30
Nov
2009

Non sanno quello che dicono

Pare che, prima di parlare, sia utile collegare il cervello. Forse i negoziatori danesi, nella foga di rendere vagamente utile, se ne sono dimenticati. La loro proposta di “compromesso” (ah ah) sarebbe assai comica, se non fosse tragica realtà. La tragicità non consiste nelle possibili conseguenze della bozza: non ce ne saranno, anche se verrà approvata. La tragicità consiste nel fatto che queste persone non si rendano minimamente conto di quello che dicono. Non vi chiedo di fidarvi di me, né voglio accompagnarvi per mano attraverso un lungo e intricato ragionamento. Solo una figura, e qualche numero.

Il grafico qui di fianco riproduce l’andamento delle emissioni globali, Ocse e non Ocse dal 1980 al 2006. Poi, con linee più sottili, mostro quali sono i target che i danesi vorrebbero fissare a Copenhagen: se capisco bene, taglio del 50 per cento delle emissioni al di sotto del 1990 entro il 2050, con l’80 per cento dello sforzo a carico dei paesi industrializzati. Ecco quello che tutto ciò significa. I dati sulle emissioni sono tratti dal Dipartimento per l’Energia Usa. Una precisazione: se prendo alla lettera le indicazioni danesi, il mondo sviluppato dovrebbe arrivare a emissioni negative (non solo non emettere nulla, ma anche “catturare” emissioni altrui). Infatti, oggi (2006) il mondo ha buttato in aria circa 30 miliardi di tonnellate di CO2. Di queste, 13,6 miliardi dai paesi Ocse. Il target – la metà del 1990 – sono poco meno di 11 miliardi di tonnellate. Se i paesi Ocse dovessero farsi carico dell’80 per cento della differenza tra le emissioni attuali e quelle desiderate (14,6 miliardi), finirebbero per avere emissioni negative per 1 miliardi di tonnellate di CO2. Fingiamo di non aver notato la svista e supponiamo che l’obiettivo sia quello di caricare sulle spalle del mondo industrializzato il 60 per cento dello sforzo. Ecco cosa succederebbe.

compromessodanese

Secondo gli strateghi danesi, il mondo, Ocse e non Ocse, dovrebbe segnare un’inversione di marcia senza precedenti nella storia. C’è un aspetto ancora più comico, o tragico. Chissà se qualcuno si è chiesto cosa significa, in termini pro capite. Io ci ho provato, con una sola cautela: le statistiche sulla popolazione vengono da fonti diverse. Per i paesi Ocse, dall’Ocse. Per i paesi non-Ocse, ho sottratto le stime Ocse dalle stime Onu per la popolazione globale. Riporto, senza commenti, i dati (quelli attuali sono tratti dall’International Energy Outlook 2009 del Dipartimento dell’Energia americana).

Dunque, nel 2050 al mondo ci saranno circa 9,1 miliardi di individui. Di questi, 1,3 vivranno nei paesi Ocse. Oggi emettono 11,6 tonnellate di CO2 all’anno a testa: nel 2050, secondo i danesi, 1,9. Per capirci, poco più di quanto, nel 2006. emetteva un abitante dell’Angola. Nei paesi non-Ocse, le emissioni pro capite sono oggi pari a 2,9 tonnellate di CO2 all’anno: sebbene le emissioni complessive possano, nella testa dei danesi, diminuire in modo meno drastico in quelle nazioni, la loro popolazione crescerà più velocemente. Quindi, le loro emissioni pro capite “consentite” saranno appena 0,9 tonnellate di CO2. Più o meno come un abitante dello Swaziland nel 2006.

Dite quello che volete, ma il riscaldamento del globo mi fa meno paura di quelli che vogliono evitarlo.

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9 Responses

  1. massimo benocci

    Caro Carlo,

    l’inclinazione degli Scandinavi al suicidio è nota. Si è molto argomentato – alla seconda laba delle scienze sociali – sul ruolo del protestantesimo.
    Oggi, la tesi più accreditata riferisce che il poco sole comporta una scarsa capacità di sintesi della vitamina D. Curano quindi la depressione davanti a lampade fluorescenti, perchè sembra che c’entri anche il ritmo circadiano con ciclo della melatonina…
    Deprimere gli altri, per non sentirsi soli, è una delle strategie di auto-terapia. Però, quello anche nel Mediterraneo.
    Con imperterrito, complice affetto.
    Max

  2. aldo

    Che fortuna hanno gli USA, ad avere Obama che può fare promesse senza mantenerle, tanto il senato non gliele passerà mai, noi abbiamo fatto i primi della classe e paghiamo anche per tedeschi e francesi.
    Il resto è da ospedale psichiatrici.

  3. aldo

    Che fortuna hanno gli USA, ad avere Obama che può fare promesse senza mantenerle, tanto il senato non gliele passerà mai, noi abbiamo fatto i primi della classe e paghiamo anche per tedeschi e francesi.
    Il resto è da ospedale psichiatrico.

  4. bart_simpson

    Ho fatto il test per calcolare la mia impronta ecologica.
    Risultato, se tutti gli italiani consumassero come me, ci sarebbe bisogno di un territorio grande 8,6 volte l’Italia per compensare i miei consumi.
    Cosa devo fare per far scendere quel valore a 1?
    E’ un valore irraggiungibile.

    http://www.improntawwf.it/main.php

  5. andrea lucangeli

    Questo post chiarisce una volta per tutte, in modo lapalissiano, l’inutilità di mega-vertici mondiali fatti per discutere di….aria fritta.- Tanto poi ogni singolo paese “se-ne-frega” di quello che è stato “solennemente” deciso in questi circhi mediatici (che servono solo alle giornaliste rampanti per girare il mondo gratis….).- Che la finiscano – una volta per tutte – di buttare i nostri soldi per maga-organizzazioni (faraoniche) modello G8, G20 etc. assolutamente inconcludenti.- La videoconferenza esiste da anni, non c’è alcun bisogno che i nostri governanti spostino le loro auguste chiappe dalle loro auguste poltrone facendoci spendere un fottio di soldi….-

  6. damiano

    beh , se volete provare la fortuna a non fare niente e vedere che succede … forse qualcuno inventerà qualcosa , magari come si ferma la corrente del golfo o la maggior quantita’ di vapore acqueo riflette piu’ luce nell’atmosfera e il globo si raffredda …

    o forse no ….

    le emissioni negative non sono cosi’ irrealistiche ,se iniziamo a parlare di riforestazione e di stoccaggio sottoterra dei gas serra . d’altronde se vogliamo arrivare a 350 parti per milioni di co2 invece delle 387 ppm e’ ovvio che prima o poi le emissioni saranno negative . inoltre , se voi avete paura degli ambientalisti , beh , e’ un problema vostro .

  7. @ Damiano
    Non è ovvio che le emissioni debbano essere negative.
    Esistono dei “carbon sink” che assorbono la CO2: gli oceani, per esempio, e parte della vita marina pare gradire un aumento della CO2. In particolare le piante, che la considerano cibo.

    I progetti dei verdi sono tali da richiedere, semplicemente, l’estinzione della maggior parte della specie umana (escludendo loro, che sono “illuminati”, ovviamente).

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