4
Ago
2010

Tirrenia, finta privatizzazione ko: buffonata doppia

La notizia è stata appena battuta. «Con riferimento alla procedura di privatizzazione della Tirrenia, Fintecna comunica che non essendo intervenuta la sottoscrizione del contratto da parte di Mediterranea Holding, all’uopo convocata in data odierna, viene conseguentemente dichiarata la chiusura senza esito della procedura di dismissione». Il Consiglio dei ministri oggi pomeriggio ha dovuto varare d’urgenza un decreto legge per stanziare nuovi denari per la conitnuità aziendale Tirrenia-Siremar. Era una semplice buffonata, che la cosiddetta privatizzazione esitasse in una compagine in cui la quota maggiore annunciata era quella della Regione Sicilia. Evidentemente, i soci privati annunciati, dal gruppo Lauro alla percentuale poco più che simboloica dell’ex presidente di Confitarma, alla fine non se la sono sentita visto che per domani era annunciatio un incontro tra la Regione Sicilia e le banche creditrici del gruppo e finanziatrici dell’operazione. La doppia buffonata è aver dovuto attendere anche la mancata firma dell’unica cordata dopo che altre 16 si erano liquefatte constatando quanto cattivo odore emanasse dagli attivi patrimoniali della società, e quanti denari occorressero per tenerla in piedi malgrado l’unica cosa certa  che ci si aggiudicava con la gara, e cioè pingui contriobuti naturalmente ancora pubblici per gli anni a venire. Da ieri, era ufficiale che la Mediterranea Holding risultata aggiudicataria non avrebbe mai avuto un capitale tale – al momento: 120mila europ versati – per sostenere i 560 milioni di debito da accollarsi per Tirrenia-Siremar. ma regione Sicilia era senmpre stata convinta che sarebbero state le banche, a garantire i debiti, e non si capisce su che basi, visto che poi a decidere e gestire sarebbe stata la politica siciliana. Che si debbano chiedere denari a noi contribuenti per queste prese in giro è semplicemente vergognoso. Gli armatori italiani da anni avevano chiesto la fine del carrozzone pubblico, e un’asta separata per le rotte. La politica di tutti i colori  ha preferito dar retta ai sidnacati. Ecco il risultato. Continueremo a pagare noi.

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10 Responses

  1. antonino marotta

    Un buon imprenditore in Italia non avrebbe alcun spazio per fare investimenti;qui li fa solo lo stato con i soldi pubblici a perdere.Ma non conviene,a questo punto, che ci trasformiamo in una repubblica sociaista così ci mettiamo il cuore in pace tutti? E’ più utile fare carriera politica che non l’imprenditore ,quest’ultimo ci rimette e basta,tanto è vero che un imprenditore degno di tal nome in Italia non c’è,Berlusconi permettendo

  2. …. della serie poche idee ma confuse. Dove andrà l’Italia di questo passo?? e come ha potuto la regione siciliana candidarsi a questa operazione versando in uno stato tragico?
    mah….

  3. Pastore Sardo

    In Sardegna oltre che con i danari paghiamo anche con il servizio di m…., in effetti Soru su questo argomento qualcosa aveva cercato di fare … su altri argomenti è stato veramente deludente … qui la musica non cambia ….il livello dei suonatori è troppo basso …. ma abbiamo quello che ci meritiamo.

  4. Julio

    Ma ci siamo già dimenticati di com’è andata a finire la privatizzazione di Alitalia?
    Non doveva andare in mano ai Francesi…
    Malpensa sarebbe stato l’hub più importante bla bla bla…

    Governo penoso, 0 liberale

  5. Ciò che mi lascia esterrefatto, non è tanto la mancanza di decenza nelle decisioni prese quanto la mancanza di un gruppo, vogliamo chiamarlo di opposizione, che si sia impossessato dell’argomento per sputtananre, mi perdonerete il termine, il governo e le sue menate sulla libertà d’impresa. Vuoi vedere che nell’emiciclo, riguardo questi temi, alla fine della fiera, tutti o quasi la pensano più o meno allo stesso modo?
    Ancora una volta, tranne Giannino e, spero pochi altri, nessuno si è preso la briga di informare compiutamente gli italiani dell’ennesima presa per i fondelli, (anzi per le tasche)

  6. Delirio Tirrenia… Sono le navi peggiori che io abbia mai preso in circa venti anni di “carriera” traghettistica Sardegna-Continente e viceversa. Brutte, sporche, con personale di basso livello in quanto a gentilezza, cortesia, disponibilità, capacità di spiegare in italiano corrente ciò che serve all’utente durante il viaggio.
    E’ anche vero che non esiste un libero mercato delle tratte italiane: Moby,Sardinia Ferries, Tirrenia, Snav, grossomodo fanno tutte le stesse tariffe. Ultimamente sto preferendo Sardinia, perchè sta provando ad abbassare davvero i prezzi e il servizio in nave è molto migliorato.
    Fantastiche, comunque, per tutti, le navi: tranne forse qualcuna della Moby, carrozzoni riverniciati e ricomposti, delle sorte di Frankenstein recuperati da qualche tratta asiatica e riadattati per l’Italia.
    Vabbè. Imprenditori sardi, dove siete?
    ciao
    c
    ps: per Oscar Giannino: buon ferragosto 🙂

  7. Libero mercato: non Ti sorreggi? Fallimento e le rotte le gestiscano le compagnie che, investendo in proprio nelle rotte degli altri porti sardi (solo Cagliari è in mano a questi banditi della Tirrenia) hanno fatto salire a livelli “umani” il servizio offerto!

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