22
Feb
2012

Clienti-fornitori: l’Asino-Stato ride e scalcia

Con la solita esagerazione di questi tempi “Monti-madonna-di-Lourdes”, per venerdì è annunciato dai media un nuovo decreto fiscale. E dico esagerazione perché a leggere Repubblica nell’ultima settimana sembra quasi che le tasse vengano tagliate come ai tempi di Ronnie Reagan, e scappa da ridere perché nel frattempo di tagli alla spesa e alla pressione fiscale non si parla affatto, è il solito esercizio “prendi ancor di più e dai qualche briciola allo scaglione più basso”.  Non  sparo pregiudizialmente, vedremo le misure quando saranno scritte invece che annunciate da agit-prop che sembrano Giornale e Libero con Berlusconi dei vecchi tempi.  Ma so da vent’anni che i due tecnici  che lavorano su tasse – Vieri Ceriani – e spesa – Giarda – sono due statalisti di sinistra, dunque non posso certo aspettarmi i 6 punti di pil almeno di meno spesa e meno tasse che vorremmo noi. Né massicce dismisisoni di asset pubblici per abbattere il debito. Ma c’è di peggio, rispetto alla delusione culturale. C’è molto di peggio: la nuova, gravissima, solenne, atroce presa in giro della reintroduzione dell’elenco clienti-fornitori.

E’ stata strombazzata in questi giorni dai media-cagnolini, come controprova della grande svolta antievasione in corso con questo governo.  Nessuno che si sia peritato di dire l’amara verità, che noi contribuenti autonomi sappiamo bene visto che la paghiamo per l’ennesima volta con le nostre vituperate tasche.

E’ persino il meno, che sia la quarta volta in vent’anni che l’obbligo di tenuta dell’elenco clienti-fornitori torni un obbligo per poi saltare, nel nostro ordinamento. I contribuenti sono purtroppo abituati a dover assecondare i diversi ragli dell’asino di Stato, altrimenti ti becchi il suo calcio. Ma questa volta si tocca l’apice del colmo. Perchè tutti noi abbiamo dovuto tra dicembre e gennaio sborsare tra 500-600 euro minimo e, per esercizi e società maggiori migliaia e migliaia di euro, per dotarci del software necessario a registrare, elaborare e comunicare all’Agenzia delle Entrate i rilevamenti previsti dallo spesometro sopra i tremila euro a fini IVA, che governo uscente e governo Monti avevano confermato con vigenza dal 2012. E ora, appena a un mese e mezzo di distanza, lo stesso goverrno cambia idea! Dice “no grazie lo spesometro oltre i tremila euro a fini antielusione IVA non mi convince più”, si torna al registro clienti-fornitori obbligatorio tanto caro a Vincenzo Visco! E mettete mano al portafoglio per un nuovo software appena vi avremo scritto il nuovo decreto attuativo in cui ci chiariremo che cosa vogliamo che ci comunichiate di ogni vostra parte commerciale interrelata.

Non siamo più al mero dovere di assecondare ogni raglio dello Stato fiscale. Dobbiamo anche pagare e ripagare due violte, perchè ci ride in faccia mentre cambia idea. Non so se mi faccia più schifo o più orrore, che nessuno apra i giornali su temi simili.

 

You may also like

Punto e a capo n. 25
Punto e a capo n. 11
Riforma fiscale: utile tagliare le tasse, necessario tagliare la spesa
Superbonus: il governo tenga duro

40 Responses

  1. nazario c

    non parliamo dei tagli alla spesa pubblica inutile, giacché essa è utilissima per le clientele della politica…non parliamo di meno stato nella gestione (attraverso i nominati) di tutte quelle attività pubbliche che servono a ripulire denari, attraverso corruzioni, appalti ecc. e che servono a scegliere “i meritevoli” per tessere la tela dei rapporti, delle amicizie, degli elettori, in ultima istanza. vogliamo però dire di come le fette biscottate delle riforme monti vengono inzuppate in tutte le salse, senza guardare alle troppe distinzioni che tuttavia ci sono nella realtà economica di questo Stato… rigore, sobrietà, giustizia?! ovvero portiamo sul banco degli imputati un povero cristo che non si paga neppure i suoi contributi, giusto per non finire nell’elenco dei disoccupati e uno che con l’evasione si è fatto il tesoretto. e magari diamo all’accusa un buon avvocato, da 7 milioni di euro.
    l’etica del giorno consiglia: lo Stato non è né l’inferno né il paradiso. è semplicemente lo Stato.

