6
Mar
2012

Sarò minoritario, ma l’IMU-CEI è un errore irrisolto di Stato

La vicenda “Imu ecclesiastica” mi ha lasciato molto amaro in bocca. Lo dico da vecchio laicone che ha poi riaggiustato le sue convinzioni, senza per questo diventare beghino né oltranzista all’opposto. Di fatto, il partito anticlericale per pregiudizio e non per giudizio ha vinto come aveva vinto in Europa, visto che la minaccia d’infrazione in Europa dagli anticlericali italiani è nata. Ok, ci può stare per chi sia convinto che in Italia vi sia ancora un  problema di eccessiva invadenza ecclesiastica: a me sembra roba risolta decenni fa, con buona pace del recente libro scritto da Sergio Romano e da suo figlio Beda. Come di tanti laici osservanti in servizio vigile permanente effettivo, che rispetto perché lì è stata la mia scuola di formazione anche se ho dismesso le armi. Solo che grazie a questa pressione Monti e ministri suoi hanno finito per partorire un pastrocchio. Un errore di Stato dovuto alla solita sete inconsulta di entrate. Riepilogo ciò che non mi convince affatto, perché non credo che la vicenda sia finita.

Monti annuncia a un certo punto che la Chiesa pagherà l’Ici, tra mille tappi di champagne dei media che avevano rimbalzato la campagna. La decisione è del governo, non fa parte di interventi sui quali si debba concordare con il Vaticano per vincolo concordatario.

Ma che cosa significa in concreto? Nella stesura iniziale del decreto semplificazione fiscale – alla faccia delle semplificazioni, una nuova botta di aggravi tra cui la nuova patrimoniale proporzionale sui conti vincolati cioè quelli di deposito ad alto rendimento, ma per carità nessuno ci fa caso, lo spread scende finalmente e siam tutti bimbi buoni! – la norma tanto attesa non c’è. I giornali ripartono con l’artiglieria. Alla fine la norma ricompare. Ma è scritta in maniera ambigua. Tanto che Monti deve precipitarsi personalmente a fornirne un’interpretazione autentica in una commissione del Senato riunita in mera sede referente. Che cosa dice la norma? Che l’IMU sarà dovuta su quegli immobili a “fini misti” che tanto scandalo avevano suscitato e tanto colore sui media, pronti a sostenere che in Italia esistono migliaia di veri alberghi finti conventi e finti romitori con finte cappelle solo per non pagare imposte e tasse. Pagheranno dunque gli immobili ecclesiastici in cui il fine commerciale è prevalente.

Va bene? No, non va bene per niente.

Innanzitutto, il governo e il Parlamento non dicono come si identifichi il criterio della prevalenza. Poiché si tratta di identificare una platea di contribuenti per una nuova imposta, la cosa rientra nella riserva di legge assoluta stabilita all’articolo 23 della Costituzione. Ma invece no, come capita da decenni la riserva viene violata, e saranno i vertici tecnici delle Entrate, a stabilire loro per circolare come si identifica davvero il criterio della “prevalente” natura commerciale. In metri quadrati dell’immobile per diverse aree d’uso? In flussi di cassa? E si paga rispetto a quali proporzioni: fisiche, monetarie? In ogni caso, il vincolo costituzionale di competenza è violato.

Seconda osservazione. L’IMU è un’imposta immobiliare patrimoniale. Farne discendere l’applicabilità da flussi di reddito del proprietario è un abominio. Per carità, l’ordinamento tributario italiano ci ha abituato a tutto. Ma L’IMU si paga per rendita catastale aggiornata verso l’alto – non è ancora stato fatto, vediamo cosa capita in primavera quando si tratterà di pagare – come da disposizioni governative, non per censo di appartenenza. Né tanto meno se il proprietario tiene gli immobili sfitti e dunque non ci ricava reddito non pagherà l’IMU prescritto. E’ solo per la Chiesa e per il terzo settore, che prende vita l’ircocervo della patrimoniale-reddituale.

