15
Giu
2011

La crisi greca e la responsabilità franco-tedesca

Non sono un  fanatico dell’Europa a tutti i costi.  Ho sempre condiviso l’ammonimento che veniva da Chicago all’illusione europea di darsi una moneta unica senza unificare i mercati sottostanti e senza politica comune. Le asimmetrie di costi e produttività sarebbero esplose alla prima crisi seria: è successo da un anno e mezzo. E l’Europa politica sta facendo una figura di cacca, altro che europeismo come virtù. A parole, sembra la vittoria della linea rigorista nella quale io credo fermamente, in Italia come per tutti . In realtà, non è affatto così. Dopo le balle raccontate agli elettori greci anni fa, oggi paghiamo il prezzo alla volontà di Berlino e Parigi di non voler dire la verità agli elettori tedeschi e francesi.  La nuova esplosione della protesta di piazza ad Atene coincide con la fine del governo socialista Papandreou. A 18 mesi dall’esplosione della crisi dell’eurodebito innescata da un deficit pubblico greco occultato per 15 punti di Pil dal precedente governo conservatore, la colpa della politica e dei cittadini greci ormai non è ormai la più grave. E’ l’Europa politica ad avere una gravissima responsabilità, perché la dilazione e diluizione del problema greco, irlandese e portoghese (con quello spagnolo dietro l’angolo) si deve a una radicale divisione in sede di Eurogruppo, Ecofin e Consiglio Europeo. E la responsabilità di questa divisione è innanzitutto del Paese leader dell’Europa attuale, di quella Germania che per produttività privata e rigore pubblico ha costruito nel precrisi la solida posizione di un’economia che cresce oltre il 4% annuo ed è avviata all’azzeramento del deficit. Tuttavia, ciò non significa affatto che la Germania abbia sempre ragione. Anzi, nella crisi dell’eurodebito la posizione dei tedeschi, e dei francesi che la condividono, ha seminato vento e ora raccoglie tempesta.

La Merkel e Sarkozy, all’esplosione della crisi greca, si trovavano con le maggiori banche tedesche e francesi piene di titoli greci, ad alto rendimento e dunque a guadagno facile. I due terzi dell’esposizione pubblica greca era nei loro confronti, mentre le banche italiane erano state giustamente assai più prudenti. Tra novembre 2009 e febbraio 2010, sarebbe stato possibile e anzi necessario avviare la Grecia, d’intesa con il Fondo Monetario, a una ristrutturazione del proprio debito, delle sue scadenze e anche delle sue rate, con una perdita di capitale per le banche prestatrici nell’ordine del 15-20%. Berlino e Parigi hanno rifiutato. In cambio di 105 miliardi di euro prestati dagli euromembri e dal FMI, la Grecia è stata obbligata a una manovra durissima di rigore che l’ha spinta a perdere quasi 6 punti di Pil. Il tasso d’interesse degli aiuti avrebbe dovuto essere compatibile col tasso di crescita del Pil greco, ma per non rimetterci un euro né dei titoli precedenti acquistati da francesi e tedeschi né delle somme prestate, il suo rendimento reale è  invece del 5% in più rispetto ai tassi europei. Anche un bambino capisce che, in queste condizioni, comunque la Grecia in recessione non avrebbe potuto onorare né il nuovo debito in scadenza – sono circa altri 145 miliardi di euro entro il 2014 – il cui prezzo sarebbe schizzato alle stelle, né tanto meno gli interessi sugli aiuti ricevuti.

E’ puntualmente avvenuto. La Grecia ha subito in questi mesi ben tredici abbassamenti successivi del suo rating, e ormai i suoi titoli decennali pagano il 15% in più rispetto ai Bund tedeschi. Alla Grecia servono oggi altri 110 miliardi, di cui 25-30 da una nuova manovra di rigore che ha fatto saltare il governo Papandreou, e il resto suddiviso tra Europa e Fmi. La crisi ha fatto rischizzare verso l’alto anche i rendimenti pubblici dei titoli irlandesi e portoghesi. Perché il mercato scommette che in nessun modo possa funzionare la strategia franco-tedesca, non rimetterci un euro consentendo alle banche rispettive di disintermediare i titoli greci e rinviare la soluzione finale al 2013, cioè dopo le elezioni tedesche alle quali raccontare che Berlino non paga per gli errori degli altri, e quando finalmente nascerà il nuovo veicolo europeo Esm per fronteggiare con capitali comuni crisi simili.

L’ostinazione franco-tedesca è ammantata di rigore, per il quale ogni Paese deve imparare a proprie spese l’equilibrio dei conti. Ma di fatto ha quattro vizi di fondo. Nasce da avidità, mette a serio rischio l’euro – la BCE anche ieri ha giustamente ammonito sui rischi terribili aperti davanti a noi tutti – e ha inoltre scatenato in mezza Europa una più che prevedibile ondata popolare di protesta contro Bruxelles e Francoforte, in nome dell’autarchia e del protezionismo contro stangate fiscali e disoccupazione a vagonate per tutelare quelle grandi banche che in Germania e Francia sono state salvate coi soldi dei contribuenti. In più, il costo del salvataggio greco, portoghese e irlandese dopo un anno e mezzo e le rispettive economie piegate alla recessione è così diventato enormemente più oneroso.

E’ stata compiuta una lunga catena di gravi errori, e lo dico pour essendo straconvinto che l’azzeramento del deficit con meno spesa pubblica e meno tasse sia la strada obbligata. Ma non è una strada che si può imporre da un momento all’altro a Paesi affetti da gravi squilibri, mettendoli ancor più in ginocchio al solo fine di tutelare i propri crediti. Si è accentuata la divisione tra un’Europa rigorosa nordica che cresce esportando, e una fascia eurodebole a crescita negativa o stentatissima. Con un euro giunto quasi a un dollaro e mezzo (idem dicasi sullo yuan cinese) che per i tedeschi è ancora sottovalutato ma che per il nostro export è una penalizzazione.

L’Italia, proprio per aver evitato col suo basso deficit in questi terribili anni di finire nel mirino dei mercati, ha tutto l’interesse a porsi alla testa in Europa di una soluzione che eviti traumi all’euro ed esplosioni di piazza. Aver previsto che solo dal 2013 chi compra titoli di Paesi a rischio debba comparteciparne ai rischi, è stato come dire al mercato che entro il 2013 gli eurodeboli sarebbero saltati. Per Mario Draghi, alla BCE, non sarà una bella eredità da raccogliere.