  2. Andrea Vasconi

    Caro Dott. Giannino, ogni commento è ormai inutile, a me sembra (ormai da anni a dire il vero) di vivere un incubo e si figuri che faccio parte anche della “casta” dei commercialisti, tra le più privilegiate secondo il pensiero ormai dominante…….

  3. Davide Gionco

    Caro Giannino.

    Siamo alle solite.
    I partiti di destra, e anche lei, dicono che bisogna tagliare le spese dello Stato.
    I partiti di sinistra dicono che bisogna aumentare le tasse.

    Nell’ultimo anno fra Tremonti e Berlusconi sono state fatte entrambe le cose.
    Infatti abbiamo persone che passano giorni nelle corsie degli ospedali (grazie ai tagli alla sanità) ed abbiamo imprese che falliscono (anche) grazie all’aumento delle tasse.

    In realtà pare che entrambe le soluzioni siano fallimentari, dato che l’economia reale sta andando a rotoli, sia per le imprese, sia per i normali cittadini, di destra o di sinistra che siano.

    Ciò che mi stupisce è che nessuno (né a destra, néa a sinistra) arrivi a mettere in discussione il sistema economico-finanziario in cui siamo inseriti.

    Eppure lo stesso Alan Greenspan già diversi anni fa http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-640060/usa-greenspan-sono-scioccato/
    dichiarò che l’attuale sistema non funziona per nulla.

    Perchè non iniziamo a mettere in discussione le fallimetari politiche della BCE, che, lungi dall’assolvere il suo unico compito di controllare l’inflazione (infatti i prezzi a gennaio 2012 sono aumentati del 4.4%), ha in compenso fatto cadere nel baratro l’economia reale europea?

    E, aggiungerei, io, probabilmente c’è da rimettere in discussione lo stesso concetto di finanza.
    Che cos’è che vale?
    Sono la quantità di euro scritti da qualche parte o piuttosto la possibilità per tutti i cittadini di potere disporre secondo necessità di beni e servizi provenienti dall’economia reale?

  4. otto morselli

    è un problema che riguarda le aziende e in un paese che le vede come lo sterco del diavolo, le lascio immagginare quanto ne possa fregare ai media.
    Anzi dobbiamo essere contenti perchè se dovessero occuparsene scriverebbero: ” lo stato è riuscito ad incrementare il pil obbligando le aziende ( anche quelle che evadono le tasse derubando il popolo del giusto tributo) all’acquisto di un software che permette di controllarle, per stanare il furbo , il nemico dei proletari tutti. viva stalin!! viva il nostro condottiero !! ( opss….. temo di essermi fatto prendere dall’enfasi del racconto….)”

  5. alexzanda

    Giannino,
    cosa si aspettava dal governo dei baroni universitari fin dall’inizio sostenuti da corriere e repubblica?
    qui non se ne esce senza prima fallire, senza tragedie economiche ed umane profonde che insegnino che cosa significa troppo stato, in pratica senza che corra il sangue…….. preparatevi

  6. samir

    caro Giannino
    pagano sempre il soliti imprenditori , autonomi ,partita iva , artigiani ecc…. quelli nonsono stati mai protetti dallo stato … tante cosa non ti accorgi se non lo tocchi di persona , senti questa , sono autotrasportatore autonomo da 3 mesi non lavoro vol dire fatturazione 0 si come manca 2 anni e 9 messi per il mutuo della casa mi sono trovato in dificoltà sono andato in banca chiedendo di bloccare le rate del mutuo secondo il piano famiglia dichiarato dallo stato per proteggere le famiglie in dificoltà la risposta stata sorpresa : non possiamo perche questo piano famiglia rigurada solo il dipendenti e non l’autonomi , ho capito subito lo stato italiano ha diviso le famiglie a due catigoria : famiglie serie A e quelli del dipendenti è famiglie serie B e quelli del figli di …….. l’autonomi . dopo questa scoperta rimasto ammareggiato … e ho capito devo perdere la casa perche sono della categoria del figli di p…….
    viva la disobbidienza civile su tutto … e viva la nulla tenente … x questo stato di m…

