30
Mag
2010

Krugman, professione propagandista

Mi è stato segnalato questo articolo di Krugman, pubblicato sul Sole24Ore.

Krugman afferma che:

  1. L’incidente della British Petroleum è colpa di Friedman
  2. Il liberalismo suppone che i politici siano angeli
  3. Mises è il fondatore della Scuola austriaca.

Le tre tesi sono più o meno interamente infondate.

Secondo una legge americana, tra l’altro citata, e quindi a lui nota, da Krugman, BP pagherà solo 75 milioni di dollari per i danni provocati. Secondo Krugman, questa è colpa dei “liberisti” come Friedman. Ditemi voi se i “liberisti” sono contrari al pagamento dei danni creati dalle attività altrui, oppure semplicemente se un lobbyista molto bravo ha fatto un regalo a BP e ha creato un enorme problema di moral hazard (esattamente come le politiche che difende Krugman per i mercati finanziari).

Anche l’argomento secondo cui il liberalismo funziona solo se i politici sono incorruttibili è completamente infondato. Semmai, sono i socialisti e gli interventisti, di destra o di sinistra, che ogni tanto dovrebbero chiedersi se veramente lo stato e i politici a cui vorrebbero dare il potere assoluto sono così affidabili, buoni, competenti, onesti e generosi come credono, o perlomeno fingono di credere.

Nel liberalismo, i politici possono fare pochi danni perché non hanno potere: non potrebbero, ad esempio, esonerare le grandi aziende dal pagamento delle conseguenze dei propri errori. La responsabilità civile è parte integrante del sistema giuridico di una società libera. Questo farebbe sparire il rischio del moral hazard. Non annullerebbe ovviamente i rischi ambientali: ne internalizzerebbe i costi, che è tutto ciò che serve per avere efficienza. La democrazia corporativa che purtroppo piaga le nostre società è la sola responsabile del problema.

Che poi Krugman creda che Mises sia il fondatore della Scuola austriaca è soltanto ignoranza, problema relativamente secondario. Che non abbia mai sentito parlare di Menger, che scrisse il suo primo libro prima che Mises nascesse, non è una tragedia. Almeno rispetto al resto dell’articolo.

Krugman ha comunque ragione su una cosa: i repubblicani sono una gigantesca lobby che dà privilegi ad alcuni attori sociali a danno del resto della società americana. La stessa identica cosa, però, vale anche per i democratici, e comunque il liberalismo non c’entra nulla con tutto ciò: sono infatti solo i liberali che si lamentano dell’inefficienza e della corruzione implicita nella “grande illusione che tutti possano vivere a spese di tutti gli altri”. Il più grande problema politico dei nostri tempi è lo strapotere dei politici, e le idee rappresentate da Krugman sono parte integrante del problema.

Il totale disprezzo per la verità mostrato da Krugman non ha scusanti: è anche socialmente pericoloso, come argomentato dal filosofo Harry Frankfurt nel suo noto saggio sull’indifferenza verso il vero. Le persone per bene, come dice un mio amico, dovrebbero esserne scandalizzate, anche se non sorprese.

16 Responses

  1. Luca Salvarani

    Anche io ho letto quell’articolo demenziale! La cosa più incredibile è che la colpa è di tutti (incluso il candidato al senato del Kentucky Rand Paul e di Friedman che nel frattempo è morto da anni e non può nemmeno difendersi..) tranne che della BP, che proprio in questi giorni ha avuto anche un ennesimo incidente in Alaska…segno che forse è in quella compagnia che c’è qualcosa che non quadra! Se questo fosse successo con Bush, per giunta poco dopo aver permesso nuove trivellazioni in mare, Krugman l’avrebbe asfaltato, Obama invece deve restare immacolato….Un’altra cosa allucinante è scrivere che BP pagherà al max 75 milioni! Ma se loro stessi hanno detto di averne spesi finora oltre 700…sarebbero pazzi a farlo se al massimo avrebbero dovuto sborsarne 75, cosi come gli investitori che seguitano a vendere le azioni scontando i danni che la società dovrà pagare…e questo sarebbe un nobel…. il meglio che hanno da offrire i keynesiani….

