6
Gen
2012

Tagliare gli stipendi dei parlamentari? Meglio ridurne il numero.

Ha sollevato un discreto polverone la pubblicazione della commissione Giovannini in merito agli stipendi dei parlamentari italiani. Per chi si fosse perso la puntata, ricordiamo che la commissione ha cercato di misurare gli stipendi effettivi dei parlamentari italiani e di confrontarli con quelli europei.

Dai dati forniti dalla commissione si trova conferma di come l’indennità lorda dei parlamentari italiani sia la più alta tra i colleghi europei, ma emergono anche altri aspetti. Se si tiene conto della diversa tassazione, le retribuzioni nette italiane non sarebbero più così eccezionali. In secondo luogo i parlamentari tedeschi, a fronte di una indennità lorda più bassa, costano di più di quelli italiani per altre voci aggiuntive di spesa come quella dei collaboratori e  dei viaggi. Come era prevedibile, diversi deputati e senatori italiani hanno cavalcato l’onda e dichiarato come questa sia la prova che i loro stipendi non siano poi così  sensazionali, che non sia necessario ridurli e che siano ben altre le spese pubbliche su cui bisogna intervenire. La discussione è diventata ancora più confusa per il fatto che la commissione abbia voluto precisare che spesso non è stato possibile svolgere dei paragoni esaustivi – di “qualità sufficiente”- e abbia premesso di non considerare definitivi i risultati.

La questione che io credo non si debba perdere di vista è che in Italia un’anomalia sul costo del Parlamento esiste. Ed è evidente quando, a prescindere da tutti quei calcoli citati in precedenza, si considera il costo totale del Parlamento. Nel 2009 il Parlamento italiano, coi suoi 947 membri tra deputati e senatori, è costato 1.581 milioni di euro, secondo il bilancio di consuntivo di Camera e Senato. Nello stesso anno il Parlamento francese, che ha un numero di membri paragonabile (920), è costato 876 milioni di euro, quasi la metà.

Sul Corriere Stella e Rizzo hanno ricordato come oltre ai parlamentari sono quasi tutte le persone che lavorano a Palazzo Madama o a Montecitorio a godere di trattamenti economici privilegiati. Gli autisti, i barbieri, i segretari ottengono stipendi sensazionali; peraltro, essendo costoro rappresentati da ben dieci diversi sindacati, la situazione è tutt’altro che facile da cambiare e implicherebbe delle trattative di una certa durata.

In un momento come questo è però fondamentale, per un motivo di equità e per mantenere la coesione sociale, che anche il Parlamento prenda parte ai sacrifici che vengono richiesti agli italiani: i tagli alla spesa pubblica devono riguardare anche Camera e Senato e tutto l’entourage dei parlamentari. Anche ammesso che gli stipendi dei parlamentari non siano così eccezionali, un intervento resta valido e auspicabile: ridurre il numero dei parlamentari. In Germania ne hanno 689, in Spagna 619. Visto che oggi l’Italia sta diventando più povera di questi due Paesi, non c’è giustificazione al lusso di mantenere così tante poltrone.

Come ricordano Boeri e Garibaldi in “Le riforme a costo zero”: “Abbiamo un parlamentare ogni 60.000 abitanti, contro uno ogni 250.000 altrove. Potremmo, in altre parole, permetterci di avere solo 250 parlamentari, che potremmo scegliere con ben maggior cura dei quasi 1000 parlamentari attuali. Vorrebbe dire una riduzione permanente dei costi della politica di oltre cento milioni all’anno, senza contare i risparmi sulla retribuzione del personale di servizio”.

33 Responses

  1. Marco Tizzi

    Io penso ne bastino 100, con un parlamento monocamerale. Non solo verrebbero scelti meglio, ma anche controllati con più attenzione.

    Il taglio degli stipendi credo sia necessario più che altro per punirne l’incapacità, non certo perché sposti qualcosa in termini di spesa pubblica.

    Poi c’è da considerare che oggi i consigli regionali costano più del parlamento e anche lì una bella sforbiciata non farebbe male.

    E per quanto riguarda i dipendenti delle istituzioni, direi che un bel taglietto sopra i 75 000 euro lordi sarebbe un buon inizio.

  2. Concordo in pieno sulla riduzione dei parlamentari, aggiungerei qualche cosa:
    1 1 parlamentare per provincia, 2 per regione come totale dei parlamentari.

    2 il candidato deve presentarsi dove ha la residenza da almeno 5 anni.

