10
Feb
2013

Perché c’è la guerra valutaria — di Gerardo Coco

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gerardo Coco.

La guerra valutaria è la prosecuzione del protezionismo con altri mezzi. Il paese che abbassa il tasso di cambio, il prezzo della sua valuta in termini delle altre, acquista un vantaggio competitivo temporaneo perché riduce in un sol colpo i prezzi dei suoi prodotti e rincara quelli dei paesi importatori. È come se a questi ultimi fosse imposto un dazio trasversale ed indiscriminato. La caratteristica di una guerra valutaria è, come nel vecchio protezionismo, la ritorsione. I paesi aggrediti  reagiscono con controsvalutazioni e la guerra di tutti contro tutti si risolve in un gioco a somma zero.

Il termine guerra valutaria è stato usato per la prima volta nel 2010 da Guido Mantega, il ministro delle finanze del Brasile che ha accusato gli USA di svalutare il dollaro attraverso una politica monetaria espansionista ed esportare inflazione nei paesi emergenti. Il governatore della Bundesbank Jens Weidmann ha di recente criticato l’escalation della “politicizzazione” dei tassi di cambio che si è intensificata con la recente decisione del Giappone di svalutare lo yen. Il primo ministro Shinzo Abe ha lanciato la sua l’offensiva con questa dichiarazione: “ Le manovre dei paesi, in primis l’America, per deprezzare il cambio rafforzeranno inevitabilmente lo yen. È per noi vitale contrastare questa politica” (vedi: “Global Currency Tensions Rise”, Wall Street Journal, 23.12.12). In effetti, dal 2008 in poi le principali banche centrali hanno pompato nel sistema 10 trilioni di dollari (per dare un senso a questa cifra assurda basti pensare che è pari alla somma del PIL della Cina e dell’Italia) con l’effetto di aumentare la tensione nel mercato dei cambi.

Le guerre valutarie non sono una novità nella storia: il deprezzamento monetario è la scorciatoia per aumentare la quota di export sul PIL e accumulare riserve in divise estere per pagare i debiti. La guerra attuale presenta però caratteristiche nuove. A rivelare la meno ovvia è stato, inconsapevolmente, proprio Abe: “Un cambio di 90 yen contro il dollaro (era 84.26), ha affermato, aiuterebbe gli esportatori giapponesi. Se il dollaro è sopra 85, le imprese che fino ad ora non hanno pagato le tasse [perché non essendo competitive non fanno profitti, ndr], ora pagheranno le tasse” [Ibid.]. Traduzione: per un governo super indebitato un settore d’esportazione florido rappresenta fonte di reddito tassabile. Poiché le politiche monetarie e fiscali finora non hanno avuto effetti, non rimane che usare politica del cambio in funzione predatoria all’interno e all’esterno. La svalutazione competitiva è diventata una tecnica per appropriarsi del reddito dei paesi importatori e scaricare sulle loro spalle il servizio di debiti crescenti. Inoltre, poiché con la svalutazione si importa inflazione si debella la deflazione e si riduce il valore del debito interno.

Nella realtà questa guerra fredda, non è altro che un mezzo per evadere l’attuazione di misure impopolari di austerità, come ad es. i tagli alla spesa pubblica. La dinamica della guerra valutaria e le sue conseguenze possono essere comprese solo risalendo alla sua causa originaria: il persistente deficit della bilancia commerciale americana.

Il Trilemma

Durante il periodo di Bretton Woods (1944 al 1971) basato su gold exchange standard (valute convertibili in dollari e dollari in oro), le svalutazioni erano sporadiche perché il mondo godeva di un discreto sviluppo economico e il sistema aureo, pur manipolato, limitava l’inflazione monetaria che precorre la svalutazione. Quando nel 1971 gli USA dichiararono il dollaro inconvertibile imponendo il dollar standard  iniziò l’era del doppio deficit americano, quello di bilancio e quello commerciale. Fino a quell’epoca gli USA erano stati il maggior creditore e esportatore ma la situazione si capovolse. Poiché l’economia mondiale si espandeva e i pagamenti internazionali avvenivano in dollari di cui l’America era l’unico emittente, il solo modo con cui il resto del mondo poteva ottenerli era esportare verso gli USA mantenendo un surplus commerciale nei loro confronti. D’altra parte, per rendere disponibili i dollari, ovvero per garantire la liquidità internazionale, gli USA dovevano esportare dollari verso il resto del mondo e questo era possibile con un deficit commerciale permanente. Il privilegio di emettere la valuta globale permise agli USA di finanziare il gap commerciale semplicemente coniando la valuta, al contrario del resto del mondo che, per importare, doveva esportare. Fu così che gli USA diventarono il maggior importatore e debitore mentre il resto del mondo esportatore e creditore netto, accumulando un eccesso di riserve in dollari.

Fin dai primi anni ‘60 l’economista belga Robert Triffin aveva anticipato le contraddizioni implicite nell’uso di una valuta di riserva unica formulando il famoso trilemma. Secondo Triffin, per un paese dotato di valuta di riserva era impossibile soddisfare allo stesso tempo tre obiettivi: assicurare la liquidità mondiale, avere un deficit commerciale permanente e mantenere la stabilità valutaria. In termini più tecnici, il trilemma è l’impossibilità di combinare insieme una politica monetaria indipendente, un libero movimento di capitali e un cambio stabile. Si possono scegliere solo due opzioni escludendone la terza, incompatibile con le altre. Gli USA, infatti, hanno adottato le prime due ma rinunciato alla terza, la stabilità del dollaro. Il trilemma vale però per tutti. Ad es. la fissazione della parità del tasso di cambio (peg), che è strumento di politica monetaria, non è compatibile con libertà di movimento di capitali. È il caso della Cina che per mantenere la parità col dollaro deve imporre all’interno un controllo dei capitali. Se non lo facesse flussi e deflussi finanziari destabilizzerebbero la parità. Per contro, si può avere libera circolazione di capitali e politica monetaria autonoma insieme, rinunciando però al controllo del cambio che deve fluttuare liberamente. È il caso della sterlina inglese. Infine se si opta per la libera circolazione dei capitali e il cambio stabile, si deve rinunciare ad una politica monetaria autonoma. Ed è il caso dei paesi dell’eurozona. Ma quest’ultimo è diventato anche il caso della Svizzera. Poiché dal  2008 al 2011 il franco si era rivalutato notevolmente rispetto all’euro, mettendo a rischio la competitività svizzera, la Swiss National Bank ha dovuto, impegnarsi a vendere franchi contro euro per impedire la rivalutazione del franco. In altre parole è come se la Svizzera avesse adottato l’euro rinunciando, in conformità al trilemma, a una politica monetaria indipendente.

Il costante deficit commerciale americano che obbliga il resto del mondo ad accumulare riserve in dollari trascina verso il basso la piattaforma valutaria mondiale. Il resto del mondo deve adattarsi alla discesa deprezzando le valute (o impedendone l’apprezzamento) attraverso l’espansione della base monetaria. Il grado di svalutazione di una valuta rispetto all’altra dipende dalle relative velocità di creazione monetaria nei rispettivi paesi, sia che il trilemma implichi un cambio fluttuante sia una parità fissa. Ad esempio, per svalutare la sterlina, è sufficiente che la Banca d’Inghilterra ne aumenti l’offerta e lasci fluttuare il cambio che, deprezzandosi rispetto alle altre divise, permetterà di vendere più prodotti inglesi. Viceversa per rendere i prodotti svizzeri più a buon mercato di quelli europei è necessario  fissare il cambio con l’euro e far aumentare la circolazione dei franchi affinché con meno euro si acquistino più franchi. Quando la Cina aumenta le esportazioni verso gli USA, i dollari che riceve rivaluterebbero lo yuan destabilizzando la parità con il dollaro se la banca centrale cinese non intervenisse creando yuan per comprare l’eccesso di dollari. In sintesi, quando un paese apre il rubinetto della propria valuta il resto del mondo deve fare altrettanto ma ciò significa anche aumentare l’inflazione mondiale, creare bolle finanziarie e squilibri commerciali (global imbanances). Ma c’è dell’altro. Gran parte delle riserve in dollari non restano oziose nelle casse dei paesi esportatori ma ritornano negli USA per essere investiti sopratutto in buoni del tesoro. Pertanto il resto del mondo concorre a finanziare il loro debito. Se ciò non avvenisse il dollaro colerebbe a picco e le riserve delle banche centrali si azzererebbero con perdite enormi. Paradossalmente, mentre tutti sono interessati a mantenere lo status quo verso il dollaro, concorrono a svalutarlo. Il trilemma a cui ogni paese si conforma crea nel sistema monetario un circolo vizioso e un’instabilità esplosiva che rende ogni investimento aleatorio e il futuro sempre più incerto.

Vincitori e vinti

Ciò che è passato inosservato è l’enorme espropriazione di risorse che un’instabile valuta di riserva infligge ai paesi esportatori. Per lungo tempo il resto del mondo non si è reso conto del fatto che i surplus che accumulava era proporzionale alle perdite che subiva perché le sue ragioni di scambio peggioravano a favore del dollaro. Non solo finanziava il debito americano ma abbatteva il valore del suo credito verso gli USA. Il Giappone è stata la vittima più colpita da questo fenomeno. Il maggiore detentore di riserve in dollari per quasi un trentennio, cioè tra il 1974 e il 2000, ha ignorato che oltre due terzi del loro valore era andato in fumo per la corrispondente riduzione di valore del dollaro. Purtroppo Tokio seguì ciecamente la cura dei dottori keynesiani del tesoro e della banca centrale americani che convinsero il paziente che le riserve valutarie non erano necessarie a pagare i debiti dal momento che si poteva farlo ricorrendo ai deficit di bilancio!! L’immenso debito che il Giappone ha accumulato durante quel periodo e la sua rovina si spiegano solo in questo modo. Oggi la decisione di svalutare lo yen che comporta uno stimolo (1.2 trilioni di bond entro il 2014) pari al doppio di quello americano, per un’economia che ne vale un terzo, equivale a sparare sul paziente. Man mano che lo yen si svaluterà gli investitori si disferanno del debito giapponese per comprare quello degli USA e dell’Europa rafforzandone le valute, con ciò intensificando la guerra valutaria. L’eurozona, infatti, con una disoccupazione a livelli record non starà certo con le mani in mano perché un euro forte le prosciugherebbe il reddito da esportazioni, unica fonte di sviluppo rimastale.

Oggi il maggiore detentore di riserve in dollari (3 trilioni) è la Cina e sa bene quanto la sua posizione sia precaria. Ma poiché è diventata la piattaforma produttiva americana e un hub industriale che produce oltre il 20% della produzione mondiale ha creato le premesse per candidare lo yuan/renminbi a valuta di riserva convertibile. Prevedendo la crisi valutaria sta diversificando le sue riserve in particolare con l’oro di cui è diventato anche il maggior produttore mondiale e il cui uso è incoraggiato nel paese. Alla fine, potrebbe essere proprio il metallo giallo l’unico vero vincitore di questa guerra assurda.

È significativo il fatto che le riserve mondiali di dollari da un picco del 71.5% nel 2001 siano scese al  62% nel 2012. Questo significa che il mondo si sta avviando verso un sistema di riserve multiple in concorrenza fra loro. Il dollaro canadese e australiano sono già state classificate dal FMI come valute di riserva. Ma qualunque sia il nuovo ordine monetario mondiale, sarà la Cina a dettare le condizioni. I suoi recenti accordi di scambi commerciali con l’Arabia Saudita e le altre nazioni arabe per diversi miliardi di yuan e il fatto che fra i BRICS le transazioni non avvengano più in dollari, sono sintomatici della decadenza del biglietto verde che potrebbe retrocedere a semplice valuta locale. Con la conseguenza che, se Londra è stata la capitale finanziaria del XIX secolo, New York del XX, Shanghai potrebbe diventare quella del XXI. Ma, tale evoluzione, se avverrà, dovrà attraversare una perturbazione mai vista prima d’ora nella storia mondiale. L’attuale guerra valutaria non è una via d’uscita alla crisi per nessuno. È l’equivalente di una reazione nucleare incontrollata e inarrestabile che renderà il mondo sempre più inospitale a chi vuol produrre, risparmiare creando ricchezza e lavoro. Alla fine il sistema monetario esploderà perché senza valute stabili e affidabili l’economia mondiale non può funzionare. Tuttavia la maggior parte dei governi continua a ignorare la realtà. Ma non potrà ignorarne le conseguenze.

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91 Responses

  1. alexzanda

    mi sembra che in questo articolo non venga tenuto abbastanza in conto che una svalutazione monetaria NON E’ un vantaggio per un paese intero, ma solo per alcuni attori all’interno di quel paese (esportatori e governo indebitato in primis), mentre è uno svantaggio per tutti gli altri che vedono perdere di valore i loro redditi e risparmi.
    la svalutazione in uno con le protezioni doganali fanno si che gli abitanti di un dato paese che svaluta debbeno accontentarsi dei poveri prodotti fabbricati all’interno e non di quelli importati (molto più di qualità e convenienti anche per prezzo se non fosse appunto per la svalutazione): alla lunga il paese vive con prodotti di bassa qualità e alto prezzo a vantaggio solo di esportatori e produttori interni inefficenti ma protetti, oltre che del governo indebitato, e pone le premesse per un impoverimento produttivo e culturale inesorabile.
    è per questo che la guerra delle svalutazioni è una guerra tra deficenti che fanno a gara a chi impoverisce di più il proprio paese, e dovrebbe essere vietata e lo sarà appena si comprenderà con piena coscienza come funziona il sistema, ma per questo ci vorranno ancora molti anni. ma alla fine la gente capirà che queste monete che circolano oggi sono quanto di più falso e corrotto ci possa essere per lasciarvi i propri risparmi.