  2. Ma e’ piu’ grave che ‘sto cretino di Krugman dica e pensi queste cose oppure che un quotidiano autorevole (ma dove?) come il Sole 24 Ore pubblichi un articolo del genere?

    Confindustria statalista!

  3. Pietro Monsurrò

    Dave: Giorni fa un mio amico per mail mi aveva avvisato che il Sole24Ore aveva inaugurato una rubrica di economia con la caricatura di Krugman. Krugman mi sembra un personaggio poco raccomandabile in quanto a onestà intellettuale, però almeno un paio di articoli scientifici interessanti (quando faceva l’economista, nel precedente lavoro) li ha scritti. E’ comunque molto triste che personaggi così disonesti abbiano tutto questo spazio, la politica sarebbe migliore se ci fossero gli anticorpi contro questo modo subdolo di fare propaganda politica di infima qualità.

  4. Pietro Monsurrò

    Luca Salvarani: quanto dice Krugman è corretto. la legge dice: spese di salvataggio a carico di BP, e al massimo 75 milioni di dollari di risarcimento. Con quella cifra mi sa che non ci comprano neanche i gamberetti che hanno impantanato nel petrolio. E’ una legge vergognosa, come tutte le leggi che beneficiano una piccola parte a danno di tutto il resto della società, e che caratterizzano lo stato corporativo antiliberale sin dai suoi primi vagiti.

  5. Luca Salvarani

    Grazie per la precisazione! Evidentemente ho capito male io l’articolo di Krugman dove mi pareva si affermasse che l’onere complessivo massimo per BP fosse di 75 milioni; però qualcosa non mi torna! Vedremo alla fine quanto pagherà davvero Bp. Se davvero BP dovesse risarcire cosi poco credo che sarebbero i consumatori a sanzionarla pesantemente, cosa che mi dicono sta già succedendo! Non sono un esperto di legge ma mi pare che in USA oltre a risarcire il danno spesso si stabiliscano delle sanzioni “punitive” per chi compie un certo comportamento, il cui ammontare può essere molto consistente, addirittura maggiore del risarcimento stesso….se non lo stabiliscono stavolta per la BP dopo l’ENNESIMO incidente, non so proprio quando lo possano fare! Non credo che BP abbia perso 1/3 circa del suo valore per una faccenda da 75 milioni (valore per gli azionisti, diciamo del capitale economico per capirci)! Per come la vedo io legge o no, la BP dovrà pagare tutto quanto, in un modo o nell’altro: è una questione politica oltre che legale!

  6. Pietro M.

    Per quanto ne so, l’ammontare di risarcimenti per danni è limitato a 75M$, questo significa che non ci saranno risarcimenti punitivi o chissà cosa perché la BP è protetta dalla legge americana, scritta da un lobbyista, magari con la scusa di facilitare il progresso economico (che come tutti sanno dipende evidentemente dal danneggiare i pescatori di gamberetti, più o meno come gli agricoltori del XIX secolo i cui campi venivano incendiati dalle ferrovie protette da Washington).

    Che poi la BP perda in borsa, non credo che sia per un risarcimento che non pagherà se non in minima parte. Può essere:

    1. per i costi delle operazioni di chiusura della fuorisciuta di petrolio, che saranno oltre un miliardo di dollari, se già ne hanno spesi 700 come dice.
    2. per il rischio di dover subire maggiori regolamentazioni per la trivellazione anche in altri pozzi, non solo negli USA (rischio non remoto perché le regolamentazioni, anche quando sono solo una toppa a problemi creati da altre regolamentazioni, piacciono sempre ai politici… e alle lobby che possono infarcirle di privilegi legali).
    3. per il rischio che in futuro qualcuno al Congresso si svegli e ripristini la responsabilità civile per danni anche per le aziende bene ammanicate con Washington (rischio immagino remoto perché i congressmen sono poco affidabili).
    4. per il rischio che i consumatori se la prendano con BP, cosa che reputo molto remota, visto che i boicottaggi falliscono quasi sempre, implicando un prisoner’s dilemma.

