27
Dic
2009

Poste e Ryanair: le nuove frontiere del protezionismo

Un pò di tempo fa, nel vecchio blog “liberalizzazioni” dell’IBL, avevo definito le liberalizzazioni (all’italiana) come i processi attraverso i quali  i vincoli normativi che impediscono il libero accesso delle imprese a un mercato sono sostituiti da ostacoli di differente natura ed equivalente efficace. Allora non mi aspettavo, tuttavia, che la fantasia del protezionista pubblico (il quale preferisce da sempre inefficienti monopoli di bandiera, finanziati a forza da contribuenti insoddisfatti, rispetto a efficienti imprese in concorrenza, volontariamente finanziate dai consumatori) giungesse sino agli esempi che abbiamo sotto gli occhi in questi giorni.
Poste. Come riportato da Milano Finanza lo scorso 15 dicembre, molti comuni italiani (tra cui Vicenza, Bologna, Firenze, Parma, Reggio Emilia, Teramo, Rimini e sembrerebbe anche Milano) permettono il libero accesso nelle zone a traffico limitato dei centri storici, senza limitazioni e oneri economici,  solo ai furgoni di Poste Italiane (inquinanti e non) mentre quelli degli  operatori concorrenti, in particolare i corrieri espresso, sono assoggettati a limitazioni d’orario e al pagamento di oneri e, in taluni casi, persino a divieti assoluti di accesso. E’ evidente come questa microregolazione di tanti decisori municipali abbia l’effetto di generare un ingiustificato vantaggio concorrenziale per Poste (e un corrispondente ingiustificato svantaggio per i suoi competitori) in segmenti di mercato ‘legalmente’ aperti. Del tema si era già occupato nello scorso mese di febbraio l’Antitrust con una segnalazione all’Anci e ai Comuni interessati che sembra essere rimasta tuttavia lettera morta, tanto che l’Aicai, Associazione italiana corrieri aerei internazionali, si è ora rivolta all’Unione Europea.
Ryanair, Enac e i tesserini dei pescatori. Ben più nota è la controversia sorta tra l’Enac e Ryanair circa la tipologia di documenti che abilitano al riconoscimento per l’imbarco dei passeggeri sulle rotte nazionali. Ne hanno parlato Carlo Lottieri e Andrea Giuricin in precedenti post (Andrea Giuricin anche in un Focus IBL al quale rimando). La questione in sintesi è la seguente: Ryanair richiede per l’imbarco su voli nazionali la stessa tipologia di documenti che l’U.E. prevede per quelli internazionali (carta d’identità o passaporto) mentre l’Enac, applicando una norma nazionale che fu approvata con ben altri intenti (semplificare i rapporti tra cittadino e P.A.), pretende che tutti i vettori accettino anche altre tipologie, quali ad esempio le patenti di guida e … le licenza di pesca. Ryanair si rifiuta, adducendo ragioni di sicurezza, e, non volendo arrendersi, ha sospeso tutti i suoi voli nazionali dal prossimo 23 gennaio. Chi ha ragione? Da un punto di vista puramente legale probabilmente l’Enac (dato che se c’è una legge in tal senso va rispettata), tuttavia ci si aspetterebbe che se una legge ha contenuti non più attuali, magari divenuti nel tempo persino controproducenti o assurdi, un ente tecnico di regolazione dovrebbe farlo notare al legislatore, chiedendo a quest’ultimo di adeguare al più presto le norme, anzichè ostinarsi a farle applicare e  correre il rischio che generino effetti non previsti e non desiderati dallo stesso legislatore che le aveva emanate. Nel caso specifico è lecito dubitare che il legislatore, elevando le licenze di pesca al rango di documenti abilitati all’identificazione personale, avesse in mente di favorire gli imbarchi aerei di passeggeri italiani dopo l’11.09.2001. Che siano documenti poco affidabili non ci piove, e quindi sulla sostanza ha sicuramente ragione Ryanair. La stessa patente di guida è un documento che non permette il riconoscimento certo delle persone, dato che viene rinnovata ogni decennio tramite l’applicazione di un bollino e conserva la foto applicata al momento dell’emissione. La mia risale a circa sei lustri fa, pochi mesi prima che sostenessi la maturità… Ci si aspetterebbe quindi che l’Enac, istituzionalmente interessato a garantire la massima sicurezza dei voli,  chiedesse al legislatore di rimuovere tali documenti da quelli utilizzabili per l’imbarco, non che si ostinasse a chiedere ai vettori di accettarli. Perchè lo fa? I miei studenti, che grazie ai vettori low cost si possono permettere l’Erasmus e fanno parte della prima generazione di cittadini europei, sospettano che sia l’ennesimo aiutino in favore di una compagnia nazionale, già di bandiera. Che abbiano ragione?

