ThyssenKrupp, 5 anni dopo
Esiste un Caso ThyssenKrupp. L’amministratore delegato di una multinazionale tedesca con cognome tedesco viene condannato per omicidio volontario “con dolo eventuale” a 16 anni e mezzo di reclusione per la morte di sette operai impiegati in uno stabilimento italiano. È un unicum a livello italiano, europeo e mondiale, una sentenza epocale paragonabile forse alla condanna a sei anni di carcere per i sismologi che non hanno previsto il terremoto de L’Aquila. Sentenze come queste hanno poco a che fare con il comune senso di giustizia, lo dimostra la reazione di umana solidarietà con cui i familiari delle persone coinvolte accolsero l’attuale ad Marco Pucci, quando a poche ore dall’accaduto l’allora consigliere delegato al marketing si recò presso quello stabilimento mai visto prima. A lui sono stati inflitti in primo grado 13 anni e mezzo di reclusione. Oggi ricorre il quinto anniversario da quei tragici fatti, e lo stabilimento di Torino non esiste più.











