanziamento opportuni ?
    Cos’ è un Stato elefantiaco e inutile, in tutte le sue diramazioni, che ha rappresentato il suo costoso, e a carico del Paese, sistema di controllo e consenso ?
    Che cosa sono gli stessi sindacati se non caporalato, industria del controllo e del consenso sul lavoro per potere politico personale che dell’ articolo 18 fa solo un simulacro per stringere ancora intorno a sé dei poveracci a cui hanno sbandierato diritti che, generalizzati a livello Paese, hanno ammazzato con costi da mattatoio le aziende sane e oneste e portato nella busta paga degli operai gli emolumenti più bassi di tutti i Paesi industrializzati e in potenza, ma adesso cineticamente, un debito pubblico individuale da forno crematorio ?
    Poi si vede come la Fiat adesso scappi via : fintanto che il Paese le pagava i danni dell’ applicazione da demenza giovanile, e poi senile, di un ideologia delle cavallette sulla sua pelle, poteva assoggettarsi a lavorare nel suo Paese.
    Ora che il Paese non ha di che reggersi neanche per sé, non ha nessuna intenzione di fallire insieme al Paese per quattro maledetti veti ideologici : molte volte solo di furbi travestiti che una volta arraffato il possibile spariranno sistemati per sempre. Almeno a me pare.
    Cos’ è dunque un potere politico e/o sindacale fautore di questo stato di cose ?
    E naturalmente qualcuno di molto sveglio dirà come sempre che è colpa di Berlusconi, non della sessantennale sinistra il più estensivamente intesa – politica, sindacale, giornalistica, intellettuale, giudiziaria, economica, di potere, annidata in tutti i gangli, opposizione compresa – che dopo aver portato a questa degenerazione ha combattuto e bloccato il Paese per sedici anni contro chi gliel’ aveva tolto dagli artigli e che a sua volta se li è visti poi conficcare nella propria carne venendo egli stesso accusato di essere la causa di tutti i mali, perché incapace di trasformarsi nel genio della lampada o in despota che giustificasse la sua eliminazione fisica.
    Ma chi vuoi che venga a venire a misurarsi in un Paese come questo : forse qualche alieno Predator per cacciare, fare pulizia e collezione di trofei.

    I nostri amministratori ( anche quegli 8000 e passa comuni che una volta la sinistra si vantava di governare quando perdeva le politiche, e che ora falliscono per avere investito in derivati il loro debito ) non spendevano neanche i soldi UE : ma chi glielo faceva fare, mi verrebbe da dire, di faticare a presentare progetti quando avevano già un Paese in mano per farsi arrivare fior fiore di quattrini. Fatica sprecata : meglio fare come i forestali che quando piove vanno in cassa integrazione … governo ladro. E fuori dai cogl…. quelli che vogliono venire ad investire in Italia per guadagnare : qui si viene per creare posti di lavoro e pagare questo sistema mafioso col quale tutt’ al più mettersi d’ accordo.
    ( In buona sostanza ciò che mi sembra sia stata Fiat : dava lavoro, così fornendo potere al sindacato-cinghia e al suo motore politico, e tutto il resto lo pagava un pantalone che si è consunto ed è rimasto mutanda ).
    Infatti, essendo, un tempo, gli accordi fatti sulla nostra pelle, ma non avendo noi ora neanche più quella, i “ nostri rossi “ si trovano, poveri, ad affrontare qualche problemino : chi vuoi per l’ appunto che venga qua a sostenere il loro sistema economico, di tutela ( tutela per chi fa affari con e per loro e per chi li vota – almeno in passato – : e cioè dipendenti della grande industria, pubblico impiego e pensionati, che poi alla fine vengono strumentalizzati e massacrati lo stesso ) e di controllo ?
    Chi viene qua a pagare lo Stato che hanno creato insieme agli altri moloch partitici, sindacali, confindustriali straccioni e corporativi esistenti e con la funzione di freno a mano ?
    Udite, udite, notizia che ho sentito venerdì su Radio Sole 24 Ore da Barison mentre stavo scrivendo questo sfogo : il totale dei debiti che il comparto pubblico di tutti i Paesi europei deve all’ insieme dei rispettivi sistemi economici, è pari a quello che al suo sistema produttivo deve il solo comparto pubblico dell’ Italia.
    Dove vogliamo andare ?
    Forse con una botta di culo ricominceremo come dopo la guerra e ci imporranno di nuovo Bersani, Camusso e Landini che rappresentano, secondo me, un fattore virale capace da solo di creare uno sviluppo affetto da nanismo congenito : detto in sintesi, siccome siamo indubbiamente i più bravi, ci lasceranno battere di nuovo tutti i record mondiali nella capacità di creare, e fare innovazione di processo, ma mai di avere fondi necessari per fare vera ricerca – magari pagando poco l’ energia costruendo il nucleare pulito – mai insomma la possibilità di creare il tessuto per essere capaci di guidare l’ economia e fare anche noi ricerca di prodotto.
    Poi quando riavremo inventato Gucci, Bottega Veneta, i marchi alimentari e non solo ( ma Ferrari, Maserati, Ducati, Piaggio, Aprilia, Dainese, Moda, Oreficeria, Conceria, Metalmeccanica, Elettronica, ecc, ecc, ecc. ) e quant’ altro verranno a prendersi pure quelli ; e quando risentiranno la Bindi dire che noi non dobbiamo rinunciare alle nostre conquiste ( la famosa e depauperante industria dei diritti ), ma che dobbiamo esportarli nel mondo e quando magari, ridiventati quarta/quinta potenza economica e ricostruito questo tessuto simil-mafioso, i nostri esponenti andranno a rifare le passeggiate nelle spianate mediorientali, ci daranno ‘nantra botta in testa.
    Bah, venerdì mi girava così.
    Strettamente personale.
    Renato