  2. Francesco_P

    Il primo Paese svalutatore al mondo è la Cina. Si può svalutare per favorire l’export quando occorre puntare sull’export industriale per guidare la crescita economica ed il mercato interno. Ci sono invece casi in cui è una nazione produttrice di materie prime a svalutare per “”far finta” sul mercato interno che il prezzo delle materie prime sia aumentato. E’ il caso del Venezuela che recentemente ha svalutao il Bolivar ( vedere http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/02/08/Venezuela-pesante-svalutazione-bolivar-_8215342.html ).
    In entrambi i casi si creano degli squilibri inevitabilmente destinati a scoppiare, non prima però di aver falcidiato l’accumulazione (cioè la capacità di investire) ed il reale tenore di vita delle persone.
    In una guerra commerciale in cui si usa la svalutazione come principale arma, anche mantenere sopravvalutata la propria moneta crea squilibri economici e distrugge risorse. Il caso dell’euro è eclatante.
    Urge tornare alla realtà prima che si troppo tardi. Purtroppo questo è molto difficile (non uso la parola impossibile perché la speranza è il motore del mondo) in un pianeta dominato dall’abbraccio mortale fra debito pubblico e sistema bancario/finanziario.

  3. Marcello capucciati

    Interessante notare come si ignorino completamente le problematiche della crisi europea, null altro che una guerra valutaria basata sui tassi di cambio reali tra paesi che dovrebbero “cooperare” …

  4. claudio p

    un paio di domande per Coco, o per chi mi vuole rispondere:
    perché, secondo te, non si è ancora vista la iper-inflazione? perché la bolla dei prodotti finanziari non esplode?
    e ancora.. perché la maggior parte degli economisti credono che il gold-standard non funzionerebbe, quali sono i loro argomenti?
    e infine: cosa intendeva Hayek quando parlava di free-banking come alternativa ai monopoli della banche centrali?

  5. claudio di croce

    Le svalutazioni ” competitive ” non sono altro che un mezzo truffaldino per evitare di risolvere i problemi di competitività e di efficienza di un sistema economico .L’ Italia è stata maestra in questo genere di truffe. E infatti non siamo mai riusciti ad affrontare i nostri veri problemi che sono sempre li. Non mi pare che la Germania nel dopoguerra abbia mai svalutato , solo per fare un esempio di paese efficiente . Altra cosa è quando i mercati si accorgono che una moneta è sopravalutata e fanno venire in evidenza il problema , come è successo all’inizio degli anni ’90 per la sterlina e la nostra liretta . Con una differenza che la sterlina svalutò subito mentre il nostro governo presieduto dal professor – sempre questi figuri – Amato , quello dei trentamila euro di pensione al mese , appoggiato da quell’altro tristo figuro di Ciampi allora governatore della Banca d’Italia si intestardì a difendere la lira impoverendo le nostre riserve valutarie di una cifra paurosa – oltre quarantamila miliardi – salvo poi svalutare . E ebbe la faccia di ..lo di venire in tv a dire che non era la lira che si era svalutata ma il marco che si era rivalutato . Come premio , invece di finire in galera per incapacità , Ciompi divenne premier e poi Presidente della Repubblica . Amato si gode la sua ricchissima pensione e ha altri incarichi retribuiti e adesso addirittura viene indicato quale possibile prossimo Presidente della Repubblica . Poveri noi !!!!!!!!

  6. Marco Tizzi

    @claudio p
    Mi permetto di darti tre risposte:
    1- perché in realtà la massa di liquidità monetaria sta girando tutta nel sistema finanziario per rimettere in sesto il sistema bancario che, a tutti gli effetti, è fallito con Lehman;
    2- innanzitutto c’è una grande differenza tra il gold standard vero e il gold exchange standard. Non è poi assolutamente vero che tutti gli economisti sono contrari, la verità è che esistono economisti mainstream, pagati per osannare lo Stato, ed economisti che invece sono più indipendenti. Per i primi un “qualsiasi-cosa-standard” è inconcepibile perché riduce il potere dello Stato. In realtà la critica più seria al gold standard sta nel fatto che l’oro è comunque una commodity ed esiste quindi il rischio che i grandi estrattori d’oro facciano cartello diventando una megabancacentrale. Molti “metallisti” vorrebbero aggirare questo problema utilizzando un basket di commodities invece che una sola. A mio parere non sposterebbe di molto il risultato.
    Ad oggi, imho, la moneta più intelligente che esiste in circolazione è il bitcoin.
    3- ti consiglio questo:
    thri.ca/archives/546
    Spiega molto bene le differenti opinioni tra il tardo Hayek e Rothbard per quanto riguarda la moneta. Personalmente è l’unica cosa per la quale preferisco Hayek, che per molte altre cose mi lascia assai perplesso.

  7. Marco Tizzi

    alexzanda :
    mi sembra che in questo articolo non venga tenuto abbastanza in conto che una svalutazione monetaria NON E’ un vantaggio per un paese intero, ma solo per alcuni attori all’interno di quel paese (esportatori e governo indebitato in primis), mentre è uno svantaggio per tutti gli altri che vedono perdere di valore i loro redditi e risparmi.

    E’ tutto da vedere se per gli esportatori è un vantaggio. Lo stesso Coco nell’ultimo articolo spiegava perfettamente che non lo era affatto. Infatti mi chiedo se non siano due persone diverse a scrivere.
    I grandi esportatori hanno sempre (ovviamente?) avuto valute molto forti.
    Che poi essere esportatori sia un vantaggio in se non mi convincerete mai, ma in questo mi sa che son rimasto solo 🙁

  8. Alberto

    Ancora stupidaggini Coco; qui sta crollando l’ Italia e lei continua con la solfa delle svalutazioni a somma zero. Ma la pianti!

    Preparate i soldi, tanti soldi per i prossimi anni, rinunciate fin d’ ora a spendere denaro per qualsiasi consumo o acquisto di tipo non strettamente indispensabile e preparatevi a riceverne sempre di meno, sia come pensione, come stipendi o come utili delle imprese. Occorre inoltre considerare i circa 600.000 nuovi disoccupati previsti nell’ anno quindi preparatevi(prepariamoci) ad una vita stentata, difficile, insicura e psicologicamente sempre più carica di sofferenze!
    Nel 2012, causa politiche restrittive (euro) e di tassazione selvaggia (Monti) il reddito disponibile ed i consumi sono tracollati (pag. 24) ultimo bollettino economico Bankitalia di gennaio 2013, come pure il clima di fiducia e le compravendite di immobili (pag. 22). Intanto il PIL nel 2013, come già da me ipotizzato, potrebbe diminuire ancora di oltre un 2% ( pag. 45) esattamente come accaduto nel 2012, dove nel precedente bollettinodi gennaio 2012, era previsto un calo del PIL probabile di -1,2% (pag. 46) e poi siamo arrivati al – 2,67% dando quindi luogo, nel corrente anno ad ulterori e più spaventose conseguenze sull’ economia italiana.

  9. Alberto

    La guerra valutaria è la prosecuzione del protezionismo con altri mezzi. Il paese che abbassa il tasso di cambio, il prezzo della sua valuta in termini delle altre, acquista un vantaggio competitivo temporaneo perché riduce in un sol colpo i prezzi dei suoi prodotti e rincara quelli dei paesi importatori.

    Temporanea dice Coco, quanto temporanea, 1, 2 o di più? Non mi pare tanto teporaneo un periodo di 8 anni (1992-2000)!
    E non mi paiono temporanei nemmeno gli effetti della “svalutazione” tedesca,( 2001- 2011) attuata attraverso meccanismi di blocco del valore della moneta, in una non area valutaria ottimale. Che poi ai fini pratici, è la stessa cosa che accade svalutando, in un mercato valutario libero.

  10. Giorgio Andretta

    @Marco Tizzi
    mi obbliga a ripetermi: cosa aggiungono i signori da lei citati rispetto all’antropocrazia?
    Io li vedo ancora con la clava in mano.
    L’anarchico è anche autarchico perciò rifugge ogni esportazione, qualsiasi organismo vivente, non ultimo il corpo umano, ricade in detta simmetria.
    Le sembra poco?

  11. Piero

    @claudio p

    in occidente + Brics c’è una sovra-capacità produttiva senza precedenti storici causa progresso tecnologico.. i megaindebitamenti pubblici+privati sono stati lo strumento degli ultimi 40 anni x tener in piedi una baracca che esplodeva.. purtroppo il progressivo deterioramento dell’indici di Gini cioè delle discriminazioni di reddito ha fatto sì che le masse consumatrici necessitassero sempre di più debito pubblico+privato x acquistar la produzione.. se nn ricordo male pure Coco fece vedere un grafico che Italia aveva debiti come 1929.. ce ne son altri che fan vedere che x es. Usa è molto maggiore che 1929.. Uk poi son i peggio di tutti (altro che Italia)..

    così i banchieri centrali si son trovati di fronte a solo due alternative :

    1) adottare il il gold standard che implicherebbe a catena fallimenti di stati/imprese/banche (la famosa pulizia “impopolare” auspicata da Mises e da Coco)..

    2) adottare le fiat currencies (ed infatti le banche centrali si riempono d’oro) = guerra valutaria (negli anni ’80 iniziò Greenspan alla Fed spinto dal Liberista Reagan e nn dal Keynesiano Clinton) e lasciare che fra un pò di anni parta l’inflazione che sarà lo strumento con cui verranno fatte “di fatto” quelle ristrutturazioni impopolari che nessuna democrazia può reggere (e neppure la dittatura rossocapitalista Cina può permettersele causa rischio sommosse).. inoltre questa seconda opzione ha il pregio di diluire nel tempo e nello spazio i costi della ristrutturazione..

    il gold standard avrebbe 100% creato effetti ristrutturanti rapidi/concentrati con sommosse popolari.. l’inflazione ha un 50% prob. di evitarequeste sommosse..

    gran parte della liquidità rimarrà ancora x un pò di anni nel sistema finanziario.. poi esploderà attraverso le materie prime e la speculazione (che si alimenta di liquidità + leva) pomperà la loro crescita quando partirà l’economia dei Brics => inflazione globale “importata” anche nei paesi in declino strutturale come il Sud Europa..

  12. alex

    chiedo scusa per la domanda, ma non mi è chiaro il passaggio di esportare inflazione

    “il ministro delle finanze del Brasile che ha accusato gli USA di svalutare il dollaro attraverso una politica monetaria espansionista ed esportare inflazione nei paesi emergenti.”

    pensavo che svalutando si importasse inflazione

    grazie ancora

  13. Deck

    Finalmente anche Coco si è reso conto che una moneta debole è utile all’export. Meglio tardi che mai. Ribadisco che avere una moneta non in sintonia con il tessuto produttivo di una nazione e con la sua situazione economica è follia pura. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

    Mi chiedo però dov’erano tutti fino a qualche settimana fa’, hanno tutti scoperto d’improvviso che l’America mantiene artificialmente basso il dollaro? Sono almeno sette anni che gli Americani, e il loro hub produttivo: la Cina, giocano con il cambio stritolando l’industria europea e giapponese.

    In merito all’analisi di Coco su molti punti mi trovo d’accordo. Sarebbe però utile che Coco ci avesse spiegato come uscire dalla situazione di guerra valutaria che il mondo sta vivendo.
    Che facciamo? Il solito tavolo G-20 con sorrisi di Obama e Merkel? I soliti tavolacci di concertazione internazionale che non servono ad un cazzo di niente oppure svalutiamo e mettiamo dazi? Io sarei per la seconda ipotesi. E’ vero, la guerra valutaria dovrebbe essere un gioco a somma zero. Dovrebbe… io però penso che non sarà così: ho come l’impressione che l’Italia, sia detto sempre con la massima moderazione, lo prenderà nel culo ancora. Penso si sia capito che nell’UE comandano Tedeschi, Olandesi e persino quei cazzoni degli Inglesi.

    Capisco che statali e pensionati vogliano l’euro forte. Per forza, cosa cazzo gliene frega a loro? Non devono vendere servizi o prodotti per pagare i loro collaboratori, quello lo devono gli imprenditori. E’ meraviglioso leggere i commenti degli accoliti dell’Euro Forte in questo blog. Quelli che lo vogliono così per andare a comprarsi l’I-Pad a 10 Euro in meno. Quelli che dicono che la manifattura italiana deve scomparire perché non è competitiva. Questo è il mantra ripetuto. Chissà se a loro, qualcuno ha mai letto i rapporti degli analisti internazionali nei quali viene postulato come l’Euro sia sopravvalutato di almeno il 15% rispetto al dollaro e lo Yuan sia sottovalutato, artificialmente, di almeno il 40% rispetto al biglietto verde.

    L’unica speranza è uno splendido collasso dell’Eurozona. Speriamo, speriamo, speriamo!

  14. Alberto

    I fessi, statali e pensionati, ma fessi; i saggi capiscono che è meglio che l’ economia riparta, altrimenti anche sei statale o pensionato non ti salvi! La scelta è tra l’ I-Pad al 30% in più e la fame; tra le due credo sia meglio la prima, ma non ho la certezza che ciò sia valido per tutti.@Deck

  15. stefano cairoli

    Non lascio il mio commento, ma ho letto tutti i Vostri. Complimenti a tutti Voi, interessantissimi spunti per riflettere.

  16. Alberto

    L’ inflazione, è un fenomeno che di solito precede la svalutazione, e nei precedenti 40 anni, l’ inflazione ha seguito la svalutazione solo durante gli shock petroliferi (dati banca mondiale). Per l’ iper inflazione, cioè il fenomeno di aumento incontrollato dei prezzi, mi sembra ottimo questo chiaro documento di Blanchard@claudio p

  17. LucaS

    Che poi essere esportatori sia un vantaggio in se non mi convincerete mai, ma in questo mi sa che son rimasto solo

  18. LucaS

    X Marco Trizzi

    “Che poi essere esportatori sia un vantaggio in se non mi convincerete mai”

    Hai perfettamente ragione! I paesi esportatori nel medio-lungo termine (vedi esempi di Giappone e Germania ora e Cina prossimamente) si ritrovano con riserve valutarie pesantemente svalutate (ancor più in termini reali che non nominali del cambio..) e titoli di stato inesigibili… Dove sta il guadagno? Perchè questa fissazione demenziale per il cambio? Per es. i tedeschi che puntano molto sul cambio in realtà si ritrovano con un pugno di mosche in mano e costretti a mantenere a vita Grecia e gli altri paesi europei tutti assolutamente insolventi… in pratica hanno lavorato duramente per niente! Molto meglio fare come fa la Russia sotto l’ottimo Putin che cerca di convertire le sue riserve in oro non inflazionabile a piacere e investe pesantemente nello sviluppo del proprio paese!