  7. E’ scandaloso! Assolutamente scandaloso! Ed è un’offesa all’intelligenza!
    Quel che scrive Krugman? No, che la gente seria perda tempo oltre che a leggerlo, pure a commentarlo! 🙂

  8. Pietro M.

    E’ come con i signoraggisti: è dovere morale di ogni persona intelligente difendere le persone più suggestionabili o meno preparate dal fanatismo, la propaganda e l’irragionevolezza.

  9. stefano

    Per fortuna che Krugman non è Italiano, altrimenti sarebbe stata colpa di Berlusconi (che di difetti ne ha tanti, per carità…)
    Il fatto che Krugman sia premio Nobel la dice lunga sull’attuale attendibilità del premio Nobel. E a mio parere la dice lunga anche sulle attuali condizioni de “il Sole”. Per la serie: come siamo caduti in basso.
    Mah!

  10. stefano

    @Pietro M.
    Ecco, per cortesia, una spiegazione sul signoraggio: cos’è, c’è o non c’è, dov’è… non è che mi dai le dritte per farmi un’idea precisa, per favore? Grazie

  11. Pietro M.

    stefano: vorrei fare un post sul signoraggio, ma è un argomento noioso e che arriva troll, quindi non voglio abusare della pazienza del padrone di casa e scrivere un post che potrebbe raggiungere i 300 commenti, tutti rigorosamente privi di senso, con spezzoni copiancollati di teorie complottiste e pseudo-economia da operetta.

    Però posso mettere assieme due o tre pagine e pubblicarne sul blog di un mio amico, lo farò a giorni.

  12. stefano

    Se mi dici dove vado a darci un occhio, perché vedo che c’è una confusione impressionante (in primis nella mia testa). Molto gentile da parte tua.

  13. liberal

    Dopo che qualcuno avrà “giustiziato” il sig. Krugman, sareste così cortesi da spiegarmi come mai il vostro liberismo, qualunque cosa succeda nel Mondo è sempre dalla parte giusta? I lobbisti del petrolio, sono o no liberisti? I liberisti che lavorarono per il dittatore Pinochet, erano liberisti? Difendere i diritti civili e la libertà del singolo, oltre ai suoi investimenti, è da liberisti? E se lo è, perchè nelle grandi battaglie civili, non ci siete mai? Basta così…… grazie dell’ospita lità.

  14. Pietro M.

    @liberal

    Krugman si squalifica da solo, non c’è bisogno di giustiziarlo: chi argomenta in questo modo squallido e disonesto dimostra di essere un propagandista privo di principi. E’ una cosa tipica della politica, ovviamente, non una caratteristica della sinistra: ci sono da tutte le parti degli intellettuali che sacrificano l’onestà intellettuale al vantaggio politico, e Krugman non è certo né l’unico né il peggiore. La calunnia, il dileggio, e gli artifici retorici fanno parte del bagaglio culturale e argomentativo di ogni attivista che si rispetti. Ed è per questo che schifo la politica, e quindi anche ciò che scrive Krugman. La faziosità è un vizio morale e intellettuale imperdonabile, e il mondo sarebbe un posto migliore se l’onestà intellettuale non fosse considerata un inutile ostacolo al raggiungimento degli obiettivi della propria fazione da numerosi intellettuali di tutti i partiti.

  15. Pietro M.

    @liberal
    E dopo questo concione, veniamo agli argomenti, anche se vedo che di quanto dice il post non ti interessa nulla. E del resto considerare una richiesta di onestà intellettuale come un modo di giustiziare è indicativo…

    “come mai il vostro liberismo, qualunque cosa succeda nel Mondo è sempre dalla parte giusta?”