  7. fabrizio60

    egr. dott. Giannino, sottoscrivo in tutto il suo articolo, mi permetto solo di aggiungere che, a mio modesto parere, la resa dei conti verra’ in autunno, quando tanta gente che a Giugno non sara’ in grado di pagare le tasse, ormai arrivate a livello di esproprio, si trovera’ la casa pignorata da Iniquitalia. A quel punto, finalmente, forse, questo popolo di c…oni chiamato italiani si svegliera’ e magari comincera’ a dar fuoco alle prefetture perche’ ormai l’unico modo per far capire ai nostri sgovernanti che la pazienza e’ finita e’ far rotolare delle teste (in senso reale e non metaforico).

  8. alberto

    Premesso che l’ accertato è pari a 50 MLD annui, il recupero reale dell’ evasione, vedremo, sarà molto diverso, forse circa 6 MLD se va bene, nel 2011.
    Gli incassi del 2009 sono stati in totale 4,5 MLD, nel 2010 quasi 5 MLD, il 9% in più e nel 2011 appunto saranno, speriamo 6 MLD.
    Ora se questo significa essere efficienti, per un settore pubblico allora siamo fuori strada ed i circa 33.000 dipendenti dell’ AE, hanno un risultato per addetto pari a circa 181.000 euro, almeno nel 2011, ma se andiamo a guardare il risultato differenziale, 2010 su 2011, abbiamo solo 30300 euro a dipendente. Dato che si parla di circa 120 MLD di evasione annua, la strada è impraticabile e soprattutto, seguire i metodi di Visco, significa non aver capito che il problema dell’ evasione non vuole essere risolto. C’ è qualcuno, Visco incluso, ma lo chiedo anche a Giannino, che abbia in mano i numeri per dimostrare che il superministro di Prodi, nel periodo 2006-2008 abbia recuperato dosi particolari di evasione? A me non risulta, mi risulta che l’ aumento di gettito di quel periodo, che ci fu, fu determinato sia dalla revisione all’ insù delle aliquote IRE e sia da due anni di buona crescita, mediamente circa 3,3% in totale nei due anni.
    Concludo dicendo che finchè non sarà riorganizzata l’ AE con le seguenti modalità e cioè con i riscontri fatti con altri metodi, che non quelli fin’ ora applicati, in particolare i disperati tentativi di retate nei luoghi di villeggiatura e se fino ad oggi questi riscontri, non sono avvenuti, infatti dopo 60 anni che ci ritroviamo a cazzeggiare di evasione, e dopo 2000 MLD evasi in 20 anni, significa che il sistema è fasullo e non funziona e questa è la cosa preoccupante; sono anni che si poteva collegare l’ agenzia con INPS, catasto, PRA, aziende fornitrici di energia e servizi locali e tanto altro, ma ci ritroviamo che il personale delle entrate viene messo a controllare i mod. 730 e relativa documentazione che dovrebbe già lei stessa avere, ad esempio perchè rilascia lo stesso fisco i protocolli per i lavori di ristrutturazione.

  9. Vittorio Nappi

    Buongiorno Giannino,
    come sempre chiaro ed efficace. Mi permetto di aggiungere che ai fini antielusione l’elenco clienti è del tutto inutile, basterebbe quello dei fornitori. Non le sto a spiegare perchè, perchè ritengo che lei lo comprenda appieno. Aggiungo una cosa: basterebbe uno Stato onesto per ridurre e di molto l’evasione. Se le aliquote fossero decenti (non superiori al 30%), lo Stato avrebbe il diritto di utilizzare il pugno di ferro, ma l’impostazione culturale è opposta: io ti do fiducia e solo se necessario verifico. In Italia vige la orribile modalità opposta: giacchè tu italiano vuoi sicuramente fregarmi, devo inventarmi gli strumenti per fregarti prima io … che tristezza!!!!

