12
Dic
2012

“La notte del 16 gennaio” di Ayn Rand in scena a Milano – di Nicola Iannello

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Nicola Iannello.

Un processo in cui il pubblico emette il verdetto. Un inno all’intraprendenza individuale. Sono le due chiavi di lettura di La notte del 16 gennaio, dramma teatrale di Ayn Rand, che torna sulle scene italiane al ‘San Babila’ di Milano, dopo allestimenti a Roma e La Spezia. Il lettore italiano lo trova in edizione Liberilibri, per la traduzione di Carla Maggiori (questa on stage è di Walter Palamenga, che ne è anche regista).
Si tratta di uno dei rarissimi casi in cui non si rischia di rovinare lo spettacolo svelando il finale, perché il finale… non c’è. O meglio, il finale lo sceglie il pubblico ogni sera e quindi varia di volta in volta. All’ingresso del teatro gli spettatori trovano il “cancelliere del tribunale” che li invita a inserire i loro nomi in una lista da cui verrà poi estratta la giuria chiamata sul palco. I giurati assisteranno a un processo per omicidio, valuteranno le prove dell’accusa e le controdeduzioni della difesa e pronunceranno la loro sentenza. Alla sbarra Karen Andre, impersonata da Adriana Ortolani. È accusata di aver assassinato Bjorn Faulkner, di cui è stata segretaria e amante. Di fronte al giudice Heath (Mauro Coruzzi, in arte Platinette) sfileranno i testimoni dalle cui deposizioni i giurati dovranno formarsi il proprio convincimento.
Una signora del teatro italiano, Erica Blanc, dà vita al personaggio dell’avvocato Stevens, mentre il ruolo dell’accusa, il procuratore Flint, è interpretato da Maurizio Palladino.
Il personaggio principale, però, non è in scena. Il protagonista, in termini randiani, è Bjorn Faulkner, ispirato alla figura dell’imprenditore svedese Ivar Kreuger, il “re dei fiammiferi”. Spregiudicato speculatore, Faulkner ha sposato la figlia di un facoltoso banchiere, ma non è riuscito a evitare la bancarotta. Tutta la storia ruota attorno alla forte personalità di Faulkner. Il verdetto è una specie di referendum sulla sua visione del mondo. E proprio questo voleva Ayn Rand: chiamare gli spettatori a partecipare attivamente al suo mondo, fatto di figure scolpite nella pietra, veri e propri manifesti intellettuali viventi più che persone in carne e ossa. I giurati, in fin dei conti, devono pronunciarsi sulla legittimità morale dei valori che hanno ispirato la controversa vita di Bjorn Faulkner.
Dal tessuto drammaturgico si comprende bene quale sarebbe il verdetto preferito dall’autrice, ma in questo caso non daremo spoiler e lasceremo allo spettatore la curiosità di mettersi nei panni di Ayn Rand.
Scritto nel 1933, il dramma fu rappresentato con successo a Broadway nel 1936. Più volte rimaneggiato dall’autrice, viene messo in scena a Milano nella sua stesura definitiva. Ayn Rand è famosa soprattutto come romanziera, anche se la sua influenza negli Stati Uniti è legata pure al suo ruolo di punto di riferimento per i sostenitori dell’individualismo, della libera iniziativa economica e del mercato in anni in cui anche la cultura politica americana strizzava l’occhio a varie forme di collettivismo. Ebrea nata in Russia nel 1905, fuggita negli Stati Uniti appena ventunenne con una sommaria conoscenza dell’inglese, la Rand è un tipico esempio di realizzazione del sogno americano. Scomparsa a New York nel 1982, i suoi libri continuano a vendere centinaia di migliaia di copie l’anno. Addirittura, in questo tempo di crisi le tirature sono aumentate, segno di una ripresa di interesse per i temi cari ad Ayn Rand.
Il lettore italiano ha a disposizione una vasta fetta della produzione letteraria di Ayn Rand. Fuori catalogo l’esordio narrativo, Noi vivi (da cui fu ricavato in Italia un intenso bianco e nero nel 1942, con Alida Valli e Rossano Brazzi), si trovano La fonte meravigliosa (resa celebre dal film con Gary Cooper del 1949, diretto da King Vidor), in catalogo da Corbaccio, la distopia Antifona, da Liberilibri, e La rivolta di Atlante vol. 1 – vol. 2vol. 3, riproposto recentemente da Corbaccio in tre volumi. Per conoscere il pensiero filosofico e politico di questa intellettuale ci si può indirizzare a La virtù dell’egoismo (Liberilibri), raccolta di saggi in cui Ayn Rand difende l’egoismo razionale e il capitalismo.
La notte del 16 gennaio sarà in scena al Teatro ‘San Babila’ di Milano fino al 30 dicembre.

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