1
Ago
2010

Se (anche) in Germania la CDU è pronta alla scissione

In queste ore in cui il centrodestra italiano sprofonda nella crisi e, checché se ne dica, le possibilità di vedere una formazione politica liberale apparire all’orizzonte si affievoliscono di minuto in minuto, qui in Germania i quotidiani discutono di un nuovo partito che potrebbe presto nascere alla destra della CDU. Come è noto, la presenza di Angela Merkel alla Cancelleria ha ormai sbilanciato i cristianodemocratici verso sinistra, inibendo ogni prospettiva di un connubio genuinamente liberalconservatore. Basti ricordare come il trionfo del pragmatismo teutonico abbia portato la Repubblica federale, per ben due volte nello spazio di un mese e mezzo, a varare nuove norme in grado di trasformare l’Unione Europea in una vera e propria cabina di regia per pilotare i salvataggi degli Stati membri che hanno mostrato e mostreranno scarsa disciplina di bilancio. L’FDP, dimentica delle battaglie condotte durante i quattro anni passati all’opposizione, è stata brutalmente trascinata nell’operazione, perdendo ulteriore credibilità. Credibilità che è infatti sotto i tacchi per il vizio, in apparenza tutto italiano, di discettare con cadenza quotidiana di nuove mirabolanti proposte di riforma, destinate puntualmente a finire nella spazzatura. E così, in tema di energia, sanità, mercato del lavoro, sovvenzioni da tagliare molto è stato detto, ma nulla è stato fatto.

L’insoddisfazione montante verso il “metodo Merkel” all’interno della CDU e la delusione per un partito liberale, che, come ha magistralmente scritto Dirk Friedrich sulla rivista EF, si sta rivelando una “vergogna per il liberalismo” (non molto diverso il quadro tracciato dal professor Gerd Habermann) sembra aver ormai posto le basi perché molti riformisti emarginati dai due grandi partiti popolari uniscano le forze. In particolare si parla di Friedrich Merz –il grande silurato dalla Cancelliera nel 2004-, dell’ex giudice costituzionale Paul Kirchhof, dell’ex Ministro dell’Economia, il socialdemocratico Wolfgang Clement e dell’ex Ministro delle Finanze di Berlino Thilo Sarrazin, noto per le sue posizioni anti-Islam. Il tutto con la benedizione del filosofo Peter Sloterdijk.

La “nuova CDU”, insomma, forte di un bacino di potenziali elettori pari al 20%, dovrebbe poggiare le sue fondamenta su questi tre pilastri: valori cristiani, libero mercato ed euroscetticismo. Non proprio una destra finiana, per fortuna. Fantapolitica? Può darsi. Tanto più che è la stessa storia della Germania del dopoguerra ad insegnare che i partiti che contano, difficilmente nascono o muoiono nello spazio di un mattino. D’altra parte, però, alcuni elementi sembrerebbero poter dare ragione alle speculazioni di Bild e Focus.

1)       I partiti popolari (Volksparteien) stanno per tirare le cuoia: l’emorragia di iscritti e il continuo calo di consensi alle elezioni politiche da una decina d’anni a questa parte sono il chiaro segnale che i tedeschi vedrebbero con favore una piattaforma politica ulteriormente variegata, in grado di rispecchiare in modo più fedele gli interessi in gioco. Un sesto partito aiuterebbe a bilanciare i rapporti di forza con il blocco di sinistra.

2)      Negli ultimi mesi la signora Merkel ha perso un gran numero di colonnelli. Alcuni di essi sono andati ad occupare altre posizioni (Wulff ed Oettinger), ma altri si sono dimessi per ragioni non del tutto chiare. Non è escluso che l’iniziativa possa venire dai governatori insoddisfatti, in testa ai quali c’è Roland Koch, falco conservatore law & order.

