9
Mar
2011

Tobin Tax in Europa, un Pesce d’Aprile?

Questo articolo non è serio: la speranza è che non lo sia neanche l’Europarlamento.
Giorni fa una commissione dell’Europarlamento, dall’altisonante nome di “Comitato per i problemi economici e monetari”, ha proposto in una Relazione una tassa sulle transazioni finanziarie pari allo 0.05% del loro valore nominale, con la finalità di “impedire la speculazione” e ottenere gettito. Penso sia un  caso di studio perfetto per documentare l’incompetenza del legislatore, e la facilità con cui cade preda della demagogia: il “pessimismo comico” che traspare da questo mio articolo è reso ancora più pregnante dal fatto che l’Europarlamento ha poi votato la Relazione a larghissima maggioranza (con l’unica meritoria eccezione, in Italia, dei leghisti… non avrei mai pensato di dover scrivere una frase del genere).
Il documento della Relazione fa ridere. Alla voce “tassazione del settore finanziario” della Motivazione, si afferma che la finanza rappresenta il 73,5% del PIL mondiale. Nella proposta però si dice, al punto C, che le transazioni finanziarie ammontano a 73.5 volte il PIL mondiale. L’analfabetismo economico sottostante queste due affermazioni non meriterebbe un commento, ma meglio rigirare il coltello nella piaga: il PIL è la somma dei valori dei beni prodotti, mentre il volume delle transazioni è il controvalore degli scambi che avvengono nei mercati, e tra le due cose non c’è alcuna relazione, perché non si può mangiare o consumare una transazione (per aumentare le transazioni basta prendere una moneta da 2€ e lanciarla ad un amico, per poi farsela rilanciare, etc… dopo mille lanci ci saranno 2,000€ di transazioni in più, e avrete un debito nei confronti dell’UE per 1€). Un altro problema è che se una cosa è 73.5 volte un’altra, alle elementari (o era all’asilo?) mi hanno insegnato che è il 7350%, non il 73.5%.
Rispetto a questo, l’idea che tassare gli attivi bancari possa aiutare a ottenere il 2-4% di PIL di gettito è quasi un’affermazione sensata: è probabilmente metà o più del valore aggiunto di tutti i mercati finanziari (non solo le banche), però insomma, c’è di peggio nella Relazione.
Secondo il documento, una tassa dello 0.05% sulle transazioni farebbe guadagnare 200 miliardi di euro all’UE, e 650 miliardi a tutti gli Stati se venisse imposta globalmente. Se ne deduce che la base imponibile stimata dal Comitato è di 400 triliardi di euro in Europa, e 1300 triliardi in giro per il mondo: si tratta del controvalore delle transazioni (se proprio ci vogliamo fidare dei dati della Relazione). Non male per un’economia, quella europea, con un PIL di 12 triliardi di euro, e un pianeta con un PIL che non arriva a 50 triliardi. Questi numeri giocateveli al Superenalotto: non possono avere altra utilità.
L’idea che si possa prendere il valore nozionale delle transazioni, moltiplicarlo per un’aliquota, e ottenere il livello di entrate fiscali fa ridere anche da un altro punto di vista. Se operare nei mercati finanziari venisse a costare 200 miliardi in più, la liquidità evaporerebbe e le transazioni sparirebbero, ma sparendo le transazioni (cioè la “base imponibile” della tassa in questione), sparirebbero anche i 200 miliardi. Una tale tassa farebbe precipitare le transazioni: 200 miliardi di costi di transazione in più non sono certo bazzecole.
I politici parlano sempre di “speculazione”: il problema è che una tassa che uccide la liquidità e l’efficienza dei mercati finanziari garantirebbe rendite di posizione proprio a coloro che sono in grado di manipolare i mercati. Non possiamo permetterci di prendere sul serio proposte del genere.
La cosa meno assurda di questa storia è che il Comitato che si occupa di questioni finanziarie e monetarie possa prendere sul serio un politico greco (Anni Podimata del Partito Socialista). In fin dei conti, dopo la nomina alla Commissione ONU sui diritti umani di un rappresentante del Sudan, non ci si può sconvolgere per così poco…
L ’Europarlamento ha votato un documento di livello intellettualmente paragonabile ai più assurdi deliri cospirazionisti dei signoraggisti. Voglio sperare che quest’anno abbiano voluto farci il Pesce d’Aprile con venti giorni d’anticipo: ogni tanto però potrebbero anche leggere quello che votano.
Finita la parte divertente dell’articolo, che dire? Bisogna essere terrorizzati dal pensiero che il nostro futuro sia deciso da queste persone, o è meglio trastullarsi nel sarcasmo facendo finta che non sia una cosa seria? Io sono indeciso, perché purtroppo sono giovane e mi rendo conto di essere una pedina impotente nelle loro mani, ma qualsiasi cosa preferiate, non venitemi a dire che i Parlamenti sono luoghi più seri dei Bar dello Sport.
Continuo a sperare comunque che una risata li seppellirà.