    X Alberto

    Quello che incredibilmente lei non capisce è in realtà semplicissimo: se tutti esportiamo, chi importa? Gli alieni? Il problema non è esportare, è fare le riforme di mercato per produrre più beni e servizi! Se metà della popolazione non lavora e diciamo 1/2 della forza lavoro (specialmente statali) ha una produttività ridicola se non nulla…. e allo stesso tempo si fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote a chi lavora e produce il risultato è ovvio: ci sono sempre meno beni e servizi da dare a quella stragrande maggioranza di cittadini che produce molto meno di quello che consuma… e per far quadrare i conti il loro tenore di vita deve abbassarsi! Invece di trovare compratori inesistenti all’estero cominciamo a produrre di più e meglio, smettiamo di impiegare milioni di persone in attività totalmete inutili (es. istruzione ma praticamente quasi tutti gli statali eccetto forse i medici), cominciamo a favorire chi lavora per es. azzerando le tasse e riducendo moltissimo i sussidi di disoccupazione e vincolandoli a una sorta di servizio civile per es. assistenza anziani… Questo è l’ABC dell’economia e direi prima ancora della logica ma è fortemente impopolare per quei 3/4 di popolazione che oggi può permettersi di “consumare” una ricchezza che non produce ne ha mai prodotto…
    Il mercato ha poi anche un’altro grande pregio: rende moltissimi beni e servizi oggi venduti a peso d’oro molto più economici aumentando moltissimo il potere d’acquisto delle persone.. La moderna tecnologia se impiegata su vasta scala in modo massivo e lasciata al mercato può far crollare il costo di moltissime cose aumentando enormemente il tenore di vita delle persone ma finchè lo stato lo impedisce questo non avverrà mai… altro che esportazioni!

  19. LucaS

    X Marco Trizzi 2

    Presumo che la presunta contraddizione di Coco semplicemente sia una distrinzione tra il breve periodo in cui una svalutazione aiuta gli esportatori e il medio-lungo periodo in cui questo non è più vero! Non c’è contraddizione, semplicemente sono 2 situazioni diverse.

  20. Angela

    L’unico che ha capito l’articolo (perché lo ha letto bene) è Luca S. Molti lo hanno completamente travisato. Infatti attribuiscono all’autore addirittura di patrocinare la svalutazione. A parte il fatto che nell’articolo precedente (La lezione del Giappone) spiega con efficacia l’inutilità della misura), qui, nella prima parte l’assimila al protezionismo e nell’ultima descrive con acutezza esemplare, il processo di espropriazione di risorse che comporta. La parte di mezzo riguarda la ricostruzione del processo storico e il meccanismo che ha portato alle svalutazioni competitive, sempre con grande acutezza e dovizia di esempi. Almeno si leggessero su 24 ore articoli così istruttivi e non le solite banalità. Ma parte della platea di lettori sembra preferire queste ultime.

  21. Deck

    Avrei pensato di tutto, a proposito di questo blog, fuorché fosse popolato da statali, para-statali, pensionati, impiegati di aziendone grasse ed inefficienti al riparo dalla competizione internazionale come Eni o Enel. I protetti. Quelli per l’Euro Forte. Quelli che pasteggiando caviale e champagne osservano l’industria del loro paese andare a picco. E dicono che va bene così, perché chi non è competitivo deve morire. I soggetti che io e le medio-piccole aziende di questo paese manteniamo da circa 40 anni.

    Ciò che mi fa sorridere di più è l’ostinazione a voler difendere l’indifendibile. La Cina cresce dell’8% all’anno, gli Stati Uniti escono dalla stagnazione, la borsa Giapponese (con l’ascesa di Abe) è ai massimi. Il mondo produttivo ha svalutato e “i protetti” si chiedono ancora come mai Obama, Abe e Xi Jinping abbiano scelto questa direzione. Ovviamente i protetti non rispondono, da bigotti alzano il dito esclamando “Verrà un giorno!”. Verrà un giorno in cui si accorgeranno del tremendo errore, e la Cina scoprirà più di tutti quanto è brutto crescere dell’8% avendo molti dollari in casa. Verrà il giorno in cui l’Europa, il continente in cui i tempi migliori sono sempre dietro l’angolo, delocalizzando e ammazzando il suo sistema manifatturiero starà meglio. D’altronde il compagno di merende dei protetti, il massone Mario Draghi è forse il più protetto di tutti.
    Gestisce una banca centrale che ha come obbiettivo l’inflazione. Una baggianata che, per fortuna, verrà spazzata via dalla storia.

    Si al collasso dell’Eurozona! No alla lista Fermare il declino!

  22. Marco Tizzi

    @LucaS
    Infatti Luca nell’altro pezzo di Coco facevo questo esempio: immaginati che il mondo sia diviso in due Stati, uno formato da tutte le città e un altro da tutto il resto. Ovviamente il primo sarebbe un importatore netto, il secondo un esportatore netto. Quindi?
    Possiamo dire che il secondo sia in qualche modo più ricco del primo?
    Non ha senso. Indipendentemente dalla moneta utilizzata.
    Anche se si usasse oro, cosa succederebbe? L’oro verrebbe estratto nello “Stato extraurbano” e verrebbe venduto nello “Stato urbano”. In cambio di cosa? Servizi, case. Ma se ad un certo punto gli estrattori d’oro non volessero più servizi e case in cambio, cosa succederebbe?
    Che gli estrattori d’oro non potrebbero più venderlo. Si troverebbero pieni d’oro e non saprebbero che farsene. Nello “Stato urbano” non cambierebbe nulla, semplicemente l’oro che circola si rafforzerebbe. Bell’affare per i nostri minatori!
    E’ quello che sta succedendo nel mercato automobilistico.
    Ma non dirlo a nessuno perché tutti ancora credono che senza una grande industria automobilistica si diventi per forza poveri.

    Il problema vero è che finché continuiamo ad utilizzare il PIL come parametro di valutazione di ricchezza non andiamo da nessuna parte.

    Per quanto rigurda Coco, forse nell’altro pezzo scriveva quello che pensa lui e qui quello che pensano “gli altri”.
    Che poi anche solo nel breve la svalutazione sia un vantaggio per l’export vediamo oggi che per il Giappone non è vero. Aspettiamo ancora qualche mese per avere conferme, ma anche qui: se nessuno mi dice QUANDO arriverà il vantaggio per l’export, come faccio a capire che sia dovuto davvero alla svalutazione?
    Magari arriva tra un anno ed è dovuto a qualsiasi altro motivo. Per esempio al fatto che gli USA hanno stampato a debito quadrilioni di dollari e cominciano a spenderli per comprare automobili giapponesi. Quindi i giapponesi lavorerebbero 12 ore al giorno per produrre automobili che poi verranno usate dai cittadini americani. Dove sta il vantaggio per il grande popolo giapponese?
    Far lavorare qualcun altro per produrre qualcosa che vogliamo, un tempo si chiamava schiavitù. E infatti i paesi esportatori sono schiavi dei paesi importatori e non viceversa, come il volgo tende a credere.

  23. Marco Tizzi

    @Deck
    PIL pro capite della Cina = 94° al mondo. A voglia crescere prima di uscire davvero dal terzo mondo.
    E cmq ci si può trasferire se la Cina piace tanto, non è poi così difficile.

    L’Euro non funziona, l’Unione Europea non funziona. Ma non funzionano per i motivi che ha chiaramente spiegato Cameron, non perché bisogna svalutare come vuole Berlusconi!
    Lavorare per gli altri rende ricchi gli altri, non noi. Se noi produciamo e gli altri consumano, LORO stanno meglio, NOI lavoriamo solo di più.
    Non è il lavoro che migliora la vita, è il consumo di beni e servizi.
    Se noi dobbiamo lavorare per produrre beni che qualcun altro usa, noi non stiamo affatto meglio, siamo solo schiavi.
    E’ molto semplice, come si fa a non capirlo?

  24. Piero from Genova

    Ci penserà Silvio a svalutare un pò l’euro.. almeno momentaneamente.. lo spiegano qui sotto consulenti finanziari Usa a loro clientela :

    Berlusconi is Back and So Is the Eurozone Debt Crisis

    By Martin Hutchinson, Global Investing Strategist

    The markets have been behaving as if the Eurozone debt crisis has been magically solved.

    Yields on Spanish and Italian debt are trading more than 1% lower than at their peak, while world stock markets have soared close to all-time highs.

    But Italian elections in two weeks could derail everything.

    Why?…It’s summed by two words: Silvio Berlusconi

    VA:F [1.9.3_1094]

  25. Marco Tizzi

    @Piero from Genova
    E quindi Piero tu mi stai dicendo che l’Euro era sceso semplicemente perché era calata la fiducia sull’Euro e si è apprezzato perché è tornata la fiducia nell’Euro. E non per alchemici motivi di banche centrali.
    Se vivessimo in un Paese con un minimo grado di libertà monetaria, del resto, chi davvero utilizzerebbe l’Euro? Pochi, credimi.

  26. Deck

    @Marco Tizzi
    PIL della cina 11.440 miliardi di Dollari.

    Oh si Marco, nel suo discorso Cameron ha talmente ragione che anche lui ha pensato bene di svalutare la Sterlina. Ma per piacere dai…
    “Britain is not in the single currency, and we’re not going to be. But we all need the eurozone to have the right governance and structures to secure a successful currency for the long term.”
    Che tradotto vuol dire, l’euro è una bellissima moneta. Di più splendida! Sapete che c’è pero? Io non ci entro. Anzi, vi dico anche (mentendo) che c’è un problema di competitività in Europa. Voi fate le riforme lacrime e sangue, io svaluto la sterlina per riequilibrarla a cinesi e americani.
    Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Un altro fenomeno che non smette di lodare l’Euro forte.

  27. Marco Tizzi

    @Deck
    Ma che diavolo di discorso è?!?!? Dai, ma nemmeno un bambino, senza offesa.
    Quindi se noi uniamo l’Europa all’Africa tutta sotto uno stesso Stato, allora diventa ricco perché ha il PIL più grande del mondo?
    Suvvia, siamo seri. Già il PIL fa schifo come indicatore economico, se non lo si calcola pro capite e a parità di prezzi proprio non ha alcun senso. La Cina resta un paese poverissimo, con centinaia di milioni di persone che vivono in condizioni che per i nostri animali da compagnia riterremmo inaccettabili.
    Ma, ripeto, è un posto dove gli occidentali con voglia di lavorare sono ben accetti. Vada pure!

    Cameron ha svalutato talmente tanto che con gli Euro che servono qui per comprarsi una bottiglia di vino in Inghilterra non ti puoi permettere una bottiglia d’acqua. E che i pensionati inglesi fanno i signori nel sude Europa solo grazie al cambio forte. Io ci vado in UK, so qual è il cambio reale.
    Ma non è colpa vostra, è che vi martellano e voi assorbite…

  28. Alberto

    Lucas vedo che lei se ne intende di ABC dell’ economia; ma il problema nell’ area euro è proprio che l’ ABC di quell’ economia che lei ed io auspichiamo, è andata a remengo. A me sta benssimo il suo ragonamento, ma le esportazioni non possono essere a senso unico, verso tutti gli altri Paesi dell’ eurozona e senza alcun bilanciamento anticompetitivo attraverso i bilanci UE. Lei sa quanto abbiamo dato all’ Europa al netto, come bilancio, in 10 anni? Circa 70 MLD e sa quanto ci è costato, solo di perdite sulla bilancia commercale il sistema della moneta unica? Circa 300MLD, ripeto solo per le perdite sulla bilancia commerciale. Evito di dirle quanto ciò abbia influito in termni di PIL e di susseguente gettito fiscale. Quindi, buoni si ma fessi no! @LucaS

  29. Piero

    @Marco Tizzi

    ciao Marco.. in primavera Euro farà storno.. useranno Italia/Silvio come mkt mover (devono completare comissariamento elettorale).. poi andrà 1,40/1,45 per differenziale interventi Fed/Bce.. poi riscenderà nonostante Fed vs 1 in alcuni anni..

  30. Marco Tizzi

    @Piero
    “riscenderà nonostante Fed vs 1 in alcuni anni”

    Perché anche l’Eurozona deve cominciare ad usare il torchio per ritirare in piedi un sistema finanziario che ormai era fallito 5 anni fa? 😉

  31. Piero

    @Marco Tizzi

    sì : è l’unico modo x nn essere unici al mondo a fallire.. col paradosso che siamo pure meno peggio di altri.. se necessario spezzeranno reni a tuoi detestati teutonoci..

  32. Marco Tizzi

    @Piero
    No, ma io ai teutonici voglio bene, detesto i loro politici! Come tutti gli altri, del resto, ma più degli altri perché hanno la storica tendenza a fare i politici in casa altrui.
    Cmq l’analisi mi è chiara e sono d’accordo

  33. Deck

    @Marco Tizzi
    Mi permetta Marco, ma forse è proprio una questione di carenza di basi. Non le va bene come indicatore il PIL ma il PIL diviso numero degli abitanti lo trova un indicatore sensato? Ridicolo.

    Io non capisco se lei mente sapendo di mentire oppure se semplicemente ignora. Ritorniamo noiosamente all’ABC.
    I dati spazzeranno via ogni castroneria sesquipedale a proposito di Inglesi in pensione nel sud della Spagna (situazione verissima tra l’altro).

    Allora, io nel 2002 con 1 Euro compravo 0,575 sterline. Il 12 Febbraio 2013 con lo stesso Euro compro 0,8605 sterline. Con lo stesso Euro compro più sterline. Tutti d’accordo, bambini? Bene, passiamo oltre.

