29
Ago
2012

I like ‘em big, I like ‘em chunky, I like ‘em big, I like ‘em plumpy

Il governo è sempre più deciso a imporre la tassa sulle bibite, sebbene sia uno strumento inutile sia a incentivare comportamenti virtuosi che a fare cassa.

Questo per due ragioni principali: la prima di carattere pratico, la seconda teorica.

Nel primo caso, si consideri che il consumo esagerato di cibi e bevande gassate, così come quello dell’alcool e del gioco, nasce prima di tutto da un problema psicologico ed educativo, che certo non si può pensare di risolvere aumentando tramite le tasse il prezzo di tali beni, ma piuttosto con campagne di educazione alimentare. Si ribadisce, poi, come più volte sostenuto, che:

  1. Il consumo di cibi grassi e bibite gassate, il cosiddetto junk food, è maggiore tra coloro che dispongono di reddito minore: costa meno andare da Mc Donald’s o qualunque altra catena che mangiare al ristorante. L’effetto della tassa sarà quindi regressivo.
  2. Molti alimenti preparati in casa, o alcuni cibi che gli italiani soprattutto mettono in tavola ogni giorno come salumi e formaggi, causeranno lo stesso eccesso di grasso e colesterolo di cibi e bevande confezionate: definire in modo chiaro cosa sia il junk food è difficile, se non quasi impossibile. Il rischio, è di entrare in un circolo vizioso senza fine.

Si noti, tra l’altro, che la maggior parte delle volte si ingurgitano tali alimenti nella piena consapevolezza che non fanno per niente bene, ma solo perché se ne ha voglia. Si può giudicare male qualcuno perché si toglie uno sfizio senza far del male agli altri? Inoltre, va da sé che non è l’alimento in sé a far male, ma – eventualmente – la dose eccessiva. Se un aumento di prezzo farà calare la domanda, dipende dalla sua elasticità: ma, se anche i consumatori fossero sensibili a variazioni relativamente piccole, potrebbero finire per ripiegare su prodotti ugualmente nocivi ma meno costosi, e quindi potenzialmente di qualità inferiore! Col rischio di avere addirittura un effetto negativo dal punto di vista della salute pubblica…

Se, invece, si teme che un simile comportamento peserà poi sulla finanza pubblica, perché l’obesità è associata a maggiori problemi sanitari e quindi implica una più alta spesa da parte del SSN, per evitarlo basterebbe introdurre dei ticket sulle cure tale da coprire il prezzo del servizio: tutto ciò riducendo di pari misura il supporto fiscale alla sanità. Per altro, in questo modo lo stato dimostrerebbe di sapersi imporre dei limiti, anziché espanderli sempre più fino a entrare nel nostro frigo. Senza contare che definire l’entità in cui l’obesità e il consumo di tali alimenti incide sulla spesa sanitaria non è semplice (forse neanche possibile). In realtà, l’obesità in sé, così come le malattie e i fattori di rischio che comporta, contribuiranno all’aumento della spesa sanitaria nei prossimi anni, ma non ne sono le principali cause, rappresentate invece dall’invecchiamento della popolazione e dalle malattie croniche. In ogni caso, non è tassando i consumi che si risolvono i problemi, ma cercando di capire i motivi per cui si mangia e beve in modo compulsivo.

Si consideri poi che sulla spesa sanitaria italiana, per quanto in linea con la media Ocse, non pesano tanto i costi dei servizi sanitari, quanto quelli amministrativi: perché allora cercare di incrementare le entrate, quando prima di tutto sarebbe opportuno e urgente ridurre le uscite per gli sprechi? Questo è solo un altro modo per non responsabilizzare Stato e Regioni: se mancano i soldi, piuttosto che tenere sotto controllo le spese inefficienti, si aumentano i prelievi dai contribuenti. I quali, in ogni caso, già concorrono a finanziare il SSN e, pertanto, anche se obesi, hanno diritto alle cure.