19 Responses

  1. Luciano Pontiroli

    Mah, per ridere di tali proposte è necessario comprenderne l’assurdità. E’ ovvio che i membri del Parlamento Europeo non ci sono arrivati ed è arduo sperare che ci riescano i Parlamenti nazionali.
    Ciò detto, viene in mente un’epoca in cui il Parlamento Europeo non partecipava alla legislazione comunitaria: circostanza che era indicata come un deficit di democrazia, quasi che la CE fosse comparabile ad uno stato, mentre è un’unione – con compiti limitati – tra stati democratici. Certi passi avanti verso la democrazia sembrano rivelarsi rovinosi.

  2. Silvano_IHC

    Il Parlamento Europeo è il trombodromo dei politici dell’Unione in cui arrivano gli scarti della politica nazionale degli Stati membri. Siamo sul livello di Borghezio, anzi forse meno visto che appartiene alla minoranza che non a votato a favore.

    Concettualmente la Tobin tax (proposta peraltro ritirata dallo stesso autore ed effettuata per tutt’altri scopi) è semplicemente un’attacco all’economia monetaria in quanto tale, un gesto d’amore nei confronti del baratto, un idiota amarcord del valore d’uso contrapposto al valore di scambio.

  3. Armageddon

    Parlamento europeo ridicolo.
    L’ennesima dimostrazione che la politica quando non fa un cazzo, fa già tanto.
    La miscela di populismo, socialismo e idiozia può portare qualsiasi stato o associazione di stati alla rovina in un tempo minimo.
    Manca solo che inizino anche a spendere quei 200 miliardi di entrate future.

  4. Paolo Vallese

    Gentile Monsurrò, comprendo la polemica, ma il rischio è di generare altra confusione. Le lacune e l’imprecisione del testo proposto in parlamento UE non deve essere confuso con i contenuti e lo spirito di un sistema di tassazione delle transazioni finanziarie.
    Lo scopo, come sappiamo, non è solo quello di generare gettito per i paesi che la applicano.
    …”una tassa che uccide la liquidità e l’efficienza dei mercati finanziari garantirebbe rendite di posizione proprio a coloro che sono in grado di manipolare i mercati”: questo, mi spiace ma è ancora tutto da dimostrare, soprattutto è da dimostrare il fatto che i monopoli già esistenti verrebbero rafforzati.
    Poi consentimi, io non conosco Anni Podimata, nemmeno so cosa combini e non sapevo quale ruolo è stato chiamato a ricoprire, ma questa posizione è un po’ antipatica… Cosa dobbiamo dire allora di un italiano come presidente della commissione UE o comissario UE o ancora presidente della BCE…

  5. il PIL è la somma dei valori dei beni prodotti,
    —-

    Scorretto. Il PIL e’ la somma di tutte le transazioni economiche considerate positive. Se un incendio ti brucia un magazzino e tu togli il magazzino dal tuo cespite, il PIL aumenta. Poi aumenta ancora quando l’assicurazione ti paga. Se nella vendita tra A e B metti un intermediario C, il PIL aument: il PIL italiano e’ stato aumentato artificialmente piu’ di una volta semplicemente inserendo per legge dei nuovi intermediari tra produzione e cliente. Il PIL tra l’altro tiene conto anche degli ammortamenti, cosa che non fa il PIN, per dire: anche i debiti fanno PIL, quindi se la tua popolazione si indebita abbestia il tuo PIL cresce.