Terza osservazione. Veniamo alle scuole parificate e alla sanità convenzionata. Qui è concettualmente sbagliato, applicare l’IMU a componenti del welfare che, gestiti da privati, accettando condizioni e qualità dell’offerta stabilite dal pubblico e pubblicamente invigilati, fanno comunque a tutti gli effetti parte del sistema pubblico. Per questo solo fatto, gli immobili utilizzati a tal fine devono essere esenti come quelli di Stato. Anzi, lo Stato dovrebbe sempre più incentivare il welfare sussidiario che dal basso si aggiunge a quello dall’alto, pubblico e gestito da anmministratori e dipendenti pubblici ma con risorse inadeguate a fronteggiare le sigenze di un Paese in deficit di formazione, assistenza alle famiglie, agli anziani, ai disabili, agli immigrati.

Quarta osservazione. Non solo è concettualmente sbagliato, ma è questione di lana caprina decidere in che cosa una scuola e una clinica “pubblica” anche se gestita da privati ma convenzionati e parificati, sia “a fini di lucro”, visto che comunque devono essere organizzate in forme giuridiche tali e coerenti a gestire un’offerta commerciale, perché deve chiedere ai cittadini di sborsare in più di tasca propria rispetto a quello che già pagano con le imposte generaliste per il finanziamento della componente maggioritaria del sistema pubblico, quella gestita da dipendenti pubblici. Andremo a visite occhiute di pattuglioni di finanzieri in ogni scuola parificata e clinica convenzionata, per verificare che l’utile di bilancio venga fino all’ultimo centesimo reinvestito nell’anno a pareggio del conto economico senza accantonamenti, o che ne so a verifiche di interessi da impieghi bancari per accrescere la redditività della cassa, perché altrimenti si configura il lucro e scattano le cartelle esecutive per il pagamento dell’IMU o il pignoramento dell’immobile?

Che pena, caro il mio lettore. Sia tu credente, sia tu ateo, qualunque piega abbia preso la tua coscienza in materia di fede, religiosità, e peso della questione romana nella storia d’Italia. Che pena vedere la laicità dello Stato confondere la libertà delle coscienze con l’esecutività delle cartelle esattoriali di uno Stato… ladro.

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21 Responses

  1. Penso che il problema sia l’otto-per-mille. Con che soldi pagheranno/pagherebbero l’IMU se non con quelli presi forzosamente anche a chi non lo desidera ?

    Cosi’ come per i partiti il problema (o uno dei problemi) e’ il finanziamento pubblico.

    Uno scenario alternativo (partiti, chiese e postulanti vari) che siano finanziati esplicitamente dai singoli cittadini, con possibilita’ di detrazione totale, sarebbe a mio avviso preferibile.

    Cosi’ i soldi andrebbero a chi li merita, non a chi ha “diritti”.

  2. Flavio

    verità caro Giannino, verità! ma tant’è….lo stato è ladro e tale resta. faccia come me e tanti altri, emigri verso lidi migliori.

  3. Paolo Delan

    @marco barsotti
    L’otto per mille alla Chiesa Cattolica è una libera scelta del contribuente, che infatti può destinare questa quota del proprio reddito ad altre realtà, compreso lo Stato…
    Quindi, non solo non vi è alcuna “presa” forzosa, ma il paragone con il finanziamento dei partiti politici è completamente sbagliato.

    Sull’otto per mille, comprese le democratiche modalità di ripartizione, Le consiglio di leggere il libretto “La vera questua” di U. Folena.

    Sull’IMU alla Chiesa, in aggiunta a quanto scritto da Giannino, Le consiglio http://osservatoriocriticodieconomia.wordpress.com/2012/02/20/imposta-sulla-carita-italiana/.