3)      Nello spazio di poche settimane la Germania ha conosciuto due esperienze di democrazia diretta estremamente significative per un paese che, per ragioni storiche, ha deciso di non dare copertura costituzionale a questo strumento. Il referendum bavarese a favore di un divieto totale di fumo nei locali pubblici e il referendum amburghese organizzato da decine di migliaia di famiglie contro la riforma della scuola “livellatrice” varata da CDU e Verdi e appoggiata da Spd e Linke hanno fatto parlare alcuni analisti di una svolta in stile Tea-Party anche per la Germania. Il paragone va preso con le molle, tanto più che la prima iniziativa popolare fa in realtà piombare il paese in un clima pericolosamente proibizionista. D’altra parte, però, è del tutto evidente il desiderio di molti conservatori (fiscali e non) di dire la loro in prima persona, senza l’intermediazione di una casta politica che sembra non rappresentarli più.

Staremo a vedere.

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10 Responses

  1. Articolo di Boggiero come al solito interessantissimo, la descrizione della nuova formazione politica tral’altro si inserirebbe per valori conservatori e free market euroscettici ovviamente nel filone già presente anche nell’europarlamento nell’ECR (European Conservatives and Reformist Group).
    http://en.wikipedia.org/wiki/European_Conservatives_and_Reformists
    Speriamo che sia pure libertarian e laico e che possa attrarre anche i liberali più illuminati presenti al momento nel FDP.
    Concordo anche con le prospettive sul caso italiano dell’autore.
    Il futuro della Libertà non passa certo per Fini.
    Saluti da LucaF.

  2. Volevo porre anche una domanda a Boggiero: quanto pesano i malumori euroscettici della CSU bavarese (la quale mi sembra però tra i promotori del referendum nazisalutista sul fumo) rispetto all’europeismo merkeliano della CDU attuale a livello UE nel favorire la nascita di tale nuovo soggetto politico?.
    Penso che se la CSU fosse coinvolta direttamente nel progetto nuovo partito ci potrebbero essere delle possibili delusioni e il riproporsi di certe analogie italiane negli esiti. 😉
    Ciao da LucaF.

  3. @LucaF.
    Grazie per i commenti:

    a) Non so quanto libertario e laico potrà essere (temo poco, ma non è questo il problema), di certo difficilmente vedremo diaspore di figure particolarmente rilevanti dall’FDP, dato che i vertici del partito sono ancora oggi tutti appiattiti sulle posizioni finora propagandate. Gli unici che vorrebbero cambiare qualcosa all’interno del partito sono i membri della corrente liberalsocialista. E ho detto tutto.

    b) Anche la CSU soffre da qualche tempo di un forte calo di consensi. Il partito comincia a non essere più percepito come leale difensore del tradizionalismo cristiano-sociale. E le ultime elezioni bavaresi lo dimostrano ampiamente. Effettivamente, come altro fondatore della nuova formazione alla destra della CDU si parla anche di Peter Gauweiler, uno degli estensori- unico del gruppo parlamentare baverese- della “lamentela costituzionale” contro il Trattato di Lisbona. In questo senso, si potrebbe pensare a questa nuova formazione pressapoco come ad una “CSU delle origini” a livello nazionale, tanto per intenderci.