  22. Hyde

    @Ecate
    wow sottoscrivo tutto , anzi , vogliamo aggiungere al tuo gia’ piu’ che esaustivo elenco pure la corruzione a tutti i livelli ? nel ubblico nel privato
    E poi una che non capisco : ma se non ci vogliamo investire noi nel nostro paese, perche’ lo dovrebbero fare i Cinesi ? Tra l’altro a loro si che piacerebbe questa riforma , sanno bene cosa vuol dire sfruttare , oddio , non che i nostri non lo sappiano , e solo che fanno piu fatica a metterlo in pratica, anche se la politica si e’ molto adoperata a spianargli la strada. E pensandoci bene anche il viaggio in Asia mi puzza di saldi : ci vogliono svendere?
    Ma figurati , che in un paese come il nostro , malato per lo sport , gli stranieri non si comprano neanche la squadre di calcio come invece fanno in francia ed Inghilterra .
    Per concludere , non mi dispiacerebbe che venisse qualcuno da fuori , visto che i nostri capitani del capitalismo sono capaci a concludere gli affari quando i governi gli regalano le aziende dopo un’adeguata azione sgrassante : Alitalia vi ricorda niente?
    La Democrazia e’ una gran cosa , ma c’e’ un dettaglio :affinche’ funzioni come si deve bisogna aver chiaro chi siamo e qual’e’ il nostro posto , anche la classe sociale a cui si appartiene , lo so che non e’ di moda parlare di classe sociale , perche’ altrimenti va sempre a finire che il porco vota per il macellaio e finisce col divenir salsicce.

  23. Ecate

    Come sempre bisogna decidere se gli interressi personali prevalgono su quelli collettivi. Di lavoro, quello produttivo, c’è né poco e quel poco se lo contendono con il coltello tra i denti. Questa è la realtà, anche se qualche miope funzionario sposta delle rette di regressioni seduto alla sua scrivania asserendo che la realtà, quella sua, quella degli studi di settore, è quella calcolata da Gerico.

    Con il sig. Riccardo ho già disquisito asserendo che la mano d’opera a basso costo di paesi come la Cina (che ha oltre 28 milioni di carcerati impiegati come operai nelle fabbriche a costo ZERO) e l’India sono alla radice della disoccupazione occidentale.

    A mio avviso bisogna trovare delle soluzioni politiche non economiche per frenare la morte di migliaia di aziende soffocate da questa concorrenza. I privilegi, se tali si possono chiamare, dell’art. 18 dovrebbero andare nella direzione di rendere più competitive le nostre aziende ? Ce lo dirà la storia, intanto si battono le ortiche con i ca…i degli altri. Non biasimo la protesta di chi potrebbe essere messo in mezzo ad una strada a 40 o 50 anni con moglie, figli e mutuo da pagare con la paura di non trovare una occupazione come non ci riescono milioni di altre persone. Il licenziamento già adesso con l’art. 18 è facile, figuriamoci poi.