    Ora, se con lo stesso Euro compro più sterline significa che la Sterlina vale di meno e che l’Euro vale di più.
    Quanto fa 0,8605 – 33%? 0,576. Cosa significa ciò? Che la Sterlina vale il 33% in meno. Penso sia rimasto l’unico e l’ultimo a non leggere nei reportage le lamentele dei pensionati Inglesi all’estero a tal proposito.

    La prima, semplice domanda è: qual è il prossimo argomento del quale vuole discutere?
    La seconda domanda è: di cosa sta blaterando quel fenomeno di Cameron?

  34. Marco Tizzi

    @Deck
    Sì, il problema sono le basi. Della lingua italiana. Ho scritto che il PIL è un pessimo indicatore economico, ma che se non viene calcolato pro capite e a parità di prezzo non ha proprio alcun senso.
    Se non riesce a comprendere questa frase il problema è linguistico.

    Lei confonde il cambio nominale con il valore della moneta.
    Il cambio viene manipolato, infatti lei lo vuole manipolare, il valore no (o meglio: molto meno).
    Quello che conta nel valutare la forza o la debolezza di una moneta è quanta merce posso comprare con una quantità pari al cambio delle due monete.
    Faccia un giro su amazon.co.uk e amazon.it e si renderà conto che GBP è una moneta molto forte.

  35. Deck

    E’ talmente accecato che non si è nemmeno accorto che la frase “PIL della cina 11.440 miliardi di Dollari” era sottilmente ironica. Una frase in opposizione binaria alla sua “PIL pro capite della Cina = 94° al mondo”. Una frase che l’ha costretta a difendere il fatto che abbia citato il PIL, seppur procapite, come indicatore.
    Eppure non demorde e seguita a difendere l’indifendibile. Secondo me un numero che non ha senso fratto un numero che ha senso è un numero che ha ancora meno senso. Se lei invece desidera redarre una scala valoriale è liberissimo: un problema che non mi riguarda.

    Ecco, mi sembrava strano che non si arrivasse, per suffragare le proprie posizioni, ad indicare in Amazon il metro di misura con il quale discernere il vero dal falso. Mi attrezzerò per citare la maga Ornella nelle nostre prossime discussioni.

    Comunque, arriviamo al punto. Il tasso di cambio è stato manipolato dagli Inglesi. Su questo non ci possono essere discussioni. La loro moneta, sui mercati di cambio, vale il 33% in meno. Poverini, si sono sbagliati? Non volevano? Perché lo hanno fatto? Perché lo hanno fatto tutti in Occidente (e non solo)?

    Le svelo, prendendola per mano, un segreto. A Luglio, cambio Eur=Doll 1.21, vendevo il mio prodotto X negli Stati Uniti a 3,94 Euro. Il mio cliente lo comprava. Ora vendo lo stesso prodotto sempre a 3,94 Euro (alla faccia delle stronzate sul ribasso delle materie prime con moneta forte). Al mio cliente costa il 10% in più. Senza se e senza ma. Io sono meno competitivo, io non vendo il prodotto, io non creo ricchezza e mando in cassa integrazione gli operai.

    La prego Marco, torni sul pianeta terra. Non ci abbandoni.

  36. LucaS

    X Deck

    1) Lei continua a guardare il dito e non la luna! A parte il fatto che Cameron non è al potere dal 2002… il punto è un altro: in Inghilterra hanno fatto si operazioni di easing monetario svalutando la sterlina; ma hanno fatto anche le RIFORME e quelle vere non quelle farlocche alla Monti! Per esempio stanno mandando a caso centinaia di migliaia di statali cercando di portarli nell’economia privata a produrre beni e servizi mentre prima consumavano soltanto senza produrre niente.. questa è la vera novità, il vero punto di svolta! Poi che abbiano anche svalutato per alleggerire il colpo nel breve periodo (ammesso e non concesso che funzioni) e anche perchè altri paesi vi facevano ricorso è si vero ma molto molto secondario… Qui invece chi inneggia alla svalutazione o “trasferimenti dalla Germania” alla Seminerio o altri trucchi delle 3 carte simili lo fa proprio per non fare nemmeno mezza riforma! E’ la loro disonestà intellettuale che proprio non sopporto!
    2) La fantomatica crescita cinese che lei cita per dimostrare che il modello funziona è, non in toto, ma in buona parte, un grosso bluff! Tanto per cominciare mancano dati affidabili per calcolare il pil che come dice giustamente Marco Trizzi è un indicatore poco sensato e lo è ancora di più in Cina dove l’economia privata e dunque il libero formarsi dei prezzi sono molto limitati! Poi mancano dati attendibili sull’inflazione: la crescita che conta è quella reale non nominale! Molti indicatori tipo consumo energia elettrica raccontano una situazione diversa.. Poi se lei ritiene che costruire enormi città fantasma, nuovi immensi cementifici e acciaierie… quando questi settori sono in sovracapacità produttiva cronica siano buoni investimenti buon per lei, io non lo penso! Avranno anche città nuove di zecca ma non ci puoi vivere senza una mascherina…. questo perchè il bene ambiente non è correttamente prezzato come sarebbe se ci fosse un vero mercato! Ma sa una cosa: i cinesi stessi sono consapevoli che esportare all’estero beni prodotti magari inquinando tantissimo in cambio di pezzi di carta che già ora si sono svalutati in termini reali (vedi commodities…) non è l’affarone che lei pensa! Infatti stanno correndo ai ripari investendo in commodities, diversificando… cercando allo stesso tempo di non far crollare il sistema. Però hanno valutato che è l’unico modo di emergere mantenendo la leadership del partito comunista… Per esempio se avessere sviluppato la domanda interna sarebbero meno export-dipendenti ma questo avrebbe anche riflessi politici non indifferenti: se il tenore di vita aumenta la gente vuole anche più diritti, vuole anche la democrazie e alla casta comunista questo non piace! Il loro modello di crescita ha ritorni sempre più decrescenti e sta arrivando il momento in cui anche loro per crescere dovranno fare riforme e aprirsi al mercato.. aprirsi agli investimenti stranieri e aumentare la produttività…. E comunque la Cina non ha certo il welfare-ponzi-state che abbiamo qui in Europa… quindi anche questo aiuta… altro che esportazioni!
    3) Sull’UE anch’io mi auguro che crolli il prima possibile! Viceversa sarò onorato di votare Fare per fermare il declino! Finalmente dopo tanti anni voto qualcuno che veramente mi rappresenta e che apprezzo!

  37. Giorgio Andretta

    @Deck
    porti pazienza, proporre esempi o metafore non è proprio il “pezzo forte” del sig.Marco Tizzi, infatti si è incartato nel confronto Albione/€.
    Sarebbe sufficiente proporre lo stesso paragone tra le merci vendute in € in Italia e le stesse commercializzate in ogni paese europeo che usi la stessa valuta, lui ha proposto un parallelo con Amazon io lo propongo con i carburanti o le tariffe dei pedaggi autostradali od i prezzi dei farmaci, specialmente quelli omeopatici o tutti gli altri prodotti normalmente in vendita sulla grande distribuzione.
    In parallelo dovrei concludere che l’euro che circola in Italia vale molto meno di quello che si usa in Spagna.
    Devo concludere che non è una mera questione di valuta ma di organizzazione statale. Infatti ogni volta che mi reco in Germania od in Austria mi chiedo cosa aspettano gli italiani trasferirsi in massa e lasciare il paese ad essere vissuto dagli “illuminati”.

  38. LucaS

    X Alberto e Marco Trizzi

    1) Io non sono affatto d’accordo che la Germania siccome è in surplus debba pure fare dei “trasferimenti” ai paesi europei in deficit! Ma manco per idea!
    Questo è il ragionamento demenziale che continua a ripetere Seminerio! Anche se a prima vista può avere un senso, non ce l’ha per niente! Oltre ad essere “immorale” (parola che Seminerio non sopporta e io la scrivo apposta sperando che mi legga) è anche illogico e economicamente assurdo! Fosse per me userei la loro grande produttività per migliorare la condizione di molti loro connazionali non fortunati: anche in Germania molte persone non se la passano benissimo (in termini relativi ovviamente, nessuno muore di fame sia chiaro!), ergo perchè regalare prodotti e soldi all’Europa parassitaria, e non usarli per loro stessi! Invece di esportare prodotti all’estero in cambio di pugni di mosche e risentimento, non è meglio “esportarli” ai loro concittadini meno fortunati, sempre in cambio di qualcosa tipo una sorta di “servizio civile” coerente con lo spirito delle riforme Hartz? Non c’è nulla di non liberale in tutto questo, anzi!
    2) In pratica la Germania esporta nei paesi eurodeboli e gli fa credito per comprare i suoi prodotti e siccome loro non sono in grado di ripagare questi debiti allora la Germania dovrebbe dire “ah ok considerali dei trasferimenti a fondo perduto cosi siamo pari” Se fosse cosi domani mattina tutti gli italiani potrebbero stare tranquillamente a casa da lavorare, compriamo tutto dai tedeschi a qualsiasi prezzo coi soldi che loro stessi ci hanno dato come “trasferimento”… Ma ti rendi conto di quanto è folle questa cosa? Ok meno folle del mettere in comune i debiti ma comunque decisamente insensato per chiunque non sia affetto da sindrome di Stoccolma!
    3) Lo ripeto per la 50esima volta: il problema non è la Germania o l’euro o la spectre: il problema è che 3/4 della nostra popolazione produce molto meno di quello che consuma da molti anni e per continuare a farlo sta esercitando un peso insostenibile (sia fiscale, sia regolatorio in termini di burocrazia e rendite ecc…) sul quarto che produce più di quanto consuma! Questo in un’economia globalizzata con mobilità di capitali e persone no può durare… semplicissimo! Ma non perchè cosi facendo siamo meno competitivi per esportare come troppi seppur giustamente stanno dicendo!!!! Ma perchè in questo modo non produciamo abbastanza per mantenere il tenore di vita che abbiamo, a prescindere da quanto possiamo o meno esportare, punto! Se anche svalutassimo l’euro non è che quei 3/4 improvvisamente producono di più e consumano di meno! Non è che improvvisamente i milioni di statali con produttività prossima allo 0 improvvisamente sfornano brevetti! Non è che improvvisamente invece di mesi di burocrazia per fare impresa bastano pochi giorni come tutto il mondo sviluppato, invece di anni per cause civili improvvisamente si passa a tempi normali…. potrei continuare per mezz’ora! Cosa centrano tutte queste cose con l’Europa, con l’Euro, con la Germania? Zero! Bisogna fare riforme a tutto spiano e cambiare la mentalità della gente: per es. io ogni 3 giorni vado in farmacia e non sento mai i pensionati (quelli che prendono enormemente di più di quanto versato e per molti più anni di chi li mantiene…) chiedere il “generico” ma poi sono i primi a lamentarsi di tutto! Devono capire che anche loro devono “sacrificarsi” e per sacrificarsi non intendo semplicemente prendere meno di pensione (cosa da fare) ma anche solo informarsi per spendere di meno… invece tanti non lo fanno perchè comunque hanno una rendita garantita pagata col sangue dai precari che non arrivano a fine mese… tutto questo è diventato intollerabile!
    3) Quello che invece potrebbe avere un senso sarebbe: andiamo in Europa e rivediamo il piano di rientro da debito e deficit ma in cambio ci impegnamo in un piano pluriennale di riforme e a ristrutturare i settori con eccesso di capacità produttiva e bassa produttività: banche/assicurazioni, acciaio, telecomunicazioni, commercio al dettaglio… Questo si può fare ma ci vuole tempo e soldi! L’altra cosa irrinunciabile è un piano di privatizzazioni: se per pagare i nostri debiti non vendiamo il nostro patrimonio per mantenere cricche e malaffare, come possiamo “pretendere” che la Germania ci dia il suo? Aspettarsi che la Germania continui a pagare senza aver alcuna voce in capitolo e senza fare mezza riforma è veramente ridicolo! Capisci che per la Germania che ha sperimentato questa transizione al prezzo di milioni di disoccupati e grandi sacrifici (in termini di maggiore produttività del lavoro, aumento età pensionabile per es…) tutto questo risulti irricevibile, direi quasi insultante e io la penso come loro!

  39. Marco Tizzi

    @Deck
    Ok, lei non sa leggere l’italiano.
    Le faccio un’analisi accurata della mia frase, nel caso riesca a rinfrescare la lingua:
    “il pil è un pessimo indicatore economico” = il PIL è un indicatore economico di bassa qualità, perché non esprime in alcun modo quello che vorrebbe esprimere, cioé la ricchezza di un paese.
    “ma non ha alcun senso se non calcolato pro capite e a parità di prezzi” = non solo il PIL è un pessimo indicatore economico, ma se non è calcolato pro capite e a parità di prezzi è un numero senza senso perché non può essere ovviamente paragonato a quello di un altro paese.

    Il tasso di cambio non è stato “manipolato dagli inglesi”. Così come non è stato manipolato il tasso del dollaro dagli americani.
    Come lei dal pianeta marte forse non sa, in questo pianeta qui nel 2008 è successa una cosa curiosa: il sistema finanziario non poteva più ripagare i debiti ed è morto nella sua totalità. Deceduto. Kaputt.
    Questo avvenimento nel sistema capitalistico si chiama bancarotta.
    Gli Stati, però, hanno deciso che non si poteva far fare bancarotta all’intero sistema finanziario. No signore. Le altre aziende sì, ma la finanza no, perché è sistemica, qualsiasi cosa significhi (curioso che il panettiere non sia sistemico e la banca sì).
    Allora hanno deciso di dare un sacco di soldi al sistema finanziario in modo da tenerlo artificialmente in vita.
    UK e USA quei soldi li hanno stampati.
    L’eurozona li ha in gran parte presi dalle tasche dei cittadini.
    Il risultato di questo evento è che la quantità di dollari e sterline in circolazione è cresciuta molto di più della quantità di euro. Quindi il prezzo degli uni rispetto all’altro è sceso. Ma (ATTENZIONE!) ad un certo punto qualcuno ha messo in discussione l’esistenza stessa dell’Euro in futuro. Quindi la gente ha cominciato a non fidarsi più dell’Euro. Quindi hanno venduto Euro. Quindi prezzo è sceso.
    Finché un signore che ha il potere assoluto di creare gli Euro ha detto “manco per il cazzo, signore e signori, l’euro durerà in eterno”. Quindi il prezzo è salito.

