15
Gen
2010

Tassonomia dei governi

I governi si dividono in due soli gruppi, radicalmente contrapposti:

a) quelli che non vogliono ridurre la tassazione;

b) quelli che non possono ridurre la tassazione.

Tuttavia i governi di tipo a) non  vogliono ridurre la tassazione perchè non vogliono ridurre la spesa pubblica mentre i governi di tipo b) non possono ridurre la tassazione perchè non vogliono ridurre la spesa pubblica, e in questo sta la fondamentale differenza tra le due tipologie.

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10 Responses

  1. alf

    C’e ovviamente una zona grigia di governi di tipo B ben felici di non dover dimostrare di non essere anche di tipo A. 🙂

  2. Carlo

    L’analisi e’ perfetta .Una domanda: un ” Controcorrente ” di Montanelliana memoria su tutti i media ?Magari con l’aggiunta di spiegazioni.per esempio si potrebbe elencare l’elenco dei governi che appartengono alla categoria a e alla b.Oggi gli italiani saprebbero ad esempio che Berlusconi appartiene alla categoria b, magari domani si potrebbe avvisare gli italiani che votando Bersani , si cadrebbe nella categoria a.

  3. Biagio Muscatello

    Introduciamo il fattore tempo:
    – Per il gruppo a) il tempo non esiste (e infatti sono fuori dal tempo). In compenso non crea attese (se non nell’aldilà).
    – Il gruppo b) fallisce i tempi, ma crea attese. E questo è un guaio!

  4. nessundorma

    Qualunque sia la categoria il risultato non cambia. Le entrate caleranno, perché il lavoro cala. La strada é già tracciata…

  5. massimo

    E poi ci sono quelli che non vogliono ridurre la tassazione perchè “le tasse sono bellissime”

  6. liberal

    Ci sono anche i Governi di tipo C : Abbassano le tasse, soprattutto ai ceti più ricchi e fanno esplodere la spesa pubblica!!! 🙂 Dei veri geni !

    Governo Bush docet!!

    P.S.: I Governi di tipo B sono comunque dei “ladri” di voti, perchè quando promettono in campagna elettorale,sanno benissimo di dire soltanto bugie.
    In questo Berlusconi non lo batte nessuno! 🙂

  7. eonia

    Se le premesse sono differenti e il fine è identico, significa che le cause risiedono da qualche altra parte.
    Nel ventunesimo secolo l’ideologia socialista con protagonista lo Stato, che impone, attua, accultura con sempre maggior insistenza una cultura di mutuo soccorso per tutti indistintamente, alla fine moltiplica gli organismi preposti e le competenze che si organizzano per asservire l’organismo.
    In breve tempo l’organismo diventa autonomo con capacità di spesa e ramificazione delle competenze sotto diretta sorveglianza che richiedono finanziamenti pubblici.
    E’ la nuova piaga della civiltà, nata per servire il cittadino ma che poi abbisogna del contributo di tutti per servire il suo perimetro.

  8. Pietro M.

    @liberal
    La scelta tra destra e sinistra rivela la preferenza per un tipo specifico di presa in giro.

    Chi ama sentire parlare di mercato e libertà a vanvera, voterà Berlusconi, o crederà alla ownership society di Bush, o all’economia sociale di mercato, eccetera. Finite le elezioni, ovviamente, non se ne vedrà nulla, ma tanto l’elettore medio dimentica prima che arrivano le elezioni successive: questa è una banale conseguenza delle teorie della public choice, non una coincidenza.

    Chi ama sentir parlare di solidarietà a spese altrui e pace a tutti i costi, ovviamente, voterà a sinistra. Finite le elezioni, Produ manderà i soldati in Libano e Obama in Afghanistan. Prodi aumenterà le tasse sui COCOCO in nome del celebre principio del “solo i ricchi piangano (dalle risate)”, e per il resto niente.

    L’umorismo è soggetto, come tutti, alle preferenze soggettive. C’è chi apprezza certi tipi di commedia e chi altri. Sta di fatto che l’elettore è comunque gabbato, qualsiasi cosa scelga.

  9. Scarthorse

    Il punto veramente critico è la sproporzione tra quello che si paga e il livello qualitativo della pubblica amministrazione: complessivamente paghiamo come in Svezia ed abbiamo qualità, professionalità, efficienza ed anche rispetto dei diritti da terzo mondo (chiedendo scusa la terzo mondo). Andrebbero completamente rivisti i criteri di selezione, formazione e sanzione del personale inadempiente e contemporaneamente adeguate tutte le procedure e normative in essere. Non ce la può fare nemmeno Mandrake, anzi Superman. Anzi, temo che non ne abbiamo nemmeno l’attitudine.

  10. andrea lucangeli

    Mettiamoci d’accordo sul punto di partenza: cosa rappresentano le tasse? Per molti sono quasi una “imposizione divina”, qualche cosa di ineluttabile ed indiscutibile, le moderne “Tavole della Legge”.- Per altri (pochi) miscredenti le tasse, invece, sono SOLO quanto lo mano pubblica deve (cautamente) prelevare dalle tasche dei cittadini per garantire il funzionamento di uno stato moderno.- Ergo: se tu Stato mi offri servizi di buona qualità io ti consento di mettere le mani nel mio portafoglio per prelevare la giusta quantità di denaro (il minimo indispensabile per pagare servizi, pensioni e stipendi).- Viceversa se i servizi erogati sono scadenti (o del tutto inesistenti) io cittadino (e non suddito) non ti consento di prelevare alcunchè dalle mie tasche.- Tutto molto semplice, in teoria.- Purtroppo in Italia il nesso causale tra tasse pagate e quanto erogato in cambio dallo Stato non è mai esistito…- Le tasse servono 1) per pagare gli stipendi della P.A. 2) per mantenere la vastissima rete di assistenzialismo sociale 3) per pagare gli interessi del debito pubblico 4) per mantenere un popolo di pensionati cinquantenni, falsi invalidi, tutti col doppio lavoro in nero etc. etc.- E i servizi? Con quello che avanza (poca roba) si “tira a campare” sino al prossimo condono, al prossimo scudo fiscale….o alla prossima cartolarizzazione….- Ed allora i cittadini (giustamente) si difendono come possono da questo Stato rapace e sprecone mettendo in atto una sorta di obbiezione fiscale tacita ed endemica: tu Stato mi dici che dovrei pagare 50 di tasse ma mi offri in cambio 10? Allora io ti pago 30, non pretendo servizi (me li pago) ma tu Stato incassa e taci , senza tanto pontificare sulla “fedeltà fiscale” dei tuoi cittadini-sudditi.- E così vissero felici…e contenti….

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