  4. Grazie per la risposta Giovanni, certo non mi attendo neppure dal caso tedesco chissà quale rivoluzionario partito liberal-conservatore.
    In particolare vista la partecipazione come hai anche tu menzionato di possibili esponenti socialdemocratici transfughi.
    Il rischio è quello di una formazione politica eterogenea e poco coerente nella piattaforma politica avente al suo interno troppe ideologie antitetiche nell’intento di realizzare quanto non è stato possibile fare nei partiti di provenienza.
    Gli effetti di tali componenti potrebbero produrre analogie e incoerenze politiche paragonabili a quelle attuali italiane.
    Sulla CSU francamente mi pare che non possa definirsi storicamente quale esempio liberalconservatore quanto social-conservatore storicamente avezza allo statalismo e al protezionismo (certo con la caduta del muro anche la Baviera e la CSU hanno cambiato leggermente tali caratteristiche ma la base elettorale e politica si conferma di tal tipologia), e il calo di consensi e il referendum anti-fumo sembrerebbero confermare tali fatti.
    Che la Germania necessiti di un partito liberalconservatore è evidente, che la CDU abbia ormai fatto storia pure, che il modello dei vecchi partiti (tipo prima repubblica italiana) stia scontentando sempre più palesemente gli elettori tedeschi è solo come giustamente hai rilevato la conseguenza del crollo dei partiti popolari e della crisi del loro sistema culturale (welfarista-statalista) a livello europeo.
    Che però la CSU (delle origini o attuali) sia e debba essere il modello per il futuro di tale formazione francamente mi pare poco rassicurante (dato che la CSU delle origini non era certo liberista ma molto simile alla Lega Nord attuale).
    Inoltre anche l’aspetto valoriale cristiano presumo debba essere riformulato in termini più neutrali visti anche i recenti scandali delle arcidiocesi e il calo dei fedeli anche in Germania in entrambe le confessioni cristiane.
    Che poi il FDP sia in crisi appare evidente e non solo per colpa degli alleati di governo (che hanno cercato in ogni modo di affossarli elettoralmente una volta vinte le elezioni fin dallo spoil system dei ministeri), il FDP sconta la crisi dei vari partiti ELDR liberaldemocratici i quali stanno diventando sempre più partiti egemonizzati dai liberalsocialisti (Libdem UK docet) e da tendenze liberal di mera governance del contingente.
    Per caso tu sai se questa scissione CDU dipenda anche da motivi bioetici (tipo leggi sull’eutanasia o sulle coppie di fatto) portate avanti dal governo Merkel anche tramite l’apporto FDP?.
    E sull’Afghanistan, dopo le polemiche dell’ex presidente federale Koch dimissionario, mi pare che non tutti condividano la permanenza delle truppe (sia nella CDU che nel FDP) tra la popolazione, come si configurerebbe tale nuovo partito su queste questioni?.
    Da come prefiguri la piattaforma politica questa formazione sembrerebbe riprendere nei confronti dell’Unione Europea e dell’islam il modello di Wilders e del PVV olandese il che per certi versi potrebbe anche essere accettabile (negli aspetti liberisti e libertari euroscettici) a patto che l’anti-islamicità del partito tedesco non sia cooptato in chiave neocon (agli esteri) o “leghista” nei confronti anche dell’ingente minoranza turco-tedesca al suo interno.
    Inoltre tale partito potrebbe fare blocco con i partiti ECR est europei e spostare la governance europea dell’Unione a est rompendo l’asse franco-tedesco (ma questa è una mia ipotesi sebbene rientri storicamente nella mentalità tedesca “guardare ad est”).
    Ciao da LucaF.

  5. No, guarda la biopolitica in Germania non sposta un voto e non interessa nessuno, per dirla brutalmente. 🙂
    Sulla CSU, invece, ammetto forse che il paragone con un partito liberalconservatore sia assai azzardato, però non dimetichiamo che negli anni ’90 sotto Stoiber i cristiano-sociali, per quanto tradizionalisti e potentemente ostili all’immigrazione per così dire selvaggia, si sono aperti al libero mercato e alle privatizzazioni. Di qui poi la candidatura di Stoiber nel 2002 alla Cancelleria.
    Per il resto, forse, si potrebbe accostare questa formazione ancora del tutto sulfurea ad un partito di stampo erhardiano, come fu la CDU delle origini. E se così fosse, gli esponenti socialdemocratici come Clement e Sarrazin (un po’ sulla linea di Nicola Rossi ed Ichino) non darebbero affatto fastidio.