23 Responses

  1. Bepi

    Caro Ugo Arrigo,
    Volevo solo fare qualche domanda in merito alla sua riflessione.
    Nello specifico volevo chiedere quali sarebbero le “ragioni di sicurezza” che adduce Ryanair a sua giustificazione?
    Le leggi in vigore in Italia possono inquadrare un privato tra i soggetti delegati alla sicurezza nazionale?
    Un dipendente di una compagnia aerea è tecnicamente formato e ha la strumentazione adeguata per verificare se un passaporto o una carta d’identità sono falsi o falsificati?
    Se può farlo con alcuni documenti perchè non può farlo per gli altri?
    Da dove deduce che i documenti equipollenti sono documenti poco affidabili?
    Se, come dice, la patente non permette il riconoscimento certo delle persone perchè scade ogni 10 anni le vorrei ricordare che anche gli altri documenti hanno la medesima scadenza, quindi in Italia non dovrebbe guidare più nessuno poichè ci si scambierebbe impunemente le patenti l’uno con l’altro.
    Mi spiegherebbe perchè i voli in cui ci si presenta con la patente siano meno sicuri di quelli in cui si vola con i passaporti o con le carte d’identità?
    Mi permetto di ricordare che in tutti gli attentati aerei gli attentatori avevano un regolarissimo passaporto con indicate le proprie esatte generalità.
    I suoi studenti potrebbero continuare a viaggiare con una compagnia che evitasse di fare la voce grossa e, quando non ci riesce, le ripicche.
    Gli altri vettori che operano in Italia, e non è solo la compagnia nazionale, forniscono il loro servizio rispettando la legge, perchè per qualcuno si dovrebbero derogare?

  2. Nesssundorma

    In altre parole… Conflitto di interessi. CHI STA AL COMUNE FAVORISCE GLI AMICI O LE MUNIPALIZZATE.

  3. spaziamente

    Sarò ingenuo, (e pessimista), ma penso che non si tratti dell’ennesimo aiutino.
    Dura e pura burocrazia statalista cieca e bislacca? Essendo la risposta più semplice…forse non è così lontana dalla realtà.

  4. A chi accusa Ryanair (Bepi qui sopra per esempio): Ryanair non ha deciso di sovvertire l’ordine italiano delle cose … semplicemente sospende i voli perche’ nn riesce a farsi carico dell’extra check su documenti che nn accetteri nemmeno io dal tecnico della caldaia a casa mia; e’ un’azienda privata con tutti i diritti di farlo.
    Considerato quindi che ci perdiamo noi “clienti”, mi sento di caldeggiare un intervento in sede legislativa.

  5. La normativa europea in merito all’identificazione prevede che, per i voli interni all’UE, siano validi il Passaporto e la Carta d’Identità Nazionale.
    RyanAir si è adeguata.
    L’ENAC sottoscrive la normativa europea redatta dall’EASA.
    Il TAR pretende qualcosa in più e non in meno. Fossi in RyanAir farei direttamente appello all’UE per la libera concorrenza.
    Questo dal punto di vista normativo.

