Seminario Mises 09
Utilizziamo questo blog per un piccolo spot. Anche quest’anno l’IBL organizza il suo “Seminario Mises”, evento che accompagna il nostro istituto sin dai primordi. E’ un convegno che ci è molto caro, per le sue caratteristiche: esso garantisce uno spazio di discussione per lavori di giovani studiosi, affiancati da discussant un po’ più in là negli anni e nella carriera. Non è una “Summer University” per avvicinarsi al liberalismo classico, come ve ne sono di eccellenti negli Usa (penso agli eventi organizzati da Mises e FEE) ed in Europa (l’Università d’estate di Aix e i seminario di IES). Non è neppure un incontro destinato a cospiratori e compagni d’arme, come la Resource Bank che quest’anno si tiene ad Aix. E’ invece un incontro che vorrebbe mettere in comunicazione persone della stessa fascia di età, interessate agli stessi temi, che possono sfruttarlo come occasione per conoscersi fra di loro o per venire in contatto con qualche studioso che può riuscirgli diversamente utile.
Negli scorsi anni, il Seminario è cresciuto molto ma non senza difetti:
– la qualità dei paper, selezionati sulla base di un abstract, è stata molto disomogenea (abbiamo avuto paper notevoli, e qualche fetecchia);
– una delle ricchezze del seminario, a mio modo di vedere, era l’essere ospitale anche con persone di altre scuole di pensiero (abbiamo avuto anche un marxista!), ma ciò ha lasciato perplessi molti partecipanti e rischiato di fare confusione, specie fra i più giovani con idee non chiarissime;
– gli “utenti” provenienti da altri Paesi e sussidiati da IBL (ovvero dalle imprese che hanno avuto la lungimiranza e la bontà di sostenere questa iniziativa) non sono mancati, ma gli italiani “paganti” (poco: la fee d’ammissione è sempre bassina) sì, un po’ intimoriti dall’inglese, un po’ restii ad investire non solo denari ma anche due giorni di tempo.
Quest’anno, anche per una ragione di contenimento di costi, abbiamo cercato di ovviare a questi problemi. Sulla qualità dei paper, per ora non possiamo ancora pronunciarci perché li abbiamo di nuovo selezionati tramite un abstract: ma parrebbero più omogenei, e ci sono almeno un paio di nomi di studiosi sì giovani ma già affermati. I discussant sono tipi tosti, liberisticamente parlando, come Tom Palmer e Pascal Salin. Qui il programma.
Il tema è interessante , come “premiare” la creatività imprenditoriale, ma la lezione d’apertura è di Kevin Dowd su che cosa avremmo dovuto imparare dalla crisi, e il seminario si concluderà con una tavola rotonda sul futuro delle idee di mercato. Tempo una manciata di giorni, e sarà possibile iscriversi on line.
Se avete già partecipato ad uno di questi seminari, sarà l’occasione per rivedersi fra amici e fare un sospiro di sollievo: le idee di mercato se la passano male, ma attraggono ancora facce giovani e pulite. Se non siete mai venuti, fateci un pensiero. L’ambiente è gradevole, le discussioni sono interessanti, s’impara sempre qualcosa.