    Le assicuro che FED e BoE sono molto più preoccupati del loro sistema finanziario che dei tassi di cambio. La BCE proprio se ne fotte del tasso di cambio.
    Ora arriva il Giappone che vuole imitare l’Italia degli anni ’70 e ’80 e manipolare il tasso di cambio dello yen per aumentare il valore delle sue esportazioni.
    Per ora non sta funzionando.

    Ora mio caro amico imprenditore che poco conosce le valute, se lei mi dice che 1 euro valeva X sterline 10 anni fa e adesso 1 euro vale Y sterline, ma non mi dice quante pere e quante mele si potevano comprare con 1 euro e 1 sterlina 10 anni fa e quante se ne possono comprare oggi lei mi sta dando un dato completamente INUTILE.
    Non me ne faccio nulla. Non me ne frega nulla.
    Perché la moneta fiat non ha alcun valore IN SE, ma ha valore solo come MEZZO DI SCAMBIO.

    Per quanto riguarda la sua affermazione sul suo cliente americano, le rispondo come rispondo a tutti i miei clienti: se voi vendete all’estero a causa del prezzo vantaggioso per un tasso di cambio, state approfittando di un trucco. Da lì il confronto con Amazon, che è come il Big Mac index: se non tornano i confronti a parità di prodotto col cambio attuale, significa che il cambio è taroccato.
    Prima o poi i trucchi vengono svelati e a quel punto il vostro cliente americano non comprerà più da voi. Prima o poi tornerà al cambio vero oppure verranno messi dazi, altrimenti ci sarebbero arbitraggi.
    Se volete puntare sull’export (e dovrebbe essere una scelta, non una necessità. Non c’è niente di positivo ad esportare invece che vendere nel proprio paese) dovete fare come hanno sempre fatto Giapponesi e Tedeschi: avere prodotti talmente migliori da non essere influenzati dal tasso di cambio.
    Infatti Germania e Giappone hanno SEMPRE avuto monete fortissime.
    Ma se credete che una moneta svalutata sia un vantaggio c’è sempre la possibilità di andare in Cambogia, dove la moneta si svaluta ogni 4 ore e non sanno più quanti zeri mettere nelle banconote.

    Mentre invece in questo mondo qui, quello vero, il cambio Euro/Sterlina è ancora in quella fase di trucco che consente alla gente del regno d’Albione di comprare lo stesso identico prodotto dalla stessa identica azienda nello stesso identico negozio pagandolo meno in Italia che nel Regno Unito.

  40. Marco Tizzi

    @LucaS
    1) Seminerio è un Europeista convinto e ad ogni costo. Lui dice che i tarsferimenti sono necessari per fare continuare Euro e UE.
    Dato che io userei Euro ed UE come il mitico nettaculo di Gargantua è ovvio che non sia d’accordo. Ma se li vuoi tenere insieme è l’unico modo. Che non funzionerà, perché è quello che succede in Italia da decenni tra nord e sud.
    E non funziona perché il sud non produce.
    Ma serve per far stare l’Italia insieme.
    In Germania succede la stessa identica cosa: Monaco paga, Berlino spende.
    Quindi per me è: facciamo fuori l’Euro, l’UE e anche l’Italia già che ci siamo e liberiamo risorse.
    2) stai descrivendo come funzione la Germania al suo interno e l’Italia al suo interno. Preciso preciso.
    3) quello che si potrebbe fare è mandare tutto a fare in culo e far saltare in aria questo malfunzionante sistema. Un botto e via, ricostruiamo qualcosa di meglio.
    Qualunque altra ipotesi comporta tantissimo tempo di povertà. E forse non ce la facciamo a reggerla.

  41. Deck

    @LucaS
    Gentile Luca, rispondo punto su punto.
    1) E’ ovvio che non stia accusando Cameron di aver svalutato la sterlina. Per l’appunto lui non c’era. E’ un fatto però che questa situazione è da lui approvata senza se e senza ma perciò non venga a parlare di problemi di competitività dell’Unione Europea. Lui che guida un paese che ha deprezzato il cambio del 33%. Sono tutti competitivi con il culo degli altri.
    Sono il primo ad affermare che c’è urgente necessità di profonde riforme. Il problema è che per quanto si vada avanti con le riforme, gli effetti delle stesse, come dice Monti giustamente (unica affermazione che mi vede d’accordo), sono dilazionati nel tempo e non sono certi. Il mondo va molto più veloce. Il mondo svaluta. Paesi riguadagnano competitività nello spazio di poche settimane. Parliamoci chiaro, chi può credere che la riforma del Lavoro o quella sulla pensioni siano in grado di ridare competitività al nostro paese? Credete che fra 10 anni esse mi permetteranno di proporre i miei prodotti al 10%, esattamente ciò che ho perso da fine Lugio, in meno di quello che riesco a fare adesso? Per favore, non scherziamo.
    2)Il modello di sviluppo cinese non è certo perfetto. Resta il fatto che ha strappato alla povertà milioni di persone. La Cina nei prossimi anni possederà, in termini numerici, la più alta percentuale di cittadini appartenenti alla classe media del mondo. Questo ha portato il modello exported-oriented cinese. Che piaccia o no è così. Qualsiasi analista di Morgan Stanley o Goldman Sachs scommette sulla Cina. Questo è un altro fatto.
    3)Sinceramente un po’ mi dispiacerebbe buttare l’Unione Europea nel gabinetto ma se ciò serve a far crollare l’Eurozona ben venga. Io sono molto europeista, per un’ Europa dei popoli e non dei tecnocrati. Un’Europa che non utilizzi la follia di una moneta unica come strumento di integrazione. L’esperimento è clamorosamente fallito. Anche su questo non ci sono dubbi.
    Per quanto riguarda Fermare il declino, massimo rispetto per l’intelligenza di Giannino. Purtroppo però la sua visione pro(no) Europa non è la mia.

  42. LucaS

    X Deck

    1) Lasciamo perdere Monti che lui le riforme non le ha nemmeno cominciate! E poi dipende da come le fai: se le fai come Monti non hanno alcun effetto anzi sono depressive e basta, se le fai tipo Cameron o la Thatcher è tutta un’altra cosa: gli effetti sarebbero notevoli e anche veloci secondo me!
    2) Si potrebbe leggerla anche molto diversamente! Io la leggo cosi: è bastato una parziale apertura al mercato, importando tecnologia e tecniche produttive e di management straniere, e allo stesso tempo ammodernare un attimo la struttura dello stato per far volare l’economia. Poi ok con tutto il mondo in pieno boom persino l’Italia cresceva… Non credo sia la riprova che il modello export-oriented funzioni! Io potrei controbattere che se avessero usato la loro capacità produttiva per soddisfare una crescente domanda interna oggi starebbero meglio, ma non lo sapremo mai!
    3) Sull’Europa la penso come te che è poi il pensiero della Tatcher: europa dei popoli in pace e con un mercato unico! Però le cose che propone Giannino dobbiamo farle indipendentemente dall’Europa! Anzi dovevamo farle 10 anni fa come i tedeschi! Se vogliamo uscire dall’Euro possiamo farlo ma in diversi anni e in modo concordato con gli altri paesi: questa è l’unica cosa sensata che dice Seminerio e mi trova d’accordo! Non si può semplicemente dire ” resettiamo tutto” come fa Marco Trizzi: i costi sarebbero immensi e insostenibili!

  43. LucaS

    X Deck

    Dimenticavo:
    1) Non ha molto senso dire “La Cina nei prossimi anni possederà, in termini numerici, la più alta percentuale di cittadini appartenenti alla classe media del mondo” Questo solo perchè è la nazione più popolata al mondo! I confronti vanno fatti in termini % non assoluti, stesso discorso si quello che faceva Trizzi per il pil pro capite a parità di potere d’acquisto per fare confronti.
    2) Quello che mi pare tu non colga appieno non è tanto che il modello di sviluppo cine se abbia delle pecche… questo è ovvio e vale per tutti i paesi! Il discorso è diverso: ogni modello di sviluppo si adatta alla fase che stai vivendo e io semplicemente penso che la Cina ormai debba cambiarlo significativamente se vuole continuare a crescere. Alcuni esempi:
    2.1) Ha investito tantissimo in infrastrutture! Bene quando parti da zero ma ormai ogni ulteriore infrastrutture avrà rendimenti bassissimi e forse addirittura negativi… la selezione può farla solo il mercato mentre prima non c’era bisogno di particolari valutazioni perchè non c’era nulla
    2.2) Ha inquinato moltissimo ma prima c’era un ritorno rappresentato dal far emergere dalla miseria milioni di persone… Adesso che lo “stock” di inquinamento ha raggiunto certi livelli si dovrebbe iniziare a invertire la rotta ma se il bene amvbiente non è prezzato difficilmente questo avverrà! Avere le maggiori città cinesi praticamente invivibili non mi sembra una robetta da niente come il traffico…
    2.3) Moltissimi cinesi lavorano nel settore manifatturiero! Adesso stanno iniziando a diffondersi tecnologie di automazione/robotica che potenzialmente possono cancellare milioni di posti di lavoro di questo tipo (vedi ad es. caso Foxxcon che vuole automatizzare gran parte della produzione).. Molti multinazionali stanno riportando la produzione in patria in impianti altamente automatizzati… Tutto questo richiede un cambiamento di indirizzo radicale? Sarà capace la casta cinese di farlo? Io ne dubito!
    Cmq io mi auguro una forte crescita e soprattutto una maggiore democrazia per la Cina però prima era tutto “facile” adesso stanno emergendo le problematiche!

  44. Alberto

    Infatti, se vale il discorso che la Germania, nelle condizioni date della struttura della moneta unica non deve nulla agli altri Paesi, in contraddizione con quanto si decise a Maastricht, è altrettanto vero che è facilitata dagli accordi di libero scambio ad esportare verso l’ area, cosa accaduta e dimostrata; e dato che nell’ area ci sono squilibri fra economie, questi squilibri la favoriscono, data la rigidità assoluta dei cambi relativi, a causa della moneta unica. In tali condizioni, io non sono affatto d’ accordo che l’ Italia (altri Paesi non sono in questa condizione), debba continuare a restare nell’ euro e come detto a perdere centinaia di miliardi e ridursi ad area di shopping da parte della Germania. Ma per la verità saremo dispensati dall’ essere o meno d’ accordo, io e lei, fra breve tempo, perchè o saranno introdotti quei meccanismi di cui le parlavo o la baracca non reggerà; questo dice l’ ABC dell’ economia (Meade, Mundell, Friedman). Ma può anche essere che LucaS. sarà il nuovo Nobel per l’ economia del 20?? e con i suoi studi, avvalorati dalla tenuta dell’ eurozona fino a quella data, dimostri la validità dei suoi ferrei ragionamenti. @LucaS

  45. Deck

    @Marco Tizzi
    Sul punto del PIL credo di non aver niente da aggiungere. Chi avrà voglia di leggere si farà un’idea.

    Mi interessa invece molto la favoletta. Vede Marco lei persiste, ostinatamente, nell’affermare che i poveri Inglesi, Americani, Cinesi si sono trovati con una moneta svalutata del 30-40% come epifenomeno. Poverini, loro non volevano, anzi…ma per piacere, basta panzane!

    Per quanto riguarda il tema della competitività, riscontro di nuovo una grossa forma di ottusità intellettuale. Mi scusi, ma non sarà che avendo monete deprezzate del 30-40% sono Cinesi e Americani che stanno vendendo con un trucco? Ma cosa sta dicendo?

    Per quanto riguarda l’inutilità del dato che le ho dato perché slegato dall’inflazione è libero di chiudere gli occhi quanto vuole. Ho dato il rapporto di cambio Euro/Sterlina. Monete di due aree geografiche consonanti tra loro. Sappiamo tutti e due che anche rapportando il tasso di cambio al tasso di inflazione le due aree geografiche prese ad esempio il discostamento, in termini di deprezzamento nominale monetario, è minimo.

    L’Italia ERA un grande paese esportatore e non ha mai avuto una moneta forte. Cosa sta dicendo?
    La prego non ritorni sempre alla divisione del mondo industriale tra gli stronzi, il settore manifatturiero, e i geni, il settore terziario.

    Vorrei evitare che la mia ditta chiudesse per delocalizzare in Cambogia anche se nella vita non si sa mai. Ad ogni modo, se lei è così felice di pagare, sempre che abbia residenza fiscale in Italia, altri 30 cassa integrati in Italia perché non li mettiamo direttamente a suo libro paga?

    Da Marte la terra sembra molto piccola.

  46. Deck

    @LucaS
    1) Non lo so. Ribadisco che le riforme sono una gran cosa ma devono essere accompagnate ad una concomitante rivalutazione delle monete degli stati che le hanno artificialmente deprezzate. O svalutazione dell’Euro.
    Arrivo a dire che in questo momento, per l’Italia, è prioritario combattere la “guerra delle valute”. Questa è la priorità assoluta.
    2) E’ vero che ci sono problematiche nel modello di sviluppo cinese. Sul fatto che se avessero attuato un modello non exported oriented starebbero addirittura meglio di come stanno oggi io non ho dubbi nel non crederlo: è un dato che una crescita così mostruosa in termini di PIL non si era mai registrata dal secondo dopo guerra ad oggi. Purtroppo o per fortuna più ricchezza produci più ne puoi distribuire. Credo che proprio la creazione della ricchezza ed il fatto che milioni di persone stiano sempre meglio sia, paradossalmente, uno dei più grossi ostacoli alla diffusione della democrazia in quel paese.