    Dal punto di vista economico, in regime di libero mercato, se la politica di una azienda non è di gradimento, si può sempre scegliere di rivolgersi ad altra azienda.
    Mi chiedo se sulle tratte in cui è presente RyanAir esista la possibilità di sviluppare un mercato vincente per detentori di licenze di pesca. Sicuramente esiste un mercato per detentori di CI.

  6. bill

    Beh, la patente viene ritenuta valida anche per le più svariate operazione finanziarie, tanto per fare un esempio. Di licenze di pesca, in compenso, non ne ho mai viste..Comunque, vorrei conoscere un solo cliente di Ryanair che si sia lamentato di non aver potuto prenotare un volo..un vero fenomeno!

  7. Bepi

    Caro Mauro dell’inutile,
    non ho accusato Ryanair, mi sono limitato a fare delle domande, a cui spero qualcuno mi risponda seriamente, per cercare di capire quale sarebbe il fine di Ryanair. Dire che una compagnia che si definisce “la più grande compagnia aerea internazionale del mondo” e che nel 2009 ha trasportato 65 milioni di passeggeri, non riesce a farsi carico dell’aggiornamento del proprio sito internet è un’offesa all’intelligenza delle persone. Hai ragione quando dici che è un’azienda privata con tutti i diritti di farlo, ma deve sapere che qualsiasi iniziativa decida di intraprendere non deve oltrepassare i limiti imposti dalla legge.
    A bill volevo dire che è capitato a chi aveva prenotato il volo inserendo i dati della carta d’identità e non l’aveva al seguito al momento dell’imbarco ha dovuto pagare 40 euro il cambio della carta d’imbarco facendo inserire il numero del documento che aveva in possesso in quel momento e magicamente tutto si è risolto alla faccia della tanto paventata “sicurezza”.
    Mi sa tanto che questa storia della sicurezza sia un paravento per una strategia commerciale che mi sembra quantomeno discutibile.

  8. Domenico

    credo che ryanair questa volta abbia calcato un po’ la mano, facendo ricadere il problema sui clienti (tanto per cambiare..) e pressare l’enac con una decisione shock.

    Da una parte è vero che la decisione dell’enac può non essere positiva per la questione sicurezza, però è anche vero che viene incontro agli utenti….

  9. @Bepi: e’ vero, ci marciano sul discorso sicurezza, sono d’accordo. Ma non mi interessa, mi interessa il servizio che mi danno al prezzo che mi danno. E vorrei continuare ad averlo.
    Se ENAC (e il TAR dietro) non intendono fare nulla, nemmeno io prendero’ i fucili e marcero’ su di loro 🙂
    Ciononostante mi pare una sciocchezza perdere un vettore simile in Italia, nell’interesse dei cittadini.
    E in quell’interesse, se fossi un politico, qualcosa mi sentirei di provare a fare.
    Sui limiti di legge: assolutamente d’accordo, se sospendendo commette qualche reato, allora che venga punita, no problem per questo.

  10. Bepi

    Io credo che dev’essere la compagnia che, se ha a cuore i suoi clienti, deve comportarsi in modo diverso.
    Sospendere i voli per “incitare” i fruitori del servizio contro una disposizione di legge, non mi sembra il massimo da parte di una compagnia che si definisce su ogni comnunucato stampa “la compagnia aerea preferita in Italia”. Siamo arrivati all’assurdo che una azienda “sciopera” a danno dei propri clienti per rivendicare un presunto diritto. Se si ha qualcosa da eccepire lo si fa nelle sedi opportune e non “usando” i viaggiatori come merce di scambio (io ti porto a spasso le gente e tu fai quello che dico io).
    Secondo te perchè i voli sono stati sospesi dopo le festività natalizie e riprendono prima di quelle pasquali?

  11. “io ti porto a spasso le gente e tu fai quello che dico io.”

