14
Ott
2009

Trasporto aereo: gli errori di Obama e della Commissione Europea

La deregolamentazione nel trasporto aereo ha funzionato bene, come dimostra bene John Kay in una sua analisi sul Financial Times del 13 ottobre. Dalla fine degli anni Settanta, negli Stati Uniti sono scesi i prezzi dei biglietti aerei – grazie alla nascita e alla crescita delle compagnie low cost che hanno messo sotto pressione competitiva i grandi vettori nazionali. i nuovi operatori low cost, come Southwest o JetBlue hanno potuto espandere il proprio network solo grazie alla liberalizzazione avviata dall’amministrazione Carter. In Europa la liberalizzazione è arrivata con dieci anni di ritardo (1987) e il processo di apertura del mercato è stato più lento, tanto che il completamento è avvenuto solo il primo aprile del 1997. A partire da quell’anno anche in Europa sono cresciute diverse compagnie low cost.

Di questi vettori molti sono falliti, ma i più flessibili sono stati in grado di crescere, tanto da diventare i maggiori operatori nel mercato europeo. Quel che più impressiona di Ryanair ed Easyjet (le maggiori low cost europee), non è tanto il numero di passeggeri trasportati, 67 milioni la compagnia irlandese e 45 milioni il vettore inglese, quanto la capacità di essere diventati dei “vettori europei”. Tutti i vettori tradizionali per molti anni sono rimasti ancorati al concetto di mercato nazionale. Ad esempio AirFrance, grazie alla chiusura del mercato domestico voluta dai Governi francesi, ha sviluppato il proprio network internazionale, ma solo da e per la Francia. Invece sia Easyjet che Ryanair hanno compreso che si stava creando un mercato europeo e un consumatore europeo. Ora le due compagnie hanno grandi basi al di fuori del proprio paese d’origine e la loro crescita si sta concentrando proprio in Europa continentale.

Molti governi non hanno compreso l’evoluzione del trasporto aereo e molte volte si sono posti a difesa di un determinato vettore nazionale. Questo è stato l’errore più grande che la Francia ha commesso, tanto che è stato il mercato che meno si è sviluppato in termini di numero di passeggeri trasportati dal momento della liberalizzazione.

È invece importante liberalizzare il mercato, eliminando quelle barriere all’entrata che ancora esistono nel settore aereo. Tra queste due problematiche sono legate alla mancanza di un mercato degli slot e alle restrizioni derivanti dagli accordi bilaterali. È la ragione per la quale le misure della Commissione Europea e dell’Amministrazione Obama sono  oggi criticabili e da criticarsi.

La prima ha deciso di congelare gli slot per tutta la stagione invernale con la scusa della crisi economica. Così facendo in realtà ha bloccato ulteriormente il sistema del grandfather’s rights, che per lo meno permetteva un ricambio di compagnie aeree negli aeroporti nel momento in cui un vettore non utilizzava per l’80 per cento del tempo uno slot. Dopo il congelamento, una compagnia che non utilizza uno slot lo mantiene anche nella stagione successiva, anche se per quello slot ci fosse la domanda di altre dieci compagnie.

Il neo premio Nobel per la Pace invece ha deciso di congelare il processo di liberalizzazione del mercato tra Stati Uniti ed Europa.

Nel marzo 2008, dopo anni di difficili trattative tra i Governi, si decise di liberalizzare le rotte tra le due sponde dell’Atlantico, tanto che oggi qualsiasi compagnia europea o americana può volare da un qualsiasi punto degli Stati Uniti verso dell’Europa e viceversa. L’effetto dell’apertura del mercato è stato immediato, tanto che i prezzi dei biglietti sono caduti in maniera importante grazie alla maggiore concorrenza. I successivi stage di questa liberalizzazione prevedevano di “normalizzare” il mercato aereo, permettendo la fusione tra compagnie americane ed europee (oggi non è possibile). In un mercato che sempre più va concentrandosi, la possibilità di stringere alleanze sempre più strette fino ad arrivare ai merger era una buona idea, che tuttavia è stata bloccata dall’amministrazione democratica.

Difendere gli interessi nazionali o un determinato attore e bloccare la liberalizzazione di un determinato mercato fa sì che i prezzi rimangano più elevati e che i consumatori non possano beneficiare dei vantaggi della concorrenza.

Il Presidente Barack Obama e la Commissione Europea sanno bene che difendere gli interessi di pochi danneggiano tutti i viaggiatori, ma le loro decisioni sono state influenzate dalla lobby dei sindacati del trasporto aereo nel primo caso e di quella delle compagnie tradizionali nel secondo.

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