La soluzione più gusta, sin dall’inizio, era dare ascolto alla richiesta italiana. Se l’Europa vuole diventare politica, questa era l’occasione per coprire almeno parte del vecchio debito pubblico nazionale con emissioni di eurobonds. Altrimenti, se l’euroarea è solo una convenzione monetaria, è giusto che il mercato creda che piuttosto che finire in pezzi alcuni Paesi escano dall’euro, e svalutino tornando alle vecchie monete nazionali. La svalutazione monetaria è un’illusione, come sa bene l’Italia dei tempi della liretta, ma per diventare rigorosi nella finanza pubblica e produttivi nell’economia privata occorrono per Paesi lontani dall’obiettivo riforme talora lunghe nel tempo, non cure da cavallo che lo uccidono.

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51 Responses

  1. Riccardo

    Caro Giannino,
    Lei non crede che alla fine, anche gli interessi elettorali, francesi e tedeschi si dovranno piegare alla necessità di evitare un default Greco, che gioco forza finirebbe per contagiare anche gli altri “PIIGS”. PIIGS che hanno emesso titoli di cui gli Istituti di credito di Francia e Germania sono pieni zeppi?
    Cordiali saluti,
    Riccardo.

  2. Fabrizio Magnanini

    Caro Oscar grazie per la sua bella trasmissione che ascoto tutte le mattine, un po’ sfrontatemente le proporrei un tema da trattare; cosa aspetta la confindustria a far scendere in campo un esponente di spicco che possa traghettare il paese fuori dal pantano in cui siamo, magari potrebbe essere Montezemolo???? aspettiamo di ridurci come la Grecia???

  3. Luca

    Ottima analisi. Un unico quesito: non ritiene anche l’Italia a rischio nel domino Grecia-Irlanda-Portogallo-Spagna-Italia?
    Ve bene il deficit sotto controllo…ma con un debito pubblico al 120% del PIL c’è veramente da temere il contagio e l’effetto sfiducia.

  4. Simone

    Caro Oscar, vorrei farle presente un’analisi molto interessante apparsa sul noto sito finanziario americano zerohedge.com: http://www.zerohedge.com/article/exclusive-feds-600-billion-stealth-bailout-foreign-banks-continues-expense-domestic-economy-.
    In pratica si dice che negli scorsi mesi le banche europee siano state aiutate dagli americani con il qe2 e che quindi ora avrebbero i mezzi per sopportare un eventuale default greco. Da qui ne deriverebbe la strafottenza dei tedeschi di questi giorni…

  5. Emilio

    E dunque una mega-patrimoniale in Grecia e presto anche da noi ? Et voila’ la soluzione e’ servita … Riso amaro…

  6. Guido Roccatagliata

    Grazie Oscar, analisi puntuale e precisa!
    Una domanda: da un punto di vista quantitativo e comparativo ( deficit, debito pubblico e debito privato ) quando parliamo di spagna di cosa parliamo?
    Se la Grecia viene con tutta la cura possibile accompagnata fuori dall’europa (e ristrutturato il debito a condizioni credibili per il rilancio dell’economia) riusciamo a salvare il resto?

  7. Midnightoil

    Poiché le banche tedesche e francesi si sono esposte (per avidità) verso la Grecia, i soldi che Germania e Francia danno alla Grecia fanno pari con quelli che dovrebbero dare alle proprie banche per salvarle da un eventuale default greco. L’unico Paese che veramente ci rimette (dà soldi a fronte di nulla, visto che le nostre banche non sono esposte) è l’Italia. Perché nessuno lo dice?

  8. Roberto

    Buonasera,
    caro Oscar, Lei dice di non essere un fanatico dell’europa a tutti icosti?… non oso immaginare il suo articolo se per puro caso invece lo fosse stato. Dopo aver lisciato per bene Mario Draghi la scorsa settimana, ora fa una analisi talmente precisa e attenta che però ha un difetto nell’impostazione: è veramente troppo focalizzata sui dettagli da non vedere il contesto.
    Ripeto, in parte, quello che ho postato a commento del suo articolo “Draghi, credibilità e riforme inascoltate”:
    “Vedo anche che in tanti ignorano che il debito pubblico è inestinguibile(!) però hanno la formula per la crescita… Il debito greco? Ai greci i dittatori banchieri europei faranno svendere anche l’anima e saranno ridotti in miseria (Draghi è esperto anche in questa materia). Anche lei lo ignora? Piuttosto direi: Anche Lei tace?”
    Per fortuna ora lei ammette che manca un’europa politica! Eccoci al dunque: http://www.youtube.com/watch?v=FNz79Yk0Bws&feature=related
    Abbiamo un presidente del parlamento europeo… chi lo conosce? chi lo ha votato? come è stato nominato? e via dicendo: DEMOCRAZIA ZERO! (altro che politica)
    Dal lato economico l’europa ci ha tagliato le gambe! Tremonti all’inizio del suo mandato andava in tv e accennava (timidamente per carità) alla “SOVRANITA’ MONETARIA”… Lei Giannino sà meglio di me cosa significa: che l’Italia e tutti gli altri stati europei pagano gli interessi per avere in prestito la “loro” moneta, l’euro. Quindi il debito pubblico è INESTINGUIBILE!
    Alla luce di questo, eurobonds o altre furbate sono solo palliativi. Siamo schiavi di una banda di banchieri e l’europa è destinata a cadere a breve sotto le rivolte dei popoli ridotti alla fame.
    E non è fantascienza.

  9. Buona giornata. Quello a cui stiamo assistendo è qualcosa di portata storica e culturale. Stiamo, semplicemente, assistendo a come la speculazione finanziaria selvaggia riuscirà a mangiarsi la Democrazia di una nazione, nel nostro caso la Grecia. Siamo di fronte ad un intreccio gordiano: un sistema democratico basato sul consenso che governa malemente, un sistema finanziario selvaggio senza regole, in mezzo i popoli che fino a quando vivono di foraggio gratis sono contenti, ma quando qualcuno presenta il conto vanno in piazza e si rifiutano di pagare i conti dei danni fatti da quei democratici rappresentanti da loro stessi eletti. Quello che succederà è scritto, nessun partito greco è in grado di far fare quei sacrifici necessari, quindi la situazione precipiterà e l’unica soluzione sarà un colpo di stato militare, questo comporterà l’uscita dalla UE e di conseguenza dall’euro.

  10. Francesco Franceschini

    Egregio Giannino,

    credo che abbia un qualche merito una possibile iniziativa, per certi versi simile a quanto avvenne in Italia una trentina di anni fà, di obbligare i cittadini greci di farsi carico di parte del loro stesso debito. Uno dei punti di fragilità dei loro bond infatti deriva dal fatto che sono sottoscritti solo all’estero, lasciando troppo spazio alle dinamiche speculative dei mercati finanziari. Se parte dei redditi dei cittadini, sia dipendenti pubblici che privati, fosse “obbligata” ad acquistare bond di stato congelati per qualche anno e distribuenti tassi di interesse ragionevoli (3\4%) si avrebbero i seguenti vantaggi:
    1-Diminuirebbe la parte di debito sottoscrtto al di fuori del paese
    2-I cittadini stessi, direttamente coinvolti quali possessori di titoli di stato, sarebbero più propensi ad accettare politiche di rigore miranti a far sì che tali titoli mantengano il loro valore.
    3-Altri cittadini europei potrebbero meglio accettare di finanziare il debito greco, visto che i primi a finanziarlo, ed in misura maggiore, sarebbero gli stessi cittadini greci.
    4-Lo scambio fra parte dello stipendio\reddito e bond sarebbe comunque meglio accettato dagli stessi greci che non una secca diminuzione dello stipendio\reddito stesso.