    3 i parlamentari di una legislatura che ha aumentato il debito pubblico diventano automaticamente ineleggibili.

  3. AlexGatti

    io invece credo che oltre che ridurne il numero serva pagare i parlamentari a seconda dei risultati. In particolare concordo con la seguente proposta:
    http://noisefromamerika.org/articolo/paghiamo-parlamentari-cottimo
    Riassumendo: i parlamentari ogni anno incassano lo stipendio solo se: esiste un avanzo primario positivo (al netto delle spese per interessi dunque) e se il pil cresce.
    Quanto i parlamentari vengono pagati:
    La paga dei parlamentari è porporzionale al rapporto tra la crescita del nostro pil e la crescita di un paese di riferimento (germania) o se si vuole essere piu lassisti, la crescita dell’eurozona.
    3 esempi:
    Il pil italiano cresce del 2% e il pil tedesco pure del 2%, in italia c’è un avanzo primario, lo stipendio dei parlamentari è pari a quello attuale
    Il pil italiano cresce del 1% e il pil tedesco del 2%, in italia c’è un avanzo primario, lo stipendio dei parlamentari è pari al 50% di quello attuale (metà dunque, visto che cresciamo metà della germania).
    Il pil italiano cresce del 3% e il pil tedesco del 2%, in italia c’è un avanzo primario, lo stipendio dei parlamentari è pari al 150% di quello attuale (una volta e mezza dunque, se cresciamo molto piu della germania mi sta bene che anche i parlamentari abbiano una gratifica).

  4. Giuliano

    Ma perché dobbiamo sempre inventarci tutto daccapo, proviamo a copiare un paese dove sembra che va meglio da questo punto di vista, per esempio l’Inghilterra:

    1. meno parlamentari,
    2. stipendi più bassi,
    3. controllo sulle spese dei parlamentari.

  5. Antonio Conati Barbaro

    Perfettamente d’accordo, ma non scordiamoci che per fare questo serve una modifica costituzionale con tempi molto molto più lunghi. Quindi ‘tutti e 2’, e continuare a fare pressione sui parlamentari per la riduzione delle prebende. A proposito, anche per una legge sulla riduzione degli stipendi degli alti magistrati, dai quali scattano gli automatismi per la P.A.

  6. Gondo

    Mi sembra che la riduzione del numero sia veramente necessaria ed opportuna.

    Nel frattempo sarebbe opportuno togliere la diaria per i residenti a Roma e pagare direttamente gli eventuali collaboratori, evitando così uno stipendio supplementare
    per i cari parlamentari!!!!

  7. waldimiro

    Busta paga di un senatore italiano novembre 2011.
    Ho tratto online la busta paga del senatore IDV Pedica Stefano da cui si deduce che un Senatore prende come stipendio netto 14.000 euro mensili così ripartiti: nei 3700 euro mensili netto a pagare dello stipendio occorre aggiungere -1470 ritenuta contributi periodi figurativi,- 800 euro ritenuta assegno di solidarietà, 840 ritenuta ASIS assistenza integrativa sanitaria parlamentari e familiari questi non tassabili-, infine 125 ritenuta circolo Montecitorio, per un totale netto di euro 6935 questa è il netto della busta paga di un senatore a cui aggiungere, sempre al senatore, le competenze mensili accessorie per un totale di 7300 euro nette e non tassabili, insomma il totale netto senza mutui e prestiti e agevolazioni sanitarie è di 14.235 euro .
    Vedere per credere alla faccia di chi sostiene il contrario come il duo schi-fini.
    Come non bastasse lo scandalo degli stipendi più alti d’Europa, almeno il doppio della media, sempre dedotto dalla busta paga del senatore IDV Pedica Stefano si aggiunga che con soli 1280 euro mensili di versamenti si aggiudicano il vitalizio e reversibilità per il coniuge superstite, vale a dire che con soli 1280€x60mesi = 76.8oo euro lordi di versamenti in 5 anni si garantiscono per almeno 25 anni un vitalizio mensile di 2700 euro netti vale a dire costano alla comunità 810.000 – 76.800 = 733.000 che noi contribuenti paghiamo per ognuno di loro.
    Allora importante ridurre il numero ma ancora più importante è riformare il complessivo delle voci che compngono il totale degli emolumenti e portarlo ai livelli mdi europei CHE SONO MENO DELLA META’ di quelli italiani. penso che così il numero di coloro che entrano in politica per i loro interessi personali si ridurrà naturalmente.