    Forse ti riferisci al PIN o ad altri indicatori economici, come ISEW.

  6. Il PIL è la somma dei valori dei beni prodotti, o la somma dei valori aggiunti, o la somma del valore dei beni consumati. Contiene anche l’ammortamento, e per questo è “Lordo” e non “Netto”.

    L’indebitamento non cambia il PIL, né l’uso di intermediari, a meno che non abbiano un effetto sull’efficienza economica, o creino un’illusione economica (in questo caso il PIL è fallato, perché non tiene conto di problemi strutturali, come ad esempio, nella teoria austriaca, quando si ha un boom insostenibile mosso dalla crescita degli aggregati creditizi).

    Certamente il PIL considera anche il rent seeking, ad esempio la spesa per controllare cosa fa la Fed è un valore aggiunto per le imprese, anche se una Fed meccanica e prevedibile eliminerebbe la necessità di fare questi investimenti in Fed watching. Qui l’efficienza economica va analizzata in base ad un criterio: è meglio una Fed poco prevedibile, o una Fed prevedibilissima faciliterebbe alcune cose ma creerebbe problemi maggiori altrove?

    Lo stesso vale per l’intermediazione. Se una macchina che vale 10,000€ viene venduta a 8,000€ perché i produttori non trovano acquirenti a sufficienza, ridurre i costi di transazione sul mercato facendo guadagnare 9,000€ al produttore e 1,000€ all’intermediario crea 2,000€ di PIL, ma la cosa è buona e giusta: il consumatore ha ora a disposizione una merce che da solo non avrebbe trovato, il produttore vende ad un prezzo maggiore, e l’intermediario guadagna per il suo servizio.

  7. goldberry

    Se il parlamento europeo dichiarasse di avere scoperto la pietra filosofale, avrebbe già una copertura di spesa meno fittizia.
    200 miliardi tassando lo 0,05% delle transazioni finanziarie?
    Ma neanche i tossici dei centri sociali arrivano a simili vaneggiamenti.
    L’unica cosa che una fiscalità di questo tipo promette di fare è danneggiare il settore finanziario europeo e di far migrare posti di lavoro ben pagati verso altri lidi (tipo la Svizzera) dove non hanno una schiera di politici socialisti sindacalizzati e comunistoidi. L’unico effetto sarà quello di contrarre la base imponibile e il pil: più tasse per gli europei, meno sviluppo, meno entrate per i governi, più miseria per tutti. A questo solo porta il socialismo e la demagogia sinistroide.
    Francamente ma vale la pena di restare in Europa? Simili corbellerie possono sfornarle anche gli ex comunisti di casa nostra.

  8. agospeed

    Sono un trader privato professionista e opero quotidianamente sui mercati finanziari da diversi anni.
    Sinceramente credo di sapere come funzionano i mercati meglio dei Sindacalisti e dei Politici. Forse anche degli Economisti, le cui osservazioni hanno spesso un valore soltanto teorico e sono, per così dire, distanti dalla pratica dei mercati stessi.