  11. Kalergi

    Caro Oscar, ti sei chiesto cosa succederà quando nel 2013 l’Italia dovrà onorare quel 18% di capitalizzazione dell’ESM? Stiamo parlando di 180 miliardi di Euro. E le garanzie non bastano, perché non siamo un paese AAA. Ce li dovremo mettere in contanti up front. Altro che riforma fiscale e manovra correttiva. Ma chi negozia per noi senza sapere cosa sta firmando? Grilli? E vogliamo pure fargli fare il Governator?

  12. Massimo

    “La Merkel e Sarkozy, all’esplosione della crisi greca, si trovavano con le maggiori banche tedesche e francesi piene di titoli greci, ad alto rendimento e dunque a guadagno facile. I due terzi dell’esposizione pubblica greca era nei loro confronti, mentre le banche italiane erano state giustamente assai più prudenti. Tra novembre 2009 e febbraio 2010, sarebbe stato possibile e anzi necessario avviare la Grecia, d’intesa con il Fondo Monetario, a una ristrutturazione del proprio debito, delle sue scadenze e anche delle sue rate, con una perdita di capitale per le banche prestatrici nell’ordine del 15-20%. Berlino e Parigi hanno rifiutato. In cambio di 105 miliardi di euro prestati dagli euromembri e dal FMI, la Grecia è stata obbligata a una manovra durissima di rigore che l’ha spinta a perdere quasi 6 punti di Pil.”

    …]

    “Perché il mercato scommette che in nessun modo possa funzionare la strategia franco-tedesca, non rimetterci un euro consentendo alle banche rispettive di disintermediare i titoli greci e rinviare la soluzione finale al 2013, cioè dopo le elezioni tedesche alle quali raccontare che Berlino non paga per gli errori degli altri, e quando finalmente nascerà il nuovo veicolo europeo Esm per fronteggiare con capitali comuni crisi simili.”

    Questo deve essere interpretato nel senso che prima i crediti inesigibili ce li avevano le banche francesi e tedesche e dopo sono stati distribuiti fra tutti i membri dell’eurogruppo e del FMI? Capisco il senso della manovra, ma si chiama “rigore”?

  13. CLAUDIO DI CROCE

    Secondo una facile demagogia la colpa di tutto è delle banche francesi e tedesche . Possibile che nessuno – Giannino compreso – ricordi che i greci hanno vissuto per moltissimi anni molto al di sopra delle loro possibilità indebitandosi allegramente , con un mare di dipendenti pubblici nullafacenti, con l’età della pensione ancora più bassa di quella italiana , con una evasione fiscale ancora più elevata di quella italiana , con un welfare costosissimo e insostenibile ? La colpa è di chi si è indebitato o di chi gli ha prestato i soldi ? E adesso a pagare chi deve essere, il debitore o chi gli ha prestato i soldi ?
    Chi di voi sarebbe contento di avere prestato i propri soldi a qualcuno che non ve li restituisse ?
    Non sarebbe meglio che i greci vendessero una parte del loro patrimonio per pagare i debiti come sarebbe obbligata a fare qualunque società che andasse in fallimento ?
    Passerebbe altrimenti la teoria che non importa indebitarsi tanto alla fine i debiti si possono non pagare .
    Vi sembra corretto ?
    O già pensate all’Italia ?

  14. Caro Oscar ho trovato interessante l’articolo di Zero Hedge suggerito da Simone, pubblicato domenica 12 giugno. Per quanto non tutto il capitale elargito dalla FED (si tratta di 600 miliardi di $) alle banche europee rifluirà effettivamente in Europa non sono in grado di escludere con assoluta certezza che, sotto sotto, ci possa essere del vero. Secondo l’autore le banche tedesche e francesi, così rifornite, sarebbero ora in grado di reggere il default non solo della Grecia ma anche degli altri PIIGS (si noti la doppia I, ad includere l’Italia). Ciò spiegherebbe altresì come mai i tedeschi abbiano ceduto sulla nomina di Mario Draghi al timone della ECB, una istituzione destinata a divenire insolvente e a “morire”. Secondo Lei, quanto vicino alla (o lontano dalla) realtà questo ultimo scenario può essere?

  15. Piero

    @Guido Roccatagliata

    eisposta molto semplice: NO.. ci sono forse i soldi x Grecia ed Irlanda.. qualcosa x il Portogallo si può ancora forse fare.. è impossibile x Spagna ed Italia..

    ora hanno spostato una parte dei debiti che la Grecia aveva con le banche Tedesche e Francesi dentro la Bce.. la famosa publicizzazione delle perdite.. una specie di Debito Pubblico Europeo mascherato (Draghi lo chiedeva in chiaro.. ma pensava a Noi)…

    tieni presente che la Fed ha sorpassato la Cina ed è diventata il 1° creditore del Tesoro Americano.. cioè di sè stessa (anche se formalmente la Fed sarebbe privata)..

    la vedo molto brutta.. e nn solo x la Gracia.. è solo la punta dell’isberg..

    stamattina alla trasmissione di Oscar un giornalista inviato dalla Grecia diceva:
    1) due governi fà c’era la sinistra al governo che fece un pò di debiti
    2) poi venne la destra che fece esplodere i debiti e trucco i conti alla grande
    3) poi il governo di destra indisse le elezioni con lo scopo di perderle e mandare al governo quelli di sinistra con il gravoso compito di imporre scelte altamente impopolari..
    4) ora il governo di sinistra è ultracontestato dai sondaggi e l’opinione pubblica vuole rivotare quelli di destra che contestano i tagli (quelli del punto 2)..

    temo che vedremo anche in Italiota questi scaricabarile.. nessuno ha il coraggio della verità.. ma soprattutto la gente nn è pronta ad accettarlo se anche qualche schieramento ci proverà…

  16. Rodolfo

    Caro Oscar,
    mi domando:
    se l’IMF non e’ in grado di trovare una soluzione per paesi come la Grecia
    perche’ continuiamo a pagarlo per fare un lavoro inutile?
    Tutti si preparano per un default della Grecia, i tedeschi non hanno piu’ dubbi e forse in tutto il mondo finanziario sono coscenti che non c’e’ altra soluzione perche’ continuare a negarlo orami tutti sono pronti ed e’ sopportabile?
    L’Islanda, che non e’ un paese mediterraneo e non fa parte dell’euro, ancora riceve gli aiuti dall’IMF e non paghera’ i risparmiatori inglesi che hanno depositato presso le banche Islandesi(dunque ha fatto il default),quali riforme secondo il tuo parere deve perseguire,diventare per caso un po piu’ nordico oppure uscire dall’euro, dimenticavo non e’ nell’euro.
    Distini saluti

  17. LucaS

    Articolo condivisibile! Io comunque non ho ancora capito perchè ci siamo entrati in questa gabbia di matti dell’euro! Prima ne usciamo e meglio è.

