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Dic
2009

Petro-logia

Ho avuto modo di discutere del prezzo del petrolio in due seminari con Massimo Nicolazzi, autore del volume “Il prezzo del petrolio”. Le quattro conclusioni sono ricavate dalla lettura del libro e dalla discussione: 1) il petrolio è ancora la miglior energia di cui disponiamo; 2) il prezzo del petrolio ha un movimento “lungo” al rialzo; 3) il prezzo del petrolio è volatile, perché incerte sono le previsioni sul suo prezzo, sui tassi d’interesse e sui cambi. 4) il prezzo alto è “efficiente”. Accipicchia.

1) L’ultimo secolo e mezzo ha avuto come protagonista il petrolio. Per convincersene, basta immaginare che cosa sarebbe il mondo d’oggi senza i trasporti, i fertilizzanti, e la plastica. Ci muoveremmo meno, saremmo meno numerosi, e non potremmo avere molte comodità. Il petrolio si è formato in “tempi geologici”, ma è consumato in “tempi storici”. Non è possibile produrre nuovo petrolio in “tempi storici”, perciò si consuma quello esistente. Si è consumato velocemente quello che ad oggi è costato meno estrarre – e che è pari a circa un terzo delle riserve. Quello che costerebbe molto estrarre non si è ancora consumato – ed è pari a circa due terzi delle riserve. Dunque il petrolio disponibile per “via economica” è stato inferiore al petrolio disponibile “per via fisica”. Le alternative al petrolio – le energie dette alternative – sono meno efficienti: un barile produce più energia di molti giri di pale dei moderni mulini. Quando il petrolio era l’energia alternativa, esso era più efficiente del carbone, l’energia allora “dominante”. Quando il carbone era l’energia alternativa, esso era più efficiente delle energie allora dominanti: il vento, il legname, e la forza degli animali e degli umani. Insomma, per la prima volta da molti secoli, l’energia “nuova” è meno efficiente dell’energia “vecchia”. La prima conclusione è quella che afferma che il petrolio è la miglior energia di cui disponiamo.

2) Il consumo di petrolio aumenta se gli umani diventano più numerosi, e se diventano più ricchi. Il consumo di petrolio, invece, diminuisce con il progresso tecnico. Nel prossimo futuro, dovremmo diventare più numerosi ed i paesi in via di sviluppo dovrebbero diventare più ricchi. Resta dunque – per frenare gli effetti sui prezzi della crescita della domanda di petrolio – solo lo sviluppo della tecnologia. La tecnologia assume la forma delle migliori tecniche d’estrazione e del risparmio energetico. La seconda conclusione è quella che afferma che il prezzo del petrolio ha un movimento “lungo” al rialzo.

3) Il movimento a “breve”, al rialzo o al ribasso, ossia la “volatilità” del prezzo del barile, che è elevata, dipende dalle “aspettative”. Qui l’economia “reale” e quella “finanziaria” si collegano. Se lo sceicco e l’investitore pensano che il prezzo del petrolio fra un anno sarà maggiore del prezzo corrente più gli interessi sull’impiego dell’incasso del barile, allora lo si può lasciare “sotto terra” e stipare nelle stive delle petroliere. Se, infatti, il petrolio ha un prezzo di 100 dollari e se il rendimento delle obbligazioni è del cinque per cento, allora il prezzo del petrolio fra un anno sarà di 105 dollari. Se lo sceicco e l’investitore pensano che fra un anno il prezzo sarà superiore a 105, converrà tenerlo sotto terra e nelle stive. Se pensano che il prezzo sarà pari a 105 dollari, sarà indifferente vendere o lasciare il petrolio sotto terra e nelle stive. Se pensano che il prezzo sarà pari 100, saranno incentivati ad estrarlo e a svuotare le stive. La terza conclusione è quella che afferma che il prezzo del petrolio è molto volatile, perché molto incerte sono le previsioni sul suo prezzo, sui tassi d’interesse e sui cambi.

4) E’ meglio se il prezzo del petrolio resta alto, perché è incentivato sia l’uso delle tecniche più costose d’estrazione – quelle che andrebbero a “mordere” le riserve lasciate fino ad oggi intatte -, sia il risparmio energetico. Un prezzo basso, al contrario, non solo incentiverebbe l’estrazione veloce con le tecniche meno avanzate, ma non spingerebbe neppure all’efficienza energetica. Alla lunga si avrebbe un prezzo del petrolio molto più alto. Si avrebbe un prezzo che diventa improvvisamente e velocemente molto alto, perché nel passato non sono stati intrapresi i costosi investimenti necessari ad accrescere l’offerta e a frenare la domanda. La quarta conclusione è quella che afferma che il prezzo del petrolio alto è “efficiente”.

 

3 Responses

  1. per punti
    1) dal punto di vista energetico…per adesso. Si incomicia a intravedere un’energia solare competitiva, per lo meno a livello di affiancamento. Un eventuale prezzo del petrolio alto non farà che velocizzare la parità delle fonti.
    dal punto di vista petrolchimico…non c’è dubbio che il greggio sia una sostanza meravigliosa, al momento insostituibile.
    2) wow!!! ….però i picchisti ci erano arrivati molto tempo fa.
    3) al proposito, consiglio questo recente post, molto indicativo.
    http://articles.moneycentral.msn.com/Investing/JubaksJournal/the-key-to-oil-stocks-worth-buying.aspx
    4) oltre a quanto scritto al punto 1) , aggiungo che esiste una soglia del prezzo del petrolio non sostenibile per il consumatore comune, ovvero, al di là della quale l’economia come la concepiamo oggi non è più sostenibile.
    Qual è questa soglia?
    A 150 dollari/barile si sono portate avanti miriadi di progetti in pochissimi mesi e gli americani hanno messo in discussione le città satelliti e i suv.
    A 200 cosa succederebbe?
    E a 300? (ammesso che non si cada prima in una nuova crisi finanziaria…o energetica…o entrambe)

  2. Riccardo C.

    Ottimo post!
    Mi chiedo, se il prezzo del petrolio sale, ne beneficia il progresso?
    Se così fosse, perché non mantenerlo artificialmente alto?
    Scusate la provocazione 😉

  3. Francesco P.

    1) Mi lascia perplesso. Il carbone è diventato più efficiente del vento, dell’acqua e della forza umana/animale quando è stata possibile realizzare la macchina a vapore e convertirne l’energia interna in energia meccanica. Sospetto che l’ascesa del petrolio come fonte energetica sia dovuto allo sviluppo delle tecnologie di estrazione (che sono certo assai più complicate di quelle del carbone). Insomma, in entrambi i casi il passaggio fu dovuto ad una evoluzione tecnologica. Mi sembra probabile che viviamo in un momento in cui la tecnologia non ha ancora reso possibile la prevalenza della “prossima” fonte principale. Tra cinquant’anni sarà ovvio che il ….. (mettere qui la propria fonte alternativa preferita) è più efficiente del petrolio.

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