Perché non copiare la Polonia?
La crisi nell’Est Europa continua a picchiare duro. La Repubblica Ceca ha visto il Pil nel ssecondo trimestre contrarsi del 4,9% sul trimestre precedente, l’Ungheria del 7,9%, in Estonia i disoccupati sono al 13,5%. L’aggancio all’euro, per chi lo aveva nel mirino, resta molto problematico rispetto alla svalutazione delle valute locali, inevitabilmente in corso per la fuga di capitali e la frenata degli IDE. In tale quadro che resta preoccupante, un’idea viene dal governo della Polonia. Poiché il deficit pubblico polacco veleggia più vicino al 7 che al 6% del Pil quest’anno, più del doppio di quanto inizialmente previsto dal governo, il premier Donald Tusk ha deciso che è venuto il momento di decisioni serie. A guai straordinari e imprevisti, soluzioni straordinarie e inattese. Il governo si accinge a dichiarare – scrive il quotidiano Rzeczpospolita – una misura drastica. Entro la fine del 2010, i dipendenti dell’amministrazione pubblica centrale e della sanità pubblica dovranno diminuire di “almeno” il 10%. Obiettivo: risparmiare entro il 2013 spesa pubblica pari a 2,9 miliardi di zloty, poco più di un miliardo di dollari.