  47. Marco Tizzi

    @Deck
    Non risponde su nessuno dei punti con razionalità.
    Non è molto interessante come discussione.
    Si guardi bene questa mappa:

    upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/32/Cumulative_Current_Account_Balance.png

    Sono i dati della bilancia commerciale dal 1980 al 2008. Non mi pare che l’Italia risulti un grande esportatore, mi pare anzi che sia un importatore.
    Gli esportatori sono Germania e Giappone che hanno SEMPRE AVUTO UNA MONETA MOLTO FORTE.

    Per quanto riguarda il confronto Euro/GDP, lei continua a confondere valore di una moneta col cambio. Insiste su questa cosa. Eppure ci arriva anche un bambino di 6 anni. Con un minimo di sforzo ci arriva anche il mio gatto.
    Legga bene e sillabi: all’interno dello stesso mercato, quindi senza dazi in mezzo, non possono esistere discostamenti di valore tra le stesse merci altrimenti la gente compra da una parte e rivende dall’altra.
    E’ facile.
    Se ci si trova in questa situazione, allora il cambio reagirà per metterla a posto. Prima o poi succederà, in un modo o nell’altro, se ne faccia una ragione. E’ così che gira il pianeta terra. E’ così che funziona il mondo.

    Il fatto che USA e UK se ne strafottano del loro cambio e della loro presunta “competitività” in termini di prezzi nei mercati dei beni fisici è dimostrato dal fatto che entrambi sono sempre stati e sempre saranno grandissimi importatori.
    Ma se stampi a trilioni il valore scende, non ci so cazzi, altrimenti potrebbero appoggiare le chiappe sulle loro spiagge e vivere tutti di soldi stampati dal nulla. Che è un po’ quello che volete fare voi.

    Ritengo la cassintegrazione una aberrazione, ma se vengo posto di fronte alla scelta tra non potere più permettermi un PC o poter andare in ferie all’estero e pagare la cassa integrazione per i dipendenti di un’azienda che non riesce a stare sul mercato, non ho dubbi: scelgo la seconda.
    Tutto questo macello nasce dal fatto che si siano inventati trucchi per salvare aziende fallite. Finché continueremo a fare questi giochi di prestigio le cose non potranno che peggiorare.

  48. Marco Tizzi

    @Alberto
    OOOOOOOOOOOOK!

    Allora chiariamo i termini: se ci stiamo chiedendo “cosa dovrebbe succedere?” o “cosa vorresti che succedesse?” è un discorso.
    Se ci chiediamo “cosa succederà?” è tutt’altra cosa.

    Succederà che con le buone o con le cattive il sig. Draghi convincerà i signori teutonici che urge spruzzare denaro a destra e a manca perché il sistema finanziario dell’eurozona è in bancarotta come tutti gli altri.
    A quel punto saremo tutti inflazionati e contenti. Si spera almeno che questo porti ad una drastica riduzione della pressione fiscale, altrimenti altro che bombe!

  49. Deck

    @Marco Tizzi
    Concordo con lei. La discussione ha perso di interesse.

    Se non capisce che se vendo a Luglio il mio prodotto in America al 10% in meno io sono meno competitivo per cause che con le famose riforme per la competitività non c’entrano un cazzo non so cosa dirle. Se è talmente accecato dalla sua ideologia da affermare che sono stati gli Italiani ad aver venduto con il trucco a Luglio e non Americani e Cinesi a farlo ora (ed anche in passato) io non credo abbia senso andare avanti nella discussione.

    Sulle altre panzane che ha scritto non trovo interessante ribattere.

    Spiegherò al gatto.

    La saluto

  50. Marco Tizzi

    @Deck
    Se lei ha aggredito il mercato americano con un prodotto che è sensibile ad una oscillazione di cambio del 10% tale da non essere più acquistato dal suo potenziale cliente o da non fornirle più un adeguato profitto, mi spiace molto, ma lei ha sbagliato strategia. Mi spiace, ma è così.
    Non è solo una questione di cambi, con gli USA ci sono anche i dazi e non è che Obama le telefona la sera per avvisarla che vuole alzare i dazi, mi spiace. E se un giorno lo fa lei cosa fa, invoca la dichiarazione di guerra agli USA?

    La mia non è ideologia, io le sto parlando di cose concrete, di numeri è lei che è ideologico.
    Ma stia tranquillo, prima o poi Draghi convincerà la culona e spruzzeranno Euro a fiotte in giro. Quel giorno lei avrà la sua “svalutazione” e potrà festeggiare. Non manca molto.
    Stia tranquillo che è la vostra ideologia che è maggioritaria ed è la vostra che vincerà.

    Purtroppo porterà il mondo a drammatiche conseguenze. Tra le quali il fatto che l’UE diventerà un unico Stato, socialista e liberticida. Cosa che incredibilmente lei dice di non volere.
    D’altra parte sostiene anche che l’Italia sia storicamente un grande esportatore, quindi… de che stiamo apparlà? Se uno nega i numeri c’è poco da fare.

    Ma il vostro cambio basso lo avrete, stia sereno.

  51. Deck

    Risposta A: metto i dazi sui prodotti americani. Domanda B: Cinesi e Americani, a suo avviso, stanno vendendo con il trucco si o no? Arriviamo a negare la proprietà transitiva? Facciamolo, la prego.

    Lei dice? Guardi la culona, che in materia di cambio la pensa come lei, ha un potere contrattuale molto più forte di quello che abbiamo noi o i francesi.
    Ad ogni modo vada a riempirsi le taniche di benzina finchè è in tempo visto che con la svalutazione dell’Euro mi diceva che aumenterà il costo dei carburanti.

    Mi rifiuto, le giuro, mi sto rifiutando di rispondere alla panzana del fatto che l’Italia non sia stato un grande esportatore.

  52. Marco Tizzi

    @Deck
    Lei ha il potere di mettere dazi? Caspita, allora mi spiace, credo di parlare con una persona troppo potente per le mie umili capacità.
    Quello che sto cercando di spiegarle è che nel mercato internazionale lei non ha in mano il potere assoluto sui suoi prezzi, perché non è lei a decidere cambi e dazi. Quindi nel momento in cui un’azienda vuole aggredire un mercato internazionale con i propri prodotti deve farlo tenendo conto di questo problema, allo stesso modo in cui tiene conto, per esempio, dei costi logisitici.
    Se non lo fa, si prende rischi enormi e non può lamentarsi col governo per questo. Semmai può lamentarsi col governo di aver ucciso il mercato interno a suon di tasse, quello sì.
    QUELLO è il problema, non il cambio.

    Se l’inflazione monetaria verrà utilizzata anche per abbassare le tasse, allora il prezzo della benzina non salirà drammaticamente. Altrimenti salirà eccome. Ma io mi salvo, perché non ho uno stipendio fisso e posso alzare le mie tariffe. Se lei fa competizione di prezzo sui mercati internazionali, per lei sarà molto più dura, mi creda.

    Dal 1980 al 2008 l’Italia è stato un importatore netto. Questo è un dato, non è una mia opinione. Se non vuole leggerlo non lo legga, ma resta un dato e nessuno lo ha mai smentito prima di lei.
    Il problema che accomuna lei e la sig.ra Merkel è che voi non capite che non c’è niente di positivo nel fatto che in un Paese le persone lavorino per far consumare cittadini di un altro Paese.
    Solo che la sig.ra Merkel dice “già che noi lavoriamo e voi consumate, almeno datecene tanti dei NOSTRI soldi”. Invece lei vuole lavorare per gli altri e pure portare a casa pochi soldi. Che affarone!
    La Germania ha perso tutte le guerre, sempre. Perderà anche questa. Solo che finora il mondo anglosassone era troppo occupato a ricostruire la palafitta del sistema finanziario. Tra poco sveleranno il grande bluff europeo e la Germania, ancora una volta, capitolerà.

    Per ultimo: la sig.ra Merkel non la pensa affatto come me, perché se fosse per lei il cambio lo manipolerebbe al rialzo. Io penso che i cambi dovrebbero essere COMMPLETAMENTE liberi.
    Ma ciò non è compatibile con queste monete, con le banche centrali, con gli Stati.

  53. Deck

    Devo ammettere che su questo suo ultimo intervento mi trovo abbastanza d’accordo.

    Mi piacerebbe molto che i cambi fossero completamente liberi. Moltissimo.
    Infatti non dovrebbe essere l’Euro a deprezzarsi ma le altre monete ad avere un tasso di cambio più consono all’economia che esprimono. Purtroppo il mondo sta andando nella direzione contraria, da qui il mio auspicio ad un deprezzamento, in termini di cambio, dell’Euro.

    Io non capisco questo orrore verso un’azienda italiana che esporta anche facendo concorrenza sui prezzi. Lei, tra l’altro non ha ancora risposto alla mia domanda: “Cinesi e Americani, a suo avviso, stanno vendendo con il trucco? Si o no?”

    La risposta, per proprietà transitiva, è si, stanno barando e lo stanno facendo da anni. Alla faccia del libero mercato e della globalizzazione.

    Esisterà sempre una parte di imprese nel mondo che si batterà facendo concorrenza anche, e soprattutto, in termini di prezzo:i chiodi e le pentole serviranno sempre.
    Questo tipo di concorrenza deve essere vinta dal migliore da chi combina prezzo e qualità nel miglior modo possibile. Cinesi e Americani stanno vincendo perché stanno barando. In termini assoluti le posso garantire che io sono molto, ma molto più competitivo di loro. Ho investito, ho un tasso di automazione da spavento, voglio solo che si giochi ad armi pari.

  54. Marco Tizzi

    @Deck
    Le ho dato i mezzi universalmente utilizzati per capire se il tasso di cambio è vero o farlocco, ma lei ci ride sopra, che le devo dire?
    Guardi il big mac index e valuti da solo!
    Ma non guardi quello argentino perché Cristina lo tarocca.

    Perché gli italiani non devono fare concorrenza sui prezzi neui mercati internazionali l’ha ben spiegato il sig. Marchionne. Ma forse per lei è un idiota anche lui.

  55. marziano

    Crisi: Schaeuble, allarme su eccessiva liquidita’ globale

    (AGI) – Francoforte, 13 feb. – Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble lancia un allarme diretto soprattutto contro Usa e Giappone e avverte che c’e’ il rischio di una nuova crisi finanziaria, se le principali economie mondiali continueranno a immettere liquidita’ eccessiva nel sistema. Lo riferisce l’agenzia Dow Jones Newswire. “Non saremo in grado di evitare una crisi come quella del 2008 – dice Schaeuble a un meeting della Cdu – se un’eccessiva quantita’ di moneta continuera’ ad essere pompata nell’economia”. Schaeuble spiega al meeting della Cdu che e’ pronto a dire agli Usa nel corso del prossimo G20 a Mosca che gli Stati Uniti devono imitare l’Europa. “Gli diro’: dovete seguire l’esempio dell’Europa”. “Una crescita sostenibile – aggiunge – si puo’ conseguire solo sulla base di una politica di bilancio sostenibile”. (AGI)

  56. LucaS

    X Alberto

    Non ho capito cosa vorresti dimostrare col link che hai postato! Che è colpa della Germania perchè non accetta di mantenere i greci a vita? Della BCE perchè non stampa soldi dal nulla dandoli ai greci? La Grecia semplicemente produce pochissimi beni e servizi e gli altri paesi si sono stufati di fargli credere ergo dovendo vivere solo dei pochi beni e servizi che producono il loro tenore di vita si sta abbassando tantissimo! Quando usciranno dal socialismo-reale e inizieranno a produrre più beni e servizi staranno meglio… mi sembra una cosa di una semplicità elementare!

  57. Alberto

    Dica quel che vuole, non mi stimola più. Soliti argomenti, solita solfa, troppa povertà di idee, troppa mancanza di elementi di base. Parlare tra sordi o giocare a tennis coi pallettari non mi piace, dica quel che le pare, non mi interessa più la discussione.@LucaS

  58. Alberto

    E così ci riprovano, ma vorrebbero prima che ci provassimo noi. Intanto per i cazzi loro e di Francia, da domani si sfora. Ma che bella Europa è questa! Quella dei cazzi degli altri. @Marco Tizzi

  59. Marco Tizzi

    @Alberto
    Tanto nessuno la mette davvero in discussione, tra i politici di questo folle folle paese.
    E si che di potenziali elettori ne avrebbe…

  60. LucaS

    X Alberto (off topic)

    Almeno su una cosa siamo d’accorto: anch’io odio i pallettari alla Nadal! Viva il serve & volley, il rovescio ad una mano e il gioco di volo!

  61. Jack Monnezza

    @MarcoTizzi

    Ma questi di Spiegel ci credono veramente in quello che scrivono o sono semplicemente allineati alle direttive?

  62. LucaS

    X Alberto (off topic)

    Sono indeciso tra la volee di rovescio di Edberg, quella di diritto di McEnroe, il dropshot in out spin, la stop volley e le demivolee da fondocampo di Federer o lo smash a piedi uniti “alla Sampras”… Per il momento vince di misura il dropshot in out spin di rovescio di Federer: colpo unico per bellezza e difficoltà tecnica!

  63. Alberto

    Beh io sono rimasto ai mei idoli, John Newcombe dal servizio perfetto e potentissmo e gioco da fondo campo elegante e potente e lo slice di rovescio d Ken Rosewall. Mi piaceva meno Rod Laver, che ritenevo monotono anche se perfetto su tutti i colpi. Ho conosciuto personalmente, al centro federale di Pieve Pelago Orlando Sirola, un vero signore anche se gigantesco; la racchetta era come un giocattolo nelle sue enormi mani e nel servizio era spaventosamente potente. Arthur Ashe mi paceva anche se era discontinuo. Federer l’ ho visto gocare spesso e indubbiamente è uno stupendo gocatore.@LucaS

  64. Jack Monnezza

    @Alberto

    Concordo in pieno. Eccetto Borg, e forse McEnroe al meglio, anche i miei idoli sono rimasto gli australiani che con le racchette di legno facevano tutto. Ricordo dal vivo a Roma un Laver-Ashe in finale, incredibile, e la finale del doppio con Newcombe-Roche contro Laver-Roswell (o era Emerson). A tratti non si riusciva proprio a capire dove fosse la pallina.