  10. Piguaina

    Sono perfettamente d’accordo con tutto quello che scrive. Io personalmente (classe 1933) per non spendere 400/500 euro per aggiornare il software, mi sono compilata l’elenco con il programma dell’agenzia delle entrate. Non dico che barba!.
    Il guaio è che tutti mugugnano, ma poi, come pecoroni, ci adattiamo.
    Non c’è nessuno che mette in campo una rivoluzione fiscale?

  11. Howard Beale

    Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso.
    Nello specifico, chi ha speso soldi per software, sapeva dell’esistenza di quello gratuito messo a disposizione dal’Agenzia delle Entrate? Per attività piccole era adeguato, sebbene comportasse un costo in termini di tempo per immettere manualmente i dati.

    Ma il punto che mi preme è un altro: basta lamentarsi, reagire!

    Invece di correre a comprare software, e a presentare dichiarazioni: sabotare, ritardare, omettere. Disobbedienza civile.

    Giannino, fondi un partito e presenti liste alle elezioni.

  12. ALESSIO DI MICHELE

    alexzanda :
    Giannino,
    cosa si aspettava dal governo dei baroni universitari fin dall’inizio sostenuti da corriere e repubblica?
    qui non se ne esce senza prima fallire, senza tragedie economiche ed umane profonde che insegnino che cosa significa troppo stato, in pratica senza che corra il sangue…….. preparatevi

    Secondo me, nemmeno fallendo, se ne esce: l’ approccio culturale di questo popolo è lì, e fa male vederlo, ma non è negandolo che combineremo qualcosa. Potrei citare mille esempi, dal 17/3/1861 a ieri, di come nel paese ove’ l sì suona si concepisce l’ economia, i rapporti con lo stato, con l’ ambiente, col prossimo, ma mi posso limitare a ricordarvi il tragico esito dei referenda “sull’ acqua pubblica”: se ho ben ragionato ed ancora so fare le moltiplicazioni, emerge che la maggioranza assoluta degli italiani (non degli elettori, proprio di tutti gli italiani) vuole acqua e servizi pubblici esattamente come sono stati finora. Come il confetto Falqui: basta la parola. Ed infatti l’ effetto che mi desta il riflettere su questi fatti è ugualmente peristaltico.

  13. alberto

    Io non credo né ai 120 né ai 200 né ai 60, sono solo stime, e proprio per questo bisogna cambiare il fisco, perchè nessuno conosce la verità; io propongo metodi seri e scientifici, per colpire l’ evasione vera, e aborro il clima di caccia all’ Ebreo di stampo nazista a cui siamo giunti, che come ricorderai, temevo e l’ ho scritto anche qui. @Massimo74

  14. alexzanda

    @ALESSIO DI MICHELE
    si, purtroppo anche il solo fallire non basterà, concordo……
    dopo decenni di welfare state e di tv di stato che insegna cosa è “giusto” il paese è perso, la maggioranza della popolazione è ormai convinta che sia giusto che lo stato faccia tutto e che se non ci riesce bene la colpa è dei privati egoismi, evasione in primis……..
    dobbiamo imparalo bene che la propaganda welfariana, unita a decenni di stato onnipresente ed oppressivo, rende il popolo incapace di camminare da solo, rende la spesa pubblica incomprimibile per sempre, perchè APPROVATA dalla maggioranza della gente, felice di essere accudita dallo stato padrone, felice di essere deresponsabilizzata, felici di essere sudditi…….