    1) quello che dicono loro lo fanno già in tutta in europa senza nessun problema
    2) in sardegna non abbiamo mai avuto la possibilità di fare quello che dicevano Alitalia e Meridiana … facevano già tutto loro senza chiedere niente a nessuno …. dovevamo solo subire …. e zitti pure!!

    forse non vi rendete conto chi è il buono da difendere e il cattivo da punire (dove per punire si intende competere alla pari).

  12. Bepi, questa chiacchierata comincia ad appassionarmi 🙂

    “Siamo arrivati all’assurdo che una azienda “sciopera” a danno dei propri clienti per rivendicare un presunto diritto”

    Scusa ma … non e’ sempre cosi’ ? Ognuno di noi puo’ portarti mille esempi, sono certo che ne hai anche tu … a partire proprio da quelle Alitalia e affini.

    Pero’ ci tengo ancora una volta a sottolineare: se Ryanair sospendendo i voli commette irregolarita’ che venga sanzionata. Altrimenti la decisione di sospensione ha tutto il mio (dispiaciuto) appoggio.

  13. Bepi

    Non è sospendendo i voli che commette irregolarità, ma non accettando i documenti previsti dalla legge italiana che commette un illecito.
    Per la sospensione dei voli credo che dovrà vedersela con altri enti (società aeroportuali, enti turismo, regioni, ecc.) con i quali ha stipulato dei contratti e dai quali percepesce delle indennità per ogni passeggero trasportato, ma non conoscendo i termini dei loro accordi non posso esprimermi.
    Chi vivrà… vedrà.
    Mi rammarca non avere risposte alle mie domande dalla persona interessata, ma in qualche modo ero certo che non sarebbero mai arrivate.

  14. Angelo

    Che siano documenti poco affidabili (patente di guida e licenza da caccia) non ci piove, e quindi sulla sostanza ha sicuramente ragione Ryanair. La stessa patente di guida è un documento che non permette il riconoscimento certo delle persone, dato che viene rinnovata ogni decennio tramite l’applicazione di un bollino e conserva la foto applicata al momento dell’emissione. Vedi un 50/nni oggi con la foto della patente rilasciata dalla Prefettura (32 anni fa). Totalmente irriconoscibile. Penso che qualcosa dovrebbe cambiare!!

  15. Bepi

    Premettiamo che Ryanair non è un organo di polizia e non deve entrare nel merito della affidabilità o meno dei documenti Italiani.
    Poi, mi spiegheresti in cosa sono poco affidabili tutti gli altri documenti previsti nel DPR 445/2000? Il fatto che c’è una foto vecchia? Bene in quel caso chiedi un altro documento, ma se ho una patente rilasciata il mese scorso non capisco che altro problema c’è. E non entro nel merito delle tessere mod AT/BT che sono valide anche per l’espatrio in diversi paesi, anche quelle sono poco affidabili?
    Siamo certi che i dipendenti delle società aeroportuali (NON Ryanair) a cui il vettore delega questo servizio, sappiano riconoscere un documento falso o falsificato che sia un passaporto o una patente?
    Tu viaggeresti più tranquillo con accanto un tizio che ha presentato una sgualcita carta d’identità, magari con la vecchia residenza, o accanto a uno che ha presentato una licenza di porto d’armi?

