19
Giu
2011

Il declino del nucleare

Nelle scorse settimane ho – consapevolmente – trascurato il tema del nucleare. Infatti, mi sono limitato ad aderire a due appelli – quello di Galileo 2001 e quello del Forum nucleare italiano – che mi sembrava dicessero tutto quello che c’era da dire sul referendum di domenica scorsa. In più, la formulazione definitiva del quesito, come ha spiegato la nostra Serena Sileoni, aveva poco o nulla a che fare col nucleare, nella sostanza, mentre aveva tutto a che fare con l’atomo nella retorica. (Per inciso: se avessi votato, dato il contenuto tecnico del referendum, avrei votato un convinto “sì”: e ora mi divertirò molto, tutte le volte che qualcuno parlerà della necessità di programmare, pianificare, strategizzare, eccetera, a sbattergli in faccia il risultato e l’effetto della consultazione popolare). Da ultimo, il confronto referendario mi sembrava puramente virtuale, perché nella sostanza le prospettive del nucleare italiano, che fin dall’inizio non erano parse particolarmente brillanti, erano del tutto tramontate ben prima del referendum (come abbiamo spiegato Antonio Sileo qui, e io qui). Per tutte queste ragioni trovavo il dibattito pre-referendario un po’ inutile, e un po’ frustrante. Questo non toglie che il nucleare resti, se non a livello italiano, a livello europeo e globale una issue importante. E’ infatti sempre più chiaro che la vittoria verde contro l’atomo è una vittoria di Pirro: perché, come aveva lucidamente scritto Pippo Ranci all’indomani del disastro di Fukushima, la vera vittima incolpevole di tutto questo è la politica del clima. Altro inciso: io non sarò tra quelli che piangeranno al funerale delle politiche climatiche. Mi limito a rilevare l’ironia e a guardare le conseguenze, oltre che sulle emissioni, anche sulle questioni serie.

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19
Giu
2011

Tirannia fiscale/3: Frode linguistica, frode fiscale, e macelleria sociale

Continuiamo ad occuparci di fisco: dopo aver visto il sistema delle indagini bancarie e le lacune costituzionali che consentono la tirannia fiscale, è ora il turno della frode linguistica che si cela nella parola “accertamento”. Pubblichiamo volentieri a tal proposito una lettera di Aldo Canovari, direttore editoriale della Liberilibri. Nel catalogo della casa editrice compare, tra le altre opere dedicate alla questione fiscale, For Good and Evil di Charles Adams, lettura essenziale per comprendere l’influsso della tassazione sulla storia dell’umanità.

“ACCERTAMENTO: atto col quale si mira a stabilire la corrispondenza a verità di un fatto, mediante indagini e controlli.

ACCERTARE: riscontrare mediante controlli, verificare, la verità di qualche cosa.

Ergo: redditi accertati = redditi di cui si è stabilita la corrispondenza a verità.

Il ragionamento di Monsignor de Lapalisse non fa una piega, e le sue puntualizzazioni lessicologiche aiu­tano a renderci conto della frode lin­guistica e concettuale che da anni viene perpetrata – con il bovino concorso di quasi tutta la stampa nazionale – ai danni della intelligenza dei cittadini e della dignità di intere categorie socio-economiche. Read More

17
Giu
2011

Dentro i partiti nell’acqua!

Mentre il risultato del referendum sull’acqua è ancora caldo, cominciano a emergere i problemi creati dal voto referendario. A partire dalle difficoltà di garantire al settore una governance che sia, contemporaneamente, efficace, efficiente e coerente col risultato delle urne. Purtroppo, infatti, la vittoria dei “sì” apre una serie di problemi che sarà difficile tappare. Non mi riferisco solo alla frenata nei programmi di investimento di molte utility o all’incertezza che si è venuta a creare. Penso anche ai due grandi inconvenienti che la consultazione ha creato.

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17
Giu
2011

W la Grecia

Nicolò ha uno speciale legame con la Grecia. Ha trascorso le sue prime settimane dopo il concepimento fra le isole di Patmos, Lipsi e Rodi. Ovviamente non poteva vederle. Ma ha ancora nelle narici i profumi  forti della macchia mediterranea, conserva la memoria dela frescura che gli arrivava quando la mamma faceva il bagno in acque che lui immaginava cristalline, ricorda la senzasione di ebbrezza che si accompagnava a un acuto odore di anice quando la mamma – che non sapeva ancora di recarlo in grembo – sorseggiava l’ouzo.

