1
Mar
2010

Gli effetti perversi dell’Art.67 della Costituzione. Una risposta di Mario Unnia

Riceviamo dal Prof. Mario Unnia e volentieri pubblichiamo.

Ringrazio i lettori che hanno commentato il mio intervento sulla proposta di cancellare l’Art. 67 Cost. da me ritenuto responsabile, non l’unico certamente, dell’involuzione della nostra vita democratica. Va da sè che una riforma della Carta dovrebbe andare oltre la soppressione dell’articolo in questione, e delineare un assetto costituzionale ‘alternativo’ ben più profondo di quello accennato nella mia proposta.
Il rischio che il paese corre non è il ritorno all’assemblearismo sessantottino o addirittura alla Comune di Parigi (semiseria questa seconda, delirante il primo): è invece la ‘manutenzione concordata’ di cui va cianciando la coppia Fini-D’Alema, e di cui c’è traccia in alcuni commenti ispirati dal buon senso riformatore.
Il mio scetticismo in proposito è totale. Al punto in cui siamo, la nostra Carta avrebbe bisogno di un ribaltamento, sia della parte ‘ideologica’, sia di quella normativa, ma questo richiederebbe una discontinuità forte. Le discontinuità forti sono date dalle guerre civili (non dimentichiamoci che la Costituzione è nata da una guerra civile) o dai ‘golpe bianchi’, tipo quello di De Gaulle che diede avvio alla Quinta Repubblica. Purtroppo, e sottolineo il purtroppo, non c’è nulla di tutto questo all’orizzonte.

Mario Unnia

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11 Responses

  1. Luciano Pontiroli

    Con tutto il rispetto per le opinioni altrui, rammaricarsi perché all’orizzonte non si profila una guerra civile o un golpe bianco fa rabbrividire. Voglio sperare che “volentieri pubblichiamo” sia solo una formula di cortesia.

  2. mario fuoricasa

    Temperanza caro Prof.!….Temperanza.
    Ci dica come coniugherebbe gli altri 138 articoli.
    Forse passerebbe un po’ a tutti lo scetticismo.
    …Se rinasco faccio il curato di campagna.
    mario fuoricasa

  3. colombo bolla

    Può darsi che la Costituzione , in qualche suo articolo, sia obsoleta, o meglio, datata.
    Ma , oggi, che non è il ’68 , i problemi politici ci sono , e molto grandi . Noto ,mi sbaglio?, una reale incapacità intellettuale da parte della maggioranza al potere ,nell’affronare temi di tale importanza. grazie.

  4. Luigi Buccelletti

    Chiarissimo prof. Unnia, dall’alto (o dallo sprofondo) dei miei oltre 60 anni, capisco perfettamente il senso delle sue parole. E’ dalla fine degli anni sessanta che aspetto una rivoluzione liberale e anch’io non ne vedo le avvisaglie all’orizzonte. Le sue parole non mi spaventano, nè mi infastidiscono. Sono invece ben conscio di aver passato gran parte della mia vita mentre si combatteva una non dichiarata e non avvertita guerra mondiale, che ha avuto come campo di battaglia fra i più tragici l’Italia, che da questa guerra è stata distrutta nella forza morale: è stata la guerra fredda. Poco altro mi spaventa…anzi una cosa sola: dover passare gli ultimi anni della mia vita nella condizione di dhimmi.

  5. Iandoli Felice

    La Costituzione vigente profuma di onestà e di giustizia Sociale. Fu scritta da gente che aveva Coglioni- il sessantotto a cui si fa riferimento, con una certa distanza, spero che ritorni quando prima – ma sono anziano e con questi giovani educati al nulla e privi di idee,
    toccherà assistere a questo schifo di governanati. Ma quando sarà il momento, il Ras odierno non troverà il Sindacato, in particolare la CGIL, e la sinistra a difendere la democrazia.
    Felice Iandoli

  6. Iandoli Felice

    Vi ringrazio non sono all’altezza di esprimere le mie idee con termini moderati

  7. Magari sbaglio, ma mi risulta che l’art. 67 sia comune a tutte le costituzioni delle democrazie avanzate. L’eliminazione di tale art. ci avvicinerebbe alla costituzione dell’ex Unione sovietica. Se a voi va bene…

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