  18. adriano

    Accettiamo per vera l’affermazione:”Se si vive al di sopra delle possibilità,si crea debito.Non si può vivere al di sopra delle proprie possibilità”.Per evitare debito aggiuntivo occorre quindi vivere con la ricchezza che si produce.Le spese devono corrispondere alle entrate.Se vi sono uscite incomprimibili dovute a precedenti gestioni spensierate,queste devono essere coperte non con nuovo debito pubblico,ma con crediti privati inesigibili fino a quando non lo sarà .L’oceano della spesa per i cosidetti diritti acquisiti ,si trasforma nella spesa possibile accompagnata da crediti a futura memoria per la parte priva di copertura.Questo per il pubblico.Il privato può fare quello che vuole.Non sono d’accordo che il debito attuale sia inestinguibile.Dopo aver stabilito limiti invalicabili per legge alla spesa e l’obbligo del pareggio in bilancio si possono proporre diverse soluzioni una tantum.La prima:”Scusate abbiamo scherzato.Non c’è una lira.Addio”.La seconda una tassazione patrimoniale feroce.La terza,quella che preferirei,la vendita dei beni patrimoniali dello stato.Tutti i beni patrimoniali dello stato.In forme naturalmente da stabilire.In ogni caso dovrebbero essere precedute dal consenso popolare.Se si preferisce fallire,si fallisca.Condivido l’analisi di Giannino e quanto ricordato da Claudio di Croce.

  19. Caro Giannino,
    la proporrei alla carica di Primo Ministro! La sua capacità di sintesi e chiarezza è davvero straordinaria. Mi chiedo come è possibile dare il colpo di grazia ad un morimondo (Grecia) e pensare di volerlo salvare! La faccenda è così stupida che probabilmente non lo è! Perchè non sono le Banche tedesche e francesi ad occuparsi dei propri crediti? Perchè un debito privato deve essere pagato dal pubblico (inteso come tutti i Paesi della C.E.)? …sono fortemente scettico sull’ “europa a tutti i costi”…

  20. riccardo p.

    Salve Dott. Giannino,
    anche a lei faccio la medesima domanda, che ho posto al Sig. Coco:il ritorno all’oro come strumento di pagamento, è così difficile che possa partire dal “basso”? Ad esempio da un consorzio di aziende all’interno di una filiera produttiva che accetta come unica moneta l’oro?
    Grazie

  21. davide

    @CLAUDIO DI CROCE
    la colpa è di chi si è indebitato allegramente, come di chi ha prestato i soldi altrettanto allegramente, come scritto da Giannino, le banche tedesche e francesi erano spinte dagli alti rendimenti dei titoli greci, perciò come scritto a guadagno facile…alto rendimento = alto rischio, questo è il mercato.
    dopo quello che è successo in Argentina, è giusto che anche i prestatori si prendano le proprie responsabilità, perchè troppo spesso prestano capitali allegramente, sicuri che in un modo o nell’altro, le loro spalle siano sempre coperte (vedi azioni del FMI in argentina).
    Tutto questo è ben descritto nel libro di Stiglitz, la globalizzazione che funziona.

    Condivido con Giannino la necessità di una politica comunitaria ed emissione di eurobonds, però mi ha sorpreso che un chicago boy come lui indichi nell’avidità un male, quando per M. Friedman era una virtù.

  22. massimo costanzo

    Il piano di salvataggio della Grecia non è solo inutile, ma pericoloso: minaccia lo stato di diritto e sottomette i paesi Ue più virtuosi ai ricatti di una banda di ipocriti.
    Rainer Hank
    Quasi un anno fa i leader europei hanno creato un piano di salvataggio dell’euro che da allora è stato al centro di molte tensioni. Più di 110 miliardi di euro sono stati spesi per sostenere la Grecia. In seguito è stata la volta dell’Irlanda e del Portogallo. Ed ecco di nuovo la Grecia.
    I responsabili politici dell’Ue sono andati oltre la clausola di non solidarietà del trattato europeo [per la quale “l’Unione non risponde degli impegni presi dalle amministrazioni centrali”], a riprova che la situazione era particolarmente grave. Infatti è previsto che gli stati possano dare il loro sostegno a un partner colpito da una catastrofe naturale. Di conseguenza il fatto che la Grecia mostri un tasso di indebitamento di quasi il 150 per cento del suo pil è ormai considerato come una sorta di calamità naturale e non l’opera di uomini.
    Allo stesso modo esistono dei trattati internazionali che vietano all’Fmi e alla Bce di organizzare un piano di salvataggio di tale portata. L’acquisto da parte della Bce di titoli di stato sul mercato secondario – cioè presso le banche di credito – è solo un sotterfugio. In realtà la Bce è diventata il primo creditore della Grecia, e allo stesso tempo una “bad bank”.
    Per l’economista Roland Vaubel “mai nella storia dell’integrazione europea si è vista una tale violazione dei trattati”. Al mancato rispetto dei principi dello stato di diritto si aggiunge una minaccia insidiosa e non meno grave per la democrazia. È ormai un anno che la Grecia non ha più un’autonomia politica. La libertà di Atene si limita a scegliere quale porto – il Pireo o Salonicco – vendere per primo. Il dilemma del governo consiste nel decidere se preferire ridurre gli stipendi dei funzionari statali del 10 per cento e le loro pensioni del 20 o il contrario. La cosa migliore sarebbe naturalmente fare entrambe le cose. “Il Bundestag detta la sua legge alla Grecia”, hanno titolato di recente i giornali. Sembra quasi che il paese sia destinato a diventare un “protettorato” tedesco (secondo Rainer Bruderle).
    “Come nel medioevo, la Grecia ha barattato la sua libertà per il denaro ed è diventata una serva dell’Europa”, spiega Vaubel. Il paese in cui è nata la democrazia ha venduto la libertà a sedicenti salvatori che rivestono i panni di curatori fallimentari. In altre parole, l’Unione della solidarietà passa per una castrazione democratica.
    Da un lato questi miliardi di credito a basso tasso di interesse assomigliano a tangenti. Si tratta del prezzo che deve pagare l’Ue per salvare le banche francesi e tedesche. Dall’altro i greci sono considerati dei ricattatori, che chiedono in continuazione crediti a tassi più favorevoli con il pretesto di non finire schiacciati dai creditori. Gli europei onesti sono diventati una banda di ladri e ricattatori.
    Moralismo europeista