  8. Enrico Arrighi

    Confrontare il costo assoluto della macchina parlamentare è già un passo ulteriore in avanti nell’analisi critica dei dati.
    Naturalmente il costo in relazione al PIL ci porterebbe ancora più in basso nella classifica dei virtuosi.
    Non ho sentito o letto considerazioni relative allo stipendio dei parlamentari in rapporto allo stipendio medio nazionale.
    Se è vero che l’operaio volkswagen guadagna molto di più di quello fiat, vorrei capire perchè il parlamentare italiano debba essere essere allineato a quello tedeco. Forse perchè la sua produttività relativa è molto superiore?
    Enrico

  9. Luca

    Esatto, perché inventarci soluzioni all’italiana, copiamo i paesi più avanzati dei nostri come ad esempio l’Inghilterra

  10. lionello ruggieri

    Alcunee considerazioni. Invece di discutere se diminuire gli stipendi o il numero die parlamentari sarebbe meglio dimìnuire entrambi: meno parlamentari a minor stipendio. Per il criterio con cui votano e con cui vengono scelti, inoltre, tanto varrebbe eleggerne solo uno per partito dotato di tanti voti quanti sarebbero gli eletti. Ad esempio: PdL, Berlusconi con 280 voti, PD, Bersani con 220 voti (o quel che è). Mentre invito a ricordare quante leggi ad personam sono state impedite proprio per il nostro santo bicameralismo perfetto che ha costituito maggioranze diverse nei due rami del Parlamento

  11. Danilo Dongiovanni

    A mio parere gli stipendi sono adeguati al ruolo, in fondo parliamo di dirigenti dello stato.
    Concordo però con l’approccio dell’articolo:
    – riduciamone il numero, aumentando anche la probabilità di selezionarli meglio.
    – eliminiamo il bicameralismo perfetto che aumenta i casi di accordi e sotterfugi più che la garanzia di democrazia.
    – introduciamo una qualche metrica di produttività. Non è facile ma qualche misurazione dell’efficacia andrà pur proposta.

  12. Scott

    Alla faccia del retaggio medievale! Chissà dov’è l’esternazione del popolino bue davanti a Montecitorio! Sul pianeta Terra non è passata inosservata la pagliacciata ( e vigliaccheria) del popolino bue davanti al Quirinale quando Mr B si è dimesso ( e senza il minimo contributo dalla cosiddetta ed inutile “opposizione”), per poi vedere il nulla davanti a Montecitorio quando i loro baroni continuano a tartassarli ( e a prenderli per i fondelli) per tenere invariato il loro stile di vita parassitico, anche con doppi e tripli stipendi dalla Pubblica Amministrazione! Sul medesimo pianeta Terra ci sono stati rivoluzioni per molto meno! Ma gl’italiani si sono resi conto che fino a quando gl’interessi sui BOT/BTP RIMARRANNO AGL’ATTUALI LIVELLI CI SARANNO ACQUIRENTI ALLE ASTE? Vediamo come andranno le aste di Marzo/Aprile 2012 per racimolare 400 MILIARDI DI EURO, DI CUI 200 MILIARDI DI EURO SERVONO PER MANTENERE IL SISTEMA PARASSITICO CHE STA BLOCCANDO OGNI EVENTUALE CRESCITA ECONOMICA E CREANDO PROBLEMI ANCHE CON I FONDI PENSIONI USA!! In fondo, perchè mantenere ad oltranza un sistema parassitico senza beneficiarne? Manteniamo gli spread tra i 400/500 punti…E sel al popolino bue non sta bene..cosa farà? Continuerà a pagare gl’aumenti come ha sempre fatto: a testa bassa e a riconsolarsi con inutili borbottii. Che squallore! Dove si è mai visto un barbiere a Euro 200,000? E vista la capigliatura dei baroni, delle due l’una: o il barbiere è un macellaio, oppure i baroni non si sono degnati del suo servizio..Qualsiasi il motivo, come si può giustificare alla luce del sole quel tipo di stipendio e per quel tipo di lavoro? Forse elargendo “favori sproporzionati” per tenere tutto come prima è uno dei motivi per gl’alti costi della politica per se e della pubblica amministrazione nel suo insieme, e se poi aggiungiamo la voce “CORRUZIONE”, per il quale l’Italia è gloriosamene e orgogliosamente ai vertici mondiali, mi chiedo: in quale secolo il popolino bue diventerà un cittadino “normale di uno Stato di diritto “normale”? Dal momento che ad oggi solo qualcosina (di irrilevante) è cambiato http://www.orda.it….

