22
Feb
2014

Le donne arrivano nei Cda: è una buona notizia?

Dalla prima indagine di Federutility sulla presenza delle donne nelle public utilities dopo l’entrata in vigore della legge Golfo-Mosca emerge che la presenza femminile nei cda è quasi raddoppiata. Segno probabile che l’obbligo di mantenere una composizione del consiglio equilibrata nel genere, prevista appunto dalla legge per i primi tre rinnovi dalla sua entrata in vigore, ha funzionato.

È una buona notizia?

Dipende.

Ha ragione Alessia Mosca a dire, su twitter, che siamo sulla buona strada, se l’obiettivo è quello di forzare le scelte imprenditoriali nella selezione dei membri del cda.

Ma la buona notizia sarebbe stata che ad un risultato simile si fosse arrivati nella convinzione di volerle in barca, le donne, non nella costrizione di doverle volere.

La legge sulle quote rosa dei cda ha uno scopo preciso, che non è esattamente una imposizione manu legis della composizione dei cda. Se così fosse, non si spiegherebbe il fatto che essa si applichi per soli tre rinnovi consecutivi. Piuttosto, la legge mira precisamente a cambiare la testa delle persone, a convincerle, per un tempo necessario a persuaderle, che le donne meritano di essere consiglieri di amministrazioni. È un’operazione culturale per via legislativa. L’essere una legge “a scadenza” non la rende meno invasiva, anzi, a parere di chi scrive la rende più invasiva, perché chiede l’intervento dello Stato non per mutare la superficie delle cose, ma il modo di pensare delle persone. Che sia poi un modo sbagliato quello per cui – chi scrive lo vive quotidianamente sulla sua pelle – le donne sono brave se carine e al massimo sono bravucce specie come segretarie e cosa importa se la cura della famiglia è sulle loro spalle, è un altro paio di maniche. Ma che questo modo deleterio, ingiusto e offensivo di pensare cambi perché una legge ci ha convinti, non è, a parer mio, essere sulla buona strada. È piuttosto un segno di sconfitta. O un segno di fretta: le nostre nonne lavoravano anche più duramente di noi, ma per comprare pure il pane dovevano chiedere gli spiccioli ai mariti (almeno, così funzionava dalle mie parti). Senza leggi di favore, un po’ di strada da allora l’abbiamo fatta. Spero che il credito e la fiducia ottenute lungo questa strada non vengano rovinate da un’emancipazione che passa attraverso le migliori intenzioni di Stato.

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3 Responses

  1. ALESSIO DI MICHELE

    Chiedo scusa: avevo messo il mio commento in calce all’ articolo sulla prostituzione, mentre invece va qua. I apologize.

    Preferirei che la crescita femminile avvenisse per altre vie:
    1) occupazione ad oltranza di piazza s. Pietro ed abbandono da parte di qualunque donna della fede cattolica apostolica romana: ringraziatemi, ché vi risparmio la storia di 20 secoli di misoginia;
    2) protesta delle donne presso i tribunali (in)civili: quelli dove giudici matrimonialisti ammazzakattivi riducono i mariti a dormire nella macchina;
    3) insurrezione davanti all’ INPS: sapete quell’ ente che eroga pensioni non badando al sesso nè del vitaliziato, nè del reversionario: e certo, Gauss era uno squallido maschilista ! Sai che impatto comunicativo !
    4) votare compatte per Fermare il Declino: la donna è quel soggetto che viene pagato di meno, eppure è sottoimpiegato: sento puzza di domanda rigida, un po’ in opposizione ad un po’ di concorrenzialità del sistema;
    5) piantarla con la tiritera “la donna ha sulle spalle il peso della famiglia”: non sono affari del datore di lavoro. L’ avrà fatta con un uomo, isn’t it ? Si rivolgesse a lui.
    Ma, quando mancano i cavalli, … .

  2. Romolo

    Di solito tutto quello che non viene condiviso viene rifiutato ed ottiene l’effetto opposto. Entrando nel merito io la ritengo una legge liberticida, perchè obbliga dei privati ad agire sui propri interessi in maniera difforme ai propri desideri.
    Se una azienda ha un gruppetto di dipendenti donna validissime e le sottoimpiega, ci rimette del suo. Ma se è costretta per legge a mettere nel suo gruppo dirigente delle persone non valide (indipendentemente dal sesso) chi paga i danni di tale imposizione? L’azienda, ma siamo matti? Se poi la legge parla solo di donne, oltre che liberticida è anche anticostituzionale, perchè le donne avrebbero le quote garantite e gli uomini no.

  3. ALESSIO DI MICHELE

    Visto che da tempo immemore le aziende, del mio curriculum, pur non disprezzabile, fanno carta igienica, propongo una legge che prescriva l’ impiego di 54enni alti m. 1,9 con occhi marroni, amanti del jazz, bravi cuochi dilettanti, proprietari dal gennaio 2007 di una motocicletta giapponese blu con motore bicilindrico di 650 cm3, romani, vissuti da giovani nella prima circoscrizione capitolina, poi nella IX (ex 12a). Perchè le donne sì e questi altri no ?

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