  15. Fabio

    Premessa: lavoro da sempre in una piccola azienda di meno 15 dipenti che fornisce i privati, con soddisfazione personale ed economica, e spero fra poco di mettermi in proprio, ho votato per la privatizzazione dell’acqua ecc… quindi non penso propio di poter essere considerato uno statalista.
    Fatta questa premessa trovo RIDICOLI i toni di Giannino, e mi spiace dirlo, perchè lo considero una delle persone più intelligenti che questo paese ha generato in questi anni. L’impressione è quella di una grande generalizzazione che vede tutta la spesa pubblica come improduttiva (fermo restando che il concetto di produttivo è molto vago, io lavoro nell’IT e cosa io veramente produca non l’ho ancora capito, nostante sia profumatamente pagato per produrlo… vi assicuro che non è una battuta).
    Vi invito tutti al buon senso… altrimenti perchè non dare ragione ad i più estremi reppublicani americani? Anche loro considerano gli USA uno stato socialista e sognano il default, per mandare a casa tutti i dipendenti pubblici, e se sono i Cinesi a rimetterci per il mancato rimborso dei titoli di stato… bhe in fondo è il mercato…
    a me questa posizione fa un po’ ridere, sopratutto se penso a quello che è l’italia, ma loro ci credono. Magari lo stesso errore di prospettiva lo possono commettere i liberisti italiani nel confronto del loro paese…
    Esagero??

  16. Fabio

    PS: volevo aggiungere, che mi infastidiscono questi toni così generalisti e ciarloni pieni di termini insultati (asini, schiavi, suditti) perchè condanno il movimento liberista ad essere l’ennessimo partito SENZA vocazione di governo prodotto dall’italia. Al pari di lega, comunisti italiani, italia dei valori…
    tutti partiti bravissimi a sbraitare ed ad auto-ghettizzarsi. Io onestamento spero in movimento liberista con ambizioni di governo, e quindi con un taglio più realistico nell’affrontare i problemi.

  17. Massimo74

    @Fabio

    “Premessa: lavoro da sempre in una piccola azienda di meno 15 dipenti che fornisce i privati, con soddisfazione personale ed economica, e spero fra poco di mettermi in proprio”

    Ti sconsiglio caldamente di metterti a fare impresa in questo inferno fiscale e burocratico.Se vuoi proprio lavorare come autonomo ci sono tanti altri paesi dove chi lavora e produce viene rispettato molto di più e non trattato solo come una vacca da mungere.

  18. Claudio Di Croce

    La cifra del’evasione fiscale viene sempre sbandierata e aumentata di valore ogni volta che lo stato aumenta il FURTO fiscale per eccitare l’odio e l’invidia sociale del popppppolo e della ggggente – oltrechè aumentare le laute prebende dei ” servitori dello stato ” -dicendo che questa ” lotta ” permetterà di diminuire questo FURTO in futuro , cosa che di fronte a un FURTO fiscale sempre crescente non si è MAI verificata.
    C’è qualche persona che è in grado di dimostrare concretamente la cifra dell’ evasione che per sua natura è dissimulata o nascosta ?

  19. roberto r.

    demoralizzato, deluso, incazzato. Ma come è ipotizzabile un vero cambiamento del paese se i nostri governanti prendono decisioni e misure disperanti?
    siamo seduti su una pentola a pressione con la valvola di sicurezza che comincia an non funzionare correttamente.
    il paese ha bisogno di avere fiducia nel futuro. ma appena approfondisci scopri che i soli a dovere essere precisi tempestivi e corretti sono i soliti cittadini “normali”. gli evasori continuano ad evadere, i corrotti a essere corrotti, i politici a proteggere e tenere nascosto il più possibile il loro mondo di privilegi e di vantaggi, le lobbies a proteggere il corporativismo e gli onesti a mettere mano al portafoglio, finchè ci rimane qualchecosa, perchè quando è vuoto e non paghi una multa o una piccola tassa allora si che lo stato è capace di stanare il “delinquente”.
    ci vorrebbe uno tsunami che spazzasse via la stragrande maggioranza dei politici.