  13. Trovo ipocrita, ridicolo e soprattutto sciocco questo generale accanimento contro i politici del Parlamento… spacciati come l’unico e vero problema di “casta” italiano. Quando invece l’Italia è piena di caste più numerose, non elette e prive di ogni meccanismo di “responsabilità” per gli atti (ed errori) commessi. A partire dai magistrati, passando per i super dirigenti pubblici ultrapagati e per i politici locali super pagati (come i consiglieri regionali), per arrivare ai conduttori veline e velone della Rai (Fazio si becca più di 2 milioni di euro all’anno, la Littizzetto non so quanto per dire un centinaio di parolacce a puntata) e giù giù fino al barbiere e allo stenografo di Montecitorio.
    Presto ci troveremo con parlamentari ancor più deboli di quanto siano adesso (la sicurezza economica è origne di libertà) e magari in numero drasticamente ridotto (in Italia??? Paese dei mille campanili???), mentre tutto il resto, il grosso insomma, immutato. Bell’affare… ma a quanto pare al popolo ed a qualche elite furba bue piace così.

  14. Errata corrige. Riposto.

    Trovo ipocrita, ridicolo e soprattutto sciocco questo generale accanimento contro i politici del Parlamento… spacciati come l’unico e vero problema di “casta” italiano. Quando invece l’Italia è piena di caste più numerose, non elette e prive di ogni meccanismo di “responsabilità” per gli atti (ed errori) commessi.

    A partire dai magistrati, passando per i super dirigenti pubblici ultrapagati e per i politici locali super pagati (come i consiglieri regionali, che beccano quanto i parlamentari), per arrivare ai conduttori alle veline e alle velone della Rai (Fazio si becca più di 2 milioni di euro all’anno, la Littizzetto non so quanto per dire un centinaio di parolacce a puntata) e giù giù fino al barbiere e allo stenografo di Montecitorio.

    Presto ci troveremo con parlamentari ancor più deboli di quanto siano adesso (la sicurezza economica è origne di libertà!!!) e magari in numero drasticamente ridotto (in Italia??? Paese dei mille campanili???), mentre tutto il resto, il grosso insomma, resterà immutato. Bell’affare… ma a quanto pare al popolo bue ed a qualche elite furba piace così.

  15. Andrea

    Io sono per entrambe le cose!! Riformerei il Senato e lo farei formato solo dai presidenti di Regione(che avrebbero un solo stipendio) e al massimo 100 alla camera! Alle regioni max 20 consiglieri. Qualcuno sa dire se e quanto costano i sindacati alle casse dello Stato?

  16. claudio

    Copiare l’Inghilterra sarebbe un enorme balzo in avanti.
    A fine mandato ogni parlamentare britannico deve tornare al proprio seggio e ottenere la maggioranza relativa dei voti dei propri concittadini per farsi rinnovare il “contratto”.
    I dibattiti di piazza diventano più importanti della tv, gli oppositori che ambiscono a quel seggio sono selezionati in loco attraverso le primarie e le segreterie dei partiti hanno molto meno potere che i Italia.

    Sarebbe comunque già un bel saltello riavere il “mattarellum”, dove 75% dei parlamentari era eletto con il sistema inglese (ricordiamo che gli elettori italiani attualmente non possono licenziare i propri eletti in alcun modo, è democrazia?).

    Non bisogna però trascurare il fatto che sia l’Inghilterra, sia gli Stati Uniti (che hanno un sistema elettorale analogo) si trovano a fronteggiare un debito pubblico di proporzioni colossali.

    Un ottimo esempio di governo del debito pubblico ci viene invece dalla vicina Svizzera, il debito della Federazione diminuisce di anno in anno, e la cosa più interessante è che in Svizzera, di fatto, non esistono politici professionisti!