  65. LucaS

    X Alberto

    Interessante! La cosa fantastica è che questi grandi campioni trascendevano la dimensione sportiva! erano delle icone, dei simboli in cui tantissimi si identificavano.. pensiamo ai neri Ashe e Noah, a McEnroe, a Becker, alla Navratilova, al duro Lendl o al pazzoide Nastase .. oggi invece non è più cosi!
    Evidentemente abbiamo età un po’ diverse… Io praticamente sono cresciuto con Federer e ho fatto giusto in temo a vedere le ultime stagioni di Sampras… In ogni caso temo che quel tennis tecnico, elegante e anche vario (menzione speciale ad Agassi col suo pregevole gioco d’anticipo “on the rise” da fondocampo) non lo rivedremo più… Vedo un futuro di pallettari sparapalle tutto muscoli, corsa da maratoneta (alla Ferrer) e strenua difesa da fondo… rivoglio il vero tennis, quello d’attacco meglio ancora serve and volley su erba!

  66. Marco Tizzi

    @Jack Monnezza
    Il 100% della popolazione tedesca ha un’opinione sulla vita politica italiana e russa. Si scrivono pagine e pagine contro Berlusconi e Putin.
    Da una conversazione con una mia amica tedesca che diceva tutto il peggio possibile di Putin:
    – scusa, io non sono mai stato in Russia, ma la Russia è una democrazia, se fosse la terribile persona che dici perché i russi lo votano?
    – me lo son sempre chiesta anch’io
    – io non credo di essere in grado di valutare il panorama politico russo, ma tu sei mai stata in russia?
    – no, MA LEGGO I GIORNALI.

    Segue discussione assolutamente identica su Berlusconi. Per inciso: per i tedeschi Berlusconi sono 20 anni che ci governa. Quando le ho fatto notare che negli ultimi 20 anni il PD ha governato 100 giorni in più del PdL e che è stato Prodi a portarci in questo macello dell’Euro non ci credeva.

    La propaganda l’hanno inventata loro, caro Jack, non è un caso.

  67. LucaS

    X Marco Trizzi

    Interessante! Perchè i tedeschi, o meglio i media tedeschi, ce l’hanno cosi tanto con Putin? Faccio un po fatica a capirlo dato che Russia e Germania fanno grandi affari assieme che beneficiano entrambi (e-cat permettendo…). Finchè criticano Berlusconi dato che non agisce nell’interesse della Germania ha un senso, ma Puntin perchè? Non mi pare danneggi la Germania, anzi… Anche dal punto di vista dell’uomo tra i 2 non c’è paragone: Putin è un vero uomo di stato che un domani potrebbe tranquillamente passare alla storia come “patriota”, l’altro meglio lasciar perdere… semplicemente mi fa schifo in tutti i suoi aspetti e non aggiungo altro! L’unica spiegazione che mi viene in mente è che Putin è l’esatto contrario del politically correct in tutto quindi all’opinione pubblica tedesca sta antipatico e i giornali per vendere la assecondano su questa linea… E’ cosi?
    Anch’io ero prevenuto verso Putin, poi però mi sono informato da più fonti in particolare su internet e l’ho rivalutato moltissimo, soprattutto nella sua azione contro gli oligarchi e per le riforme che ha portato avanti (per es. la Russia è uno dei pochissimi paesi al mondo con la flat tax di thatcheriana memoria mi pare al 13%..)! E’ incredibile come noi per primi ci facciamo condizionare dai media mainstream.. Poi è chiaro che la non c’è un vero contesto democratico quindi non possiamo applicare gli stessi parametri che useremmo in Italia, ma avercene di leader cosi qui da noi….

    PS Vedo che non scrivi niente sul tennis? Non lo segui?

  68. Mario45

    @Alberto
    Caro Alberto, qualsiasi cosa si faccia ORA, sia che i Deutschen accettino un sistema fiscale redistributivo europeo, sia che noi si esca dall’euro, per il nostro paese e’ troppo tardi. Siamo alla decomposizione avanzata dell’apparato produttivo. Si moltiplicano, come era prevedibile, i fallimenti, le procedure concordatarie e le liquidazioni, in un effetto domino impressionante. A tutto ciò si aggiunge una giustizia incredibile che interviene su qualsiasi attività prescindendo dalle competenze giurisdizionali, mossa da spirito etico che chiamarlo talebano e’ dir poco. Se non si resetta tutto, a partire dalla giustizia, non ci sarà mai ripresa, qualsiasi altra cosa si faccia.
    P.S. Il tennis e’ finito con la sostituzione delle racchette di legno. Fino ad allora, anche uno scricciolo come Ken o un piccoletto possente come Laver potevano essere a lungo Il migliore. La potenza del servizio veniva in qualche modo limitata dalle vibrazioni prodotte da tali racchette, che causavano il gomito del tennista, costringendo questi a ridurre la potenza. Questo e’ un altro gioco, per Superman o per autentiche Giunoni.

  69. Marco Tizzi

    @LucaS
    Al di là della retorica la Germania è stata sconfitta nella II guerra mondiale dalla Russia, con l’Italia traditrice. Il fatto che i due bersagli preferiti siano loro penso arrivi da lì. Infatti il terzo più odiato è Cameron: dopo il discorso sull’Europa ne hanno scritto di tutti i colori. In questo sono serenamente ricambiati e voglio ben vedere.
    Curiosamente sono adorati i presidenti USA dem e odiati i rep. Questo è oggettivamente strano, forse una reminescenza del discorso di Kennedy a Berlino.

    P.S.
    Il tennis deve fare qualcosa per bloccare la tecnologia delle racchette, oggi sparano davvero troppo forte.
    Da bambino ero un fan di Mc Enroe e poi di Edberg. Oggi credo valgano la pena solo Federer e Djokovic, ma ripeto che si picchia troppo forte.

  70. Piero from Genova

    marziano :Crisi: Schaeuble, allarme su eccessiva liquidita’ globale
    (AGI) – Francoforte, 13 feb. – Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble lancia un allarme diretto soprattutto contro Usa e Giappone e avverte che c’e’ il rischio di una nuova crisi finanziaria, se le principali economie mondiali continueranno a immettere liquidita’ eccessiva nel sistema. Lo riferisce l’agenzia Dow Jones Newswire. “Non saremo in grado di evitare una crisi come quella del 2008 – dice Schaeuble a un meeting della Cdu – se un’eccessiva quantita’ di moneta continuera’ ad essere pompata nell’economia”. Schaeuble spiega al meeting della Cdu che e’ pronto a dire agli Usa nel corso del prossimo G20 a Mosca che gli Stati Uniti devono imitare l’Europa. “Gli diro’: dovete seguire l’esempio dell’Europa”. “Una crescita sostenibile – aggiunge – si puo’ conseguire solo sulla base di una politica di bilancio sostenibile”. (AGI)

    SE SARA’ NECESSARIO :
    un giorno gli andranno a prendere DB con leva 50, le casse di risparmio regionali colabrodo, riclassificheranno debito pubblico aggiungendo 700 mld KFW, gli diranno che 700 mld crediti Target2 vs Sud vanno in fumo..
    e vedrai che anche lui darà l’ok al diluvio di stamponi OMT 🙂

    la realtà è l’opposto di Schaeuble (che mente sapendo di mentire x allungare il periodo di predominanza con finanziamento a tasso 0%) :
    O SI STAMPA O SI FALLISCE (RECTJUS: SI RENDE PUBBLICO CHE SIAM GIA’ FALLITI TUTTI INCLUSA GERMANIA DA ALMENO 10 ANNI)

    Buon ritorno su Marte

  71. Alberto

    Anche per me forse siamo oltre quel margine, e forse era ciò che si voleva, perchè, come dice Alberto Bagnai:

    Vista con gli occhi della razionalità economica, la strategia di intransgenza nei confronti dei Paesi periferici è totalmente demenziale, perchè equivale, per la Germania, a segare il ramo sul quale è seduta. Ma l’ indebolimento dei Paesi periferici potrbbe anche deliberatamente perseguito per mettere questi ultimi nella necessità d svendere le proprie aziende pubbliche e private. Pensateci: l’ austerità imposta di fatto dal governo tedesco, con la compiacenza dei suoi garzoni di bottega, uccide la domanda interna dei Paesi periferici. La redditività delle aziende della periferia crolla, così come crollano, nelle turbolenze indotte e guidate dalla manovra deglì spread, le quotazioni n borsa delle aziende quotate. Tutti elementi che evidentemente conducono i piccoli, medi, e grandi imprendtori italiani ad accettare offerte di acquisto che in condizioni di maggior floridezza economica potrebbero rifiutare.
    Un eventuale intento di tipo colonialistico, insomma, potrebbe conferire razionalità a un atteggiamento altrimenti insensate. Ma se, come è molto probabile e com’ è evidente nella scansione degli eventi, l’ intento che oggi guida l’ intransigenza tedesca fosse quello di annettersi a vile prezzo il resto dell’ Eurozona (in una sorta di riedizione della riunificazione tedesca), ciò determinerebbe, è chiaro, per i Paesi periferici, un ulteriore incentivo a sganciarsi il prima possibile dall’ euro e dall’ Unione europea.

    Tieni conto del fatto che siamo al 50% circa del valore FTSE dal 2008; mentre il DAX è praticamente raddoppiato dal picco negativo del 2009.

    Concordo su le racchette; non ho mai sopportato la fibra di carbonio e le poche volte che gioco ancora, uso la mia Arthur Ashe in alluminio.@Mario45

  72. Jack Monnezza

    @MarcoTizzi

    Che dicono i tuoi amici D del simpatico compatriota che con poche righe e’ riuscito a distruggere quel poco di originalità e autorevolezza teologica rimasta in Santa Romana Chiesa ? Sono orgogliosi ?

  73. Jack Monnezza

    @Mario45

    Condordo in pieno, come sempre, che senza un RESET TOTALE dell’apparato Giustizia, da cui parte un po’ tutto, non si va da nessuna parte. Per totale intendo proprio tutto, codici e istituzioni e procedure. Forse si può’ lasciare il diritto di famiglia, il condominiale e l’infortunistica. Ma mi sembra che il massimo delle riforme proposte, anche da FID, sia l’accorpamento di sedi giudiziarie e la mediazione obbligatoria. Che ridere!

    Sul tennis post racchette di legno concordo in pieno. Ma forse non siamo anche qui dei liberali-conservatori-ciceroniani nostalgici dei tempi andati ? Da piccolo vedere Laver che con una racchettina traballante faceva quello che voleva era incredibile. Ma forse mio figlio ha la stessa impressione quando vede Federer ?

  74. Alberto

    Faccio una ipotesi su una eventuale uscita da euro, volontaria o da implosione.
    Credo che sarà difficile fare stime, oggi, sull’ inflazione interna, in caso di uscita dall’ eurozona, perchè ci troviamo da 5 anni in recessione e l’ hardware della nostra economia è troppo compromesso. Inoltre le condizioni dell’ economia extra euro sono tali da rendere abbastanza inaffidabili ipotesi relative alle differenze di flussi commerciali con quelle economie.
    Io credo, contraddicendo mie considerazioni precedenti, qui fatte all’ epoca del disastro di Fukushima, essendo nuclearista convinto, che la materia prima petrolio, almeno per una decina/quindicina d’ anni, sarà, a meno di gravi situazioni conflittuali, ancora a buon mercato (parlo di petrolio convenzionale); oggi, ho incontrato un mio amico, tecnico e proprietario di una grande impresa di estrazioni, che mi ha abbastanza impressionato, per quanto mi ha riferito riguardo enormi giacimenti convenzionali, disponibili in 5 o 6 paesi dell’ Africa centrale, e poi, c’ è il Brasile ed in generale l’ America latina che navigano sul petrolio. C’ è tutto il sistema estrattivo off-shore, con i noti problemi e quello che riguarda gli scisti, che però è in grave crisi, per cause ambientali e sismiche; queste ultime due tecnologie, se utilizzabili senza problemi (ma i problemi ci sono e sono gravi), ci garantirebbero ancora almeno 50 anni di fonte petrolifera relativamente a buon mercato.
    Questo discorso, ai fini dell’ impatto di una svalutazione sul costo delle materie prime sulla nostra bilancia commerciale e sull’ inflazione, dato che è dimostrato (Dati Banca mondiale) che l’ inflazione non è mai indotta dalla svalutazione, ma la segue nelle fasi shock petrolifero.
    Eventuali uscite dal sistema euro, secondo me, in base alle considerazioni fatte, dovrebbero portare per il nostro Paese, aumenti d’ inflazione leggeri rispetto ai valori attuali; non sono sicuro, come accadde nel ’92, e per il fatto che dovremo riconvertire in maniera sostanziale il nostro tessuto manifatturiero, che allo stato attuale, e per il fortissimo declino dei nostri settori trainanti, che la ripresa, sempre nell’ ipotesi data, sia immediata. Credo però, che le opere pubbliche che necessariamente dovranno essere impostate e messe in cantiere, visto lo stato di assoluta arretratezza del nostro patrimonio infrastrutturale, nonchè la ciclopica ed enorme massa di opere di straordinaria manutenzione indispensabili, su territorio, infrastrutture e beni culturali, possano, con il recupero della nostra sovranità monetaria, portare ad un nuovo rinascimento del nostro paese, nel giro di un paio d’ anni.
    Colgo l’ occasione per confessare un momento di amarezza, legata alla mancata, o megio perduta occasione della stagione dell’ esecutivo del prof. Mario Monti, che ritenevo, già nel 2010, persona in grado di avere le qualità manageriali e la leadership giuste per impostare un nuovo modo di fare economia e politica, nel nostro Paese; purtroppo, approfondendo la sua conoscenza e la filosofia del suo pensiero, e sperimentando la sua azione di governo assolutamente deficitaria, per molti versi completamente aderente alla filosofia della BuBa e del FMI, che ci ha portato alla attuale gravissima situazione, ho capito, via via che è persona assolutamente inadeguata. Sono convinto che se Monti, con la sua credibilità di allora (oggi in gran parte svanita, sia in Italia che all’ estero), avesse semplicemente fatto una riforma condivisa delle pensioni ed avesse imposto alcune liberalizzazioni, ma avesse evitato aggravi di tassazione, e impostato un nuovo sistema di rapporti con il fisco, evitando stupidaggini quali il redditometro, attraverso la compliance ed il contrasto di interesse, ci saremmo trovati con un 2012 con leggera crescita e con conseguente aumento naturale del gettito e soprattutto con consumi in crescita, con i settori dell’ industria manifatturiera delle costruzioni ed immobiliare non in caduta ai livelli di 20 anni fa. Ma ancora la Francia non aveva dichiarato il buco di bilancio e Monti, per sua profonda convinzione, mai avrebbe battuto i pugni sul tavolo, mostrando intelligenza, per pretendere cambi di imposizioni di agenda di politica economica.
    Questi sono i motivi ed i danni relativi provocati dal sig.(?) Monti, economista e politico stupido (nel senso di incapace ed inadeguato) che ha agito, forse in maniera parzialmente inconsapevole, contro i nostri interessi ma a favore delle banche, delle lobbies economiche e della finanza internazionale e dei Paesi forti dell’ eurozona, con i risultati che osserviamo e che sperimenteremo ancora, perchè gli effetti di quelle azioni incomberanno a lungo sul nostro futuro economico.