    Monti per dare l’esempio ha voluto tagliare i privilegi di tutti ? Caste comprese ? Forse sta apprendendo che quelli dei potenti sono più radicati di quelli dei non potenti e questi ultimi, come sempre nella storia, sono i primi e spesso gli unici a pagare.

    Comunque non mi capacito di come si voglia rendere più produttiva la mucca da mungere quando poi non si interviene su milioni di statali (la maggioranza parassiti che non conosce neppure il concetto di competizione o efficienza) che godono di privilegi ben maggiori (non solo per la sicurezza del posto di lavoro, ma in termini di ferie e ore lavorative e di mancanza di responsabilità nell’incapacità del loro operato per le figure dirigenziali). Come sempre bisogna decidere se gli interressi personali prevalgono su quelli collettivi.

  24. Gaetano Lampugnani

    Rimango basito nell’osservare il crono del debito pubblico in costante e inarrestabile aumento. La vera “palla al piede” del sistema Italiano sono le infinite voci di spesa che non vengono minimamente toccate da nessun governo e tanto meno da questo governo tecnico.

  25. Robert

    Ma dico io, oggettivamente chi vorrebbe investire in Italia, un paese sull’orlo del fallimento dove ogni momento e buono per cambiare le regole e sopratutto il giorno dopo potrebbero inventarsi un nuovo modo di estorcere denaro al privato, sono tanti i problemi e tutti partono da uno Stato che non funziona alle radici.

  26. marcantonio

    Monti minaccia di lasciare. Forse sarebbe un bene. Infatti andiamo a considerare cosa ha fatto di importante questo lodatissimo professore.
    Decreto “SALVA ITALIA” diretto soprattutto contro la povera gente: aumento delle tasse, allungamento della vita lavorativa, ritorno dell’ICI addirittura raddoppiata.
    Invece che cercare risorse, eliminando gli sprechi della pubblica amministrazione, lottando contro la corruzione, l’evasione, i privilegi vergognosi si continua ad infierire contro chi non può sfuggire alla mannaia del fisco.
    Dove erano quei giorni i sindacati, dormivano o erano stati plagiati da Napolitano. Ora sono inviperiti per piccoli ritocchi al famigerato articolo 18 e non hanno mosso un dito quando Monti e la lacrimosa Fornero hanno dato una legnata disumana ai lavoratori allungando la vita lavorativa di circa 5 anni, bloccando il misero adeguamento al costo della vita ai pensionati, aumentate le accise ecc. con il conseguente rincaro di tutte le merci.
    Possibile che non si comprenda che tenendo i vecchi a lavorare non si aprono le porte ai giovani?
    Possibile che non si capisca che togliendo potere di acquisto alle masse, i consumi diminuiranno e l’economia non potrà ricominciare a crescere?
    Ma che vuole il Professore Monti, spalleggiato dal compagno Napolitano, che scendiamo tutti in piazza veramente imbestialiti?

  27. lionello ruggieri

    Le solite sciochhezze iperliberiste. A prte quanto rilevato da altro lettore sulle vere motivazioni del mancato investimento in Italia da aprte di stranieri, val osservato che la richiesta è che il giudice “POSSA” se del caso stabilire il reintegro ove le causa del licenziamento non sia quanto detto dalla azienda. La feroce ostilità verso il cambiamento richiesto può baasarsi solo sulla mancanza di fiducia nella saggezza del giudice o sulla mancanza di fiducia nella correttezza delle imprese. Perché se illò giudice è saggio disporrà il reintegro solo se giusto e se l’azienda è corretta al giudice non rimarrà che accettare il licenziamento. A questo aggiungerei che, a detta di tutti, anche oggi i reintegri sono casi estremamente ridotti per numero. Un po’ di serietà nell’esaminare i problemi non guasterebbe.