  4. Francesco

    Caro Giannino, ha ragione.
    Qui,al di là de proclami di una stampa completamente prostrata al nuovo regime, ogni occasione è buona per fare pagare più tasse. “Tasse!! Tasse .. adorabili tasse!!” Come diceva Re Giovanni nel cartone Robin Hood di Walt Diney.
    Purtoppo per noi, però, questa è realtà e non finzione, nella più assoluta impossibilità, almeno per un anno, di potere scegliere una diversa regia.

  5. adriano

    Come mi piacerebbe che le cose avessero il significato del nome che portano.Se si stabilisce una tassa sulla proprietà degli immobili mi pare che questo significhi che i titolari debbano pagarla.Per le esenzioni si faccia una legge apposita.Non so cosa significhi associazione senza fini di lucro perchè non conosco attività umana che non ne abbia.Parlerei più propriamente di associazioni che non hanno lucro.Sulla base di bilanci certificati senza attivi non si paga.Anche le società private.Anche i privati.Se alla fine della giostra non si hanno denari come si fa a pagare?Questo anche perchè ho l’impressione,con l’attuale grandinata di imposte dal retrogusto di esproprio,che l’intera nostra vita si stia trasformando in una ironica,gigantesca partita di giro con fruitore finale il nostro simpatico,sornione e onnivoro stato.

  6. Fauro

    Caro Giannino,
    da laico penso che ad un tiranno liberticida si può rispondere solo col tirannicidio.
    Teste di tiranni sono rotolate nella sabbia per aver voluto imporre meno di quello che ha imposto (e impone)lo stato italiano nei nostri confronti.
    Voglio (metaforicamente parlando) il tirannicidio: a quando una consapevole rivolta fiscale (non certo evasione, ma consapevole e civile rivolta)?
    Ἀριστογείτων

  7. Carlo

    Caro Giannino,
    i dettagli tecnici passano in secondo piano di fronte ad una considerazione generale: ogni attività commerciale mascherata della chiesa – e Dio sa quante ce ne sono!, soprattutto a Roma – che fino ad ora ha evitato il pagamento di una imposta onerosa come l’ICI-IMU, ha per decenni instillato nel sistema economico un principio di concorrenza sleale nei confronti di chi faceva l’imprenditore vero. Inoltre ogni anno milioni di cittadini ignari, cioè che non effettuano alcuna scelta sulla confessione religiosa, versano gran parte del loro otto per mille alla chiesa cattolica invece che allo Stato, come dovrebbe essere. Due ingiustizie che dovevano essere sanate (su queste cose l’Europa è rimasta una istituzione seria) e che invece consentiranno ancora alla chiesa di fare il brutto e cattivo tempo. Troppo leggero l’intervento, e tutto resterà come prima. Inoltre i romani continueranno a pagare le bollette di luce, acqua e gas del Vaticano. Un’ altra badilata ai contribuenti sinceri e agli imprenditori perbene. Un’altro favore alla chiesa cattolica cui NESSUNO chiede di supplire alle mancanze dello Stato. Se lo fa deve essere – come è scritto nei suoi molto teorici precetti – in forma volontaria e SENZA ONERI PER LO STATO. Forse è il caso che Lei torni ad essere “laicone”. Era meglio, certi panni non si dovrebbero mai dismettere.

  8. Robespierre

    Concettualmente d’accordo, ma negare che in Italia ci sia influenza della chiesa mi pare ridicolo. Le ricordo solo che poco tempo fa il ministro ex socialista Sacconi minacciò di ispezioni gli ospedali che avrebbero applicato la sentenza a favore degli Englaro. Evidentemente solo per ingraziarsi il clero.
    Dopo di che se non si trattasse di clero, sono d’accordo con lei TASSE; TASSE; TASSE E ANCORA TASSE. La sintesi è sempre la solita o ci rivoltiamo ORA, o tra 2/3 anni non ci sarà più niente da tassare. Bisogna ORGANIZZARE una manifestazione per dire basta, per dire che non esiste giustificazione MORALE o materiale, per rapinare oltre il 60% del lavoro delle persone.