  75. Marco Tizzi

    Consiglio caldamente a tutti la lettura del meraviglioso pezzo del solito Gary North tradotto da Simoncelli che si intitola “L’Incubo dei Banchieri Centrali: Il Default di Goldman Sachs”. Non me lo fa linkare né dal blog di Simoncelli, né da Rischio Calcolato (amministratori: questa è censura!), quindi dovete inserire il titolo con virgolette su google.
    Ode a te o Gary!

    Consigliato soprattutto a tutti gli amanti della svalutazione “competitiva”.

    Da notare la chiusura, davvero storica, dedicata a tutti quelli che intendono ormai Keynes come il comunista supremo e vogliono dare a lui tutte le colpe (o i meriti) della pianificazione economica: “l’espansione monetaria di oggi è arrivata ad un livello considerato incomprensibile prima del 2008. Non è giusto dare la colpa a John Maynard Keynes. Né a lui né a nessun altro che abbia mai immaginato il tipo di deficit considerati accettabili oggi. In una economia durante la guerra, gli economisti tengono la bocca chiusa, e le banche centrali inflazionano. I governi impongono controlli su prezzi e salari. Ci sono enormi carenze di beni e servizi. Ma tutto questo viene fatto in nome della guerra, in nome della vittoria sul nemico. Non s’è mai visto nulla di simile in tempo di pace, sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, in ogni nazione industriale.”

    Amen.

  76. Beniamino

    Buon giorno a tutti, ho letto con interesse l’articolo e alcuni interventi (non tutti, non ce l’ho fatta, sono troppi) e chiedo a chi avrà la cortesia di rispondermi: c’è una valuta rifugio in cui tenere i propri risparmi? Bisogna per forza orientarsi sull’oro?

  77. claudio di croce

    @Alberto
    ho iniziato a leggere l’articolo sulla Grecia , ma mi sono fermato , un pò per stanchezza visiva un pò per angoscia . Il nostro futuro/presente è così disastroso ?

  78. alberto

    @Alberto
    Condivido largamente quanto da lei sostenuto, purtuttavia mi sento di fare qualche piccola precisazione. Ho una piccolissima attività nell’oil&gas e, per motivi professionali, sono costretto a seguirne il mercato. Incidentalmente, ad uso e consumo di M. Tizzi e senza voler sostenere l’una o l’altra delle posizioni di quest’ultimo e del Sig. Deck, sto partecipando ad una gara internazionale e la procrastinazione della data di scadenza per l’aggiudicazione del tender a Maggio 2013 (da Sett 2012) mi sta già esponendo al rischio che il prezzo del mio concorrente (americano) sia ora piu’ concorrenziale del mio.
    Se ciò accadrà, il mio lavoro di piu’ di un anno se ne andrà in fumo e, per la gioia dell’odiato Monti, anche io salterò come tanti fino ad ora, prima di me.
    A M. Tizzi correi solamente dire che i margini delle ns. aziende sui mercati mondiali sono risicatissimi e, per la quasi totalità dei casi, uno spostamento di 5 o 10 punti percentuali determina che una gara venga aggiudicata o meno o che un contratto che prima era remunerativo si trasformi in un contratto in perdita. Sto parlando di tecnologie anche abbastanza innovative e pochissimo inflazionate e per le quali assolutamente non si può applicare il criterio un po’ cinico e poco lungimirante per cui se si perdono contratti per un piccolo differenziale di prezzo significa che non si ha titolo per rimanere sul mercato. Questo lo lasciamo teorizzare all’odiato Monti che il mercato non sa nemmeno da che parte stia e che infatti ha dato un contributo non disprezzabile ad un ulteriore aumento del Total Tax Rate per le aziende italiane.

    Ritornando a quanto sostiene lei, carissimo omonimo, anche io sono nuclearista arciconvinto. E’ pur vero che di petrolio (e gas) ce n’è ancora in abbondanza come si sostiene nel settore. Lei pensi che i giacimenti vengono sfruttati fino ad un 30/40% del loro contenuto di crudo e il resto rimane tutto là sotto. Il problema è che, per poterne continuare l’estrazione, è necessario spendere di piu’ e, almeno fino a quando il prezzo non salirà ulteriormente, nessuno lo farà. Questo rende la curva di Hubbert piu’ attuale che mai ed infatti, non a caso, la produzione di greggio non sale piu’ e non salirà piu’. Lo shock petrolifero è già pienamente agente. Questo la dice lunga sulla lungimiranza delle ns. classi politiche.

    Infine, me lo lasci dire: qualunque effetto possa provocare l’uscita dell’Italia dall’eurozona, questi non sarà mai cosi’ devastante quanto quello provocato dalla forzatura del ns. ingresso nella moneta comune. Siamo talmente prigionieri dell’ideologia del principio di precauzione e del nessun rischio sotto il sole da dimenticare persino, non solo il passato piu’ recente, ma pure il presente.

  79. Marco Tizzi

    @alberto
    Forse non riesco a spiegarmi bene.
    Se il cambio €/$ è sopravvalutato rispetto al valore REALE, allora dovrà prima o poi, per forza, esserci un aggiustamento. Altrimenti io, seduto alla mia scrivania, posso continuare a comprare contratti di commodities in una valuta e venderle nell’altra e divento ricco.
    Come si calcola il valore REALE? Stessa merce, stesso negozio. Con internet è facile.
    Se il cambio E/$ è taroccato i suoi concorrenti USA stanno approfittando di un trucco. Che siano gli italiani a dirlo mi fa un po’ ridere, senza offesa, dato che quel trucco l’hanno inventato loro.

    A me dispiace molto se lei alla fine dovrà rinunciare al suo contratto, ma il commercio internazionale comporta dei rischi e questi rischi vanno messi in conto sempre. Il cambio è uno di questi, ma ce ne sono molti altri: trasporto, dazi, normative, guerre, scioperi a suez o a panama, etc. etc. Quanti soldi perderà alla fine della fiera Eni perché un giorno i francesi han deciso di bombardare la Libia?
    Fa parte del gioco. Va messo in conto quando si cerca di competere all’estero. Mi spiace, ma è così.
    Il DRAMMA per il paese non è questo – che può essere un dramma per alcune aziende, che però hanno preso rischi imprenditoriali eccessivi – ma è che hanno UCCISO il mercato interno a suon di tasse. Quindi l’esportazione non è più una scelta imprenditoriale, con relativi rischi, ma una necessità per sopravvivere. Se oggi lei avesse a disposizione un mercato nazionale florido non dovrebbe stare a preoccuparsi delle bizzarrie dei signori Bernenke e Draghi.

  80. alberto

    @M. Tizzi
    Guardi che non ho sostenuto il contrario di quanto lei afferma. E’ possibile che non sia stato chiaro e me ne scuso. La mia opinione è molto, molto piu’ semplice. Non è da oggi che il cambio E/$ è fasullo, come non è da oggi che il cambio renminbi verso ogni altra valuta è farlocco pure lui. Queste sono situazioni che esulano dalle normali oscillazioni valutarie e siamo entrati in una fase totalmente nuova che richiederebbe, come minimo, strumenti del tutto nuovi. E’ giusto parlare di guerra valutaria ? Possibile, ma chi può dirlo con certezza ? Chi è che ha la ricetta ? Una cosa è certa; usare gli strumenti ordinari per affrontare una situazione che di ordinario non ha nulla porta a conclusioni quanto meno affrettate.
    E’ il commercio in generale che comporta rischi, non solo il commercio internazionale e cavarsela dicendo “è il commercio bellezza” non porta da nessuna parte. In situazioni straordinarie, e non v’è dubbio che questa la sia, l’applicazione di schemetti logici e asettici è semplicemente di nessun aiuto. Qui non siamo piu’ nell’ambito di rischi che possano essere calcolati (che sono quelli che differenziano l’imprenditore dal giocatore) ma in un campo che richiederebbe velocità di pensiero, flessibilità, riflessi pronti e il coraggio di perseguire strade non battute: tutte cose che l’euro ha sepolto per sempre. L’incomodo non è soltanto mio (se cosi’ fosse sarebbe ben poca cosa e sarei d’accordo con lei) ma pare che stia affliggendo un po’ tutti, a partire da Saipem che crolla del 40% in un giorno nel disinteresse generale.

    Non dico che lei abbia torto, nè tanto nè poco, dico che dobbiamo ricorrere a categorie di pensiero diverse. Dico che la visione di quanto accade in Grecia, dove, nascosto dai ns. mezzi di informazione, i consumi energetici si sono ridotti dell’ottanta (80) per cento in un paio di mesi, ci dovrebbe avvertire su cosa si sta preparando da noi per questo 2013.

  81. Marco Tizzi

    @alberto
    Guardi, ogni giorno che passa divento sempre più antieuropeista e sempre più anti-euro, quindi con me sfonda una porta aperta.
    Il problema è che NON lo sono per ragioni di cambio. Non ho prove concrete per dire che il cambio €/$ sia fasullo, non ho fatto i conti. E’ possibile.
    Sono sicurissimo che il cambio €/GBP è ancora assolutamente sottovalutato e che la sterlina è ancora troppo forte, perché lo vedo in prima persona e perché confronto ad ogni acquisto negozi online in Eurozona e U.K.
    Quindi, sinceramente, mi pare un po’ strano che ci sia una grande differenza tra $ e GBP dato che il torchio l’hanno usato entrambi a volontà.

    L’aggiustamento ci sarà quando – a breve – partirà la corsa dei prezzi in USA e/o quando l’Eurozona smetterà di far finta di avere un “sistema bancario solido” e il sig. Draghi inizierà a spruzzare denaro fresco nel sistema finanziario.
    Ma non è una buona notizia, glielo assicuro.

    P.S.
    Saipem, ENI e Finmeccanica salteranno in aria perché abbiamo deciso un bel giorno di diventare i paladini della moralità. Se qualcuno avesse avuto un minimo di cervello le avrebbe vendute quando valevano tanto in cambio di debito pubblico.
    Non è successo, faranno la stessa fine di Alitalia.
    Ma moralmente saranno integerrime!

  82. Gianluca

    Deck :
    Avrei pensato di tutto, a proposito di questo blog, fuorché fosse popolato da statali, para-statali, pensionati, impiegati di aziendone grasse ed inefficienti al riparo dalla competizione internazionale come Eni o Enel. I protetti. Quelli per l’Euro Forte. Quelli che pasteggiando caviale e champagne osservano l’industria del loro paese andare a picco. E dicono che va bene così, perché chi non è competitivo deve morire. I soggetti che io e le medio-piccole aziende di questo paese manteniamo da circa 40 anni.
    Ciò che mi fa sorridere di più è l’ostinazione a voler difendere l’indifendibile. La Cina cresce dell’8% all’anno, gli Stati Uniti escono dalla stagnazione, la borsa Giapponese (con l’ascesa di Abe) è ai massimi. Il mondo produttivo ha svalutato e “i protetti” si chiedono ancora come mai Obama, Abe e Xi Jinping abbiano scelto questa direzione. Ovviamente i protetti non rispondono, da bigotti alzano il dito esclamando “Verrà un giorno!”. Verrà un giorno in cui si accorgeranno del tremendo errore, e la Cina scoprirà più di tutti quanto è brutto crescere dell’8% avendo molti dollari in casa. Verrà il giorno in cui l’Europa, il continente in cui i tempi migliori sono sempre dietro l’angolo, delocalizzando e ammazzando il suo sistema manifatturiero starà meglio. D’altronde il compagno di merende dei protetti, il massone Mario Draghi è forse il più protetto di tutti.
    Gestisce una banca centrale che ha come obbiettivo l’inflazione. Una baggianata che, per fortuna, verrà spazzata via dalla storia.
    Si al collasso dell’Eurozona! No alla lista Fermare il declino!

    Condivivido

    Gianluca

  83. Gianluca

    Angela :
    L’unico che ha capito l’articolo (perché lo ha letto bene) è Luca S. Molti lo hanno completamente travisato. Infatti attribuiscono all’autore addirittura di patrocinare la svalutazione. A parte il fatto che nell’articolo precedente (La lezione del Giappone) spiega con efficacia l’inutilità della misura), qui, nella prima parte l’assimila al protezionismo e nell’ultima descrive con acutezza esemplare, il processo di espropriazione di risorse che comporta. La parte di mezzo riguarda la ricostruzione del processo storico e il meccanismo che ha portato alle svalutazioni competitive, sempre con grande acutezza e dovizia di esempi. Almeno si leggessero su 24 ore articoli così istruttivi e non le solite banalità. Ma parte della platea di lettori sembra preferire queste ultime.

    Prima ho sbagliato a cliccare, condivido con lei Angela e non certo con il post di deck.

    Gianluca

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