  16. Ugo Arrigo

    Ringrazio per i numerosi commenti. Desidero solo ribadire che, a mio avviso, il problema chiave non è tanto Ryanair-Enac quanto l’epidemia burocratica della quale noi taliani siamo vittime (neanche troppo consapevoli e preoccupati, se posso desumere da alcuni commenti). Chi ha letto il mio secondo post di ieri si sarà reso conto dei difetti della norma all’origine della questione: non solo non minimizza i documenti utilizzabili per l’identificazione (e questo per me, che di mestiere faccio l’economista, è un grosso difetto) ma neppure li perimetra, dato che qualunque tesserino di riconoscimento riasciato da amministrazione dello stato e dotato di foto risulta idoneo, nè riesce a renderli certi. ll mio tesserino, dotato di foto, rilasciato dall’Università Bicocca è idoneo a identificarmi, in generale e per un imbarco aereo? Io no lo so. Voi lo sapete? Non pensate che non sia poi così strano che O’Leary non voglia assumersi l’onere di accertarlo? L’Università Bicocca è una amministrazione dello Stato italiano ma non fa parte del settore statale in senso proprio (è una ‘amministrazione locale’). La norma si riferisce ai documenti di riconoscimento con foto emessi dalle amministrazioni pubbliche oppure ai documenti di riconoscimento con foto emessi dalla amministrazioni del settore statale? Non è per nulla chiaro.
    Il tesserino dei membri della “Federazione italiana di badminton” è valido? E quello dei membri del “Comitato nazionale italiano per il collegamento tra il Governo e l’ONU per
    l’alimentazione e l’agricoltura”? Per l’Istat sono entrambe amministrazioni centrali dello stato italiano.
    Allora le riflessioni da farsi sono tre e non riguardano per nulla Enac-Ryanair:
    1) Il nostro legislatore si è dimostrato (nel caso specifico, che è però tutt’altro che isolato) Pirandelliano: un cittadino, centomila documenti, nessuna certezza;
    2) Noi italiani siamo vittime poco reattive di un’epidemia legislativa e burocratica: come è possibile che una norma semplicativa anzichè ridurre all’unità (o poco più) moltiplichi invece potenzialmente all’infinito? Come è possibile che per semplificare le vecchie leggi occorrano molte nuove leggi? E addirittura un ministro ad hoc? A quando un nuovo ente per la soppressione degli enti inutili?
    3) Il fattore più pericoloso è tuttavia la miopia burocratica. Nel caso specifico la domanda chiave è: perché si vuol fare una guerra patriottica a Ryanair? Per difendere il diritto a imbarcarsi di un’esigua minoranza di cacciatori, pescatori, piloti nautici e addetti alla conduzione di impianti di riscaldamento dotati della rispettive patenti e tesserini ma privi di passaporto e carta d’identità? Oppure per negare la possibilità di volare con pochi euro a qualche milione di persone?
    La risposta più probabile è chi si sta burocraticamente difendendo una norma indifendibile anzichè chiedere di sopprimerla. La conseguenza è che non si crea vantaggio a nessuno (dato che anche l’ultimo pescatore, che probabilmente non vola nè AZ nè Ryanair, ha la carta d’identità) e si rischia di danneggiare qualche milione di persone che ha sinora potuto viaggiare con poca spesa.
    L’epidemia burocratica associata alla miopia burocratica produce la valanga burocratica. Il caso Enac-Ryanair ne rappresenta un esempio da manuale.

  17. Bepi

    Troppo facile scrive un articolo dove si entra nel merito di chi ha ragione e chi ha torto, di quali sono i documenti più o meno affidabili, di quelli che identificano in modo certo e meno certo, sollevando sospetti “che sia l’ennesimo aiutino in favore di una compagnia nazionale”, chiedere retoricamente se sia o meno così e poi spostare il problema sul fatto che la nostra legislazione potrebbe essere più “fruibile” dai cittadini.
    Se il problema che si voleva sollevare dall’inizio era quello di verificare l’opportunità o meno di modificare, migliorare, sostituire o confermare una norma, non c’era bisogno di dare giudizi sul comportamento di un vettore aereo, di dubitare sulle motivazioni che hanno portato un ente di controllo a fare il suo dovere o addirittura di farlo in favore di un’altra compagnia (se fosse così verrebbero favorite tutte le altre e non solo una!!!).
    I chiarimenti vanno bene, ma non spostando il discorso altrove.