    Questa forma di solidarietà nuoce anche al Parlamento europeo. Il 9 maggio 2010 Bruxelles, su iniziativa di Nicolas Sarkozy e su consiglio di Jean-Claude Trichet, ha dato vita al Fondo europeo di stabilità finanziaria (Fesf), che rimarrà negli annali con il nome di Mes (Meccanismo europeo di stabilizzazione). Il governo continua a fare pressione sui deputati tedeschi e per ottenere il loro appoggio parla della minaccia di una crisi su dei mercati anonimi (“Lehman, Lehman, Lehman”). Una crisi che provocherebbe una catastrofe (“effetto domino”).
    Ma oltre ai lati negativi (per la democrazia, lo stato di diritto e i cittadini) c’è anche chi vede gli aspetti positivi. Si tratta dei sostenitori della centralizzazione, che Vaubel chiama “euromantici” e lo scrittore Hans Magnus Enzensberger “mostri”. Criticano con argomenti moralistici quei nazionalisti e antieuropeisti che mettono in guardia contro il costo di un’unione in cui i ricchi pagano per i poveri.
    Gli intellettuali di sinistra (da Jürgen Habermas a Joschka Fischer) volano in soccorso dell’élite degli euromantici denunciando la “rinazionalizzazione” dell’Europa, senza osservare che il loro pathos finisce per fare gli interessi dei capitali finanziari e delle banche private. In realtà questi intellettuali e politici non fanno altro che aumentare la loro influenza a scapito delle libertà civili. L’ideologia centralizzatrice contrasta sempre la concorrenza, i controlli democratici e l’informazione dei cittadini, e si nasconde dietro un gergo incomprensibile pieno di sigle (Fesf, Mes).
    La preoccupazione dei cittadini nei confronti di un argomento tradizionalmente noioso come l’Europa fa capire quanto sia alta la tensione. Fino a quando la fiducia non sarà tornata sui mercati, la nostra unica speranza risiede nella corte costituzionale tedesca. Il 5 luglio al supremo tribunale di Karlsruhe si parlerà di Europa. (traduzione di Andrea De Ritis)

  23. Claudio Di Croce

    @davide
    I greci devono pagare o no? Perchè non devono vendere una parte dei loro ” assets ” come direbbe Stiglitz ,per pagare i loro debito ? non so nell’economia globalizzata degli scienzati dell’economia ( persone che sono bravissime a spiegare dopodomani come mai non si sono avverate le loro profezie di quattro giorni prima dell’evento imprevisto ) ma nel diritto commerciale,da qualche centinaio di anni , c’è scritto che quando una impresa fallisce come prima cosa il curatore vende i beni rimasti all’impresa e con il ricavato si pagano – ovviamente parzialmente – i creditori .
    Lei si rende conto che se si afferma il principio che un debitore può tranquillamente non pagare i propri debiti qualunque istituzione creditizia non presterà più soldi a nessuno che non offra garanzie solidissime e con ciò si bloccherebbe il mercato del credito e quindi l’economia ?
    Credo che su questo punto persino Stiglitz sarebbe d’accordo , e Lei ?

  24. davide

    @Claudio Di Croce
    Quindi secondo lei bisognerebbe trattare uno Stato nello stesso modo in cui si tratta un’impresa privata?
    Detto questo, se ben legge, io non assolvo il paese che si indebita troppo, ma condanno il sistema che permette ai finanziatori di poter concedere prestiti senza effettuare una adeguata analisi sul rischio di insolvenza, i salvataggi finanziari (es FMI), non vanno a favore degli Stati (vedi Argentina) ma a favore dei prestatori, c’è o meno un piccolo problema di rischio morale? (piccolo per dire)
    Quando un isitituto creditizio presta denaro, non lo fa per beneficenza, si presume che lo faccia dietro un’attenta analisi del rischio di insolvenza, rischio che si traduce nel tasso di interesse che il debitore deve pagare.
    Se dietro le spalle un creditore sa che comunque vada, c’è chi interviene in suo aiuto in caso di insolvenza del debitore, non solo non effettua un’attenta analisi, ma è addirittura invogliato a concedere più credito possibile.
    Le ricordo il caso del Congo, che durante la guerra fredda riceveva finanziamenti dall’occidente i quali finivano nelle casse di Mobutu, l’occidente lo sapeva…finita la guerra fredda il risultato fu Mobutu arricchito il popolo del Congo indebitato…anche loro han vissuto sopra le loro possibilità?

  25. Marco L.

    Articolo lucido e interessantissimo, Dottor Giannino, e molto ragionevole e concreto nelle conclusioni, ma mi aiuti per favore a capire una cosa.
    A me sembra di capire che per uscirne, stringi stringi, si proponga di diluire il debito dei Paesi a rischio di fallimento in un debito europeo, sempre pubblico, piuttosto che lasciare che le banche francesi e tedesche, con tassi d’interesse stabiliti dal mercato, facciano definitivamente a pezzi questi incauti paesi..

    Capisco benissimo che una cura da cavallo uccide invece di guarire, ma questa non è forse un’altra dimostrazione del fatto che il mercato, con la ricerca di un elevato profitto (banche tedesche e francesi), lasciato a se stesso e non controllato da regole pubbliche o politiche, le si chiamino come si vuole, non fornisce proprio sempre la soluzione naturale ed automatica a tutti i problemi di economia?

  26. Mario

    @Marco
    Mi scusi, ma dov’ e’ il mercato in questo caso ? E’ chiaro che, se le banche francesi e tedesche fossero costrette a portare, come logica di mercato vorrebbe, a perdite i prestiti incautamente concessi, andrebbero in default. Questo semplice epilogo, con le conseguenze del caso per gli amministratori e gli azionisti, funzionerebbe da deterrente all’assunzione di rischi altrettanto incauti da parte di altri istituti. Questo e’ mercato. E’ chiaro che, se invece la politica addebita le perdite al pubblico contribuente, gli istituti bancari e i loro AD, senza perdita alcuna a loro carico, continueranno ad assumere rischi assurdi. Per piacere, non pensiamo ad altre regole pubbliche o ad altri interventi delLa politica: ne abbiamo fin sopra i capelli.

  27. Marco L.

    OK. E’ curioso come la grande finanza, che dovrebbe essere l’espressione del mercato, sia l’unica ad avere il privilegio di non doverci mai fare i conti, privilegio che non avranno i disoccupati della disastrata economia greca.