  9. matteo

    Spesso penso di andare via. Sono ingegnere, mi ė stato insegnato a giungere a risultati certi, ad essere sicuro di aver fatto i conti giusti. Sono stufo di pagare tasse senza riuscire ad essere certo di pagarle correttamente.
    La confusione e il furto sono il paradigma del nostro paese e la descrizione di quello che ci propone oggi ne é l’ennesima riprova.
    Non voglio rassegnarmi.
    Cosa posso fare per fare uscire l’Italia da questa condizione?
    Possibile che l’unica alternativa sia andare via?

  10. marco

    Credo che bisognerebbe fare ordine in modo strutturato- Trovo che sulla stessa barca si trovino i patrimoni immobiliari di chiese, partiti politici, sindacati e fondazioni senza scopo di lucro. Sono convinto anche che una cosa sia il patrimonio immobiliare, altro il livello di tassazione delle rendite, immobiliari, delle attività specifiche, delle attività sussidiarie (una scuola compete sulle bevande vendute e viene tassata, sulla qualità del sapere influenzata dagli investimenti in laboratorio accorderei esenzioni sulle rette se totalmente reinvestite, analogamente sugli ingressi in piscina se totalmente reinvestiti nell’impianto piscina). I dopolavori si tassano, il minor costo derivera da minori costi della manodopera, dell’affitto dall’immobile del sindacato o del partito che pagano le tasse su questo reddito. Se un immobile ecclesiastico viene affittato a una scuola che se lo paga colle rette la scuola non paga nulla se reinveste il rimanente delle rette, ma la chiesa paga su quel reddito se no lo da in concessione gratuita e si fa pagare solo il carico della tassa sugli immobili. Per tutti uguale trattamento dato lo scopo identico. Ed anologamente farei per l’8 per mille- uguale un partito o una chiesa, tutti concorrono liberamente.

  11. Marco Tizzi

    L’ateo qui presente la vede all’opposto, caro Giannino: per me l’IMU deve essere vista come una tassa sull’occupazione del suolo e per questa la dovrebbero pagare tutti, anche i “luoghi di culto”. Che cosa sono, poi? Se fondo il culto della mia persona, predicata nella mia santa abitazione, sono esente?
    Per me non regge.
    Poi si può dire che la tassa di occupazione del suolo sia sbagliata in se e io sono d’accordissimo anche perché già si paga una cifra assurda come tassa di registro, ma è un altro discorso. Se c’è la pagano tutti. E se andasse a SOSTITUIRE le tasse sul lavoro avrebbe anche un minimo senso.

    Sulle scuole nessuno mi convincerà mai finché esisterà un valore legale dei titoli di studio e gli esami, invece, non siano in qualche modo parificati, magari effettuati da organismi terzi e indipendenti.

  12. Paolo Delan

    Un plauso a Giannino che, pur da “laico impenitente”, inquadra bene il problema senza inquinarlo con futili sentimenti rancorosi antiecclesiastici.

  13. Lucio Della Toffola

    Tutto sarebbe semplice se le tasse fossero in percentuale RAGIONEVOLE E RISPETTABILE 4/5%.
    Così le pagherebbero tutti… non solo la chiesa cattolica ma anche le altre chiese, i sindacati , i partiti, le COOP!
    Ma il 23% di iva e la progressività del sistema italiano sono un vero incentivo a delinquere.
    quale persona sana di mente e economicamente razionale può pensare di intraprendere una attività profittevole in Italia rispettando TUTTE le leggi senza far parte in qualche maniera della classe parassitaria di stato ( doppi , tripli lavori ed incarichi , consulenze strapagate, ecc…….)
    Esiste una via d’uscita che non sia la tragedia greca che è dietro l’angolo?