  28. radici piero

    a sostegno delle vorrei sottolineare che:
    a) l’ Italia è come una fabbrica che ha troppi impiegati e troppo pochi operai, e come tale ha due sole soluzioni, o manda un bel po di impiegati a zappare per aumentare la produzione, oppure inevitabilmente fallirà ( come ha dimostrato l’ U.R.S.S. che pur essendo uno dei paesi più ricchi di materie prime del mondo, dopo 80 anni di comunismo applicato ha dovuto portare i libri in tribunale e nominare Gorbaciov come liquidatore ).
    b) con la globalizzazione si è scoperto irreversibilmente che 2+2 “DEVE fare QUATTRO” a Parigi, a Mosca, a Pekino, a Tokio e a Timbuctu: se noi vogliamo continuare ad illuderci che, ( come sostengono la Camusso, la chiesa cattolica e la nostra sinistra illuminata ) possa fare felicemente cinque, o anche sei, prima o poi scopriremo amaramente sulla nostra pelle che l’ economia mondiale se ne frega di noi e dell’ articolo 18 e ci metterà col c++o per terra.
    c) il Rag. Monti non potrebbe, anche se volesse, fare miracoli in un paese che, svegliatosi improvvisamente da un felice sogno in cui ognuno si illudeva di essere ricco, si trova precipitato in un incubo di cui non si intravvede la fine, e dove, terribilmente spaventato, ognuno si affanna ferocemente a cercare i colpevoli ( senza rendersi conto di esserne stato comunque complice ) invece che cercare lucidamente le soluzioni per uscirne.
    Morale della favola: in questa Italia con questi Italiani le riforme non si faranno … ne oggi ne mai … !
    Non imputatemi di essere disfattista, vorrei essere smentito oggi stesso.

  29. Vincenzo

    @marcantonio
    Possibile che Lei non capisca che devono lavorare sia i più anziani che i giovani? “Devono” detto nel senso di DOVERE perché lavorare, prima ancora che un diritto è un DOVERE perché nessuno, io e Lei compresi, ha il diritto di farsi mantenere dagli altri. L’unico DOVERE di mantenimento è quello che i genitori hanno nei confronti dei propri figli finché questi non abbiano raggiunto un’età atta a lavorare, il resto sono chiacchiere.
    Se uno non sa cosa fare restando vicino casa, vada altrove. Nessuno può pretendere che un imprenditore metta una fabbrica in un paesello sperduto di montagna.
    Ci sono campi da coltivare, pesci da pescare, infiniti modi in cui procacciarsi il pane quotidiano. Non c’è solo il diventare impiegato in qualche ministero.
    E possibile che Lei non capisca che invece di consumare bisogna invece risparmiare per reinvestire? O Lei pensa che i macchinari che vengono utilizzati per produrre gli spaghetti che ogni giorno si mette in tavola siano piovuti dal cielo? E che se oggi siamo in crisi perché a forza di spendere e spandere per regalare posti nei ministeri e pesnioni a persone che erano perfettamente in grado di continuare a lavorare e sovvenzioni ad aziende decotte non abbiamo messo da parte abbastanza risorse per modernizzare la nostra industria e farla rimanere competitiva. O Lei pensa che i cinesi in cambio dei prodotti che ci vendono si prendano un po’ di “lavoro ministeriale”?

  30. elegantissimo

    Carissimo giannino(consentimi l’aggettivo affettuoso), perchè fare discorsi da strateghi, diffili, contorti, surrogati ecc.ecc..? L’art 18 è un diversivo del governo per tenere impegnato le parti sociali (sindacati e imprenditori) e distogliere l’attenzione del paese dai problemi gravissimi e disastrosi che l’eccellentissimo prof. Monti sta continuando a pro-creare (l’importante è aver recuperato la forza contrattuale delle banche nei confronti del governo cioè Monti stesso e i cittadini). Giannino, mentre noi ci cervelliamo nel capire il nulla della crisi, questo governo (anzi Monti stesso)nel mille proroghe e nei successivi decreti legge con l’appoggio dell’operaio-partigiano Napolitano(non mi risulta che abbia mai fatto l’uno o l’altro)continua a dargli corda.
    Ci hanno narcotizzato, il governo tutto, con notizie tipo: “abbiamo aggiustato i conti adesso ripartiamo dallo sviluppo…” di cosa?con che cosa?Da noi suona un detto antico:” Hanno perso la pelle (i politici) adesso vanno in cerca delle corna!).
    Giannino, aiutaci in qualche modo,le qualità non Ti mancano. Ci hanno “commissariato la democrazia”, sospeso la Costituzione, tappato la bocca, ed istigati al suicidio generale.