Relativamente alla motivazione teorica, questa tassa ha il sapore di un “giudizio sugli stili di vita”: tu mangi sano e sei magro allora sei bello e buono, tu che mangi male e sei tondo (chisseneimporta se non vai al ristorante perchè non te lo puoi permettere) sei cattivo. O, “forse”, “pensare al nostro bene” è solo un ottimo pretesto per giustificare l’ennesimo balzello e spillare ulteriori soldi dalle tasche dei cittadini: perché allora non tassare anche la televisione, che spinge alla sedentarietà e, ancora di più il telecomando, che consente di cambiare canale muovendo un solo dito; o addirittura il pc, che ci permette di fare acquisti senza muoverci?

Se così non fosse, se non fosse solo una scusa per aumentare la pressione fiscale allora, come scriveva ieri Alberto Mingardi, sarebbe altrettanto giusto dare sussidi a chi si nutre bene e fa attività sportiva, riducendo o addirittura azzerando le maggiori entrate.

In ogni caso, chi è disposto a far entrare lo stato in casa propria fino a questo punto? Io no di certo, e ora vado a mangiarmi pizza e coca, almeno finchè non costa più che il ristorante.

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19 Responses

  1. alessandro

    La scusa del “costo dei comportamenti autolesionsti per la sanità” è inaccettabile. Infatti per la collettività è molto più costoso un pensionato longevo che non uno spensierato mangiatore di hamburger che si spegne di infarto a sessanta anni, senza recuperare un briciolo dei contributi versati.

    Oltretutto, la longevità non implica affatto minori spese mediche, visto che la vecchiaia anche del più salutista degli uomini richiede sempre cure mediche prolungate e costose.

    In altre parole, quello del costo sanitario è un pretestuoso utilitarismo, cinico nelle intenzioni e assurdo nella sostanza, che copre un superficialissimo intento moralista, oltre che ovviamente la volontà di arraffare qualcosa subito a qualunque titolo.

  2. DDPP

    In DDR (Germania Est) il ministero dello “Sport” aveva emanato un editto che prevedeva che i sudditi ricevessero un libretto punti. In questo libretto erano segnate le attività sportive svolte e, a seconda della tipologia di pratica, si guadagnasse un punteggio sportivo. Ad esempio 1 ora di canoa valeva 5 punti, 2 ora di nuoto 13 punti ecc. La consegna del libretto e l’assegnazione dei punti era delegato alle società sportive statali. Non sono a conoscenza delel conseguenze positive o negative che si determinavano a verifica dei punteggio sportivo.
    Mi sembra una buona idea da proporre ai nostri regnanti.
    Per motivare meglio il ministro della real casa, propongo di regalargli un salame. Da fargli consumare non tagliato a fette.

  3. Giordano

    Attenzione, però, che il fatto di potersi strafogare di tortelli e cotechini, amatriciane e ciccioli, lanbruschi e coca cole, senza pagare dazio è garantito e reso possibile da quello stesso stato sociale che la maggior parte dei frequentatori di questo blog aborre….. se si dovesse ragionare in termini economicistici, avrebbe ragione Balduzzi “l’etico”…….

  4. Francesco_P

    Ogni scusa per tassare è buona. Il meccanismo delle nuove entrate fiscali ha creato un loop perverso. Più lo Stato impone tasse ai cittadini, meno riceve di entrate fiscali a causa della contrazione delle attività produttive e dei consumi; pertanto, per non diminuire la spesa corrente, deve aumentare la velocità con cui si indebita oppure deve inasprire la pressione fiscale. In questo modo si accelera il collasso dell’economia.

    Ricostruire un sistema economico dopo il disastro richiede l’impegno di più generazioni. Bisognerebbe ripartire da zero in un mondo altamente competitivo ed in cui i finanziamenti alle imprese sono condizionati dalla priorità di evitare il default degli Stati. Se la nostra economia dovesse collassare completamente (ci siamo vicini), i trentenni – forse – potrebbero vedere un miglioramento delle condizioni di vita quando saranno giunti all’età della pensione. Sarebbe opportuno evitare di oltrepassare il punto di non ritorno, ma non possiamo chiedere delle scelte sagge a una classe politica fuori dalla realtà come quella attuale.