  14. Francesco

    In poche parole… la Chiesa e’ uno stato ricchissimo,comanda,nella vita politica.Vale un 10% di voti.
    Lo Stato laico deve far si che la Chiesa paghi IMU giustamente,tutto quello che non e’ strettamente religioso.BASTA LA CHIESA PAGHI!!!
    Perche’ se devo fare un battesimo una cresima un matrimonio c’è uno “schifoso” tariffario di quanto sono obbligato a pagare.E se si chiede invece di poter fare un’offerta ti guardano con il muso storto.Perche’ se vado a Roma a dormire in un alloggio cristiano mi fanno pagare tanto.Invece dovrebbe accogliere i pellegrini a poco prezzo.Perche’ negli altri Stati,gli aiuti sono del tutto assenti?
    Tanto di cappello a tutti quei preti,suore,missionari e credenti che svolgono anche a rischio della loro vita lotta contro la criminalita’,opere di volontariato, di assistenza,di accoglienza dei deboli della società.
    Io nell’8×1000 NON LO DO PIU’ ALLA CHIESA.PREFERISCO LO STATO ITALIANO,TANTO TRA I DUE MALI,SCELGO IL MINORE DEI MALI
    I sacrifici li dobbiamo fare tutti.

  15. waldimiro

    @Flavio
    egr. flavio vorrei fare come lei ed emigrare verso lidi migliori, vorrebbe cortesemente indicarmeli e possibilmente spiegarmi perché per lei sono migliori? grazie

  16. borges

    @marco barsotti
    Soldi presi forzosamente a chi non lo desidera? L’8 per mille è una sorta di referendum, una forma di democrazia diretta applicata al sistema fiscale, senza alcuna garanzia per la Chiesa né per le altre confessioni religiose: ogni anno tutto dipende dalla fiducia concessa dai contribuenti. Il meccanismo, piaccia o meno, è analogo a quello di una votazione. Se per il Parlamento vota il 70 per cento degli elettori, non per questo il 30 per cento dei seggi rimane non assegnato, e nessuno ci trova niente da ridire. Se un referendum raggiunge un quorum del 51%, e i Si sono il 51%, rapportato alla popolazione i Si sarebbero il 26,27%.. ma nessuno si lamenta! Chi si astiene si rimette alla volontà di chi partecipa. Secondo molti la quota di chi non firma non va assegnata a nessuno e dunque dovrebbe restare allo Stato. Se così fosse, non si capisce perché tra le sette caselle c’è pure quella dello Stato italiano, il quale si vedrebbe assegnata prima la quota di chi firma per lui, poi quella di chi non firma per nessuno: bizzarro.L’otto per mille non è una tassa in più; e soprattutto che non si firma per il proprio otto per mille, ma per l’otto per mille complessivo, di tutti.

  17. Stefano Parodi

    Caro Giannino,

    ho appena finiti di ascoltare la sua trasmissione su radio 24, come faccio tutte le mattine. E mi viene da piangere. Non so se di rabbia, delusione, impotenza. Non so, ma so che non ce la faccio più. Non ce la faccio più a sopportare tutto quello che mi obbligano a fare (e a non poter fare) e pensare, contro ogni logica umana. Non ce la faccio più a sottostare a tasse, balzelli, imposte, leggi, regolamenti, prescrizioni, tavoli di confronto, VIA DIA SCIA e un’infinità di altre procedure astruse inutili dannose e inconcludenti.

    Non ce la faccio più a pensare che ciò che legittimamente guadagno con il mio lavoro viene nella più parte sottratto (sarà anche il 52% ma fatti due conti in tasca se ne va quasi il 70%) per pagare gente nulla facente e nulla pensante il cui unico scopo nella vita e impedirmi di fare correttamente il mio lavoro, per poter perpetrare per secula la loro condizione di censori e controllori della mia vita. BASTA!