  31. Mario Carlo Ferrario

    Non so se stratega,tattica o demagoga: forse tutte e tre.Il problema a mio avviso è l’incompetenza, ingenuità e ignavia del governo , di confindustria nonchè la tristissima mancanza di leadership di cisl e uil. Forse servirebbe una piccola proposta: per legiferare e discutere ai tavoli tecnici di diritto del lavoro occorre almeno una volta nella vita aver avuto il compito di trovare isoldi per pagare gli stipendi a fine mese.
    Se passa la riforma nel testo proposto con il duro irrigidimento e la forte burocratizzazione in entrata, per di più esteso alle imprese sotto i 15 dipendenti, non si creerà nuova occupazione, tantomeno giovanile, ma si avrà un aumento della disoccupazione e un ritorno al vecchio e ormai abbandonato “fuori busta”, cioè al nero, con necessità per le imprese di fare raccolta in nero e conseguente grave danno economico ai lavoratori, alle imprese e alle entrate fiscali. Non occorre disturbare la teoria economica, basta il buon senso. Ci sono molte motivazione razionali per spiegare perchè gli investitori esteri non vengono in Italia,ma una è trasversale su tutto, la pervicace determinazione italiana a ricercare una propria “diversità”, rifiutando di confrontarsi con la realtà e i cambiamenti che impone, rifuggendo dalle semplici ed elementari risposte pragmatiche.

  32. Ecate

    Di buon senso ? Hai mai visto qualcuno dotato di buon senso nel nostro paese ?

    La stragrande maggioranza delle aziende italiane sono piccolissime con meno di 15 addetti, le quali devono ricorrere al finanziamento di terzi e, data la loro dimensione, tipicamente al credito bancario che, oltre al lavoro, ora manca. Avendo meno di 15 dipendenti il problema dell’art 18 neppure le tocca e quindi l’Italia, come spesso accade, si sta confrontando e scannando su un non problema.

    Se vogliono creare i presupposti per favorire le multinazionali estere si stanno concentrando su quelli, da quello che sento all’estero, non prevalenti. Per sapere cosa vogliono gli imprenditori esteri, lo devono chiedere a loro, non se lo devono chiedere un gruppo di politici che di lavoro fanno gli opinionisti e non gli imprenditori.

    Chi sa fa, chi non fa insegna, chi fa e non insegna amministra.

  33. carlo capuzzo

    Mi sembra una commedia. Si sbandierano slogan e battaglie ideologiche, per distogliere l’attenzione dai veri problemi e riformare sul serio questo paese. Perché? Troppa gente vive di politica (più di un milione?). Questa gente non molla, a costo di fare affondare il paese.

  34. marco

    MECCANISMO QUASI PERFETTO???
    Pensioni a 67 (due anni di troppo sulle spalle delle piccole e micro industrie, le grandi li concentrano in un reparto e poi lo chiudono con o senza l’articolo 18). Manutenzione di farmacie e notai e null’altro da segnalare sul fronte liberalizzazioni: FACTS SPEAK LOUDER THAN WORDS ————Assordante silenzio !!!!!!

  35. cleo

    caro giannino ci mettono l’uno contro l’altro per evitare di parlare di debito pubblico e banche ,possibile che la colpa di tutto sia dei Suv di Cortina ?quando chiudono migliaia di attivita’ commerciali ,poi riaperte dai cinesi, vuol dire che non si tira avanti e che gli evasori non ci sono altrimenti non chiuderebbero.si proteggoni gli statali perchè sono tutti iscritti alle cgil,prova dare una occhiata alle ultime elezioni rsu e vedi per il 99% che è il vincitore,stanno barattando l’articolo 18 afavore dei dipendenti pubblici intoccabili.