  20. Ecate

    @Fabio
    Un tempo per scrivere si usava la penna, poi la macchina da scrivere e poi hanno inventato il PC con i programmi di videoscrittura. Se lavori nell’IT saprai che basta una vecchia versione di WORD per scrivere. Ma poiché l’appetito vien mangiando sfornano ogni paio d’anni un programma nuovo (word 95, 97, 2000, 2002, 2003, 2007, 2010, 2012) che fanno sempre la stessa cosa (scrivere) ma ti offrono la possibilità di farlo con più cose che l’80% degli utenti non solo non usa, ma non sa neppure che esiste. SW e HW nuovi vogliono dire problemi nuovi e assistenza continua; molti con nuovi problemi (e non solo nell’IT) ci campano. E’ quello che viene chiamato marketing e consumismo e la nostra società su questa si basa. Ecco spiegato cosa fai con responsabile IT: non produci zucchine o frumento, ma per il nostro sistema di valori sei, forse, più necessario.

    Poi : se il popolo / cittadino fosse veramente sovrano e la sua sovranità non subordinata a qualcuno che è più “sovrano” del popolo / cittadino (es. referendum bocciato dalla consulta, indignazioni per retribuzioni esose di dirigenti pubblici, privilegi di ogni genere, sprechi ecc… ) molte esternazioni, spesso frustrate o con espressioni forti, non avrebbero motivo di esistere. Per citare Shakespeare “la rosa con un altro nome lo stesso profumo avrebbe” è come definire il cittadino suddito, asino, schiavo o sovrano, collaboratore, contribuente, un diverso modo di vedere il bicchiere che però non fa cambiare la quantità del liquido ivi contenuto.

    Un aspetto della democrazia significa che l’esigenza dei molti prevale sulle esigenze dei pochi e non, come sembra in Italia, viceversa.

    Buon lavoro

  21. Marco Tizzi

    @Fabio, Massimo74
    Io invece lavoro nel IT, sono un freelance e ti consiglio caldamente di metterti in proprio. Come dipendente non riuscirai mai a guadagnare quello che meriti perché in Italia di aziende meritocratiche ce ne sono pochissime, soprattutto nel nostro settore.
    E poi puoi cogliere opportunità importantissime che da dipendente non ti passano nemmeno davanti.

    Per quanto riguarda i tuoi dubbi, noi produciamo efficienza, se siamo capaci. Disoccupazione, per dirla in maniera più cruda 🙂

  22. Ecate

    @Marco Tizzi
    Non sempre è questione di capacità. In un qualsiasi contesto professionale la distribuzione delle capacità e delle competenze sono soggette alla distribuzione normale; ci saranno (ad esempio) pochi commercialisti, dentisti, informatici incompetenti, pochi molto bravi e la maggioranza, di medie capacità, nel mucchio. In un sistema competitivo perfetto quelli incompetenti dovrebbero essere destinati all’estinzione in modo poi che quelli più scarsi della media diventerebbero incompetenti. Premesso siamo lontani dalla concorrenza perfetta e che ciascuno si ritiene dotato di capacità superiori alla media le retribuzioni e le soddisfazioni come privato non sempre sono positivamente carrellate con le capacità e conoscenza. Gli studi di settore ad esempio sparano nella media e spesso ci vuole anche una buona dose di umiltà nel riconoscere che si può essere ottimi tecnici ma scadenti venditori, ottimi venditori (spesso di fumo) ma scadenti tecnici, essere ottimi tecnici ma avere un brutto carattere e quindi scadenti diplomatici. Di questi tempi ti chiedono di lavorare di più e darti di meno perché qualcuno più affamato di te lo trovano sempre e se il tuo cliente non ha capacità di valutare la complessità del tuo servizio, la decisione viene spesso intrapresa per simpatia, disponibilità, passaparola o prezzo.

    La dea bendata gioca, oggi, un ruolo fondamentale per chi lavora in proprio sopratutto se da solo.