    Comunque è chiaro che gran parte del danno, da un certo punto in avanti, è stato fatto dai governi tedesco e francese che hanno difeso gli utili e lo stato di salute delle banche delle loro nazioni.

  28. CLAUDIO DI CROCE

    @davide
    Come deve essere trattato una stato che si indebita ?
    Ha il diritto di non pagare i suoi debiti che devono essere pagati da chi gli ha prestato i soldi ?
    Per esempio lo Stato italiano che tutti i mesi si deve presentare sul mercato per chiedere soldi per tirare avanti ha il diritto di non restituire i soldi che banche e istituzioni finanziarie italiane e straniere, cittadini italiani e stranieri gli hanno prestato ?
    I cittadini italiani che sottoscrivono BOT ,BTP , CTZ ecc.. devono
    sapere che lo Stato italiano ha il diritto di non restituire i soldi ricevuti in prestito ?
    Ma Lei con i SUOI soldi cosa farebbe ? , li presterebbe a chi sa che se le cose vanno male non li restituisce con il plauso del popolo ?

  29. Ginko

    Caro Giannino, ti seguo con ammirazione e molta attenzione e ti ringrazio per le tue lucide analisi che ci regali.
    A riguardo il tema del post, credo che ti sfugga una questione.
    Il progetto Euro è fallito! a quale paese rigoroso e virtuoso può interessare a questo punto un’Europa politica?
    Una risposta interessata la puoi trovare solo in quei paesi che a causa di politiche economiche disastrose, imbrogli dei conti e deficit facile ora si vedono sommersi dai debiti, ai quali viene presentato un conto salato.
    Come si fà a dire responsabilità a Francia e Germania quando la vera causa di questa disfatta economico-finanziaria è da attribuire a cattive politiche di gestione del deficit specifiche di ogni paese cosiddetto PIIGS.
    Un saluto.

  30. Mario

    @Davide
    Lei si dice d’accordo co Giannino – e Tremonti, quindi – ca l’emissione di Eurobonds ad ovvio finanziamento dei debiti pubblici dei paesi aderenti. In Italia conosciamo benissimo i danni prodotti da questa possibilità di indebitamento da parte dei vari ns governi. Mi spiega perché lo stesso schema di deficit spending dovrebbe funzionare a livello CEE ?

  31. Il Folletto

    Mi spiega perché lo stesso schema di deficit spending dovrebbe funzionare a livello CEE ?

    Non può spiegartelo: è la stessa identica cosa.

  32. giobbe covatta

    il problema e’ : gli stati quando ripagheranno il debito che hanno contratto ?
    o per meglio dire , gli stati tutti gli anni pagano gli interessi sul debito che una volta arrivato a scadenza viene rinnovato con nuove emissioni di bond .
    ma vi sembra una cosa saggia vivere creando in continuazione debito ?
    prima o poi andra’ rimborsato , il debito , o no’ ?
    un’azienda che si comporti come gli stati consumando piu’ di quello che produce e finannziando la differenza chiedendo soldi a ” prestito ” , quanto pensate durerebbe sul mercato .
    i continui deficit di bilancio non fanno altro che alzare il debito complessivo , che deve essere rifinanziato in contunuazione perche’ e ‘ impossibile estinguerlo , a meno che gli stati non vendano i ” gioielli di famiglia ” e si concentri veramente sulle cose che deve fare , che non sono tante e lasci le altre al mercato , ma normandolo in modo serio e controllando l’applicazione delle norme con severe e reali sanzioni .
    il nostro ministro tremorti sta’ facendo il gioco di francia e germania svendendo l’italia e di conseuenza gli italiani agli stranieri , per cui diventeremo ospiti in casa nostra .
    cio’ che non era riuscito a fare hitler , creare la Grossdeutchland , lo sta’ facendo il nostro ministro tremorti massacrando le PMI italiane e vessando i contribuenti italiani nel nome dell’equita’ fiscale con i metodi coercitivi di equitalia , la quale opera totalmente al di fuori dei dettami costituzionali !
    ITALIANI ! ITALIANI ! SVEGLIA !!!!

  33. rino baldini

    Quello che non trovo mai menzionato nei media italiani è che i cittadini tedeschi non hanno voglia di pagare tasse per sovvenzionare le economie corrotte del mediterraneo. Qui si parla di “tedeschi” e “francesi” mettendo insieme da un lato le loro banche e dall’altro i cittadini: le prime vengono salvate, i secondi pagano.

  34. CLAUDIO DI CROCE

    Quando leggo le osservazioni sulle banche mi viene sempre in mente quanto ha scritto il Manzoni sui Promessi Sposi a proposito delle folle e degli untori . I moderni untori sono le banche e le folle sono sempre le stesse. Non c’è più per fortuna la peste ma c’è il default che è colpa delle banche e dei politici a loro sottomessi che le vogliono salvare a spese dei virtuosi cittadini . Ovviamente la verità è un’altra ma fa molto comodo a noi cittadini credere a queste panzane così abbiamo la coscienza a posto e abbiamo un comodo e antipatico capro espiatorio . Avete mai pensato a cosa succederebbe a noi cittadini – non ai banchieri – se le banche fallissero ? I soldi depositati presso le banche – i nostri soldi – che fine farebbero secondo voi ? Il vero patrimonio delle banche non sono i soldi dei banchieri ma sono i nostri soldi. Ve le immaginate le file dei cittadini davanti agli sportelli bancari – i bancomat e le carte di credito non funzionerebbero più – per cercare di ritirare qualche soldo, come i milanesi davanti ai forni di manzoniana memoria ? E tutta l’economia che enorme danno ne riceverebbe ? Il fallimento della Lehman ha causato all’economia – e quindi a tutti noi non ai banchieri -danni di portata planetaria i cui effetti sono ancora presenti dopo tre anni . Ne è valsa la pena secondo voi per dare una lezione alle odiate banche ?
    NB . non sono ovviamente un banchiere e neanche un bancario.

  35. Mario

    @ Claudio Di Croce
    Caro sig. Di Croce, mi pare non abbia le idee molto chiare sul sistema bancario. La consiglio di informarsi meglio sul funzionamento del sistema, a partire dalla riserva frazionaria. Poi, se vuole, ne riparliamo.