  36. Piccolapatria

    #Cleo# Ho notizia che stanno chiudendo anche le attività commerciali aperte da imprenditori cinesi, tanto per capirci, “ricchi”. Un giovane nostrano ( moglie e 2 figli) laureatissimo, esperto e preparato da un paio d’anni era ben sistemato da dipendente in un’attività commerciale cinese che distribuisce i suoi prodotti metalmeccanici in Italia. Aveva lavorato con soddisfazione nella sede principale di Milano; in seguito aveva aperto nel Veneto una dipendenza e questo giovane era l’addetto responsabile per la zona. Come si sa il mercato nel nordest, in particolare dell’edilizia, è morente e di ciò ne risente ogni attività economica. Senza preavviso alcuno o esamina strategica di quel che si potrebbe mettere in atto per sopperire al calo delle vendite, l’altra mattina si presenta il paron cinese e nel giro di minuti, si fa consegnare il PC aziendale, le chiavi della sede e della macchina e comunica al giovane in questione che da quel momento, visti e piaciuti, lui se ne può andare per la sua strada.
    Il giovane farà una vertenza di lavoro…ma credo che riceverà sberleffi con inchini dal cinese… Cordiali saluti.

  37. giuseppe

    Concordo in pieno su tutto.
    L’unica cosa che effettivamente ha fatto questo governo (il minuscolo è voluto) è stata la riforma delle pensioni.
    Su tutto il resto è il peggior governo che la nostra pessima Repubblica abbia mai avuto.
    Calcolando che data l’emergenza,il consenso era pressoché unanime. Quindi anche il potere riformista, almeno all’inizio, era quasi totale.
    Anche se, per la verità, le lacrime della fornero (il minuscolo è ancora voluto) qualcosa tra il patetico, il ridicolo e il disgustoso, sono state un brutto inizio.
    Dato che Monti diceva tempo fa cose totalmente diverse, bisogna pensare che in qualche modo è costretto (dalla Germania e Francia?) a simili scelte che anche un bambino di tre anni potrebbe fare.
    A questo punto permettetemi di fare della fantapolitica: quale potrebbe essere l’assetto politico dell’Europa che è stato scelto dai poteri forti?
    Potrebbe essere che nell’ordinamento ipotizzato l’Italia debba avere la funzione del paese delle vacanze e del divertimento, cioè mandolini, pasta pizza , puttane , gioco , mare, arte , ecc.E dell’agricoltura.
    Magari le regioni del nord con le loro industrie rimaste dopo l’eliminazione delle piccole che davano fastidio a tutti, dovranno lavorare per Francia e Germania o come contoterziste oppure come subordinate oppure ancora acquistate dalle suddette Nazioni.
    Non dimentichiamo che in Sicilia già adesso tutte le grandi catene di negozi e supermercati sono già di proprietà Francese.
    Così la Grecia , mentre Spagna e Portogallo potrebbero produrre generi alimentari anche conservati, pesce, ecc. Avendo meno coste.
    Ovviamente per motivi di spazio sono forzatamente schematico e superficiale, ma pensateci un po’ sopra su questo scenario.
    Per concludere pensate alla frase della Merkel sulla Grecia: “bene tagli dei salari in Grecia, così farci le vacanze ci costa meno. ”
    Speriamo bene !

  38. giuseppe

    @radici piero

    radici piero :
    a sostegno delle vorrei sottolineare che:
    a) l’ Italia è come una fabbrica che ha troppi impiegati e troppo pochi operai, e come tale ha due sole soluzioni, o manda un bel po di impiegati a zappare per aumentare la produzione, oppure inevitabilmente fallirà ( come ha dimostrato l’ U.R.S.S. che pur essendo uno dei paesi più ricchi di materie prime del mondo, dopo 80 anni di comunismo applicato ha dovuto portare i libri in tribunale e nominare Gorbaciov come liquidatore ).
    b) con la globalizzazione si è scoperto irreversibilmente che 2+2 “DEVE fare QUATTRO” a Parigi, a Mosca, a Pekino, a Tokio e a Timbuctu: se noi vogliamo continuare ad illuderci che, ( come sostengono la Camusso, la chiesa cattolica e la nostra sinistra illuminata ) possa fare felicemente cinque, o anche sei, prima o poi scopriremo amaramente sulla nostra pelle che l’ economia mondiale se ne frega di noi e dell’ articolo 18 e ci metterà col c++o per terra.
    c) il Rag. Monti non potrebbe, anche se volesse, fare miracoli in un paese che, svegliatosi improvvisamente da un felice sogno in cui ognuno si illudeva di essere ricco, si trova precipitato in un incubo di cui non si intravvede la fine, e dove, terribilmente spaventato, ognuno si affanna ferocemente a cercare i colpevoli ( senza rendersi conto di esserne stato comunque complice ) invece che cercare lucidamente le soluzioni per uscirne.
    Morale della favola: in questa Italia con questi Italiani le riforme non si faranno … ne oggi ne mai … !
    Non imputatemi di essere disfattista, vorrei essere smentito oggi stesso.

