19
Gen
2016

Tutti per uno e solo alcuni per tutti – di Carlo Amenta

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Carlo Amenta.

“Con il DM del 31 luglio 2015 il MEF ha deciso che, entro il 31 gennaio, i medici italiani, unitamente agli altri soggetti erogatori di servizi sanitari quali aziende sanitarie e farmacie, devono trasmettere i nominativi e gli importi pagati dai pazienti a cui hanno fatturato prestazioni professionali all’agenzia delle entrate. I dati raccolti serviranno per una delle grandi semplificazioni del governo Renzi: il 730 precompilato. I contribuenti troveranno quindi già inserite le spese mediche deducibili e potranno assolvere ai loro adempimenti fiscali con minori preoccupazioni e costi. Per i medici però i costi, gli adempimenti e le preoccupazioni aumentano a dismisura: 100 € di sanzione per ogni nominativo omesso e fino a 50.000 € complessive.

Insomma per qualcuno la vita si semplifica e per qualcun altro si complica. Lo so, nessun pasto è gratis, ma quello che proprio non capisco è per quale motivo il costo della semplificazione, invece di essere sostenuto dallo stato e dalla pubblica amministrazione debba essere sopportato da altri cittadini che non mi pare abbiano minori diritti degli altri. Passi per le farmacie che agiscono in un settore regolato e protetto e pertanto devono pur sottostare a qualche onere aggiuntivo per mantenere le proprie rendite di posizione, ma per i medici sembra proprio un insostenibile arbitrio.

Lo stato sovrano non è nuovo a queste discriminazioni di genere. Non pare un caso che l’adempimento sia a carico dei titolari di partita iva che evidentemente il ministero vede sempre come pericolosi evasori e onnipotenti detentori di informazioni e dati di natura sovversiva che, qualora rivelati e carpiti, permetterebbero di risolvere i problemi di evasione del paese per sempre.

Non passa poi inosservato che tali discriminazioni sono messe in atto dallo stato proprio per salvaguardare amministrazioni pubbliche e locali che vengono spesso esentate dalle trasmissioni di dati a cui sono costretti i comuni mortali, come nel caso del famigerato “spesometro”.

Sappiamo bene che lo stato ci considera solo dei sudditi e qui abbiamo anche la prova di come, graziosamente, tratti diversamente l’uno dall’altro, a seconda del capriccio del momento.

Insomma, a morte e tasse non si può sfuggire ma mentre la prima almeno non discrimina nessuno le seconde colpiscono sempre di meno quelli “più uguali degli altri”.

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5 Responses

  1. Laurent

    Perchè si parla di “costo della semplificazione”?! La semplificazione dovrebbe essere win-win e, soprattutto, togliere qualcosa.
    In realtà sono solo altri adempimenti ma pure a rischio (o certezza) di inciampare e pagare.
    Senza contare che l’inevitabile errore, come si ripercuote su chi invece doveva detrarre la spesa? E poi, rettificando causerà una sanzione al professionsta che si era dimenticato di riportarlo?
    Questa è la tecnica dei polli di Renzo (o Renzi, fa lo stesso): metti uno contro l’altro i sudditi e intanto li spenni.
    Volete semplificare? eliminate tutto il meccanismo delle detrazioni. C’è già la progressività delle imposte.
    per non parlare del meccanismo delle ritenute d’acconto che è un pezzo di medioevo fiscale ancora presente.
    Una volta quando si esagerava con le tasse (di fatto col prendere a forza parte di ciò che uno ha prodotto) finiva male. Chissà fin dove arriverà lo spirito masochistico degli italiani.

  2. FR Roberto

    Domanda semplice per l’autore.
    So benissimo che il nostro stato spesso attribuisce, senza compenso, compiti di controllo e di vigilanza ad aziende e professionisti.
    Detto questo, se i medici non inviano un flusso dati, mi spiega come caspita è possibile anche solo ipotizzare un 730 precompilato????????
    Gli è chiaro il concetto che difficilmente è possibile assecondare le esigenze di tutti, e che a volte per massimizzare l’utilità complessiva bisogna scontentare qualcuno????

  3. Carlo Amenta

    Gentilissimo Roberto,
    Il punto è proprio che il 730 precompilato non è una semplificazione ma una complicazione. È solo un altro modo per cercare di controllare l’operato del contribuente irreggimentandolo in una procedura già codificata a spese di altri. Le semplificazioni vere sono quelle a cui Laurent ha già accennato. Via la giungla di detrazioni e poche (e basse) aliquote. Ogni detrazione e’ una distorsione.

  4. FR Roberto

    Ammetto che in Italia il 730 precompilato è ad oggi una complicazione, e chi lo riceve tra l’altro è disincentivato a richiedere ulteriori detrazioni o deduzioni a cui avrebbe diritto. Tuttavia in altri paesi funziona, quindi come al solito il problema di fondo è l’incapacità di noi italioti ad essere efficaci ed efficienti.

  5. Maria

    Bravo Carlo! Lo Stato costringe il cittadino – suddito a fare il lavoro della pubblica amministrazione minacciandolo di sanzioni per errori od omissioni. …con buone chance di guadagnare doppiamente: qualcuno che gli fa il lavoro più qualche introito aggiuntivo per le sanzioni!
    E la riduzione della spesa pubblica per il lavoro fatto dai cittadini??? Non si vede all’orizzonte….

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