  6. No, guarda la biopolitica in Germania non sposta un voto e non interessa a nessuno, per dirla brutalmente. 🙂
    Sulla CSU, invece, ammetto forse che il paragone con un partito liberalconservatore sia assai azzardato, però non dimetichiamo che negli anni ’90 sotto Stoiber i cristiano-sociali, per quanto tradizionalisti e potentemente ostili all’immigrazione per così dire selvaggia, si sono aperti al libero mercato e alle privatizzazioni. Di qui poi la candidatura di Stoiber nel 2002 alla Cancelleria.
    Per il resto, forse, si potrebbe accostare questa formazione ancora del tutto sulfurea ad un partito di stampo erhardiano, come fu la CDU delle origini. E se così fosse, gli esponenti socialdemocratici come Clement e Sarrazin (un po’ sulla linea di Nicola Rossi ed Ichino) non darebbero affatto fastidio.

  7. Caro Giovanni,
    leggo sempre con piacere i tuoi interventi, pur se, talvolta, vedendoli da altra angolazione politica.
    Questa possibile scissione e la altrettanto possibile formazione di una nuova forza politica non mi persuade molto. In primis perché formata da fuoriusciti di diversi schieramenti politici, cosa che fa balenare subito lo spettro di un certo populismo ispirato ai valori cristiani ed euroscettico, che, peraltro, troverebbe sponde in altre forze politiche europee e all’Europarlamento. A questo si aggiunga la benedizione di un pensatore complesso, pregevole e altrettanto discutibile come Sloterdijk.
    Un quadro rispetto al quale ritengo che la questione del libero mercato funzionerebbe fino a quando potrebbe attrarre l’elettorato, costituendo piuttosto la coda di questo progetto politico. Progetto, dunque, sostanzialmente cristiano e sociale, comprensibile nella attuale, deludente, fase politica tedesca e che, proprio per questo, potrebbe avere un seguito di tutto rispetto. Sulla capacità di resistenza di una simile formazione molto dipenderà dalle varie contingenze della politica tedesca e dalle scelte che i suoi esponenti prenderanno. Vero quello che scrivi, ma penso che simili partiti tendano più ad avere il fiato corto che a durare.
    Detto questo, resto anch’io fortemente contrario rispetto a talune eurodecisioni, specie in ambito economico, mentre non credo giovi alla Germania inasprire i toni riguardo ai c.d. valori cristiani. Su entrambi questi discorsi occorrerebbero approcci meno da osteria, per così dire, e più ponderati politicamente.

  8. Non so. E’ probabile che poi la scissione non avvenga e la corrente tradizionalista, così come quella wirtschaftsliberal della CDU se ne restino lì in un cantuccio. Per ora però Bild e Focus spingono… e qualche avvisaglia all’orizzonte c’è. Come scrivevo nei commenti, la speranza è che si tratti di una formazione di stampo erhardiano e non di un nuovo partito cristianosociale. Marcare le distanze dalla CDU oggi significherebbe tornare verso il mercato e avere posizioni più nette su Europa e immigrazione. Non so, forse lo spazio non c’è. Chi può dirlo. Stiamo a vedere.