  17. bruno

    Non credo sia giusto tagliare il numero dei deputati, anche perchè in Inghilterra dove c’è il sistema uninominale c’ è un deputato ogni 70.000 abitanti.
    I costi elettorali sono molto bassi e c’è un rapporto elettore-votanti molto buono.
    Per il senato non sò.
    Nessuno parla del vero scandalo: il finanziamento pubblico dei partiti, bocciato in almeno 3 occasioni referendarie. Mica devono esistere i partiti di Stato?
    Sistema maggioritario e finanziamento volontario della politica, 2 cose plebiscitate dagli italiani.
    Concludendo: distinguiamo tra costi della democrazia e costi dell’oligarchia!
    Grazie

  18. Ugo Pellegri

    Il problema dell’entità dei compensi dei parlamentari non certo il più grave per me non è non è accettabile:
    1 la disputa sul netto e sul lordo. Le tasse sono più alte per i cittadini italiani rispetto ai tedeschi, perché non dovrebbero esserlo anche per i parlamentari?
    2 il fatto che molti si giustificano dicendo che passano una parte del compenso al partito. Mi sembra la stessa giustificazione all’epoca di mani pulite con la quale pretendevano l’assoluzione per aver rubato per il partito ma non per se.
    3 i “portaborse” pagati in nero e a livelli di costo del lavoro “cinese”.
    4 i rimborsi spese di trasferta riconosciuti senza documentazione fiscale valida anche ai residenti a Roma.

  19. piera53

    sono troppi, strapagati e pieni di privilegi, inoltre lavorano poco. Noi siamo i datori di lavoro ma il prezzo lo fissano loro… è da matti, non possiamo permettercelo : mettiamo sotto il loro e il nostro naso l’orologio del debito, paghiamoli il giusto e facciamoli lavorare!

  20. Giuliano

    @calipsom

    Non sono d’accordo sulla questione dell’accanimento. Infatti visto che da qualche parte bisogna pur cominciare la cosa migliore è sicuramente quella di partire dalla testa.

    Infatti in questo modo quei parlamentari che si vedono in pochi a lavorare tanto e con un riconoscimento economico modesto e molto controllati troveranno sicuramente gli stimoli per pretendere altrettanto impegno dalle innumerevoli caste e bande annidate nelle patrie amministrazioni; e non solo.

    Difficile immaginare il contrario, e cioè che chi esercita quotidianamente l’arte di rubare ed approfittare della situazione (i nostri attuali parlamentari) riesca ad avere, come dire … quel tantino di motivazione ed autorità morale per imporre agli altri ladroni leggi e comportamenti più morigerati e produttivi.

  21. marco

    Anzitutto non sarei per chiudere tanto semplicemente la partita con degli scrocconi, approssimativi e voltagabbana, cacciaballe pronti a strumentalizzare per celare non solo i privilegi ma ancor peggio l’incompetenza FACTS SPEAK LOUDER THAN WORDS e spendere il 60% più della Francia con un debito molto inferiore ed un reddito medio ben superiore è uo allarmante. Io sarei per pagare i nostri parlamentari e ministri come i tedeschi con un fattore di correzione calcolato come rapporto tra pil tedesco e italiano.
    Lo stesso in ambito italiano tra le regioni e tra i comuni. mi sembra giusto che responsabilità di una regione o di un comune con pil frazionale debba prendere anche un compenso frazionale. Poi a fine mandato si paga l’eventuale incremento di PIL realizzato dall’amministrazione virtuosa che ha tagliato le spese o attratto investimenti.
    Intanto a bocce ferme regioni e comuni cercheranno di conglomerarsi per realizzare basi di maggior PIL e quindi migliori compensi, cosa che ci fa molto piacere perchè riduce i costi e migliora la qualità degli amministratori ampliando la selezione ed aumentando la competizioni. Con questo è evidente il mio sostegno ad una riduzione del numero dei deputati e dunque di uno stimolo alla meritocrazia per il conseguimento di quelle posizioni (che peraltro dovrebbero venir rese incompatibili con qualsiasi ulteriore impegno)

  22. dario

    Se il 70% delle leggi provengono dall’Unione Europea non si giustifica che nel nostro Parlamento stazionino 630 deputati e 315 senatori. Resta l’anomalia che dopo 5 anni di inoperosa presenza abbiano anche un vitalizio quando la prestazione sarebbe assimilabile più ad una collaborazione coordinata e continuativa(co.co.co).

  23. Antonio Papagni

    Mi limito a sottoporre un quesito: a cosa si perverrebbe se fossero limitati gli emolumenti ed il numero di parlamentari? Almeno a due gravi conseguenze. La prima, atteso che le forme di (auto)finanziamento sono connaturate alla identità stessa del politico professionista, aumenterebbero fenomeni di lobbyng (nella migliore delle ipotesi) o finanziamenti pseudo-leciti. La seconda, lo scarso ricambio che deriverebbe dalla riduzione del numero di scranni, provocherebbe il radicamento della medesima vetusta classe dirigente che ci governa da sempre (e per sempre) con gli stessi vizi (e le poche virtù) che ben conosciamo. Conclusione, qualsiasi intervento “dimagrante” senza una norma che “favorisca” (meglio IMPONGA) un “”””fisiologico”””” ricambio dell’assise parlamentare (sulla scorta di quanto già avviene per l’elezione dei sindaci) è condizione necessaria per prevenire un ulteriore abbrutimento del sistema di delega in bianco che si è inventato la democrazia parlamentare italiana (specie quella post-porcellum!!!). Grazie dell’attenzione.