  5. DDPP

    @Giordano
    Buongiorno Giordano, sono e siamo tutti consapevoli che strafogarsi di qualsiasi cosa fà sicuramente male, dal fumo, all’alcool, ai cotechini. ma fa parte della nostra scelta individuale. Ma perchè non proibire gli sport pericolosi? Perchè non proibire quegli sport che fanno male agli anziani (la corsa che rovina i menischi e le giunture, la bicicletta che quando si cade ci rompe tutti)? E così via.
    Allora propongo: passiamo alla Sanità a pagamento. Ma spazziamo via tutta la il SSN, burocrati, imboscati, politici, portaborse e Ministri ex direttori generali della Sanità

  6. Fabio Tartari

    Per la serie “oggi le comiche”, un altro ministro fantasioso.
    Si potrebbero tassare anche i carboidrati, gli zuccheri, e l’esposizione ai raggi solari (fanno male alla pelle).
    A Napoli mi dicono che si stanno già organizzando per vendere, assieme ad una bibita senza gas, le palline di seltz da sciogliere dentro.

  7. Giorgio Azzalin

    Le tasse hanno tutte una scusa ,ne hanno solo invenatat una nuova! non c’e’ tanto da discuterne. Io metterei una tassa su chi si fa tassare come un suddito senza dire nulla .

  8. SID

    Se questo è quanto di meglio per racimolare altri soldi in tasse non si smentiscono e che tristezza, se invece è quanto di meglio per tutelare la salute del cittadino mi chiedo in che mani siamo finiti.

    Le confetture di frutta contengono più zucchero delle bibite e il NaCl crea più danni dello zucchero. Reintrodurre il servizio di leva e fare allenamento con i parà se vogliamo giovani più sani !

  9. Girdano

    ….. A patto che tutti mi firmino una liberatoria dove assicurano e garantiscono che quando dovranno spendere il tfr per pagarsi le cure non si incatenano al cancello di san pietro….@DDPP

  10. Lorenzo

    Giordano :Attenzione, però, che il fatto di potersi strafogare di tortelli e cotechini, amatriciane e ciccioli, lanbruschi e coca cole, senza pagare dazio è garantito e reso possibile da quello stesso stato sociale che la maggior parte dei frequentatori di questo blog aborre….. se si dovesse ragionare in termini economicistici, avrebbe ragione Balduzzi “l’etico”…….

    Caro Giordano, un buon paio di fette di salame lei non le ha nello stomaco ma sopra gli occhi.
    Possiamo strafogarci con tutto quel ben di Dio con quello che RESTA dopo che e’ passato questo stato ladro e tassicodipendente.

    Chiudere tutte le USL.

  11. Lorenzo

    Per governare a lungo i romani avevano una ricetta: panem et circenses.
    Questi tolgono il pane a chi li mantiene e torturano tutti tasssando pure i pochi piaceri della vita rimasti.
    Neanche questa l’hanno capita questi “professori”. Cosa diavolo hanno studiato? Ammesso e difficilmente concesso che abbiano studiato, cosa hanno capito?

  12. Giordano

    Caro Lorenzo, non è che lei ha una nevrosi circolare o una sindrome maniaco-persecutoria? E comunque meglio le fette di salame sugli occhi che il salame intero altrove….@Lorenzo

  13. Giovanni Bravin

    Questo governicchio propone di tassare le bibite gassate! NON detassa, o incentiva, consumi alimentari salutistici come frutta, verdura, pesce azzurro etc. Quindi la smettano di raccontarci bugie e usino le parole giuste: “Esigenze di cassa!”
    Il parametro di aspettativa di vita, ci vedeva in competizione col Giappone. In Giappone hanno posti letto in ospedali, quattro volte tanto gli italiani (ogni 1.000 abitanti).
    Ora vogliono diminuire ancora i posti letto ospedalieri italiani…

  14. chiara

    Bah, Ho un indice di massa corporea 30, quindi obesità lieve, e non bevo bibite gassate ma solo acqua di rubinetto. Non dico di cosa sono golosa perché non si sa mai che lo stato occhiuto decida di salvarmi da me stessa.

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