  9. @Giovanni Boggiero
    Ovviamente io non essendo molto ferrato sulla politica tedesca e sulle sfumature politiche dei singoli leader storici e fasi politiche ultrasessantennali mi fido del tuo giudizio ritenendolo certamente utile per delineare e coprire a livello informativo (per quel che è possibile) tale (come tu hai ben detto) “sulfurea” piattaforma politica.
    Sulla religione e bioetica le mie domande derivavano dalla posizione anti-islam che tale partito dovrebbe avere (in particolare anche tenendo presente i turchi tedeschi interni viste le uscite del populista SPD Sarrazin xenofobe da te linkate e visto che questi non è certo Wilders per storia e cultura politica, dato che poi la spesa pubblica tedesca del SPD l’ha creata lui e di certo non è andata solo ai turchi-tedeschi… che qua assumono un pò una certa connotazione da “utili capri espiatori” per l’SPD…) nell’evenienza di una Turchia erdoganica (poi!) in Europa.
    Insomma non mi pare una gran mossa geniale affidare un partito liberalconservatore che dovrebbe essere alla destra della CDU a un ex ministro delle finanze della SPD peraltro razzista e populista con le minoranze etniche, visto che parliamo poi della Germania…. (ma lo stesso discorso andrebbe fatto anche in Italia!.)
    Mi pare (leggendo wikipedia il link da te segnalato) che il filosofo Sloterdijk avesse deunciato il no della bocciatura francese del primo trattato costituzionale europeo presumo fosse contro la Costituzione Europea.
    Se ho ben capito Sloterdijk (di cui non ho letto alcun libro ma che comunque parrebbe interessante) dichiara come l’era della globalizzazione (di che tipo politica o economica?) come l’era moderno-contemporanea parificandola alla metafisica cristiana entro un discorso nietzschiano e quindi il postmodernismo (che però mi pare sia altra cosa da ciò che lui denuncia a livello politico-culturale almeno a livello italiano) come il dopo e il futuribile oltre-metafisico e presumo oltre-umano.
    Leggendolo anche questo commento contro il welfare (Nanny) State
    http://www.againstpolitics.com/2010/01/27/peter-sloterdijk-on-the-predatory-german-welfare-state/
    mi pare che si colleghi molto con la visione randiana.
    Certo se Sloterdijk pensasse ad una critica della globalizzazione dei liberi mercati quale presupposto (tremontiano seppur antitetico a questi, il quale nega tale evidenza) per una qualche correlazione con la metafisica cristiana e il mondo tolemaico in particolare (forse per riflesso salamachista-tardoscolastica e paleolib hoppeiana appreso) scambiandolo forse con un certo globalismo cosmopolita liberal sarebbero dolori!.
    Dato che potrebbe arrivare all’erronea conclusione trachant (anche sulla scorta novakiano-weberiana) che il libero mercato sia un prodotto necessariamente cristiano-metafisico e quindi da oltrepassare (non sembrerebbe in uno come Sloterdijk però il rischio permane potenzialmente).
    Forse la vera critica è verso la globalizzazione in chiave politica e questa certamente può trovare riflessi storici esemplari di critica alla matrice universalistica cristiana (entro una critica nietzschiana) del disegno di un deus ex machina cristiano-platonico-progressista estensivo.