  24. Luigi Sudano

    Trovo interessante la lettura degli articoli, che un caro amico mi gira; la trovo interessante perchè fornisce molti spunti di riflessione e in Italia gente che riflette ce n’è tanta. Purtroppo non ha voce per farsi ascoltare o per imporre idee, come spesso fanno altri che, aimè, ci riescono. La voce di protesta è considerata “vox populi”; non sempre è così! Ma, in un Paese che non è in grado migliorare se stesso e la classe dirigente, di copiare dal meglio, emularlo, quantomeno, non ci si potrà mai aspettare una sana risposta alle riflessioni che vengono fatte. Prova ne è la congerie di commenti che circolano: tagliare il numero dei parlamentari? Ridurre gli stipendi? Abolire i provilegi? Diminuire le auto blu? Io non credo che questo possa migliorare le cose. L’inchiesta statistica che ho ascoltato stamani al “Ruggito del Coniglio” (simpaticissima trasmissione di RAI-2, stranamente…!) afferma che gli italiano giovani, per la maggior parte delle situazioni, si rivolgono alla famiglia. Il commento dei due conduttori è che, purtroppo, in Italia esistono due famiglie: quella di fatto e quella che prende nome di “Cosa Nostra”! Come dargli torto? E’ la nostra realtà, nata da anni e anni di nepotismo inveterato, di concubinaggio politico e non, di assenza di senso civico e di stato, di solidarietà di popolo che vien fuori solo quando la paura fa 90. Certo fa strano, per me che sono un medico, pubblico dipendente, apprendere che un valletto/usciere di Montecitorio guadagna il doppo lordo di quanto guadagni io; ma fa niente! Buon per lui! La nefandezza sta nel fatto che il politico sentendosi molto al di sopra dell’usciere, riceve le sue richieste raccomandative, come se il richiedente fosse un essere inferiore e, quindi, lo accontenta! I Marescialli spesso comandano più dei Generali! Cosa fare, allora, per tornare al nostro tema? Cambiare il sistema! Tutto il sistema. Camera e Senato; due enti inutili che ingessano le iniziative alla buona sorte del garantismo. Basta, Signori miei! Le cose non potranno mai andare avanti in questo modo! Aveva ragione Silvio, quando diceva che passava intere giornate a firmare, atti, a preoccuparsi di cose banali e scontate, inutili e dispendiose e non aveva tempo per governare l’Italia! Vogliamo mantenere i due rami del Parlamento? mettiamoci 10 Probi Viri, per ramo; scegliamo dei cervelli normopensanti e lasciamoli lavorare. Che lavoro possono mai fare 600 e più, individui che si scornano tra loro dovendo discutere di proposte di leggi? Quanto il personalismo? Quanto il protagonismo? Quante le direttive di partito? Ci ricordiamo la trasmissione de “Le Iene”, in cui gli Onorevoli non sono stati in grado di dare alcuna definizione dello Spred, della Scala Mobile, dell’Inflazione?Mettiamoci nei panni di uno di questi cavalieri senza cavallo e che ha presentato una proposta di legge. Prima le varie Commissioni, Poi la Camera, poi il Senato in pubblici dibattiti. Sicuramente il testo viene stravolto e non poco; spesso si deve ripetere l’iter, ecc. E che roba è? Sono certo che se ciascuno di noi, dotato di idealismo e di quel senso del dovere che consente di compiere al meglio la missione, dopo pochi giorni, per coerenza, dovrebbe lasciare, vomitando, quella poltrona. Oppure si passerebbe “dall’altra parte”, con buona solvenza del benessere fisico, al solo fine di: 1)sentirsi importanti (effetto facciata); 2) per godere dei benefici, quelli rimasti! Ecco perchè cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia! Si deve avere il coraggio di passare, da un sistema ingessato e arroccato (si potrà immaginare poi, le varie posizioni lobbistiche e legate a personalismi di basso rango), ad un sistema snello e capace di essere produttivo in tempi ultra celeri! Ci vedo un grande comitato di saggi e, per gli “elettori” un afferenza di sintonia mentale, una sorta di empatia e non più affinità partitocratica, come da sempre è stato. E’ inutile votare un partito, che spesso cambia bandiera, solo per decisioni dei vertici (o di due o tre persone – Fini docet): un partito fatto da tante teste (come nel nostro sistema ingessato), non può essere più rappresentativo dell’elettorato, specie in questi tempi, in cui non esiste più un ideale stabile, nobile, nuovo, che sia!! Che differenza c’è tra i partiti di Centro Sinistra? Ma lo stesso lo si può dire del Centro Destra! Poi, chi è quel cretino che si lega ad un personaggio che prima era di destra, poi diventa di sinistra o centro e viceversa!!? Ci fanno venire le crisi d’identità solo per perseguire lotte personali, intestine, di potere e quant’altro! Poi, ci si mette pure il Presidente della Repubblica e si ricambia tutto lo scenario?! E’ logico che noi italiani abiteremo sempre quella nazione di spaghetti e mafia! E’ logico che nessuno può avere fiducia in un popolo così! La classe politica è responsabile della nostra reputazione all’estero! No, Signori: io non mi sento più rappresentato da nessuno e, per tornare alla “Vox Populi”, cosa si sente dire in giro, ormai troppo spesso? Poltrone e potere, benefici e sollazzi; raccomandazioni e posti di lavoro. Mi auguro che si possa arrivare, coi secoli ovviamente, al prima menzionato, comitato di “Probi Viri”, prima che la protesta trasformi il Montecitorio, nell’ottavo colle romano….dal quale si alzi una visibile colonna di fumo e fiamme.