    Gent. Sig. Pietro

    non ha mai pensato che la colpa di questa situazione è da ascriversi alla nostra pessima Costituzione che è tutto tranne che democratica?
    In una vera democrazia, la struttura Costituzionale dovrebbe dare poteri di Governo alla maggioranza e poteri di controllo all’opposizione.
    Quali poteri ha la nostra opposizione? Quello di andare in piazza a fare qualche sfilata di cui non importa a nessuno?
    La lascio con una considerazione:
    Nell’ultimo Governo Prodi avevamo questa situazioe:
    Presidente della Repubblica: di una colorazione politica ben precisa.
    Presidente del Consiglio: stesso schieramento o coalizione
    Presidente della Camera: idem
    Presidente del Senato: idem
    Presidente della Corte dei Conti e maggioranza della stessa : idem
    Presidente della Corte Costituzionale e maggioranza….. idem
    Presidente del Consiglio Superiore della Magistrature e maggioranza: idem
    e così via. Per non parlare del Consiglio di Stato, di quasi tutte le altre alte cariche dello Stato, di tutti i Presidenti di enti ed amministratori delegati della Società Pubbliche, della maggioranza dei Prefetti, dei Sindaci, ecc.

    Secondo Lei, questa è una democrazia? O piuttosto una dittatura parlamentare?
    E si potrà mai cambiare la struttura della Costituzione così abilmente costruita per perpetuare tutto ciò, politica compresa?
    I politici, tecnici compresi, dovrebbero castrarsi. E lei ce li vede?
    Riflettete tutti su questo

  39. mr_kost

    Reputo la cosiddetta riforma del lavoro della Fornero solo fumo negli occhi per nascondere altre attività. Mi spiego meglio. Primo motivo di riflessione: Quante sono le persone che ogni anno vanno davanti al giudice per l’articolo 18? Poche, pochissime rispetto alla massa di licenziamenti che vengono messe in atto dalle aziende. Secondo motivo: quante sono le aziende che sono sottoposte all’articolo 18? Una minoranza, sostanziosa, ma sempre una minoranza. Ultimo motivo: si vuole elimiare un diritto perchè non si riesce ad avere una soluzione giudiziale in tempi accettabili (ripeto e sottolineo scusate se lo scrivo in maiuscolo perchè non posso metterlo in grassetto) NON SI RIESCE AD AVERE UNA SOLUZIONE GIUDIZIALE DELLE VERTENZE DI LAVORO IN TEMPI ACCETTABILI.
    Il problema a mio avviso quindi, non è il diritto sancito dall’articolo 18 ma l’incapacità della Giustizia di dirimere una vertenza in tempi ragionevoli. L’incapacità dello Stato di dare giustizia ai propri cittadini è uno dei motivi per cui questo paese va a rotoli. Le aziende non possono licenziare le persone perchè una vertenza è lunga, costosa, incerta con tempi di risoluzione di anni con costi di chiusura talmente elevati che poche aziende possono tenere botta senza fallire. Se la giustizia fosse rapida le aziende si sentirebbero meno soffocate dall’articolo 18 perchè potrebbero licenziare e potrebbero sistemare tutto in poco tempo con costi limitati (il numero di stipendi da versare sarebbe ragionevole e tutte le aziende riuscirebbero a gestirlo).
    Anche il lavoratore licenziato potrebbe avere soddisfazione in tempi accettabili ed anche nel caso in cui venisse effettivamente licenziato potrebbe entrare velocemente in possesso di una congrua quantità di denaro che l’aiuterebbe a gestire il periodo di inattività.
    Essere presi in giro da questa gente, che come lo sciocco non guarda alla luna ma al dito che la indica, è fonte per me di amarezza e disillusione. Tutti, non solo il governo, sono corresponsabili di questa pantomima che prende in giro tutto il popolo italiano e finchè non avremo una classe dirigente (politia, sindacale, industriale,…) in grado di dare una risposta alla necessità di giustizia non avremo alcuna speranza di risolvere i nostri problemi.
    Cordiali saluti.

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