    Non certo una critica a un modello liberista nè libertarian attualmente non vigente come pare invece essere di Sarrazin e dei socialisti in genere (quindi mi sembra che ci siano delle incompatibilità di fondo tra i due soggetti).
    Sulla sinistra mi pare che Sloterdijk, habermasianamente cerchi di glissarla svuotandola per poi promuovere una critica contenutistica di matrice hoppeiana (visto l’influenza di Habermas nei due pensatori) e financo libertarian agorista (proprio a partire dal sociologismo habermasiano che io comuque reputo di sinistra).
    Mi pare che Sloterdijk nonostante ciò si sia scagliato contro il welfare state e lo statalismo in genere di stampo burocratico (e questo è altro riflesso nietzschiano).
    Sarei curioso di conoscere un giudizio di Sloterdijk sulla Ayn Rand (personalità atea presumo come Sloterdijk) se fosse possibile trovarlo (anche via link) dato che a mio parere riprende molto del suo discorso individualista ricongiungendolo all’antistatalismo antibismarkian-prussiano (di Nietzsche) in parte abbandonato dalla Rand in seguito per l’aristotelismo (di cui presumo comunque che empaticamente e sociologicamente viene ripreso a livello estetico-spaziale da Sloterdijk) arrivando di fatto alla prefigurazione della critica alla globalizzazione politica (Governo mondiale) e agli organi internazionali deputati (tipo Onu) presenti già nella Rand.
    Certo il cinismo che propone non è da “paura e speranza” (o di “rabbia e speranza” in questo caso; mi pare che dallo status quo di Parmenide qua passiamo all’edonismo autarchico ed estermporaneamente asociale dei cinici il che però se non adeguatamente riletto alla luce delle precedenti affermazioni di Sloterdijk potrebbero anche essere cripticamente sociali come una sorta di rifondazione della sinistra, in particolare nella critica del denaro da parte dei cinici, che certamente non era almeno pienamente quella di scuola austriaca, tralasciando ovviamente l’enorme salto temporale e riducendo il confronto).
    Interessante il dato polemico che richiamerebbe anche il polemos eracliteo unendolo con la volontà di potenza nietzschiana letti in chiave giustamente di associazione con la politica e il suo agire.
    Il tizio è quindi interessante anche dal punto delle suggestioni culturali-filosofiche l’importante e sembra che abbia le idee chiare anche a livello politico certo se vuole indirizzare tale partito su certe giuste strade deve circondarsi di gente capace di ascoltare, non mi pare che Sarrazin possa essere persona così duttile….
    Anzi da quel che ho letto non mi pare sia sulla linea di Ichino e Nicola Rossi (o perlomeno non mi pare che questi due abbiano mai fatto una giustificazione/distinzione su base etnica del debito pubblico per giustificare la spesa pubblica nostrana di stampo politico).
    Nulla di nuovo sul fronte Afghanistan anche in questo partito?
    Comunque penso che sia troppo presto per giungere a stilare un programma politico di questo fantomatico (per il momento) neopartito tedesco.
    Visto che non penso (data anche la mentalità tedesca) che tale piattaforma politica possa essere condizionata o rappresentata solamente e unicamente in chiave personalistico-ideologica solo da questi personaggi menzionati presumo che dovremo attendere ancora prima di tirare conclusioni certe.
    Spero di non essermi dilungato troppo in queste considerazioni.
    Ciao da LucaF.