  25. @Giuliano
    Siamo alle solite. Cioè al popolo italiano che si sente così migliore dei suoi governanti tanto da volerli non solo in mutande ma alla gogna quando non direttamente morti. Eppure i dati sono chiari. Di fronte ad una classe dirigente scadente e che ruba (però ci vorrebbero le prove prima di dirlo… prendere 12-13mila euro al mese non mi pare un furto), abbiamo una popolazione scadente e ladra pure essa… lo dicono, ad esempio, i dati generali sull’evasione. Forse bisognerebbe cominciare a guardare un po’ a noi stessi e a non pensare che il male venga sempre dagli altri. Forse sarebbe bene che gli italiani singoli cominciassero a seguire la massima di Kennedy: non chiedete cosa può fare lo stato per voi ma…

  26. giuliano peruzzi e riccardo monelli

    Senza tagli traumatici una proposta da noi inviata al Governo ottiene la riduzione del debito. Dott. Giannino le pare sostenibile?
    Giuliano Peruzzi e Riccardo Monelli

    ABBATTIAMO IL DEBITO

    All’attenzione del sig. Presidente del Consiglio e dei suoi Ministri una proposta per l’abbattimento del debito pubblico comportante un vincolo a costo zero per i destinatari. Tra essi in maggioranza i percettori di denaro pubblico (dal Presidente della Repubblica fino allo stenografo della Camera) i quali, come tali, non possono mostrare sfiducia nello Stato che essi stessi rappresentano.

    Giuliano Peruzzi e Riccardo Monelli

    PROPOSTA DI DECRETO LEGGE

    E’ stabilito un tetto massimo di 7,000 euro netti al mese (tredicesime o ulteriori mensilità comprese) pagabile a pronti per le categorie di emolumenti di cui in A:

    A 1) le pensioni a qualsiasi titolo erogate;

    2) tutti gli emolumenti o rimborsi a qualsiasi titolo percepiti dagli eletti in qualsiasi struttura pubblica istituzionale, politica e amministrativa;

    3) tutti gli stipendi o emolumenti di dirigenti, funzionari e consulenti (dipendenti o nominati) in qualsiasi struttura statale e parastatale;

    4) tutti gli stipendi, benefici e liquidazioni per amministratori, consiglieri e sindaci di enti, banche, aziende, aventi anche indirettamente rilevanza pubblica;

    5) tutti i pagamenti che a qualsiasi titolo nelle amministrazioni statali, regionali, provinciali e comunali siano effettuati a qualsiasi titolo con denaro pubblico, ad esclusione di quelli dovuti per pubbliche gare.