  23. Marco Tizzi

    @Ecate
    Io ho lavorato come dipendente in una multinazionale tedesca della meccanica e poi sono passato alla consulenza su SCM in sistemi ERP.
    La mia esperienza dice che nel settore IT, in Italia, esiste il concetto di “equilibrio” degli stipendi.
    In pratica le aziende dicono che non possono darti tanti soldi perché questo porterebbe uno “squilibrio” rispetto agli altri dipendenti.
    Se invece te la giochi nel mercato libero ovviamente rischi tantissimo, ma il guadagno orario è infinitamente superiore.
    Per capirsi: in questo momento non sto lavorando, un po’ perché di lavoro ce n’è meno, ma soprattutto perché non ci sono soldi per pagare e lavorare a mie spese per aumentare i crediti non mi pare il caso. Ma sono riuscito a risparmiare negli anni precedenti cifre che da dipendente sarebbero impensabili, intendo circa il triplo.
    Quindi adesso posso permettermi di sopravvivere senza lavorare. Da dipendente non avrei messo da parte nulla e se fossi rimasto a piedi sarei stato davvero nelle canne.

    Poi, ovviamente, si parla di scelte personali. Ma io sto sempre dalla parte di chi sa mettersi in gioco, anche prendendosi qualche rischio.

    Certo, Massimo ha ragione: farlo all’estero è molto più semplice. In qualunque altro paese del mondo occidentale o dei BRICS sarei davvero ricco.

  24. Massimo74

    @Marco Tizzi

    Infatti io non ho consigliato a Fabio di rinunciare all’idea di mettersi in proprio,gli ho solo consigliato di non farlo in questa repubblica delle banane…

  25. Ecate

    @Marco Tizzi
    Se ti occupi di SCM sei, nel contesto informatico, in un settore di nicchia. Tempo fa facevo due parole con un mio amico dentista che con le lacrime agli occhi mi confessava che i tempi era veramente duri, spesso aveva difficoltà ad arrivare a fine mese, pazienti che non pagano, molti spariscono, molti balzelli dello stato sempre più costosi. Intaccava i risparmi per far fronte ai costi e alle spese personali che da tempo aveva decimato. Ha accennato ad una breve polemica che il fisco li considera tutti evasori, parassiti, ecc…ecc.. la sua realtà e quella di molti suoi colleghi (che si parlano) è questa : tra qualche mese decide di chiudere lo studio e spera che lo assumano come dipendente. Il lavoro per gli ortodentisti, un settore di nicchia, invece non manca, sentono anch’essi la crisi ma la loro realtà è diversa.

    Per inciso ricordo la Bibbia, l’interpretazione dei sogni di Giuseppe; quando le cose vanno meglio, da vacche grasse, bisogna saper accantonare per i periodi in cui vanno meno bene, di vacche magre. Ciò è in contraddizione con un sistema economico basato sul consumismo (fatto ormai di false esigenze) ma farebbe in modo ci sia un equilibrio. Che senso ha abbuffarsi per i primi giorni e digiunare per altri nella speranza che ci si possa abbuffare in futuro, quando si sa che poi si dovrà tornare al digiuno ? A volte mi chiedo come va l’economia in Israele ?

  26. Marco Tizzi

    @Ecate
    Sì, io sono in una nicchia, ma poi dire che mi occupo di informatica è un errore, nel senso che mi occupo di processi di produzione e logistica su sistemi informativi. E i processi sono più importanti dei sistemi (cosa che in Italia si fa un filino fatica a capire), quindi la parte tecnica è secondaria. Le aziende son fatte di processi e di eprsone, ovviamente, altrimenti basterebbe comprare software best-of-breed per ogni reparto per diventare il leader di mercato.

    Caspita, mi sorprende questa tua, i dentisti che conosco io (e ne conosco tanti) sono ricchissimi!!!!! Forse io conosco i superevasori quasi-totali e tu quelli onesti 🙂

    La Bibbia non l’ho mai letta, ma in Brianza ti insegnano a risparmiare e non fare debiti fin da quando sei ancora nel passeggino. So che è una forma di capitalismo un po’ demodé questa cosa del risparmio, ma che ci vuoi fare, siamo un popolo molto tradizionalista.

