Il punto sulla crisi Spagnola – Parte Seconda
Le riforme strutturali sono necessarie in un Paese che è cresciuto molto velocemente negli ultimi 15 anni e le quali entrate tributarie hanno avuto un boom. Le amministrazioni pubbliche si sono ritrovate con una “manna” fiscale che hanno scialacquato nel corso degli anni. Il debito spagnolo non è a livelli esagerati e anche nei prossimi anni, quando raggiungerà il picco, non dovrebbe superare l’80 per cento. Ma vi è un’altra importantissima ragione per la quale i mercati sembrano dubitare della Spagna: il sistema bancario. Nel paese iberico vi sono due dei colossi della finanza internazionale, il Banco Santander e il BBVA. Entrambe le banche sono cresciute molto negli ultimi anni tramite processi di fusione e hanno conquistato il ruolo di player internazionali. Ma non sono le prime due banche spagnole a preoccupare i mercati. La problematica principale deriva dalle “casse”. Queste banche sono molto importanti nel paese, tanto che la Caja Madrid è divenuta il terzo operatore e la Caixa Cataluna è la quarta entità bancaria in Spagna. Hanno attivi vicini o superiori ai 300 miliardi di euro e giocano un ruolo molto importante nel Paese. Le “casse” hanno una triste particolarità. Sono completamente dipendenti dalla politica.