    Le eccedenze oltre il tetto di 7.000 euro netti mensili pagabili a pronti saranno, senza eccezioni, pagate al valore nominale dai Titoli di Stato di cui in B. B

    1) i Titoli di Stato di volta in volta occorrenti saranno oggetto di una particolare emissione con scadenza quinquennale ad un tasso del 3 % variabile secondo l’inflazione;

    2) tutte le somme in contanti così risparmiate saranno tassativamente e mensilmente impiegate per ritirare altri Titoli di Stato a tassi superiori e per non rinnovare Titoli di Stato in scadenza;

    3) il Ministero del Tesoro garantirà l’applicazione del Decreto;

    4) gli eventuali percettori che non provvedessero a segnalare agli enti pagatori la non osservanza del presente decreto, oltre alle multe previste, perderanno per sempre il diritto a percepire le somme superiori ai 7.000 Euro netti mensili.

  27. giuliano peruzzi e riccardo monelli

    Senza tagli traumatici una proposta da noi inviata al Governo ottiene la riduzione del debito. Dott. Giannino le pare sostenibile?
    Giuliano Peruzzi e Riccardo Monelli

    ABBATTIAMO IL DEBITO

    All’attenzione del sig. Presidente del Consiglio e dei suoi Ministri una proposta per l’abbattimento del debito pubblico comportante un vincolo a costo zero per i destinatari. Tra essi in maggioranza i percettori di denaro pubblico (dal Presidente della Repubblica fino allo stenografo della Camera) i quali, come tali, non possono mostrare sfiducia nello Stato che essi stessi rappresentano.

    Giuliano Peruzzi e Riccardo Monelli

    PROPOSTA DI DECRETO LEGGE

    E’ stabilito un tetto massimo di 7,000 euro netti al mese (tredicesime o ulteriori mensilità comprese) pagabile a pronti per le categorie di emolumenti di cui in A:

    A 1) le pensioni a qualsiasi titolo erogate;

    2) tutti gli emolumenti o rimborsi a qualsiasi titolo percepiti dagli eletti in qualsiasi struttura pubblica istituzionale, politica e amministrativa;

    3) tutti gli stipendi o emolumenti di dirigenti, funzionari e consulenti (dipendenti o nominati) in qualsiasi struttura statale e parastatale;

    4) tutti gli stipendi, benefici e liquidazioni per amministratori, consiglieri e sindaci di enti, banche, aziende, aventi anche indirettamente rilevanza pubblica;

    5) tutti i pagamenti che a qualsiasi titolo nelle amministrazioni statali, regionali, provinciali e comunali siano effettuati a qualsiasi titolo con denaro pubblico, ad esclusione di quelli dovuti per pubbliche gare.

    Le eccedenze oltre il tetto di 7.000 euro netti mensili pagabili a pronti saranno, senza eccezioni, pagate al valore nominale dai Titoli di Stato di cui in B. B

    1) i Titoli di Stato di volta in volta occorrenti saranno oggetto di una particolare emissione con scadenza quinquennale ad un tasso del 3 % variabile secondo l’inflazione;

    2) tutte le somme in contanti così risparmiate saranno tassativamente e mensilmente impiegate per ritirare altri Titoli di Stato a tassi superiori e per non rinnovare Titoli di Stato in scadenza;

    3) il Ministero del Tesoro garantirà l’applicazione del Decreto;

    4) gli eventuali percettori che non provvedessero a segnalare agli enti pagatori la non osservanza del presente decreto, oltre alle multe previste, perderanno per sempre il diritto a percepire le somme superiori ai 7.000 Euro netti mensili.

  28. Gabriele

    250? ma perché non 25? Anzi, 5: ci costerebbero meno. Oppure un bel triumvirato.

    Io credo che la democrazia abbia un costo, che sono disposto a sostenere: un numero di parlamentari maggiore consente un rapporto diretto tra parlamentare e cittadino che, specie in un sistema maggioritario di tipo uninominale stile inglese, consente agli elettori facenti parte di una constituency di controllare l’eletto e di conoscere vita, morte, miracoli dei candidati.

    Altra cosa sono i costi della partitocrazia e della spartizione corporativa, che questo blog mette in luce in modo eccellente.

  29. Asterix

    Storicamente quando un sistema politico non risponde più alle aspettative del popolo e costa troppo avviene sempre un cambio radicale, se va bene potrebbe arrivare un personaggio come De Gaulle e rimettere le cose a posto, ma potrebbe arrivare anche un nuovo Hitler e allora sono dolori anche per l’attuale numenklatura, speriamo bene!!

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