  27. Dario Negri

    Egrgio Dott. Giannino
    Purtroppo questo e’ lo stato italiano. La realta’ e’ che noi siamo sudditi e quindi i sudditi vanno spellati e vessati. Spero che facciano una legge per toglierci il diritto di voto. Lei si batte per un paese migliore ed io la seguo sempre ma e’ una illusione. Noi abbiamo una dittatura con circs 1000 dittatori, il resto degli accoliti sono tutti ladri. Non c’e’ speranza mi creda. Cordiali saluti
    Dario Negri

  28. Bruno

    Se ne esce in una sola maniera, NON ANDANDO A VOTARE! Non bisogna dare più il potere ai soliti noti che se la spassano alle ns. spalle, fare le riforme con una cstituente POPOLARE, partendo dalla eliminazione del senato per cui camera unica, portare gli onorevoli a 200, massimo due mandati, divieto agli eletti di altri incarichi, stipendio nella famosa media eropea “ora così difficile da trovare”, limite di stipendo ai manger pubblici e privati massimo 200.000 (e sono ancora troppi), limite massimo delle pensioni a 5.000 euro al mese con minimo di pensione a 1.000 euro, lotta serrata alla evasione e alla corruzione con super software senza appesantire le aziende di incombenze inutili (specchi per le allodole), limite di stipendio ai magistrati, semplificare al massimo qualsiasi procedura a qualsiasi livello perchè così facendo si aumenta in competività si rende tutto più snello e soprattutto più favilmente controllabile e contestabile! Via idivieti di cumulo sul lavoro dipendente e pensioni, dialla alla franchgia sulle spese mediche, rendiamole deducibili in toto assieme a quelle per l’istruzione e il mantenimento dei bambini all’asilo, dimezzamento delle accise e dell’iva al fine di aumentare i consumi anche dall’estero, i paesi confinanti con l’italia sono parecchi.
    E via andare, le riforme sono tante, l’importante è iniziare ed avere un progetto a breve, media e lunga scadenza, la gente deve esprimere uno statista o essere statista di se stessa.
    Tagliamo i costi dello Stato Centrale e di certe regioni pendaccione facciamo cio’ che tanto ci fa sospirare quando alscoltimao l’inno di Mameli l’inno d’Italia.
    AVANTI GENTE NON PERDIAMOCI D’ANIMO!

  29. marcantonio

    Purtroppo la storia si ripete.
    Il potere, a tutti i livelli, gozzoviglia, vessa il popolo con tributi sempre maggiori, sguinzaglia i suoi giannizzeri a destra e a manca per rastrellare il frutto del sudore di chi lavora.
    Chi difenderà questi affamatori ingordi e corrotti quando la rabbia esploderà?
    E noi poveri Cristi cadremo come sempre dalla padella nella brace?

  30. Takanis

    Disse inaspettatamente, prima di morire, Giorgio Bocca in un’intervista: “il fascismo doveva venire perché era il paese a volerlo”. Non disse “gli agrari e gli industriali”. E il fascismo era “Tutto per lo stato, ognuno nello stato, niente contro lo stato” . Abbiamo avuto e abbiamo quello che il popolo italiano vuole e ha sempre voluto, ahimé.

  31. Mario45

    @Bruno
    Caro Bruno, non se ne esce. Che si voti o non si voti ai politici e ai burocrati non fa un baffo. Oltretutto siamo minoranza in questo paese. Il ricorso ai forconi e’, storicamente, una soluzione perdente, a meno che non si sconfini nella rivoluzione, nel quale caso perdono tutti. L’unica soluzione efficace e’ lo sciopero fiscale che, penso, farebbe saltare il sistema nel giro di due mesi. Chi lo organizza ? Le associazioni di categoria, oltretutto inquinate da aziende pubbliche o parapubbliche ? Temo che il The End che introduce Nove in punto sia ormai definitivo.

  32. Raffaele Pallotto

    Oscar sei veramente un grande!!
    Condivido pienamente in toto quanto riportato nell’articolo “clienti-fornitori……”
    Occorre, a questo punto, passare all’azione. Dobbiamo assolutamente far capire a tutti che la strada giusta è quella del taglio radicale e drastico della spesa pubblica e non il continuo, asfissiante e perverso aumento della pressione fiscale.
    Si può e si deve fare.

Leave a Reply