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15
Giu
2011

La crisi greca e la responsabilità franco-tedesca

Non sono un  fanatico dell’Europa a tutti i costi.  Ho sempre condiviso l’ammonimento che veniva da Chicago all’illusione europea di darsi una moneta unica senza unificare i mercati sottostanti e senza politica comune. Le asimmetrie di costi e produttività sarebbero esplose alla prima crisi seria: è successo da un anno e mezzo. E l’Europa politica sta facendo una figura di cacca, altro che europeismo come virtù. A parole, sembra la vittoria della linea rigorista nella quale io credo fermamente, in Italia come per tutti . In realtà, non è affatto così. Dopo le balle raccontate agli elettori greci anni fa, oggi paghiamo il prezzo alla volontà di Berlino e Parigi di non voler dire la verità agli elettori tedeschi e francesi.  Read More

13
Giu
2011

L’inizio della fine dei sussidi ai biocarburanti?

Non se ne parla (ancora) molto, ma è appena uscito un rapporto sulle crisi alimentari e sulla volatilità dei prezzi delle materie prime agricole che potrebbe rappresentare un punto di svolta importante sia per quanto riguarda le politiche agricole che quelle energetiche nel prossimo futuro. Le fonti sono piuttosto autorevoli, dato che il rapporto è il frutto di un lavoro comune che ha coinvolto appena 10 organizzazioni sovranazionali tra cui la Banca Mondiale, l’OCSE, il WTO, la FAO ed altre agenzie delle Nazioni Unite.

La novità è che si invitano con decisione i governi del G20, ai quali il rapporto è indirizzato, a

“rimuovere le disposizioni delle attuali politiche nazionali che sovvenzionano la produzione o il consumo di biocarburanti”

In subordinata ipotesi, i governi dovrebbero almeno sviluppare piani di contingenza per sospendere temporaneamente i sussidi ogni volta che il gap tra produzione e consumi dovesse provocare repentini aumenti nei prezzi dei generi alimentari.

13
Giu
2011

La bruciante sconfitta è di chi legifera e sparisce

Non ho sbagliato il pronostico sul referendum, come non l’avevo sbagliato da mesi sulle amministrative.  Gli evidenti segni di crisi di consenso nelPaese al governo Berlusconi hanno portato prima alla sconfitta in città simbolo come Milano, Napoli, Trieste, Cagliari, Novara e via continuando, e ora hanno riportato dopo 26 anni il quorum referendario di molto oltre il 50%. Non aver capito da mesi e mesi che questa era l’aria che tirava nel Paese verso il governo e il suo leader, oppure – ciò che è peggio – averlo capito ma non esser riusciti ad articolare un minimo di reazione politica per timore delle sue reazioni, è il segno ormai conclamato di una gravissima crisi politica del centrodestra e innanzitutto del suo leader. Per conto mio, qualunque sia la – ovvia – volontà di sopravvivenza del governo,  mi riesce assai difficile immaginare atti politici di portata tale da invertire il segno e risalire la china. Vedremo la Lega che deciderà, vista la protesta da mesi montante nella sua base. Di fatto, la mia sintesi a oggi è questa: Berlusconi è politicamente ferito a morte perché privo di reazione, e al suo fianco – come si vede dai quesiti e come si è visto nella campagna referendaria – la sinistra riformista di governo è politicamente sconfitta.  Il principio delle gare di evidenza pubblica nell’affidamento dei servizi locali – il primo quesito sull’acqua indebitamente e vergognosamente gabellato per privatizzazione – è entrato nella legislazione e nel dibattito italiano grazie ai riformisti del Pd, fin dai tempi di Giorgio Napolitano ministro dell’Interno. Ma il Pd su questo – come sul ripensamento in materia di no al nucleare che aveva avviato in primis lo stesso Bersani – è stato letteralmente travolto.  In nome del no a un  Berlusconi minaccia per la democrazia e soprattutto ridotto – autoridotto, verrebbe da dire – a barzelletta di sesso-dipendenza, e alla semplifgicazione radicale e antagonista di ogni scelta concreta, sintetizzata in parola d’ordine ideologica. Read More

13
Giu
2011

Il buco nell’acqua (con una proposta per uscire dal guado)

Non c’è dubbio: per chi crede nel mercato, il voto di ieri e oggi è una cattiva notizia. Il raggiungimento del quorum, con l’ovvia vittoria dei “sì”, ai due referendum sull’acqua ci riporta indietro di molti anni, e da molti punti di vista. Anzitutto riporta indietro il settore dei servizi pubblici locali: con quali possibili conseguenze, lo abbiamo discusso qui assieme a Serena Sileoni (ci tornerò alla fine di questo post, con una proposta). Riporta indietro la discussione su concorrenza e mercato, visto che, per la prima volta da molti anni, ci siamo trovati di fronte a un’opinione pubblica che ha esplicitamente preferito l’inefficienza del pubblico ai profitti del privato (il che è vero soprattutto sul piano dei simboli e della comunicazione politica). Riporta indietro la qualità del dibattito pubblico, perché abbiamo affrontato una campagna elettorale brutta, alimentata da slogan ultrasemplificati, e dove per giunta il contenuto tecnico dei quesiti è stato sacrificato al messaggio politico che tramite essi si voleva mandare al Cav. Ma questa è una scusa molto parziale e non cancella il danno.

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