  36. giobbe covatta

    @CLAUDIO DI CROCE
    LE PANZANE SONO LE TUE !!! LE BANCHE A CAUSA DELLE LORO CAZZATE ( DERIVATI , ETC ) SONO LA PRINCIPALE CAUSA DEI NOSTRI MALI E NON VEDO IL PERCHE’ IL CITTADINI CHE NON HA NESSUNA RESPONSABILITA’ NELLE CAZZATE FATTE DALLE BANCHE NE DEBBA PAGARE LE CONSEGUENZE CON IL SALVATAGGIO DELLE MEDESIME DA PARTE DEGLI STATI .
    E’ MEGLIO CHE FALLISCANO ED I LORO VERTICI VADANO IN GALERA COME MONITO A QUELLE CHE RESTERANNO SUL MERCATO AD OPERARE .
    E’ ORA DI FINIRLA CHE A PAGARE SIA SEMPRE PANTALONE E CHE I BENEFICI SIA SEMPRE DI POCHI .
    IL PROBLEMA DEL AFLLIMENTO DELLE BANCHE NON SI PONE ALCUNE FALLIRANNO ALTRE RIMARRANNO SUL MERCATO I RISPARMIATORI PRE LEGGE HANNO GARANTITI I DEPOSITI .
    ALLORA DI CHE PREOCCUPARCI !
    CHE MUOIA SANSONE CON TUTTI I FILISTEI .
    SI RICOMINCEREBBE SU BASI PIU’ SOLIDE CHE NON LE ATTUALI MINATE ALLA BASE DALL’ALLEGRA FINANZA .

  37. CLAUDIO DI CROCE

    @Mario

    @giobbe covatta
    Non conosco il sistema bancario come voi : il termine ” riserva frazionaria ” mi è sconosciuto : sarei contento di ricevere una breve lezione di chiarimento.
    Il sistema economico occidentale – tutto, Germania compresa- fa acqua perchè complessivamente non è più in grado di mantenere il welfare costosissimo creato .
    La vera colpa dei politici è di non spiegarlo chiaramente ai cittadini , per paura delle reazioni dei votanti. Le rivolte dei greci, spagnoli e anche italiani nascono di lì.
    Vorrei solo ricordare che non fallirebbe una banca ma tutto il sistema e quindi non ci sarebbe fondo di garanzia che tenga .
    Ma voi veramente credete che questo fantomatico ” Fondo di Garanzia ” restituirebbe i soldi dei depositanti ? con i soldi di chi ? dello stato in fallimento ?
    Resterebbe solo la ” soddisfazione ” di vedere qualche untore in galera .
    A voi basta ? a me no .

  38. Sergio

    Caro Giannino, insomma, dopo aver ascoltatola sua trasmissione con Baldassarri, mi pare evidente che l’Italia non sia affatto pig, che l’Italia non viva affatto al di sopra delle proprie possibilità, semmai al di sotto. Il problema dell’Italia insomma non è il PIL, ma è il fatto che convive con una malavita organizzatissima, così organizzata che è diventata sistema di potere ed è innervata nella società civile e politica.
    Se gli italiani si liberassero da questo cancro, pagherebbero il debito in pochi anni e metterebbero le ali, come farebbe chiunque ha arrancato col giubbotto di piombo per decenni.
    Aldilà di tutte le stupidaggini che si sentono a destra e manca, gli italiani tutti dovrebbero davvero unirsi e per cinque anni pensare solo a fare piazza pulita, a cacciare in galera o via per sempre quei 500.000 che Baldassarri indica come i riceventi di tutto il danaro che sprechiamo. Dopo 5 anni potremo ricominciare ad azzuffarci sulle stupidaggini che a noi italiani piacciono così tanto. Vede un’altra soluzione?

  39. La soluzione è per i cittadini europei quella di smettere, per quanto possibile, di giocare alle regole di questo gioco truccato.
    Invece di investire in bond tedeschi o titoli spazzatura greci, quella di comprare oro fisico (o argento o altro) e liberarsi il prima possibile della cartaccia che questa gente sta svalutando.

    Alla fine, il risultato sarà sicuramente e solamente che:
    1) Ci saranno dei default e le banche e quindi i risparmiatori faranno a loro volta default e perderanno gran parte del capitale e dell’investimento
    2) Le banche saranno salvate con infusioni di denaro pubblico, aumentando la massa monetaria (cioè, inflazione) oppure aumentando brutalmente le tasse e riducendo il welfare per tutti.

    Uno può rimanere a guardare, rimandando il risultato finale di qualche mese o qualche anno, oppure smettere di giocare e far crollare il castello di carte sulla testa di questi signori.

  40. come mai in tutti questi anni di questi problemi se ne parla a vari livelli ,tutti poco competenti ,e invece non si sente nessun commento o indicazione o presa di posizione o gruppo di studio per risolvere i problemi da parte di illuminati gruppi di economisti sia attivi che docenti ? possibile che i giornali siano pieni di opinioni e commenti di giornalisti e non vengano invece riportate interviste e commenti provenienti dallo studio attuale fatto dai suddetti gruppi . dov’è questa gente ,perchè viene lasciato tutto sempre solo in balia dei mercati senza che quei signori si prendano la briga di esternare ,cassare ,suggerire bocciare e così via

  41. CLAUDIO DI CROCE

    @Mario
    Ho finalmente scoperto, e La ringrazio , quale è la funzione di una banca : accettare di ricevere denaro dei depositanti e imprestarlo a coloro che li chiedono , guadagnando sul differenziale dei tassi. Lei cosa propone ? chiudiamo le banche e ci teniamo a casa sotto il materasso i nostri denari ? Eliminiamo il denaro e torniamo al baratto ? Facciamo una generale Comune senza denaro e finalmente ” ad ognuno secondo i propri bisogni ” con l’attività volontaria di coloro che possono ?
    Passano i decenni, i secoli ma le illusioni, le utopie , non passano mai .
    Dopo qualche anno di sonno forzato determinato dal fallimento evidente , stanno ritornando di moda i principi ” comunitari ” – non si osano ancora di chiamarli comunisti ma tra un pò ci ritorneremo . Pisapia, Vendola sono un chiaro esempio :pur essendo comunisti nelle elezioni hanno fatto di tutto per dissimularlo , ma credo che tra non molto ritorneranno a rivendicarlo.
    Vorrei comunque ricordare che anche nei paesi comunisti le banche ci sono sempre state , esistono anche a Cuba e nella Corea del Nord.
    Resto comunque in attesa di proposte concrete .