    Vorrei esprimere il mio parere sull’introduzione della Financial Transactions Tax.
    Bisogna premettere che una percentuale altissima di transazioni che avvengono nei mercati finanziari di tutto il mondo è generata da sistemi automatizzati di trading, che effettuano appunto migliaia di operazioni di acquisto e di vendita nel corso della giornata. Si tratta del cosiddetto HFT, ovvero dell’High Frequency Trading, generato da software, diffusissimo sia negli Stati Uniti che in Europa.
    Da studi recenti è risultato che una percentuale prossima al 90% delle transazioni sui mercati finanziari, sia statunitensi che europei, sia generata da questo tipo di trading.
    Si tratta naturalmente di operazioni speculative, che hanno come unico obiettivo quello di generare un profitto.
    La questione sta proprio qui: questi sistemi di trading funzionano molto bene e generano alti profitti. Chi ha realizzato i profitti ha l’obbligo di pagare, in tutti gli Stati, un’imposta sulla plusvalenza realizzata, garantendo un gettito che è nettamente più alto di quello che potrebbe garantire l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie.
    RIASSUMIAMO e SPIEGHIAMO MEGLIO:
    1) con l’introduzione di tale tassa il trading speculativo ad alta frequenza non sarebbe più conveniente e non sarebbe, pertanto, più posto in essere.
    2) Vi sarebbe una una riduzione di circa il 90% degli scambi sui mercati, non assoggettabili più alla FTT.
    2) Gli ingenti profitti derivanti dall’ High Frequency Trading non potrebbero quindi più essere realizzati.
    3) Venendo a mancare tali profitti, verrebbe meno anche il gettito fiscale derivante dalla tassazione degli stessi profitti.
    4) Essendo tale tassazione nettamente più alta rispetto alla prospettata tassa sulle transazioni, si avrebbe una diminuzione del gettito fiscale complessivo.

    L’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie comporterebbe poi diverse altre conseguenze assai negative: in particolare ne deriverebbe un calo drastico della liquidità sul mercato, con un considerevole allargamento dello spread (differenziale) denaro – lettera degli strumenti finanziari oggetto di negoziazione, ovvero del miglior prezzo in acquisto e del miglior prezzo in vendita.
    Ciò comporterebbe DANNI RILEVANTI per tutti coloro che intendono comprare o vendere i titoli, ovvero PER TUTTI GLI INVESTITORI ed i RISPARMIATORI, sia piccoli che grandi – immaginiamo ad esempio i Fondi Pensione – in quanto sarebbero costretti ad acquistare gli strumenti finanziari ad un prezzo più alto e a venderli ad un prezzo più basso rispetto a quello che avviene oggi.

    Va poi naturalmente precisato che introdurre la tassa sulle transazioni finanziarie SOLTANTO in alcuni Stati, comporterebbe danni ingentissimi alle società quotate nelle Borse di tali Stati, in quanto gli investitori preferirebbero investire in società quotate presso le Borse degli Stati nei quali l’imposta sulle transazioni non è applicata.
    (Per questa ragione, in ambito europeo, il primo ministro svedese è assai contrario all’introduzione della tassa, in quanto l’introduzione nella sola Svezia, avvenuta alcuni anni fa, comportò conseguenze negativissime).

    Concludendo, l’introduzione della FTT comporterebbe, per le ragioni viste, un vero disastro: impedirebbe le speculazioni, ma non garantirebbe un maggior gettito, oltre ad altri gravi problemi.
    A questo punto ci si dovrebbe rendere conto che la realizzazione di profitti tramite la speculazione fatta con il trading ad alta frequenza è assai positiva, in quanto non assicura soltanto un guadagno agli speculatori, ma anche un maggior gettito e maggiori risorse complessive da inserire nel sistema economico, per il beneficio non di pochi, ma di TUTTI.

  9. goldberry

    Sono abbastanza d’accordo con agospeed. A parte quando definisce “ingenti” i profitti derivanti dall’high frequency trading. Il mondo finanziario deriva la maggior parte dei profitti dalle attività tradizionali. I desk di trading che fanno profitti veri in realtà non fanno altro che operare come broker per le attività tradizionali della banca stessa, e così facendo generano utili di natura puramente commissionale.
    Quelle aziende che si affidano al trading mordi e fuggi hanno utili che nella migliore della ipotesi sono positivi ma di scarsa qualità, cioè poco ricorrenti.
    Se poi sei un privato che vuole fare “trading”, “scalping” o quant’altro, sei già fortunato se i tuoi “profitti” bastano per coprire le commissioni bancarie.
    L’High Frequancy Trading è più un affare per i consulenti e per quegli sviluppatori software che si propongono di vendere i loro servizi a quei desk giovanili e trendy desiderosi delle ultime novità e gadget tecnologici.
    Nell’aggregato gli utili da trading generati sul continente europeo dalle istituzioni finanziarie sono uno scarsisimmo sottomultiplo di quei 200 miliardi che i politici si aspettano di ricavare con le loro imposte. E questo solo basta ad inficiare questo ridicolo teorema fiscale.