  18. Ugo Arrigo

    Il mio primo post di ieri si chiudeva con l’interpretazione (non mia) che la posizione dell’Enac sia deliberatamente pro Alitalia. Non mi sono tuttavia dichiarato nè d’accordo nè in disaccordo con tale interpretazione. Nel secondo post, dopo aver approfondito la normativa, mi sono allontanato dall’interpretazione anticoncorrenziale in favore di un’interpretazione burocratica, ribadita nel mio precedente commento. I due post sono ripresi e integrati in una mia analisi mattutina sul Sussidiario la quale esprime compiutamente, e spero anche in maniera ordinata, il mio pensiero:
    http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2009/12/29/IL-CASO-Chi-vincera-la-guerra-tra-Ryanair-ed-Enac-/58537/
    Credo che ognuno sia (tuttora) libero di esprimere ed argomentare i propri giudizi di valore, necessariamente soggettivi, nella consapevolezza che solo i fatti verificabili sono oggettivi. Io non sono O’Leary e neppure l’Enac e non posso conoscere le loro vere motivazioni, posso solo immaginarle. Però posso sostenere che l’applicazione della norma contestata non giova ai passeggeri, non giova alle compagnie, non giova alla sicurezza del trasporto aereo e al suo sviluppo e non giova neppure all’Enac. Ora è evidente che ogni paese è sovrano e può darsi le norme che ritiene, anche le più bislacche. Però poi non lamentiamoci che questo paese declina e che i suoi giovani migliori scappano all’estero (anche grazie ai voli Raynair internazionali sui quali non si può salire se non con documenti di riconoscimento eurocompatibili).

  19. Bepi

    Io, come credo tanti altri, sono pienamente d’accordo e aperto a qualsiasi cambiamento che porti ad una migliore vivibilità per ogni cittadino, ma sostengo la tesi che ogni cosa và fatta nelle sedi opportune e con i modi consentiti.
    Fin quando le regole ci sono DEVONO essere rispettare, giuste o cattive che si ritengono. Se queste non vanno più bene, o ci si accorge che posso essere migliorate, ben venga, ma senza minacce e senza prepotenze che potrebbero nascondere solo dei vantaggi economici per chi le mette in atto a discapito degli utenti o nascondendosi dietro fantomatici motivi di sicurezza!!!

  20. Marco Bonaccorsi

    D’altro canto si potrebbe cogliere l’occasione per semplificare tutta la materia inglobando in un’unica tessera sia carta d’identità , patenti varie , tessera sanitaria, codice fiscale ,porto d’armi , con rilevazione dei dati biometrici (anche impronte digitali) e per quanto riguarda i dati sensibili inserire un p.i.n (come il bancomat) per esempio che consenta anche di registrare sul chip della carta anche gruppo sanguigno , cartelle cliniche , ricoveri ,etc. che funzioni sia dal medico che nei vari pronti soccorso. Quindi per dialogare con questure , servizio sanitario nazionale , inps , comuni , province regioni , poste , magari ricevere sovvenzioni come nel caso della social card etc la si potrebbe utilizzare ,sul territorio nazionale e perché no, portare questa proposta anche a livello Europeo per cui ogni cittadino dell’unione , ha questa carta che in ogni paese gli consente di accedere ai vari servizi sanitari oltre che di essere certamente identificato tramite dati biometrici

  21. Bepi

    Sarebbe troppo bello avere una cosa simile, ma già immagino, alla sola proprosta in parlamento di una cosa del genere le manifestazioni di piazza contro lo “schedamento” dei cittadini.
    In che Paese strano viviamo…!!!

  22. PATRIZIA

    Salve Egregio Professore,
    sono una studentessa di Economia e Management della facoltà di Economia di Bari.
    Tra le tante ricerche su diversi siti per un project work universitario, ho letto questo interessante articolo e approfitto per farle una semplice domanda:quali sono i vantaggi per l’incumbent delle Poste Italiane?negli altri articoli ho letto dell’IVA differenziata e ora vengo a conoscenza dell’accesso libero in zone a traffico limitato solo per i furgoni PT. Mi piacerebbe sapere di più a riguardo. La ringrazio anticipatamente.
    Distinti Saluti.
    Patrizia Zotti

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