  42. Mario

    @Claudio di Croce
    Credo che non abbia letto attentamente l’articolo, perché è evidente che non ne ha capito la sostanza.
    In ogni modo il sistema bancario funziona più o meno in questo modo:
    La banca centrale presta a una banca agente un importo X, poniamo 10000 euri. La banca agente iscrive a riserva obbligatoria una pc di tale somma, poniamo il 10% pari a 1000 euri; i restanti 9000 euri li presta ai propri clienti a un certo tasso, poniamo il 5%, sul quale ovviamente “lucra”, come dice Lei.
    Questi 9000 euri prestati alla clientela ritornano, prima o poi , nella stessa banca o in altra del sistema bancario, in quanto chi li ha ricevuti in prestito li ha rimessi sul mercato pagando qualcuno che, incassandoli, li riversa in banca (nella stessa o in altre, poco importa). Quest’altra banca (o banche), ricevuti i 9000 euri, ne iscrive a riserva obbligatoria 900 e ripresta ad altri clienti 8100 euri. E così di seguito. In questo modo il sistema bancario, da un prestito originario della banca centrale di 10000 euri, arriva a prestarne 90000, cioé paga interessi su 10 e li incassa su 90. Più diminuisce la riserva obbligatoria, più aumenta la quantità di denaro che il sistema bancario può prestare, “lucrando” sui tassi in misura sempre maggiore. Di fatto, se non ci fosse alcuno spread tra tassi passivo e attivo, il sistema bancario pagherebbe il 5% per incassare il 45%. Un vera moltiplicazione dei pani e dei pesci. Lei mi chiede se tornare al baratto: forse proprio al baratto no, ma al gold standard certamente sì : la moneta tornerebbe ad essere una merce e ci darebbe una misura concreta per la valutazione di beni e servizi anziché tutta questa carta con la quale, di questo passo, faremo bellissime barchette ed aeroplanini.
    Non so se sono stato sufficientemente chiaro. Questo non è il mio mestiere.

  43. CLAUDIO DI CROCE

    @Mario
    Non è neanche il mio mestiere , ma sono stupito di apprendere che i soldi che hanno le banche e che imprestano ai clienti sono della Banca d’Italia.
    I soldi di tutti noi – penso anche i Suoi – che sono depositati presso le banche sono anche questi della Banca d’Italia.
    Le decine di milioni di c/c intestati ai cittadini italiani sono in effetti della Banca d’Italia.
    Il gold standard è stato abbandonato da diverse decine di anni per evitarne il fallimento anche formale , perchè in effetti nella sostanza era già fallito . Ma forse le autorità economiche e monetarie mondiali che hanno preso atto della situazione erano asservite alla grande finanza .
    Di fronte a queste argomentazioni mi arrendo e mi rileggerò o Promessi Sposi .

  44. Mario

    @CLAUDIO DI CROCE
    Da che ha desunto che il gold standard sarebbe fallito nella sostanza ? Su novella 2000 ? Inoltre i soldi di tutti noi sono appunto di ciascuno di noi; la banca centrale al massimo li emette. Una moneta basata sul gold standard e’ libertà; il denaro digitale ci rende schiavi dei banchieri.
    Continui a leggere il Manzoni.
    Saluti

  45. CLAUDIO DI CROCE

    @Mario
    Volentieri continuo a leggere il Manzoni : forse Lei dovrebbe riprendere dal Sillabario e dalle tabelline aritmetiche.

  46. Matteo

    I greci già da anni sapevano dei conti truccati per entrare in Europa, giravano barzellette di tutti i generi…

  47. giobbe covatta

    @CLAUDIO DI CROCE
    le banche fino al 1992 ( in Italia ) erano pubbliche , CHE RITORNINO PUBBLICHE e NON
    PRIVATE .
    Purtroppo Banca d’Italia , che e’ il controllore , ha come azioniste le banche che deve controllare , private , di conseguenza anche Banca d’Italia e’ privata e , non vigila come deve vigilare .
    Conseguenza di questa privatizzazione , di una cosa che la costituzione aveva affidato allo stato , e’ l’esplosione dei costi per la ” tenuta di un c/c ” , la non trasparenza dei contratti bancari , l’esasperata ricerca del guadagno facile ( la conseguenza sono i contratti derivati SIC ! ) , la prevaricazione nei confriìonti dei cllienti per cui gli si appioppano costi extra ( tipo contratti assicurativi sulla vita su ogni contratto di finanziamento a prezzi esorbitanti e che non proteggono da nulla ! ) .
    L’unica soluzione e’ che le banche ritornino al pubblico , l’esoerienza privatistica e’ fallimentare , le nostre banche sono TUTTE , TUTTE ad un passo dal default , in queto modo si ritornerebbe a remunerare in modo adeguato le somme depositate sui c/c ed i costi di tenuta conto crollerebbero .
    IN ITALIA SONO TROPPE LE PRIVATIZZAZIONI CHE SONO STATE FATTE ” MALE ” .
    Gli organismi di vigilanza devono poter VIGILARE e SANZIONARE , avete capito bene SANZIONARE i comportamenti lesivi della concorrenza e poco trasparenti VANNO SANZIONATI anche con la radiazione a VITA dalle posizioni ricoperte .
    Questo deve essere valido per tutti i monopoli naturali , GAS , ACQUA , ENERGIA ELETTRICA , TELEFONIA , ASSICURAZIONI , FINANZA etc .
    Non si deve permettere la formazione di cartelli , hanno permesso la costituzione in Italia di MEGABANCHE ( UNICREDIT , INTESA SANPAOLO , MPS , UBI BANCA ) che assieme rapprensentano oltre il 60% del mercato , pochi attori hanno tutto l’interesse a mettersi d’accordo per uniformare l’offerta ad un livello che gli garantisca il livello piu’ alto di guadagno .
    In italia le privatizzazioni si sono tutte risolte nella negazione piu’ totale del mercato , quindi se non si e’ in grado di gestire questo processo che si ritorni alla gestione pubblica di queste attivita’ saranno gestite peggio ma a costi molto piu’ contenuti .
    Per intenderci , non sono assolutamente favorevole al ritorno dello stato nei settori poco sopra menzionati , ma visti i risultati .
    P.s. poiche’ l’RC auto e’ obbligatoria , imposta dallo stato , come mai ha dei costi cosi’ esorbitanti , circa il doppio della media europea , non dovrebbe intervenire lo stato a calmierare i prezzi imponendo un’assicurazione TIPO STANDARD che tutti sarebbero in grado di pagare ?
    In questo modo tutti avrebbero l’assicurazione eliminando il problema di chi usa l’auto senza l’assicurazione !
    Una risposta PREGO .

  48. giobbe covatta

    @Matteo
    PERCHE’ I BILANCI ITALIANI , PIUTTOSTO CHE SPAGNOLI , PIUTTOSTO CHE FRANCESI , PIUTTOSTO CHE BELGI , PIUTTOSTO CHE AUSTRIACI ETC NON SONO FORSE FALSI ???
    MI CONVINCA DEL CONTRARIO !!!!

  49. Rodolfo

    Caro Oscar, la Gran Bretagna, che e’ fuori dall’area euro, ha dovuto pagare l’aiuto all’Irlanda dato che la maggior parte delle banche che sono detentrici del debito Irlandese sono inglesi, inoltre l’Irlanda e’ uno dei piu’ importanti partner economici della Gran Bretagna, dunque i britannici hanno capito che se lasciavano in brutte acque l’irlanda loro ne avrebbero subito nefaste conseguenze.
    Distinti saluti

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