  10. @agospeed
    Hai perfettamente ragione. L’ultra high-frequency trading garantisce miglior liquidità per il mercato ed aiuta a ridurre lo spread lettera-denaro.
    Tutto va bene fino a che non hai una situazione tipo quella del Flash Crash del maggio dell’anno passato. Un errore umano, gli HFTs che fanno crollare immediatamente del 3% il mercato, poi spengono le macchine proprio quando servirebbero lasciando solo le black-box che hanno portato il Dow a scendere di 1000 punti (-9%).
    Altri flash crash si sono verificati in seguito. Si tratta di un problema serio, perchè il sistema fornisce liquidità quando ve ne è meno bisogno, e poi la fa mancare proprio al momento in cui servirebbe.
    E’ vero che la FTT non darebbe grandi vantaggi in termini di gettito fiscale ( Svezia docet ), forse però lo darebbe in termini di stabilità. Sicuramente quella dell’HFT è una questione aperta.

  11. goldberry

    Tu lo sai quanto la GS ricava con gli algoritmi HFT? Dici che si tratta di “INGENTISSIMI” profitti. Francamente la tua affermazione mi sembra un pochetto ingenua e piuttosto vaga.
    La GS è molto dipendente dagli erratici ricavi legati al market making. Quanta parte di questi ricavi è da attribuire ai fantomatici algoritmi HFT? Io non lo so di sicuro. Ma sono troppo vecchio per credere nella pietra filosofale. E’ quasi certo che questi margini siano riconducibili alla posizione da intermediario della Goldman: in altre parole nascono dallo spread denaro lettera. E infatti questi aumentano in periodi in cui tale differenziale aumenta. In base a questo la Goldman fa utili semplicemente perchè la Goldman è il banco che da’ le carte: non certo perchè usa qualche misterioso algoritmo.
    A generare liquidità per il mercato non c’è la fantomatica “speculazione” di cui tu parli: c’è invece l’attività di market making degli intermediari che fanno certamente degli utili: ma solo in virtù alla loro posizione di market maker. Ed è questa attività che le tasse volute dal parlamento europeo rischiano di incrinare. Pensare che le attività di market making delle banche operanti in Europa possano sopportare un peso fiscale di 200 miliardi di euro è semplicemente ridicolo. L’anno scorso la regina degli intermediari, la Goldman appunto, ha generato utili totali a livello globale per 8 miliardi di dollari. E gli utili derivanti dal market making (globale) sono solo una parte di quegli 8 miliardi. Allora quello che potrebbe accadere è che gli scambi si sposteranno su circuiti extraeuropei: fra l’altro, operativamente nulla di più facile.
    Dubito molto invece che l’high frequency trading generi utili tali da costituire un beneficio in senso fiscale per la società “tutta”. A parte l’utilizzo fattone da società bancarie come quella già citata, è più probabile che i privati gonzi che si cimentino nella ricerca della pietra filosofale finiscano per avere un credito verso l’erario piuttosto che un debito.
    Ma anche supponendo che esistano personaggi tanto dotati da creare l’oro dal nulla, sarebbero poi così stupidi da pagare le tasse all’erario italiano? quando la quasi totalità dei finanzieri nostrani evita con disinvoltura la tassazione dei capital gain, grazie a holding lussemburghesi o a residenze in paradisi fiscali?

  12. agospeed

    Quando GS, nel proprio bilancio, si riferisce agli utili derivanti dal trading, penso che si riferisca all’HFT. E si tratta di utili ogni anno molto elevati.

    Non saprei, forse si riferisce agli utili derivanti dal Market Making, come dici tu.