    Proponi controesempi e vediamo, no? Senza controesempi la domanda merita una risposta puramente tautologica, essendo entrambe prive di contenuto.

    “I lobbisti del petrolio, sono o no liberisti?”

    Se tu avessi letto il post, avresti capito che per me, e per i liberali in generale, le lobby – di qualunque tipo – sono una malattia incurabile delle democrazie corporative, che solo la separazione dello Stato dall’economia può curare. Il lobbyismo è dovuto al fatto che i gruppi politici organizzati (cfr public choice) possono ottenere privilegi a danno del resto della società, sfruttando il potere dello Stato di manipolare il diritto.

    “I liberisti che lavorarono per il dittatore Pinochet, erano liberisti?”

    Penso che chi cerca di salvare il salvabile faccia sempre qualcosa di apprezzabile. I liberisti che hanno proposto la riforma delle pensioni in Cile sono stati la base del successivo successo economico cileno. Il sistema cileno è poi stato esportato in vari paesi, cosa che nell’America Latina non è mai successo, essendo un continente che si limita a scopiazzare le idee più populiste provenienti dall’Europa e a continuare a crederci con decenni di ritardo.

    Molti – e l’argomento è sicuramente importante – dicono che non bisogna collaborare con i dittatori. Ora, Pinera fece anche una riforma dei sindacati che ne aumentò la libertà di manifestazione, e si dimise quando Pinochet voleva estradare un oppositore dal Cile, quindi il trade-off tra fare qualocsa di buono sporcandosi le mani, e tenere le mani libere chiudendosi all’Aventino gli era ben chiaro.

    Io faccio sempre un esempio molto brutale: c’era un tizio in Germania negli anni ’40 che andava dalle SS e si faceva prestare degli schiavi ebrei. Li faceva lavorare nella sua fabbrica e guadagnava soldi grazie allo sfruttamento della manodopera forzata. Questo tizio, a cui Spielberg ha dedicato un film, si chiamava Schlinder, e ha salvato migliaia di ebrei dai campi di concentramento. Ora, mi chiedo se Schlinder non vada considerato uno schiavista – dal punto di vista di chi preferisce l’Aventino al compromesso.

    Ciononostante, ammetto che questo è un tema molto importante e su cui vale la pena riflettere. Io sono indeciso, nel senso che ogni persona dovrebbe impegnarsi a migliorare il mondo che lo circonda: a volte ciò richiede l’Aventino, a volte lo sporcarsi le mani. Pinera e Schlinder si sono sporcati le mani, e hanno ottenuto grandi risultati per i loro paesi.

    “Difendere i diritti civili e la libertà del singolo, oltre ai suoi investimenti, è da liberisti?”

    Certo, ogni limitazione della libertà è una violazione dei diritti che i liberali sostengono debbano essere di tutti gli individui. Le discriminazioni verso le donne e gli omosessuali, il proibizionismo dell’alcol e delle droghe e della prostituzione, la schiavitù e l’inferiorità giuridica delle minoranze, e l’imposizione di una religione o l’intolleranza religiosa, sono considerate crimini dai liberali.

    “E se lo è, perchè nelle grandi battaglie civili, non ci siete mai?”

    Milton Friedman era per la liberalizzazione della droga. Tutti i liberali sono per la libertà di stampa. Mises negli anni ’40 – in tempi quindi molto meno laici degli attuali – era favorevole ai contraccettivi.

    Il liberalismo per impostazione mentale è favorevole a qualsiasi attività non-aggressiva, e a riguardo io consiglierei la lettura di “Difendere l’indifendibile” di Walter Block, dove pressoché tutte le forme di proibizionismo, economico e non, sono criticate.

    PS I liberisti non esistono: si chiamano liberali. Liberismo è una parola coniata da Benedetto Croce, e – a parte i crociani – tutti i liberali che conosco considerano la distinzione speciosa, erronea, inutile.

Leave a Reply