    Ormai credo di essere pronto a tutto, veramente a tutto, e come me credo lo siano tanti, tantissimi.
    Ma quello che fa più salire la rabbia è il sentimento di totale, completa impotenza. Io letteralmente non so più cosa fare per cambiare questo stato di cose e non mi va neanche bene accettare un processo lento e graduale che non si sa quando e come possa portare a un sostanziale cambiamento.
    La sensazione di impotenza è pericolosa, molto pericolosa, porta a scelte radicali, a pensare con violenza, porta a pensare che la violenza reale o mediata sia l’unica via possibile per far sentire la propria voce, per uscire dalla melassa e dall’ipocrisia in cui mi costringono a vivere. Combattere o fuggire sono le uniche due opzioni quando tutte le altre vie sono precluse, scriveva Henry Laborit.

    Ma combattere contro chi e soprattutto, CON CHI?!

    Siamo tanti, ne sono sicuro, ma siamo soli, sfiduciati, scollegati, allo stremo delle forze fisiche e psichiche.

    E’ necessario che persone come lei, come quei pochi che ancora hanno il coraggio di pensare e di dire le cose come veramente sono, che più di noi e meglio di noi sanno, ci dicano COSA possiamo, COME possiamo fare, concretamente, immediatamente.

    Non mi basta ascoltarla tutte le mattine e incazzarmi, indignarmi, picchiare i pugni sul tavolo e poi tornare a far finta che tutto va bene, che tutto passa, che tanto quello che conta è far bene il proprio lavoro.

    Perché NON E’ VERO, non è più vero.

    Ho bisogno di FARE qualche cosa, di CAMBIARE qualche cosa, di avere ancora un minimo di speranza.

    Lei può. Lei DEVE aiutarci. Adesso. SUBITO!

  18. Ben detto. Anche se, per bocciare l’Imu e il resto delle tasse sulle sue proprietà, bastava ragionare sul fatto che da qualche parte la Chiesa i soldi deve pur prenderli per fare tutte le opere di bene che fa (dalle mense Caritas, alle case di accoglienza), per mantenere i missionari all’estero e relative popolazioni, per sostenere il suo complesso e importante apparato di rappresentanza nelle diverse parti del mondo, per elargire micro prestiti come fa, e per manutendere i suoi/nostri luoghi di culto, oratopri compresi…

  19. liberal

    Ogni qualvolta si deve fare una legge che non favorisca la Chiesa Cattolica Romana, viene fuori la storia degli arrabbiati anticlericali………
    Nessuno è arrabbiato ma la Chiesa, quella temporale e ben adusa a contare i denari, paghi quello che c’è da pagare ! (il fatto dell’eccesso di tasse in Italia è un altro problema e non è giusto mischiare le due cose).

    Concordo quindi con quei commenti che invitano Giannino a tornare “laicone” (e lasciar perdere gli atei devoti di ferrariana memoria) e con chi dice che la Chiesa ha,eccome se ce l’ha, sempre troppa influenza sullo Stato Italiano. Il comportamento da integralisti cattolici del Governo Berlusconi, che addirittura avrebbe dovuto essere liberale (sic) e farcito di socialisti (doppio sic), è la prova provata di questa “silenziosa” intromissione.
    Eppoi, le dimissioni (è stato dimissionato in realtà) di Berlusconi, sono avvenute per il baratro in cui ci stava portando, ma, aveva perduto anche l’appoggio, decisivo, della Chiesa.
    Impossibile negare questa evidenza……….

    P.S.: Tra qualche anno nelle religioni dell’8 x mille, dovrà entrare anche quella musulmana, o sbaglio? 🙂

  20. emmanuele

    Si, sarebbe meglio tornare laiconi: articolo poco lucido.
    Se è vero che lo stato è un vampiro assetato, non è vero che la chiesa cattolica non abbia una influenza diretta pesantissima sulla politica italiana, e non servono esempi, basta leggere il quotidiano di un giorno a caso.
    Poi, concordo con chi ribadisce che il vero problema (quello che fa incazzare i laiconi) è l’8×1000. Facciamo che mettiamo una crocetta per decidere a chi darlo, ma se non la mettiamo ce lo teniamo.

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