    In ogni caso ho più volte letto articoli, ascoltato servizi e partecipato a seminari in cui chiaramente è stato evidenziato come percentuali prossime al 90% degli scambi sul mercato è legato all’HFT. Con l’introduzione della FTT questi scambi non si verificherebbero più, con le conseguenze assai negative che abbiamo visto.

    Per ciò che riguarda la capacità di generare utili dell’HFT, il ragionamento che faccio è semplice: se pongono in essere l’HFT è perchè ne traggono utili, altrimenti non lo farebbero.

    Caro Goldberry, sei quindi convinto che non introdurranno mai la FTT?
    I politici europei non si rendono conto che si tratterebbe di un clamoroso autogol!

  13. goldberry

    Per quanto ne so io, i politici europei sono sufficientemente stupidi da introdurre una tassazione sulle transazioni. E sono d’accordo sul fatto che sia una grandissima stupidaggine.
    Invece ho i miei dubbi che l’HFT sia significativa per i bilanci del sistema bancario e della GS in particolare.

  14. Luigi V

    Sono favorevole ad una tassa (di piccola entità) sulle transazioni finanziarie ed all’aumento dell’imposizione fiscale sulle plusvalenze , purché venga attuata a livello globale.
    Il ruolo primario e “sano” di un sistema finanziario con i suoi diversi mercati ed intermediari è principalmente quello di canalizzare risorse monetarie a supporto dell’economia reale.
    Gli intermediari che esercitano una “pura” speculazione finanziaria non presentano le caratteristiche positive per il superamento delle imperfezioni che limitano la trasparenza e l’efficienza dei mercati e di fatto ne distorcono il funzionamento a vantaggio del profitto: perché quindi non limitare questa attività e non tassare equamente questi guadagni?
    Quale equità in una tassazione superiore al 50% dei redditi da lavoro in comparazione alla aliquota del 12,50% delle plusvalenze finanziarie?
    In considerazione alla finalità ed alla equità di tale imposizione fiscale non ritengo quindi scandaloso proporre una misura fiscale in tal senso, purché adottata a livello globale (per ovviare a fenomeni di concorrenza sleale ad opera dei cosiddetti paradisi fiscali), ne mi aspetto fenomeni drammatici di crisi di liquidità o perdite di efficienza. E’ forse una liquidità sana quella ottenuta mediante leve finanziarie “mostruose” o con la compravendita di titoli spazzatura?
    Vorrei concludere questa mia libera opinione con la proposta di estendere globalmente ed in maniera permanente a tutti i titoli finanziari e derivati il divieto di vendita alla scoperto, così come fu realizzato a protezione delle azioni bancarie durante la crisi dell’Ottobre 2009. Mi piacerebbe vedere oscillare il prezzo di mercato di un barile di greggio in funzione della reale domanda e offerta di questo bene.

  15. adler

    (ANSA) – ROMA, 2 APR – Tornano gli stipendi d’oro ai big di Wall Street. Goldman Sachs, la banca americana salvata grazie agli aiuti del governo, ha raddoppiato il compenso elargito nel 2010 al numero uno Lloyd C. Blankfein, portandolo a 19 milioni di dollari. La paga include anche il reintegro del bonus in contanti per la prima volta da tre anni. Il totale dello stipendio di Blankfein comprende infatti 5,4 milioni in contanti, 12,6 milioni in titoli vincolati; 600.000 dollari come paga base e benefit per 464.000.
    —-
    credo proprio che le banche, compresa GS (salvata da Obama con prestiti per 7,5 miliardi di dollari), e tantissimi altri intermediari, facciano enormi guadagni sulle transazioni finanziarie, per cui una piccola tassa su queste fa bene agli stati e male alle tasche delle banche ed intermediari.
    Sarei proprio curioso di sapere quante tasse dovrà pagare L.C.B. sopra: solo sul contante e paga base

  16. @adler
    Le banche fanno soldi facendo prestiti rischiosi e spostando il rischio sui contribuenti grazie alla protezione statale. Farebbero soldi anche con una tassa sulle transazioni, perché rimarrebbero i privilegi legali che spostano il rischio delle banche su altri agenti economici. Sono questi privilegi a dover essere aboliti.

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