  10. @ Francesco Guerra

    Anch’io non sono persuaso molto da tali ricomposizione dell’ultima ora entro un partito di grandi esclusi dai toni populisti e convulsi.
    Però ritengo che il FDP sia bloccato nel cantuccio merkeliano e certamente la Merkel può adottare la politica dei due forni strizzando l’occhio pure alla SPD in vista della prossima legislatura (qualora cadesse il governo e l’SPD cercasse di fare con i Verdi ciò che la Merkel sta facendo al FDP, per non perdere voti), per un nuovo remake della Grosse Koalition visto anche il persistere della crisi economica europea e internazionale che potrebbe danneggiare entrambi i due grossi partiti tedeschi.
    Quindi è necessario indebolire pesantemente i democristiani centristi merkeliani con tale scissione per puntare alla costituzione di un partito liberalconservatore (aperto anche ai liberali classici e ai liberisti e se ci sono pure ai libertari dentro al FDP oltre ai conservatori fiscali che a mio parere non è certo Sarazzin).
    Insomma spaccare il FDP in due (ricavando da essa la parte liberista) assieme alla CDU (ricavando da essa la parte conservatrice fiscale).
    La CSU francamente io la vedo bene fusa al posto degli uscenti nella CDU merkeliana più che in questa neoformazione.
    La piattaforma di tale nuova formazione a mio parere dovrebbe essere liberalconservatore puntando alla delusione di tale coalizione giallo-nera verso l’unione delle parti migliori di tali due schieramenti. Inoltre dovrebbe tenere un occhio a quanto sta accandendo negli Usa con il Tea Party (i quali si stanno riorganizzando anche politicamente in vista forse del 2012 qualora i repubblicani eletti nel midterm tra qualche mese deludessero con i soliti flip flop di palazzo).
    Appare comunque evidente che tale formazione tedesca se nasce si schiera nell’ECR e non nell’ELDR (dove vi è il FDP) nè nel PPE (dove c’è l’UDC) e nemmeno presso socialisti (PSE) e ultranazionalisti (UEN).
    L’ECR può non piacere per composizione e partiti rappresentati e per i toni più populisti che conservatori fiscali e libertari (come doveva invece essere agli esordi) però è quanto oggi offre l’europiazza (o euro-pizza!) e poi tanto in europarlamento si decide poco (visto che contano i Consigli europei e la Commissione Ue).
    Bisogna comunque vedere quanti europarlamentari aderiranno a tale partito.
    E comunque la presenza nell’ECR potrebbe essere strategica per la Germania qualora l’Euro non durasse, visto che i paesi est-Europei sono chiaramente euroscettici (anche e soprattutto a livello monetario), inoltre non c’è da dimenticare la funzione cuscinetto-satellite nei confronti della Russia entro una idea di Ost-politik tedesca a più largo respiro diplomatico in alternativa al biscotto coi francesi.
    Penso che il filosofo al momento sia il meno peggio (almeno secondo i miei gusti e ovviamente per possibili influenze liberiste trovabili in lui come ho già indicato e cercato di illustrare nell’altro post)
    Il filosofo è antistatalista e di matrice libertaria e questo è certamente l’unica garanzia per non veder fare analoga sorte del FDP e della CDU come piattaforma culturale.
    Poi la politica è ovviamente fatta di uomini e altra cosa dalle idee.. ecco perchè il libero mercato deve essere il vero pezzo da 90 del programma politico di lancio del partito (come lo fu per un certo neopartito nel lontano ’94 italiano…. sperando che sia più coerente di quello stesso del ’94 nel realizzare le promesse fatte) visto che è ciò che manca agli altri schieramenti politici tedeschi.
    Quindi testa (non coda) del progetto il libero mercato.
    Il progetto deve essere neutrale sulla bioetica e meno cristiano sociale possibile visti gli esiti CSU originari e CDU attuali.
    Quindi più conservatorismo fiscale e liberalismo classico (miniarchico) ovviamente.
    Bisogna che i cristiano-sociali o i democristiani aderenti stiano a ruota in questa fase a livello culturale interna senza contare troppo in questa formazione se non ovviamente a livello di affluenza al voto.
    Penso che il quadro politico sia evidente, la FDP in un angolo e Merkel al centro del semaforo.
    Per sbloccare tale stasi ci vuole un nuovo schieramento che metta paura anche alla cancelliera in termini di voti.
    Certo se sbagliano le mosse e la buttano sul populismo d’accatto socialdemocratico o becero leghista nei confronti degli immigrati turchi….sono fritti.
    Concordo sulla questione non da porre come in osteria su bioetica e fede, quindi questo partito dovrebbe come minimo focalizzarsi nella critica in una prima fase contro il bersaglio grosso: Euro e UE fuori dai confini e Welfare State dentro casa.
    Mi paiono temi popolari agli elettori dato che la Merkel è stata bocciata per le mancate riforme di mercato nel NordReno-Westfalia mentre c’è una forte nostalgia per il Marco tedesco sul dato monetario con forti critiche a Bruxelles.
    Mi pare che il filosofo sulla critica al Welfare State prussian-bismarkiano già ci sia, sull’altra metà penso che già forse a fine anno sarà evidente a tutti come l’euroscetticismo possa essere opzione valida elettoralmente.

    @ Boggiero

    Speriamo che non sia erhardiano in politica estera (leggasi neocon) visto che fu fatale allo stesso Ehrard ai tempi del Vietnam (non poi così dissimili dagli attuali…).
    In economia noto (su wikipedia inglese) che nel 1966-67 ci fu la recessione in Germania, non so se causata dalle spese del suo governo o da quelle dei suoi predecessori.
    Certo il personaggio ad una analisi attenta non pare molto beneaugurante per tale formazione….
    Ciao da LucaF.

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